Totò: differenze tra le versioni
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{{nota disambigua|
{{Bio
|Pseudonimo = Totò
|Nome = Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis Di Bisanzio<ref name="Prt"/>
|Epoca = 1900
|Sesso = M
|LuogoNascita = Napoli
|GiornoMeseNascita = 15 febbraio
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|AnnoMorte = 1967
|Attività = attore
|Attività2 = comico
|Attività3 = commediografo
|Nazionalità = italiano
|AttivitàAltre = , [[poeta]], [[paroliere]], [[sceneggiatore]] e [[filantropo]]
|Immagine = AntonioDeCurtisFoto.jpg
|Didascalia = Totò in una fotografia degli anni sessanta
}}
[[File:FirmaTotò.jpg|miniatura|Firma di Totò]]
Attore simbolo dello spettacolo comico in [[Italia]], soprannominato «il principe della risata»; è considerato, anche in virtù di alcuni ruoli [[Film drammatico|drammatici]], uno dei maggiori interpreti nella storia del [[teatro]] e del [[cinema italiano]]<ref>{{cita|Cammarota, 1985}}.</ref><ref name="Bispuridue">{{cita|Bispuri, 2000|pp. 246-247}}.</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.raistoria.rai.it/articoli/tot%C3%B2-il-principe-degli-attori-comici/12733/default.aspx|titolo=Totò, il principe degli attori comici|editore=Raistoria|accesso=1º ottobre 2013}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.cyberitalian.com/sp/html/gal_57.html|titolo=Totò, un grande attore|autore=Laura Caparrotti|accesso=1º ottobre 2013}}</ref><ref>«Totò fu l'attore farsesco, straordinaria secrezione della commedia dell'arte e della grande tradizione napoletana, ma fu anche attore della commedia a sfondo realistico e fu anche supremo attore tragico, capace della massima sublimazione recitativa: insomma fu un attore totale». Ennio Bispuri ({{cita|Bispuri, 1997|p. 19}}).</ref><ref>«Totò è senz'altro una delle figure italiane più importanti che abbia conosciuto nella mia carriera e nella mia vita. Parlare della sua arte? Basta vedere il successo che ha avuto con i giovani di oggi, i ragazzi di quindici, diciotto anni che non lo conoscevano. Clown come lui ne nasce uno ogni cento anni. Bastano i pochi film buoni che Totò ha fatto, tra i quali per esempio ''[[Guardie e ladri]]'' e il piccolo episodio ne ''[[L'oro di Napoli (film)|L'oro di Napoli]]'' a metterne in risalto tutta la straordinaria bravura, proprio ne ''L'oro di Napoli'' il personaggio di Totò aveva un risvolto drammatico che lui rese benissimo, perché era un attore completo, il più grande a mio parere, che il teatro musicale e il cinema italiano abbia mai avuto.» [[Vittorio De Sica]], in {{cita web|sito=AntonioDeCurtis.com|titolo=Vittorio De Sica e Totò|url=http://www.antoniodecurtis.com/ricordi/vittorio_de_sica.htm|autore=Franca Faldini|wkautore=Franca Faldini|autore2=Goffredo Fofi|wkautore2=Goffredo Fofi|data=novembre 1987|accesso=14 aprile 2020}}</ref>.
Adoperò una propria unicità interpretativa, che risaltava sia in copioni puramente brillanti sia in parti più impegnate, sulle quali si orientò soprattutto verso l'ultima fase della sua vita, che concluse in condizioni di quasi totale cecità a causa di una grave forma di [[corioretinite]], probabilmente aggravata dalla lunga esposizione ai fari di scena.<ref>{{Cita news|autore=[[Paolo Bonolis]]|titolo=Intervista a [[Vincenzo Cerami]] - ''[[Il senso della vita]]''|data=3 aprile 2011}}</ref>
Spesso stroncato dalla maggior parte dei [[Critica cinematografica|critici cinematografici]] a lui contemporanei, fu ampiamente rivalutato dopo la morte,<ref name="Totò enciclopedia cinema" /><ref name="Diana De Curtis" /> tanto da risultare ancora oggi uno dei comici italiani più apprezzati e popolari di sempre.<ref name="Ilgiornale">{{Cita news|url=http://www.ilgiornale.it/news/tot-principe-risata-sempre-lui.html|titolo=Totò, il principe della risata è sempre lui|autore=Vincenzo Pricolo|pubblicazione=[[il Giornale]]|data=3 marzo 2009|accesso=22 aprile 2015}}</ref>
== Biografia ==
=== Lo «scugnizzo» del rione Sanità ===
{{doppia immagine|left|MarchesedeCurtis.jpg|130|AnnaClemente.jpg|130|Giuseppe De Curtis, il padre di Totò che, inizialmente, non lo riconobbe come figlio naturale<ref name="Prima infanzia" /><ref name="Totò Siamo Uomini O Caporali" />|Anna Clemente, la madre, che tentò di avviarlo al sacerdozio. «Meglio 'nu figlio prevete ca 'nu figlio artista», affermava<ref name="Infanzia pagina uno" /><ref>{{cita|Amorosi-Ferraù, 1996|p. 65}}.</ref>}}
[[File:Totòbambino.jpg|thumb|
Nacque il 15 febbraio 1898 nel [[rione Sanità]] di [[Napoli]] (quartiere considerato il centro della ''[[Guappo|guapparia]]'' napoletana),<ref name="Prima infanzia" >{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.org/la_prima_infanzia.htm|titolo=Totò biografia - La prima infanzia|accesso=10 ottobre 2013}}</ref> in [[via Santa Maria Antesaecula]] al terzo piano del numero civico 107<ref>Elogio a Totò con Federico Salvatore per "Life in Naples"</ref> (mesi più tardi, a causa delle piccole dimensioni dell'abitazione, si trasferirono a pochi metri di distanza, al secondo piano del numero civico 109 della medesima via,<ref name="Prima infanzia" /><ref>{{cita|Capecelaltro-Gallo, 2008|p. 16}}.</ref> riconosciuta oggi come abitazione storica di Totò), da una relazione clandestina tra la diciassettenne palermitana <ref>{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.org/anna_clemente.htm|titolo=Anna Clemente madre di Toto}}</ref> Anna Clemente (1881-1947)<ref>{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.org/anna_clemente.htm|titolo=Anna Clemente}}</ref> e [[Giuseppe De Curtis]] (1873-1944), il quale per tenere segreto il legame in un primo momento non lo riconobbe, così da risultare inizialmente per l'anagrafe "Antonio Clemente, figlio di Anna Clemente e di [[Nomen nescio|N.N.]]"<ref name="Amorosi Ferraù 130" /><ref name="Prima infanzia" /><ref name="Totò Siamo Uomini O Caporali" >{{cita|Amorosi-Ferraù, 1996|pp. 22-24}}.</ref><ref name="Amorosi Ferraù 129" >{{cita|Amorosi-Ferraù, 1996|p. 129}}.</ref>
Solitario e di indole malinconica,<ref name="Fallaci">{{Cita web|url=http://www.oriana-fallaci.com/tot/intervista.html|titolo=Totò - Intervista - Oriana Fallaci|accesso=10 ottobre 2013}}</ref><ref>{{Cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/12/01/sono-toto-dio-che-tristezza.html|titolo=Sono Totò, dio che tristezza!|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]||data= 1º dicembre 1990|accesso=14 maggio 2015}}</ref><ref group=N>Totò, in un'intervista:
{{citazione|La felicità non esiste. La felicità non esiste in nessun modo. Nessuno è felicissimo.}}
... e in un'intervista di [[Oriana Fallaci]]:
{{citazione|Io amo esser solo. Ho bisogno di essere solo: per contemplare, per pensare. A volte mi danno noia perfino le persone che amo. Sì, è difficile viver con me. A me non piace andare nei night, non mi è mai piaciuto. Io, quando vedo quel divertimento falso non posso fare a meno di pensare che dietro a ciascuna di quelle persone v’è un dramma: il pianista magari ha le scarpe rotte, l’industriale ha le cambiali che scadono, l’entraineuse ha il figlio ammalato… Sono un misantropo, la base della mia vita è la casa. La casa, per me, è una fortezza, quasi una persona. Quando vi entro la saluto sempre come una persona: "Buonasera, casa".}}</ref><ref name="Diana De Curtis" /> crebbe in condizioni estremamente disagiate e fin da bambino dimostrò una forte vocazione artistica che gli impediva di dedicarsi allo studio, cosicché dalla quarta elementare fu retrocesso in terza. Ciò non creò in lui molto imbarazzo, anzi intratteneva spesso i suoi compagni di classe con piccole recite, esibendosi con smorfie e battute.<ref name="Totò Siamo Uomini O Caporali" /><ref group=N>«Sono un "retrocesso"», diceva il bambino.</ref> Il bambino riempiva spesso le sue giornate osservando di nascosto le persone, in particolare quelle che gli apparivano più eccentriche, cercando di imitarne i movimenti, e facendosi attribuire così il nomignolo di «'o spione».<ref name="Totò un altro pianeta" /> Questo suo curioso metodo di "studio" lo aiutò molto per la caratterizzazione di alcuni personaggi interpretati durante la sua carriera.<ref name="Totò un altro pianeta" />
Terminate le elementari, venne iscritto al collegio Cimino, dove per un banale incidente con uno dei precettori, che lo colpì involontariamente con un pugno, il suo viso subì una particolare conformazione del naso e del mento; un episodio che caratterizzò in parte la sua "maschera".<ref name="Totò un altro pianeta" /> Nel collegio non fece progressi, quindi decise di abbandonare prematuramente gli studi, senza aver ottenuto la licenza ginnasiale.<ref>{{cita|Bispuri, 2000|p. 41}}.</ref> Poiché sua madre lo voleva sacerdote,<ref name="Totò Siamo Uomini O Caporali" /> in un primo tempo frequentò la parrocchia come chierichetto; ma, incoraggiato dai primi piccoli successi nelle recite in famiglia (chiamate a Napoli «''[[periodiche]]''»)<ref name="Totò enciclopedia cinema" >{{Treccani|toto_(Enciclopedia-del-Cinema)||autore=Goffredo Fofi|anno=2004|accesso=9 ottobre 2013}}</ref> e attratto dagli spettacoli di varietà, nel 1913, ancora in età giovanissima, iniziò a frequentare i teatrini periferici esibendosi – con lo pseudonimo di "Clerment" –<ref name="totò.com infanzia" /> in [[macchietta|macchiette]] e imitazioni del repertorio di [[Gustavo De Marco]], un interprete napoletano dalla grande mimica e dalle movenze snodate, simili a quelle di un burattino.<ref name="Totò enciclopedia cinema" /><ref name="Varietà" >{{cita|Amorosi-Ferraù, 1996|pp. 35-56}}.</ref> Proprio su quei palcoscenici di periferia incontrò attori come [[Eduardo De Filippo]], [[Peppino De Filippo]] e i musicisti [[Cesare Andrea Bixio]] e [[Armando Fragna]].<ref>{{cita|Bispuri, 2000|p. 59}}.</ref>
Durante gli anni della [[prima guerra mondiale]] si arruolò volontario nel [[Regio Esercito]]. Secondo la figlia, fu chiamato alle armi nel 1917 venendo assegnato al [[22º Reggimento fanteria "Cremona"|22º Reggimento fanteria]] di stanza dapprima a [[Pisa]] e poi a [[Pescia]].<ref>{{cita|Capecelaltro-Gallo, 2008|p. 28}}.</ref> Venne quindi trasferito al CLXXXII [[Battaglione]] di [[Milizia#Milizia Mobile e Territoriale|milizia territoriale]], unità di stanza in [[Piemonte]], ma destinata a partire per il [[Fronte occidentale (1914-1918)|fronte francese]].<ref>{{cita|Ioni-Guarini, 1999|p. 307}}.</ref> Alla stazione di [[Alessandria]], il Comandante del suo Battaglione lo armò di coltello e lo avvertì che avrebbe dovuto condividere i propri alloggiamenti in treno con un reparto di soldati marocchini dalle strane e temute abitudini sessuali. Totò a quel punto, terrorizzato, fu colto da malore<ref name="Fallaci" /> (secondo alcune fonti simulò un [[Epilessia|attacco epilettico]]) e venne ricoverato nel locale ospedale militare, evitando così di partire per la [[Francia]].<ref name="cita-Caldiron-2001-p7"/> Rimasto in osservazione per breve tempo, quando fu dimesso dalle cure ospedaliere venne assegnato all'[[88º Reggimento fanteria "Friuli"]] di stanza a [[Livorno]];<ref name=cimeetrincee>{{cita web|autore=Massimiliano Galasso|url=http://www.cimeetrincee.it/toto.htm|titolo=Sito ufficiale dell'Associazione Storica Cimeetrincee|accesso=2 novembre 2012}}</ref> proprio in quel periodo subì continui soprusi e umiliazioni da parte di un graduato; da quell'esperienza nacque il celebre motto dell'attore: «Siamo uomini o caporali?»<ref name="Fallaci" /><ref name=cimeetrincee/><ref>{{cita|Amorosi-Ferraù, 1996|pp. 19-21}}.</ref><ref group=N>Totò: {{citazione|Quella mia battuta «siamo uomini o caporali» non è affatto un gioco. Il mondo io lo divido così, in uomini e caporali. E più vado avanti, più scopro che di caporali ce ne son tanti, di uomini ce ne sono pochissimi. }}</ref>
=== I primi esordi e il ''variété'' ===
[[File:Totò_1918.jpg|thumb|left|Totò durante il servizio militare, nel
Dopo il servizio militare avrebbe voluto fare l'ufficiale di marina ma, non sopportando la disciplina,<ref name="Silori" /> scappò di casa per esibirsi ancora come macchiettista; venne scritturato dall'impresario Eduardo D'Acierno (diventò poi celebre la macchietta de ''[[Il bel Ciccillo]]'', riproposta nel 1949 nel film ''[[Yvonne la Nuit]]'') e ottenne un primo successo alla Sala Napoli, locale minore del capoluogo campano, con una parodia della canzone di [[E. A. Mario]] ''Vipera'', intitolata ''Vicolo'',<ref>{{cita|Bispuri, 2000|p. 62}}.</ref> che aveva sentito recitare al Teatro Orfeo dall'attore [[Nino Taranto]], al quale chiese se poteva "rubargliela".<ref name="Totò cento" />
All'inizio degli anni
{{citazione|La commedia dell'arte è una cosa semplicissima: c'è un canovaccio, una farsa... allora, Pulcinella si sedeva in camerino con tutti i comici attorno, e diceva: "Tu, quando faccio così (segno con la mano), esci e dici 'è venuto il vinaio, il vino era cattivo', insomma, dici delle cose e vieni cacciato via a calci. Quando invece faccio così, esci tu e dici 'mia moglie è scappata' e fai tutta la storia...". Questa è la commedia dell'arte, a soggetto.}}</ref> Tuttavia, il giovane si sacrificava non poco per raggiungere il teatro: dal momento che non aveva i soldi neanche per un biglietto del tram, doveva partire da {{doppia immagine verticale|right|Teatro Iovinelli (esterno).jpg|Giuseppe-Jovinelli.JPG|215|Il [[Teatro Ambra Jovinelli]]|L'impresario [[Giuseppe Jovinelli]], che fu il primo a credere nel talento comico di Totò}}
In quel breve periodo di disoccupazione Totò piombò nello sconforto totale e il suo morale si alzava solo quando riusciva a racimolare qualche soldo esibendosi in piccoli locali; nel corso di quelle esperienze, decise di puntare al genere teatrale a lui più congeniale: il [[Varietà (spettacolo)|varietà]] (o ''variété'' nella dizione francese).<ref name="Varietà" /> Progettò di presentarsi al [[capocomico]] napoletano Francesco De Marco (famoso per le sue stravaganti esibizioni teatrali), ma all'ultimo minuto ebbe un ripensamento, probabilmente a causa dell'insicurezza.<ref name="Varietà" />
L'attore iniziò a ponderare l'idea di esibirsi da solo e dunque decise di mantenere come modello d'ispirazione Gustavo De Marco (non imparentato con il capocomico Francesco), che Totò, esercitandosi davanti allo specchio, riusciva a imitare senza particolari sforzi.<ref name="Varietà" /> Appena sentitosi pronto, decise di tentare al [[Teatro Ambra Jovinelli]], che al tempo era la massima rappresentazione dello spettacolo di varietà, dove erano passati artisti come [[Ettore Petrolini]], [[Raffaele Viviani]], [[Armando Gill]], [[Gennaro Pasquariello]], [[Alfredo Bambi]] e lo stesso De Marco.<ref name="Varietà" /> Emotivamente teso, si presentò al titolare del teatro, [[Giuseppe Jovinelli]], un uomo rude conosciuto e rispettato per un suo passato scontro con un piccolo boss della malavita locale. Il breve colloquio andò inaspettatamente bene e Totò, con sua gioia e incredulità, venne preso.<ref name="Varietà" /> Esordì con tre macchiette di De Marco: ''Il bel Ciccillo'', ''Vipera'' e ''Il Paraguay'', che ebbero un buon successo di pubblico e un impensabile entusiasmo da parte di Jovinelli.<ref name="Varietà" /> Il comico firmò un contratto prolungato con il titolare, che lo usò spesso in varie parti dello spettacolo e che organizzò addirittura un finto match tra lui e il pugile Oddo Ferretti.<ref name="Varietà" /><ref group=N>L'incontro con Ferretti: Totò accettò con entusiasmo l'idea di organizzare un match con il pugile, e una volta sul ring, tra l'incoraggiamento del pubblico e i suoi vari lazzi e le smorfie, diede due pugni veri all'atleta, il quale si accorse che faceva sul serio ed urlò: “Ma tu stai facendo veramente? Mo' t'accomodo per le feste.” Totò scappo dal ring inseguito dal pugile e chiese aiuto a Jovinelli: “Cavalie', il campione mi vuole menare, fermatelo voi che siete il campione più campione di tutti, l'uomo più forte del mondo, l'impresario più famoso d'Italia.” E Jovinelli gli rispose ridendo: “Totò, sei un gran ruffiano, ma ti assicuro che Ferretti non ti toccherà nemmeno con un dito. Come farei se qualcuno mi “rompesse” un comico bravo come te?"</ref>
