'Ndrezzata: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m sistemazione fonti e fix vari |
|||
(123 versioni intermedie di 61 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
La '''''<nowiki/>'ndrezzata''''' (che nel [[dialetto]] [[ischia (isola)|ischitano]] vuol dire ''intrecciata'') è un [[Canzone (musica)|canto]] [[rito|rituale]], recitato nel corso di una [[danza]] con spade e bastoni (detti ''mazzarielli'') il giorno di [[pasquetta]], in occasione della festa [[Santo patrono|patronale]] di [[Giovanni Battista|san Giovanni]] presso Buonopane, oppure in altre occasioni speciali; Buonopane è una frazione del comune di [[Barano d'Ischia]], sull'[[Ischia (isola)|isola d'Ischia]].
Non deve'essere confusa con la ''<nowiki/>'ntrezzata'', una danza popolare armata napoletana<ref name="CI">Vincenzo Palmisciano, ''Fonti letterarie sulla spallata e sull'intrezzata, due danze popolari di area campana'', in ''Archivio Storico per le Province Napoletane'', Napoli, Società Napoletana di Storia Patria, 2017, pp. 303-326</ref>
==Le origini==
Numerosi elementi presenti nel [[testo]] portano a configurare la '''ndrezzata'' come un [[poema epico|poemetto epico]] [[popolo|popolare]] nato nel [[Medioevo]]<ref>Cfr. l'analisi fornita dallo [[storico]] Pietro Monti (pagg.800, 801 e 802 del volume ''Ischia, archeologia e storia'')</ref> che racchiude al suo interno un [[peana]], un'[[elegia]] di tipo guerresco (lo sferrare colpi con spade e "mazzarielli") ed [[amore|amoroso]] (la vicenda dei tre fratelli valenti [[marinaio|marinari]]).
Ma le origini del canto appaiono ben più remote, strettamente connesse al retaggio [[mito|mitico]] della [[cultura]] [[Grecia|greca]] che si era andata diffondendo a [[isola d'Ischia|Ischia]] grazie ai primi [[Colonia (insediamento)|coloni]] dell'[[Eubea]] che avevano fondato [[Pithecusa]].
===Il mito===
Racconta [[Euripide]] che [[Zeus]] trovò un giorno [[Demetra]] furibonda e disperata perché [[Ade (divinità)|Ade]], [[dio]] dell'[[Ade (regno)|Averno]], le aveva rapito la figlia [[Persefone]]. Mosso da pietà verso la povera madre, il capo degli dei le inviò le [[Muse (mitologia)|Muse]] e [[Afrodite]] per placarne l'animo, allietandola con [[musica]] e danze.
{{citazione|Fu allora che Cipride la bella delle belle tra gli esseri beati fece la prima volta col suo fiato risuonare la voce sotterranea del bronzo e le tese membrane dei timpani percosse con le dita...|Euripide}}
La cultura della danza si diffuse ben presto in tutta l'isola, trovando terreno fecondo presso la sorgente di Nitrodi a Buonopane, vicino [[Barano d'Ischia|Barano]], zona [[agricoltura|agricola]] sul versante [[sud]]-[[est|orientale]] di Ischia e divenendo un elemento talmente caratterizzante del folklore locale da far scrivere al [[Calabria|calabrese]] [[Giulio Iasolino]] nel Cinquecento:
{{citazione|In questo Casale che dopo Forio è il maggiore degli altri, le persone grandemente del ballare si dilettano: il che ancora è
comune a gli altri luoghi.|Giulio Iasolino, ''Rimedi naturali d'Ischia''}}
Tradizione vuole che la danza fosse praticata dalle [[ninfa (mitologia)|Ninfe]] al ritmo di spade di legno battute dai [[Satiri]] su rudimentali manganelli che accompagnavano la melodia prodotta dalla [[cetra (antichità classica)|cetra]] d'[[oro]] di [[Apollo]].
Apollo, pizzicando la cetra, si innamorò della ninfa [[Coronide (figlia di Flegias)|Coronide]] e dall'unione dei due nacque [[Esculapio]].
Appagato dall'amore con la ninfa, il dio concesse alla sorgente Nitrodi, lì dove si svolgevano le danze, la proprietà di offrire bellezza e guarigione.
Ma ben presto Coronide s'innamorò del fauno [[Ischi]] e Apollo, accecato dalla gelosia, la gettò in mare.
