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{{nota disambigua}}
Il '''dolore''' è una percezione sensuale complessa differenziata (che può risultare pungente, tirante, bruciante). È un sintomo vitale/esistenziale, un sistema di difesa nelle forme '''acute''' che può diventare malattia in dolori '''cronici''' o ([[Sindrome dolorosa|sindrome dolorosa]]). Solitamente crea disagio fisico e psichico e compassione (o gioia maligna) sociale. Prima di giungere alla corteccia cerebrale lo stimolo muta in tre eventi: trasduzione,trasmissione e modulazione.<br/>
{{Disclaimer|medico}}
{{Organizzare|informazioni che si ripetono a tratti e sezioni di poche righe|medicina|febbraio 2013}}
{{Malattia
|Nome = Dolore
|Immagine = A man removing a plaster; representing the sense of touch. Wellcome L0076240.jpg
|Didascalia = Un'espressione di dolore. [[Lucas Franchoijs il Giovane]]: ''Uomo che si toglie un cerotto''. [[Wellcome Collection]], [[Londra]].
}}
Il '''dolore''' rappresenta il mezzo con cui l'organismo segnala un danno tissutale.
Secondo la definizione della IASP (''International Association for the Study of Pain'' - 2020) e dell'[[Organizzazione mondiale della sanità]], il dolore «''è un'esperienza [[organi di senso|sensoriale]] ed [[emozione|emotiva]] spiacevole associata a (o simile a quella associata a) un danno tissutale potenziale o in atto''».
 
Nel senso comune dolore è sinonimo di [[sofferenza]].
 
Il dolore non è solamente un fenomeno sensoriale, ma è la composizione di:
* una parte sensoriale (la [[nocicezione]]) che costituisce la [[Sensibilità (medicina)|modalità sensoriale]] che permette la ricezione e il trasporto al [[sistema nervoso centrale]] di [[Stimolo|stimoli]] potenzialmente lesivi per l'organismo;
* una parte esperienziale percettiva (quindi del tutto privata, la vera e propria esperienza del dolore) che è lo [[Psiche|stato psichico]] collegato alla percezione di una sensazione spiacevole.
Il dolore è fisiologico, un sintomo vitale/esistenziale, un sistema di difesa, quando rappresenta un segnale d'allarme per una lesione tissutale, essenziale per evitare un danno. Diventa patologico quando si automantiene, perdendo il significato iniziale e diventando a sua volta una malattia (sindrome dolorosa)<ref>{{cita pubblicazione|autore=Mannion & Woolf|titolo=The Clinical Journal of Pain|anno=2000}}</ref>.
 
==Funzione del dolore==
Il dolore ha una funzione fondamentale nella sopravvivenza di gran parte degli esseri viventi, quindi dell'individuo, come segnale della necessità di intraprendere una reazione a seguito di un'aggressione o di un danno all'integrità fisica. Per questo i recettori del dolore sono in grado di identificare vari tipi di stimoli pericolosi, siano essi meccanici, chimici, termici. Non a caso i recettori [[nocicettoriali]] sono presenti nella quasi totalità degli organismi viventi, proprio perché durante la selezione naturale la loro utilità ne ha preservato la funzione.
 
== Epidemiologia del dolore ==
Indagini [[Epidemiologia|epidemiologiche]]<ref>[https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16095934 Breivik et al. EJP. 2006;10:287-333]</ref><ref>[http://www.anesthesiaweb.com/protected/lit/01jan/rr-00dec22-LR-chronicpain.shtml Perkins & Kehlet, Anesthesiology. 2000;93:1123-1133]</ref> condotte in vari paesi europei hanno dimostrato che, in Italia, il dolore cronico affligge 1 cittadino su 4 (circa 15 milioni di italiani), per un periodo medio di 7,7 anni e che 1/5 circa dei pazienti soffre di dolore per oltre 20 anni. Questi dati mettono in luce la dimensione del problema che non affligge solo i pazienti affetti da [[patologia|patologie]] [[Oncologia|oncologiche]], ma anzi è particolarmente sentito e impattante nei pazienti affetti da [[patologia|patologie]] quali [[artrite|artriti]], [[Osteoartrosi|artrosi]], [[fibromialgia]], [[osteoporosi]], ecc.
 