Il consenso del pubblico ottenuto al teatro non compensava però lo stile di vita dell'artista: la paga era molto bassa e non poteva neanche permettersi abiti eleganti e accessori raffinati (ai quali teneva molto) o un taglio di capelli caratteristico, con le basette come quelle di [[Rodolfo Valentino]].<ref name="Varietàdue" >{{cita|Amorosi-Ferraù, 1996|pp. 57-64}}.</ref> In quell'arco di tempo fece appunto amicizia con un barbiere, Pasqualino, il quale, avendo conoscenze in campo teatrale e impietosito dalle ristrettezze economiche del giovane, riuscì a farlo scritturare da Salvatore Cataldi e Wolfango Cavaniglia, i proprietari del [[Teatro Sala Umberto]].<ref name="Varietàdue" />
[[File:Toto1.jpg|thumb|left|Fotografia di Totò risalente agli anni venti]]
Totò rinnovò il suo corredo teatrale (che fino a quel momento era composto da un singolo abito di scena sempre più consumato): una logora [[bombetta]], un ''[[tight]]'' troppo largo, una camicia lisa con il colletto basso, una stringa di scarpe per cravatta, un paio di pantaloni corti e larghi "a zompafosso", calze colorate e comuni scarpe basse e nere.<ref name="Totò enciclopedia cinema" /><ref name="Luci varietà" >{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.org/luci_del_varieta.htm|titolo=Totò biografia - Luci del varietà|accesso=6 ottobre 2013}}</ref> La sera dell'esordio l'attore diede il meglio di sé, lasciandosi andare in mimiche facciali, piroette, doppi sensi e le immancabili macchiette di Gustavo De Marco. Tra grida di ''bis'' e applausi,<ref name="Varietàdue" /> l'esperienza al salone Umberto I segnò per Totò l'affermazione definitiva nello spettacolo di varietà.<ref name="Luci varietà" />
{{citazione|... bazzecole, quisquilie, pinzellacchere!|Un modo di dire tipico di Totò}}
Tra il
Nel 1927 fu scritturato da Achille Maresca, titolare di due diverse compagnie; Totò entrò a far parte prima della compagnia di cui era [[primadonna]] [[Isa Bluette]], una delle ''[[soubrette]]'' più in voga del periodo, e poi, dal
Nel
==== Liliana Castagnola ====
[[File:Antonio De Curtis - Totò.jpg|thumb|Negli anni
Le soddisfazioni professionali dell'attore non andavano però di pari passo con quelle sentimentali: nonostante il suo successo con le donne e le numerose avventure, si sentiva inappagato. Fino a quando non irruppe nella sua vita [[Liliana Castagnola]], che Totò vide su alcune fotografie in un provocante abito di scena, rimanendone subito colpito.<ref name="Castagnola" /> La sciantosa, fino a quel momento, era stata costante oggetto delle cronache mondane: era stata espulsa dalla Francia con l'accusa di aver indotto due marinai al duello,<ref name="Formazione del comico" /> e un suo amante geloso si era tolto la vita dopo averle sparato due colpi di pistola, uno dei quali l'aveva ferita al viso lasciandole un frammento di proiettile che le causava forti dolori e per i quali assumeva tranquillanti.<ref name="enc" >{{cita web|url=http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/liliana-eugenia-castagnola|titolo=Liliana (Eugenia) Castagnola|accesso=6 gennaio 2015}}</ref> A causa della cicatrice, sebbene lieve, ella adottò la pettinatura "a caschetto" che le copriva guance e fronte.<ref name="Castagnola" />
La donna giunse a Napoli nel dicembre 1929, scritturata dal Teatro Nuovo; incuriosita dal veder recitare l'artista napoletano, si presentò una sera a un suo spettacolo. Totò non si lasciò sfuggire l'occasione e iniziò a corteggiarla mandandole, alla pensione degli artisti dove lei abitava, mazzi di rose con un biglietto d'ammirazione, al quale lei rispose con una lettera d'invito.<ref name="Castagnola" /><ref name="Formazione del comico" /> Furono questi gli inizi di un'intensa, seppur breve e tormentata, storia d'amore. Sebbene fosse una [[donna fatale]] sia sul palcoscenico sia nella vita reale, la Castagnola nutriva per l'artista napoletano un sentimento sincero e passionale, cercando una relazione stabile e sicura.<ref name="enc" />
[[File:LilianaCastagnolafoto.jpg|thumb|left|[[Liliana Castagnola]] in abito di scena: fu una delle foto che provocarono l'interesse di Totò<ref>{{cita|Amorosi-Ferraù, 1996|p. 14}} (galleria fotografica - Infanzia e giovinezza di Totò).</ref>]]
Dopo il primo periodo iniziarono i problemi legati alla gelosia: Totò non sopportava l'idea che Liliana, durante le sue tournée, fosse corteggiata dagli ammiratori, e questo lo portò a temere eventuali tradimenti,<ref name="Castagnola" /> il che diede origine a continui litigi. Entrambi furono poi vittime di malelingue e pettegolezzi; la donna entrò in un profondo stato di depressione e la loro relazione si deteriorò. Liliana, accrescendo un senso di attaccamento morboso al suo uomo, pur di restargli accanto, propose di farsi scritturare nella sua stessa compagnia,<ref name="Castagnola" /> ma Totò, sentendosi oppresso dal comportamento di lei, fu più volte sull'orlo di lasciarla, fino a quando decise di accettare un contratto con la compagnia della [[soubrette]] "Cabiria", che lo avrebbe portato a [[Padova]].<ref name="Formazione del comico" />
L'epilogo fu che Liliana, sentitasi abbandonata dall'amato, si suicidò ingerendo un intero tubetto di sonniferi.<ref name="Castagnola" /> Fu trovata morta nella sua stanza d'albergo, con al suo fianco una lettera d'addio a Totò:
{{citazione|Antonio,
potrai dare a mia sorella Gina tutta la roba che lascio in questa pensione. Meglio che se la goda lei, anziché chi mai mi ha voluto bene. Perché non sei voluto venire a salutarmi per l'ultima volta? Scortese, omaccio! Mi hai fatto felice o infelice? Non so. In questo momento mi trema la mano... Ah, se mi fossi vicino! Mi salveresti, è vero? Antonio, sono calma come non mai. Grazie del sorriso che hai saputo dare alla mia vita grigia e disgraziata. Non guarderò più nessuno. Te l'ho giurato e mantengo. Stasera, rientrando, un gattaccio nero mi è passato dinnanzi. E, ora, mentre scrivo, un altro gatto nero, giù per la strada, miagola in continuazione. Che stupida coincidenza, è vero?... Addio. Lilia tua
Totò, che ritrovò il corpo esanime della donna il mattino seguente, ne rimase sconvolto: il peso della responsabilità, il non aver capito l'intensità dei sentimenti di lei e i rimorsi per aver pensato : «
{{citazione|La morte è una cosa naturale e averne paura è da fessi. Io, la prima cosa che ho fatto quando ho guadagnato nu poco di soldi, è stato comprarmi una cappella a Napoli: per andarci ad abitare da morto. C'è già la tomba e sopra c'è incisa già la data di nascita e il nome. Il giorno della morte è in bianco. No, non mi importa morire. Mi importa, ecco, invecchiare.}}</ref> e decretò che, qualora avesse avuto una figlia, invece di battezzarla {{citazione|È morta, se In merito all'impegno già preso, la sera stessa partì per la tournée con la compagnia a Padova. Era il marzo del
=== L'avanspettacolo e l'incontro con il cinema ===
{{doppia immagine|right|Totòprovinocinema.jpg|189|Totò provino.jpg|200|Totò nel 1930, nel suo primo provino cinematografico, con la [[Cines]]}}
Sempre nel 1930, anno dell'avvento del sonoro in Italia, [[Stefano Pittaluga]], che produsse con la [[Cines]] ''[[La canzone dell'amore]]'' (il primo film sonoro italiano), era alla ricerca di nuovi volti da portare sul grande schermo. Le doti comiche di Totò non gli sfuggirono e, dato che era in procinto di produrre un film (''Il ladro disgraziato''), gli fece fare un provino.<ref>Alberto Anile, "Il cinema di Totò", 1997, p. 29</ref><ref name="Provino">{{Cita web|url=https://vimeo.com/69375319|titolo=Primo provino cinematografico di Totò on vimeo|accesso=6 ottobre 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140104205418/http://vimeo.com/69375319}}</ref> La pellicola non vide mai la luce, anche per il fatto che il regista avrebbe voluto che Totò imitasse [[Buster Keaton]], idea che all'attore non garbava.<ref name="Burattino al cinema" >{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.org/il_burattino_al_cinema.htm|titolo=Totò biografia - Il burattino al cinema|accesso=6 ottobre 2013}}</ref>
Momentaneamente accantonata l'eventualità di entrare nel cinema, nel 1932 diventò [[capocomico]] di una propria formazione, proponendosi nell'[[avanspettacolo]],<ref name="totò.org teatro" /> un genere teatrale che continuò a diffondersi in Italia fino al 1940.<ref name="Avanspettacolo" /> In tournée a [[Firenze]] conobbe l'allora sedicenne [[Diana Bandini Rogliani|Diana Rogliani]] (la giovane età della ragazza suscitò inizialmente qualche riluttanza da parte di lui<ref>{{cita|Caldiron, 2001|p. 15}}.</ref>), dalla quale poco dopo ebbe una figlia che, in onore della compianta Castagnola, battezzò [[Liliana de Curtis|Liliana]].<ref name="Avanspettacolo" >{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.org/la_stagione_dell_avanspettacolo.htm|titolo=Totò biografia - La stagione dell'avanspettacolo|accesso=6 ottobre 2013}}</ref>
Gli anni trenta furono un periodo di grandi successi per il comico che, malgrado i guadagni non molto alti, si sentiva professionalmente affermato: portò in scena, insieme alla sua prima ''spalla ''[[Guglielmo Inglese]] (più avanti fu [[Eduardo Passarelli]]),<ref name="Burattino al cinema" /> numerosi spettacoli in tutta Italia. Sulla traccia di copioni spesso approssimativi, Totò ebbe modo di dare sfogo alle risorse creative della sua comicità surreale, con mimiche grottesche e deformazioni/invenzioni linguistiche, interpretando anche [[Alonso Chisciano|Don Chisciotte]] e travestendosi addirittura da soubrette;<ref name="Avanspettacolo" /> imparò così l'arte dei [[guitti]], ossia quegli attori che recitavano senza un copione ben impostato (molte macchiette le ripropose poi nel suo repertorio cinematografico: "Il pazzo", "Il chirurgo", "Il manichino”),<ref name="Avanspettacolo" /> arte alla quale Totò aggiunse caratteristiche tutte sue, pronto a sbeffeggiare i potenti quanto a esaltare i bisogni umani primari: la fame, la sessualità, la salute mentale,<ref>{{cita|Zucchelli|p. 286}}.</ref> esprimendo il tutto con distinti doppi sensi, ma senza mai trascendere nella volgarità.<ref name="Totò un altro pianeta" /><ref name="Totò uomo e artista">{{Cita web|url=http://www.la-mattina.it/content/toto-luomo-e-lartista|titolo=Totò, l’uomo e l’artista|accesso=31 ottobre 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141031113802/http://www.la-mattina.it/content/toto-luomo-e-lartista}}</ref><ref name="Non ci vedo" /><ref group=N>[[Aldo Giuffré]]:
{{citazione|Io non so quanto ci fosse di vero nella storia del ''principe''... Io so soltanto che Totò era un "principe", lo era nell'animo, perché era veramente lontano da quelle piccole brutte cose del mondo. Lui, per esempio, non era mai volgare, né come uomo né tantomeno come attore; non l'abbiamo mai sentito, nelle riviste, nei film, ricorrere a quel mezzuccio tanto facile quanto deprecabile che è la volgarità.}}</ref> A plasmare questa sua forma di espressione fu il fatto di aver vissuto per anni in povertà; lui stesso era del pensiero che «la miseria è il copione della vera comicità…» e che «non si può essere un vero attore comico senza aver fatto la guerra con la vita».<ref name="Totò un altro pianeta" /><ref>{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.org/il_tradimento_di_una_maschera.htm|titolo=Il tradimento di una maschera|accesso=3 aprile 2014}}</ref> Acquisì quindi una sua originale personalità recitativa, diventando uno dei maggiori protagonisti della stagione dell'avanspettacolo.<ref name="Avanspettacolo" />
[[File:Fermo con le mani !.JPG|thumb|left|Totò nel suo primo film, ''[[Fermo con le mani]]'' (1937), dove i caratteristici occhi e la bocca dell'attore, fortemente marcati dal trucco di scena, ricordano [[Larry Semon|Ridolini]] del cinema muto<ref name="Totò un altro pianeta" />]]
Nel 1934 mise su casa a Roma, insieme alla figlia [[Liliana de Curtis|Liliana]] e alla compagna Diana Rogliani, per la quale nutriva un'ossessiva gelosia e che sposò nell'aprile dell'anno successivo.<ref name="Avanspettacolo" /> Fu in quel periodo che alcune personalità importanti tentarono di imporlo nel cinema: tra di loro [[Umberto Barbaro]] e [[Cesare Zavattini]],<ref name="Avanspettacolo" /> che cercò infatti di inserirlo nella parte di "Blim" nel film ''[[Darò un milione]]'' di [[Mario Camerini]], ruolo andato poi a [[Luigi Almirante]].<ref name="Burattino al cinema" /> Non realizzandosi questi progetti, il vero esordio avvenne nel 1937 con ''[[Fermo con le mani]]'': il produttore [[Gustavo Lombardo]], fondatore della [[Titanus]], scritturò Totò dopo averlo notato mentre era a pranzo in un ristorante di Roma.<ref name="Primi film" /> La direzione fu affidata al regista [[Gero Zambuto]]. Il film, la cui intenzione primaria era proporre al pubblico italiano un'alternativa al personaggio di Charlot, fu concepito con mezzi molto scarsi e non ebbe grande successo.<ref name="Totò un altro pianeta" />
Nel 1938 Totò fu vittima di un infortunio: ebbe un distacco di retina traumatico e perse la vista dell'occhio sinistro,<ref name="Totò uomo e artista" /><ref name="Non ci vedo" /><ref name="Fruci" >{{cita|Fruci, 2009|p. 14}}.</ref> cosa di cui erano al corrente soltanto i familiari stretti e l'amico [[Mario Castellani]].<ref name="Fruci" /> Nonostante l'incidente, trovò la forza di riaffacciarsi per un breve periodo al teatro d'avanspettacolo, la cui epoca, per lui gloriosa, giungeva purtroppo al termine.<ref name="Burattino al cinema" /> In quel frangente la sua vita coniugale entrò in crisi: si sentiva come soffocato dal matrimonio, anche a causa della sua opprimente gelosia nei confronti della giovane consorte (si dice che la tenesse perfino chiusa nel camerino mentre lui si esibiva<ref name="Diana Rogliani" >{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.org/diana_rogliani.htm|titolo= Diana Bandini Rogliani, moglie di Antonio De Curtis|accesso=17 ottobre 2013}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.laici.it/viewarticolo.asp?Id=740|autore=Maria Grazie d'Errico|titolo=Liliana de Curtis: "Ecco la storia di 'Malafemmena', la vera regina di Napoli"|accesso=17 ottobre 2013}}</ref>). Decise dunque di ritornare scapolo e si accordò con Diana per la separazione. Poiché ai tempi in Italia non c'era la possibilità di divorzio, i due dovettero chiedere lo scioglimento all'estero, in [[Ungheria]], per far sì che fosse poi annullato in Italia. Dopo l'annullamento, i due continuarono comunque a vivere insieme, trasferendosi in viale dei Parioli, insieme alla figlia e ai genitori di lui.<ref name="Burattino al cinema" />
[[File:GugliemoIngleseeTotò.jpg|thumb|Totò con [[Guglielmo Inglese]], che fu una delle sue "spalle" teatrali più presenti insieme a [[Eduardo Passarelli]] e [[Mario Castellani]]. I primi due parteciparono anche ad alcuni film con Totò, Castellani invece affiancò il comico in quasi tutta la sua carriera cinematografica.]]
