Angelo Santilli: differenze tra le versioni
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==Biografia==
Angelo Santilli, nativo di Sant'Elia Fiumerapido (oggi in provincia di Frosinone ma all'epoca solo Sant'Elia, in Provincia di Terra di Lavoro), e figlio del medico santeliano Silvestro(nato nel 1796), sindaco del paese dal 1827 al 1829, a tredici anni si trasferì a [[Napoli]] con la madre Giuseppa Mancini, figlia del medico [[Evangelista Mancini]] di [[Picinisco]] ma residente a San Germano (oggi [[Cassino]]), e i tre fratelli, per completare gli studi. A Napoli, il giovane Angelo Santilli seguì il corso liceale presso la Scuola di Francesco Murro. All'[[Università di Napoli Federico II|Università]] fu discepolo del filosofo [[Pasquale Galluppi]] e amico, fra gli altri, di [[Luigi Settembrini]], [[Giuseppe Fiorelli]] e [[Francesco De Sanctis]]. A soli venti anni, nel 1842, si laureò in [[filosofia]] e [[giurisprudenza]], aprendo anche una Scuola di Diritto Morale e Costituzionale.
Fervente [[Vincenzo Gioberti|giobertiano]], fu attivo propugnatore, nei circoli culturali napoletani, di un'Italia federata sotto la guida di [[papa Pio IX]]. Ebbe frequenti rapporti epistolari con [[Terenzio Mamiani]], con il [[Tommaso Pasquale Gizzi|cardinale Gizzi]] e con il filosofo eclettico francese [[Victor Cousin]]. Quest'ultimo lo introdusse nel giro culturale del [[Socialismo utopico|socialismo utopistico]] europeo e soprattutto francese, ma Santilli modulò il suo [[socialismo]] secondo i propri valori cristiani ed umanitari, rifiutando la logica della [[lotta di classe]].
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Fondò e diresse i giornali "L'Enciclopedico"<ref name="cfr. pag 174 I. Ghiron, 1883">cfr. pag 174 I. Ghiron, (1883)</ref> e il quotidiano giobertiano "Critica e Verità" (9 marzo - 14 aprile 1848), fondato durante i [[primavera dei popoli|moti rivoluzionari del '48 napoletano]] in cui vivacemente sosteneva che occorreva occuparsi della piaga della povertà meridionale, scrivendo il 20 marzo che: "La nazione vuole pane e lo dimanda incessantemente, lo chiede nel pianto dell'indigenza, tra le sciagure della desolazione, lo chiede non a titolo di preghiera, ma diritto necessario, assoluto ... il popolo non capisce la speculativa astrazione di alcune verità, non sa i titoli di ''libertà'', di ''costituzione'', di ''uguaglianza'' ... una riforma che dimentica affatto la fisica prosperità de' popoli non è che riforma di solo nome..."<ref>cfr. pag 162 Della Peruta, (2011)</ref>.
Fra le sue opere filosofiche: "Le idee soggettive", che fu testo di studio nelle scuole del [[Granducato di Toscana]]; "Sul realizzamento del pensiero"; "Sviluppo filosofico dell'
Malvisto e considerato individuo pericoloso dalla polizia borbonica, per i suoi scritti, la sua attività politica e i suoi discorsi pubblici, il cui numero di ascoltatori si andava infoltendo sempre di più, Santilli fu ucciso a [[baionetta]]te insieme al fratello Vincenzo di 27 anni, all'amico e compaesano Filippo Picano di 18 anni e alla fantesca Carmela Rossi detta Mega da soldati svizzeri che fecero irruzione nella sua abitazione di Napoli, in Largo Monteoliveto, il 15 maggio 1848 durante [[Storia_del_Regno_delle_Due_Sicilie_nel_1848#Il_colpo_di_stato_a_Napoli|i moti insurrezionali di Napoli]]<ref name="cfr. pag 174 I. Ghiron, 1883"/><ref>[http://books.google.it/books?id=YWMoAAAAYAAJ&pg=PA63&dq=%22Angelo+Santilli%22&hl=it&ei=S518TqaENsrHtAbggsU3&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=10&ved=0CFMQ6AEwCQ#v=onepage&q=%22Angelo%20Santilli%22&f=false Storia del quindici maggio in Napoli - Pagina 63]</ref>. Secondo i ricordi di Luigi Settembrini venne ucciso a seguito della delazione di una donna, che lo indicò come "il predicatore" alla soldataglia<ref>Vedi pag.300 L. Settembrini (1880)</ref>. I fratelli Giuseppe (21 anni) e Giovanni (13 anni), si salvarono nascondendosi in casa della famiglia Leanza al piano superiore.
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*[[Isaia Ghiron]], ''Il valore italiano'', Volume 1, Tip. nazionale degli editori Ghione e Lovesio, 1883.
*[[Franco Della Peruta]], ''Il Giornalismo Italiano del Risorgimento'', FrancoAngeli, 2011.
*Benedetto Di Mambro, in ''Sant'Elia Fiumerapido, il Sannio, Casinum e dintorni'' (pag. 37-42), Roccasecca, 2017.
*[[Luigi Settembrini]], ''Ricordanze della mia vita'', Volume 1, Antonio Morano, 1880.
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