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{{Nota disambigua}}
{{Nota disambigua|l'ex pilota automobilistico|Jarno Trulli|Trulli}}
[[File:Trulli 2005.jpg|thumb|upright=1.4|Trulli ad [[Alberobello]]]]
[[File:Trulli stellati.jpg|miniatura|371x371px|alt=Trulli pugliesi|Due trulli|bordo]]
Il '''trullo''' è un tipo di [[edificio|costruzione]] [[cono|conica]] in [[Roccia|pietra]] [[Muro a secco|a secco]] tradizionale della [[Puglia]] centro-meridionale. I trulli venivano generalmente edificati come ricoveri temporanei nelle campagne o abitazioni permanenti per gli agricoltori. Buona parte dell'agglomerato di [[Alberobello]] nella [[città metropolitana di Bari]], e fino agli anni '50 anche il comune di [[Villa Castelli]] in [[provincia di Brindisi]], sono costituiti da trulli.
Il '''trullo''' ([[lingua greca antica|greco antico]] τροῦλλος ''trûllos'', "[[cupola]]") è un tipo di [[edificio|costruzione]] [[cono|conica]] in [[Roccia|pietra]] [[Muro a secco|a secco]] tradizionale della [[Puglia]] centro-meridionale. I trulli venivano generalmente edificati come ricoveri temporanei nelle campagne o abitazioni permanenti per gli agricoltori. Buona parte dell'agglomerato di [[Alberobello]] nella [[città metropolitana di Bari]] è costituito da trulli (come fino agli [[Anni 1950|anni cinquanta]] il comune di [[Villa Castelli]] in [[provincia di Brindisi]]).
 
Il trullo costituisce un perfezionamento del modello preistorico e greco arcaico della ''[[Thòlos (tomba)|thòlos]]'', presente in varie zone d'[[Italia]] e del [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]]; i trulli si distinguono per la continuità d'uso di cui sono stati oggetto.<ref name="Angiulli2010">{{cita web|url=http://www.rivistasitiunesco.it/articolo.php?id_articolo=58|autore=Gino Angiulli|titolo=La genesi dei trulli di Alberobello|sito=rivista SITI - Patrimonio italiano UNESCO|editore=Associazione Beni Italiani Patrimonio Unesco|data=2010|accesso=17 aprile 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150417141627/http://www.rivistasitiunesco.it/articolo.php?id_articolo=58|dataarchivio=17 aprile 2015}}</ref> Nonostante nelle zone di sviluppo dei trulli si rinvengano reperti [[archeologia|archeologici]] di [[preistoria|epoca preistorica]], o [[Fondazione (edilizia)|fondazioni]] di [[capanna|capanne]] in pietra risalenti all'[[età del bronzo]], non esistono trulli particolarmente antichi: i più antichi ancora esistenti sono databili alla fine del [[XVII secolo]]<ref name="Angiulli2010" /> a ridosso dell'[[altopiano]] [[Puglia|pugliese]] della [[Murge|Murgia]].
 
Le origini delle costruzioni a trullo in Puglia e in particolare dei [[Trulli di Alberobello]] - (tra i quali il trullo supremo) dichiarati dal 6 dicembre 1996 [[Patrimonio dell'umanità|Patrimonio mondiale dell'umanità]] dall'[[OrganizzazioneUNESCO]] delle- Nazionisono Uniteoggetto perdi l'educazionericerche e dibattiti.<ref>{{Cita web|url=https://bari.repubblica.it/cronaca/2021/11/30/news/trulli_identita_editoriale-328358926/|titolo=Trulli, lail scienzapatrimonio eche è la cultura|UNESCO]]nostra -identità: sononelle oggettopietre disi ricerchespecchia ela dibattiti.luce per guardare avanti|sito=la Repubblica|data=2021-11-30|lingua=it|accesso=2021-11-30}}</ref>
 
== Storia ==
[[File:Castellan, Antoine Laurent – Lettres sur l'Italie, 1819 – BEIC 6116722 Trullo.png|thumb|left|[[Xilografia]] di un trullo del 1797 inclusa nel libro ''Lettres sur l'Italie'', di [[Antoine-Laurent Castellan]]]]
I trulli fino al 1870 non sono stati oggetto di ricerca e di studio: solo a partire dalla seconda metà dell'Ottocento iniziarono i primi studi e vennero formulate le prime teorie riguardanti la loro origine ed edificazione.<ref name="Angiulli2010" /> In particolare l'origine delle costruzioni a trullo del nucleo di [[Alberobello]] è oggetto di ricerche e dibattiti.<ref name="Angiulli2010" />Il primo anno di turismo apparve in un documento nel 1840.
I trulli fino al 1870 non sono stati oggetto di ricerca e di studio: solo a partire dalla seconda metà dell'[[Ottocento]] iniziarono i primi studi e vennero formulate le prime teorie riguardanti la loro origine ed edificazione.<ref name="Angiulli2010" /> In particolare l'origine delle costruzioni a trullo del nucleo di [[Alberobello]] è oggetto di ricerche e dibattiti.<ref name="Angiulli2010" />
 