È stato pubblicato nel 2012 un articolo<ref name="scandinavianjournalpain.com">[http://www.scandinavianjournalpain.com/article/S1877-8860%2811%2900144-3/fulltext O'Brien T., Breivik H. The impact of chronic pain. European patient's perspective over 12 months. Scandinavian Journal of Pain. 2012;3:23-29]</ref> inerente a un'indagine condotta tra pazienti di 13 Paesi [[Europa|europei]] (tra i quali anche l'[[Italia]]) affetti da dolore non [[Oncologia|oncologico]] e seguiti dal gruppo di ricerca per un anno. I dati emersi<ref name="scandinavianjournalpain.com"/> evidenziano come il 95% dei pazienti coinvolti nell'indagine avesse, dopo 3 mesi di osservazione, un dolore ancora d'intensità a partire da moderata; di questi il 47% attribuiva al dolore un'intensità severa con una durata superiore ai 2 anni.
 
I pazienti coinvolti nello studio<ref name="scandinavianjournalpain.com"/> hanno inoltre dichiarato che il dolore da loro provato si ripercuoteva in maniera negativa sulla loro capacità di condurre una vita normale: nel 73% dei casi avevano difficoltà a svolgere le attività di tutti i giorni, come i lavori domestici o le occupazioni familiari e ricreative, nel 68% il dolore influiva sulla capacità lavorativa, nel 46% alterava i rapporti familiari e sociali, nel 60% alterava la qualità del sonno e nel 41% le relazioni sessuali. Non solo, il dolore è risultato abbia influito anche sullo stato emotivo delle persone colpite: il 44% di loro si è sentito solo nella propria malattia, il 66% si sono sentiti ansiosi e depressi e per il 28% di loro il dolore era così forte che avrebbero preferito morire.
 
== Fisiologia del dolore ==
La componente sensitiva del dolore (o componente neurologica) è costituita da un circuito a tre [[neuroni]] che convoglia lo stimolo doloroso dalla periferia alla corteccia cerebrale mediante le vie spino-talamiche.
La parte esperienziale del dolore (o componente psichica, quindi percettiva), responsabile della valutazione critica dell'impulso algogeno, riguarda la [[corteccia cerebrale]] e la [[formazione reticolare]] e permette di discriminare l'intensità, la [[Qualità (filosofia)|qualità]] e il punto di provenienza dello stimolo nocivo; da queste strutture vengono modulate le risposte reattive.
 
L'esperienza del dolore è quindi determinata dalla dimensione affettiva e cognitiva, dalle esperienze passate, dalla struttura psichica e da fattori socio-culturali.{{Vedi anche|Sofferenza}}
Il dolore, anche se sembra un controsenso, può avere due accezioni: utile e non utile; è utile quando esso rappresenta un campanello d'allarme e ci fa capire che siamo di fronte a un potenziale problema più o meno grave. Tutti i dolori che non fanno le veci di un campanello d'allarme sono inutili e possono essere soppressi; tali dolori sono rappresentati da tutti i tipi di dolore cronico, di qualunque natura essi siano, benigni o maligni. In alcuni rari casi patologici, come nella [[CIPA (malattia)|CIPA]], il dolore può non presentarsi in alcuna delle due tipologie precedenti, e quest'assenza di dolore risulta essere pericolosa, in quanto esclude tanto il dolore inutile con gli annessi svantaggi quanto il dolore utile e i suoi numerosi vantaggi.
 
