Giosuè (condottiero biblico): differenze tra le versioni
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{{Santo
|nome = San Giosuè
|venerato da = Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa
|ricorrenza = [[1º settembre]]
|note =
|immagine = Collection Motais de Narbonne - Josué arrète la course du soleil - Carlo Maratta.jpg
|didascalia = ''Giosuè ferma la corsa del sole'', dipinto di [[Carlo Maratta]]
|nato = [[Goscen]] in Egitto, XIII secolo a.C.
|morto = [[Timnat-Serach]], XII secolo a.C.
}}'''Giosuè''', figlio di Nun, fu un [[condottiero]] [[Ebrei|ebraico]], la cui storia è narrata nella [[Bibbia]] a partire dal [[Libro dell'Esodo]] fino al [[Libro di Giosuè]], che prende nome da lui.
È venerato come santo dalla [[Chiesa cattolica]] e da quella [[Chiesa ortodossa|ortodossa]]<ref>{{cita web|url=https://oca.org/saints/lives/2007/09/01/102456-righteous-joshua-the-son-of-nun-navi|titolo=Righteous Joshua the son of Nun (Navi)|sito=Chiesa Ortodossa d'America|accesso=12 novembre 2018|lingua=en}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.goarch.org/chapel/saints?contentid=729|titolo=Jesus (Joshua) of Navi|lingua=en|sito=Arcidiocesi greco-ortodossa d'America|accesso=12 novembre 2018}}</ref>; la Chiesa cattolica lo venera anche come [[patriarca (ebraismo)|patriarca]]<ref>{{cita web|url=http://www.santiebeati.it/dettaglio/92446|titolo=San Giosuè Patriarca|sito=santiebeati.it|lingua=it|accesso=10 settembre 2020}}</ref>. La memoria ricorre il [[1º settembre]] di ogni anno.
Il [[Giosuè (nome)|nome Giosuè]] deriva dall'[[lingua ebraica|ebraico]] '''יְהוֹשֻׁעַ''' (''Yehoshùaˁ''), e significa "YHWH salva", di cui'' Ἰησοῦς'' (Iesoùs, [[Gesù]]) è la trascrizione in greco.
Giosuè,
== Racconto biblico ==
[[File:Joshua Commanding the Sun to Stand Still upon Gibeon (1816) John Martin - NGA 2004.64.1.jpg|miniatura|upright=1.6|''Giosuè ordina al sole di fermarsi sopra a Gabaon'' ([[John Martin (pittore)|John Martin]])]]
=== Successione di Mosè ===
Nasce in [[Egitto]] al tempo della schiavitù degli [[ebrei]]. Partecipa all'[[Esodo (evento)|uscita dall'Egitto]] degli ebrei sotto il comando di [[Mosè]]. Si distingue come comandante militare quando le tribù ebraiche sono attaccate dagli Amaleciti a [[Refidim]] (cfr. {{passo biblico|Es|17,8-16}}).
Assiste Mosè e lo accompagna un tratto nella salita al [[Monte Sinai (Bibbia)|Monte Sinai]], dove Mosè riceve le tavole dei [[dieci comandamenti]] (cfr.
Prima di morire sulla riva orientale del [[Giordano (fiume)|Giordano]], Mosè designa Giosuè come suo successore e lo incarica di attraversare il fiume e di condurre il popolo alla conquista del paese di Canaan.
La conquista del paese di Canaan è descritta nel [[libro di Giosuè]]. Secondo il testo, Dio incoraggia Giosuè ad essere forte e ad appoggiarsi sulle leggi della ''[[
=== Attraversamento del Giordano ===
Giosuè ottiene l'appoggio delle due tribù e mezza ([[Ruben (Bibbia)|tribù di Ruben]], [[Gad (tribù)|tribù di Gad]] e la metà della [[Manasse (tribù)|tribù di Manasse]]), che si erano
Il primo ostacolo è il fiume Giordano. Giosuè fa avanzare l'[[Arca dell'Alleanza]] portata dai sacerdoti davanti al popolo. Il fiume arresta miracolosamente il suo scorrere e permette l'attraversamento dei conquistatori israeliti. Giosuè erige un monumento di dodici pietre sulla riva ovest a [[Galgala]]
Giosuè fa [[circoncisione|circoncidere]] tutti gli uomini ebrei nati nel deserto
=== Conquiste di Giosuè ===
[[File:JSC the battle of Jericho.png|
L'antica città di [[Gerico]] costituisce la prima conquista degli
In seguito, Giosuè conquista Ai e [[Gabaon]]. Le conquiste continuano per molti anni sempre più ad ovest fino a [[Gaza]] e a nord fino alla costa [[fenici]]a.
===
[[File:Joshua's Tomb at Kifl Hares.jpg|
Dopo la conquista della quasi totalità del paese di Canaan, Giosuè amministra l'insediamento delle tribù e la divisione del territorio. Inizia dalle [[Giuda (tribù)|tribù di Giuda]], di [[Efraim (tribù)|Efraim]] e di [[Manasse (tribù)|Manasse]]. [[Caleb (Bibbia)|Caleb]] ottiene la città di [[Hebron]]. L'[[Arca dell'Alleanza]] è trasportata da Guilgal, dove si trovava dopo il passaggio del Giordano, a [[Silo (città)|Silo]]: sarà spostata poi a [[Gerusalemme]] dal re [[Davide]].