Dopo ''Fermo con le mani'', del quale Totò non si ritenne molto soddisfatto,<ref name="Burattino al cinema" /> ci fu, nel 1939, un secondo tentativo cinematografico, che inizialmente riscontrò problemi per i costi di produzione: ''[[Animali pazzi]]'' di [[Carlo Ludovico Bragaglia]], dove Totò interpretò un doppio ruolo. Pure questo suo secondo film non fu del tutto riuscito, sebbene l'attore avesse sfruttato al massimo le sue potenzialità "marionettistiche".<ref name="Burattino al cinema" />
Alla fine del 1939 andò in tournée a [[Massaua]] e [[Addis Abeba]], nell'[[Africa Orientale Italiana]], accompagnato da Diana Rogliani, [[Eduardo Passarelli]] e la soubrette [[Clely Fiamma]], presentando lo spettacolo ''50 milioni… c'è da impazzire!'', scritto insieme a Guglielmo Inglese e già mostrato al pubblico italiano anni prima.<ref name="Burattino al cinema" /><ref name="Etiopia" >{{cita|Bispuri, 2000|p. 140}}.</ref> Una volta rientrato in patria interpretò la sua terza pellicola, ''[[San Giovanni decollato (film 1940)|San Giovanni decollato]]'', che fu sceneggiata, tra gli altri, da Cesare Zavattini, il produttore Liborio Capitani voleva affidare anche la regia. Zavattini però non se la sentì e il compito passò ad [[Amleto Palermi]].<ref>{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.com/ricordi/zavattini.htm|titolo=Cesare Zavattini e Totò|accesso=6 ottobre 2013}}</ref> Il film fu un successo di [[Critica cinematografica|critica]]: alcuni commenti sulla rivista ''[[Cinema (rivista)|Cinema]]'' e su ''[[L'Espresso]]'' elogiarono proprio la recitazione di Totò, la sua capacità espressiva, i suoi giochi di parole e i suoi movimenti snodati.<ref name="Primi film" >{{cita web|url=http://www.antoniodecurtis.com/prfilm.htm|titolo=Primi film|accesso=18 ottobre 2013}}</ref> Zavattini, che nutriva ammirazione artistica verso l'attore, scrisse per lui il soggetto ''[[Totò il buono]]'',<ref name="Totò enciclopedia cinema" /> che non divenne un film ma servì alla realizzazione del film ''[[Miracolo a Milano]]'' (1951) di [[Vittorio De Sica]], con il quale Zavattini instaurò uno dei sodalizi più celebri del neorealismo cinematografico italiano.<ref name="Quando meno te l'aspetti" /> Il quarto film di Totò fu ''[[L'allegro fantasma]]'', sempre di Amleto Palermi, dove gli vennero affidati tre ruoli differenti. Girato nell'autunno del 1940 e uscito a ottobre 1941, fu per il momento l'ultimo film che interpretò prima del suo ritorno a teatro.<ref name="Quando meno te l'aspetti" />
=== La rivista ===
[[File:Quandomenoteloaspetti.jpg|thumb|left|Totò a teatro con [[Anna Magnani]], nella parte finale della rivista ''Quando meno te l'aspetti'', presentata al pubblico nella stagione
Questi primi esperimenti cinematografici surreali non ottennero il successo di pubblico che Totò riscuoteva invece sul palcoscenico. Quando tornò a teatro, alla fine del 1940, l'[[avanspettacolo]] era già tramontato, sostituito dalla "[[teatro di rivista|rivista]]", un genere teatrale sorto a [[Parigi]] e dal carattere (almeno nel primo periodo) esclusivamente satirico – per quanto concesso dal [[fascismo|regime fascista]] –<ref name="Quando meno te l'aspetti" >{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.org/quando_meno_te_laspetti.htm|titolo=Totò biografia - Quando meno te l'aspetti|accesso=6 ottobre 2013}}</ref> presentato sotto forma di azioni sceniche ricche di allusioni e di accenni piccanti.<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/rivista_(Enciclopedia_Italiana)/|titolo=Rivista in “Enciclopedia Italiana - II appendicite” - Treccani|accesso=6 ottobre 2013}}</ref> In quel periodo l'Italia era da poco entrata in guerra e la ferrea censura del fascismo era attentissima a qualsiasi battuta ambigua o accenno negativo sul [[governo Mussolini]].<ref name="Quando meno te l'aspetti" />
Totò esordì al Teatro Quattro Fontane di Roma insieme a Mario Castellani (da quel momento la sua "spalla" ideale) e [[Anna Magnani]] (come primadonna), con i quali instaurò un solido rapporto artistico e umano.<ref name="Castellani e Totò" /> La rivista era ''Quando meno te l'aspetti'' di [[Michele Galdieri]],<ref name="Quando meno te l'aspetti" /><ref>{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.org/anna_magnani.htm|titolo=Totò visto da Anna Magnani|accesso=6 ottobre 2013}}</ref> uno tra i grandi scrittori di riviste teatrali degli anni quaranta. Totò strinse con Galdieri un sodalizio durato nove anni, con spettacoli scritti anche dall'attore stesso e messi in scena dagli impresari [[Elio Gigante]] e [[Remigio Paone]]; tra le riviste più note: ''Quando meno te l'aspetti'', ''Volumineide'', ''Orlando Curioso'', ''[[Che ti sei messo in testa?]]'' e ''Con un palmo di naso''.
Nel maggio 1944, la rivista ''Che ti sei messo in testa?'' (che avrebbe dovuto chiamarsi ''Che si son messi in testa?'', un chiaro accenno agli occupanti tedeschi)<ref name="L'ironia vi seppellirà" /> creò problemi al comico napoletano, che dopo le prime rappresentazioni al [[Teatro Valle]] di Roma,<ref>Anile 1997, pp.151-153</ref><ref name="Spettacoli sotto le bombe" >{{cita|Bispuri, 2000|pp. 171-175}}.</ref> venne dapprima intimorito con una bomba all'entrata dal teatro,<ref name="Silori" >{{cita web|url=http://www.antoniodecurtis.org/fernando_silori_toto.htm|titolo=Luigi Silori intervista Totò|accesso=18 ottobre 2013}}</ref><ref>{{cita|Bispuri, 2000|p. 170}}.</ref> poi denunciato dalla polizia, insieme ai fratelli De Filippo, con un telegramma dal Comando Tedesco indirizzato al teatro Principe, che Totò non lesse mai; venne avvertito però da una telefonata anonima.<ref name="Spettacoli sotto le bombe" /> Per evitare l'arresto, Totò, dopo aver allertato i fratelli De Filippo, si rifugiò con la ex moglie Diana e la figlia a casa di un amico in via del Gelsomino nei pressi della via Aurelia, all'estrema periferia ovest di Roma, mentre i De Filippo si nascosero in via Giosuè Borsi.<ref name="Spettacoli sotto le bombe"/> Passati alcuni giorni, Totò dovette comunque lasciare l'abitazione poiché molti suoi ammiratori lo avevano riconosciuto e quindi il nascondiglio non era più sicuro.<ref name="Silori" /><ref name="Cinema d'oggi" >{{cita web|url=http://www.antoniodecurtis.com/cinemaoggi.htm|titolo=Cinema d'oggi 1963|accesso=18 ottobre 2013}}</ref> Tornò presso la sua abitazione, dove erano rimasti i genitori e si segregò in casa fino al 4 giugno,<ref name="Spettacoli sotto le bombe" /> giorno della [[liberazione di Roma|liberazione della capitale]] (secondo varie testimonianze avrebbe anche notevolmente contribuito ai finanziamenti della Resistenza romana<ref name="Totò enciclopedia cinema" />).
[[File:Totò e Anna Magnani.jpg|thumb|La [[Anna Magnani|Magnani]] fu probabilmente l'unica interprete femminile in grado di misurarsi con la recitazione di Totò.<ref name="Totò un altro pianeta" />]]
Il 26 giugno riprese a recitare: tornò al Teatro Valle con la Magnani nella nuova rivista ''Con un palmo di naso'', in cui diede libero sfogo alla sua satira impersonando il [[Benito Mussolini|Duce]] (sotto i panni di [[Pinocchio]]) e [[Adolf Hitler|Hitler]],<ref name="Totò enciclopedia cinema" /><ref name="Spettacoli sotto le bombe" /><ref>{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.com/riviste.htm|titolo=Le riviste|accesso=18 ottobre 2013}}</ref><ref name="Politica con palmo di naso" >{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.org/la_politica_con_un_palmo_di_naso.htm|titolo=Totò biografia - La politica con un palmo di naso|accesso=6 ottobre 2013}}</ref> che dissacrò ulteriormente dopo l'[[Attentato a Hitler del 20 luglio 1944|attentato del 20 luglio 1944]], rappresentandolo in un atteggiamento ridicolo, con un braccio ingessato e i baffetti che gli facevano il solletico, e mandando in estasi l'intera platea.<ref name="Spettacoli sotto le bombe" />
[[File:Totò-Magnani-Castellani.jpg|thumb|left|Totò mentre interpreta [[Pinocchio]] con [[Anna Magnani]] e [[Mario Castellani]], nella rivista ''Volumineide'' (1941-1942)]]
{{citazione|Io odio i capi, odio le dittature... Durante la guerra rischiai guai seri perché in teatro feci una feroce parodia di Hitler. Non me ne sono mai pentito perché il ridicolo era l'unico mezzo a mia disposizione per contestare quel mostro. Grazie a me, per una sera almeno, la gente rise di lui. Gli feci un gran dispetto, perché il potere odia le risate, se ne sente sminuito.|Totò<ref name="Totò Uomini O Caporali" >{{cita|Amorosi-Ferraù, 1996|pp. 117-127}}.</ref>}}
Nel 1945, dopo alcune esibizioni nella capitale, a [[Siena]] e a [[Firenze]], portando in scena la rivista ''Imputati, alziamoci!'' (in cui faceva la caricatura di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]]),<ref name="Spettacoli sotto le bombe" /> Totò fu avvicinato al termine dello spettacolo da un [[partigiano]] che, indispettito da una sua battuta di risposta che accomunava ironicamente fascisti e partigiani, lo colpì al viso con un pugno. Totò, corso immediatamente al commissariato per denunciare il fatto, decise poi di lasciar correre senza sporgere querela.<ref name="Castellani e Totò" /><ref name="Spettacoli sotto le bombe" />
In quel periodo si interruppe il suo sodalizio artistico con Anna Magnani quando l'attrice si rivelò al grande pubblico internazionale interpretando il ruolo della popolana Pina nel film ''[[Roma città aperta]]'', diretto dal suo compagno [[Roberto Rossellini]]. Totò invece proseguì per la sua strada continuando con il cinema e con il teatro.
=== La Totò-mania ===
Dopo la morte del padre Giuseppe De Curtis (avvenuta nel settembre 1944),<ref name="Anna Clemente" >{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.org/anna_clemente.htm|titolo=Anna Clemente, madre di Antonio De Curtis in arte Totò|accesso=8 ottobre 2013}}</ref> tra il 1945 e gli anni successivi Totò alternò teatro e cinema, dedicandosi anche alla creazione di canzoni e poesie, ma anche a buone letture, prediligendo in particolar modo [[Luigi Pirandello]].<ref>{{cita|Amorosi-Ferraù, 1996|p. 36}} (galleria fotografica - Totò in palcoscenico, sul set e dietro le quinte).</ref>
Interpretò la sua sesta pellicola, ''[[Il ratto delle Sabine (film 1945)|Il ratto delle Sabine]]'', con regista [[Mario Bonnard]]; il film venne accolto da alcune critiche avverse, come quella di [[Vincenzo Talarico]], che stroncò l'attore "augurandosi che rientrasse al più presto nei ranghi del teatro di rivista."<ref name="Spettacoli sotto le bombe" /> Poi ci fu ''[[I due orfanelli]]'',<ref name="Divo dei poveri">{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.org/il_divo_dei_poveri.htm|titolo=Totò biografia - Il divo dei poveri|accesso=6 ottobre 2013}}</ref> scritto da [[Steno]] e [[Agenore Incrocci]] e diretto da [[Mario Mattoli]], con il quale Totò interpretò altri tre film tra il 1947 e il 1949: ''[[Fifa e arena]]'', ''[[Totò al Giro d'Italia]]'' (il primo film in cui compariva il suo nome nel titolo) e ''[[I pompieri di Viggiù]]'', tutti di buon successo e incasso.<ref name="Divo dei poveri" />
Era il tempo della rivista ''[[C'era una volta il mondo]]'' di Galdieri, composta da sketch rimasti famosi, come quello del ''Vagone letto'',<ref group="N">Mario Castellani, riguardo allo sketch del ''Vagone letto'':
{{citazione|Uno dei suoi sketch più famosi è quello del vagone-letto, che ha fatto sbellicare dalle risate le platee di tutta Italia. Ebbene, nella rivista di Galdieri in cui era inserito, era accennata soltanto la situazione: due uomini nella cabina e una donna che chiede ospitalità per la notte. La prima volta che lo facemmo, questo sketch durava una decina di minuti; le ultime volte siamo arrivati a tenerlo in piedi quasi un'ora, con il pubblico che ci seguiva con il fiato sospeso. In seguito al rinnovato interesse per la figura e per l'arte di Totò, spesso mi capita di sentirmi chiedere il testo di questo e di altri sketch diventati ormai leggendari. Ma i testi non ci sono. Non ci sono mai stati.}}</ref> con Totò al fianco di [[Isa Barzizza]], la soubrette che debuttò nel film ''I due orfanelli'' e che proprio lui volle nella rivista,<ref name="Politica con palmo di naso" /> e Mario Castellani, la fedele "spalla" teatrale che lo accompagnò anche nel cinema, prendendo parte a quasi tutte le sue pellicole proprio per volere di Totò che, quando non c'erano ruoli disponibili, lo imponeva come aiuto-regista.<ref name="Trionfo e solitudine due" />
La rivista ''C'era una volta il mondo'' ebbe tanto successo che venne presentata anche a [[Zurigo]],<ref name="Trionfo e solitudine due" >{{cita|Bispuri, 2000|pp. 183-184}}.</ref> recitata in italiano ma acclamata ugualmente dal pubblico svizzero per la genialità comica degli sketch.<ref name="Trionfo e solitudine due" /> Spesso gli spettacoli di rivista di Totò si concludevano con la classica "passerella", con il comico che correva tra il pubblico con una piuma sulla bombetta al ritmo della fanfara dei [[Bersaglieri]] (scenetta riproposta nel film ''I pompieri di Viggiù'').<ref>{{cita|Meldolesi, 1987|p. 36}}.</ref><ref name="Trionfo e solitudine" >{{cita|Bispuri, 2000|pp. 177-178}}.</ref> Nell'ottobre 1947, durante le repliche della rivista, la madre di Totò morì.<ref name="Anna Clemente" /> Malgrado il grande dolore per la perdita di entrambi i genitori, l'attore tenne separato il lavoro dalla vita privata, continuando a essere il comico Totò nello spettacolo e il malinconico Antonio De Curtis al di fuori.