Il dolore può risultare pungente, tirante, bruciante, pruriginoso, a sbarra, compressivo. Il fatto che sia un{{'}}''esperienza'' personale implica un valore soggettivo che non è facilmente quantificabile. In altre parole è assai difficile misurare e valutare un dolore nella sua completezza.
 
Solitamente crea disagio fisico e psichico e compassione (o gioia maligna) sociale. Prima di giungere alla corteccia cerebrale lo stimolo muta in tre eventi: trasduzione, trasmissione e modulazione.<br />
Dal punto di vista della [[Tempo|durata temporale]], il dolore è classificabile come:
#''Transitorio'': vi è attivazione dei [[nocicettori]], corpuscoli responsabili della trasmissione degli stimoli dolorosi, senza danno tissutale. Scompare con la cessazione dello stimolo;
#''Acuto'': è un [[dolore nocicettivo]], di breve durata in cui solitamente il rapporto di causa/effetto è evidente: nel dolore acuto, per effetto di una causa esterna o interna, si ha una fisiologica attivazione dei nocicettori. Si ha, in genere, un danno tissutale; il dolore scompare con la riparazione del danno.
#''Recidivo'': come spesso in cefalgie
#''Persistente'': la permanenza dello stimolo nocicettivo o della nocicezione rendono il dolore "persistente".
#''Cronico'': associato a profonde modificazioni della personalità e dello stile di vita del paziente che costituiscono fattori di mantenimento indipendenti dall'azione dei nocicettori.
 
==La via del dolore==
La via del dolore origina alla periferia attraverso le terminazioni libere o fornite di corpuscoli sensitivi specifici, che hanno il compito di raccogliere gli stimoli dolorosi e inviarli alla corteccia cerebrale attraverso un sistema a tre neuroni: il primo neurone, il cui corpo risiede nel ganglio spinale della radice posteriore, va dalla periferia al corno posteriore della sostanza grigia del midollo spinale: dopo l'origine dal ganglio posteriore, si biforca a "T" formando due branche (assoni), una chiamata "centrale" che attraverso le radici posteriori si dirige verso il Sistema Nervoso Centrale, l'altra "periferica" che giunge alle strutture da innervare attraverso i nervi somatici o viscerali.
Il secondo neurone origina nella parte postero-laterale del corno posteriore attorno a cui termina il primo neurone, percorre il fascio spino-talamico laterale e termina nel circolo postero-laterale del talamo. Il terzo neurone va dal nucleo postero-laterale del talamo alla circonvoluzione postero-laterale della corteccia cerebrale.
 
== Tipi di dolore ==
Il dolore è suddiviso in due tipi principali in base alla sua manifestazione temporale.
* Il '''''dolore lento''''' compare entro un secondo o più dallo stimolo dolorifico e perdura a lungo.
* Il '''''dolore rapido''''' compare entro un decimo di secondo dallo stimolo dolorifico e generalmente non viene percepito dai tessuti profondi.
Oltre a queste tipologie di dolore ne esistono molte altre che si basano sulla provenienza anatomica dello stimolo dolorifico (somatico, viscerale, misto) o sulla tipologia dello stimolo dolorifico (acuto, puntorio, urente, lancinante, elettrico, pulsante, cronico e altri).
 
===Dolore somatico===
È il dolore veicolato dalle fibre afferenti somatiche che trasportano le sensazioni dolorose dalla testa, dal tronco e dalle estremità. Rispondono a stimoli quali pressione, trazione, taglio, sfregamento, variazioni termiche, variazioni del pH, azioni enzimatiche.
 
===Dolore viscerale===
Questo dolore viene veicolato dalle fibre che decorrono nei nervi simpatici (di provenienza generalmente toracica) e parasimpatici (provenienti dalle restanti strutture). Gli impulsi nocivi vengono evocati da stimoli quali distensione brusca dei visceri, contrazioni, irritanti chimici, infiammazione.
 