Giosuè crea le città-rifugio per i [[leviti]]. Ottiene per sé la città di Timnath-serah. Le due tribù e mezza ritornano alle loro terre all'est del Giordano.
=== Ultimi discorsi di Giosuè ===
Giosuè convoca gli anziani, i capi, i [[giudici biblici|giudici]] e [[scriba#Lo scriba ebreo|scribi]] del popolo. Riassume la sua opera, e li esorta a non imparentarsi e fraternizzare con la popolazione locale (cap. 23, v. 12), e li ammonisce a non servire altri dei, per non perdere la vita e la terra loro date (v. 16).
Quindi raduna le tribù israelite in [[Sichem]], convocando nuovamente i rappresentanti del popolo "davanti a Dio" (cap. 24, v. 1).
Giosuè esorta più volte il popolo a restare fedele a [[Dio]], che numerose volte si era loro manifestato in battaglia contro i nemici, e nell'opera dei [[patriarca (ebraismo)|patriarchi]] (vv. 2-12). Li invita ad abbandonare gli dei adorati dai loro padri "oltre il fiume e in Egitto" e gli dei degli [[Amorrei]], che abitavano in quella terra (vv. 14-15).
Esprime la propria scelta famigliare di fedeltà al Signore (v. 15).<br />
Il popolo promette di servire soltanto Dio e di non essere fedele ad altri che a lui (vv. 16-18, 22, 24).
=== Morte di Giosuè e di Eleazaro ===
La morte di Giosuè e Eleazaro, e la sepoltura dei resti di Giuseppe sono narrati al termine del [[Libro di Giosuè|libro]], che così si conclude:
{{quote|Dopo queste cose, Giosuè figlio di Nun, servo del Signore, morì a centodieci anni e lo seppellirono nel territorio di sua proprietà a [[Timnat Heres|Timnat-Serach]], che è sulle montagne di [[Efraim]], a settentrione del [[monte Gaas]]. Israele servì il Signore per tutta la vita di Giosuè e tutta la vita degli anziani che sopravvissero a Giosuè e che conoscevano tutte le opere che il Signore aveva compiute per Israele.
<br />
Le ossa di Giuseppe, che gli Israeliti avevano portate dall'Egitto, le seppellirono a Sichem, nella parte della montagna che Giacobbe aveva acquistata dai figli di Camor, padre di Sichem, per cento pezzi d'argento e che i figli di Giuseppe avevano ricevuta in eredità. Poi morì anche [[Eleazaro (figlio di Aronne)|Eleazaro]], figlio di Aronne, e lo seppellirono a [[Gabaa#Città della tribù di Levi|Gàbaa di Pincas]], che era stata data a suo figlio [[Fineas|Pincas]], sulle montagne di Efraim.|Libro di Giosuè, cap. 24, vv. 29-33<ref>{{cita web|url=https://www.maranatha.it/Bibbia/2-LibriStorici/06-GiosuePage.htm|titolo=Libro di Giosuè, capitolo 24, versi da 29 a 33|lingua=it|sito=maranatha.it|urlarchivio=|dataarchivio=|urlmorto=no}}</ref>}}
Il luogo di sepoltura di Giosuè e Caleb è localizzato nella città araba di ''Kifl Haris'', mentre la [[tomba di Giuseppe]] e quella di Eleazaro si trovano rispettivamente nelle vicinanze di [[Nablus]] (antica Sichem) e di Awarta, alcuni km a sud-est<ref>Conder and Kitchener, 1882, pp. [https://archive.org/stream/surveyofwesternp02conduoft#page/218/mode/1up 218] -
[https://archive.org/stream/surveyofwesternp02conduoft#page/219/mode/1up 219]</ref>.
Dopo la morte di Giosuè, inizia per il popolo ebraico il periodo dei [[Giudici biblici|Giudici]].