[[File:
Aprì anche una piccola parentesi come doppiatore, prestando la voce al cammello Gobbone nel film ''[[La vergine di Tripoli]]''.<ref name="Cammello" >{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.com/tripoli.html|titolo= Totò doppiatore ne La vergine di Tripoli|accesso=11 ottobre 2013}}</ref> Prima di riaffacciarsi al cinema, partì per alcune tournée a [[Barcellona]], [[Madrid]] e altre città spagnole, dove recitò in spagnolo (senza completa padronanza della lingua) con Mario Castellani nella rivista ''Entre dos luces'' (''Tra due luci''), improvvisando una canzone ''nonsense'' a metà tra spagnolo e napoletano.<ref name="Trionfo e solitudine" /> Tornato in Italia, ebbe anche una piccola esperienza nel campo pubblicitario, facendosi fotografare a pagamento sulla rivista ''[[Sette (rivista)|Sette]]'' che promuoveva i profumi Arbell.<ref name="Trionfo e solitudine" />
[[File:47mortocheparla.JPG|thumb|left|Totò con [[Carlo Croccolo]] nel film ''[[47 morto che parla]]'' (1950)]]
Dopo il suo ingresso nel mondo del cinema, gli furono proposti moltissimi film, molti dei quali non venivano nemmeno realizzati, spesso per problemi di produzione o per sua rinuncia.<ref name="Film non realizzati" >{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.com/nonfilm.htm|titolo=Il cinema di Totò - I film non realizzati|accesso=16 ottobre 2013}}</ref> Alcuni venivano girati contemporaneamente, in tempi ristrettissimi (la maggior parte in due o tre settimane<ref name="Divo dei poveri" />) e su set spesso improvvisati, tanto che a volte era proprio la troupe che raggiungeva Totò nelle città in cui stava recitando a teatro.<ref>{{cita|Bispuri, 1997|p. 20}}.</ref> L'attore, complice la pigrizia, era sempre molto precipitoso quando gli venivano proposti dei progetti, ed essendo profondamente istintivo spesso non voleva conoscere nulla della pellicola che andava a interpretare, affidandosi quindi alle sue qualità creative.<ref name="Quando meno te l'aspetti" /><ref name="Principe e comico" >{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.org/il_principe_e_il_comico.htm|titolo=Totò biografia - Il principe e il comico|accesso=8 ottobre 2013}}</ref>
{{citazione|Una volta... dovendo girare una scena del film, Totò si avvicinò e mi disse: "ho letto il copione di questa scena, è una vera schifezza. Fai tutto quello che ti dico di fare e segui le mie battute, improvvisiamo..." Così facemmo e ne venne fuori una delle migliori scene del film.}} ... e a proposito di ''[[Totò diabolicus]]'':
{{citazione|Quella piccola scenetta che ho fatto in ''Totò diabolicus'', io stavo a casa mi mandarono a chiamare "Vieni, vieni che ti vuole Totò". Io vado alla Titanus e c'era già la scena che era pronta e mi dice "Mettiti il camice" e io "Ma che devo dire?" "Non ti preoccupare, rispondi a quello che dico io" mi dice Totò. E quella scena sul tavolo operatorio, che non abbiamo provato, venne talmente bene che il regista ad un certo punto diede lo stop, perché l'operatore talmente rideva che faceva muovere la telecamera e non era più possibile continuare.}}
</ref><ref group=N>[[Carlo Delle Piane]], raccontando di Totò e [[Aldo Fabrizi]] sul set di ''[[Guardie e ladri]]'':
{{citazione|Erano attori eccezionali, con loro non c'era la sicurezza del copione tutto previsto, bisognava stargli dietro, perché le gag non venivano mai uguali, da una ripresa all'altra. Questo, per la mia età, mi divertiva e mi preoccupava. Si provava quello che era scritto, si girava ed era diverso, si ripeteva ed era ancora diverso. Finiva che non capivo niente. Ero dentro, e dovevo istintivamente comportarmi a seconda del momento, non era mai una cosa meccanica.}}</ref><ref group=N>[[Angela Luce]], riguardo alla scenetta in ''[[Signori si nasce]]'' in cui Totò le bacia i seni:
{{citazione|Quel bacio proprio non era previsto dal copione, Totò andò oltre e mi fece sentire le sue labbra sulla scollatura. Stavamo girando ''Signori si nasce'', si avvertì ad un certo punto un brusio insistente. Tutti sapevano che il bacio non era previsto. Qualcuno chiese di far ripetere la scena, ma il regista [[Mario Mattòli]] fu irremovibile.}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.iconfronti.it/angela-i-conti-aperti-con-la-luce-e-napule/|titolo=Angela, i conti aperti con la Luce ‘e Napule|accesso=23 luglio 2015}}</ref> Vari registi e attori hanno dichiarato di essersi ritrovati durante le scene a fronteggiare battute, gesti o movimenti non concordati: «Era imprevedibile […] recitava a braccio», testimoniò Nino Taranto;<ref name="Totò un altro pianeta" /> «Certe sue folli improvvisazioni durante la recitazione erano geniali e insostituibili» espresse Vittorio De Sica.<ref name="De Sica e Totò" >{{cita web|titolo=Vittorio De Sica e Totò|url=http://www.antoniodecurtis.com/ricordi/vittorio_de_sica.htm|accesso=6 gennaio 2015}}</ref> Secondo altri commenti, come quelli di [[Carlo Croccolo]], [[Giacomo Furia]] e [[Steno]], Totò non elaborava sul momento le gag, ma si rinchiudeva nel suo camerino a provare e riprovare le battute prima dello spettacolo o delle riprese, rileggendo il copione e modificando i passaggi che non lo convincevano, insieme al fidato Mario Castellani e agli attori coinvolti.<ref name="Improvvisazione" >{{cita|Bispuri, 2000|p. 162}}.</ref>
{{citazione|Ma mi faccia il piacere!|Uno dei modi di dire di Totò}}
Le differenze tra teatro e cinema crearono inizialmente non pochi disordini per l'attore, che – essendosi formato con lo stile teatrale e quindi con un'unica esecuzione dal vivo
Nella stagione
[[File:Guardie e ladri Film Totò Fabrizi.jpg|thumb|left|Con [[Aldo Fabrizi]] in ''[[Guardie e ladri]]'' (
[[File:Totosceicco argano.jpg|thumb|In ''[[Totò sceicco]]'' (1950), nella scena dell'argano che risolleva la marchesa. Totò la ricavò da un episodio reale: una caduta di sua madre lungo una rampa di scale e il suo non riuscire a rialzarsi da sola. Assoldati alcuni volontari per rimetterla in piedi si accorse dell'ilarità della situazione, specie quando pronunciò la frase «issate la marchesa!»<ref>{{cita|De Curtis-Amorosi, 1992|p. 79}}.</ref>]]
Nel 1950 Totò rinunciò alla proposta di avere un ruolo, insieme
Tra il 1949 e il 1950, oltre a ''Napoli milionaria'', interpretò ben altri nove film, tra i quali alcune parodie: ''[[Totò le Mokò]]'', ''[[Totò cerca moglie]]'', ''[[Figaro qua, Figaro là]]'', ''[[Le sei mogli di Barbablù]]'', ''[[47 morto che parla]]'', tutti diretti da [[Carlo Ludovico Bragaglia]], poi ''[[L'imperatore di Capri]]'' di [[Luigi Comencini]], ''[[Tototarzan]]'' e ''[[Totò sceicco]]'' (dove s'invaghì dell'attrice [[Tamara Lees]]<ref name="Trionfo e solitudine tre" >{{cita|Bispuri, 2000|pp. 192-193}}.</ref>) di [[Mario Mattoli]], ''[[Yvonne la
La morte dei genitori di Totò fu l'avvio di uno squilibrio familiare: nel
Nonostante le oscurità e le delusioni, il 1951 fu un anno importante per la carriera cinematografica dell'attore. Dopo il successo di ''Totò cerca casa'', venne richiamato da [[Steno]] e [[Mario Monicelli]] per interpretare il ruolo del ladro Ferdinando Esposito in ''[[Guardie e ladri]]'', al fianco di
{{Doppia immagine verticale|right|Totòacolori.jpg|Totò Pinocchio.png|220|Totò impersona [[Pinocchio]] nel film ''[[Totò a colori]]'' (
Sebbene siano rimasti insieme fino alla morte dell'artista, la loro relazione, che non arrivò mai al matrimonio, fu più volte sull'orlo di essere troncata,<ref name="Totò cento" /> a causa delle loro divergenze caratteriali e della differenza di età, di trentatré anni.<ref name="Nastro d'argento" /> Inoltre la situazione di convivenza senza un legame matrimoniale all'epoca creò scandalo, tanto che pochi anni più avanti i due, stanchi di essere tormentati dai paparazzi e dai giornalisti (che li definivano "pubblici concubini"<ref name="Totò cento" />), furono costretti a fingere di essersi uniti in matrimonio all'estero, un espediente che comunque non funzionò sino in fondo.<ref name="Totò cento" /><ref name="Bontà loro">{{Cita news|autore=[[Maurizio Costanzo]]|titolo=Intervista a Franca Faldini e [[Vittorio Gassman]]{{ln}}''Bontà loro'', studio 11 di Roma|data=14 novembre 1977}}</ref>
[[File:TotòeFrancaFaldini.jpg|left|thumb|Totò Insieme a [[Franca Faldini]]]]
[[Franca Faldini]] comparve anche nel cast di alcuni film dell'attore. Il primo a cui partecipò fu ''[[Dov'è la libertà...?]]'',<ref name="Totò cento" /><ref name="Franca Faldini racconta Totò" /> di [[Roberto Rossellini]], che aveva apprezzato Totò in ''Guardie e ladri'' e lo scritturò per il suo film.<ref>{{cita|Bispuri, 2000|pp. 199-200}}.</ref><ref name="Guardie e ladri, Archivio film Rosebud, Comune di Reggio Emilia" >{{Cita web|url=http://www.municipio.re.it/cinema/catfilm.nsf/PES_PerTitoloRB/D0D2E714C8B9C9F2C12575B1003BF728?opendocument|titolo=Guardie e ladri|editore=Archivio film Rosebud - Comune di Reggio Emilia|accesso=21 aprile 2013|dataarchivio=20 ottobre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131020233458/http://www.municipio.re.it/cinema/catfilm.nsf/PES_PerTitoloRB/D0D2E714C8B9C9F2C12575B1003BF728?opendocument|urlmorto=sì}}</ref> La lavorazione non ebbe il percorso previsto. Venne girato nel 1952 e uscì nelle sale due anni dopo, per il fatto che nel corso delle riprese Rossellini si disinteressò della pellicola e si allontanò spesso dal set. Molte sequenze furono quindi girate dal regista [[Lucio Fulci]] e, pare, anche da [[Mario Monicelli]] e [[Federico Fellini]].<ref>{{cita web|url=http://www.antoniodecurtis.com/liberta.htm|titolo=Dov'è la libertà (1952)|accesso=9 ottobre 2013}}</ref>
Sempre insieme alla Faldini interpretò ''[[Totò e le donne]]'', nuovamente diretto da Steno e Monicelli, dove recitò per la prima volta con Peppino De Filippo, con il quale formò in seguito una delle coppie più popolari del cinema italiano. Dopo che Steno e Monicelli si divisero, entrambi realizzarono, ciascuno per proprio conto, altri film con Totò. Il primo sfruttò la sua comicità surreale, il secondo proseguì sull'umanizzazione del personaggio (cominciata proprio con ''Guardie e ladri'').<ref name="Nastro d'argento" /> Il primo grande risultato raggiunto da Steno fu ''[[Totò a colori]]'' – gran successo e incassi altissimi –<ref name="Incassi" >{{cita web|url=http://totowebsite.altervista.org/rarita/curiosita.htm|titolo=Incassi e spettatori dei film di Totò|accesso=3 ottobre 2013}}</ref><ref name="Incassidue" /> uno dei primi film italiani a colori, girato con il sistema "Ferraniacolor", in cui vennero riproposti alcuni dei suoi sketch teatrali, come quello di ''Pinocchio'' o del ''Vagone letto'' con Castellani e Isa Barzizza.<ref name="Nastro d'argento" /> Durante le riprese del film Totò iniziò ad accusare diversi fastidi,<ref name="Totò enciclopedia cinema" /> a causa delle potenti luci usate sul set, che causarono problemi alla sua vista già precaria e addirittura una lieve infiammazione ai capelli,<ref name="Totò cieco" /> finendo per svenire a causa dei forti dolori accusati all'occhio destro,<ref name="Totò cieco" /> il solo da cui vedeva dopo l'incidente del 1938.
Continuò comunque a lavorare. Nel 1953, in seguito ad alcune illustrazioni di ''Totò il buono'' disegnate dallo sceneggiatore [[Ruggero Maccari]] su ''[[Tempo illustrato]]'', furono (con l'ovvio consenso dell'attore<ref name="Fumetti" >{{cita web|url=http://www.antoniodecurtis.com/fumetti.htm|titolo=Totò a fumetti. Gli albi disegnati da Castellari nel 1953|accesso=15 ottobre 2013}}</ref>) stampati e distribuiti degli albi a fumetti di Totò, rappresentato naturalmente in forma [[caricatura]]le,<ref>{{cita|Bispuri, 2000|p. 191}}.</ref> raccolti in una collana chiamata semplicemente ''Totò a fumetti'' che illustrava storie liberamente ispirate ad alcune sue esibizioni teatrali.<ref name="Totò un altro pianeta" /> La collana venne pubblicata dalle Edizioni Diana di Roma.<ref name="Fumetti" /> Nel corso degli anni saranno comunque numerose le versioni a fumetti e gli omaggi disegnati dedicati al "principe della risata".<ref>{{cita libro|autore=Riccardo Renda|titolo=Storia dei cinefumetti italiani|editore=Algra|anno=2023|isbn=978-88-98760-39-8|pagine=264-267}}</ref>
Nel 1954, un suo brano musicale, ''[[Con te (Totò)|Con te]]'', dedicato a Franca Faldini,<ref name="Film muto" >{{cita|Bispuri, 2000|pp. 211-212}}.</ref> fu presentato al [[Festival di Sanremo 1954|Festival di Sanremo]], classificandosi al 9º posto nella graduatoria finale. La canzone venne interpretata da [[Achille Togliani]], [[Natalino Otto]] e [[Flo Sandon's]].<ref>{{cita web|titolo=Le canzoni di Totò: Con te. Presentata da Totò come autore al IV Festival di Sanremo|url=http://www.antoniodecurtis.com/canzon12.htm|accesso=12 ottobre 2013}}</ref> Nello stesso anno, i giornali annunciarono che Totò avrebbe interpretato un [[film muto]] scritto da [[Age & Scarpelli]], ma il progetto fu presto annullato per il rifiuto dei produttori.<ref name="Film muto" /><ref name="Film muto"/> Girare un film del genere sarebbe stata una grande soddisfazione per il comico, che affermava: «Il mio sogno è girare un film muto, perché il vero attore, come il vero innamorato, per esprimersi non ha bisogno di parole».<ref>{{cita|Amorosi-Ferraù, 1996|p. 119}}.</ref> E fu proprio durante una vacanza sulla [[Costa Azzurra]], in un periodo imprecisato degli anni cinquanta, che ebbe l'occasione di conoscere il maestro del muto [[Charlie Chaplin]], quando il suo [[Panfilo|yacht]] si ritrovò per caso accanto all'imbarcazione dell'artista inglese. Ma Totò, da sempre bloccato dall'insicurezza e da complessi d'inferiorità, e pensando poi che l'altro non lo avrebbe riconosciuto per la sua scarsa notorietà all'estero, rinunciò a salutarlo.<ref name="Totò uomo e artista" /><ref name="Totò 3 università popolare" >{{Cita web|url=http://www.unigalatina.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1788:su-toto-3-la-sublimazione-poetica-del-qualunquismo&catid=73:cultura-moderna&Itemid=111|titolo=Su Totò 3. La sublimazione poetica del qualunquismo|accesso=31 ottobre 2014}}</ref>
{{Approfondimento
|larghezza =
|titolo = La beneficenza
|contenuto = {{Citazione|Chi è avaro di soldi è avaro pure di sentimenti|Totò a [[
Totò, di spirito caritatevole,<ref name="De Sica e Totò" /><ref group=N>[[Vittorio De Sica]]: {{citazione|Era veramente un gran signore, generoso, anzi, generosissimo. Arrivava al punto di uscire di casa con un bel po' di soldi in tasca per darli a chi ne aveva bisogno e comunque, a chi glieli chiedeva.}}</ref> per tutta la sua vita compì molteplici gesti d'altruismo, che includevano sostegno e offerte di viveri ai più bisognosi.<ref name="Diana De Curtis" /><ref name="Etiopia" /><ref name="Totò altruismo" >{{cita|Bispuri, 2000|p. 159}}.</ref> Secondo le numerose testimonianze dei familiari e dei colleghi, Totò elargiva costantemente doni e banconote,<ref group=N>Sandro D'Eva, direttore della fotografia, ricorda che durante la lavorazione di ''[[Che fine ha fatto Totò Baby?]]'' un giorno uno degli elettricisti ritardò per problemi con la moto. Il mattino dopo Totò gli fece trovare una moto nuova.</ref> dava corpose mance ai lavoratori e si prendeva carico di tutte le richieste d'aiuto che arrivavano al suo indirizzo; si parla anche che alle volte tornasse di notte nel suo quartiere natale (il Rione Sanità) e infilasse sotto le porte dei "[[Basso (Napoli)|bassi]]"
Per [[Mario Castellani]], tuttavia, quella del generoso era una delle tante parti che Totò riservava alla sua immagine.<ref name="Castellani e Totò" /><ref group=N>Mario Castellani:
{{citazione|Nella vita come nell'arte, Totò era un signore, un vero principe. Ma recitava una parte anche quando faceva il generoso. Le sue mance da nababbo al ristorante sono rimaste famose, così come a Cinecittà tutti ricordano ancora i biglietti da mille che distribuiva con noncuranza ai macchinisti, al custode che gli apriva il cancello quando andava sul set per interpretare uno dei suoi cento e passa film. Questo scialo principesco apparteneva però sempre ed esclusivamente al personaggio pubblico. In privato, era un altro paio di maniche. In privato, ho visto Totò chiedere il prezzo del cinema prima di dare alla moglie i soldi per andare a vedere una pellicola.}}</ref> [[File:TotòFrancaFaldiniCanile.jpg|thumb|left|Con [[Franca Faldini]] all'''Ospizio dei trovatelli'', il canile che Totò acquistò per ospitare cani randagi. «I cani sono meglio di certi uomini», affermò in un'intervista]]
Con l’avanzare dell’età Totò si dedicò sempre più spesso a numerose opere di [[beneficenza]]: la vita privata dell’attore, soprattutto negli ultimi anni, si limitava a sporadiche apparizioni in pubblico ma anche a un’intensa attività di benefattore,<ref name="Totò enciclopedia cinema" /> aiutando [[casa di riposo|ospizi]] e [[brefotrofio|brefotrofi]], donando grandi somme alle associazioni che si occupavano degli ex carcerati e delle famiglie degli stessi. Avendo poi una particolare predilezione per i bambini,<ref>{{cita|Amorosi-Ferraù, 1996|p. 124}}.</ref> dopo la morte del figlio Massenzio Totò andava spesso a trovare, insieme a [[Franca Faldini]], gli orfani dell'asilo Nido Federico Traverso, di [[Volta Mantovana]], portando con sé regali e giocattoli.<ref name="Totò altruismo" /> Un altro episodio dell'altruismo di Totò riguarda l'imitatore [[Alighiero Noschese]], che ne riprodusse la voce per una pubblicità senza previa autorizzazione e la cosa finì in tribunale. Totò pretese ed ottenne un risarcimento di un milione di lire, e quando Noschese gli firmò il relativo assegno il ''principe'' prese il proprio libretto e ne compilò uno per dieci milioni, e mettendogli in mano entrambi i titoli gli disse di mandarli agli orfani dell'Istituto dei Piccoli Amici di Sant'Antonio di Napoli.<ref>{{cita|De Curtis-Amorosi, 1992|pp. 118-119}}.</ref> Oltre a ciò, in merito al suo amore per gli animali (in casa aveva dei cani e un pappagallo), per accogliere cani randagi acquistò e modernizzò un vecchio canile, ''L'ospizio dei trovatelli'',<ref>{{cita|Bispuri, 2000|p. 238}}.</ref> che lui stesso visitava regolarmente per accertarsi che i numerosi ospiti a quattro zampe (si parla di più di 200 cani<ref name="Fallaci" />) avessero le cure necessarie.<ref>{{cita web|url=http://www.antoniodecurtis.com/controfagotto.htm|titolo=Controfagotto 1961|editore=antoniodecurtis.org|accesso=18 ottobre 2013}}</ref><ref name="Canile" /> Le spese totali per l'assistenza e il mantenimento del canile arrivarono a costargli circa cinquanta milioni.<ref name="Canile" >{{Cita news|autore=Arnaldo Geraldini|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,0114_01_1967_0096_0003_4885250/|titolo=I cani randagi di Totò|pubblicazione=[[La Stampa]]|p=3|data=23 aprile 1967|accesso=12 ottobre 2013}}</ref>
}}
Tra il 1953 e il 1955 interpretò diciassette film. Lavorò nuovamente con Steno in ''[[L'uomo, la bestia e la virtù (film)|L’uomo, la bestia e la virtù]]'' (dall'[[L'uomo, la bestia e la virtù|omonima commedia]] di [[Luigi Pirandello]]), dove nel cast era presente anche [[Orson Welles]], poi con Mattòli ne ''[[Il più comico spettacolo del mondo]]'' (uno dei primi film italiani [[Lista di film in 3D|tridimensionali]]), quindi nella ''trilogia [[Eduardo Scarpetta|scarpettiana]]'': ''[[Un turco napoletano]]'' (ritenuto scabroso per il tema dell'[[eunuco]]<ref name="Totò un altro pianeta" />), ''[[Miseria e nobiltà (film 1954)|Miseria e nobiltà]]'' e ''[[Il medico dei pazzi]]''.<ref>{{cita|Bispuri, 2000|pp. 182-188}}.</ref>
Fu anche chiamato dall'amico Aldo Fabrizi, che lo volle per il film ''[[Una di quelle]]'', al fianco di Peppino De Filippo, [[Lea Padovani]] e lo stesso Fabrizi; la pellicola (ridistribuita successivamente con il titolo di ''Totò, Peppino e… una di quelle''), dal tono drammatico e sentimentale, non ottenne il successo sperato.<ref>{{cita web|url=http://www.antoniodecurtis.com/quelle.htm|titolo=Una di quelle (1953)|accesso=9 ottobre 2013}}</ref>
Si incontrò nuovamente anche con Monicelli, con il quale girò ''[[Totò e Carolina]]'', uscito nelle sale dopo un anno e mezzo dal termine della lavorazione perché pesantemente alterato dai tagli della censura,<ref name="Nastro d'argento" /> infastidita dai palesi riferimenti comunisti e dal fatto che Totò interpretasse un poliziotto in un atteggiamento che tendeva a ridicolizzare la divisa.<ref>{{cita|Monicelli, 1986|p. 41}}.</ref> Il film fu sottoposto a 81 tagli con una lunga serie di modifiche alle battute, tramite un nuovo [[doppiaggio]] che cambiò quelle non ammesse.<ref>[https://cinecensura.com/politica/toto-e-carolina/ Totò e Carolina - Cine Censura] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20211128144255/https://cinecensura.com/politica/toto-e-carolina/|data=28 novembre 2021}}
*[https://cinecensura.com/wp-content/uploads/1954/05/Tot%C3%B2-e-Carolina-1%5E-Edizione.pdf Totò e Carolina – 1ª Edizione]
*[https://cinecensura.com/wp-content/uploads/1954/05/Tot%C3%B2-e-Carolina-2%5E-Edizione.pdf Totò e Carolina – 2ª Edizione]
*[https://cinecensura.com/wp-content/uploads/1954/05/Tot%C3%B2-e-Carolina-Materiale-dellArchivio-Centrale-dello-Stato.pdf Totò e Carolina – Materiale dell'Archivio Centrale dello Stato]
*[https://cinecensura.com/wp-content/uploads/1954/05/Tot%C3%B2-e-Carolina-Presentazione-della-1%5E-Edizione.pdf Totò e Carolina – Presentazione della 1ª Edizione]</ref>
Fondò poi la società di produzione D.D.L., con sede legale al suo domicilio, collegata a [[Dino De Laurentiis]] e all'amministratore di Totò, Renato Libassi.<ref>{{cita|Bispuri, 2000|p. 218}}.</ref> Ebbe l'opportunità di lavorare con [[Alessandro Blasetti]] e anche [[Camillo Mastrocinque]], con il quale girò molte pellicole di successo.