===Dolore misto===
Quando interessa sia strutture somatiche sia viscerali: ad esempio l'estensione di un processo infiammatorio da un organo addominale al peritoneo parietale.
 
===Dolore riferito===
Dolore che viene proiettato a distanza rispetto al viscere in cui origina lo stimolo nocivo, come ad esempio il dolore al braccio nel corso di un infarto miocardico.
Sono state formulate tre teorie per spiegare questo fenomeno.
*''La teoria metamerica'' sostiene che, dato che le fibre afferenti decorrono assieme, lo stimolo doloroso si propaga alle terminazioni vicine a livello corticale, che generano quindi la sensazione dolorosa nella sede periferica di loro competenza, differente da quella originale.
*''La teoria della convergenza'' afferma che essendo il numero delle fibre nervose periferiche somatiche e viscerali molto superiore rispetto alle cellule nervose della sostanza grigia del midollo spinale, numerose fibre agirebbero sullo stesso assone spino-talamico che verrebbe in tal modo stimolato da fibre provenienti da zone anche molto lontane tra loro.
*''La teoria della facilitazione'' sostiene l'esistenza di rapporti tra le fibre somatiche e viscerali. Ritiene che impulsi nocivi viscerali possano abbassare la [[Soglia del dolore|soglia]] di attivazione delle fibre somatiche che provocherebbero quindi una percezione dolorosa nelle aree di loro competenza.
 
=== Dolore idiopatico ===
Il dolore idiopatico o psicogeno è un tipo di dolore riferito senza una causa evidente. Può essere riferito un dolore il cui livello di intensità non abbia corrispondente motivazione organica.
 
=== Dolore urente ===
Il dolore urente è una sensazione dolorosa simile a quella provocata dal contatto con corpi roventi.
 
=== Dolore sociale ===
Il dolore sociale è il disagio o la sofferenza derivante da dinamiche sociali, come l'isolamento, la discriminazione o la povertà.
La sociologia esplora come queste esperienze influenzino individui e comunità, contribuendo alla comprensione delle sfide legate alle relazioni sociali.
Il termine ''dolore sociale'' è stato coniato nel 2003 da [[Jaak Panksepp]]<ref>Jaak Panksepp, ''Feeling the Pain of Social Loss'',Science,302,5643,2003</ref>.
 
==Forme ed eziologia==
* ''[[dolore nocicettivo]]'' basato primordialmente sull'irritazione dei sensori di dolore ([[Nocicettore|nocicettori]]) e trasmissione degli impulsi ([[trasmissione di dolore]]) al sistema nervoso centrale
[[Immagine:ModelloDolore.png|thumb|right|220px|Anatomia e fisiologia del dolore]]
* ''[[dolore neuropatico]]'' in seguito a lesioni del [[sistema nervoso periferico]] o del [[sistema nervoso centrale]] (p.es. dopo [[amputazione]], [[paraplegia]], [[Infezione da herpes|infezioni da herpes]], [[polineuropatia diabetica]]).
* ''[[dolore nocicettivo]]'' basato primordialmente sull'irritazione dei sensori di dolore ([[Nocicettore|nocicettori]]) e trasmissione degli impulsi ([[tramissione di dolore]]) al sistema nervoso centrale
* ''[[dolore neuropaticofunzionale]]'' in seguito a disturbi lesionifunzionali del(ad [[sistema nervoso periferico]] o delesempio [[sistemamal nervosodi centraleschiena]] (p.es. dopo [[amputazione]], [[paraplegia]], [[Infezionecausato da herpes|infezioniimpostura dae herpes]],movimenti [[polineuropatiaabitudinali diabetica]]disfunzionali).
* Meccanismi [[Psicosomatica|psicosomatici]] e riflessivi vegetativi come:
* ''[[dolore funzionale]]'' in seguito a disturbi funzionali come:
** Attivazione del [[sistema nervoso simpatico]] in stati di [[ansia]]
** [[mal di schiena]] causato da impostura e movimenti abitudinali disfunzionali.
** Attivazione del [[sistema nervoso parasimpatico]] in stati di [[disturbo depressivo|depressione]]
** Meccanismi [[Psicosomatica|psicosomatici]] e riflessivi vegetativi come:
*** AttivazioneAumento deldi [[sistematono neurovegetativomuscolare]] in situazioni di [[SimpaticoStress (medicina)|simpatico]]stress in stati di [[ansiaemotivo]]
Alcuni fattori [[psicosociali]] possono amplificare e/o cronicizzare dei dolori. Sono da prendere in considerazione nella [[terapia del dolore]].
*** Attivazione del sistema neurovegetativo [[Parasimpatico (medicina)|parasimpatico]] in stati di [[depressione]]
*** Aumento di [[tono muscolare]] in situazioni di [[Stress|stress emotivo]]
Alcuni fattori [[psicosociali]] possono amplificare e/o cronificare dei dolori. Sono da prendere in considerazione nella [[terapia del dolore]].
 