== Proposte di interpretazione storica ==
{{
Il punto di vista accademico prevalente è che il Libro di Giosuè non sia un resoconto fattuale di eventi storici.<ref>{{Cita libro|nome=David Noel|cognome=Freedman|nome2=Allen C.|cognome2=Myers|titolo=Eerdmans Dictionary of the Bible|url=https://books.google.com/books?id=qRtUqxkB7wkC&pg=PA275|accesso=2021-04-28|data=2000-12-31|editore=Amsterdam University Press|lingua=en|ISBN=978-90-5356-503-2}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=J. Gordon|cognome=McConville|nome2=Stephen|cognome2=Williams|titolo=Joshua|url=https://books.google.com/books?id=U_8LhXUU6NQC|accesso=2021-04-28|data=2010-04-23|editore=Wm. B. Eerdmans Publishing|lingua=en|ISBN=978-0-8028-2702-9}}</ref>
L'apparente ambientazione di Giosuè è il [[XIII secolo a.C.]], che fu effettivamente un periodo di distruzione di città su larga scala, ma con poche eccezioni ([[Hazor]], [[Lachish|Lachis]]) le città distrutte non sono quelle che la Bibbia associa a Giosuè, e quelle che essa associa a lui mostrano poco o nessun segno di essere occupate in quel periodo.<ref>{{Cita libro|nome=James Maxwell|cognome=Miller|titolo=A History of Ancient Israel and Judah|url=https://books.google.com/books?id=uDijjc_D5P0C|accesso=2021-04-28|data=1986-01-01|editore=Westminster John Knox Press|lingua=en|ISBN=978-0-664-21262-9}}</ref>
La biblista Carolyn Pressler, nel suo commento per il ''Westminster Bible Companion'' spiega che il Libro di Giosuè intende veicolare attraverso la narrazione storica un messaggio teologico e politico e che, sebbene la storia non sia irrilevante, la "verità" del testo biblico quindi non va ricercata nell'aderenza al fatto storico e alla sua precisa ricostruzione, quanto piuttosto nella lettura e nell'interpretazione del fatto storico, anche alla luce del messaggio che ne poteva scaturire per il pubblico nel VII e VI secolo a.C., cioè all'epoca di redazione del testo.<ref>{{Cita libro|nome=Carolyn|cognome=Pressler|titolo=Joshua, Judges, and Ruth|url=https://books.google.com/books?id=7W4-RjlzWy4C&pg=PA1|accesso=2021-09-16|data=2002-01-01|editore=Westminster John Knox Press|lingua=en|ISBN=978-0-664-25526-8|pp=5-6, 54-55}}</ref> Ad esempio commentando gli elenchi dei nemici del capitolo XI<ref>{{cita passo biblico|Gs|11}}</ref> rileva che lo scopo del testo non sia di fornire nozioni di storia militare, ma di suscitare nel lettore una viva impressione per il numero stragrande di nemici che costituiva una difficoltà apparentemente insormontabile con i soli mezzi umani, ma non per Dio, a cui nulla è impossibile.<ref>Pressler, ''op. cit.'', p. 85</ref>
Il biblista Richard D. Nelson ha spiegato che i bisogni della [[Regno Unito di Israele|monarchia centralizzata]] favorirono un'unica storia di origini, combinando antiche tradizioni di un [[Esodo (racconto biblico)|esodo dall'Egitto]], la credenza in un Dio nazionale come "guerriero divino", e spiegazioni per la grande presenza di città in rovina, stratificazione sociale di gruppi etnici e tribù contemporanee.<ref>{{Cita libro|nome=Richard|cognome=Nelson|titolo=Joshua: A Commentary|url=https://books.google.com/books?id=Iwfg_zQHRR4C&pg=PR5|accesso=2021-04-28|data=1997-04-15|editore=Westminster John Knox Press|lingua=en|ISBN=978-0-664-22666-4}}</ref>
Negli anni trenta l'ebraista [[Martin Noth]] fece una critica radicale dell'utilità storica del Libro di Giosuè.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=W. F.|cognome=Albright|data=1939|titolo=The Israelite Conquest of Canaan in the Light of Archaeology|rivista=Bulletin of the American Schools of Oriental Research|numero=74|pp=11-23|accesso=2021-04-28|doi=10.2307/3218878|url=https://www.jstor.org/stable/3218878}}</ref> Noth, studente di Albrecht Alt, sottolineò l'importanza della [[critica delle forme]] (a cui aveva dato il via nel secolo precedente il biblista tedesco [[Hermann Gunkel]]) e dell'[[eziologia]]. Alt e Noth ipotizzarono un movimento pacifico degli israeliti in varie zone di Canaan, contrariamente al racconto biblico.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Gary A.|cognome=Rendsburg|data=1992|titolo=The Date of the Exodus and the Conquest/Settlement: The Case for the 1100S|rivista=Vetus Testamentum|volume=42|numero=4|pp=510-527|accesso=2021-04-28|doi=10.2307/1518961|url=https://www.jstor.org/stable/1518961}}</ref>
L'archeologo [[William Foxwell Albright]] criticò tale opinione, ribadendo che il Libro di Giosuè andasse considerato un resoconto storico degli eventi. Tale teoria non resse però agli studi archeologici successivi: le prime prove archeologiche negli anni '30 mostrarono che la città di Ai, uno dei primi obiettivi di conquista nella presunta campagna militare di Giosuè, era effettivamente esistita ed era stata distrutta, ma nel XXII secolo a.C., epoca in cui gli Israeliti non esistevano neppure. Sono stati proposti alcuni siti alternativi per Ai (come Khirbet el-Maqatir) che risolverebbero parzialmente la discrepanza nelle date, ma questi siti non sono stati accettati dalla maggioranza degli archeologi.<ref>{{Cita libro|nome=Ralph K.|cognome=Hawkins|titolo=How Israel Became a People|url=https://books.google.com/books?id=7QU7GFNe7nsC&pg=PT156|accesso=2021-04-28|data=2013-02-01|editore=Abingdon Press|lingua=en|ISBN=978-1-4267-5543-9}}</ref>