È comunque possibile riconoscere nella tipologia delforma trullo lo schema classico della [[tomba]] [[Civiltà micenea|micenea]] a ''[[Thòlos (tomba)|thòlos]]'' del [[Tesoro di Atreo]] della [[Civiltà micenea]], databile tra 1500 e 1250 a.C.<ref name="Angiulli2010" /> Tale tipologiatipo costruttivacostruttivo è, in forma più o meno primitiva, riscontrabile in varie parti del mondo e in particolare nei Paesi europei e nell'area del [[Mediterraneo]]. Per quanto non si possa escludere un'origine autoctona, la maggior parte degli studiosi concorda che l'architettura del trullo sia giunta dal [[Vicino Oriente]].<ref name="Angiulli2010" /> Le diverse località in cui si ritrovano tipi costruttivi analoghi sono accomunate dalla stessa disposizione [[tettonica]] e [[Stratigrafia (geologia)|stratigrafica]] del terreno, che rende disponibile il particolare tipo di pietra necessario alla costruzione di queste strutture a secco.<ref name="Angiulli2010" /> I popoli pelasgici[[pelasgi]]ci ([[Ellenipreelleni]] del I millennio a.C.), [[messapi]]ci, [[fenici]] (1200 a.C.) nel corso della preistoria sbarcarono numerosi anche in Puglia, attraversandola od occupandola, costruendo sia strutture megalitiche (come [[dolmen]] e [[menhir]]) sia microlitiche, come le [[Specchia (megalite)|specchie]] e i trulli<!-- CITAZIONE NECESSARIA, Non sono stati identificati "popoli pelasgici" in archelogia (sono attribuzioni da fonti antiche), non è dimostrato che i Messapi siano sbarcati da altre zone del mediterraneo (l'ipotesi più probabile conferma la c.d. origine illirica ma attualmente non ha prove forti), i fenici non sono mai sbarcati nell'attuale Regione Puglia, non ci sono prove archeologiche e nemmeno fonti antiche. L'accorpare le specchie ai trulli è un'affermazione arbitraria. -->.
 
Non si hanno però testimonianze di trulli millenari (iscrizioni, epigrafi o contrassegni) e gli esemplari più antichi possono essere datati alla fine del [[XVII secolo]], nella forma semplice del trullo di campagna, non esclusivo della Murgia dei Trulli.<ref name="Angiulli2010" /> Il terreno locale forniva facilmente il materiale da costruzione, grazie al sottosuolo calcareo costituito, in superficie, da strati sottili; i trulli infatti sono rari dove la geologia del terreno non è costituita da calcare stratificato.<ref name="Angiulli2010" />
[[File:Trulli Alberobello 2016.jpg|thumb|Schiera di trulli]]
Non si hanno però testimonianze di trulli millenari (iscrizioni, epigrafi o contrassegni) e gli esemplari più antichi possono essere datati alla fine del XVII secolo, nella forma semplice del trullo di campagna, non esclusivo della Murgia dei Trulli.<ref name="Angiulli2010" /> Il terreno locale forniva facilmente il materiale da costruzione, grazie al sottosuolo calcareo costituito, in superficie, da strati sottili; i trulli infatti sono rari dove la geologia del terreno non è costituita da calcare stratificato.<ref name="Angiulli2010" />
 
I primitivi trulli pugliesi vennero edificati da contadini e pastori con le pietre raccolte sul posto, nei poderi stessi. Costituiti di un solo vano, erano utilizzati come ricovero temporaneo o come deposito per gli attrezzi agricoli. Nel corso del tempo la tipologiaforma subì una lenta evoluzione, arrivando ad abitazioni di più ambienti, costituite da un vano principale, più altri vani minori perimetrali come alcove.<ref name="art2">{{cita web|url=http://www.rivistasitiunesco.it/articolo.php?id_articolo=63|autore=Gino Angiulli|titolo=I trulli di Alberobello: la diffusione e lo sviluppo storico|sito=rivista SITI - Patrimonio italiano UNESCO|editore=Associazione Beni Italiani Patrimonio Unesco|data=29 marzo 2012|accesso=22 aprile 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150418000928/http://www.rivistasitiunesco.it/articolo.php?id_articolo=63|dataarchivio=18 aprile 2015}}</ref>
 
