John Brown (attivista): differenze tra le versioni
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|Attività = attivista
|Nazionalità = statunitense
|
|Immagine = John_Brown_daguerreotype_c1856.png
|Didascalia = [[Dagherrotipia|Dagherrotipo]] di John Brown, ca. 1856
}}
Attirò per la prima volta l'attenzione su di sé quando guidò piccoli gruppi di volontari durante la crisi del ''[[Bleeding Kansas]]'' negli anni 1855-1860, insoddisfatto del [[pacifismo]] propugnato dal movimento abolizionista organizzato: "questi uomini parlano e basta, ciò di cui abbiamo bisogno è invece l'azione!". Nel maggio del 1856, assieme ai suoi sostenitori, uccise cinque coloni schiavisti nel [[massacro del Pottawatomie]], risposta al [[saccheggio di Lawrence]] da parte delle forze favorevoli allo [[schiavismo]]. Brown poi comandò le forze degli anti-schiavisti nella [[battaglia di Black Jack]] (2 giugno) e nella [[battaglia di Osawatomie]] (30 agosto).
Nel 1859 condusse un'incursione all'[[Raid di John Brown contro Harpers Ferry|arsenale di Harpers Ferry]] (un'[[Armeria (deposito)|armeria federale]] nell'odierna [[Virginia Occidentale]]) per avviare un movimento di liberazione tra gli schiavi; sequestrò dei civili, ma sette persone rimasero uccise e più di dieci ferite. Intendeva armare gli schiavi ma l'attacco fallì. Dopo 36 ore, gli uomini di Brown erano in parte fuggiti, in parte uccisi e in parte catturati, dopo scontri con agricoltori locali, truppe della [[milizia]] e dello [[United States Marine Corps]], guidati da [[Robert Edward Lee]]. Brown venne processato per [[tradimento (reato)|tradimento]] contro il [[Commonwealth della Virginia]] per l'omicidio di cinque persone e per incitazione alla [[rivolta]] degli schiavi locali; dichiarato colpevole, fu [[impiccagione|impiccato]] nel dicembre 1859<ref name="Territorial Kansas Online">[http://www.territorialkansasonline.org/~imlskto/cgi-bin/index.php?SCREEN=bio_sketches/brown_john Territorial Kansas Online: ''John Brown (1800-1859)'']</ref>.
Gli storici concordano sul fatto che la sua incursione a [[Harper's Ferry]] aumentò le tensioni che portarono alla secessione del Sud un anno dopo e alla [[guerra di secessione americana]]. Il ''raid'' di Brown catturò l'attenzione della nazione intera; i sudisti temettero che fosse solo il primo di molti "complotti nordisti" tesi a provocare una ribellione generale degli [[afroamericani]], che avrebbe potuto mettere in pericolo le loro vite; i repubblicani presero le distanze dall'incursione e affermarono che non avrebbero interferito con la schiavitù nel Sud.
Gli venne dedicata una canzone divenuta subito assai popolare, ''[[John Brown's Body]]'', marcia e inno di battaglia informale delle truppe della [[Union Army]] durante la successiva guerra di secessione. Le tattiche utilizzate lo rendono ancora oggi una figura controversa. A volte viene ricordato come un [[eroe]] e un visionario, talvolta invece vilipeso come un pazzo e un terrorista<ref name=CHOWDER>Ken Chowder. "[http://www.americanheritage.com/content/father-american-terrorism?page=show The Father of American Terrorism]". ''[[American Heritage (rivista)|American Heritage]]''. Febbraio/marzo 2000.</ref>.
Lo storico [[James William Loewen]] esaminò i libri di testo della [[storia degli Stati Uniti d'America]] e notò che gli studiosi consideravano Brown perfettamente sano di mente fino al 1890 circa, per poi essere generalmente ritratto come folle dal quel momento in poi fino a circa il 1970<ref>James Loewen, [[Lies My Teacher Told Me]] (New York: The New Press 1995, 2007) pp. 173-203</ref>.
[[File:John Brown signature.svg|miniatura|La firma autografa del capitano Brown.]]
== Giovinezza ==
{{citazione|È indubbio che in lui l'atteggiamento abolizionista nascesse da una profonda rivolta morale, generata ad un tempo dall'educazione religiosa e dalle tradizioni della [[Nuova Inghilterra]] che dalla profonda sensibilità all'appello della [[solidarietà]] umana...{{ - }} l'intransigenza puritana nei confronti del [[peccato]] lo portava però su posizioni di intolleranza moralistica che lo rendevano pronto a colpire coloro i quali ai suoi occhi apparivano ribelli alle leggi divine e perciò stesso meritevoli soltanto di distruzione|[[Raimondo Luraghi]]<ref>''Storia della guerra civile americana'' BUR 1994, pag. 128-129</ref>.}}
[[File:Owen Brown.jpg|miniatura|sinistra|[[Owen Brown (abolizionista)|Owen Brown]] Sr. (data sconosciuta).]]
John Brown nacque il 9 maggio del 1800 a [[Torrington (Connecticut)]], quarto degli otto figli di [[Owen Brown (abolizionista)|Owen Brown]] (1771-1856) e Ruth Mills (1772-1808)<ref>{{Cita web |url=http://www.wvculture.org/history/jbexhibit/owen-ruthmillsbrown.html |titolo=Owen and Ruth Brown, from the West Virginia Archives and History |accesso=6 aprile 2018 |dataarchivio=6 aprile 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180406225954/http://www.wvculture.org/history/jbexhibit/owen-ruthmillsbrown.html |urlmorto=sì }}</ref> e nipote del [[capitano]] John Brown (1728-1776)<ref name="grandfather">Si è fatta la speculazione secondo cui il nonno era lo stesso John Brown dei [[Lealisti (Rivoluzione americana)|lealisti]] durante la [[Rivoluzione americana]], il quale passò del tempo in prigione con il famigerato [[Claudius Smith]], presumibilmente per furto di bestiame, che lui e Smith usavano per nutrire le truppe britanniche affamate. Tuttavia, questo va contro la storia della famiglia Brown e le notizie accertate sugli Humphrey, a cui i Brown erano direttamente collegati (la nonna materna di John Brown era una Humphrey). Lo stesso Brown scrisse nella sua lettera autobiografica del 1857 che sia i suoi nonni che quelli della prima moglie erano soldati nell'[[Esercito continentale]] [che venne a stabilire nella sua "Famiglia Humphreys in America" (1883)], osservando che il nonno di John Brown, il capitano John Brown (nato il 4 novembre 1728), era un capitano della milizia che morì all'inizio della [[guerra d'indipendenza americana]]. Suo figlio, Owen Brown era invece un conciatore e un rigoroso evangelico che odiava la schiavitù e insegnava il "mestiere della [[libertà]]" a suo figlio.</ref>; in seguito credette di poter rintracciare i propri antenati tra i [[puritani]] inglesi del XVII secolo, con ascendenze riconducibili ai [[Padri Pellegrini]]<ref>Franklin Sanborn. [https://www.theatlantic.com/past/docs/issues/1872apr/sanborn.htm "John Brown in Massachusetts"], ''[[The Atlantic]]'', April 1872.</ref>.
[[File:Finney.png|miniatura|Ritratto del riformatore sociale e predicatore abolizionista [[Charles Grandison Finney]], uno dei ''leader'' carismatici del [[Secondo grande risveglio]].]]
Quando aveva 5 anni la famiglia si dovette trasferire a [[Hudson (Ohio)]] ove il padre aprì un'attività [[industria conciaria|conciaria]]; questi sarà un forte sostenitore dell'[[Oberlin College]]<ref>{{Cita web|url=http://www.ohiohistorycentral.org/entry.php?rec=253|autore=Ohio History Central|titolo=Asa Mahan|data=1º luglio 2005|accesso=27 marzo 2008}}</ref> fin dalle sue prime fasi, anche se col tempo diverrà sempre più critico nei confronti della concezione di "perfezione cristiana"<ref>{{Cita web|url= http://www.gospeltruth.net/1868Memoirs/mem01.htm |titolo=Memoirs of Charles G. Finney |capitolo=I. Birth and Early Education|editore= Gospel truth |anno= 1868}}.</ref> promossa dall'istituzione scolastica facente capo al [[metodismo]] e resasi già particolarmente celebre grazie alla predicazione e all'insegnamento<ref>[http://www.oberlin.edu/external/EOG/images/CharlesGrandisonFinney.html "Charles Grandison Finney"], Electronic Oberlin Group, Oberlin College</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.charlesgfinney.com/1837LTPC/lptc05_just_by_faith.htm|titolo=JUSTIFICATION BY FAITH by Charles G. Finney}}</ref><ref>Charles G. Finney, [http://www.gospeltruth.net/1837LTPC/ltpc06_sanc_by_faith.htm ''Letters to Professing Christians Lecture VI: Sanctification By Faith''], 1837.</ref> di [[Charles Grandison Finney]]<ref>{{Cita web |url= http://www.ohiohistorycentral.org/entry.php?rec=142 |titolo= Charles Grandison Finney-born place |editore= Ohio History Central |accesso= ottobre 2008 |dataarchivio= 27 settembre 2012 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20120927021941/http://www.ohiohistorycentral.org/entry.php?rec=142 |urlmorto= sì }}.</ref> e di [[Asa Mahan]]<ref>[http://www.wvculture.org/history/journal_wvh/wvh12-3.html John Brown and the Oberlin Lands, from the West Virginia Archives and History]</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.oberlin.edu/archive/holdings/finding/RG2/SG1/biography.html|autore=Oberlin College Archives|titolo=Biography: Asa Mahan (1799-1889)|data=30 marzo 2003|accesso=27 marzo 2008}}</ref>.
Il capofamiglia Owen ebbe per un certo lasso di tempo come apprendista Jesse R. Grant, il futuro genitore del comandante dell'[[Union Army]] [[Ulysses S. Grant]]<ref>Ulysses S Grant, ''Memoirs and Selected Letters'', (The Library of America, 1990) {{ISBN|978-0-940450-58-5}}</ref>.
Brown ritirò la propria appartenenza alla Chiesa congregazionalista nel corso degli anni 1840 e non si unì mai ufficialmente a nessun'altra delle [[confessioni cristiane]], ma sia lui che il padre Owen rimasero credenti nell'[[evangelicalismo]] abbastanza convenzionali per il periodo in questione, incentrati sulla ricerca della "rettitudine personale".
La fede religiosa del futuro capitano è abbastanza ben documentata nelle carte del reverendo Clarence Gee, un esperto della famiglia Brown, conservate nella "Hudson [Ohio] Library and Historical Society". Fin dalla più tenera età imparò a diventare un devoto lettore dei ''[[Testi sacri]]'' e fu educato a pensare e ad operare assumendo il testo biblico come ispiratore e guida<ref>[[Autobiografia]] manoscritta edita da F. B. Sanborn, Boston 1885. Citato in [[Raimondo Luraghi]] ''Storia della guerra civile americana'' BUR 1994, pag. 128</ref>.
A 8 anni perse la madre e per lui fu un colpo terribile; da quel momento in avanti sviluppò una [[malinconia]] profonda, difesa da uno schermo di ritrosia. Il padre, risoluto abolizionista, non tardò a insegnare anche al figlio i valori ideali della libertà: a 12 anni conobbe un bambino schiavo coetaneo, episodio che lo turbò quando confrontò la propria condizione con la sua. John, da buon puritano, fu portato a pensare che quel piccolo "nero" aveva un padre, [[Dio]]: di conseguenza il proprietario di schiavi peccava contro l'Altissimo<ref>[[Raimondo Luraghi]] ''Storia della guerra civile americana'', BUR, 1994, pp. 128-129</ref>. Allora giurò guerra implacabile e odio inestinguibile allo [[schiavismo]]; intraprese questa con fiero entusiasmo e contemporaneamente con l'intolleranza di un antico [[crociato]].<ref>[[Raimondo Luraghi]] ''Storia della guerra civile americana'' BUR 1994, pag. 129</ref>.
Giunto all'età di 16 anni, l'adolescente John lasciò la casa paterna per recarsi a [[Plainfield (Massachusetts)|Plainfield]], nel [[Massachusetts]], ove s'iscrisse ad un programma di preparazione professionale; poco più tardi si ritrovò alla Morris Academy di [[Litchfield (Connecticut)|Litchfield]], nel [[Connecticut]], (fondata dall’ufficiale dell'[[Esercito Continentale]] [[James Morris III]])<ref>[http://pabook.libraries.psu.edu/palitmap/bios/Brown__John.html John Brown profile] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20081208201948/http://pabook.libraries.psu.edu/palitmap/bios/Brown__John.html }}, pabook.libraries.psu.edu; accesso 29 agosto 2015.</ref>.
Pare assodato che in questo periodo sperasse ancora di poter diventare un pastore [[congregazionalismo|congegrazionalista]], ma aveva pochi risparmi e cominciò a soffrire di una fastidiosa infiammazione agli occhi; ciò lo costrinse ad abbandonare la Morris Academy e a fare ritorno nell'[[Ohio]]. A Hudson lavorò brevemente nella conceria del padre, prima di riuscire ad aprirne una propria appena fuori dalla città, usufruendo della collaborazione del fratello adottivo. Le sue letture della gioventù furono le biografie di [[Oliver Cromwell|Cromwell]], dei rivoluzionari francesi, di [[Napoleone Bonaparte]], di [[Spartaco]] e [[Quinto Sertorio]], poi anche le ''[[Vite parallele]]'' di [[Plutarco]]; in tal modo apprese a valutare in una maniera intrisa di [[romanticismo]] la funzione creatrice delle grandi personalità storiche. Conobbe le vicende della [[rivoluzione haitiana]] (il primo Stato a maggioranza africana libero nel mondo)<ref>[[Raimondo Luraghi]] ''Storia della guerra civile americana'' BUR 1994, pag. 129-130</ref>. Si rafforzò nell'odio ai tiranni, come ai loro tempi già avevano fatto [[Marco Giunio Bruto]] e [[Marco Porcio Catone]]: ma
== Famiglia e carriera ==
{{citazione|Egli è un uomo di media statura solido, snello e muscoloso, ed ha nei suoi movimenti una sveltezza felina. I suoi capelli sono color pepe e sale e irti come setole; ha una lunga e ondedeggiante barba da caprone la quale gli conferisce un aspetto patriarcale: i suoi occhi sono grigi e penetranti<ref>Citato in [[Raimondo Luraghi]] ''Storia della guerra civile americana'' BUR 1994, pag. 128</ref>.}}
Nel 1820 sposò Dianthe Lusk ed il loro primo figlio, [[John Brown Jr.]]<ref>
[[File:J Brown Tannery 1826-1907.jpg|miniatura|sinistra|L'abitazione di John Brown a New Richmond nella [[contea di Crawford (Pennsylvania)]].]]
Nel giro di un anno giunse ad impiegare fino a 15 assistenti ed apprendisti; Brown ottenne inoltre un discreto successo finanziario tramite l'[[allevamento]] del bestiame e l'[[agrimensura]]. Riuscì in tal modo a contribuire alla creazione di un ufficio postale e alla fondazione di una scuola locale. In questo periodo gestì anche una rete commerciale inter-statale coinvolgente la [[compravendita]] di capi d'allevamento e [[cuoio]] assieme a un parente, Seth Thompson, originario dell'Ohio Orientale.