Nel 1951 l'archeologa britannica [[Kathleen Kenyon]] dimostrò che la città di Gerico risaliva alla [[Media Età del Bronzo]] (2100–1550 a.C. circa) e non alla Tarda Età del Bronzo (1550-1200 a.C. circa), periodo durante il quale era già in rovina e disabitata. Kenyon sostenne che la prima campagna israelita non poteva essere storicamente confermata, ma andava piuttosto spiegata come un'eziologia del luogo e una rappresentazione dell'insediamento israelita.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Kathleen M.|cognome=Kenyon|data=1967|titolo=Jericho|rivista=Archaeology|volume=20|numero=4|pp=268-275|accesso=2021-04-28|url=https://www.jstor.org/stable/41667764}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Kathleen M.|cognome=Kenyon|data=1951-10-01|titolo=Some Notes on the History of Jericho in the Second Millennium B.C.|rivista=Palestine Exploration Quarterly|volume=83|numero=2|pp=101-138|accesso=2021-04-28|doi=10.1179/peq.1951.83.2.101|url=https://doi.org/10.1179/peq.1951.83.2.101}}</ref>
Nel 1955, l'archeologo statunitense [[George Ernest Wright]] discusse la correlazione dei dati archeologici con le prime campagne israelite, che divise in tre fasi, secondo quanto scritto dal Libro di Giosuè. Indicò due serie di reperti archeologici che "sembrano suggerire che il racconto biblico è in generale corretto per quanto riguarda la natura della fine del XIII e del XII-XI secolo nel paese" (cioè, "un periodo di tremenda violenza"). Successivamente, però, gli scavi ad Hazor dell'archeologo israeliano [[Yigael Yadin]] dimostrarono che tale distruzione non era attribuibile agli Israeliti.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=G. Ernest|cognome=Wright|data=1955|titolo=Archaeological News and Views: Hazor and the Conquest of Canaan|rivista=The Biblical Archaeologist|volume=18|numero=4|pp=106-108|accesso=2021-04-28|doi=10.2307/3209136|url=https://www.jstor.org/stable/3209136}}</ref>
È ormai riconosciuto dalla maggioranza degli studiosi che il Libro di Giosuè abbia poco valore storico e che le vicende narrate risentano di fatti storici molto successivi.<ref>{{Cita libro|nome=Ann E.|cognome=Killebrew|titolo=Biblical Peoples and Ethnicity: An Archaeological Study of Egyptians, Canaanite|url=https://books.google.com/books?id=VtAmmwapfVAC|accesso=2021-04-28|data=2005-10|editore=Society of Biblical Lit|lingua=en|ISBN=978-1-58983-097-4}}</ref><ref>''Almost without exception, scholars agree that the account in Joshua holds little historical value vis-à-vis early Israel and most likely reflects much later historical times.'' Ann E. Killebrew, op. cit., p. 152.</ref> Le prove archeologiche mostrano chiaramente che Gerico e Ai non furono occupate nella Tarda Età del Bronzo.<ref>{{Cita libro|nome=J. W. (John William)|cognome=Rogerson|nome2=Judith|cognome2=Lieu|titolo=The Oxford Handbook of Biblical Studies|url=http://archive.org/details/oxfordhandbookbi00roge_252|accesso=2021-04-28|data=2006|editore=Oxford ; New York : Oxford University Press|ISBN=978-0-19-925425-5}}</ref> La storia della conquista rappresenta forse la propaganda nazionalista del [[Regno di Giuda]] dell'VIII secolo a.C. e le sue rivendicazioni sul territorio del [[Regno di Israele]], oppure una leggenda nata tra gli Israeliti per spiegare il motivo della distruzione delle varie città cananee; il Libro fu redatto in una prima forma durante il regno di re [[Giosia]] (640-609 a.C.), per poi essere rivisto e completato dopo l'occupazione di Gerusalemme da parte dell'[[Impero Neo-Babilonese]] nel 586 a.C., raggiungendo infine la forma attuale al ritorno dall'[[Esilio babilonese]].<ref>{{Cita libro|nome=Jerome F. D.|cognome=Creach|titolo=Joshua|url=https://books.google.com/books?id=1V6ca8r3DssC&pg=PR11|accesso=2021-04-28|editore=Westminster John Knox Press|lingua=en|ISBN=978-0-664-23738-7}}</ref>
La maggioranza<ref group=Nota>Il quotidiano israeliano ''[[Haaretz]]'', nell'ottobre 2017, riportava nella sua sezione archeologica le considerazioni sullo stato attuale della ricerca, inclusi i commenti del sotto citato archeologo israeliano [[Ze'ev Herzog]]: "la maggior parte di coloro che sono impegnati in un lavoro scientifico nei campi connessi alla Bibbia, all'archeologia e alla storia del popolo ebraico - e che una volta cercavano sul campo le prove per corroborare la storia della Bibbia - ora concordano che gli eventi storici relativi al popolo ebraico sono radicalmente diversi da ciò che racconta la storia [biblica]" e "anche se non tutti gli studiosi accettano i singoli argomenti che formano gli esempi che ho citato, la maggioranza concorda sui loro punti principali"; "in ogni caso, la maggior parte degli archeologi ora concorda sul fatto che l'identità ebraico-israelita sia nata da tradizioni sviluppatesi tra gli abitanti di Canaan. Non è stato portato da invasori esterni [la conquista ebraica di Canaan]".