[[File:Trulli Alberobello 2016.jpg|thumb|Schiera di trulli]]
La diffusione dei trulli fu provocata dal fenomeno del frazionamento del fondo [[Feudalesimo|feudale]], che portò all'insediamento sparso nelle campagne e allo sfruttamento agricolo di terreni in precedenza incolti, con la necessità di costruire ricoveri per ogni podere.<ref name="art2" /> L'area un tempo boscosa in cui sorge il centro di [[Alberobello]] - un agglomerato unico al mondo con i suoi 1500 trulli - fu fino al 1481 un feudo dei duchi [[Caracciolo]] di [[Martina Franca]], quindi passò in mano ai conti [[Acquaviva (famiglia)|Acquaviva]] di [[Conversano]], i quali fecero insediare numerosi contadini concedendo loro alcuni benefici (seppur riservandosi l'esclusivo diritto di proprietà), come la possibilità di costruire dei rifugi con la pietra locale, purché con murature a secco, senza l'uso di [[leganti idraulici]] come la [[malta]], in modo da poterli rapidamente demolire in caso d'ispezione del viceré spagnolo del [[Regno di Napoli]], eludendo così la ''[[Pragmatica de Baronibus]]'', legge che imponeva autorizzazioni e tasse per i nuovi insediamenti,<ref name="art2" /> in vigore fino al [[1700]].
 
La selva di Alberobello fu urbanizzata soprattutto da uno di questi conti, [[Giangirolamo II Acquaviva d'Aragona]] detto il Guercio di Puglia (1600-1665), considerato dai suoi sudditi un tiranno vendicativo e sanguinario, arrestato e incarcerato nel 1648 a [[Madrid]] per volontà di [[Filippo IV di Spagna|Filippo IV]]. Il villaggio da lui fondato rimase un insediamento abusivo, nel quale i signori potevano vantare ogni diritto a scapito della popolazione, fino al 1797, quando contava 3500{{formatnum:3200}} abitanti e fu liberato dal giogo feudale dal re di Napoli [[Ferdinando IVI didelle NapoliDue Sicilie|Ferdinando IV]]. NelIl 23 settembre 1910 Alberobello divenne un [[Monumento nazionale italiano|monumento nazionale]].<ref name="art2" />.
 
== Descrizione ==
=== Denominazioni locali ===
La [[Murgia]] dei Trulli]] comprende generalmente la [[Valle d'Itria]]<ref name="Angiulli2010" /> e i comuni limitrofi ad essa, cioè i comuni di [[Alberobello]], [[Castellana Grotte]], [[Conversano]], [[Locorotondo]], [[Monopoli (Italia)|Monopoli]], [[Noci (Italia)|Noci]], [[Polignano a Mare]] e [[Putignano]] nella [[Città metropolitana di Bari]],; [[Crispiano]],il comune di [[GrottaglieMartina Franca]], e il suo comprensorio in [[Martinaprovincia Francadi Taranto]] e gli agri dei comuni di [[Mottola]], in[[Massafra]], [[provinciaCrispiano]] die Taranto[[Grottaglie]] esempre della provincia tarantina; [[Ceglie Messapica]], [[Cisternino]], [[Fasano]], [[Ostuni]], [[SelvaSan diMichele FasanoSalentino]] e la frazione [[VillaSelva Castellidi Fasano]] in [[provincia di Brindisi]]; anche in altri comuni limitrofi (ad esempio [[Latiano]] in c.da Sardella) ai suddetti c'è la presenza di trulli, ma comunque in minor misura.
 
Il modello costruttivo di [[architettura spontanea]] che è identificato in [[lingua italiana|italiano]] col termine "trullo" viene sovente designato dalle popolazioni locali con dei sinonimi [[Dialetti della Puglia|dialettali]]: in [[Valle d'Itria]] per riferirsi a questa costruzione viene usato il termine ''caseddə'' o ''casìdde'' (cioè piccola casa, ma con genere maschile), spesso italianizzato nel sostantivo femminile ''casedda.''<ref name=casedde>{{cita libro | autore=Michelangelo Semeraro | anno=1937 | titolo=[[Vita rurale nella Puglia delle «casedde»]]| editore=Arti Grafiche Trinacria | città=[[Roma]]}}[http://www.sbn.it/opacsbn/opaclib?db=solr_iccu&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2B%2540attr%2B1%253D1016%2B%2540attr%2B4%253D6%2B%2522Michelangelo%2BSemeraro%2522&select_db=solr_iccu&totalResult=8&nentries=1&rpnlabel=+Tutti+i+campi+%3D+Michelangelo+Semeraro+%28parole+in+AND%29+&format=&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&searchForm=opac%2Ficcu%2Ferror.jsp&do_cmd=show_cmd&saveparams=false&&fname=none&from=8 Scheda della pubblicazione sul catalogo del Sistema Bibliotecario Nazionale]</ref>.
 