Nel 1831 uno dei figli
[[File:JOHN BROWN FARMHOUSE, HUDSON, SUMMIT COUNTY.jpg|
Nel 1836 si
Provò in molti diversi modi a uscire dai debiti; oltre ai tentativi realizzati nella concia delle pelli e nel commercio del bestiame intraprese anche l'allevamento di cavalli e pecore, che diventò una delle sue attività principali da privato cittadino.
Nel 1837<ref>{{
{{citazione|Qui, dinanzi a
Sin dal 1839 impegnò con un solenne giuramento i figli alla [[lotta armata]] volta a distruggere definitivamente la schiavitù dall'intera nazione.
Venne dichiarato insolvente e quindi in stato di [[fallimento (diritto)|fallimento]] da un tribunale federale il 28 settembre del 1842 e l'anno successivo
[[File:Perkins Front slightAngle.jpg|
Alla fine Brown traslocò con i figli
== Anni cruciali in Massachusetts ==
{{citazione|Egli considerava la schiavitù una vera e propria aggressione senza esclusione di colpi perpetrata da alcuni contro altri, dai malvagi contro gli innocenti ed a cui occorreva reagire di conseguenza... una guerra non provocata e ingiustificabile condotta da una porzione dei suoi cittadini contro un'altra, le cui uniche condizioni sono la prigione perpetua e la servitù senza speranza, oppure il completo [[genocidio]]|[[Raimondo Luraghi]]<ref>''Storia della guerra civile americana'' BUR 1994,
Nel 1846 Brown e il suo socio in affari Simon Perkins si trasferirono nella città ideologicamente progressista di [[Springfield (Massachusetts)|Springfield]]. Qui trovò una comunità
L'intento di Brown e Perkins
[[File:Frederick Douglass by Samuel J Miller, 1847-52.jpg|
Due anni prima del suo arrivo gli abolizionisti [[Afroamericano|afroamericani]] di Springfield avevano fondato la "Sanford Street Free Church", esistente ancor oggi con la denominazione di St. John's Congregational Church<ref>
[[File:Unidentified Artist - Sojourner Truth - Google Art Project.jpg|
Nel 1847, dopo aver pronunziato un proprio discorso alla "Free Church", Douglass trascorse un'intera nottata parlando e discutendo animatamente con Brown,
{| class="wikitable"
| "Da quella notte del 1847 trascorsa con John Brown a Springfield, mentre egli continuava a scrivere e parlare contro la schiavitù, divenni tuttavia sempre meno speranzoso in una sua abolizione pacifica.{{ - }}Le mie parole risuonarono sempre più del colore delle forti impressioni suscitate da quest'uomo"<ref name="masslive.com"/>.
|}
Il capitano gli spiegò con dovizia di particolari che occorreva penetrare nel Sud alla testa di uomini armati e accendervi tra gli schiavi la fiamma dell'[[insurrezione]], allora sarebbe stato possibile rifugiarsi tra le valli impervie e quasi inaccessibili del [[Allegheny (fiume)|fiume Allegheny]] e condurvi la guerriglia a tempo indeterminato. Era nata in lui la decisione di scatenare contro i sudisti la guerra per bande<ref>Raimondo Luraghi ''Storia della guerra civile americana'', BUR, 1994, pag. 130</ref>. Contemporaneamente Brown si impegnò profondamente per trasformare la città in uno dei centri principali dell'[[abolizionismo]] e in una delle fermate più sicure e importanti della [[Ferrovia Sotterranea]]<ref>{{Cita web|url=http://sjkb.org/discover_stjohns/history.html|titolo=History | St. John's Congregational Church | Springfield, MA|editore=Sjkb.org|data=22 giugno 2010|accesso=16 ottobre 2012|dataarchivio=26 aprile 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120426062202/http://sjkb.org/discover_stjohns/history.html|urlmorto=sì}}</ref><ref name="cowanauctions.com">{{Cita web|url=http://www.cowanauctions.com/department_view_item.asp?ItemId=55248|titolo=Cowan's Auctions|accesso=5 dicembre 2010|cognome=Cowan|nome=Wes|data=6 dicembre 2007|urlarchivio=https://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:http://www.cowanauctions.com/department_view_item.asp%3FItemId%3D55248|dataarchivio=30 novembre 2010}}</ref>.
{{Immagine multipla
|allinea = right
|direzione = orizzontale
|sfondo =
|larghezza = <!-- dimensione per tutte le immagini -->
|titolo = Due [[dagherrotipi]] di Brown, scattati dal fotografo [[afroamericano]] [[Augustus Washington]] a [[Springfield (Massachusetts)]].
|immagine1 = John Brown by Augustus Washington, 1846-47.png
|didascalia1 = Il futuro [[capitano]] Brown nel 1846-47 circa.
|larghezza1 = 224
|immagine2 = John Brown by Augustus Washington, 1846-7.png
|didascalia2 = Alla destra Brown tiene in mano la bandiera della "Subterranean Passway", la controparte militante, ideata dallo stesso Brown, della [[Ferrovia Sotterranea]]<ref name="cowanauctions.com" />|larghezza2 = 200}}
Ebbe anche modo d'imparare molto sull{{'}}''[[élite (sociologia)|élite]]'' mercantile del [[Massachusetts]], conoscenza che gli fu utile soprattutto nel corso del [[Bleeding Kansas]] e durante la preparazione del [[raid di John Brown contro Harpers Ferry]]. La comunità imprenditoriale reagì con esitazione quando Brown chiese di modificare la loro pratica altamente redditizia di vendere lana di bassa qualità in massa a prezzi estremamente contenuti. In un primo tempo Brown si fidò ingenuamente, ma presto si rese conto ch'essi erano determinati a mantenere il controllo sui prezzi; inoltre alla periferia gli allevatori della [[Connecticut (fiume)|Connecticut River Valley]] rimanevano sostanzialmente disorganizzati ed esitanti a cambiare radicalmente i metodi di produzione per poter aumentare la qualità. Nell'"Ohio Cultivator" Brown ed altri produttori si lamentavano del fatto che le tendenze agricole predominanti stavano abbassando i prezzi della lana esportata. In reazione a ciò, tentò un ultimo sforzo per evitare l{{'}}''élite'' mercantile cercando un'alleanza diretta con i produttori europei; ma fu alla fine deluso nell'apprendere che Oltreoceano preferivano comprare in massa le lane del Massachusetts Occidentale ai prezzi economici che avevano ottenuto.
Nell'agosto del 1849 Brown compì un viaggio in [[Inghilterra]] per cercare prezzi più alti per la lana di Springfield; esso si rivelò però un fallimento in quanto la sua società subì una perdita di 40.000 dollari, di cui Perkins sopportò il peso maggiore. Disse in seguito di aver
{{citazione|ispezionato tutte le fortificazioni e le opere campali europee, con l'intenzione di applicare le conoscenze acquisite alla condotta della guerriglia sui monti [[Appalachi]]<ref>Raimondo Luraghi ''Storia della guerra civile americana'', BUR, 1994, p. 134</ref>.}}
Dopo questo rovescio, la società di intermediazione sulle lane chiuse verso la fine del 1849; successive vertenze legali legarono i soci ancora per diversi anni.
{{vedi anche|Presidenza di Millard Fillmore#Fugitive Slave Law|Compromesso del 1850}}
Prima che Brown lasciasse Sprinfield nel 1850, fu approvata la [[Fugitive Slave Law|legge sugli schiavi fuggitivi]], che imponeva alle autorità degli Stati liberi del Nord di aiutare la cattura e la restituzione al Sud degli schiavi fuggiaschi, imponendo inoltre severe sanzioni a tutti coloro che invece operavano per aiutarne la fuga. In risposta Brown fondò un gruppo militante per impedire la cattura degli ex schiavi, la "League of Gileadites". Il nome proviene dal monte di [[Galaad]] menzionato nella [[Bibbia]], il luogo in cui solamente i più coraggiosi appartenenti al [[popolo ebraico]] si radunavano per affrontare un nemico invasore; Brown fondò la lega con queste parole:
{{citazione|Niente è così attraente per il popolo americano come il coraggio personale. [I neri] avrebbero dieci volte il numero [di amici bianchi] di quello che hanno ora se solo fossero seriamente decisi a farsi valere per garantirsi i loro più diritti invece di scimmiottare le follie e le stravaganze perverse dei loro vicini bianchi; ovvero indulgere in uno spettacolo ozioso, in un'allegria pagana e nella [[lussuria]]<ref name="zikibay.com">{{Cita web|url=http://www.zikibay.com/brown/prelude.html|titolo=John Brown: In His Own Words – Prelude|editore=Zikibay.com|accesso=16 ottobre 2012|dataarchivio=26 aprile 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120426062159/http://www.zikibay.com/brown/prelude.html|urlmorto=sì}}</ref>.}}
Lasciando la città, Brown ordinò alla Lega di "agire rapidamente, in silenzio ed efficacemente" a protezione degli schiavi fuggiti fino a Springfield; parole che potrebbero ben prefigurare le azioni successive da lui messe in atto<ref name="zikibay.com"/>. Dal momento della fondazione della Lega in poi nessuno fu mai più ricondotto in schiavitù una volta giunto a Springfield. Brown donò la propria [[sedia a dondolo]] alla madre del suo amato portinaio afroamericano, Thomas Thomas, come ultimo gesto di amicizia ed affetto<ref name="masslive.com" />.
[[File:David Walkers Appeal 1830 edition.jpg|miniatura|Il [[frontespizio]] di ''Appeal'' di [[David Walker (abolizionista)|David Walker]].]]
Il periodo trascorso a Sprigfield gettò indubbiamente i semi per il futuro sostegno economico che avrebbe ricevuto dai grandi mercanti degli [[Stati Uniti d'America nord-orientali]], introducendolo nei circoli degli abolizionisti famosi a livello nazionale come Douglass e Trouth e includendo le fondamenta del suo primo gruppo militante anti-schiavismo<ref name="masslive.com" /><ref name="theatlantic.com"/>.
[[File:Torrey monument.jpg|miniatura|sinistra|Il [[monumento]] innalzato a [[Cambridge (Massachusetts)]] alla memoria di [[Charles Turner Torrey]], un altro degli eroi di J. Brown morti per la causa abolizionista.]]
In questi stessi anni Brown contribuì anche a diffondere il discorso di [[David Walker (abolizionista)|David Walker]] (padre del futuro avvocato e politico militante per i [[diritti civili]] [[Edward Garrison Walker]]) denominato ''Appeal''<ref>{{Cita web|url=http://kimeatghs.com/ushistory/abolitionism.html |titolo=Abolitionism |editore=GHS IB History of the Americas |urlmorto=unfit |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110713150821/http://kimeatghs.com/ushistory/abolitionism.html |dataarchivio=13 luglio 2011 }}</ref>. Il proprio atteggiamento personale evolvette in maniera decisa tra il 1845 e il 1850, osservando con compiacimento il successo che stava ottenendo la "[[Ferrovia Sotterranea]]" (''Underground Railroad'') in città e avviando la sua prima avventura all'insegna dell'organizzazione comunitaria militante in opposizione al sistema schiavistico.
Nei discorsi pronunciati in questo lasso di tempo definì Elijah Lovejoy e [[Charles Turner Torrey]] (giovane abolizionista di [[Scituate (Massachusetts)|Scituate]] morto in prigione)<ref>{{Cita libro|cognome1=Nell |nome1=William Cooper |wkautore=William Cooper Nell |titolo=William Cooper Nell, Nineteenth-Century African American Abolitionist, Historian, Integrationist: Selected Writings from 1832-1874 |url=https://books.google.com/books?id=xRe7QTtXaFcC&pg=RA4-PA99 |anno=2002 |editore=Black Classic Press |isbn=978-1-57478-019-2}}</ref> "bianchi pronti a tutto pur di aiutare i neri e sfidare gli schiavisti"<ref>Reynolds, 2005, p. 124</ref>.
A Springfield Brown trovò una comunità ben disposta che condivideva le sue passioni libertarie e ciascuna delle parti sembrò arrivare a educare l'altra; sia con i successi che con i fallimenti scaturiti questo fu un periodo di trasformazione radicale della sua vita<ref name="masslive.com"/>.
=== Origini teoriche della guerriglia per bande ===
{{citazione|Tutte le imprese nazionali s'iniziano da uomini ignoti e di popolo, senza potenza fuorché di fede e di volontà che non guarda a tempo e ad ostacoli|[[Giuseppe Mazzini]]<ref>Raimondo Luraghi ''Storia della guerra civile americana'' BUR 1994, pa. 133</ref>.}}
[[File:John Brown Bell.jpg|
Lo studio approfondito condotto dallo storico italiano della guerra civile [[Raimondo Luraghi]] ha messo in evidenza le connessioni tra il pensiero di Brown e l'[[ideologia]] [[insurrezione|insurrezionale]] largamente presente in quegli stessi decenni nel [[continente europeo]]; egli conobbe difatti nel dettaglio le azioni dei resistenti nella [[guerra d'indipendenza spagnola]] contro l'[[Armée française]] di [[Napoleone Bonaparte]] e da cui originò il termine stesso di "[[guerriglia]]"<ref>Raimondo Luraghi ''Storia della guerra civile americana'' BUR 1994, pag. 127-132</ref>. Inoltre fu un sincero ammiratore sia di [[Giuseppe Mazzini]] e della [[carboneria]] che di [[Giuseppe Garibaldi]], già discretamente celebre in tutta l'[[America settentrionale]]; la teorizzazione di Brown della "resistenza nelle montagne" ha poi delle notevoli somiglianze con ciò che venne realizzato più di un secolo dopo dai [[partigiani]] contro la [[Repubblica Sociale Italiana]]<ref>Raimondo Luraghi ''Storia della guerra civile americana'' BUR 1994, pag. 133-143</ref>. Nell'Europa degli anni 1830, sotto l'impressione delle esperienze spagnole, russe e della [[guerra d'indipendenza greca]] (nel cui nome morì [[George Gordon Byron]]) l'ideale del rivoluzionarismo romantico è molto forte; i giornali statunitensi seguivano con interesse e simpatia le vicende dei movimenti nazional-democratici d'Oltreoceano<ref>Raimondo Luraghi ''Storia della guerra civile americana'' BUR 1994, pag. 131-132</ref>. A [[New York]] viveva esule [[Piero Maroncelli]] e convertiva alla causa giovani emigrati entusiasti; Mazzini aveva pubblicato in un giornale abolizionista la sua ''Preghiera di un esule a Dio pei padroni di schiavi''.<ref>Raimondo Luraghi ''Storia della guerra civile americana'' BUR 1994, pag. 133-134</ref>
[[File:First floor Bedroom in John Brown's Farm.JPG|miniatura|La camera da letto del capitano nel [[John Brown Farm State Historic Site]] di [[North Elba]].]]