[[File:Totò A prescindere.jpg|thumb|left|Totò vestito da [[Napoleone]] nello spettacolo ''[[A prescindere]]'' (
=== La malattia agli occhi e il rientro ===
Superato il dolore della perdita del figlio, al quale
Nel mese di febbraio del
Totò in un primo tempo fu completamente cieco
{{Approfondimento
|larghezza = 310px
|titolo = Totò e la politica
|allineamento = sinistra
|contenuto = [[File:Totòvotazione.jpg|220px|center]]
Sebbene non si conosca con certezza il pensiero politico di Totò,<ref name="Franca Faldini racconta Totò" /> si sa da fonti accertate che era fermamente contrario a qualsiasi forma di [[dittatura]] e supremazia (anche per le sue esperienze personali e per i suoi sbeffeggiamenti del potere),<ref name="Totò Uomini O Caporali" /> e sembra che, a detta di Franca Faldini, fosse di idee fondamentalmente [[anarchiche]].<ref name="Franca Faldini racconta Totò" >{{cita web|url=http://www.antoniodecurtis.org/franca_faldini.htm|titolo=Franca Faldini racconta Totò|editore=antoniodecurtis.com|accesso=22 ottobre 2013}}</ref>
[[File:Toto cimice pnf.jpg|thumb|left|upright|La controversa fotografia ritraente Totò con la "cimice" sul risvolto della giacca]]
}}
Pur non coltivando
Dopo il forzato distacco dalla televisione, riprese a lavorare nel cinema. Sempre nel
Nel
{{doppia immagine verticale|right|I soliti ignoti.jpg|Totò e Monicelli.jpg|215|Con [[Vittorio Gassman]], [[Mario Monicelli]] e [[Renato Salvatori]] sul set de ''[[I soliti ignoti]]'' (1958). Totò indossa gli occhiali scuri necessari per preservare gli occhi dalla luce eccessiva|Con [[Mario Monicelli]]}}
Proprio all'apice del successo, l'agenzia artistica statunitense Ronald A. Wilford Associates di [[New York]] (agenzia di quel Ronald Wilford che avrebbe poi fondato e diretto la Columbia Artists Management International, considerata una delle agenzie più potenti del mondo) desiderava scritturarlo per uno spettacolo da rappresentare in America, insieme a [[Maurice Chevalier]], [[Marcel Marceau]] e Fernandel. Totò non se la sentì e preferì rimanere in Italia a continuare in modo più "rilassante" con la cinematografia, rifiutando così, anche se malvolentieri, un'offerta importante e un altissimo compenso.<ref>{{cita|Bispuri, 2000|p. 239}}.</ref>
Nel 1961 gli venne comunicato che era vincitore della [[Grolla d'oro]] alla carriera,<ref name="Bispuridue" /> con la motivazione: «Al merito del cinema, per aver da lunghi anni onorato l'estro e il genio del Teatro dell'Arte».<ref>{{cita|Amorosi-Ferraù, 1996|p. 131}}.</ref> Ma la sua salute e i suoi impegni non gli permisero di partecipare alla premiazione a [[Saint-Vincent (Italia)|Saint-Vincent]] e la Grolla fu assegnata a un altro attore.<ref name="Totò Uomini O Caporali" />
Nonostante la malattia Totò, da sempre fumatore, continuava a fumare fino a novanta sigarette al giorno.<ref name="Principe e comico" /> Cercò comunque di non rallentare troppo la sua già allora consistente produzione cinematografica; per il timore di perdere il lavoro e l'affetto del suo pubblico,<ref name="Sanremo" /> cominciò allora ad accettare qualsiasi copione: aprì una parentesi con il regista [[Lucio Fulci]] ne ''[[I ladri]]'', tornò con [[Steno]] nel film ''[[I tartassati]]'', nuovamente al fianco di [[Aldo Fabrizi]], a cui si aggiunse in un ruolo secondario l'attore francese [[Louis de Funès]] e fu anche diretto da [[Camillo Mastrocinque]] in ''[[Noi duri]]''.
Sebbene fosse ormai quasi completamente cieco (vedeva solo dai lati degli occhi<ref name="Bersani" />), tanto da dover indossare un pesante paio di occhiali scuri che toglieva soltanto per le riprese, si muoveva sul set con assoluta disinvoltura;<ref name="Diana De Curtis" /> lui stesso disse: «Appena sento il ''ciak'', vedo tutto. È un effetto nervoso».<ref name="Bersani">{{Cita web|url=http://www.teche.rai.it/2015/04/toto-recita-a-livella/|titolo=Totò recita "A livella"- Rai Teche|accesso=28 maggio 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150528190240/http://www.teche.rai.it/2015/04/toto-recita-a-livella/}}</ref><ref>{{cita|Fruci, 2009|p. 22}}.</ref>
Tra i tanti film interpretati negli anni sessanta, oltre ai numerosi con Peppino e alcuni con Fabrizi, di buon successo furono ''[[Totòtruffa '62]]'' (celebre per la scena della [[Fontana di Trevi]]) di [[Camillo Mastrocinque]], ''[[Gli onorevoli]]'' e la commedia amara ''[[I due marescialli]]'' di [[Sergio Corbucci]],<ref name="Non ci vedo" /> ''[[I due colonnelli]]'' di Steno (ricordato per la scena della "carta bianca”<ref>{{cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=pgEHdaL3_qQ|titolo=Video Totò. I due colonnelli|accesso=2 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref>) e ''[[Risate di gioia]]'' di Monicelli, che segnò una tappa importante per Totò dato che fu l'unica volta che recitò sul set insieme all'amica storica di teatro [[Anna Magnani]]. Non mancarono poi le parodie, come ''[[Totò contro Maciste]]'', ''[[Totò e Cleopatra]]'' e ''[[Totò contro il pirata nero]]'' di [[Fernando Cerchio]], che altro non furono che delle comiche rivisitazioni mitologiche del genere [[Peplum]], a cui si aggiunsero ''[[Che fine ha fatto Totò Baby?]]'' (esplicita parodia di ''[[Che fine ha fatto Baby Jane?]]'') di [[Ottavio Alessi]], ''[[Totò diabolicus]]'' di Steno (quest'ultimo una parodia del genere giallo-poliziesco dove Totò concepì una delle sue prove recitative più complesse e riuscite,<ref>{{Cita web|url=http://www.mymovies.it/film/1962/totodiabolicus/|titolo=Totò Diabolicus|editore=[[MYmovies]]|accesso=1º aprile 2014}}</ref> dando volto e fattezze a ben sei personaggi differenti) e ''[[Totò d'Arabia]]'' (parodia di ''[[Lawrence d'Arabia (film)|Lawrence d'Arabia]]'').
In aggiunta, la fama che Totò vantava tra il pubblico, da sempre sfruttata dai produttori,<ref name="Diana De Curtis" /> venne usata come una sorta di veicolo pubblicitario o di lancio per cantanti quali [[Johnny Dorelli]], [[Fred Buscaglione]], [[Rita Pavone]], [[Adriano Celentano]] o per l'[[attore bambino]] [[Pablito Calvo]] che, già interprete di ''[[Marcellino pane e vino]]'', recitò poi in ''[[Totò e Marcellino]]''. Esplorò anche il filone notturno-sexy insieme a [[Erminio Macario]] in ''[[Totò di notte n. 1]]'' e ''[[Totò sexy]]'', per la regia di [[Mario Amendola]], ritenuti tra i film peggiori della sua carriera.<ref>{{cita web|titolo= Totò sexy|url=http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=25409|editore=[[MYmovies]]|accesso=22 ottobre 2013}}</ref>
[[File:Totò Letto a tre piazze.jpg|thumb|Totò ritratto sul set di ''[[Letto a tre piazze]]'' (1960)]]
Nel gennaio del 1964 venne pubblicizzata la notizia dell'uscita de ''[[Il comandante]]'', annunciato come il suo centesimo film<ref>{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,4/articleid,0095_01_1964_0020_0004_9313253/|titolo=Il centesimo film di Totò: un misurato ritratto umano|pubblicazione=[[La Stampa]]|p=4|data=24 gennaio 1964|accesso=12 ottobre 2013}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,8/articleid,1554_02_1964_0019_0008_21867959/|titolo=Il centesimo film di Totò|pubblicazione=[[La Stampa]]|p=49|data=23 gennaio 1964|accesso=12 ottobre 2013}}</ref> (era in realtà l'ottantaseiesimo) e il primo interamente drammatico.<ref name="Il generale" >{{cita web|url= http://www.antoniodecurtis.org/comand.htm|titolo=Il comandante|accesso=12 ottobre 2013}}</ref> Diretto da [[Paolo Heusch]] e scritto da [[Rodolfo Sonego]] (sceneggiatore di fiducia di [[Alberto Sordi]]), richiese complessivamente otto settimane di lavoro, più del doppio rispetto alla media dei film di Totò.<ref name="Il generale" /> La notizia diede luogo a festeggiamenti e riconoscimenti: l'attore ricevette la "Sirena d'oro" e agli incontri internazionali del cinema venne accolto da un applauso interminabile;<ref name="Il generale" /> poche settimane dopo fu intervistato da [[Lello Bersani]] per [[TV7 (programma televisivo)|TV7]] e da [[Oriana Fallaci]] per ''[[L'Europeo]]''.<ref name="Fallaci" /> Nonostante tutto ciò, il film non riscosse il successo sperato.<ref name="Il generale" />
In seguito, presso l'editore Fausto Fiorentino di Napoli, pubblicò il famoso libro di poesie ''[['A livella]]'',<ref name="Non ci vedo" /><ref>{{cita web|titolo= Le poesie di Totò: 'A livella|url=http://www.antoniodecurtis.com/poesia8.htm|accesso=12 ottobre 2013}}</ref> che in origine si chiamava ''Il due novembre'',<ref name="Totò e Clemente">{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.org/eduardo_clemente.htm#foto|titolo=Totò visto da Eduardo Clemente|accesso=9 ottobre 2013}}</ref> per la quale vinse anche un premio.<ref>{{cita|Amorosi-Ferraù, 1996|p. 121}}.</ref> Tra il 1964 e il 1965 recitò nei film collettivi ''[[Le belle famiglie]] di Ugo Gregoretti'' e ''[[Gli amanti latini]] di Mario Costa''
=== Gli ultimi lavori ===
{{citazione|Ho girato diversi film mediocri, altri che erano veramente brutti, ma, dopo tutta la miseria patita in gioventù, non potevo permettermi il lusso di rifiutare le proposte scadenti e restarmene inattivo...|Totò<ref>{{cita|Amorosi-Ferraù, 1996|p. 118}}.</ref>}}
Al culmine della sua carriera, anche se poco prima della morte, arrivarono proposte importanti da cineasti come [[Alberto Lattuada]], [[Federico Fellini]] e [[Pier Paolo Pasolini]]. Con il primo girò, nel 1965, il film ''[[La mandragola (film 1965)|La mandragola]]'' (dall'[[Mandragola (commedia)|omonima commedia]] di [[Niccolò Machiavelli|Machiavelli]]) nel ruolo di Fra' Timoteo, che interpretò in modo brillante.<ref>{{cita web|url=http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=14012|titolo=La mandragola|editore=MYmovies|accesso=10 ottobre 2013}}</ref> Il secondo lo avrebbe voluto per il film ''[[Il viaggio di G. Mastorna, detto Fernet|Il viaggio di G. Mastorna]]'', dove erano previsti nel cast anche [[Mina (cantante)|Mina]], [[Franco Franchi]] e [[Ciccio Ingrassia]]. Lavorare con Fellini era sempre stata una delle maggiori ambizioni di Totò,<ref name="Franca Faldini racconta Totò" /> ma la pellicola non fu mai realizzata.<ref>{{cita|Casanova, 2005|p. 73}}.</ref><ref>{{cita|Zanelli, 1995|p. 90}}.</ref> L'incontro con Pasolini, invece, fu uno dei più importanti e inaspettati dell'intera carriera cinematografica di Totò.<ref name="Ultimo incontro" >{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.org/lultimo_incontro.htm|titolo=Totò biografia - L’ultimo incontro|accesso=10 ottobre 2013}}</ref>
La prima opera realizzata insieme fu ''[[Uccellacci e uccellini]]'',<ref group=N>Il primo incontro tra Totò e Pasolini non fu particolarmente esaltante: Pasolini era accompagnato da [[Ninetto Davoli]], che appena vide Totò (di cui aveva visto tutti i film) sbottò a ridere, nonostante le gomitate di Pasolini che gli diceva: “Oh, sta' bono, carmate.” Conclusa la discussione sul progetto e appena i due se ne andarono, Totò tirò un sospiro di sollievo e spruzzò dell'insetticida sul posto prima occupato da Ninetto Davoli, dato che il giovane indossava jeans sporchi. Appena sul set di ''[[Uccellacci e uccellini]]'' le cose andarono molto meglio, soprattutto tra Totò e Ninetto.</ref> che Totò accettò senza condividere appieno il suo personaggio e la poetica del regista; ormai il suo intento principale era produrre opere di qualità, per la ricorrente paura di essere dimenticato dal pubblico.<ref name="Totò un altro pianeta" /> Pasolini lo scelse perché rimase affascinato dalla sua "maschera", che «riuniva in sé, in maniera assolutamente armoniosa, indistinguibile, due momenti tipici dei personaggi delle favole: l'assurdità/il clownesco e l'immensamente umano».<ref name="Totò un altro pianeta" /> Per la prima volta Totò, durante la lavorazione di un film, si sentì in qualche modo smorzato, per volere di Pasolini che lasciava poco spazio ai suoi lazzi e alle sue improvvisazioni, rispetto a come era solitamente abituato con gli altri registi.<ref name="Totò un altro pianeta" /> ''Uccellacci e uccellini'', opera di grande forza poetica,<ref>{{cita|Caldiron, 2001|p. 49}}.</ref> fin dall'inizio fu oggetto di discussioni e controversie,<ref name="Ultimo incontro" /> anche se fu pressoché unanime il riconoscimento della grande interpretazione di Totò che, lodato dalla critica,<ref name="Totò un altro pianeta" /><ref name="Amorosi Ferraù 126" >{{cita|Amorosi-Ferraù, 1996|p. 126}}.</ref><ref group=N>Fu una delle poche occasioni in cui Totò ottenne riconoscimenti dalla critica cinematografica, dalla quale fu spesso avversato: {{citazione|Nel mio pessimismo professionale influisce certo l'atteggiamento negativo dei critici, che mi hanno sempre stroncato. Non posso fare a meno di notare che questi signori si limitano a distruggere, mentre dovrebbero consigliare per il meglio noi attori. Se uno entra in casa mia, osserva che l'arredamento è brutto e mi sfascia i mobili a martellate, non agisce in modo sensato. Meglio sarebbe se esponesse i motivi del suo dissenso, per affinare il mio gusto e farmi capire i miei errori. Ma, alla fine di tutti questi discorsi, rimane la constatazione che io rispetto i critici, mentre loro non rispettano me. Mi rimproverano perché, secondo loro, faccio sempre le stesse cose. Non è vero. Sono passato dalla Commedia dell'Arte alla prosa, dal varietà al cinema, dalla poesia alla musica. Certo, rimango sempre Totò, perché non sono io a comandare la mia faccia, ma la mia faccia a comandare me.}}</ref> conseguì una menzione speciale al [[Festival di Cannes 1966]]<ref name="Ultimo incontro" /> e il suo secondo [[Nastro d'argento al migliore attore protagonista|nastro d’argento]]. Per esprimere la sua soddisfazione, ringraziò la giuria dei critici cinematografici italiani con una breve dichiarazione scritta.<ref>{{cita|Amorosi-Ferraù, 1996|p. 127}}.</ref>
Prima di ritornare con Pasolini, ottenne un ruolo in ''[[Operazione San Gennaro]]'' di [[Dino Risi]], accanto a [[Nino Manfredi]]. Nel 1967 girò con Pasolini il cortometraggio ''La terra vista dalla luna'', episodio del [[film collettivo]] ''[[Le streghe (film 1967)|Le streghe]]'', tratto dal racconto di Pasolini mai pubblicato ''Il buro e la bura'';<ref>{{cita web|url=http://www.pasolini.net/cinema_terra_vistadallaluna.htm|titolo=La terra vista dalla luna|accesso=10 ottobre 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100619031909/http://pasolini.net/cinema_terra_vistadallaluna.htm}}</ref> poi ''Che cosa sono le nuvole?'', un episodio del film ''[[Capriccio all'italiana]]'',<ref name="Ultimo incontro" /> dove l'attore prese parte anche a un altro corto di [[Steno]]: ''Il mostro della domenica''.