In altre zone della Puglia costruzioni analoghe, che tuttavia non possono essere definite propriamente con il termine di trullo, sono denominate: ''‘tturr'' a [[San Ferdinando di Puglia]]; ''casiedde, caselle, pagghiaie'' del barese settentrionale; ''Truddu, [[pajaru]], pagghiaru, truddo'' nel Salento settentrionale (tarantino), ''truddhu, ruddo, turri, furnieddhu, furnu, pajaru, chipuru, calvari, liamalamia'' nel Salento meridionale.<ref name="Angiulli2010" />
 
La parola "Trullo" comparve per la prima volta ufficialmente nel periodo fascista dal 1930.
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[[File:Trulli Alberobello08 apr06.jpg|thumb|[[Cupola|Cupole]] di trulli: si intravede sulla destra parte della scaletta ricavata nel paramento esterno per consentire l'accesso alla sommità al fine di facilitare le operazioni di [[manutenzione]]]]
 
I trulli possono essere annoverati tra gli esempi ancestrali di [[prototipo]] delle [[costruzione edilizia|costruzioni]] [[modularitàArchitettura modulare|modulari]] che nel [[XX secolo]], con l'affermazione dell'[[architettura razionalista]] avrebbero avuto il loro ''exploit''. Essi possono essere composti da un vano semplice (modulo unitario), oppure dall'accostamento di più ambienti (moduli), che in genere vengono aggiunti ''per gemmazione'' attorno al vano centrale.
Essi possono essere composti da un vano semplice (modulo unitario), oppure dall'accostamento di più ambienti (moduli), che in genere vengono aggiunti ''per gemmazione'' attorno al vano centrale.
 
L'unità costruttiva [[architettura modulare|modulare]] del trullo presenta una [[Pianta (architettura)|pianta]] di forma approssimativamente [[Circonferenza|circolare]], sul cui [[perimetro]] si imposta la [[muratura a secco]] di spessore molto elevato. Questa soluzione, da un lato restringe enormemente gli spazi interni, ma dall'altro, unita alla quasi totale assenza di aperture ad esclusione della porta d'ingresso e, raramente, di un piccolissimo foro in alto dotato di finestrino per garantire un minimo ricambio di aria all'interno, ne fa un interessantissimo esempio "ante-litteram" di [[bioarchitettura|bioedilizia passiva]].
 
Il grande spessore delle murature, unito al ridottissimo numero e dimensionamento delle aperture (spesso solo la porta di ingresso e al massimo il piccolissimo finestrino quadrato che fa da sfiato ai ridottissimi [[gabinetto (igiene)|gabinetti]] ricavati all'interno per esigenze igieniche nel secondo dopoguerra) ne assicura un'elevatissima [[inerzia]] termica, il che garantisce una buona conservazione del calore all'interno durante l'inverno e le giornate più fredde, così come in estate conserva il fresco che le murature stesse hanno accumulato durante la stagione fredda e che cederanno a poco a poco fino alla seconda metà del mese di agosto, quando, per effetto dell'inversione termica, si verifica una sensazione di maggior calore all'interno che non all'esterno.<ref>[http://digilander.libero.it/locomind/trullo/trullo.htm Il Trullo<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
Il grande spessore delle murature, unito al ridottissimo numero e dimensionamento delle aperture (spesso solo la porta di ingresso e al massimo il piccolissimo finestrino quadrato che fa da sfiato ai ridottissimi [[gabinetto (igiene)|gabinetti]] ricavati all'interno per esigenze igieniche nel secondo dopoguerra) ne assicura un'elevatissima [[inerzia]] termica, il che garantisce una buona conservazione del calore all'interno durante l'inverno e le giornate più fredde, così come in estate attenua i picchi della temperatura esterna.<ref>[http://digilander.libero.it/locomind/trullo/trullo.htm Il Trullo<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
[[File:Megawal46.jpg|thumb|left|Scheda raffigurante in alto dei trulli, una [[caciara]], un [[nuraghe]] e nella fila in basso le varianti di [[Pajara|pajare]] ]]
Le murature portanti, edificate così come descritto, vengono completate da una pseudo [[cupola]] che ne costituisce la copertura. Questa consiste in una struttura autoportante&nbsp;– nel senso che non necessita di [[centinatura]] – costituita da una serie concentrica di lastre orizzontali disposte a gradini rientranti sempre più, man mano che si va verso l'alto, in cui ogni giro completo è [[statica]]mente in equilibrio con quelli inferiori. Questo strato interno di lastre [[calcare]]e di maggiore spessore, dette ''chianche'', è completato da quello esterno, costituente il vero e proprio tetto, in lastre più sottili, dette [[chiancarelle]], terminante in una [[chiave di volta]] frequentemente scolpita con elementi lapidei decorativi a carattere [[esoterismo|esoterico]], spirituale o [[scaramanzia|scaramantico]], sporgenti al vertice del [[conoide]] di copertura.
 