== Fattoria a North Elba ==
Nel 1848 Brown seppe che [[Gerrit Smith]], proprietario di terre dei [[monti Adirondack]], le affidava ad [[afroamericani]] liberi poveri; decise quindi di trasferirsi con l'intera famiglia tra i nuovi coloni. Acquistò un appezzamento di terreno nei pressi di [[North Elba]] nelle immediate vicinanze di [[Lake Placid]] nello [[New York (stato)|Stato di New York]] per un dollaro l'[[acro]], ed ivi trascorse i successivi due anni<ref>{{Cita web|url=https://archive.org/stream/historyofadiron02dona#page/5/mode/1up|titolo=A history of the Adirondacks|editore=Archive.org |data= |accesso=16 ottobre 2012}}</ref>.
Dopo
{{citazione|Appariva tutt'altro che un utopista; egli era invece terribilmente consapevole e lucidamente sicuro di sé e degli obiettivi che si proponeva... presto sarebbe passato alla ribalta della notorietà, diventando in breve tempo il terrore del Sud. Nel [[Bleeding Kansas]] avrebbe perso il primo figlio.<ref>Raimondo Luraghi ''Storia della guerra civile americana'' BUR 1994,
== Azioni in Kansas ==
{{vedi anche|Bleeding Kansas}}
[[File:John Brown by John Steuart Curry (study for the Kansas Mural).jpg|miniatura|La [[collera]] di John Brown assimilato a [[Mosè]] in un dipinto di [[John Steuart Curry]] al [[Metropolitan Museum of Art]].]]Dopo il 1854, il territorio del Kansas stava vivendo una situazione di guerra civile, chiamata [[Bleeding Kansas]], tra fazioni favorevoli e contrarie alla schiavitù. La questione doveva essere decisa dagli elettori del Kansas, ma non era chiaro chi potesse votare; brogli elettorali diffusi a favore della schiavitù furono confermati da una commissione d'inchiesta del Congresso.
A differenza della maggior parte degli altri abitanti del Nord, che sostenevano la resistenza pacifica, Brown chiese invece risolutamente l'adozione della violenza in risposta all'aggressione del Sud; credeva in tal modo di manifestare la volontà di [[Dio]] nel punire gli uomini per il [[peccato]] di possedere schiavi<ref>{{Cita libro|autore=Eric Foner|titolo=Forever Free: The Story of Emancipation and Reconstruction|url=http://books.google.com/books?id=10NdBej1_JEC&pg=PA32|anno=2006|editore=Random House Digital, Inc.|p=32}}</ref>.
=== Pottawatomie ===
{{vedi anche|Massacro del Pottawatomie#Discussione sul ruolo di Brown e sulle motivazioni}}
{{citazione|Di colpo il suo nome passò ad una sinistra notorietà e bastava la notizia del suo avvicinarsi per spargere il panico tra i simpatizzanti del Sud. Da quel momento condusse in modo aperto e implacabile la guerriglia, diventando sempre più lo spavento dei meridionali<ref name="Raimondo Luraghi 1994">Raimondo Luraghi ''Storia della guerra civile americana'' BUR 1994, pag. 136</ref>.}}
Brown e i coloni liberi erano ottimisti sul fatto che avrebbero potuto far entrare il Kansas nell'Unione come uno Stato libero dall'imposizione della schiavitù<ref>{{Cita libro|cognome=Rhodes|nome=James Fork|titolo=History of the United States from the Compromise of 1850|url=https://archive.org/details/historyunitedst02rhodgoog|anno=1892|editore=Harper & Brothers|città=Original from Harvard University|p=[https://archive.org/details/historyunitedst02rhodgoog/page/n401 385]}}</ref>; dopo che le abbondanti nevicate invernali si sciolsero, nel 1856 gli attivisti pro-schiavitù intrapresero una campagna per conquistare il Kansas alle loro condizioni.
[[File:Southern Chivalry.jpg|miniatura|La [[bastonatura di Charles Sumner]] ad opera del sudista [[Preston Smith Brooks]] avvenuta all'interno dell'aula del [[Senato degli Stati Uniti|Senato]].]]
Brown rimase particolarmente colpito dal [[saccheggio di Lawrence]], avvenuto a maggio per mano degli schiavisti, in cui un gruppo armato guidato da uno sceriffo e giunto da Lecompton guidò la distruzione degli uffici del giornale locale che parteggiava per i ''freesoilers'' e un albergo vicino; vi fu solo una vittima, un cosiddetto [[ruffiano di confine]]. Ad alimentare ulteriormente la rabbia del capitano contribuì l'episodio della [[bastonatura di Charles Sumner]] ad opera del sudista [[Preston Smith Brooks]], avvenuta all'interno dell'aula del [[Senato degli Stati Uniti|Senato]]. Un giornalista schiavista, [[Benjamin Franklin Stringfellow]], scrisse sul giornale ''Squatter Sovereign'' che "[le forze schiaviste] sono decise a respingere questa invasione del Nord e rendere il Kansas uno Stato schiavista, anche se i nostri fiumi dovessero essere coperti dal sangue delle vittime e le carcasse degli abolizionisti fossero talmente numerose sul territorio da far esplodere malattie ed epidemie a catena: non saremo scoraggiati dal nostro scopo!"<ref>Reynolds, 2005, p. 162</ref>. Brown era indignato, sia a causa dalla violenza delle forze schiaviste che da quella che considerava una risposta troppo debole da parte dei partigiani antischiavisti e dei coloni dello Stato Libero, che lui definiva "codardi o peggio"<ref>Reynolds, 2005, pp. 163–64</ref>.
Brown condusse una sorveglianza sui "ruffiani" accampati nelle vicinanze e apprese che la sua famiglia era stata contrassegnata per subire una [[rappresaglia]]; inoltre gli venne data l'informazione - presumibilmente affidabile - che i vicini schiavisti avevano contattato un gruppo di uomini a tale scopo, sostenendoli materialmente. Brown e una banda di coloni abolizionisti partirono dalle loro case e uccisero questi cinque "cacciatori professionisti di schiavi e militanti schiavisti", in quello conosciuto come il [[massacro del Pottawatomie]]<ref>{{cita web|titolo=A Libertarian Defense of John Brown|data=18 febbraio 2014|autore=Huyett|nome=Ian|sito=Libertarian Republic|url=https://thelibertarianrepublic.com/defense-john-brown/|accesso=10 febbraio 2019|dataarchivio=24 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160324204848/http://thelibertarianrepublic.com/defense-john-brown/}}</ref>.
Parlando delle
{{citazione|Quando si sa che tali minacce erano tanto abbondanti quanto
Nei due anni precedenti il
[[File:John Brown Museum-Osawatomie.JPG|miniatura|Il [[John Brown Museum]] ad [[Osawatomie]].]]
L'amatissimo padre, [[Owen Brown (attivista)|Owen Brown]], morì l'8 maggio di quell'anno; la corrispondenza indica che la famiglia ricevette la notizia della disgrazia all'incirca nello stesso periodo.
=== Palmyra e Osawatomie ===
{{vedi anche|Missouri nella guerra di secessione americana#Bleeding Kansas}}
Una banda armata schiavista, introdottasi illegalmente dal Missouri e guidata dal capitano Henry Clay Pate<ref>{{cita web|url=http://www.kansasboguslegislature.org/mo/pate_h_c.html|titolo=Henry Pate}}</ref> catturò John Jr. e Jason e distrusse la fattoria della famiglia Brown, per partecipare poco più tardi anche al "saccheggio di Lawrence". Il 2 giugno Brown, con nove dei suoi seguaci e venti uomini locali, difese con successo una colonia dello Stato libero a Palmyra nei pressi di [[Baldwin City]], contro un attacco di Pate (vedi la [[battaglia di Black Jack]]). Pate e ventidue dei suoi uomini furono fatti prigionieri<ref>Reynolds, 2005, pp. 180–81, 186</ref>. Dopo la cattura vennero condotti al campo base di Brown e ricevettero tutto il cibo che si poté trovare. Brown costrinse quindi Pate a firmare un accordo, scambiando la loro libertà con la promessa liberazione dei suoi due figli catturati; rilasciò Pate nelle mani del [[colonnello]] [[Edwin Vose Sumner]]; ma s'infuriò nello scoprire che il rilascio dei figli fosse ritardato a settembre.
In agosto una [[compagnia (unità militare)|compagnia]], composta da oltre trecento uomini provenienti dal Missouri e sotto il comando del [[maggior generale]] [[John William Reid]], futuro ufficiale confederato, attraversò il Kansas e si diresse verso [[Osawatomie]], con l'intenzione di distruggere gli insediamenti dello Stato libero e poi marciare su [[Topeka]] e [[Lawrence (Kansas)|Lawrence]]<ref>Reynolds, 2005, p. 199</ref>.
[[File:John Brown by Southworth & Hawes, 1856.png|miniatura|Il capitano nel 1856.]]
La mattina del 30 agosto questi spararono al figlio di Brown, Frederick, uccidendolo sul colpo, e al suo vicino David Garrison, proprio alla periferia di Osawatomie. Brown, in inferiorità numerica in un rapporto superiore a 7 contro 1, fece appostare i suoi 38 uomini dietro le difese naturali poste lungo la strada. Sparando dalla loro copertura riuscirono ad uccidere almeno 20 uomini di Reid e a ferirne più o meno gravemente almeno altri 40<ref>Reynolds, 2005, pp. 200-201</ref>. Reid si raggruppò, ordinando ai suoi di scendere da cavallo e caricare gli avversari rintanati dentro i boschi. Il piccolo drappello di Brown si sparse e fuggì attraversando il "[[Marais des Cygnes River]]"; uno dei suoi uomini fu ucciso durante la ritirata e quattro furono catturati. Mentre Brown e i suoi sopravvissuti si nascondevano nella boscaglia la compagnia del Missouri saccheggiò e diede alle fiamme Osawatomie<ref>Reynolds, 2005, p. 201</ref> (vedi [[battaglia di Osawatomie]] e [[massacro di Marais des Cygnes]]).
[[File:Marais-massacre.jpg|miniatura|sinistra|Il [[massacro di Marais des Cygnes]] perpetrato dai sudisti contro i coloni del Nord nel 1858 in un'illustrazione dell'epoca.]]
Nonostante fosse stato alla fine sconfitto, il coraggio e l'accortezza di Brown di fronte alla schiacciante preponderanza del nemico lo innalzarono all'attenzione nazionale rendendolo di fatto un eroe per molti abolizionisti del Nord<ref>Reynolds, 2005, p. 202</ref>.
Il 7 settembre Brown giunse a Lawrence per incontrare i capi dello Stato libero e aiutarli a fortificarsi in vista di un temuto assalto; almeno 2.700 schiavisti del Missouri stavano ancora una volta invadendo il Kansas. Il 14 settembre vi fu una [[schermaglia]] alla periferia della cittadina<ref>Reynolds, 2005, p. 203</ref>. Brown si preparò per la battaglia, ma una grave esplosione di violenza fu evitata quando il nuovo governatore [[John White Geary]] ordinò alle parti belligeranti di disarmare e sciogliersi, offrendo in cambio clemenza agli ex combattenti di entrambi gli schieramenti. Approfittando della fragile tregua il capitano lasciò quindi il Kansas con tre dei suoi figli per raccogliere denaro tra i sostenitori del Nord<ref>Reynolds, 2005, pp. 203–04</ref>.
== Ultimi anni ==
=== Raccolta di uomini e mezzi ===
Nel novembre del 1856 Brown era tornato
[[File:Franklin Benjamin Sanborn.jpg|
[[Amos Adams Lawrence]], uno dei maggiori commercianti della città, offrì segretamente una gran quantità di denaro; anche [[William Lloyd Garrison]], [[Thomas Wentworth Higginson]] (corrispondente e amico della poetessa [[Emily Dickinson]]) e [[Theodore Parker]] (pastore [[Unitarianismo|unitariano]]), l'industriale [[George Luther Stearns]] e il medico [[Samuel Gridley Howe]] sostennero l'operato fin qui svolto e le intenzioni prossime del capitano<ref>{{Cita libro|url=https://books.google.com/?id=bcKAHEF-H-wC&pg=PA44&dq=wiki+mr.+george+walker+%22john+brown%22+springfield#v=onepage&q&f=false|titolo=Memoirs of John Brown: Written for Rev. Samuel Orcutt's History of ... – Franklin Benjamin Sanborn, William Ellery Channing – Google Books |editore=Books.google.com|accesso=16 ottobre 2012|anno=1878}}</ref>.
I sei facoltosi abolizionisti, Sanborn, Higginson, Parker, Stearns, Howe e Gerrit Smith, fornirono la maggior parte dei fondi necessari per il [[raid di John Brown contro Harpers Ferry]] e divennero conosciuti come i "[[Secret Six]]" o "Comitato dei Sei"<ref name="test">[http://www.americanheritage.com/articles/magazine/ah/2009/3/2009_3_20.shtml Jason Emerson] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100419012424/http://www.americanheritage.com/articles/magazine/ah/2009/3/2009_3_20.shtml }} "The Secret Six", ''American Heritage'', Fall 2009.</ref>. Spesso venne richiesto il loro aiuto senza precisare alcuno scopo specifico, tanto che continua a rimanere assai poco chiaro fino a che punto e in quale misura lo schema teorico adottato da Brown (insurrezione degli schiavi e lotta armata sulle montagna degli [[Appalachi]]) fosse effettivamente a conoscenza dei sei.
Il 7 gennaio del 1858 il Comitato s'impegnò a fornire 200 [[fucile Sharps|fucili Sharps]] e munizioni che vennero immagazzinati a [[Tabor (Iowa)|Tabor]]; a marzo intraprese contatti con l'anglo-canadese Charles Blair, residente a [[Collinsville (Connecticut)|Collinsville]], per procurarsi un migliaio di [[picca|picche]].
[[File:Ralph Waldo Emerson ca1857 retouched.jpg|miniatura|[[Ralph Waldo Emerson]] conobbe Brown ed assistette alle sue conferenze abolizioniste.]]
Nei mesi immediatamente successivi Brown continuò a raccogliere fondi a [[Worcester (Massachusetts)|Worcester]], Springfield, [[New Haven]], [[Syracuse (New York)|Syracuse]] e Boston; in quest'ultima città fece conoscenza con i poeti e letterati [[Henry David Thoreau]] e [[Ralph Waldo Emerson]]. Ricevette complessivamente molte promesse ma ben pochi soldi.
Mentre si trovava in trasferta a [[New York]] venne presentato a [[Hugh Forbes]], un [[mercenario]] inglese con una discreta esperienza come tattico militare, che si era guadagnata mentre combatteva a fianco di [[Giuseppe Garibaldi]] nel corso della [[prima guerra d'indipendenza italiana]]. Brown lo assunse in qualità di supervisore dei suoi uomini e per scrivere un manuale tattico sulla [[guerriglia]] per bande da poter utilizzare come testo di addestramento<ref name="Raimondo Luraghi 1994"/>. Si accordarono per incontrarsi a Tabor entro l'estate. Usando lo [[pseudonimo]] di "Nelson Hawkins" Brown viaggiò attraverso il Nord-est per poi andare a far visita alla famiglia a [[Hudson (Ohio)|Hudson]]; il 7 agosto giunse infine a Tabor; Forbes arrivò due giorni dopo.