Esculapio decise allora di vendicarsi sciogliendo nella fonte un intruglio di erbe esotiche che rendeva litigioso e geloso chiunque si abbeverasse alla sorgente.
Prima di far ritorno nel loro mondo, le Ninfe per perpetuare la loro danza vollero infondere in dono agli abitanti del luogo il ritmo della '''ndrezzata''.
Gli abitanti di [[Barano d'Ischia|Barano]] e Buonopane, abbeveratisi alla sorgente contaminata da Esculapio, vissero in continuo litigio fino a quando, nel [[1540]], una fanciulla perse una cintura di [[corallo]] donatale dal fidanzato, un [[pesca (attività)|pescatore]] di Barano.
La cintura fu rinvenuta da un giovane di Buonopane, che si rifiutava di riconsegnarla alla proprietaria. All'ennesima guerra che ne scaturì e che raggiunse il culmine sul ponte di Buonopane, le due fazioni decisero di siglare la pace ai piedi della statua raffigurante la [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] della Porta. Il [[pasquetta|lunedì dell'angelo]] le due parti riunitesi bruciarono la cintura motivo di discordia davanti alla [[chiesa (architettura)|chiesa]] di San Giovanni e i buonopanesi festeggiarono ballando una '''ndrezzata''.
Da allora, per celebrare la fine delle ostilità, la danza viene ballata ogni anno il giorno di pasquetta e durante i festeggiamenti di [[Giovanni Battista|San Giovanni]], il 24 giugno.
==Il rito==
Il rito della ''{{'}}ndrezzata'' si articola in tre tempi: ''sfilata'', ''predica'' e ''danza''. Ciascuno dei 18 danzatori tramanda ai propri discendenti i segreti della danza e il privilegio di parteciparvi.
Durante la sfilata metà dei danzatori entra in scena con un giubbetto di colore rosso, che rappresenta gli uomini, mentre l'altra metà indossa un corpetto verde che simboleggia le donne. Alla testa del gruppo sfila il caporale, al suono di due ''clarini'' e due ''tammorre'', un tempo [[flauto|flauti]] e fischietti<ref>La presenza di flauti e fischietti sottolinea ancora una volta l'affinità della ''{{'}}ndrezzata'' con la tradizione greca. Nell'elegia, infatti, il [[poeta]] o il dicitore pronunziava il componimento, mentre un flautista fungeva da accompagnamento al recitato, di argomento vario, declamato con lente e pacate tonalità (cfr. ''Storia della Letteratura greca'' di Francesco Sbordone, S. Iodice Ed.): dicitore, flauto ed anche coro sono presenti nella ''{{'}}ndrezzata''.</ref>.
Al termine della sfilata i gruppi di danzatori formano due [[cerchio|cerchi]] concentrici, impugnando, proprio come i fauni della leggenda, un ''mazzariello'' nella mano destra e una spada di legno in quella sinistra. Agli ordini del caporale e al ritmo dei suonatori parte la danza, che ricalca le mosse di base della [[scherma]]: saluto, stoccate, parate e schivate. All'interno della danza due sono le figure fondamentali: la formazione della rosa con l'intreccio delle ''mazzarielle'' a mani alzate e l'elevazione<ref>Le due figure si trovano anche nella ''[[Schwerttanz]]'' [[Germania|tedesca]]. Esse sono interpretate come forme primitive di [[vegetazione]] e di crescenza; del resto la lotta tra l'uomo e la donna adombra forse un [[rito]] propiziatorio per la fecondità o la lotta tra Fauni e Ninfe della [[mitologia]] greca.</ref> su di essa del caporale, che in antico [[dialetto]] [[Ischia (isola)|ischitano]] recita la parte narrata (predica): le strofe sono dedicate all'[[amore]], alla paura dei [[saraceni]], alle fughe sul [[Monte Epomeo]], alla difficoltà del lavoro nei campi e alla [[A vattut' e ll'astreche]], cioè alla costruzione del tetto bombato in [[pomice]] e [[calce]] delle abitazioni di Ischia e [[Procida]].
==Il testo==
{{Multimedia | file=Ndrezzata.ogg | descrizione=Le prime battute musicali della 'ndrezzata.}}
{{citazione|Sulla vetta San Nicola con piacere
si reca gente da tutto il mondo:
chi con la chitarra, chi con il mandolino
vanno a vedere l'alba.
Che bellezza
e quando spunta il sole c'è da restare senza fiato!