==Diagnosi differenziale==
[[Disturbo mentale|Disturbi psichici]], come, p.es.per esempio, la [[DepressioneDisturbo larvatadepressivo|depressioni larvatedepressione]] larvata.<br/>
 
== Aspetti del dolore cronico: il "dolore globale" ==
Il dolore cronico presente nelle malattie degenerative, neurologiche, oncologiche, specie nelle fasi avanzate e terminali di malattia, assume caratteristiche di dolore GLOBALE, legato a motivazioni fisiche, psicologiche e sociali, come evidenziato nei documenti dell'[[Organizzazione Mondiale della Sanità]] (OMS)<ref name="Ministero della Salute - In primo piano - Un approccio GLOBALE al dolore cronico">[http://www.ministerosalute.it/dettaglio/pdPrimoPiano.jsp?id=44&sub=6&lang=it Ministero della Salute] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090225095418/http://www.ministerosalute.it/dettaglio/pdPrimoPiano.jsp?id=44&sub=6&lang=it |data=25 febbraio 2009 }}</ref>.
[[File:DOLORE GLOBALE.jpg|center|thumb|upright=2.3|Il "dolore globale" del paziente cronico<ref name="Ministero della Salute - In primo piano - Un approccio GLOBALE al dolore cronico"/>]]
 
==Perché è importante valutare e trattare il dolore==
Ogni individuo reagisce in maniera unica a un determinato stimolo doloroso, sulla base delle esperienze pregresse e su quella che viene definita la sua soglia del dolore, e ogni persona è in grado di valutare, secondo il suo parametro, quanto è forte il suo dolore e quindi è in grado di oggettivarlo tramite una misurazione.
 
Ogni individuo apprende il significato della parola dolore attraverso le esperienze correlate a una [[lesione]] durante i primi anni di vita. Essendo un'esperienza spiacevole, alla componente somatica del dolore si accompagna anche una carica emotiva. Il dolore pertanto è sempre soggettivo ed è importante che il paziente impari a misurare il suo dolore e a prenderne nota in un diario giornaliero<ref name="ncbi.nlm.nih.gov_A">[https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/7664256 Carpenter JS, Brockopp D. Comparison of patients' ratings and examination of nurses' responses to pain intensity rating scales. Cancer Nurs. 1995; 18(4): 292-8]</ref>.
 
Inoltre a seconda che la sua intensità sia lieve, moderata o severa, i farmaci che devono essere impiegati sono diversi<ref name="ref_A">[whqlibdoc.who.int/publications/9241544821.pdf The World Health Organization. Ladder for Chronic Cancer Pain Management, 1996]</ref>.
 
==Come si misura il dolore==
Il dolore si misura attraverso l'impiego di scale ufficiali validate da studi clinici internazionali<ref name="ncbi.nlm.nih.gov_A" />.
 