Per diverse settimane lavorarono assieme per mettere su carta un "piano ben fatto", avendo comunque divergenze su molti dettagli del progetto. A novembre ulteriori truppe assoldate partirono verso il [[Bleeding Kansas]]. Forbes, non avendo ancora ricevuto lo stipendio pattuito, ruppe con Brown e invece di avventurarsi nel [[Kansas]] si recò a Est. Presto avrebbe minacciato di rivelare la trama cospirativa di Brown al governo<ref name="Raimondo Luraghi 1994"/>.
A seguito delle elezioni svoltesi in ottobre, con la vittoria dei fautori dello Stato libero, il Kansas parve ritrovare una parvenza di tranquillità. Brown fece allora ritornare i suoi uomini nello [[Iowa]], ove li mise al corrente del piano appena stilato: fare irruzione in un [[arsenale]] federale nel territorio della [[Virginia]], armare gli schiavi fuggiaschi e con loro intraprendere la guerriglia sui monti contro le "forze criminose dello schiavismo là imperante"<ref>"Poco dopo un anno dalla sua prima visita nei paraggi di Springdale, Brown ricomparve a fine dicembre 1857, con circa dieci compagni e per scopi che egli non parve ansioso di sapere. Gli uomini furono alloggiati con un quacchero, William Maxon, a circa tre miglia a nordest del villaggio di Springdale, con Brown che era d'accordo di dare in cambio della loro ospitalità qualcosa dei suoi animali o dei suoi bagagli, come pareva giusto fare. Brown stesso fu ospitato nella casa di John H. Painter, a circa un miglio di distanza; e tutti furono benvenuti con questa amichevole ospitalità per la quale i Quaccheri sono sempre stati noti": Louis Thomas Jones, ''The Quakers of Iowa'', Iowa City, The State Historical Society of Iowa, 1914, p. 193</ref>.
[[File:The Maxson House, near Springdale - History of Iowa.jpg|miniatura|sinistra|La casa di William Maxson a [[Springdale (Iowa)]] (nel 1903 circa), dove vivevano e si allenavano i soci di John Brown tra il 1857 e il 1859. Lo stesso capitano viveva nella casa di [[John Hunt Painter]]<ref>"Poco prima dell'ultima partenza di Brown dall'insediamento dei Quaccheri egli vendette beni quali muli, bardature, carri, ecc. In questo affare John H. Painter, allora giudice di pace, fu assistente garante. Fu Painter che, dopo che Brown se n'era andato, spedì i fucili Sharpe e i revolver di quest'ultimo - 196 in tutto - contrassegnati come attrezzi da carpentiere. Essi furono fatturati dal West Liberty all'Harper's Ferry a qualche acquirente sconosciuto". Clarence Ray Aurner, (a cura di), ''A topical history of Cedar County, Iowa'', Chicago, S. J. Clarke Publishing Co., Volume I, 1910, p. 424</ref><ref>[http://www.usacitiesonline.com/owenbrownbio.htm "Death, funeral and life highlights of Owen Brown"]</ref><ref>Jeannette Mather Lord, 1959, [http://www.wvculture.org/history/journal_wvh/wvh20-2.html "John Brown: they had a concern"]</ref> (un agricoltore [[Quaccherismo|quacchero]]), situata a meno di un miglio di distanza.]]
Nel frattempo, lasciati gli uomini a [[Springdale (Iowa)]], Brown partì per recarsi a far visita a [[Frederick Douglass]], residente a [[Rochester (New York)]]; assieme a lui discusse i propri piani e riconsiderò le critiche espresse da Forbes<ref>Morel, Lucas E. [http://teachinghistory.org/history-content/ask-a-historian/24657 "In Pursuit of Freedom]." [http://www.teachinghistory.org Teachinghistory.org] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110711054633/http://teachinghistory.org/ |date=11 luglio 2011 }}; accesso 30 giugno 2011.</ref>.
Si mise quindi a scrivere una ''Costituzione provvisoria''<ref>
[http://law2.umkc.edu/faculty/projects/ftrials/johnbrown/brownconstitution.html Scheda]</ref> per creare le istituzioni di un nuovo Stato da stabilire nella regione da lui invasa: uno Stato libero dalla schiavitù<ref>[http://law.umkc.edu/faculty/projects/ftrials/johnbrown/brownconstitution.html John Brown's Provisional Constitution - Full Text] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20101125094913/http://www.law.umkc.edu/faculty/projects/ftrials/johnbrown/brownconstitution.html |data=25 novembre 2010 }}</ref>. Subito dopo, recatosi a [[Peterboro (New York)]] e a Boston, andò a discutere la questione con i "Sei Segreti".
[[File:Delany.jpg|miniatura|Foto del dottor [[Martin Robison Delany]].]]
In alcune lettere a loro indirizzate indicò che, insieme alle persone reclutate per la missione, sarebbe calato nel Sud con armi e volontari per proseguire il "lavoro iniziato nel Kansas".
Con dodici dei suoi seguaci, tra cui il figlio Owen Brown, il 10 maggio convocò a [[Chatham-Kent]] una "Convention costituzionale"<ref>{{Cita web|titolo=John Brown's Convention 1858|url=http://www.hmdb.org/marker.asp?marker=71386|sito=Historical Marker Database|accesso=24 settembre 2015|dataarchivio=25 settembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150925103347/http://www.hmdb.org/marker.asp?marker=71386|urlmorto=sì}}</ref>; la riunione, a cui parteciparono diverse decine di delegati tra cui l'amico [[James Madison Bell]] (poeta e oratore afroamericano), fu realizzata con l'aiuto del dottor [[Martin Robison Delany]] (medico abolizionista afroamericano)<ref>{{Cita web|url=http://www.wvculture.org/history/jbexhibit/chathamdelegates.html|titolo=Chatham Convention Delegates|accesso=17 aprile 2016}}</ref>.
=== Uno Stato libero per gli schiavi ===
[[File:Harriet Tubman by Squyer, NPG, c1885.jpg|miniatura|sinistra|[[Harriet Tubman]] collaborò attivamente con John Brown.]]
Almeno un terzo degli abitanti della cittadina canadese erano costituiti da schiavi fuggiaschi e fu proprio qui che Brown venne presentato ad [[Harriet Tubman]], nota attivista afroamericana; 34 neri e 12 bianchi si misero d'accordo per adottare la ''Carta costituzionale'' proposta.
Secondo quanto riferì Delany, durante la ''Convention'' Brown rese tutti partecipi dei suoi piani: rendere il Kansas, anziché il [[Canada]], la tappa finale della [[Ferrovia Sotterranea]], che portava al salvataggio degli schiavi scappati dalle piantagioni sudiste. Le riflessioni a posteriori di Delany non paiono però del tutto affidabili; Brown oramai non guardava più in direzione del Kansas ed era totalmente concentrato sulla Virginia. Altre testimonianze dell'incontro svoltosi a Chatam sembrano confermare che egli avesse parlato di dirigersi in massa contro il Sud per scatenare la guerriglia antischiavista<ref name="ReferenceA">Raimondo Luraghi ''Storia della guerra civile americana'' BUR 1994, pp. 136-137</ref>. Brown aveva utilizzato a lungo la terminologia della "Via del passaggio sotterraneo" fin dai tardi anni 1840, quindi rimane possibile che Delany abbia confuso le affermazioni espresse da Brown nel corso del tempo.
[[File:Richard Realf cph.3a02520.jpg|miniatura|Foto di [[Richard Realf]].]]
Brown venne eletto "[[comandante in capo]]" e nominò subito dopo l'avvocato bianco [[John Henrie Kagi]]<ref name="wvculture.org">[http://www.wvculture.org/history/jb11.html Karen Whitman, "Re-evaluating John Brown's Raid at Harpers Ferry"] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070929133004/http://www.wvculture.org/history/jb11.html }}, West Virginia Culture, accesso 12 aprile 2007</ref> alla carica di "segretario alla Guerra". Il poeta [[Richard Realf]]<ref>{{Cita libro|titolo=Realf, Richard|volume=18|p=235|nome=John|cognome=Stauffer}}</ref> fu nominato "segretario di Stato". Elder Moore, un pastore religioso afroamericano, avrebbe dovuto fungere da presidente in attesa di uno regolarmente eletto. A.M. Chapman (parente dell'attivista [[Maria Weston Chapman]]) assunse il ruolo di vicepresidente, anch'egli ''[[ad interim]]'', mentre Delany il corrispondente segretario. Entro la prima metà del 1859 fu scritta infine anche una "Dichiarazione di libertà dei rappresentanti della popolazione schiava degli Stati Uniti d'America".
Quasi tutti i delegati apposero la propria firma alla nuova Costituzione, ma pochi si offrirono volontari per unirsi alle forze già raccolte dal capitano. Non risultò mai ben chiaro quanti canadesi intendessero unirsi a Brown, poiché una "fuga di notizie" avvenuta poco dopo gettò temporaneamente all'aria il piano predisposto per il ''raid'', e durante la conseguente pausa dell'attività cospirativa Brown perse i contatti con molti dei capi canadesi. La crisi si verificò quando il mercenario [[Hugh Forbes]] cercò di rivelare il piano al [[Senato degli Stati Uniti|senatore]] del [[Massachusetts]] [[Henry Wilson]] (esponente del neonato [[Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)|Partito Repubblicano]] e futuro vice della [[presidenza di Ulysses S. Grant]]) e ad altri. Il "gruppo dei sei segreti" temette che i loro nomi sarebbero stati resi pubblici<ref name="ReferenceA"/>. Howe e Higginson volevano procedere senza ritardi, mentre Parker, Stearns, Smith e Sanborn insistevano per un rinvio; Stearn e Smith rappresentavano le principali fonti di finanziamento e le loro parole ebbero un maggior peso. Per invalidare le affermazioni di Forbes, Brown tornò nel Kansas nel giugno del 1858 e rimase in zona per almeno sei mesi.
[[File:H O Wagoner.jpg|miniatura|Ritratto dell'abolizionista [[Henry O. Wagoner]].]]
In Kansas unì le proprie forze con quelle del colonnello [[James Montgomery (militare)|James Montgomery]], che stava conducendo delle incursioni nel [[Missouri]] contro schiavisti. Il 20 dicembre Brown guidò la sua incursione, nella quale liberò undici schiavi, prese prigionieri due uomini bianchi e saccheggiò cavalli e carri dei coloni sudisti<ref>William G. Cutler, ''History of the State of Kansas'', A. T. Andreas, 1883, "The Era of Peace", Part 43</ref><ref>[http://www.moundcityks.com/history/brown.html "John Brown in Linn County"] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070421054750/http://www.moundcityks.com/history/brown.html }} accesso 12 aprile 2007</ref>. Il governatore del Missouri annunciò una taglia di 3.000 dollari (equivalenti a circa 90.000 dollari degli anni 2020) sulla sua cattura. Il 20 gennaio 1859 Brown iniziò un lungo viaggio per portare gli schiavi liberati a Detroit e da lì, in traghetto, in Canada. Quando passò per [[Chicago]] il mese seguente, incontrò i sostenitori abolizionisti [[Allan Pinkerton]] (investigatore privato e futura [[guardia del corpo]] di [[Abraham Lincoln]]), John Jones e [[Henry O. Wagoner]], che organizzarono la raccolta fondi per la trasferta fino a [[Detroit]]<ref>''The History of Johnson County, Iowa'', 1883, pp. 475–77</ref> e acquistarono vestiti e approvvigionamenti per Brown e i suoi. La moglie di Jones, Mary, dichiarò che tra le forniture c'era la tuta indossata dal capitano quando questi fu impiccato<ref>Richard Junger, "Thinking Men and Women who Desire to Improve our Condition", Henry O. Wagoner, ''Civil Rights, and Black Economic Opportunity in Frontier Chicago and Denver'', 1846–1887., in Alexander, William H., Cassandra L. Newby-Alexander, and Charles H. Ford, eds. ''Voices from within the Veil: African Americans and the Experience of Democracy'', Cambridge Scholars Publishing, 2009, p. 154</ref>. Il 12 marzo del 1859 incontrò ancora una volta Frederick Douglass e gli abolizionisti di Detroit [[George DeBaptiste]], [[William Lambert]] e altri a casa di William Webb, per discutere dell'emancipazione<ref>''Underground Railroad'', US Department of Interior, National Park Service, Denver Service Center. DIANE Publishing, 1 febbraio 1995, p. 168</ref>. DeBaptiste propose che i cospiratori facessero saltare in aria con l'esplosivo anche alcune delle maggiori chiese del Sud. Brown però respinse l'idea perché un tale spargimento di sangue non necessario era contrario al sentimento di umanità<ref>Gregory Toledo, ''The Hanging of Old Brown: A Story of Slaves, Statesmen, and Redemption'', Greenwood Publishing Group, 2002, p. 75</ref>.
Nel corso dei mesi seguenti viaggiò ininterrottamente attraverso l'[[Ohio]], lo [[New York (stato)|Stato di New York]], il [[Connecticut]] e il [[Massachusetts]] per accrescere il sostegno dell'[[opinione pubblica]] alla causa abolizionista. Il 9 maggio tenne una conferenza a [[Concord (Massachusetts)|Concord]], alla quale furono presenti sia [[Amos Bronson Alcott]] (il padre di [[Louisa May Alcott]]) che Emerson e Thoreau; Brown sondò anche i "segreti sei". A giugno fece la sua ultima visita alla famiglia a [[North Ebla]], prima di partire per [[Harper's Ferry]]. Rimase una notte lungo la strada, a [[Hagerstown (Maryland)|Hagerstown]], nell'albergo Washington House, in West Washington Street. Dai registri dell'albergo risulta che il 30 di giugno vi furono almeno 25 ospiti tra cui il signor "I. Smith con i figli", Oliver Smith, Owen Smith e Jeremiah Anderson, tutti di New York. Nei documenti rinvenuti nella fattoria Kennedy dopo il raid si leggeva che Brown scrisse a Kagi che avrebbe firmato il registro dell'albergo col nome "I. Smith e figli"<ref>[http://www.whilbr.org/JohnBrownWashingtonCounty/index.aspx John Brown in Washington County], whilbr.org; accesso 29 agosto 2015.</ref>.
[[File:Ole Peter Hansen Balling - John Brown - Google Art Project.jpg|miniatura|John Brown nel 1859 in un dipinto di [[Ole Peter Hansen Balling]].]]