</ref> degli studiosi attuali considera non storici molti degli eventi narrati nella Bibbia relativi a Giosuè e alla conquista israelita della terra di Canaan. Si ritiene, infatti, che l'occupazione di tali territori avvenne come graduale e pacifico inserimento, amalgamandosi con le popolazioni locali e molti popoli vinti dagli Ebrei, citati nella Bibbia, non sono esistiti o non erano stanziati in quelle zone<ref group=Nota>Inesistenti risultano i popoli Perizziti, Gebusei, Refaiti, Hiwiti, Girgashiti e Amorrei (i quali - a differenza dei precedenti nomi, che furono semplicemente inventati - sono citati in modo anacronistico, in quanto furono una popolazione pastorale della Siria scomparsa già nel 1800 a.C., di cui gli Ebrei avevano verosimilmente sentito parlare durante l'esilio in Babilonia del VI secolo a.C.), mentre invece gli [[Ittiti|Hittiti]] non si sono mai stabiliti in Palestina. Osserva, in merito, lo storico e archeologo [[Mario Liverani]]: "Si stermina chi non c'è - e il fatto che non ci sia dimostra che lo si è sterminato".</ref>, mentre alcune città conquistate erano già abbandonate da secoli; inoltre i territori di Canaan erano sotto controllo egiziano<ref group=Nota>L'enorme massa di ebrei dell'Esodo non sarebbe riuscita a passare inosservata attraverso le maglie delle numerose fortificazioni egizie presenti al confine tra l'Egitto e Canaan (oltre che a quelle nella stessa Canaan) e di tale passaggio, infatti, non è pervenuta traccia in alcun documento. Come osserva ancora l'archeologo [[Ze'ev Herzog]]: "Un altro intoppo è che l'Egitto stesso governava la terra di Israele nel momento del presunto Esodo. Anche se i figli di Israele fossero fuggiti dall'Egitto, avrebbero comunque raggiunto un altro territorio sotto il controllo egiziano. È difficile trovare un archeologo della corrente di maggioranza che difenda la descrizione biblica degli eventi. Qui, in 18 anni [anno 2017], nulla è cambiato".</ref>. Ad evidenziare tali osservazioni sono gli stessi archeologi israeliani, molto attivi nel campo della ricerca storico-biblica, come [[Israel Finkelstein]]<ref group=Nota>Finkelstein, direttore dell'Istituto di archeologia dell'università di Tel Aviv, afferma che "il testo biblico va solo considerato una guida della fede" e non come testo storico</ref> e [[Ze'ev Herzog]], il quale afferma che "questo è ciò che gli archeologi hanno scoperto dai loro scavi nella terra di Israele: gli Israeliti non sono mai stati in Egitto, non hanno vagato nel deserto, non hanno conquistato i territori in una campagna militare e non li hanno dati alle 12 tribù di Israele"<ref group=Nota>Lo storico e archeologo [[Mario Liverani]] aggiunge: "Due filoni della ricerca, da una parte l'analisi filologica dei testi biblici, dall'altra l'archeologia arrivano alle stesse conclusioni. E le conclusioni sono che non possono essere considerati storici i racconti più celebri del Vecchio Testamento, come le vicende di Abramo e dei Patriarchi, la schiavitù in Egitto, l'Esodo e la peregrinazione nel deserto, la conquista della Terra Promessa, la magnificenza del regno di Salomone".</ref>.<ref>[https://archive.is/20171024151507/https://www.haaretz.com/archaeology/.premium-1.818795 "Is The Bible a true story?" - Haaretz URL consultato il 25 settembre 2018]; Archiviato il 24 ottobre 2017 [https://archive.is/20180917113911/https://www.haaretz.com/archaeology/MAGAZINE-is-the-bible-a-true-story-latest-archaeological-finds-yield-surprises-1.5626647].</ref><ref>Mario Liverani, ''Oltre la Bibbia. Storia antica di Israele'', Laterza, 2007, pp. VII, 275-321, ISBN 978-88-420-7060-3.</ref><ref>[https://archive.is/20100115170605/http://mideastfacts.org/facts/index.php?option=com_content&task=view&id=32&Itemid=34 "Deconstructing the walls of Jericho" - Ze'ev Herzog URL consultato il 25 settembre 2018]; Archiviato il 22 settembre 2018 [https://archive.is/20180922080337/http://www.freerepublic.com/focus/news/704190/posts].</ref><ref>Ivana Zingariello e Giorgio Gabbi, ''La Bibbia è piena di bugie?'', in ''Quark'', n° 50, marzo 2005, pp. 79-87.</ref><ref>Israel Finkelstein e Neil Asher Silberman, ''Le tracce di Mosè. La Bibbia tra storia e mito'', Carocci, 2002, pp. 71-136, ISBN 978-88-430-6011-5.</ref>
Anche la maggioranza degli studiosi cristiani si allinea ora a queste conclusioni e gli esegeti del ''Nuovo Grande Commentario Biblico'' precisano che "pochi, ammesso che ce ne siano, sono gli episodi importanti di Giosuè che possono essere considerati storici. Per esempio, né Gerico né Ai né Gabaon erano abitate nel periodo in cui la maggior parte degli studiosi colloca l'emergere di Israele in Canaan (ca. 1200 a.C.). [...] Per lo più, quindi, i reperti archeologici contraddicono la narrazione. Il che è vero anche a livello di piccoli dettagli: non ci sono usanze, elementi geopolitici o manufatti specifici menzionati in Giosuè che possono essere datati solo alla fine del secondo millennio, e molti di essi sono ancora presenti nel primo. D'altra parte, Giosuè riflette il tempo in cui fu composto. Così, la lista delle città levitiche del c. 21, non poté essere compilata prima del sec. VIII, perché è questo il periodo in cui la maggior parte di esse esisteva".