Le scale per misurare il dolore possono essere:
 
'''Scala VAS (soggettiva)'''<br />
La scala VAS è una retta di 10 cm con due estremità che corrispondono a “nessun dolore” = 0 e il massimo possibile (oppure il massimo di cui si ha avuto esperienza) = 10. È uno strumento unidimensionale che quantifica ciò che il malato soggettivamente percepisce come dolore, oppure come sollievo. Al paziente verrà chiesto di segnare con una crocetta un punto tra le due linee; successivamente il clinico misurerà con un righello i millimetri che distanziano la X disegnata dal paziente dalla linea corrispondente a nessun dolore. Il dolore misurato tramite VAS viene espresso con un valore a 2 cifre (es 40, 60, 75, ecc.).
 
'''Scala verbale VDS (soggettiva)'''<br />
La scala verbale semplice VDS è unidimensionale e ripropone il susseguirsi di aggettivi che quantificano il dolore. Al paziente verrà chiesto di indicare quale tra gli aggettivi proposti caratterizza meglio il suo dolore: NESSUNO; MOLTO LIEVE; LIEVE; MODERATO FORTE; MOLTO FORTE.
 
'''Scala numerica NRS'''<br />
La scala NRS si basa sull'utilizzo di una scala costituita da 11 gradi da 0 a 10, dove 0 corrisponde alla totale assenza di dolore e 10 rappresenta il peggior dolore immaginabile dal paziente. La valutazione del dolore viene effettuata chiedendo al paziente di assegnare un punteggio corrispondente al dolore provato.
 
'''Scala di Wong Baker o delle espressioni facciali'''<br />
La scala HFPRS è composta da disegni di faccine con diverse espressioni: da sorridente (che significa nessun dolore) fino al pianto disperato (che significa il peggior dolore possibile). È un sistema di valutazione che viene utilizzato nei bambini o nelle persone che hanno difficoltà espressive. Il bambino, o l'adulto, deve indicare quale espressione, in quel momento, rappresenta meglio la sua sensazione dolorosa.
 
'''Scala [[FLACC]]'''
 
La scala FLACC è utilizzata per la valutazione del dolore nei bambini tra i 2 mesi e i 7 anni d'età sulla base di cinque parametri: espressione facciale, gambe, attività, pianto, consolabilità. Il nome deriva dall'acronimo inglese dei cinque parametri (face, leg, activity, cry, consolability).<ref>{{Cita pubblicazione|autore = Sandra I. Merkel, Jay R. Shayevitz, Terri Voepel-Lews. Shobha Malviya|titolo = The FLACC: A Behavioral Scale for Scoring Postoperative Pain in Young Children|rivista = Practice Applications of Research}}</ref>
 
Le scale non possono essere ufficialmente confrontate tra di loro, in quanto non ci sono evidenze scientifiche che ne dimostrino la corrispondenza<ref>[https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8323070 Welsh EM, Gettinby G, Nolan AM. Comparison of a visual analogue scale and a numerical rating scale for assessment of lameness, using sheep as a model. Am J Vet Res. 1993; 54(6): 976-83]</ref><ref>[https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10741815 Breivik EK, Björnsson GA, Skovlund E. A comparison of pain rating scales by sampling from clinical trial data. Clin J Pain. 2000; 16(1): 22-8]</ref>. Proprio per questo motivo, negli ultimi tempi si sta cercando di utilizzare, almeno negli studi clinici, un'unica tipologia di scala che è la scala NRS. Questo permette agli studiosi di confrontare tra loro i risultati delle diverse ricerche per dare delle risposte cliniche valide ai malati di dolore.
È importante che il dolore venga misurato con regolarità anche per poter capire se la terapia antalgica impostata ha effetto.
 