=== Attacco al cuore del Sud ===
Mentre iniziava a reclutare sostenitori per sferrare un "attacco decisivo" contro gli schiavisti, Brown fu affiancato dall'attivista afroamericana Harriet Tubman, il "Generale Tubman" come la chiamava<ref name="Cli129">Clinton, p. 129.</ref>; la sua conoscenza delle reti sotterranee e delle risorse di supporto esistenti negli Stati della [[Pennsylvania]], del [[Maryland]] e del [[Delaware]] si rivelò una risorsa inestimabile per Brown e per i suoi organizzatori<ref>Clinton, pp. 126-127.</ref>. Anche se altri abolizionisti, come Frederick Douglass e [[William Lloyd Garrison]], erano contrari alla sua tattica, Brown sognava una lotta armata per creare un nuovo Stato per gli schiavi liberati e si preparò a un'operazione militare; credeva che dopo i primi scontri gli schiavi della regione si sarebbero ribellati, scatenando un'insurrezione in tutto il Sud<ref>Clinton, pp. 127-128.</ref>.
Brown chiese a Tubman di trovare ex schiavi che vivevano nell'attuale [[Ontario]] meridionale disposti a unirsi alla sua forza armata, cosa che ella fece. Brown arrivò a Harper's Ferry il 3 luglio. Alcuni giorni dopo, sotto il nome di Isaac Smith, prese in affitto una fattoria nel confinante Maryland ove cominciò ad attendere l'arrivo delle reclute; ma esse non raggiunsero i numeri che si attendeva<ref>Raimondo Luraghi ''Storia della guerra civile americana'' BUR 1994, pag. 138</ref>. Alla fine di agosto s'incontrò per l'ultima volta con Douglass a [[Chambersburg (Pennsylvania)]] e qui rivelò all'amico tutto il piano; Douglass espresse forti riserve e rifiutò di prendere parte alla spedizione. L'ex schiavo e futuro ''leader'' del [[movimento per i diritti civili degli afroamericani (1865-1896)]] era a conoscenza dei piani di Brown dai primi mesi del 1859 e aveva già compiuto una serie di tentativi per scoraggiare i neri dall'arruolarsi<ref>[http://www.cr.nps.gov/nr/travel/underground/pa2.htm "John Brown House"] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070406070408/http://www.cr.nps.gov/NR/travel/underground/pa2.htm |date=6 aprile 2007 }}, ''Aboard the Underground Railway'', National Park Service, accessed 3/25/2007</ref><ref>[http://www3.iath.virginia.edu/jbrown/fdlife.html excerpt from ''The Life and Times of Frederick Douglass,'' (1881, reprint New York: Pathway Press, 1941), pp. 350-354] accesso 25 marzo 2007</ref>.
[[File:John Brown portrait, 1859.jpg|miniatura|Il capitano tra il 1858 e il 1859 si lasciò crescere una folta barba.]]
Alla fine di settembre Charles Blair spedì 950 picche, che arrivarono a destinazione alla [[Kennedy Farm]]. La bozza del piano stilato da Kagi prevedeva una [[brigata]] di 4.500 uomini, ma Brown ne possedeva solamente 21 (16 bianchi e 5 neri, di cui tre liberi, uno schiavo liberato e uno fuggiasco) di età compresa tra 21 e 49 anni. In dodici avevano già partecipato alle incursioni svolte nel corso del [[Bleeding Kansas]]. La sera del 16 ottobre, lasciando tre uomini come retroguardia, Brown condusse i 18 all'assalto dell'[[Armeria (deposito)|armeria]] federale cittadina; portavano con sé almeno 200 "[[Bibbie di Beecher]]" calibro 52 e le picche ricevute dalle società abolizioniste del Nord. L'armeria, un grande complesso di edifici, conteneva più di 100.000 [[moschetti]] e fucili, che Brown aveva progettato di prendere e utilizzare per armare gli schiavi locali; il piano poi prevedeva di dirigersi a Sud, attirando sempre più schiavi dalle piantagioni e combattendo solo per autodifesa. Come testimoniò la famiglia del capitano e lo stesso [[Frederick Douglass]], la sua strategia era di ridurre il numero di schiavi in [[Virginia]] al punto di far crollare l'istituzione schiavista in una [[contea (suddivisione amministrativa)|contea]] dopo l'altra, e successivamente di estendere il movimento di rivolta all'intero [[profondo Sud]], provocando un'irreversibile crisi economica degli Stati basati sullo [[schiavismo]].
Inizialmente l'incursione si svolse secondo i piani previsti e non incontrò nessuna resistenza entrando in città; Brown e i suoi tagliarono i fili del [[telegrafo]] e occuparono facilmente l'armeria, sorvegliata da un unico guardiano, un civile. In seguito presero ostaggi dalle fattorie vicine, tra cui il colonnello [[Lewis Washington]], pronipote di [[George Washington]]. Due degli ostaggi morirono nel corso del raid<ref>[http://www.wvculture.org/History/jnobrown.html John Brown and the Harpers Ferry Raid] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080111050237/http://www.wvculture.org/History/jnobrown.html }}, wvculture.org; accesso 29 agosto 2015.</ref>. Gli uomini di Brown s'impegnarono a diffondere la notizia agli schiavi locali, dicendo che la loro liberazione era a portata di mano.
La situazione iniziò a cambiare quando un treno diretto a est della "Baltimore & Ohio Railroad" si avvicinò alla stazione. Gli uomini di Brown volevano fermare il treno, ma l'addetto ai bagagli e responsabile della stazione, Heyward Shepherd (un afroamericano libero) oppose resistenza e fu ucciso. Per qualche ragione rimasta oscura, dopo la sparatoria Brown permise al treno di riprendere il viaggio. Alla stazione successiva, A. J. Phelps, uno dei conducenti del treno, inviò un [[telegramma]] a W. P. Smith, direttore dei trasporti della linea ferroviaria a [[Baltimora]]:
{{citazione|[[Monocacy]], 7:05 A. M., 17 ottobre 1859.{{ - }}
Il [[treno espresso]] diretto ad Est, sotto la mia custodia, è stato fermato stamattina alla stazione di Harper's Ferry da un gruppo di abolizionisti armati. Hanno il possesso del ponte e dell'intera armeria federale. Io stesso, assieme al responsabile dei bagagli, siamo stati presi a fucilate; Hayward è ferito molto gravemente. È stato colpito in pieno petto, la palla gli è entrata nel corpo sotto la [[scapola]] sinistra ed è uscita sotto il lato sinistro del [[tronco (anatomia)|tronco]]<ref>Senate of Maryland, 1860, ''Correspondence relating to the Insurrection at Harper's Ferry, October 17, 1859'' [http://www.whilbr.org/TheInsurrection/index.aspx The Insurrection at Harper's Ferry], whilbr.org, October 17, 1859.</ref>.}}
Da [[Baltimora]] la notizia arrivò a [[Washington]] nella tarda mattinata. Nel frattempo gli agricoltori locali, i commercianti e la [[milizia]] accorsero e bloccarono i ribelli all'interno dell'armeria, tenendoli sotto tiro dalle alture dietro la cittadina. Alcuni locali rimasero uccisi dagli uomini di Brown.
[[File:Armory at Harpers Ferry, WV IMG 4683.JPG|miniatura|Parte dei macchinari presenti all'interno del [[Fortino di John Brown]] all'"Harpers Ferry National Historical Park".]]
A mezzogiorno una [[compagnia (unità militare)|compagnia]] di miliziani prese possesso del ponte impedendo in tal maniera ogni via d'uscita; Brown allora trasferì i prigionieri e gli uomini rimasti accanto a lui nella sala antincendio, un piccolo edificio di mattoni posto all'ingresso dell'armeria (il [[fortino di John Brown]]). Porte e finestre vennero sbarrate, dopo di che furono aperte delle [[feritoie]] attraverso i muri presi a picconate. Le forze assedianti accerchiarono l'edificio e iniziarono gli scambi di colpi di arma da fuoco. Brown inviò il figlio Watson e un altro del gruppo verso l'esterno con una [[bandiera bianca]], ma dalla folla partirono colpi che li uccisero. Esplose una furiosa sparatoria e anche l'altro figlio di Brown, Oliver, fu gravemente ferito. Implorando di essere ucciso per non soffrire più, il padre gli risponderà: "Se devi morire, muori come un uomo!" Pochi minuti dopo Oliver moriva. Gli scambi di colpi proseguirono per l'intera giornata.
La mattina del 18 ottobre quello che era oramai diventato per tutti il "fortino di John Brown" si trovò circondato da una compagnia dell'[[United States Marine Corps]] sotto il comando del [[primo tenente]] [[Israel Greene]] e con il colonnello [[Robert Edward Lee]] dell'[[United States Army]] alla guida generale delle operazioni<ref>Colonel Jon T. Hoffman, ''USMC: A Complete History'', Marine Corps Association, Quantico, VA, 2002, p. 84.</ref>. L'ufficiale [[James Ewell Brown Stuart]] si avvicinò al "fortino" gridando agli assediati che le loro vite sarebbero state risparmiate se si fossero arresi. Brown rifiutò rispondendogli: "No, preferisco morire qui!"; Stuart quindi diede un segnale: i ''marine'' utilizzarono mazze e un [[ariete (arma)|ariete]] improvvisato per abbattere la porta della sala antincendio. Il tenente Greene ridusse all'angolo Brown colpendolo più volte e ferendolo al capo: in tre minuti di azione il capitano e i sopravvissuti si ritrovarono prigionieri.
Complessivamente, Brown e i suoi uccisero quattro persone e ne ferirono nove; dieci uomini di Brown rimasero uccisi (tra questi i suoi due figli Watson e Oliver), cinque riuscirono a fuggire (tra loro [[Owen Brown]]), mentre sette furono catturati con il capitano. Tra le vittime vi erano [[John Henry Kagi]], [[Lewis Sheridan Leary]] e [[Dangerfield Newby]]; tra quelli poi impiccati - oltre a Brown - vi furono [[John Anthony Copeland Jr.]] e [[Shields Green]]<ref>{{Cita web|url=http://www2.iath.virginia.edu/jbrown/people.html|titolo=John Brown: The Conspirators|editore=virginia.edu|accesso=16 ottobre 2012}}</ref>.
[[File:Old Jail at Charlestown, Jefferson County, Virginia, where John Brown was imprisoned.jpg|miniatura|La prigione in cui fu rinchiuso John Brown.]]
=== Prigionia e processo ===
{{citazione|Questa Corte riconosce, suppongo, anche la validità della legge divina la quale m'insegna che devo usare agli altri lo stesso trattamento che desidero venga fatto a me. Essa mi ammonisce di ricordare quanti sono in catene come se io stesso fossi incatenato con loro. Ho tentato di agire secondo questi insegnamenti. Credo che essendo intervenuto come ho fatto a patrocinio dei Suoi poveri disprezzati io non abbia commesso un atto iniquo, ma giusto|John Brown<ref name="ReferenceB">Raimondo Luraghi ''Storia della guerra civile americana'' BUR 1994, pag. 143</ref><ref>{{cita web|url=http://www.historyisaweapon.com/defcon1/johnbrown.html|titolo=John Brown's Last Speech|editore=www.historyisaweapon.com }}</ref>.}}
Brown e gli altri catturati<ref name="Territorial Kansas Online" /> furono custoditi inizialmente nell'ufficio dell'armeria. In giornata giunsero anche il [[governatore della Virginia]] [[Henry A. Wise (politico 1806)|Henry Alexander Wise]], il senatore [[James Murray Mason]] e il deputato democratico dell'[[Ohio]] [[Clement Vallandigham]] (futuro [[Copperheads]]). Mason guidò l'interrogatorio, durato per 3 ore.
[[File:Jefferson County Courthouse, Charles Town.jpg|miniatura|sinistra|Il vecchio [[Jefferson County Courthouse]] di [[Charles Town]], nella [[contea di Jefferson (Virginia Occidentale)]].]]
Sebbene l'attacco fosse avvenuto su un terreno di proprietà federale, Wise ordinò che Brown e i suoi uomini venissero processati in [[Virginia]], a [[Charles Town]], la vicina capitale della [[contea di Jefferson (Virginia Occidentale)|contea di Jefferson]] situata a sette miglia ad Ovest di [[Harper's Ferry]] (forse per evitare la pressione politica del Nord sul governo federale o una seppur improbabile [[grazia (diritto)|grazia]] presidenziale).
[[File:Courthouse, George and Washington Streets, Charles Town, Jefferson County, WV HABS WVA,19-CHART,3-9.tif|miniatura|L'aula in cui si tenne il processo a carico del capitano Brown.]]
Il procedimento penale ebbe inizio il 27 ottobre, subito dopo che un medico dichiarò che Brown - ancora ferito - poteva essere sottoposto a processo. Fu accusato dell'[[omicidio]] di quattro bianchi e un nero, di [[cospirazione]] per indurre a una [[rivolta]] di schiavi e di [[tradimento (reato)|tradimento]] contro lo Stato della Virginia. Vennero assegnati a Brown una serie di avvocati, tra i quali Lawson Botts, Thomas C. Green, Samuel Chilton di Washington e [[George Henry Hoyt]]; ma fu Hiram Griswold, un legale di [[Cleveland]], a concludere l'arringa della difesa già il 31 ottobre. In essa Griswold sostenne che Brown non poteva essere riconosciuto colpevole di tradimento nei confronti di uno Stato verso il quale non aveva alcun obbligo di lealtà e del quale non era neppure residente; che il capitano non aveva ucciso nessuno in prima persona e inoltre che il fallimento a cui era andato incontro l'incursione indicava chiaramente che non vi era stata alcuna cospirazione con gli schiavi.
Andrew H. Hunter, il [[procuratore distrettuale]] locale, presentò gli argomenti conclusivi per l'accusa.
{{citazione|Se si ritiene necessario che io debba sacrificare la mia vita per l'adempimento dei fini della [[giustizia]] e mescolare il mio sangue insieme con quello dei miei figli e con quello di milioni di esseri, in questa terra di schiavi, che vedono i loro diritti calpestati da leggi malvagie, crudeli e ingiuste ebbene: Così sia!|John Brown<ref name="ReferenceB"/>.}}{{Approfondimento
|allineamento = destra
|larghezza = 350px
|titolo = Reazioni
|dim-testo = 100%
|contenuto = In tutto il Nord egli suscitò una vasta commozione e contribuì a gettar le basi della sua leggenda. Il suo tono commosse il paese intero... il mondo seguiva il dramma. [[Victor Hugo]], combattente di quel radicalismo democratico europeo cui J. Brown per tanti versi si può assimilare, chiedeva la [[Grazia (diritto)|Grazia]] per il capitano...{{ - }}Così egli aveva contribuito in maniera formidabile a porre l'imminente crisi sul piano della lotta ideale schiavitù-[[Libertà]]; quello che ora dominava il mondo dell'[[opinione pubblica]] era un uomo mitico e questo avrebbe contribuito ad abbattere il Sud e a portare il Nord alla vittoria.{{ - }}Il ritornello: "Il corpo di John Brown si decompone nella tomba, ma il suo spirito avanza!" avrebbe scandito il passo dei [[battaglioni]] nella [[Campagna di Vicksburg]], in quelle di [[Campagna di Chattanooga|Chattanooga]] e di [[Campagna di Atlanta|Atlanta]], nella [[Marcia verso il mare di Sherman]] e infine nella [[Campagna delle Caroline]], marcianti alla rovina del Sud<ref>Raimondo Luraghi, ''Storia della guerra civile americana'' BUR 1994, Vol. I, pp. 143-148</ref>.