[[File:Il padre di famiglia.jpg|thumb|Totò nell'unica sequenza da lui girata ne ''[[Il padre di famiglia]]'' (1967), dove, per morte, fu sostituito da [[Ugo Tognazzi]]: fu la sua ultima apparizione cinematografica]]
Furono le sue ultime pellicole. Venne chiamato anche da [[Nanni Loy]] per ''[[Il padre di famiglia]]'', di nuovo con Manfredi, nel ruolo dell'anziano anarchico Romeo che vive vendendo biancheria ai compagni della sinistra; il film era però destinato a collocarsi fra i tanti progetti non realizzati da Totò, che riuscì a girare solo la prima scena (per ironica casualità, quella di un funerale), perché due giorni dopo morì.<ref>{{cita web|url=http://www.antoniodecurtis.com/ultimociaktoto.htm|titolo=L'ultimo ciak - Il padre di famiglia (1967)|accesso=21 ottobre 2013}}</ref> Il ruolo di Romeo andò quindi a [[Ugo Tognazzi]], ma Loy decise di montare ugualmente la scena del funerale mantenendo la presenza di Totò, come omaggio.
==== La televisione ====
Totò incontrò la televisione già nel 1958, insieme a [[Mario Riva]] nel programma ''[[Il Musichiere]]''. Fece ritorno solo nel 1965, invitato da [[Mina (cantante)|Mina]] nella trasmissione ''[[Studio Uno (programma televisivo)|Studio Uno]]'',<ref name="Lascia o raddoppia" >{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.org/lascia_o_raddoppia.htm|titolo=Totò biografia - Lascia o raddoppia|accesso=10 ottobre 2013}}</ref> partecipando a due puntate: nella prima, subito accolto da un lunghissimo applauso, presentò la sua canzone ''Baciami'',<ref>{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.com/canzoni9.htm|titolo=Video Totò. Totò e Mina cantano baciami a Studio Uno|accesso=11 ottobre 2013}}</ref> lasciando cantare Mina mentre lui interveniva facendo da contrappunto alle parole della canzone con qualche sua classica battuta.<ref name="Totò un altro pianeta" /><ref>{{Cita web|url=http://www.teche.rai.it/2013/06/mina-e-toto-in-studio-uno-1961/|titolo=Mina e Totò in "Studio Uno"|accesso=28 maggio 2015}}</ref> Nella seconda puntata, nel 1966, ripropose invece un vecchio sketch (''Pasquale'') con [[Mario Castellani]].<ref>{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.com/video/pasquale.html|titolo=Video Totò. Totò e Mario Castellani nello sketch Pasquale nel 1966 a Studio Uno|accesso=10 ottobre 2013}}</ref> La scenetta venne poi incisa, insieme alla poesia ''[['A livella]]'', in un disco [[Long playing|33 giri]] dell'attore.<ref>{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,11/articleid,1539_02_1967_0086_0011_23443845/|titolo=Totò «poeta-becchino»|pubblicazione=[[La Stampa]]|p=11|data=13 aprile 1967|accesso=13 ottobre 2013}}</ref>
Nel suo ultimo periodo di vita mise in lavorazione alcuni [[Carosello|caroselli]] e una serie per la TV chiamata ''[[Tutto Totò]]'', comprendente nove telefilm a cura di [[Bruno Corbucci]] e diretti da [[Daniele D'Anza]]. La serie, nata da un'idea di [[Mario Castellani]],<ref group=N>Mario Castellani, riferendosi a ''Tutto Totò'': {{citazione|Fui io ad avere l'idea di quel programma, e mi dispiace parlarne male… L'unica cosa buona di quella trasmissione è stata che Totò non fece in tempo a vedersi sul piccolo schermo, altrimenti si sarebbe guastato il sangue dalla rabbia. Ma ancora una volta avrebbe dovuto incolpare soltanto se stesso, la sua apatia, la sua mancanza di fiducia negli uomini. Era convinto che della sua arte non sarebbe rimasto niente, perché questo è il destino degli attori, e ritenne inutile affaticarsi per smentire il suo fondamentale pessimismo. Del resto, lo interessava solo il teatro vero, quello che lui inventava sera per sera davanti al suo pubblico: nel cinema e nella televisione vedeva unicamente delle macchine per far soldi, per pagarsi i suoi vizi e la sua dorata tristezza di principe venuto al mondo in un secolo sbagliato.}}</ref><ref name="Televisione" /> doveva essere inizialmente diretta dall'autore di molte riviste di Totò, [[Michele Galdieri]], il quale però morì nel 1965, prima che la lavorazione cominciasse.<ref name="Televisione" /> La maggior parte dei copioni di questi telefilm appariva troppo debole,<ref name="Telefilm Totò" >{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,4/articleid,0019_01_1967_0141_0004_6578987/|titolo=Totò fatto a pezzi|pubblicazione=[[La Stampa]]|p=4|data=16 giugno 1967|accesso=13 ottobre 2013}}</ref> e soltanto alcuni di questi, con testi discreti,<ref name="Telefilm Totò" /> diedero modo a Totò di esibirsi in alcuni suoi numeri, riproponendo alcuni dei suoi famosi sketch teatrali.<ref name="Totò cento" /><ref name="Televisione" >{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.com/televis.htm|titolo=Omaggio a Antonio de Curtis in arte Totò - La televisione|accesso=10 ottobre 2013}}</ref><ref name="Lascia o raddoppia" /> L'attore appariva però provato e lavorava non più di quattro ore nel pomeriggio; nonostante tutto, era ancora in grado di padroneggiare la scena.<ref name="Lascia o raddoppia" /><ref>{{cita|Caldiron, 2001|p. 52}}.</ref> Il ciclo andò in onda dopo la sua morte, dal maggio al luglio del 1967,<ref name="Televisione" /> per poi essere replicato dieci anni più tardi.<ref name="Lascia o raddoppia" /> Positiva fu l'accoglienza del pubblico, più fredda quella della critica, che sottolineava come la comicità di Totò non apparisse al meglio a causa della realizzazione frettolosa e approssimativa.<ref name="Lascia o raddoppia" />
[[File:Casa di Totò.jpg|thumb|La casa dove Totò visse nel [[Rione Sanità]]]]
=== L'ossessione nobiliare ===
[[File:Eduardo e Totò.jpg|thumb|left|Un incontro tra Totò ed [[Eduardo De Filippo|Eduardo]] (1956)]]
{{Approfondimento
|titolo = L'adesione alla Massoneria
|contenuto = Totò fu membro della [[massoneria|Loggia massonica]] "Fulgor" di [[Napoli]] dal luglio 1945 e, in seguito, della Loggia "Fulgor Artis" di [[Roma]], da lui stesso fondata.
Entrambe le Logge appartenevano alla "Serenissima Gran Loggia Nazionale Italiana" di [[Piazza del Gesù (Roma)|piazza del Gesù]].<ref>{{cita web|url=http://www.grandeoriente.it/toto-massone-e-il-suo-testamento-in-mostra-al-grande-oriente/|titolo=Totò massone e il suo testamento in mostra al grande oriente|accesso=22 aprile 2017}}</ref>
}}
{{citazione|Tengo molto al mio titolo nobiliare perché è una cosa che appartiene soltanto a me. A pensarci bene il mio vero titolo nobiliare è Totò. Con l'Altezza imperiale non ci ho fatto nemmeno un uovo al tegamino. Mentre con Totò ci mangio dall'età di vent'anni. Mi spiego?|Totò<ref name="Totò Uomini O Caporali" />}}
Nel 1933, in cambio della concessione di un vitalizio,<ref name="Prt">{{cita web|url=http://www.antoniodecurtis.com/grimaldi.htm|titolo=UN’ECLATANTE PRETESA AL TRONO DI BISANZIO:IL CASO DE CURTIS|accesso=13 luglio 2021}}</ref><ref>{{cita web|url=https://lastoriaviva.it/toto-comunque-principe/|titolo=Totò, comunque Principe|accesso=13 luglio 2021}}</ref><ref>{{cita web|url=https://digilander.libero.it/solorisateonline/Toto/Toto%20Biografia%202.htm|titolo=Totò, principe della risata|accesso=13 luglio 2021}}</ref> Totò ottenne di essere adottato da un anziano nobiluomo napoletano (lontano parente della nonna materna dell'attore<ref>{{Google books|up8mBeSO_HQC|Totò|pagina=32|autore=Orio Caldiron |anno=2001|editore=Gremese Editore}}</ref>), il marchese Francesco Maria Gagliardi di [[Tertiveri]]<ref name="Vita Di Totò" /><ref name="totò.com infanzia" /><ref name="Totò enciclopedia cinema" /><ref>https://www.nobili-napoletani.it/Gagliardi.htm</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.associazioneantoniodecurtisinartetoto.com/toto/biografia-ufficiale-toto|titolo=Biografia Ufficiale di Antonio De Curtis in arte Totò|accesso=8 ottobre 2021|sito=associazioneantoniodecurtisinartetoto.com}}</ref> (il [[Decreto ministeriale|D.M.]] di riconoscimento dell'adozione giunse il 6 maggio 1941). Avendo pertanto acquisito dal marchese il cognome di Gagliardi,<ref>{{cita|Bispuri, 2000|p. 126}}.</ref> da quel momento l'attore intraprese con determinazione lunghe ricerche genealogiche, sostenuto da studiosi e araldisti. Spicca tra questi il conte Luciano Pelliccioni di [[Poli (Italia)|Poli]] che, benché giovane, grazie alla sua vasta esperienza in materia araldica ben presto divenne fidato consulente e amico di Totò. L'esito di tali ricerche fu che Totò ritenne di discendere, dal lato paterno, da un ramo dei nobili de Curtis (nello specifico, dai conti di [[Ferrazzano]]), che questi a loro volta risalissero alla famiglia aristocratica dei Griffo, e che questa a sua volta discendesse dalla [[Foca (famiglia)|casata bizantina dei Focas]], tutte affermazioni successivamente messe in discussione.<ref name="Prt"/>
Alla conclusione di un lungo iter giudiziario, il 18 luglio 1945 e il 7 agosto 1946 la IV sezione del Tribunale di Napoli emanò sentenze che gli riconobbero diversi titoli gentilizi – [[Principe]], [[Conte palatino]], [[Nobile (titolo)|Nobile]], trattamento di [[Altezza imperiale]] – registrati a p. 42 del vol. 28 del [[Libro d'oro della nobiltà italiana]] tenuto presso l'archivio della [[Consulta araldica]]. Poco dopo, però, con la [[Nascita della Repubblica Italiana|nascita della Repubblica]] e l'entrata in vigore della [[Costituzione della Repubblica Italiana|Costituzione]], la XIV [[Disposizioni transitorie e finali della Costituzione della Repubblica Italiana|disposizione transitoria e finale]] stabiliva che nel nuovo ordinamento ''"I titoli nobiliari non sono riconosciuti. I [[Predicato nobiliare|predicati]] di quelli esistenti prima del 28 ottobre 1922 valgono come parte del nome''”. La neonata repubblica, così, negava ogni valore legale a tutti i titoli nobiliari esistenti, ma al contempo li tutelava esclusivamente come parte del cognome degli interessati.<ref>{{Cita web|url=https://tototruffa2002.it/homepage/vita-e-l-arte-di-toto-approfondimenti/toto-e-la-nobilta-la-casta-e-casta-e-va-si-rispettata.html|titolo=Totò e la nobiltà|autore=Daniele Palmesi e Federico Clemente|sito=tototruffa2002.it|lingua=it-it|accesso=2023-02-06|dataarchivio=6 febbraio 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230206150658/https://tototruffa2002.it/homepage/vita-e-l-arte-di-toto-approfondimenti/toto-e-la-nobilta-la-casta-e-casta-e-va-si-rispettata.html|urlmorto=sì}}</ref>
Di conseguenza, con sentenza 21 maggio 1950 n. 7462 vol. 610, mod. 5 del Tribunale Civile di Napoli,<ref name="Prt" /> che prendeva atto delle sentenze precedenti, il cognome di Antonio De Curtis venne legalmente rettificato all'anagrafe in ''"Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis Di Bisanzio".'' All'interno della cappella di famiglia, fatta erigere poco dopo (1951) nel [[Cimitero di Santa Maria del Pianto]] a [[Napoli]], Totò scelse però di indicare il proprio nome come ''"S.A.I. Antonio Focas Flavio Angelo Ducas Comneno De Curtis - Principe imperiale di Bisanzio"'',<ref>http://www.antoniodecurtis.com/totocommemorazione14.jpg</ref> omettendo quindi sia i cognomi Griffo e Gagliardi sia il titolo cognomizzato [[Porfirogenito]].
Sulla base delle due sentenze del 1945 e del 1946, Totò continuò comunque a rivendicare i titoli (si ribadisce, dal 1948 privi di qualsiasi valore legale nell'ordinamento vigente in Italia) di ''"altezza imperiale, conte palatino, [[cavaliere del Sacro Romano Impero]], [[Esarcato di Ravenna|esarca di Ravenna]], duca di [[Macedonia (regione storica)|Macedonia]] e di [[Illiria]], principe di [[Costantinopoli]], di [[Cilicia]], di [[Tessaglia]], di [[Ponto]], di [[Moldavia (regione storica)|Moldavia]], di [[Dardania (Balcani)|Dardania]], del [[Peloponneso]], conte di [[Cipro]] e di [[Epiro]], conte e duca di [[Drivasto]] e [[Durazzo]]"'',<ref>{{cita web|url=http://www.antoniodecurtis.com/|titolo=AntonioDeCurtis.com - Biografia|accesso=18 dicembre 2011}}</ref><ref name="Nobiltà">{{cita|Bispuri, 2000|pp. 155-157}}.</ref> facendo anche coniare delle medaglie d'oro dal peso di 50 grammi l'una, ritraenti il suo profilo come fosse un imperatore romano,<ref>{{cita web|url=http://www.antoniodecurtis.com/totomedaglia.htm|titolo=La medaglia d'oro che Totò si fece coniare con impresso il suo volto|accesso=28 aprile 2015}}</ref> che amava regalare ai suoi amici più intimi. Sembra che ben cinque denunce siano state sporte contro l'attore (anche da privati cittadini) per "abuso di titoli nobiliari".<ref name="Nobiltà" /><ref group="N">In un'occasione, Totò rivelò al collega [[Galeazzo Benti]] (anch'egli di origini nobili) che, secondo le sue ultime ricerche araldiche, discendeva addirittura dal dio romano [[Marte (divinità)|Marte]].</ref><ref group="N">[[Mario Monicelli]], sottolineando la manìa di Totò per le sue discendenze: {{citazione|Nel '51, mentre giravamo ''[[Guardie e ladri]]'' al [[Palatino]], lui puntò il dito verso l'[[Arco di Costantino]]. "Sai che quello è mio?", disse. Io non capii. "Certo, certo", risposi con ironia. Lui, serissimo, insisté: "È mio perché [[Costantino I|Costantino]] era un imperatore romano. Mentre io discendo direttamente da antenati greco-bizantini".}}</ref><ref name="La Stampa Monicelli" />
[[File:Medaglia totò.jpg|thumb|Le medaglie d'oro che Totò fece coniare in seguito al riconoscimento nobiliare]]
Nel [[1963]], in un'intervista di [[Oriana Fallaci]], rilasciata per ''[[L'Europeo]]'', Totò elencava così i suoi titoli nobiliari:<ref>Oriana Fallaci, ''Intervista con il mito'', Rizzoli, 2010</ref>{{citazione|Signorina mia, sono altezza imperiale, son principe e anche molte altre cose: conte palatino, cavaliere del Sacro Romano Impero, ufficiale della Corona d’Italia, cavaliere della Gran Croce dell’Ordine di Sant’Agata e San Marino<ref>Si tratta in realtà di due ordini distinti e separati: l'[[Ordine equestre per il merito civile e militare]] e l'[[Ordine di Sant'Agata]]. Non è chiaro a quale dei due De Curtis si riferisse, né è reperibile alcuna conferma del conferimento, soprattutto in una classe di merito così alta.</ref>, marchese di Tertiveri, questo però non lo uso.}}
=== La morte ===
{{citazione|È morta l'ultima delle grandi maschere della commedia dell'arte.|[[Nino Manfredi]] al
Alcuni giorni prima della sua morte, Totò disse di chiudere in fallimento e che nessuno lo avrebbe ricordato, dichiarò di non essere stato all'altezza delle infinite possibilità che il palcoscenico
==== I funerali ====
[[File:Mortetoto5.jpg|thumb|left|''[[Paese Sera]]'' riporta la notizia della scomparsa di Totò]]
{{Doppia immagine verticale|right|FuneralidiTotò.jpg|FeretrodiTotò.jpg|220|I funerali a Napoli|Il feretro con sopra la popolare bombetta}}
{{Citazione|Al mio funerale sarà bello assai perché ci saranno parole, paroloni, elogi, mi scopriranno un grande attore: perché questo è un bellissimo Paese, in cui però, per venire riconosciuti in qualcosa, bisogna morire.|Franca Faldini, citando le parole di Totò<ref name="Bontà loro" />}}
Nonostante l'attore avesse sempre espresso il desiderio di avere un funerale semplice,<ref name="Totò Com" /> ne ebbe addirittura tre.<ref name="Totò un altro pianeta" >{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.org/toto_un_altro_pianeta_01.htm|titolo=Totò, un altro pianeta - Documentario di 15 episodi sulla vita di Totò, ideato e presentato da Giancarlo Governi per Raiuno|accesso=21 ottobre 2013}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.org/critica.htm|titolo= La Critica di Totò|accesso=11 ottobre 2013}}</ref> Il primo fu nella [[Roma|capitale]], dove morì
Il secondo funerale si svolse a [[Napoli]], la sua città natale, alla quale era particolarmente legato
L'orazione funebre venne tenuta da Nino Taranto:
{{citazione|Amico mio, questo non è un monologo, ma un dialogo perché sono certo che mi senti e mi rispondi, la tua voce è nel mio cuore, nel cuore di questa Napoli, che è venuta a salutarti, a dirti grazie perché l'hai onorata. Perché non l'hai dimenticata mai, perché sei riuscito dal palcoscenico della tua vita a scrollarle di dosso quella cappa di malinconia che l'avvolge. Tu amico hai fatto sorridere la tua città, sei stato grande, le hai dato la gioia, la felicità, l'allegria di un'ora, di un giorno, tutte cose di cui Napoli ha tanto bisogno. I tuoi napoletani, il tuo pubblico è qui, ha voluto che il suo Totò facesse a Napoli l'ultimo "esaurito" della sua carriera, e tu, tu maestro del buonumore questa volta ci stai facendo piangere tutti. Addio Totò, addio amico mio, Napoli, questa tua Napoli affranta dal dolore vuole farti sapere che sei stato uno dei suoi figli migliori, e che non ti scorderà mai
Dopo il rito funebre, le autorità furono costrette a far uscire la salma da una porta secondaria, mentre all'interno della basilica si susseguirono scene di panico e
Eduardo De Filippo == Nella cultura di massa ==
[[File:Totò - Antonio De Curtis, Principe di Bisanzio.jpg|thumb|La tomba di Totò è una delle più visitate dagli italiani, che spesso vi si recano per lasciare dolci e biglietti<ref>{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.com/cappellatoto.htm|titolo=Cappella Totò|accesso=1º novembre 2014}}</ref><ref group=N>La cappella di famiglia fu anche spettacolo di vandalismo, quando nel 2009 fu portato via dalla tomba dell'attore lo stemma nobiliare, che venne poi ritrovato grazie alla mobilitazione della polizia.</ref>]]
{{Citazione|Non è una cosa facile fare il comico, è la cosa più difficile che esiste, il drammatico è più facile, il comico no; difatti nel mondo gli attori comici si contano sulle dita, mentre di attori drammatici ce ne sono un'infinità. Molta gente sottovaluta il film comico, ma è più difficile far ridere che far piangere.|Totò<ref>{{Cita web|url=http://ciaktube.com/video/136W8AGNMMRX/TotAtildesup2-non-Atildeuml-facile-fare-il-comico|titolo=Totò: non è facile fare il comico|accesso=27 aprile 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150228104419/http://ciaktube.com/video/136W8AGNMMRX/TotAtildesup2-non-Atildeuml-facile-fare-il-comico|urlmorto=sì}}</ref>}}
Con la sua considerevole attività di attore e umorista, Totò è entrato nella [[cultura di massa|cultura popolare]] di intere generazioni di italiani. Secondo un sondaggio del [[2009]], condotto dal giornale online ''quinews.it'' con mille intervistati equamente distribuiti per fasce d'età, sesso e collocazione geografica (Nord, Centro, Sud e Isole), Totò è risultato essere il comico italiano più conosciuto
[[Umberto Eco]] ha espresso così l'importanza di Totò nella cultura italiana: «In questo universo globalizzato in cui pare che ormai tutti vedano gli stessi film e mangino lo stesso cibo, esistono ancora fratture abissali e incolmabili tra cultura e cultura. Come faranno mai a intendersi due popoli
[[Liliana De Curtis]],
=== Totò all'estero ===
[[File:Tototruffa 62.jpg|thumb|
{{Citazione|Io con la faccia posso esprimere tutto, invece ho trascurato questo e mi sono buttato a fare dei filmetti che non mi hanno permesso di diventare internazionale.|Totò<ref name="Fruci2" >{{cita|Fruci, 2009|p. 136}}.</ref>}}
Malgrado alcuni spettacoli teatrali tenuti fuori [[Italia]] e alcuni suoi film esportati (come ''[[Guardie e ladri]]''<ref>[[Carlo Lizzani]]: «''In Cina ebbi occasione di vedere "Guardie e ladri" doppiato in cinese, ed il fatto che mi colpì fu che anche i cinesi capivano e ridevano negli stessi punti del film dove avevano riso gli italiani.''» ({{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.com/interviste/lizzani.htm|titolo=Totò - Le interviste del tenente Colombo|accesso=30 aprile 2017}}</ref>), Totò non ha mai goduto di grande popolarità oltre i confini nazionali. Lui stesso ne era cosciente
A questo proposito, [[Claudio G. Fava]]
Nonostante questi vincoli, alcuni attori stranieri non hanno nascosto di apprezzare la comicità gestuale di Totò: come ad esempio [[Jim Belushi]], che lo ha definito un «clown meraviglioso»
«Non era certo solo un comico, proprio come [[Buster Keaton]]. I suoi film potrebbero essere anche muti: riesce sempre a trasmettere il senso della storia. Grazie ai vostri sceneggiatori e alla sua mimica, dai suoi film traspare un personaggio a tutto tondo: astuto, ingenuo e anche vessato dalle circostanze della vita. Per questo continuerà a essere imitato, senza speranza di eguagliarlo. C'è sempre suspense nella sua recitazione: si aspetta una sua nuova battuta, una strizzatina d'occhi, ma resta imprevedibile il suo modo di sviluppare una storia.»<ref name="Clooney" />
=== Tributi ===
Molti sono i tributi dell'Italia a Totò, come scuole, statue, vie e teatri; di seguito ne sono riportati alcuni.