Mi son trovato una fidanzata del Monte Epomeo:
le ho chiesto se vuol far l'amore,
e mi ha risposto bella e appassionata :
-Ma vallo a chiedere a mio padre-
Che bellezza sulla vetta San Nicola
e quando spunta il sole c'è da restare senza fiato!
(''recitato'') "Io vengo dal monte Cupo
Riga 37 ⟶ 65:
Io vengo da Tarantiello
con una
Noi siamo tre fratelli,
Riga 53 ⟶ 81:
scusate signori miei
mio padre mi ha chiamato
Una sera mi trovavo a passare vicino al mare
Riga 61 ⟶ 89:
e vedo un cefalo che si azzuffa con un calamaro.
Con la
con il retino lo catturai
e dritto
Mi trovo a passare per Santa Lucia
Riga 71 ⟶ 99:
tutti mi dicono:-Oh che cefalo, perdio!-
Il gabellotto<ref>Nella [[cultura]] [[
-Ma come, hai pescato un cefalo così grande?-
Riga 77 ⟶ 105:
Vedo un calabrese
in
con quattro [[Grano (moneta)|grani]] in mano
voleva far provvista:
scusate, signori miei,
con quattro
Nossignore!
Riga 101 ⟶ 129:
il cappello non si è bucato
...
I tuoi occhi sono due lucciole,<ref>{{Cita web|titolo=La lucciola - 'a curnice(kurnìčč) nell'antico dialetto di Barano|url= http://www.larassegnadischia.it/Letteratura/libripdf/freund.pdf |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211017210256/http://www.larassegnadischia.it/Letteratura/libripdf/freund.pdf}}</ref>
se salgo da te cosa mi dice tua madre?
Riga 109 ⟶ 137:
Sali... sali... che tanto sei il padrone di casa!
Io per
faccio divertire questi signori e me ne vado!" (''fine recitato'')
Trallera trallera
Riga 125 ⟶ 152:
trarialill'arillallà.
Tu guarda come fila
Riga 133 ⟶ 159:
allora, cosa ho fatto
perché ci lasciassimo
Cosa te ne fai della lana?
ti fa venire la febbre!
un materasso di stoffa
ti fa stare più fresco
Antonino di Napoleone
Riga 157 ⟶ 181:
quattro cinque sei sette e otto.
So che vorresti
un letto di viole,
ma non è ancora il momento
accontentati per adesso...
E mastro Raffaele
Riga 174 ⟶ 196:
ci metteva più di un'ora...
E llà llà llà
Riga 183 ⟶ 204:
e non dartene pensiero!
Sfacciata
Riga 192 ⟶ 212:
[...]
Questa povera vecchietta
Riga 198 ⟶ 217:
guarda come l'hai ridotta
e in pubblico così consumata
non può più farsi vedere
Quando vado a dormire la sera
Riga 209 ⟶ 228:
mi trova a pensare ancora a te
Mia moglie che è morta
Riga 218 ⟶ 236:
e voleva raddrizzarle...
Pitidum tidum tindera
apitindum e apintindera
'ndandà 'ndandà 'ndandera
Riga 232 ⟶ 248:
aritreja aritré.
Anita fa' presto
Riga 241 ⟶ 256:
e bisogna partire!
'U treia 'u treia 'u treia
Mia moglie che è morta
Riga 252 ⟶ 265:
aveva le gambe storte
Arance acerbe e troppo mature
Riga 259 ⟶ 271:
e limoni da spremere
se la monaca
acquasanta prendi e bacia.
Figlia mia prega
Riga 272 ⟶ 283:
sarei già lì a pregare.
Figlia mia
e non commettere peccati.
Riga 287 ⟶ 298:
[...]
[...]
Riga 296 ⟶ 306:
[...]
'U ttreja 'u ttreja 'u ttreja...||'Ncoppa Santu Nicola alleramente
'a tutto '
chi cu chitarra e chi cu
vanno a vedé lu sole a la matina.
'Ncoppa Santu Nicola è 'na bellezza oi né
e quanno spont' 'u sole so' cose 'a stravedé.
M'aggio truvato 'a nenna all'Epomeo
e ll'aggio
e m'ha risposto bella e
ma vallo a dire a lo mio genitore.
'Ncoppa Santu Nicola è 'na bellezza oi né
e quanno spont' 'u sole so' cose 'a stravedé.