}}
Il 2 novembre, dopo un processo durato una settimana e 45 minuti di deliberazione il [[grand jury]] dichiarò Brown colpevole di tutte le tre accuse e fu condannato alla [[pena di morte]] tramite [[impiccagione]] pubblica da eseguirsi un mese dopo, secondo le leggi della Virginia<ref name="Territorial Kansas Online" />. In risposta alla sentenza, l'intellettuale [[Ralph Waldo Emerson]] commentò che "John Brown rese il [[patibolo]] glorioso come la [[crocifissione]] di [[Cristo]]". Anche [[Henry David Thoreau]], abolizionista [[nonviolento]], si schierò dalla parte di Brown scrivendo un ''pamphlet'' intitolato ''Apologia per John Brown'' (''Plea for Captain John Brown'').
I [[Allievo ufficiale|cadetti]] dell'accademia militare della Virginia, sotto la guida del generale [[Francis Henney Smith]] e del maggiore [[Thomas Jonathan Jackson]] (che si guadagnò il soprannome di "Stonewall" meno di due anni mentre prestava servizio nelle truppe secessioniste) furono chiamati a sorveglianza, come distaccamento di sicurezza, nell'eventualità che i sostenitori del capitano tentassero un colpo di mano per porlo in salvo.
Durante il mese di prigionia Brown venne autorizzato a inviare e ricevere corrispondenza. Una delle lettere gli giunse da Mahala Doyle, moglie e madre di tre delle vittime del capitano nel [[massacro del Pottawatomie]] e recava le frasi: "la vendetta non è mia, ma confesso di sentirmi gratificata nel sentire che sei stato fermato nella tua carriera diabolica a Harper's Ferry..." In un poscritto aggiunse: "Mio figlio John Doyle di cui imploro la vita ora è cresciuto ed è molto desideroso di essere a Charles Town il giorno della tua esecuzione"<ref>Oates, 1984, pp. 344–45</ref>.
Brown rifiutò di essere salvato da [[Silas Soule]], un amico "[[Jayhawker]]" del Kansas che era riuscito in qualche modo a infiltrarsi tra il corpo di guardia del carcere della contea con l'intenzione di farlo evadere durante la notte per ricondurlo sano e salvo al Nord. Il capitano rispose che a 59 anni era oramai troppo vecchio per intraprendere una nuova vita da fuggiasco contro le autorità federali e che era ben pronto a morire da [[martire]].
La gran parte delle lettere inviate dal prigioniero a conoscenti e familiari - e rimaste per i posteri - trasuda toni elevati di [[spiritualità]], la ferma convinzione di essere dalla parte del giusto e la fierezza di aver compiuto ciò che riteneva suo dovere. Pubblicate sulla stampa del Nord, le missive contribuirono a conquistare alla causa un numero crescente di sostenitori, mentre fecero simultaneamente infuriare molti bianchi sudisti.
{{Citazione|La pace divina regna nel mio cuore, la testimonianza della mia tranquilla coscienza mi fa sentire di non aver vissuto del tutto invano. Io confido in [[Dio]] certo che in quest'ora suggellare la mia testimonianza con il mio sangue farà molto di più a vantaggio della causa che ho cercato assiduamente di promuovere...{{ - }}[[Gesù di Nazareth]] sofferse una morte quanto mai tormentosa come un delinquente nelle peggiori circostanze... Pensate ai milioni di esseri calpestati che non hanno chi li consoli. Io v'impegno a non dimenticare mai il misero che piange e quelli che non hanno alcuno che li aiuti|John Brown<ref>Raimondo Luraghi ''Storia della guerra civile americana'' BUR 1994, pag. 144-145</ref>.}}
Il 1º dicembre la moglie arrivò in treno per condividere in prigione il suo ultimo pasto; le venne però negato il permesso di rimanere per la notte, spingendo così Brown a perdere la calma per l'unica volta durante quello che già tra i suoi molti simpatizzanti si definiva come la "via verso il [[calvario]]".
[[File:CharlesHugo.jpg|miniatura|[[Victor Hugo]], autore de ''[[I miserabili]]'', inviò una [[lettera aperta]] chiedendo la [[grazia (diritto)|grazia]] per il capitano Brown.]]
=== Reazione di Victor Hugo ===
[[Victor Hugo]], dal suo esilio nel [[Guernsey]], tentò di ottenere l'assoluzione per John Brown: mandò una [[lettera aperta]] che fu pubblicata dalla stampa di entrambi i lati dell'[[Oceano Atlantico]] (e compresa nel successivo testo ''Atti e parole''). Stilato alla "Hautesville House" il 2 dicembre del 1859, metteva in guardia contro una possibile [[guerra civile]]:
{{Citazione|Visto in prospettiva politica, l'omicidio di John Brown sarebbe un peccato imperdonabile. Genererebbe nell'Unione una crepa aperta che condurrà alla fine alla sua completa distruzione. È possibile che l'esecuzione di Brown consoliderà la schiavitù in Virginia, ma è certo che scuoterà l'intero tessuto della democrazia americana. Vi salvate dalla vergogna, ma avete rinunciato alla gloria. Visto in prospettiva morale, mi sembra che una parte della luce umana sarà spenta, e che le nozioni di giustizia e ingiustizia saranno oscurate nel giorno in cui si assisterà all'assassinio dell'Emancipazione ad opera Libertà. (...)
Fate sapere all'America, e che ci rifletta su bene, che c'è qualcosa di più spaventoso di [[Caino]] che uccide [[Abele]], ed è [[George Washington]] che uccide [[Spartaco]]<ref>{{cita web|url=https://en.wikisource.org/wiki/Victor_Hugo%27s_letter_to_the_London_News_regarding_John_Brown|titolo=Lettera di Victor Hugo al London News riguardante John Brown}}</ref>.}}
La lettera venne inizialmente pubblicata sul ''[[London News]]'' e fu rapidamente riprodotta in innumerevoli copie. Dopo l'esecuzione di Brown il celebre scrittore francese scrisse una serie di lettere aggiuntive sul capitano e sulla causa dell'[[abolizionismo negli Stati Uniti d'America|abolizionismo]]<ref>David S. Reynolds, ''John Brown, abolitionist: the man who killed slavery, sparked the Civil War, and seeded civil rights'' (John Brown, abolizionista: l'uomo che uccise la schiavitù, scatenò las Guerra Civile e seminò i diritti civili), Vintage, 2009. pp. 408–10</ref>.
I sostenitori di Brown interpretarono gli scritti di Hugo come la prova del sostegno internazionale alla causa contro lo [[schiavismo]]. Il commento più noto a raggiungere l'America dall'Europa fu un [[opuscolo]] del 1861 intitolato ''John Brown par Victor Hugo'' ("John Brown, di Victor Hugo") che includeva una breve [[biografia]] del capitano e la ristampa di due delle lettere scritte da Hugo a favore di Brown, compresa quella del 9 dicembre<ref>Seymour Drescher, "Servile Insurrection and John Brown's Body in Europe", in Paul Finkelman, ed. ''His Soul Goes Marching On: Responses to John Brown and the Harpers Ferry Raid'', University Press of Virginia, 1995. pp. 343-344</ref>. Il [[frontespizio]] dell'opuscolo ritraeva un impiccato ed era un'[[incisione]] realizzata dallo stesso scrittore: il capitano era in un brevissimo lasso di tempo divenuto celebre proprio a causa della condanna subita<ref>Seymour Drescher, "Servile Insurrection and John Brown's Body in Europe", in Paul Finkelman ed., ''His Soul Goes Marching On: Responses to John Brown and the Harpers Ferry Raid'', University Press of Virginia, 1995. p. 345</ref>.
{{citazione|Le conseguenze immediate del sacrificio di John Brown furono enormi. Le campane suonate a morto dalla [[Nuova Inghilterra]] fino a [[Chicago]] e le salve dei cannoni in omaggio al martire; i comizi tenuti alla presenza di decine di migliaia di persone commosse e indignate; in poco tempo ritratti, opuscoli e canzoni popolari circolarono massivamente. Il capitano era diventato un'[[Idea]]: e quest'idea stava suscitando nel Nord migliaia di uomini risoluti, pronti a dar la vita per la causa dell'eliminazione della schiavitù|Raimondo Luraghi, ''Storia della guerra civile americana'' BUR 1994, Vol. I, pp. 147-148}}
[[File:'The Last Moments of John Brown' by Thomas Hovenden, De Young Museum.JPG|miniatura|Gli ultimi momenti prima dell'esecuzione, quadro del Museo DeYoung, 1884]]
== Morte e conseguenze ==
La mattina del 2 dicembre John Brown lasciò un breve messaggio come [[testamento]] spirituale; esso si rivelò acutamente profetico:
{{citazione|Io, John Brown, sono abbastanza sicuro che i crimini di questa terra colpevole non saranno mai eliminati se non con il sangue. Mi ero, come ora penso, fino ad oggi vanamente lusingato che si sarebbe potuto verificare senza troppo spargimento di sangue<ref name="Territorial Kansas Online"/>.}}
Lesse devotamente la propria ''[[Bibbia]]'' e scrisse un'ultima lettera indirizzata alla moglie, che conteneva anche il proprio testamento civile. Alle 11 del mattino fu scortato dalla prigione attraverso uno schieramento di 2.000 soldati, fino a giungere a pochi isolati di distanza in un piccolo campo, là ove erano state erette le forche. Tra i presenti vi furono il futuro generale confederato "Stonewall" Jackson e il giovane attore [[John Wilkes Booth]] (futuro [[assassinio di Abraham Lincoln|attentatore di Abraham Lincoln]]) che aveva preso in prestito una divisa da miliziano per poter essere ammesso all'esecuzione)<ref>Evan Carton, ''Patriotic Treason: John Brown and the Soul of America'', 2006, pp. 332–33.</ref>. Il poeta nazionale [[Walt Whitman]] (già famoso per ''[[Foglie d'erba]]'' e di lì a poco infermiere impegnato nell'assistenza dei feriti dell'[[Union Army]]) in ''Year of Meteors'' descrisse accuratamente l'evento<ref>Walt Whitman Archive, [http://www.whitmanarchive.org/published/LG/1881/poems/103 "Year of Meteors"]; consultato il 13 marzo 2011</ref>.
Brown fu accompagnato dallo [[sceriffo]] e dai suoi assistenti, ma da nessun pastore religioso in quanto aveva costantemente respinto il clero schiavista. Poiché la regione era in preda all'[[isteria]] collettiva, molti dei presenti che venivano dal Nord, compresi i giornalisti, si trovavano in una situazione di costante pericolo, ed era assai improbabile che un ecclesiastico abolizionista avrebbe potuto essere al sicuro se solo avesse cercato di fargli visita<ref>David Potter, ''The Impending Crisis'', p. 378</ref>.
[[File:John Brown 1933 Statue by George Fite Waters.JPG|miniatura|Primo piano della statua inaugurata nel 1933 dedicata al capitano.]]
{{citazione|Ho richiesto che mi si risparmi ogni presa in giro, o preghiere ipocrite dette per me, quando sarò pubblicamente assassinato: e che i miei soli assistenti religiosi siano dei poveri piccoli ragazzi e ragazze schiavi, trasandati, cenciosi, a testa e a piedi nudi; guidati da qualche vecchia madre schiava dai capelli grigi. Addio!|Raimondo Luraghi, ''Storia della guerra civile americana'' BUR 1994, pag. 145.}}
Scelse così di non ricevere alcun servizio religioso né in carcere né sul patibolo. Fu impiccato alle 11:15 e dichiarato morto alle 11:50, dopo 35 minuti di agonia; il suo corpo venne posto in una bara di legno con il cappio ancora avvolto attorno al collo. La cassa fu quindi issata su un treno in partenza per inviarla alla sua casa di famiglia a [[New York]] per la sepoltura<ref>David Potter, ''The Impending Crisis'', pp. 378–79</ref>.
Al Nord intanto si svolgevano grandi riunioni e celebrazioni commemorative, si suonarono le campane delle chiese, si spararono colpi di cannone e scrittori famosi come Emerson e Thoreau si unirono a molti altri per lodare apertamente Brown<ref>David Potter, ''The Impending Crisis'', p. 379</ref>.
{{citazione|La questione della [[schiavitù negli Stati Uniti d'America]], nel clima reso rovente dal caso Brown, avrebbe fornito la cornice al quadro, e insieme il cemento capace di unire esteriormente il tutto e di coalizzare interessi disparati e persino divergenti in un solo terribile blocco che avrebbe alla fine stritolato il Sud.|[[Raimondo Luraghi]]<ref>''Storia della guerra civile americana'' BUR 1994, p. 153</ref>}}
[[File:John Brown Wax Museum, Harpers Ferry, WV IMG 4669.JPG|miniatura|Il John Brown Wax Museum ad [[Harper's Ferry]].]]
=== Conseguenze del raid ===
Si ritiene che l'azione compiuta contro Harper's Ferry abbia ricoperto un ruolo importante nel preparare la nazione a una [[guerra civile]]<ref>David Potter, ''The Impending Crisis'', pp. 356–84.</ref>. I proprietari di schiavi del Sud, ascoltando le prime notizie secondo cui centinaia di abolizionisti erano coinvolti nel [[raid]], furono tranquillizzati dal fatto che l'incursione si fosse dimostrata così poco preparata, ma temettero che altri avessero potuto emulare il gesto di Brown per cercare di guidare una [[rivolta]] generale di schiavi<ref>Reynolds, 2005, p. 6</ref>.
In tutto il [[profondo Sud]] s'iniziò a riorganizzare il decrepito sistema della [[milizia]] statale; questo, ben consolidatosi entro il 1861, divenne una [[forza armata]] pronta e disponibile. Ciò rese i secessionisti inizialmente molto meglio preparati allo scontro rispetto al Nord<ref name="Crofts">Daniel W. Crofts, ''Reluctant Confederates: Upper South Unionists in the Secession Crisis'' (1989), pp. 70 ff.</ref>.
Gli esponenti sudisti del [[Partito Democratico (Stati Uniti d'America)|Partito Democratico]] denunciarono l'incursione come una conseguenza inevitabile del programma politico del neonato [[Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)|Partito Repubblicano]], che associarono strettamente all'[[abolizionismo negli Stati Uniti d'America|abolizionismo]]. Alla luce delle imminenti [[elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1860|elezioni presidenziali del 1860]] i Repubblicani cercarono di prendere le distanze il più possibile da Brown, condannando il ''raid'' e condannando il suo ''leader'' come un folle fanatico<ref name="Crofts"/>.
Come spiega lo storico Daniel W. Crofts, Brown ottenne il successo postumo di polarizzare la sfida politica: "l'incursione di Brown riuscì brillantemente, difatti piantò un cuneo nella già provvisoria e fragile dialettica tra Repubblicani e i loro oppositori e contribuì a intensificare la radicalizzazione su base geografica che presto divise il Partito Democratico e l'Unione stessa."<ref name="Crofts"/>.