=== Collocazione geografica ===
[[File:Trullo sovrano nelle campagne di Ceglie Messapica.jpg|thumb|Trullo sovrano, a due piani, nelle campagne di Ceglie Messapica]]
L'[[altopiano delle Murge]], per la sua stessa natura geolitologica a matrice essenzialmente [[calcare]]a, ha fornito la possibilità agli abili costruttori delle epoche più remote di progettare e tramandare fino ai nostri giorni queste costruzioni.
 
Il territorio in cui più importante è la presenza dei trulli si identifica geograficamente con la [[Valle d'Itria]], dove sono chiamati ''casìdde'' (dal latino ''casella'', piccola casupola, [[capanna]]). Qui la città di [[Alberobello]] ([[Città metropolitana di Bari]]), avendo un intero quartiere, coincidente con il centro storico cittadino, edificato integralmente con queste costruzioni, rappresenta a tutti gli effetti la "capitale dei trulli". Sino agli anni cinquanta del [[XX secolo]], anche il comune di [[Villa Castelli]] ([[provincia di Brindisi]]) era costituito prevalentemente da trulli, die cuiattualmente non ne esistono più perché sia nel comune che nel suo comprensorio vennero quasi tutti oggidemoliti restanodal pochidecennio esemplarisuccessivo. Altre aree in cui particolarmente diffuso è questo tipo di costruzione sono le zone rurali e/o periferiche delle cittadine limitrofe [[Locorotondo]], [[Castellana Grotte]], [[Conversano]], [[Noci (Italia)|Noci]], [[Putignano]] e [[Monopoli (Italia)|Monopoli]] e lo stesso agro del comune di [[Bari]] nella [[Città metropolitana di Bari]],; [[Martina Franca]], [[Mottola]], [[Crispiano]], e più limitatamente [[MontemesolaGrottaglie]], [[GrottaglieMassafra]]<nowiki/>e gli stessi agri delle città di [[Taranto]] e [[Statte]] in [[provincia di Taranto]]; [[Cisternino]], [[Villa Castelli]], [[Ostuni]], [[Fasano]], [[Selva di Fasano]], [[Ceglie Messapica]] e limitatamente nel piccolo comune di [[FrancavillaSan Michele FontanaSalentino]]<ref>{{Cita|Clavica, e Jurlaro|p. 32.|Clavica, Jurlaro, 2007}}.</ref> in [[provincia di Brindisi]], che costituiscono la cosiddetta "[[Murgia]] dei trulli", ossia un territorio omogeneo per la diffusione dei trulli, la popolazione sparsa nelle campagne e la polverizzazione fondiaria. Nelle campagne circostanti a questi centri urbani negli ultimi decenni del [[XX secolo]] si è ampiamente diffusa la cultura del recupero e riuso dei manufatti antichi che connotano tale area, tanto da renderli appetibili ad un turismo stanziale ad alto livello che ha portato investitori stranieri, per lo più [[Inghilterra|inglesi]] ad acquistare tenute di dimensioni considerevoli e spesso a trasferirvisi anche per diversi mesi all'anno.
Qualche trullo è inoltre presente nel territorio comunale di [[Latiano]], ai confini con San Michele Salentino.
Nelle campagne circostanti a questi centri urbani negli ultimi decenni del [[XX secolo]] si è ampiamente diffusa la cultura del recupero e riuso dei manufatti antichi che connotano tale area, tanto da renderli appetibili ad un turismo stanziale ad alto livello che ha portato investitori stranieri, per lo più [[Inghilterra|inglesi]] ad acquistare tenute di dimensioni considerevoli e spesso a trasferirvisi anche per diversi mesi all'anno.[[File:Alberobello BW 2016-10-16 12-24-29.jpg|thumb|Chiesa di Sant'Antonio ad [[Alberobello]], costruita nel [[XX secolo]] da uno degli ultimi "mastri trullari" ancora attivi nella cittadina. È definita "a trullo", perché ottenuta dalla sovrapposizione e dalla congiunzione delle strutture architettoniche proprie del trullo. Il frontespizio è coronato da tre quinte, abbellito da un [[rosone]] e da due finestre a tutto sesto come la porta d'ingresso. La [[cupola]] è ''"a trullo"'' (19,80 m); al di sopra un [[lucernario]] si eleva per altri 3,20 m. Il [[campanile]] è sormontato da un cupolino (18,90 m). L'interno è a [[croce greca]].]]Costruzioni simili sono presenti anche nella zona costiera dell'[[altopiano della Murgia]] [[Puglia|pugliese]], a partire dai territori di [[Monopoli (Italia)|Monopoli]] e [[Polignano a Mare]] fino all'incirca a [[Barletta]] - rimanendo lungo la costa - e fino ad addentrarsi nell'entroterra dei Comuni della Murgia nord-occidentale ([[Provincia di Bari|Bari]]); tali costruzioni più vicine al mare e utilizzate per altri scopi, presentano evidenti particolari architettonici differenti da quelli dei trulli propriamente detti, primo fra tutti la forma costruttiva della [[Volta (architettura)|volta]] che è [[centinatura|centinata]] e non più costituita dal conoide autoportante caratteristico del trullo.
 