Gli studiosi della [[École biblique et archéologique française]] (i curatori della [[Bibbia di Gerusalemme]]) commentano come "il Libro di Giosuè ha riallacciato a Giosuè fatti ai quali egli era estraneo o che furono a lui posteriori, per dare un quadro d'insieme della conquista" e gli esegeti dell'interconfessionale [[Bibbia TOB]] concordano come "l'idea proposta in questo documento, che la conquista completa di Canaan sia stata opera della lega di tutte le tribù, non resiste di fronte alla critica storica".<ref>Raymond E. Brown, Joseph A. Fitzmyer, Roland E. Murphy, ''Nuovo Grande Commentario Biblico'', Queriniana, 2002, p. 145, ISBN 88-399-0054-3.</ref><ref>Bibbia di Gerusalemme, EDB, 2011, pp. 446-447, ISBN 978-88-10-82031-5.</ref><ref>Bibbia TOB, Elle Di Ci Leumann, 1997, p. 397, ISBN 88-01-10612-2.</ref>
Anche relativamente alla caduta di [[Gerico]], tra gli episodi più noti del Libro di Giosuè, gli studiosi del ''Nuovo Grande Commentario Biblico'' precisano che "tutto questo è racconto, non storia, conclusione questa che trova un sostegno anche nei risultati degli scavi di Gerico (Tell es-Sultàn, a circa 16 km dalla confluenza del Giordano e del Mar Morto). L'ultima occupazione del luogo durante il Tardo Bronzo è del XIV secolo e, da allora fino al secolo IX, non si verificarono ulteriori stanziamenti. Quindi, al tempo di Giosuè, nessuno viveva a Gerico".<ref>Raymond E. Brown, Joseph A. Fitzmyer, Roland E. Murphy, ''Nuovo Grande Commentario Biblico'', Queriniana, 2002, p. 150, ISBN 88-399-0054-3.</ref>
In merito a tale episodio, la [[Edizioni Paoline|Bibbia Edizioni Paoline]] riporta inoltre come "grande imbarazzo crea il fatto che secondo gli scavi archeologici Gerico non esisteva come città nel sec. 13°", mentre la Bibbia TOB conclude come "nel caso di Gerico, i risultati archeologici si sono rivelati molto deludenti per questo periodo e il racconto Gs 6 si presenta piuttosto come una liturgia di guerra e non tanto come un rapporto circostanziato sulla presa della città. Bisogna pur ammettere che non sempre il testo biblico fornisce una risposta alle domande che gli poniamo".<ref>La Bibbia, Edizioni Paoline, 1991, p. 273, ISBN 88-215-1068-9.</ref><ref>Bibbia TOB, Elle Di Ci Leumann, 1997, p. 399, ISBN 88-01-10612-2.</ref>
== Esegesi ebraica ==
{{vedi anche|Libro dell'Esodo|Mosè}}
Dio fece che Mosè aggiungesse la lettera [[Lingua ebraica|ebraica]] [[Jodh]] al suo nome. ''Yehoshuah'', ovvero ''Giosuè'', ebbe soltanto "figlie-femmine" (cfr [[Dodici tribù di Israele]] per le appartenenze etniche o tribali ebraiche): per esempio la profetessa [[Chuldah]] (cfr [[Zaddiq]]) ed il [[Profeta (ebraismo)|Profeta]] [[Neviìm|Geremia]], dei [[Sacerdote (ebraismo)|Kohanim]], vi discendono (''[[Talmud]], [[Moed|Meghillah]]'').
== Nell'Islam ==
Giosuè ({{lang-ar|يُوشَعُ بْنُ نُونٍ|Yūshaʿ b. Nūn}}) non è nominato esplicitamente nel Corano, ma esiste un chiaro riferimento storico a lui e Caleb nella narrazione della conquista di Canaan presente nella Sura V<ref>Abdullah Yusuf Ali, ''The Holy Qur'an: Text, Translation and Commentary'', Nota n. 726 al verso 23</ref>.
Il suo nome ricorre comunque nella letteratura dell'Islam, che lo considera uno dei [[Personaggi presenti nella Bibbia e nel Corano|messaggeri di Allah]]<ref>{{cita web|autore=Ahmad Michelangelo Guida|url=http://www.huda.it/books/libri_fede_islamica_04.htm|titolo=I Fondamenti dell'Islam e La Fede Islamica|lingua=it|sito=huda.it|accesso=12 novembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180416123347/http://www.huda.it/books/libri_fede_islamica_04.htm|datarchivio=|urlmorto=sì|dataarchivio=16 aprile 2018}}</ref>. Gli eventi narrati nella letteratura islamica comprendono l'attraversamento del fiume Giordano e la conquista di ''[[Gerusalemme|Bayt al-Maqdis]]''<ref>M. A. S. Abdel Haleem (traduzione di), ''The Qur'an'', Oxford University Press, 2005, p. 70.</ref>.