Molti abolizionisti del Nord presero subito a considerare Brown come un [[martire]], sacrificatosi per i peccati della nazione; poco dopo l'evento [[William Lloyd Garrison]] pubblicò un editoriale nel ''[[The Liberator (periodico 1831)|Liberator]]'' giudicando l'assalto di Brown come "ben intenzionato, ma tristemente malgestito" e "selvaggia e futile"<ref>[http://fair-use.org/the-liberator/1859/10/28/the-tragedy-at-harpers-ferry "The Tragedy at Harper's Ferry"] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20060218064443/http://fair-use.org/the-liberator/1859/10/28/the-tragedy-at-harpers-ferry |date=18 febbraio 2006 }}, fair-use.org; accesso 12 novembre 2015.</ref>. Il celebre giornalista tuttavia ne difese il personaggio dai detrattori della carta stampata sia del Nord sia del Sud, dichiarando che coloro che sostenevano i principi della [[rivoluzione americana]] non avrebbero mai potuto opporsi in modo coerente al ''raid'' di Brown. Il giorno in cui il capitano subì l'[[impiccagione]] Garrison ribadì il punto della questione a [[Boston]]: "ogni qualvolta nascano, non posso che augurare il massimo successo possibile a tutte le [[insurrezione|insurrezioni]] di schiavi"<ref>Vedi: [http://fair-use.org/the-liberator/1838/09/28/declaration-of-sentiments-adopted-by-the-peace-convention opposed any use of violence on principle] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20060501120504/http://fair-use.org/the-liberator/1838/09/28/declaration-of-sentiments-adopted-by-the-peace-convention |date=1 maggio 2006 }}</ref><ref>[http://teachingamericanhistory.org/library/index.asp?document=569 John Brown and the Principle of Nonresistance] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20071014204752/http://teachingamericanhistory.org/library/index.asp?document=569 |data=14 ottobre 2007 }} 16 dicembre 1859</ref>.
Al termine della guerra civile [[Frederick Douglass]] scrisse: "il suo zelo nei confronti della causa della mia [[razza (categorizzazione umana)|razza]] era molto più grande del mio - era come il sole ardente davanti alla mia luce sbiadita - la mia era limitata dal tempo, la sua tesa verso le sconfinate rive dell'eternità. Io potevo vivere per lo schiavo, mentre Brown poteva morire per lui"<ref>Frederick Douglass, ''John Brown. An Address at the Fourteenth Anniversary of Storer College, May 30, 1881''; online [https://www.gutenberg.org/files/31839/31839-h/31839-h.htm at Project Gutenberg], gutenberg.org; accesso 12 novembre 2015.</ref>.
== Eredità ==
{{citazione|Su e giù per l'intero conflitto{{ - }}
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neppure la più saggia [[Sibilla]] seppe mai stabilire{{ - }}
perché entrambi erano ugualmente reali.|[[Henry David Thoreau]]<ref>Citato in [[Raimondo Luraghi]] ''Storia della guerra civile americana'' BUR 1994, p. 148</ref>}}
[[File:John Brown statue at Quindaro Township.jpg|miniatura|Statua del 1911 in marmo bianco a grandezza naturale alla memoria di John Brown a [[Kansas City (Kansas)]].]]Molti dei futuri ''[[capo (ruolo)|leader]]'' del [[movimento per i diritti civili degli afroamericani (1865-1896)]] - [[Martin Robison Delany]], [[Henry Highland Garnet]], [[Frederick Douglass]], [[Harriet Tubman]] - all'epoca dei fatti conoscevano e rispettavano Brown: le attività commerciali degli [[afroamericani]] in tutto il Nord tennero abbassate le serrande in segno di lutto il giorno della sua esecuzione<ref>James Loewen, ''[[Lies My Teacher Told Me]]'',
Poco dopo la sua morte lo stesso Victor Hugo predisse che "
Nel 1863 [[Julia Ward Howe]] scrisse quello che sarebbe rapidamente divenuto l'inno maggiormente popolare della guerra civile, ''[[The Battle Hymn of the Republic]]'', sulle note di ''John Brown's Body'' e che includeva la frase "
Gli scrittori continuano a discutere vigorosamente sulla personalità, la sanità, le motivazioni, la moralità e la relazione di Brown con l'abolizionismo<ref name="CHOWDER
[[File:Malcolm X NYWTS 2a.jpg|miniatura|[[Malcolm X]] fu un ammiratore del capitano Brown.]]
[[Malcolm X]] disse che i [[bianchi americani]] non potevano unirsi alla sua "Organization of Afro-American Unity" del [[nazionalismo nero]], ma che "
In seguito lo si volle descrivere come un fanatico monomaniacale o all'opposto come un autentico eroe. Nel 1931 le "United Daughters of the Confederacy" e i "Sons of Confederate Veterans" eressero un monumento a Heyward Spencer, l'uomo di colore libero che divenne la prima fatale vittima del raid, rivendicandolo come "
Verso la metà del XX secolo alcuni studiosi erano ancora abbastanza convinti che John Brown fosse un fanatico e un assassino, mentre alcuni afroamericani sostenevano una visione decisamente più positiva dell'uomo<ref>Louis A. DeCaro Jr., "Black People's Ally, White People's Bogeyman: A John Brown Story" in Andrew Taylor and Eldrid Herrington (editors), ''The Afterlife of John Brown'' (New York: Palgrave/Macmillan, 2005), pp. 11–26.</ref><ref>David S. Reynolds, ''John Brown, Abolitionist: The Man Who Killed Slavery, Sparked the Civil War, and Seeded Civil Rights'',
Diverse opere riguardanti Brown pubblicate nel primo scorcio del XXI secolo sono notevoli per la completa assenza di ostilità che ha caratterizzato invece opere del tutto simili un secolo prima (quando le visioni di Lincoln erano state ormai de-empatizzate e avevano subito un forte regresso dopo la fine dell'[[Era della Ricostruzione]] tramite le ''[[Leggi Jim
Il giornalista e scrittore documentarista Ken Chowder considera Brown un "
Gli autori Toledo (2002), Peterson (2002), DeCaro (2002, 2007), Reynolds (2005) e Carton (2006) apprezzano criticamente la storia di Brown, ponendosi così decisamente lontano dalle opinioni degli scrittori precedenti<ref>{{Cita news|cognome1=Ehrenreich|nome1=Barbara|titolo='John Brown, Abolitionist': A Soldier in the Army of the Lord|url=https://www.nytimes.com/2005/04/17/books/review/john-brown-abolitionist-a-soldier-in-the-army-of-the-lord.html
[[File:John-Brown-Pollia-1935.jpg|
=== Storiografia ===
Gli storici affermano che l'incursione contribuì all'aumento di tensioni che, un anno dopo con l'elezione di [[
* Il biografo Richard Owen Boyer disse che era
* Il biografo Stephen B. Oate lo descrisse come
* Il biografo David S. Reynolds gli diede il merito di aver iniziato la guerra di secessione o meglio di aver ucciso la schiavitù e mette in guardia i colleghi che non la pensano come lui dal guardarsi bene dall'identificarlo come terrorista.<ref>David S. Reynolds, ''John Brown, Abolitionist: The Man Who Killed Slavery, Sparked the Civil War, and Seeded Civil Rights'',
* Lo storico Paul Finkelman lo prende in considerazione nelle sue ricerche come un
* Il biografo Louis A. DeCaro Jr., che ha chiarito molti punti della vita precedente e la carriera pubblica, conclude che nonostante egli fosse
* Lo storico e documentarista Louis Ruchames scrive:
* Il biografo Otto Scott, introducendo la sua opera, scrive a proposito di Brown:
* Il criminologo James N. Gilbert scrive: "Gli atti di Brown sono conformi alle attuali definizioni di terrorismo, e le sue predisposizioni psicologiche sono coerenti con il modello terroristico
* Il romanziere Bruce Olds lo chiama
* Il giornalista Ken Chowder afferma che egli è
[[File:John Brown's Body Lies a Moulderin' in THIS Grave.jpg|
* L'avvocato Brian Harris scrisse: "In qualunque modo si osservino le conseguenze di Harper's Ferry, e per coloro per cui fu semplicemente un'azione fallimentare che si è conclusa con le evitabili morti di innocenti, non potranno notare che essa ha senz'altro avuto il merito di essere stata posta in essere per i più nobili dei motivi. Ciò non si può dire per la sadica strage di Pottawatomie. Quest'ultima non è stata di alcuna utilità, ma è servita solo per sfogare la rabbia di un vecchio, e ciò va a scapito dell'immagine di Brown.", ''L'intolleranza: società divise sotto processo'', Wildy, Simmonds & Hill, 2008;
* Ci fu anche una Lega Rivoluzionaria intitolata a John Brown organizzata nel 1969 a Houston, in Texas che lavorò con il People's Party II e la Mexican American Youth Organization nella Rainbow Coalition. Giovani gruppi radicali bianchi, neri e messicani-americani (chicani) lavorarono per migliorare le loro comunità di origine. Sia il People's Party II che la John Brown Revolutionary League parteciparono in un assedio armato contro la polizia di Houston il 26 luglio del 1970. Carl Hampton, ''leader'' del People's Party II (che più tardi divenne il movimento delle [[Pantere Nere]]) fu ucciso negli scontri. Bartee Haile, ''leader'' del JBRL fu ferito. 400 sostenitori, in gran parte neri, furono arrestati poco dopo gli scontri;{{Senza fonte}}
* Il documentarista e scrittore Ken Chowder lo definisce "il padre del [[terrorismo]] americano";<ref>{{Cita web |cognome=Chowder |nome=Ken |url=http://www.americanheritage.com/content/father-american-terrorism |titolo=Il padre del terrorismo americano |editore=Americanheritage.com |data=1º marzo 2000|accesso=26 settembre 2012}}</ref>
* I [[Weather Underground|Weathermen]], in quello che viene considerato il loro "manifesto politico", gli dedicano un paragrafo: "John Brown è per noi un esempio di dedizione, di fiducia nel potere del popolo di influenzare la storia, di volontà di rischiare il tutto per tutto per la causa della liberazione."<ref>Weather Underground. '' Prateria in fiamme: il programma politico dei Weather Underground''. - Milano: Collettivo editoriale Librirossi, stampa 1977.</ref>
[[File:John Brown's Song - Project Gutenberg eText 21566.jpg|miniatura|Il [[frontespizio]] della canzone ''[[John Brown's Body]]''.]]
=== Nelle arti ===
La condanna a morte di John Brown fornì agli abolizionisti una causa per cui combattere, un [[Martirio (cristianesimo)|martire]] a cui rifarsi. D'ora in poi, egli
:John Brown's body lies a-mold'ring in the grave.
:His soul goes marching on.
:(Il corpo di John Brown giace nella tomba.
:La sua anima marcia tra noi.)
; ''[[John Brown's Body]]'': conosciuta in origine come la ''canzone di John Brown'', recitata dai soldati dell
:John Brown's body lies a-mouldering in the grave; (3X)
:His soul's marching on!
Riga 363 ⟶ 360:
:Now, three rousing cheers for the Union; (3X)
:As we are marching on!
:(Dalla [[Biblioteca del Congresso]]<ref>[
[[File:John Brown exhibiting his hangman (20380774421).jpg|miniatura|Il fantasma di John Brown che imprigiona in una gabbia per canarini l'ex presidente secessionista [[Jefferson Davis]] in abiti muliebri. Ai suoi piedi gli schiavi appena liberati danzano felici (1865).]]
; Versione di William Weston Patton:
:Old John Brown's body lies moldering in the grave,
Riga 389 ⟶ 387:
:For the dawn of old John Brown has brightened into day,
:And his soul is marching on
==== Nella letteratura e nel cinema ====
I due ritratti cinematografici più famosi di Brown sono stati entrambi interpretati dall'attore [[Raymond Massey]]. Il film del 1940 ''[[I pascoli dell'odio]]'', interpretato da [[Errol Flynn]] e [[Olivia de Havilland]], dipingeva Brown in modo completamente antipatico come un pazzo vigliacco; Massey ha aggiunto a questa impressione rappresentandolo con uno sguardo dagli occhi selvaggi. La pellicola ha dato l'impressione di non opporsi alla schiavitù, fino al punto di far dire ad un personaggio della "[[Mammy]]", dopo una battaglia particolarmente feroce: "il signor Brown ci ha promesso la libertà, ma... se questa è la libertà, non ne desidero alcuna".
Massey ritraeva Brown di nuovo nel poco noto e a basso budget ''[[I sette ribelli]]'', in cui non era solo il personaggio principale, ma bensì anche raffigurato in un modo molto più sobrio e simpatetico<ref>{{cita libro|autore1=Andrew Taylor|autore2=Eldrid Herrington|titolo=The Afterlife of John Brown|url=https://books.google.com/books?id=HebFAAAAQBAJ&pg=PA22|anno=2005|editore=Palgrave Macmillan|pp=22-23}}</ref>.
Massey insieme a [[Tyrone Power]] e [[Judith Anderson]] ha poi recitato nell'acclamata lettura drammatica del 1953 del poema ''[[John Brown's Body (poema)|John Brown's Body]]'' (1928), vincitore del [[premio Pulitzer per la poesia]] a [[Stephen Vincent Benét]]. Tre attori in abito formale hanno recitato in una presentazione di due ore del poemetto. La produzione ha girato per 60 città in 28 differenti Stati<ref>{{cita libro|autore=William T. Leonard|titolo=Once Was Enough|url=https://books.google.com/books?id=s5MqAAAAMAAJ|anno=1986|editore=Scarecrow Press|p=126}}</ref>.
[[File:THUMBNAIL001L.jpg|miniatura|Il [[murale]] di [[John Steuart Curry]].]]
Nel 1938-40 il pittore [[John Steuart Curry]] dipinse ''Tragic Prelude'', un [[murale]] di Brown con in mano un fucile e una ''[[Bibbia]]'', posizionato nel [[Campidoglio (Topeka)|Campidoglio]] di [[Topeka]].
[[File:Douglass argued against John Brown's plan to attack the arsenal at Harpers Ferry - NARA - 559102.jpg|miniatura|sinistra|''[[Frederick Douglass]] argued against John Brown's plan to attack the arsenal at Harpers Ferry'', di [[Jacob Lawrence]].]]
Nel 1941 l'artista afroamericano [[Jacob Lawrence]] illustrò la vita di Brown in ''The Legend of John Brown'', una serie di 22 dipinti a [[guazzo]]. Nel 1977 queste erano in condizioni così fragili da non poter essere esposte e il [[Detroit Institute of Arts]] dovette commissionare a Lawrence di ricreare le serie come [[serigrafia]].
Il risultato è stato un ''portfolio'' in edizione limitata di 22 stampe a mano, pubblicate con un poema, ''John Brown'' di Robert Hayden, commissionato appositamente per il progetto.