Anche nel nord barese, nella Murgia nord-occidentale, si rinvengono costruzioni simili al trullo, ma molto più basse e squadrate. Queste venivano soprattutto utilizzate dai pastori, come ricoveri temporanei, e dagli agricoltori come depositi di attrezzi oltre che come riparo da improvvisi eventi meteorici. Alcuni sono di fattura molto pregiata e non si esclude che in talune epoche possano aver rivestito ruoli importanti nella difesa del territorio dalle incursioni [[Saraceni|saracene]], altri invece molto più semplici.
Costruzioni simili sono presenti anche nella zona costiera dell'[[altopiano della Murgia]] [[Puglia|pugliese]], a partire dai territori di [[Monopoli (Italia)|Monopoli]] e [[Polignano a Mare]] fino all'incirca a [[Barletta]] - rimanendo lungo la costa - e fino ad addentrarsi nell'entroterra dei Comuni della Murgia nord-occidentale ([[Provincia di Bari|Bari]]); tali costruzioni più vicine al mare e utilizzate per altri scopi, presentano evidenti particolari architettonici differenti da quelli dei trulli propriamente detti, primo fra tutti la tipologia costruttiva della [[Volta (architettura)|volta]] che è [[centinatura|centinata]] e non più costituita dal conoide autoportante caratteristico del trullo.
 
La seconda area dei trulli in Puglia è però costituita dalla [[provincia di Taranto]] meridionale e in particolare dai comuni di [[Maruggio]], [[Torricella]], [[Lizzano]], [[Manduria]], [[Sava (Italia)|Sava]] e [[Avetrana]] dove i trulli, diversi per forma geometrica, vengono chiamati ''tròdduri'', ''truddi'' e, per le strutture multiple, è usato il termine ''paritàru''. Nella stessa area inoltre vi è la presenza di altre strutture a secco, chiamate ''[[Pajara|pajari o pagghiari]]'', costituite da una struttura in pietre a secco e un tetto fatto di fasci di sparto, che ne conferivano un aspetto quasi simile ai cottage irlandesi. Queste strutture sono tuttavia quasi del tutto scomparse. Anche il [[Salento]] (specie meridionale) costituisce un'area dei trulli rilevante. Qui le strutture vengono dette ''pajare'' o ''truddi'', da non confondere con le strutture omonime del tarantino meridionale.
Anche nel nord barese, nella Murgia nord-occidentale, si rinvengono numerose costruzioni a trullo. Queste venivano soprattutto utilizzate dai pastori, come ricoveri temporanei, e dagli agricoltori come depositi di attrezzi oltre che come riparo da improvvisi eventi meteorici. Alcuni sono di fattura molto pregiata e non si esclude che in talune epoche possano aver rivestito ruoli importanti nella difesa del territorio dalle incursioni [[Saraceni|saracene]], altri invece molto più semplici.
 
Per la costruzione della tipica struttura pugliese venivano utilizzate pietre calcaree del posto, il cui utilizzo ne implicava la rimozione dai campi, laddove impedivano la coltivazione. A ciò si deve l'esistenza di numerose forme costruttive, le quali dipendendo molto dal tipo di pietra rinvenuta (a chianca, tondeggiante, più o meno facilmente lavorabile, ecc.), variano anche nel raggio di pochi chilometri.
La seconda area dei trulli in Puglia è però costituita dalla [[provincia di Taranto]] meridionale e in particolare dai comuni di [[Maruggio]], [[Torricella]] e parte di quelli di [[Lizzano]], [[Manduria]], [[Sava (Italia)|Sava]] e [[Avetrana]] dove i trulli vengono chiamati ''tròdduri'', ''truddi'' e, per le strutture multiple, è usato il termine ''paritàru''. Nella stessa area inoltre vi è la presenza di altre strutture a secco, chiamate ''[[Pajara|pajare]]'', costituite da una struttura in pietre a secco e un tetto fatto di fasci di sparto, che ne conferivano un aspetto quasi simile ai cottage irlandesi. Queste strutture sono tuttavia quasi del tutto scomparse. Anche il [[Salento]] (specie meridionale) costituisce un'area dei trulli rilevante. Qui le strutture vengono dette ''pajare'', da non confondere con le strutture omonime del tarantino meridionale.
 
Per la costruzione della tipica struttura pugliese venivano utilizzate pietre calcaree del posto, il cui utilizzo ne implicava la rimozione dai campi, laddove impedivano la coltivazione. A ciò si deve l'esistenza di numerose tipologie costruttive, le quali dipendendo molto dal tipo di pietra rinvenuta (a chianca, tondeggiante, più o meno facilmente lavorabile, ecc.), variano anche nel raggio di pochi chilometri.
 