{{Collage|Totò statue in Valmontone.JPG|Prati - busto di Totò a Cola di Rienzo 1160028.JPG|Cinecitta' 005.jpg|TotòTargaPiazzaCavourNaples2.jpg|220|right|In senso orario da sinistra: mezzobusto a [[Stazione di Valmontone|Valmontone]]; mezzobusto in via Cola di Rienzo a [[Roma]]; targa commemorativa in piazza Cavour a [[Napoli]]; statua a [[Cinecittà]]}}
* Museo all'interno del [[Palazzo dello Spagnolo]] nel Rione Sanità, Napoli (istituito ma mai aperto).<ref>{{Cita web|url=http://grandenapoli.it/museo-toto-al-palazzo-dello-spagnolo/|titolo=Il museo di Totò è nel Palazzo dello Spagnolo|accesso=19 giugno 2015}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.culturaitalia.it/opencms/it/contenuti/percorsi/_I_luoghi_del_cuore___quei_ruderi_di_fascino_da_salvare/Il_Museo_di_Toto_nel_Rione_Sanita_di_Napoli.html?language=it&tematica=Tipologia&selected=1|titolo=Cultura Italia, un patrimonio da esplorare|accesso=19 giugno 2015}}</ref>
* Fontana delle Paperelle a lui intitolata e targa commemorativa in [[Piazza Cavour (Napoli)|piazza Cavour]] a Napoli (2006).<ref name="Napoli ricorda Totò" /><ref group=N>Targa dedicata a Totò a piazza Cavour:
{{citazione|{{maiuscoletto|La maschera e la smorfia, il volto e lo sberleffo<br />Toto', Antonio De Curtis<br />napoletano per caso e per scelta, aristocratico e plebeo, spietato e giullare<br />beffeggiò poveri e ricchi, umili e potenti<br />rendendo a tutti<br />la vita più leggera}}}}</ref>
* Busto eretto
* Statua a [[Cinecittà]], Roma.<ref>[
* Statua di bronzo al [[
* Mezzobusto in
* Mezzobusto all'interno del parco della [[stazione di Valmontone]].
* Busto di bronzo nel cortile del
* Parco a lui intitolato e statua a [[Bagnoli (Napoli)|Bagnoli]], Napoli (2007).<ref name="Napoli ricorda Totò"
* Parco Antonio de Curtis a [[Formia]]
* Iscrizione su lapide posta sulla sua casa natia nel Rione Sanità.<ref name="Napoli ricorda Totò" /><ref group=N>Iscrizione presente sulla lapide posta sulla casa natia di Totò:
{{citazione|{{maiuscoletto|Fu qui, nella via S.Maria Antesaecula, una<br />della più antiche strade della vecchia Napoli<br />che il 15-2-1898 nacque il principe Antonio De Curtis<br />il nostro Totò<br />egli fu comico impareggiabile per la sua mimica,<br />uomo di nobili sentimenti, poeta insigne, fra quelli<br />che l'Italia può contrapporre ai maggiori artisti del mondo.<br />Il popolo del rione dedica<br />le associazioni riunite di S.Vincenzo Ferreri posero 5-7-78}}}}</ref>
* Targa d'ottone circolare in
* Scuola Media Statale Antonio De Curtis in zona [[Torrenova (zona di Roma)|Torrenova]], Roma.<ref>{{Cita web|url=http://www.ilmessaggero.it/ROMA/SENZARETE/i_nomi_delle_scuole_socrate_toto/notizie/1351686.shtml|titolo=I nomi delle scuole: ieri Socrate, oggi Totò|accesso=16 luglio 2015}}</ref>
* Scuola Media Statale Antonio De Curtis a [[Casavatore]].
* Scuola Elementare Antonio De Curtis a Roma.<ref name="Dedicato a Totò" >{{Cita web|url=http://www.antoniodecurtis.com/dedicato.htm|titolo=Dedicato a Totò|accesso=19 luglio 2015}}</ref>
* Scuola Elementare Antonio De Curtis a [[Ercolano (comune)|Ercolano]].
* Scuola Comunale dell'infanzia Antonio De Curtis in
* Istituto Comprensivo Statale Antonio De Curtis in viale Kennedy, [[Aversa]].<ref name="Dedicato a Totò" />
* Cineforum Antonio de Curtis a [[San Tammaro (Italia)|S. Tammaro]].<ref name="Dedicato a Totò" />
* Teatro Totò in
* Teatro Sala de Curtis a [[Catania]] in via Duca degli Abruzzi.
* Teatro Totò a Roma,
* Primo circolo didattico Antonio de Curtis, Totò a [[Palma Campania]], provincia di Napoli.
* Scalinata principe Antonio de Curtis Totò a Porto Azzurro, [[Isola d'Elba]].<ref name="Dedicato a Totò" />
* Largo Principe Antonio de Curtis a [[Roccasecca]], [[provincia di Frosinone]].
* Piazza Totò nel centro storico di Cuneo.<ref>{{Cita web|url=http://news.cinecitta.com/IT/it-it/news/53/16008/a-cuneo-piazza-toto.aspx|titolo=A Cuneo piazza Totò|accesso=16 luglio 2015}}</ref>
* Piazza Antonio de Curtis in arte Totò a [[Venafro]], in [[provincia di Isernia]].
* Piazzale Antonio de Curtis in arte Totò a [[Monghidoro]], Comune dell'[[Appennino bolognese]].
* Piazza A. de Curtis detto Totò a [[Cattolica (Italia)|Cattolica]], in [[provincia di Rimini]].<ref name="Dedicato a Totò" />
* Via Antonio De Curtis in arte Totò a Misterbianco (Catania).
* Numerose vie dedicate ("via Totò", "via Antonio De Curtis", "via Principe De Curtis"...) in gran parte d'Italia; da segnalare via Atonio De Curtis (erroneamente riportata senza la prima N in "Antonio") a [[Sant'Arpino]], in [[provincia di Caserta]].<ref>{{Cita web|url=http://www.napolitoday.it/cronaca/via-atonio-de-curtis-sant-arpino.html|titolo=Via Atonio De Curtis|accesso=16 luglio 2015}}</ref>
* Statua in Bronzo in piazza A. De Curtis a [[Bellizzi]], [[provincia di Salerno]].
====
Il 15 aprile
==
{{vedi anche|Filmografia di Totò}}
[[File:Antonio La Trippa.jpg|thumb|Totò nel film ''[[Gli onorevoli]]'' (1963)]]
Totò interpretò dal 1937 fino alla morte (nel 1967) ben 97 film per il grande schermo, quasi sempre come attore protagonista, per una media di oltre tre all'anno (numero che non tiene conto della sua pausa durante la [[seconda guerra mondiale|guerra]]). Lavorò con 42 registi differenti,<ref name="Totò cento" /> quelli con cui produsse maggiormente furono [[Mario Mattoli]] (16 film), [[Steno]] (14 film), [[Camillo Mastrocinque]] (11 film), [[Sergio Corbucci]] (7 film), [[Mario Monicelli]] (7 film) e [[Carlo Ludovico Bragaglia]] (6 film).<ref name="Totò cento" >{{Cita news|autore=[[Giancarlo Governi]]|titolo=Totò 100 - Vita, opere e immortalità del principe Antonio De Curtis, "Studioimmagine", Roma}}</ref> Oltre a ciò va considerato anche un cospicuo numero di progetti mai realizzati.<ref name="Film non realizzati" />
==
{{citazione|Totò non è [[Charlie Chaplin|Chaplin]] o [[Buster Keaton]], fenomeni tipicamente cinematografici. Totò è il teatro.|[[Mario Castellani]]<ref name="Castellani e Totò" />}}
Totò portò in scena, dal
[[File:Totò d'Artagnan.jpg|thumb|Totò interpreta [[Charles de Batz de Castelmore d'Artagnan|d'Artagnan]] nello spettacolo teatrale ''I tre moschettieri'', brandendo una stampella come spada<ref>{{cita|Caldiron, 2001|p. 13}}.</ref>]]
{{Doppia immagine verticale|right|TotòTeatroPasserella.jpg|TotòTeatropasserella2.jpg|220|Durante le "passerelle", che solitamente concludevano gli spettacoli di rivista}}
{{Doppia immagine verticale|right|Bada che ti mangio, Totò e Rogliani.jpg|Totò Bada che ti mangio.jpg|220|Totò in camerino mentre viene aiutato da [[
Nella compagnia di [[Isa Bluette]]:
*
* 1928: ''Il Paradiso delle donne'', di Ripp e Bel Ami;
* 1928: ''Mille e una donna'', di Ripp e Bel Ami;
Riga 413 ⟶ 408:
* 1928: ''Peccati... e poi Virtudi'', di Masera (Marchesotti, Segurini e Rapetti).
Nella compagnia di
* 1928: ''Sì, sì, Susette'', di Ripp e Bel Ami;
* 1928: ''La stella del Charleston'', di Giovanni Manca e Refrain;
*
* 1929: ''La giostra dell'amore'', di Cherubini, [[Armando Fragna]] e [[Cesare Andrea Bixio]].
Nella ''Compagnia Stabile Napoletana Molinari'' di
* 1929: ''Messalina'', di Kokasse (pseudonimo di [[Mario Mangini]]) e Mascaria (pseudonimo di [[Maria Scarpetta]], figlia di Eduardo Scarpetta);
* 1929: ''Lo balcone de Rusinella
* 1929: ''Santarellina'', di [[Henri Meilhac]] e [[Ludovic Halévy]]. Riduzione di Mario Mangini;
* 1929: ''[[Miseria e nobiltà (commedia)|Miseria e nobiltà]]'', di Eduardo Scarpetta;
Riga 427 ⟶ 422:
* 1929: ''Il processo di Mary De' Can'', di Carlo Mauro;
* 1929: ''Bacco, Tabacco e Venere'', di Mario Mangini e Carlo Mauro
*
Nella compagnia di
*
* 1931: ''La vergine di Budda'', primo avanspettacolo scritto da Antonio De Curtis, Totò.