Vari studiosi condividono la tesi secondo la quale Giosuè fu il successore di Mosè. Giosuè è menzionato quale profeta nelle Storie di [[Ibn Kathir]]. Il commento tradizionale ''al-Jalālayn'' afferma che "[[Ahmad ibn Hanbal|Aḥmad]] [b. Ḥanbal] inserì nel suo ''[[Ahmad ibn Hanbal#opere|Musnad]]'', il [seguente] ''[[ḥadīth]]'': 'Il sole non fu mai fermato per nessun essere umano, ad eccezione di Giosuè nei giorni in cui avanzava in direzione della Santa Casa [di Gerusalemme]' "<ref>{{cita web|url=https://quranx.com/Tafsirs/5.26|titolo =QuranX.com The most complete Quran / Hadith / Tafsir collection available!|sito=quranx.com|accesso=15 agosto 2018}}</ref>.
La letteratura islamica ha arricchito il racconto biblico di Giosuè, affermando che egli fu presente alle esequie funebri di Mosè e che indossò le sue vesti il giorno della ripartenza degli ebrei<ref>''[[The Encyclopaedia of Islam]]'', Vol. XI, p. 351, ''«Ya<u>sh</u>aʿ ibn Nun [Joshua, son of Nun]»''</ref>. Dal ''Saḥīḥ'' di Bukhari e dal [[Sahih Muslim|''Saḥīḥ'' di Muslim]] Giosuè è chiamato Yusha' bin Nun e assiste Mosè nell'incontro con il misterioso [[Khidr]].<ref>Bukhari, Book 6, Volume 60, Hadith 249, 250, 251: Prophetic Commentary on the Qur'an.</ref><ref>Bukhari, Book 1, Volume 3, Hadith 124: Knowledge</ref><ref>Muslim, Libro 30, Hadith 5864: The Book Pertaining to the Excellent Qualities of the Holy Prophet (may Peace be upon them) and His Companions (Kitāb al-Faḍāʾil)</ref>. <br />
[[ʿAlī ibn Abī Ṭālib]], cugino di Maometto, interrogato su quali fossero i profeti che avevano un nome particolare, rispose che Yusha' ibn Nun era noto come Dhu al-Kifl<ref name = Qaim2007>{{cita libro|cognome=Qa'im|nome=Mahdi Muntazir|titolo=Jesus Through the Qur’an and Shi’ite Narrations|anno=2007|editore=Tahrike Tarsile Qur'an|città=Queens, New York|isbn=978-1879402140|p=26|edizione=bilingue|accesso=}}</ref>.
In merito al luogo di sepoltura di Giosuè, una parte dell'islam accredita in modo del tutto irrealistico la moschea edificata nel [[distretto di Beykoz]], a [[Istanbul]]<ref>{{cita web|url=https://culturecityistanbul.blogspot.com//2009/11/yusa-joshua-tomb.html|titolo=Istanbul, Extended On Two Continents|accesso=8 gennaio 2018}}</ref>, mentre un'altra parte indica la cittadina di [[Al-Salt]] (il Mazar Hazrat Yusha’ bin Nun),<ref>secondo il sito web dell{{'}}''Islamic Supreme Council'' canadese [http://www.islamicsupremecouncil.com/islamic-heritage-tabarrukat/]</ref><ref>Tomb of Prophet Yusha' (photo of the tomb; Islamic view on Prophet Yusha'/Joshua)[http://www.islamiclandmarks.com/jordan/tomb-of-yusha-as]</ref>) e in [[Iraq]] (l'edificio di culto di Nabi Yusha, a [[Baghdad]]).
== Ricorrenze ==
L'[[Morte nell'ebraismo#Rimembranze annuali|anniversario della morte]] di Giosuè è celebrato il giorno 26 del mese di ''[[Nisan]]'', secondo il calendario ebraico. In tale occasione, migliaia di persone si recano in pellegrinaggio alla Tomba di Giosuè nella località palestinese di Kifl Haris, situata nella [[Cisgiordania]] settentrionale, a 18 km da [[Nablus]] e a nord-est dell'insediamento israeliano di [[Ariel (città)|Ariel]].
La vita di Giosuè è inoltra ricordata in occasione dello ''Yom HaAliyah'' (lett. "Giorno della [[Aliyah]]"), festa nazionale che si celebra il decimo giorno del mese di ''Nisan'', per ricordare gli eventi storici dei quali fu protagonista il Popolo eletto fino all'ingresso nella [[Terra Promessa]], in conformità alla narrazione biblica. Fra questi eventi, viene commemorato l'attraversamento del fiume Giordano, con i sacerdoti che portavano l'[[Arca dell'Alleanza]] davanti al popolo, premessa dell'insediamento degli Israeliti nella Terra Promessa,.<br />
Le scuole locali celebrano una seconda volta la ricorrenza, nel settimo giorno del mese di ''[[Cheshvan]]''.