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File:Trulli villa castelli.jpg|Il borgo originario di Villa Castelli con i trulli che sono stati successivamente demoliti e abbandonati.
File:Trullo villa castelli2.jpg|Trulli a Villa Castelli che sono stati abbandonati o addirittura demoliti.
File:Trullo e terrazzamenti nelle campagne di Ceglie Messapica.JPG|Trullo e terrazzamenti nelle campagne di [[Ceglie Messapica]]
File:Trullomurgia.jpg|Un trullo della Murgia nord-occidentale
File:Trullo saraceno Francavilla.jpg|Un cosiddetto "trullo saraceno" (più diffuso a Ostuni, Carovigno, San Vito dei Normanni). Essendo strutturati diversamente rispetto ai trulli classici, dispongono di forti rinfianchi intonacati, lasciando visibile solo la cima della cupola.
File:Trullo villa castelli2.jpg|Trulli a Villa Castelli che sono stati abbandonati o addirittura demoliti.
File:Trullimaruggio.jpg|Serie di "Truddu" o [[Pajaru|pajare]] nelle campagne di Maruggio (TA).
File:Trullo salento.JPG|[[Pajara]] o trullo salentino presso [[Lizzano]]
</gallery>
 
È possibile trovare dei trulli nella regione del Lot in Francia, lungo il cammino di San Giacomo da Compostela lungo il percorso successivo alla tappa passante per Figeac.
 
Dopo la seconda guerra mondiale moltissimi trulli furono abbandonati e nel centro paese di Villa Castelli furono addirittura demolitidistrutti per far sorgere palazzi. Anche ad Alberobello avvenne questo, solo nella parte moderna, che un tempo ospitava tantissimi trulli.
 
=== Utilizzo del trullo ===
[[File:Alberobello 8.jpg|thumb|Interno di un trullo restaurato, con travi a vista prive di funzione strutturale]]
[[File:Alberobello BW 2016-10-16 12-24-29.jpg|thumb|Chiesa Parrocchia dal 5 gennaio 1945 di San Antonio di Padova è anche dei guanelliani dal novembre 1952 ad [[Alberobello]], costruita su un terreno di proprietà di Antonio Cammsa nel [[XX secolo]] per volere del sacerdote alberobellese Don Antonio Lippois da uno degli ultimi ''mastri trullari'' ancora attivi nella cittadina. È definita chiesa"a trullo", perché ottenuta dalla sovrapposizione e dalla congiunzione delle strutture architettoniche proprie del trullo. Il frontespizio è coronato da tre quinte, abbellito da un [[rosone]] e da due finestre a tutto sesto come la porta d'ingresso. La [[cupola]] è ''"a trullo"'' (19,80 m); al di sopra un [[lucernario]] si eleva per altri 3,20 m. Il [[campanile]] è sormontato da un cupolino (18,90 m). L'interno è a [[croce greca]]. All'interno si trovano opere di Adolfo Ugo Rollo di Giovinazzo. Nel 2004 è stata interamente restaurata.Sta un'altra chiesa a forma di trullo nella frazione San Marco di Locorotondo più recente di quella di Alberobello.]]
 
Il Trullo nasce come una tipica costruzione contadina in cui, a prescindere dalle diverse teorie sulle motivazioni storiche che hanno portato alla sua diffusione in questa particolare area che è la [[Valle d'Itria]], il ''cozzaro'' (ovvero colui che coltivava la terra del padrone) poteva avere un giaciglio dove dormire e tenere gli attrezzi del campo. I ''lettini'' (generalmente semplici pagliericci poggiati sul pavimento) dei bambini erano collocati in alcove ricavate in [[nicchia|nicchie]], generate per ''[[gemmazione]]'' dalla muratura del trullo principale e separate da questo tramite tende, che sopperivano, dati gli spazi angusti, alla funzione delle porte.
 
All'ingresso sorgono delle nicchie di Santi.
[[File:Trulli Alberobello interno01 apr06.jpg|thumb|left|Interno di un trullo restaurato, con travi a vista prive di funzione strutturale]]
 
Dal punto di vista dell'utilizzo degli spazi interni, il trullo è nato con un solo piano abitabile, quello terreno (l'unica eccezione di un trullo ma non solo, a due piani è il così denominato ''Trullo Sovrano chiamato anche Corte di Papa Cataldo'' , presumibilmente edificato dalla famiglia Perta nell'[[XIX secolo|Ottocento]] o nella seconda metà del settecento a scopo di promozione turistica). È stata sede delle confraternite di Alberobello e all'ingresso compare un affresco che raffigura il Calvario di artista Ignoto. Tuttavia, per un migliore utilizzo degli angusti spazi, man mano che le famiglie crescevano spesso si ricorreva alla soppalcatura di uno o più vani allo scopo di allocarvi i giacigli per i figli oppure di adibirli a ripostigli celati allo sguardo dei visitatori occasionali.
 