Nella ''Compagnia di Riviste e Fantasie Comiche Totò'':
*
* 1932: ''
* 1932: ''Era lui, sì... sì...! Era lei, no... no...!'', di Antonio De Curtis e Guglielmo Inglese;
* 1932: ''La vergine indiana'', scritto da Antonio De Curtis;
* 1932: ''Totò, Charlot per amore'', scritto da Antonio De Curtis;
*
* 1933: ''
* 1933: ''Questo non è sonoro'', di Tramonti (pseudonimo di Paolo Rampezzotti);
* 1933: ''Il mondo è tuo'', scritto da Antonio De Curtis e Cliquette (pseudonimo di Diana Rogliani, moglie di Totò);
Riga 446 ⟶ 441:
* 1933: ''Dalla calza al dollaro'', di Tramonti;
* 1933: ''Il grand'Otello'', di Bel Ami;
*
* 1934: ''I tre moschettieri'', di Mario Mangini e Tramonti;
*
*
* 1936: ''Una terribile notte'', di Mario Mangini;
*
* 1937: ''Uomini a nolo'', scritto da Antonio De Curtis e Bel Ami;
* 1937: ''Novanta fa la paura'', scritto da Antonio De Curtis;
*
* 1938: ''[[L'ultimo Tarzan]]'', scritto da Antonio De Curtis;
* 1938: ''Accade una notte che...'', scritto da Antonio De Curtis;
*
Il ciclo della [[Teatro di rivista|Grande Rivista]]:
*
* 1941-
* 1942-
* 1943-
** ''[[Che ti sei messo in testa?]]'', scritta da Michele Galdieri prima della [[liberazione di Roma]] (4 giugno 1944) e messa in scena dalla ''Compagnia Grandi Riviste Totò-Magnani'';
* 1944-
** ''
* 1945-
* 1946-
** ''
* 1947-
*
*
== Poesie ==
{{
La lista completa delle poesie scritte da Totò (tra parentesi, il titolo in italiano)
* ''[['A livella]]'' (La livella)
* ''<nowiki>'</nowiki>A passiona mia erano 'e rrose'' (La mia passione erano le rose)
Riga 760 ⟶ 506:
* ''Napule, tu e io'' (Napoli, tu e io)
{{
* ''<nowiki>'</nowiki>O saccio sultant'io'' (Lo so soltanto io)
Riga 795 ⟶ 541:
* ''L'acquaiola''
{{
== Canzoni ==
{{
La lista delle canzoni scritte (e alcune interpretate) da Totò
* ''[[La mazurka di Totò|
* ''Margherita'', cantata da Totò nel film ''[[L'allegro fantasma]]'' (1941)
* ''Girotondo'', cantata da Totò con il [[Trio Primavera]] nel film ''L'allegro fantasma'' (1941)
Riga 809 ⟶ 555:
* ''Nun si 'na femmena'', cantata da Totò nel film ''[[Totò terzo uomo]]'' (1951)
* ''Sulo'', cantata da Giacomo Rondinella (1951)
* ''Casa mia'', cantata da Totò e Giacomo Rondinella nel film ''[[Dov'è la libertà...?]]'' (1952)
* ''Comme a nu' carcerato'' (2º premio festival Cava dei Tirreni 1952 di De Curtis, Nello Franzese, Porcaro)
* ''Me diciste 'na sera'' (1952; di De Curtis, Nello Franzese, Porcaro)
* ''A chi non lo sapesse'', cantata da Giacomo Rondinella (1952)
* ''Isola d'oro'', cantata da Giacomo Rondinella (1952)
* ''Uocchie ca me parlate'', cantata da Totò nel film ''Dov'è la libertà...?'' (1952)
* ''Non voglio amare più'', cantata da Giacomo Rondinella (1952)
* ''Me songo annammurato'', cantata da Totò nel film ''Dov'è la libertà...?'' (1952)
* ''Margellina blu'', cantata da [[Franco Ricci]] (1953)
* ''Carme' Carme''', cantata da
* ''Ddoje strade'', cantata da [[Amedeo Pariante]] (1953)
* ''Nemica'', cantata da [[Roberto Murolo]] (1954)
* ''[[Con te (Totò)|Con te]]'', cantata da [[Natalino Otto]], [[Achille Togliani]] e L. Morosini (1954), presentata al [[Festival di Sanremo 1954|Festival di Sanremo]] (cantata anche in spagnolo nel 1967 da [[Ernesto Bonino (cantante)|Ernesto Bonino]])
{{
* ''Aggio perduto 'ammore'', cantata da Roberto Murolo (1954)
* ''Abbracciato cu' tte'', cantata da Achille Togliani nel film ''[[Destinazione Piovarolo]]'' (1955)
* ''Luntano 'a te'', cantata da [[Franco Ricci]] (1955)
* ''Tu si tutto pe' mme'', cantata da Achille Togliani (1955)
Riga 841 ⟶ 587:
* ''Baciami'', cantata da Totò e [[Mina (cantante)|Mina]] nella trasmissione RAI [[Studio Uno (programma televisivo)|Studio Uno]] (1965)
* ''Veleno'', cantata da Totò e i [[Rokes]] nel film ''[[Rita, la figlia americana|Rita la figlia americana]]'' (1965)
* ''Carmè, Carmè'', cantata da Totò e [[Ninetto Davoli]] nel film ''[[Uccellacci e uccellini]]'' (1966)
Canzoni solo interpretate:
* ''[[Il bel Ciccillo]]'', cantata nel film ''[[Yvonne la
* ''Marcello il bello''
* ''Nel paese dei balocchi'', cantata insieme a [[Mario Castellani]]
{{
==Discografia==
{{senza fonte|Nel 1942 Totò è scritturato dalla casa discografica Columbia (o meglio dalla S.A. "La Voce del Padrone-Columbia-Marconiphone" di Milano) che sta proponendo una serie di dischi incisi da attori del teatro e del varietà, tra i quali Vittorio De Sica, Macario, Aldo Fabrizi, Nino Taranto, Wanda Osiris. I dischi di Totò nella singolare veste di cantante, pubblicati nel pieno della guerra, passano sostanzialmente inosservati e di questi si perdono completamente le tracce, a tal punto che quando nel 1967 uscì il 33 giri (formato 45 giri) contenente la poesia 'A livella e lo sketch "Pasquale" (interpretato con Mario Castellani), questo venne reclamizzato come "Il primo disco inciso da Totò". A esso seguì il Long playing 33 giri, ultimo disco inciso da Totò, contenente diverse poesie e gli sketch "Ufficio di collocamento", "Lallo parrucchiere per signora", "Serafino Bolletta premio Nobel", "Vagone letto", "Medaglia al valor civile".}}
Totò come cantante incise in tutto tre dischi commercializzati dalla Columbia nel mese di aprile del 1942:
*Disco '''BQ 6024''', contenente il brano in due parti ''Serenata a Margherita'' di Michele Galdieri, interpretato con Mario Castellani, accompagnato con chitarra, tratto dalla rivista di M. Galdieri ''Quando meno te lo aspetti'' del 1941.
*Disco '''BQ 6025''', contenente i seguenti brani, entrambi tratti dalla rivista di M. Galdieri ''Volumineide'' del 1942:
**''Marcello il bello'' (CB 10735), musica di Giovanni D’Anzi (1906-1974) – testo di M. Galdieri, orchestra del Maestro Consiglio
**''Nel paese dei balocchi'' (CB 10738), musica di Giovanni Fusco (1906-1968) – testo di M. Galdieri, cantata in coppia con M. Castellani, orchestra del Maestro Consiglio
*Disco '''D.Q. 3678''', contenente due canzoni cantate da Totò tratte dal film ''San Giovanni decollato'' (Capitani film - 1940), musica di Armando Fragna (1898-1972), versi Bixio Cherubini (1899-1987), orchestra del Maestro Consiglio:
**''La mazurca dei vent'anni'' (CB 10739)
**''La quadriglia di famiglia'' (CB 10740)
== Riconoscimenti ==
* [[Festival di Cannes]]
** [[Festival di Cannes 1966|1966]] – Menzione speciale per l'interpretazione in ''Uccellacci e uccellini''
* [[Nastro d'argento]]
** [[Nastri d'argento 1952|1952]] – [[Nastro d'argento al migliore attore protagonista|Miglior attore protagonista]] per ''[[Guardie e ladri]]''<ref name="Totò Nastro D'Argento"/>
** [[Nastri d'argento 1966|1966]] – Candidatura al [[Nastro d'argento al migliore attore non protagonista|miglior attore non protagonista]] per ''[[La mandragola (film 1965)|La mandragola]]''
** [[Nastri d'argento 1967|1967]] – Miglior attore protagonista per ''[[Uccellacci e uccellini]]''
* [[Globo d'oro]]
** 1966 – Miglior attore per ''Uccellacci e Uccellini''
* [[Associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive e multimediali|ANICA]]
** 1959 – [[Targa d'oro]]
* [[Grolla d'oro]]
** 1961 – Premio alla carriera (mai ritirato)
== Doppiatori italiani ==
* [[Carlo Croccolo]] in ''I due marescialli'', ''Totò diabolicus'' (Laudomia di Torrealta), ''Operazione San Gennaro'', ''Le streghe''
* [[Giovanna Cigoli]] in ''Il più comico spettacolo del mondo'' (madre di Tottons)
* [[Emilio Cigoli]] in ''Totò a Parigi'' (marchese Gastone de Chemantel de Beauvoiron)
* [[Amilcare Pettinelli]] in ''Totò contro Maciste'' (Sabakis)
* [[Renato Turi]] in ''Totò diabolicus'' (monsignor Antonino di Torrealta)
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
|immagine = Ufficiale OCI Kingdom BAR.svg
|nome_onorificenza = Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia (Regno d'Italia)
|collegamento_onorificenza = Ordine della Corona d'Italia
|motivazione =
|luogo = <ref>Il diploma di concessione è visibile {{cita testo|url=https://www.youtube.com/watch?v=5Eejv31ieOM|titolo=in questo documentario}}, al minuto 0.27</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine = Olive wreath.svg
|nome_onorificenza = Laurea ''honoris causa'' alla memoria in [[Discipline della Musica e dello Spettacolo. Storia e Teoria]]
|collegamento onorificenza =
|motivazione = per aver incarnato e portato sullo schermo tutte le "articolazioni" dello spettacolo: dalla mimica alla comica, che gli riuscivano particolarmente spontanee, a quella teatrale e cinematografica, acquisite da una lunga esperienza personale che Totò ha vissuto e saputo catturare. Una cultura che rispecchia anche una napoletanità nobile che, nella sua carriera artistica e sociale, ha sempre rappresentato naturalmente
|luogo = [[Università degli Studi di Napoli Federico II]], [[Napoli]] 5 aprile 2017<ref>{{Cita web|url=https://www.unina.it/-/14102570-laurea-magistrale-honoris-causa-alla-memoria-a-antonio-de-curtis-in-arte-toto-|titolo=Totò ha ricevuto la laurea 'honoris causa' in Discipline della Musica e dello Spettacolo. Storia e Teoria|sito=unina.it |data=5 aprile 2017|accesso=7 marzo 2023|urlarchivio=|urlmorto=no}}</ref>
}}
===Onorificenze straniere===
{{Onorificenze
|immagine = SMR_Order_of_Saint_Agatha_-_Grand_Cross_new_BAR.svg
|nome_onorificenza = Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Equestre di Sant'Agata (Repubblica di San Marino)
|collegamento_onorificenza = Ordine di Sant'Agata
|motivazione =
|luogo = Primi anni del 1960<ref>Come da lui stesso dichiarato in un'intervista a Oriana Fallaci</ref><ref>{{cita web|lingua=it|autore=San Marino Rtv|url=https://www.sanmarinortv.sm/news/cultura-c6/titano-spettacolo-dedicato-toto-a105425 |titolo=Al Titano spettacolo dedicato a Totò}}</ref>.
}}
==Galleria d'immagini==
<gallery widths=
File:Totòinguardieeladri.jpg|Totò in una delle sue classiche espressioni, qui nel film ''[[Guardie e ladri]]''
File:Totò, Neapolitan actor 1943.jpg|Totò verso la fine degli [[anni
File:Silvana Pampanini e Totò.jpg|Insieme
File:Pausa sul set I tartassati.jpg|Con [[Aldo Fabrizi]] sul set del film ''[[I tartassati]]''
File:Totò e alberto sordi.jpg|Con [[Alberto Sordi]]
File:Totofamiglia.gif|Insieme a [[Gianni Buffardi]], [[Liliana
File:Murolo Totò.jpg|Totò con [[Roberto Murolo]]
File:Gina Lollobrigida e Totò.jpg|Con [[Gina Lollobrigida]]
Riga 863 ⟶ 668:
== Note ==
<references group="N"/>
'''Fonti'''
<references/>
== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=[[Franca Faldini]], [[Goffredo Fofi]]|titolo=Totò, l'uomo e la maschera|editore=Feltrinelli|anno=1977|città=Milano}}
* {{cita libro|autore=[[Mario Monicelli]]|curatore=Lorenzo Codelli
* {{cita libro|autore=Alessandro Zucchelli|titolo=Perché non mi capisci|
* {{cita libro|curatore=Costanzo Ioni, Ruggero Guarini|titolo=Tutto Totò|editore=Gremese Editore|anno=1999|città=Roma|ISBN=88-7742-327-7|cid=Ioni-Guarini, 1999}}
* {{cita libro|autore=Domenico Cammarota|titolo=Il cinema di Totò: la prima guida critica a tutti i film del principe della risata|editore=Fanucci Editore|città=Roma|anno=1985|SBN=
* {{cita libro|titolo=Totò: vita e arte di un genio|autore=[[Edmondo Capecelatro]],
* {{cita libro|autore=Ennio Bispuri|titolo=Vita di Totò|editore=Gremese Editore|anno=2000|città=Roma|isbn=88-8440-002-3|cid=Bispuri, 2000}}
* {{cita libro|autore=Ennio Bispuri|titolo=Totò: principe clown. Tutti i film di Totò|editore=
* {{cita libro|autore=Orio Caldiron|anno=2001|titolo=Totò|editore=
* {{Cita libro|autore=Orio Caldiron|titolo=Il principe Totò|editore=
* [[Alberto Anile]]. ''Il cinema di Totò (1930
* {{Cita libro|autore=Alberto Anile|titolo=I film di Totò (1946-1967): la maschera tradita|editore=Le Mani Editore|città=
* {{Cita libro|autore=Alberto Anile|titolo=Totò proibito: storia puntigliosa e grottesca dei rapporti tra il principe De Curtis e la censura|editore=Lindau Edizioni|città=Torino|anno=2005|isbn= 88-7180-527-5|cid=Anile, 2005}}
* {{cita libro|curatore=Matilde Amorosi, [[Alessandro Ferraù]]|altri=[[Liliana
* {{cita libro|curatore=[[Franca Faldini]], [[Goffredo Fofi]]|anno=1979|titolo=L'
* {{cita libro|autore=[[Leonard Maltin]]
* {{cita libro|autore=Alessandro Casanova|anno=2005|titolo=Scritti e immaginati: i film mai realizzati di Federico Fellini|editore=Guaraldi Editore|città=Rimini|isbn= 88-8049-241-1|cid=Casanova, 2005}}
* {{cita libro|autore=Dario Zanelli|anno=1995|titolo=L'inferno immaginario di Federico Fellini: cose dette da F.F. a proposito de "Il Viaggio di G. Mastorna"|editore=Guaraldi Editore|città=Rimini|isbn=88-8049-060-5|cid=Zanelli, 1995}}
* {{cita libro|autore=Lorenza Fruci|anno=2009|titolo=Mala femmena: la canzone di Totò|editore=Donzelli Editore|città=Roma|ISBN= 978-88-6036-418-0|cid=Fruci, 2009}}
* {{cita libro|autore=[[Claudio Meldolesi]]|anno=1987|titolo=Fra Totò e Gadda: sei invenzioni sprecate dal teatro italiano|editore=Bulzoni Editore|città=Roma|sbn=
* {{cita libro|autore=Vittorio Gnocchini|anno=2005|titolo=L'Italia dei liberi muratori: brevi biografie di massoni famosi|editore=Mimesis
* {{Cita libro|autore=Enrico Giacovelli
* {{Cita libro|autore=[[Liliana
* {{Cita libro|autore=Liliana
* {{Cita libro|autore=Camillo De Curtis|titolo=Storia della Famiglia de Curtis dai Longobardi fino alla falsa nobiltà di Totò|editore=Edizioni Summana|città=Napoli|anno=2005|cid=De Curtis, 2005}}
* {{Cita libro|autore=Andrea Borella|titolo=Annuario della Nobiltà Italiana|editore=S.A.G.I. Casa Editrice|città=Sondrio|anno=2010|cid=Borella, 2010}}
*Paolo Isotta, ''San Totò'', Venezia, Marsilio Editori, 2021.
*Adriana Settuario, " Totò e Monicelli - L'espressione triste che fà ridere " Napoli , 2007 , Grauss editore - Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma .
;Raccolte di poesie di Totò
* Antonio De Curtis, '''A livella. Poesie napoletane'', Prefazione di [[Luciano De Crescenzo]], Roma, Gremese Editore, 1997. ISBN 88-7742-105-3.
* Franca Faldini (a cura di), ''Antonio De Curtis. Dedicate all'amore''
* Giuseppe Bagnati, ''Totò, l'ultimo sipario'', Palermo, Nuova Ipsa, 2013, p. 130. ISBN 978-88-7676-507-0 .
* Matilde Amorosi (a cura di), ''Totò.
* Liliana de Curtis, Matilde Amorosi (a cura di)
* Alberto Anile
* {{Cita libro|autore=Alberto Anile|titolo=I film di Totò (1946-1967): la maschera tradita|editore=Le Mani Editore|città=
* Alberto Anile
* Alberto Anile
* Alberto Anile
* {{Cita libro|autore=Salvatore Cianciabella|titolo=Siamo uomini e caporali. Psicologia della dis-obbedienza|altri=
* Liliana
* Liliana
* Roberto Escobar
* Dario Fo
* Marco Giusti (a cura di)
* Marco Giusti
* René Marx
* Camillo Moscati
*
* Lello Lucignano
* Lello Lucignano, ''Permette? Decio Cavallo'', Napoli, LFA Publisher, 2017. ISBN 978-88-99972-51-6.
* Ruggiero Di Castiglione, ''Totò massone. Il principe Antonio De Curtis e la massoneria del suo tempo'', Prefazione di Angelo Ruggiero, Roma, Atanor Editrice, 2017.
* Giancarlo Governi, ''Totò. Vita, opere e miracoli'', Roma, Fazi Editore, 2017.
* Goffredo Fofi, Franca Faldini, ''Totò, l'uomo e la maschera'', Roma, Minimumfax, 2017.
*Antonio Sciotti, ''I Divi della Canzone Comica'', Arturo Bascetta Editore 2021, Napoli. Pag. 359-384
*Ezio Flammia in Totò der italienische Prinz des Lachens (catalogo della mostra presso il Valentin-karlstadt musäum. Monaco 2010
== Voci correlate ==
* [[Filmografia di Totò]]
* [[Avanspettacolo]]
* [[Cabaret festival - Premio Totò alla comicità]]
* [[Cimitero di Santa Maria del Pianto]]
* [[Cinema italiano]]
* [[Lingua napoletana]]
Riga 937 ⟶ 751:
== Altri progetti ==
{{interprogetto
==Collegamenti esterni==
{{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://www.antoniodecurtis.org|titolo=Il pianeta Totò}}
* {{cita web |url=http://www.delteatro.it/dizionario_dello_spettacolo_del_900/t/toto.php |titolo=''Dizionario dello spettacolo'' - Totò |accesso=12 novembre 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071111002932/http://www.delteatro.it/dizionario_dello_spettacolo_del_900/t/toto.php# |urlmorto=sì }}
* {{cita web|url=http://pamabu.altervista.org/totohomepage.html|titolo=''Il principe mascherato'' - Sito su Totò}}
* {{cita web|url=http://www.antoniodecurtis.com/|titolo=''Omaggio a Antonio de Curtis in arte Totò'' - Sito su Totò}}
* {{cita web|url=http://www.teatro.org/grandi/antonio_de_curtis/biografia_antonio_de_curtis.asp|titolo=''Teatro.org'' - Totò}}
* {{cita web | url = http://www.votantonio.sm/ | titolo = ''Votantonio'' - Sito su Totò | accesso = 11 maggio 2019 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170805170453/http://www.votantonio.sm/ | urlmorto = sì }}
* {{cita web|url=http://www.
*[[Goffredo Fofi]], {{cita testo|url=http://www.radio.rai.it/podcast/A42572786.mp3|titolo={{Maiuscoletto|Totò}}}}, da [[Wikiradio]] di [[Rai Radio 3]], puntata del 15 febbraio 2013 (podcast)
{{Box successione|carica = [[Nastro d'argento al migliore attore protagonista]]|periodo = [[Nastri d'argento 1952|1952]]<br />per ''[[Guardie e ladri]]''|precedente = [[Aldo Fabrizi]] <br/>per ''[[Prima comunione (film)|Prima comunione]]'' |successivo = [[Renato Rascel]]<br />per ''[[Il cappotto (film)|Il cappotto]]''}}
{{Totò}}
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{{Voce di qualità|valutazione=Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/Totò/2|arg=biografie|arg2=|giorno=23|mese=10|anno=2013}}
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{{Portale|biografie|cinema|letteratura|teatro}}
[[Categoria:Totò| ]]
[[Categoria:Attori cinematografici italiani]]
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