==Come si tratta il dolore==
L'[[Organizzazione Mondiale della Sanità]] ha proposto delle linee guida sul corretto approccio al dolore, inizialmente per quello di natura [[Oncologia|oncologica]], poi allargate al dolore anche di natura non oncologica, che suggerivano una scala sequenziale di modalità terapeutica da adattare a ogni singolo paziente<ref name="ncbi.nlm.nih.gov">[https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3276820/#ref1 The World Health Organization. Ladder for Chronic Cancer Pain Management]</ref>.
Questa scala, definita a tre gradini, prevedeva l'impiego di [[Antinfiammatorio|antinfiammatori]] per il trattamento del dolore lieve (equivalente a valori da 0 a 3 sulla scala NRS), [[oppioide|oppioidi]] deboli per il trattamento del dolore moderato (equivalente a valori da >3 a 6 sulla scala NRS) e [[oppioide|oppioidi]] forti per il trattamento del dolore severo (equivalente a valori da >6 a 10 sulla scala NRS)<ref name="ncbi.nlm.nih.gov"/>.
 
Una revisione di queste linee guida, effettuata nel 1996, ribadiva alcuni punti fondamentali<ref name="ref_A" />:
* la via preferenziale di somministrazione di una terapia è quella orale
* gli intervalli tra le varie somministrazioni devono essere prefissati
* l'approccio terapeutico deve essere sequenziale
* il trattamento deve essere individualizzato sulla base delle caratteristiche del paziente.
 
A oltre 11 anni dalla diffusione di queste linee guida, l'approccio al dolore ha subito alcune rivisitazioni, dettate anche dalle maggiori conoscenze maturate in questi anni<ref>[https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17491065 ESMO Guidelines Working Group, Jost L. Management of cancer pain: ESMO clinical recommendations. Ann Oncol. 2007; 18 (2): ii92-4]</ref><ref>[https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19188080 Ripamonti C, Bandieri E. Pain therapy. Crit Rev Oncol Hematol. 2009; 70 (2): 145-59]</ref>.
 
Prima di tutto, si è ribaltato l'ordine di priorità: il [[paziente]] è diventato il soggetto principale e qualsiasi scelta terapeutica deve essere concordata e condivisa. Per questo è molto importante che il malato di dolore sia correttamente informato su quelli che possono essere i vantaggi e gli svantaggi delle diverse classi terapeutiche, in modo tale da poter seguire con maggior cognizione quanto suggerito dal [[medico]].
 
Inoltre, riguardo alla scala a 3 gradini; a seguito di numerose pubblicazioni scientifiche, è stato dimostrato che il miglior approccio terapeutico è quello definito a 2 gradini, che prevede l'impiego di [[antinfiammatorio|antinfiammatori]] se il dolore è lieve e l'impiego di [[oppioide|oppioidi]] forti - a basse dosi per il dolore lieve e a dosi più elevate se il dolore è severo - negli altri casi.
 
Alcuni studi<ref>[https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15120769Marinangeli F. Use of strong opioids in advanced cancer pain: a randomized trial. J Pain Symptom Manage. 2004; 27(5):409-16]</ref><ref>[https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15591459 Koizumi W. Effi cacy and tolerability of cancer pain management with controlled-release oxycodone tablets in opioid-naive cancer pain patients, starting with 5 mg tablets. Jpn J Clin Oncol. 2004; 34 (10):608-14]</ref><ref>[https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16563318 Mercadante S. Low morphine doses in opioid-naive cancer patients with pain. J Pain Symptom Manage.2006; 31(3):242-7]</ref><ref>[https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15818486 Maltoni M, A validation study of the WHO analgesic ladder: a two-step vs three-step strategy. Support Care Cancer. 2005; 13(11):888- 94.Epub 2005 Apr 8]</ref> hanno dimostrato che questo tipo di [[terapia]] permette di ottenere il controllo del dolore in tempi più brevi, riducendo i [[Dose (farmacologia)|dosaggi]] complessivi e limitando gli effetti collaterali.
 