== Nell'arte e nella letteratura ==
[[File:The Victory of Joshua over Amorites. Nicolas Poussin - 1624-1626.jpg|thumb|Nicolas Poussin, ''[[Battaglia di Giosuè contro gli Amorriti]]'']]
*Nella tradizione letteraria dell'Europa medioevale, Giosuè è uno dei [[Nove Prodi]], e come tale è raffigurato insieme agli altri in un celebre affresco del [[Castello della Manta]].
*Nella ''Divina Commedia'' di Dante, l'anima di Giosuè appare al poeta nel [[Cieli del Paradiso#Quinto cielo (Marte) - Spiriti militanti|quinto Cielo del Paradiso (Marte)]], nel quale dimorano i "militi della fede". Il [[Paradiso - Canto diciottesimo|Canto XVIII]] dice di lui:
{{quote|Io vidi per la croce un lume tratto dal nomar Iosuè, com’ el si feo; né mi fu noto il dir prima che ’l fatto.|Divina Commedia, Canto XVIII del Paradiso}}
*Il pittore francese [[Nicolas Poussin]] realizzò due dipinti riproducenti il valore militare del personaggio biblico: ''[[Battaglia di Giosuè contro gli Amorriti]]'' e ''[[Battaglia di Giosuè contro gli Amaleciti]]''.
*Nel [[1747]], [[Georg Friedrich Händel]] compose ''[[Joshua (oratorio)#Organico orchestrale|Joshua]]'', [[oratorio (musica)|oratorio musicale]] in tre atti, il cui racconto segue gli Israeliti dal loro passaggio sul Giordano fino a Canaan, includendo la Battaglia di Gerico. Il lavoro comprende una storia di fantasia su un amore fra Achsah, figlia di Caleb, ed Othniel, un giovane soldato.
*Nel [[1959]], il compositore tedesco [[Franz Waxman]] fu l'autore di ''Joshua'', oratorio drammatico per solisti, voce narrante, con la presenza di coro ed orchestra<ref>{{cita web|url=https://trove.nla.gov.au/work/33464740?q&versionId=41119729|titolo=Joshua [music]. A dramatic oratorio: for soloists, narrator, mixed chorus and orchestra.|lingua=en|sito=trove.nla.gov.au|accesso=12 novembre 2018|urlarchivio=|dataarchivio=|urlmorto=no}}</ref>.
== Omaggi ==
*Una leggenda vuole che i primi pionieri di religione mormone emigrati negli Stati Uniti, diedero alla ''[[Yucca brevifolia]]'' il nome di "albero di Giosuè", poiché i rami di questa pianta [[Asparagaceae|asparagacea]] ricordavano loro Giosuè che distende le braccia al cielo in segno di preghiera, mentre guida il suo popolo a occidente<ref>{{cita web|url=http://www.nps.gov/jotr/naturescience/jtrees.htm|titolo=Joshua Trees|sito=National Park Service|accesso=27 maggio 2013|lingua=en}}</ref>.
*Giosuè ha ispirato il nome scientifico del ''Trilepida joshuai'' (detto anche il "serpente cieco di Giosuè"), una specie diffusa in [[Colombia]], il cui [[olotipo]] è stato documentato a [[Jericó (Antioquia)|Jericó]], nel [[Dipartimento di Antioquia]]<ref>{{cita libro|autore=Beolens, Bo|autore2= Watkins, Michael|autore3=Grayson, Michael|anno=2011|titolo=The Eponym Dictionary of Reptiles|lingua=en|editore=Johns Hopkins University Press|città=Baltimora|isbn=978-1-4214-0135-5|p=136}}</ref>.
== Note ==
<references group="Nota"/>
=== Riferimenti ===
<references/>
== Bibliografia ==
* {{cita testo|curatore-nome1=Raymond Edward|curatore-cognome1=Brown|wkcuratore1=Raymond Edward Brown|curatore-nome2=Joseph A.|curatore-cognome2=Fitzmyer|curatore-nome3=Giuseppe|curatore-cognome3=Segalla|wkcuratore3=Giuseppe Segalla|curatore-nome4=Flavio|curatore-cognome4=Dalla Vecchia|curatore-nome5=Roland Edmund|curatore-cognome5=Murphy|curatore-nome6=Marco|curatore-cognome6=Vironda|etalcuratori=|titolo=Nuovo Grande Commentario Biblico|url=https://books.google.it/books?id=XSlJPQAACAAJ&dq=Nuovo+Grande+Commentario+Biblico%27&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiOv9fJ9-3hAhUR_aQKHUNFDL4Q6AEIKTAA|editore=[[Queriniana (casa editrice)|Queriniana]]|città=Brescia|anno=2002|p=|ISBN=88-399-0054-3|cid=Brown, 2002}}
== Voci correlate ==
* [[Libro di Giosuè]]
* [[Storia degli Ebrei]]
* [[Storia della Palestina nella tarda età del bronzo]]
* [[Storia della Palestina nella prima età del ferro]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Libro dei Numeri}}
{{Libro del Deuteronomio}}
{{Libro di Giosuè}}
{{Controllo di autorità}}
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[[Categoria:Condottieri ebrei antichi]]
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