(''recitato'') "Io vengo da monte Cupo
Riga 340 ⟶ 345:
uno si chiama Gennaro
pesca
'
e pesca senza licenza;
Riga 348 ⟶ 353:
scusate signori miei
mio patre m'ha miso a
pecché tengo sempre mmano stu bastone!
'Na sera
veco 'nu cefalo ca s'appiccecava cu 'nu calamare.
Riga 366 ⟶ 371:
tutti me diceno: -Uh che cefalo 'ncuscienza mia!-
'U
-
Veco nu calabrese
Riga 376 ⟶ 381:
cu quattro 'rane 'mmano
vuleva
scusate signori miei,
Riga 384 ⟶ 389:
Nossignore!
Me vene 'a bile p' 'a testa
metto 'a mano 'int' 'a sacca,
caccio '
e dongo 'na botta a 'stu cappiello.
'
'
...Alice!... Alice!....
Riga 402 ⟶ 407:
si saglio 'ncoppa mammeta che me dice?
Saglie... saglie... ca sì '
Io pe' ve fà vedé ca songo 'nu valente marenaro,
dongo '
Trallera trallera
Riga 420 ⟶ 424:
trarialill'arillallà.
Tu vide comme sfila
Riga 426 ⟶ 429:
'stu vuzzo 'ncoppa all'acqua
ca nun ce vulimmo cchiù
La lana che ne faje?
la freva te fa venire!
'nu matarazzo 'e stoppa
cchiù ffrisco te fa sta
'Ntunino 'e Nabbulione
s'ha fatto llu ddagone
Riga 446 ⟶ 447:
s'ha fatto llu ddaghino
'Ntunino 'e Giacumino.
Uno ddoje e treja
quatto cinche seje sette e otto.
Nun saccio che vurrisse
'nu lietto de viole?
ma mò n' è tiempo ancora
e
E mastu Raffaele
Riga 469 ⟶ 468:
ce metteva cchiù de n'ora...
E llà llà llà
sempe chesto saje
Sì mastu Raffaele
e nun te ne 'ncaricà!
Sfacciata petentosa
ca ce lo dico a
e cu 'n'ata
e zencariello e llariulà...
'Sta po'ra vicchiarella
tu vide comm'è ridotta
e sotto all'aria strutta
nun {{Sic|pò}} cchiù cumparé...
Quanno me cocco 'a sera
Riga 505 ⟶ 501:
sempe penzanno a te.
Muglierema che m'è morta
era nu piezzo 'e femmenona
Riga 512 ⟶ 507:
teneva 'e cosce storte
s'
Pitidum tidum tindera
apitindum e apintindera
'ndandà 'ndandà 'ndandera
Riga 528 ⟶ 521:
aritreja aritré.
Annita fai de pressa
raccogli la mappata
Riga 536 ⟶ 528:
e bisogna di partì!
'U treia 'u treia 'u treia
Moglierema che m'è morta
Riga 547 ⟶ 537:
teneva 'e cosce storte
s''e vuleva addirizzà.''
Purtualle lisce e musce
Riga 557 ⟶ 546:
acquasanta piglia e vasa.
Figlia mia fa' orazione
Riga 563 ⟶ 551:
e peccata nun ne fà
si
già facesse
Figlia mia fa' penitenza
e peccata nun ne
Padre mio, so' fiacche 'e sense
e penitenze nun pozzo
Si t'assitte 'o scannetiello
ce
uva e bà, uva e bà
zi' masto mio che t'aggia
Si veniva l'anno passato
Riga 591 ⟶ 578:
jiuste pe' 'a tené astipata
'U ttreja 'u ttreja 'u ttreja...|lingua=nap}}
==
<references/>
==
* [[Danza del sole]]
==Collegamenti esterni==
* {{cita web|url=http://www.gruppofolkndrezzata.com|titolo=Gruppo Folk 'Ndrezzata}}
* {{cita web | url = http://www.scuoladelfolklore.com/testata.htm | titolo = Associazione Scuola del Folklore | accesso = 6 settembre 2007 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20080926145948/http://www.scuoladelfolklore.com/testata.htm | urlmorto = sì }}
* {{cita web|url=http://www.larassegnadischia.it/Letteratura/speciali/buonopane.pdf|titolo=La Rassegna d'Ischia: La '''ndrezzata''}}
{{Portale|musica}}
[[Categoria:Danze tradizionali campane]]
[[Categoria:Canzoni popolari italiane]]
[[Categoria:Tradizioni dell'isola d'Ischia]]
|