==I diritti del paziente affetto da malattia del dolore==
{{L|medicina|febbraio 2014}}
Il 15 marzo 2010 viene firmato l'[[atto normativo]], pubblicato in [[Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana|Gazzetta Ufficiale]] il 19 marzo 2010, che sancisce il diritto per tutti i cittadini di essere curati per la malattia dolore (legge n. 38/2010 su cure palliative e terapia del dolore<ref name="parlamento.it">[http://www.parlamento.it/parlam/leggi/10038l.htm Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore]</ref>).
 
L'articolo 1 della legge n. 38/2010, esplicitando le finalità della Legge stessa, ribadisce quanto già sancito dalla [[Costituzione della Repubblica Italiana|Costituzione]] italiana e dichiara che la presente legge tutela il diritto del cittadino ad accedere alle [[cure palliative]] e alla terapia del dolore<ref name="parlamento.it"/>.
 
L'art. 32 della [[Costituzione della Repubblica Italiana|Costituzione Italiana]] sancisce infatti la tutela della salute come “diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività”<ref>[http://www.senato.it/1025?sezione=121&articolo_numero_articolo=32 La Costituzione Parte I Diritti e doveri dei cittadini Titolo II Rapporti etico-sociali Articolo 32]</ref>; e ad adottare precisi comportamenti finalizzati alla migliore tutela possibile della salute in termini di generalità e di globalità, atteso che il mantenimento costituisce oltre che diritto fondamentale per l'uomo, per i valori di cui lo stesso è portatore come persona, anche preminente interesse della collettività per l'impegno e il ruolo che l'uomo stesso è chiamato ad assolvere nel sociale per lo sviluppo e la crescita della [[società civile]].
 
==Il dolore come riflessione della condizione umana==
{{Vedi anche|Dolore (filosofia)}}
 
== Note ==
<references/>
 
==Bibliografia==
 
* Pschyrembel: Klinisches Wörterbuch; ISBN 3-11-018171-1;2004 de Gruyter, Walter, GmbH & Co., Berlin.
* A.C.Guyton e J.E.Hall, ''Textbook of Medical Physiology'', 11th edition, 2006, Elsevier.
* Seminario Dolore; Canvetto, Lugano:
* D.Purves, ''Neuroscience'', 3rd edition, 2004, Sinauer Associates Inc.
:* Anatomia e fisiologia del dolore 19 gen 2005 [http://www.pforster.ch/yDN/yDN%201/IndiceDN1.htm]].
* Pschyrembel: Klinisches Wörterbuch; ISBN 3-11-018171-1; 2004 de Gruyter, Walter, GmbH & Co., Berlin.
:* Patologia e terapia di dolori 2 feb 2005 [http://www.pforster.ch/yDN/yDN%202/IndiceDN2.htm].<br>
* Dr Raoul Relouzat e Jean-Pierre Thiollet, ''Combattre la douleur'', Paris, Anagramme, 2002. ISBN 2-914571-16-X
 
==Voci correlate==
{{div col|2}}
* [[Sindrome dolorosa]]
* [[Algesia]]
* [[Analgesia]]
* [[Antianalgesia]]
* [[Crepacuore]]
* [[Fisiologia del dolore]]
* [[Iperpatia]]
* [[Indicazioni fitoterapiche#Analgesici]]
* [[Scala visuo-analogica del dolore]]
* [[Sindrome da dolore parossistico estremo]]
* [[Soglia del dolore]]
* [[Sostanza grigia periacqueduttale]]
* [[Aia]]
{{div col end}}
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q|q_preposizione=sul|wikt=dolore|commons_preposizione=sul}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{wikiquote}}
 
{{Sistema somatosensoriale}}
[[Categoria:Sintomi]]
{{Infiammazione}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|medicina}}
 
[[deCategoria:SchmerzDolore| ]]
[[en:Pain]]
[[es:Dolor]]
[[fr:Douleur]]
[[he:כאב]]
[[nl:Pijn]]
[[sv:Smärta]]