Sebbene Brown fosse stato un argomento popolare per molti pittori ''The Legend of John Brown'' fu la prima serie a esplorare la sua eredità da una prospettiva afroamericana<ref>{{cita libro|autore1=Andrew Taylor|autore2=and Eldrid Herrington|titolo=The Afterlife of John Brown|url=https://archive.org/details/afterlifejohnbro00tayl|anno=2005|editore=Palgrave Macmillan|pp=[https://archive.org/details/afterlifejohnbro00tayl/page/n139 127]–28}}</ref>. Altri dipinti come ''The Last Moments of John Brown'' di Hovenden immortalano una storia apocrifa, in cui una donna nera offre al condannato Brown il suo bambino da baciare mentre va verso la forca. Probabilmente è stato un racconto inventato dal giornalista [[James Redpath]]<ref>Furnas, J. C. ''The Road to Harpers Ferry''. p. 45</ref>.
Brown è stato anche oggetto di numerose opere letterarie; molti poeti americani hanno scritto poesie su Brown, tra cui [[John Greenleaf Whittier]], [[Louisa May Alcott]] e [[Walt Whitman]]<ref>Brian McGinty, p. 289</ref>. Il poeta polacco [[Cyprian Kamil Norwid]] scrisse due poesie lodando Brown: "''John Brown''" e il più noto ''Do obywatela Johna Brown'' ("Per il Cittadino John Brown")<ref>{{cita pubblicazione|cognome1=Kliger|nome1=George|cognome2=Albrecht|nome2=Robert C.|anno=1963|titolo=A Polish poet on John Brown|url=https://archive.org/details/sim_polish-review_summer-1963_8_3/page/80|editore=University of Illinois Press|rivista=The Polish Review|volume=8|numero=3|pp=80-85|jstor=25776494}}</ref>.
''Marching Song'' (1932) è invece un'opera inedita sulla leggenda di John Brown scritta da [[Orson Welles]]<ref>{{cita libro|cognome=McGilligan|nome=Patrick|wkautore=Patrick McGilligan (biographer)|data=2015|titolo=Young Orson|anno=2015|url=https://archive.org/details/youngorsonyearso0000mcgi|città=New York|editore=Harper|isbn=978-0-06-211248-4}}</ref>. Il romanzo biografico del 1998 su John Brown, ''[[Cloudsplitter]]'', di [[Russell Banks]] è stato finalista del [[premio Pulitzer]]; è narrata dal punto di vista del figlio sopravvissuto, [[Owen Brown]]<ref>Russell Banks, ''Cloudsplitter'', New York, Harper Flamingo, 1998.</ref>.
Il romanzo di [[James McBride]] del 2013 ''The Good Lord Bird'' racconta la storia di John Brown attraverso gli occhi di un giovane schiavo, Henry Shackleford, che accompagna Brown ad Harper's Ferry. Il romanzo ha vinto il ''[[National Book Award]]'' del 2013 per la narrativa<ref>{{cita news|titolo=James McBride wins National Book Award for fiction |autore=Minzesheimer, Bob |url=https://www.usatoday.com/story/life/books/2013/11/20/national-book-awards/3652957/ |pubblicazione=USA Today |data=21 novembre 2013 |accesso=2 dicembre 2013}}</ref>.
Tra le altre opere letterarie che lo vedono come [[protagonista]] abbiamo:
* L'[[apologia]] ''In difesa del Capitano John Brown'' ove [[Henry David Thoreau]], difendendolo con decisione, lo dipinse come un personaggio dotato delle più nobili virtù e si indignò per il trattamento a lui riservato dallo Stato (ovvero l'[[impiccagione]]), dalla [[stampa]] e dall'[[opinione pubblica]], che ne misero in ridicolo l'impresa;
* [[Edwin Arlington Robinson]]. ''John Brown'' (1921). Un [[monologo]] drammatico nel quale Brown finge di parlare con sua moglie la notte prima dell'esecuzione;
* Leonard Ehrlich, ''God's Angry Man'' (1932)<ref>{{cita web|url=https://archive.org/details/godsangryman00ehrl|titolo=Scheda}}</ref>.
* ''Plexus'', il secondo libro della "[[trilogia]] della crocifissione in rosa" di [[Henry Miller]];
* Nella raccolta di poesie di [[Langston Hughes]] a pagina 10 ce n'è una intitolata ''16 ottobre'' nella quale sono celebrate le azioni di John Brown.
* [[Terry Bisson]]
* [[Michelle Carla Cliff]], ''Free Enterprise''. (1993)
* [[George MacDonald Fraser]], ''[[Flashman and the Angel of the Lord]]'' (1994). Il protagonista, Harry Paget Flashman, viene coinvolto nel [[raid di John Brown contro Harpers Ferry]]; il romanzo contiene sia la descrizione del [[raid]] che uno studio sul personaggio di John Brown;
* Bruce Olds, ''Raising Holy Hell'', 1995
*
* [[Geraldine Brooks (scrittrice)|Geraldine Brooks]], ''March: A Love Story in a Time of War'', 2006
* [[
* Kevin G. Summers, "His Soul Goes Marching On" in ''Tales of Moreauvia'', volume I, 2008.
== Note ==
Riga 427 ⟶ 432:
* Barney, William L. "Brown, John". ''The Civil War and Reconstruction: A Student Companion.'' New York: Oxford University Press, Inc., 2001.
* DeCaro, Louis A. Jr. ''"Fire from the Midst of You": A Religious Life of John Brown'' (2002)
* {{en}} [[William Edward Burghardt Du Bois]] ''John Brown'' (1909) [https://books.google.com/books?id=Sg-oAAAAIAAJ&source=gbs_navlinks_s ''John Brown''] ({{ISBN|0-679-78353-9}})
* [[Paul Finkelman]], ed. ''His Soul Goes Marching On: Responses to John Brown and the Harpers Ferry Raid'' (1995)
* [[J.C. Furnas|Furnas, J. C.]] ''The Road to Harpers Ferry''. New York, William Sloane Associates, 1959
* Goodrich, Thomas ''War to the Knife: Bleeding Kansas, 1854–1861'' (1998).
* [[Tony Horwitz|Horwitz, Tony]].
* Hotchkiss, Jed. "John Brown's Raid." The Confederate Military History. Oct. 27, 2009. [http://civilwarhome.com/johnbrown.htm%20 John Brown's Raid] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100310152643/http://www.civilwarhome.com/johnbrown.htm |date=10 marzo 2010 }}
* {{en}} Ken Chowder, ''Il padre del terrorismo americano: un patrimonio americano'', 2000,
[https://web.archive.org/web/20070808175559/http://files.blog-city.com/files/M06/158072/b/chowder.pdf versione online];
* Laughlin-Schultz, Bonnie. ''The Tie that Bound Us: The Women of John Brown's Family and the Legacy of Radical Abolitionism.'' Ithaca, NY: Cornell University Press, 2013.
* {{
* Malin, James. ''John Brown & the Legend of Fifty-Six'' (1942) ({{ISBN|0-8383-1021-4}})
* {{Cita libro|cognome1=McGinty|nome1=Brian|url= https://books.google.com/books?id=aZQxEsFJV-IC&printsec=frontcover&dq=john+brown%27s+trial&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwiugbmT9e7QAhVE4iYKHQnKA5QQ6AEIGjAA#v=onepage&q=john%20brown's%20trial&f=false|titolo=John Brown's Trial|data=2009|editore=
* McGlone, Robert E. ''John Brown's War against Slavery''. Cambridge, CUP, 2009.
* [[Allan Nevins]]. ''Ordeal of the Union''. 2 vols. (1947)
Riga 451 ⟶ 456:
* Rodriguez, Junius P., ed. ''Encyclopedia of Slave Resistance and Rebellion''. Westport, CT: Greenwood, 2006.
* [[Otto Scott|Scott, Otto]], ''The Secret Six: John Brown and The Abolitionist Movement'' (1979).
* {{Cita pubblicazione|cognome1=SenGupta|nome1=Gunja|titolo=Bleeding Kansas: A Review Essay|rivista=Kansas History|data=Winter 2001|numero=24|pp=
* Smith, Ted A., ''Weird John Brown: Divine Violence and the Limits of Ethics.'' Stanford, CA: Stanford University Press, 2015.
* {{Cita libro|cognome=Villard |nome=Oswald Garrison |titolo=John Brown 1800–1859: A Biography Fifty Years After |editore=Houghton Mifflin |anno=1910 |url=https://books.google.com/books?id=JVZ9Xn_qY4MC&source=gbs_navlinks_s |cid=villard}} ([https://archive.org/details/johnbrownfiftybio00villuoft Archivio])
=== Fonti primarie ===
* [http://www.kansasmemory.org/locate.php?categories=1245-4645 John Brown letters and photos on Kansas Memory], the digital portal of the Kansas State Historical Society
* Louis Ruchames, ed. ''A John Brown Reader: The Story of John Brown in His Own Words, in the Words of Those who Knew Him'' (1959)
* [[Franklin Benjamin Sanborn]] (ed.) (1891): ''The Life and Letters of John Brown''
* DeCaro, Louis A. Jr. ''John Brown – The Cost of Freedom: Selections from His Life & Letters'' (New York: International Publishers, 2007)
* [[Henry David Thoreau]] (1859): ''[[s:A Plea for Captain John Brown|A Plea for Captain John Brown]]''
* {{en}} [[Andrew Johnson]] (1859): [https://web.archive.org/web/20051103073709/http://www.adena.com/adena/usa/cw/cw234.htm ''Ciò che John Brown ha fatto in Kansas''] (12 dicembre, 1859): un discorso pronunziato alla [[Camera dei rappresentanti
=== Altre letture ===
* {{Cita libro|cognome=Hinton |nome=Richard Josiah |titolo=John Brown and his men; with some account of the roads they traveled to reach Harper's Ferry |editore=New York: Funk & Wagnalls Company |anno=1894 |url=https://archive.org/details/johnbrownhismenw00hint_0}}
* {{Cita libro|cognome= Von Holst |nome=Hermann
=== Disponibili online ===
* {{en}} [http://www.guardian.co.uk/commentisfree/belief/2009/dec/03/john-brown-anniversary "John Brown, il buon 'fanatico'"] di Clinton Cox (2009)
* {{en}} [http://www.tls.timesonline.co.uk/article/0,,25340-2597455,00.html "Il corpo e il sangue di John Brown"] di Ari Kelman: una recensione nei [http://www.the-tls.co.uk TLS], 14 febbraio, 2007.
* {{en}} [https://web.archive.org/web/20060618001421/http://www.kshs.org/places/johnbrown/index.htm Museo Nazionale John Brown sul sito storico] Osawatomie, [[Kansas]]
* {{en}} [http://www.vlib.us/amdocs/texts/ajohnson1859.html Ciò che John Brown ha fatto in Kansas] la battaglia di Osawatomie, 1856
* {{cita web|1=http://www.ku.edu/heritage/kshistory/johnbrown.html|2=John Brown, abolizionista, di David Reynolds, 2005|lingua=en
* {{cita web|1=http://www.wvculture.org/History/jnobrown.html|2=Archivi della Virginia Occidentale e storia|lingua=en|accesso=5 ottobre 2012|dataarchivio=11 gennaio 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080111050237/http://www.wvculture.org/History/jnobrown.html|urlmorto=sì}}
* {{cita web|http://gutenberg.net.au/ebooks07/0700461.txt|Project Gutenberg: Il corpo di John Brown (1928) (testo integrale della canzone)|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.bartleby.com/233/711.html|John Brown, di Edwin Arlington Robinson, 1921|lingua=en}}
== Voci correlate ==
Riga 479 ⟶ 484:
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [https://curlie.org/Society/History/By_Time_Period/Nineteenth_Century/People/Brown%2C_John/ J. Brown] su [[DMOZ]]
* {{cita web|http://www.kansastravel.org/johnbrownmuseum.htm|Museo John Brown|lingua=en}}
* {{en}} Johnson, Mary. [http://www.wvculture.org/history/jbexhibit/jbintroduction.html ''La sua anima cammina ancora: La Vita e l'eredità di John Brown'', Dipartimento della cultura e della storia del West Virginia]
* {{cita web|http://www.nyhistory.com/gerritsmith/nelba.htm|''Sito sulla storia dello Stato di New York'', La fattoria di John Brown|lingua=en}}
* {{en}} [http://www.kansashistory.us/johnbrown.html ''John Brown, Abolizionista: L'uomo che uccise la schiavitù'' di David S. Reynolds] estratto
* {{Cita web |url=
* {{cita web|http://www.americanmusicpreservation.com/BattleHymnoftheRepublic.htm|La canzone di John Brown e l'inno da battaglia della Repubblica|lingua=en}}
* [http://www.whilbr.org/TheInsurrection/index.aspx Correspondence relating to the Insurrection at Harper's Ferry, October 17, 1859], Senate of Maryland, 1860. ''Western Maryland History Online''
* [http://www.kshs.org/p/cool-things-john-brown-pike/10239 John Brown Pike – Kansas Historical Society]
* "John Brown and his Men, with Some Account of the Roads Traveled to Reach Harper's Ferry," [http://www.valpo.edu/vpr/carterjohn.html poem] by [[Jared Carter]].
* [http://www.kshs.org/p/cool-things-john-brown-desk/10177 John Brown Desk], Kansas Historical Society website
* [http://www.kentparksandrec.com/parks/city-wide-parks/john-brown-tannery-park John Brown Tannery Park], Site of the Franklin Mills Tannery, now a municipal park in Kent, Ohio
* [http://www.kshs.org/p/cool-things-harpers-ferry-revolver/10248 Harpers Ferry Revolver – Kansas Historical Society]
* {{Cita pubblicazione|url=http://www.bpl.org/exhibitions/past-exhibitions/home-front/activist-authors|editore=[[Boston Public Library]]|opera=Exhibitions|titolo=Home Front: Boston and the Civil War|capitolo=John Brown, Lock of hair, 1859|anno=2011|accesso=5 aprile 2018|dataarchivio=7 marzo 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180307151327/http://www.bpl.org/exhibitions/past-exhibitions/home-front/activist-authors/|urlmorto=sì}} (memento of [[James Miller McKim]])
* {{cita web|http://fabpedigree.com/s032/f250617.htm|Il pedigree di John Brown|lingua=en}}
* {{en}} [
* {{en}} [
* {{en}} [
* {{en}} [http://www.whilbr.org/TheInsurrection/index.aspx Corrispondenza in relazione all'insurrezione ad Harper's Ferry, 17 ottobre, 1859], Senato del Maryland, 1860. ''Storia del Maryland occidentale online''
* {{cita web|http://www.kshs.org/search/index/query:john%20brown|oggetti appartenuti a John Brown su Kansas Historical Society|lingua=en}}
* {{en}} ''John Brown e i suoi uomini, con un resoconto delle strade percorse per raggiungere Harper's Ferry,'' [http://www.valpo.edu/vpr/carterjohn.html poesia] di Jared Carter.
{{WestVirginiaGuerraSecessione}}
{{VirginiaGuerraSecessione}}
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{{PreGuerraSecessione}}
{{Controllo di autorità}}
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[[Categoria:John Brown (attivista)| ]]
[[Categoria:Persone giustiziate per impiccagione|Brown, John]]
[[Categoria:
[[Categoria:Bleeding Kansas]]
[[Categoria:Abolizionisti statunitensi]]
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