Alcune travi di legno, disposte trasversalmente in alto e tuttora visibili in alcuni trulli, non hanno mai avuto funzioni strutturali ma hanno assolto piuttosto la funzione di appendere vivande, provviste, stoviglie, attrezzi, in modo tale da tenerli ben sollevati da terra, tenendo conto che il pavimento {{citazioneSenza necessariafonte|in terra battuta}} poteva essere condiviso da persone e animali domestici.
 
Lo spazio davvero ristretto e la poca luce proveniente da quella che spesso era l'unica apertura, l'uscio dell'ingresso, ha determinato l'adozione praticamente generalizzata di un accorgimento elementare ma efficace per dare agli ambienti profondità e luminosità allo stesso tempo: l'utilizzo di mobili dotati di almeno uno specchio (a tutt'altezza o come specchiere su ''credenze''), collocatiposti esattamentedi in posizione frontalefronte all'entrata di ciascun trullo.
[[File:Trullo Sovrano Alberobello apr06 02.jpg|thumb|Retro del ''Trullo sovrano'', l'unico costruito a due piani]]
 
==Note==
=== Costruzioni analoghe ===
Costruzioni interamente edificate in pietra che ricordano da vicino la tecnica costruttiva dei trulli sono presenti in varie parti dell'Europa e del Mediterraneo. Alcune tra più note sono:<ref name="Angiulli2010" />
 
*case di roccia ad [[Aleppo]] e [[Koum]] in [[Siria]] (agglomerato di capanne in pietra)
*''ghirna'' a [[Mellieha]] ([[Malta]]) e nell'isola di [[Creta]]
*''casitas, cabane, orno, cabala, citania'' in [[Spagna]]
*''navetas, talayot, barracas, garrite'' nelle isole [[Baleari]] e [[Canarie]]
*''cazun, kazeta, casite'' in [[Istria]] e altre parti della [[Croazia]]
*''kaniavà'' nelle isole del [[Dodecaneso]]
*''hisica'' nel [[carso]] [[Slovenia|sloveno]] e [[Provincia di Trieste|triestino]]
*''bunja, cemeri, poljarice, kucerice'' in [[Dalmazia]]
*''castella'' in [[Corsica]]
*''longbarrow'' in [[Inghilterra]]
*''oratory, clochan, both'' in [[Irlanda]], [[Galles]] e [[Scozia]]
*''burg, brock, brough'' nelle [[isole Shetland]]
*''[[:en:Beehive_house|beehive house]]'' nelle isole [[Lewis e Harris]]
*''manè'' in [[Bretagna]]
*''masures'' rustiche a [[Limoges]]
*''capitelles'' nella [[Linguadoca (provincia)|Linguadoca]] francese
*''cabanons'' nelle [[Alpi marittime]]
*''orris'' dei [[Pirenei]]
*''borjes'' a [[Gordes]] in [[Provenza]] (costruzioni di pietra a secco).
 
;In Italia
*''[[sesi]]'' a [[Pantelleria]] (architettura funeraria)
*''casela'' ad [[Alassio]] in [[Liguria]]
*''[[Nuraghe|nuraghi]]'' in [[Sardegna]]
*''pinnéta, barraca'' in [[Sardegna]]
*''[[caciara|caciare]]'' negli [[Appennino centrale|Appennini dell'Italia centrale]]
*''[[Cubburo|cubburi]]'' in [[Sicilia]] e in particolare nella zona dei monti [[Nebrodi]] e dei monti [[Iblei]]
 
;In Puglia
*''[[Specchia (megalite)|specchie]]'' nella [[Murgia]] alta in Puglia
*''[[Pajaru|pagghiare]]'' a [[Mattinata]] nel [[Gargano]] meridionale
*''‘tturr'' a [[San Ferdinando di Puglia]]
*''casiedde, caselle, pagghiaie'' nel [[Provincia di Bari|barese]] settentrionale
*''truddhu, ruddo, turri, furnieddhu, furnu, pajaru, chipuru, calvari, liama'' nel [[Salento]] meridionale
*''casedde'' nella Murgia dei Trulli
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Angelo Ambrosi, Raffaele Panella, Giuseppe Radicchio. ''Storia e Destinodestino dei Trullitrulli di Alberobello - Prontuario per il restauro''. Schena Editore, 1997. ISBN 8875149836.
* {{cita libro|curatore=Fulgenzio Clavica|curatore2=Rosario Jurlaro|titolo=Francavilla Fontana|città=Milano|editore=Mondadori Electa|anno=2007|ISBN=978-88-370-4736-8|cid=Clavica e Jurlaro}}
*{{cita web|url=http://www.rivistasitiunesco.it/articolo.php?id_articolo=58|autore=Gino Angiulli|titolo=La genesi dei trulli di Alberobello|sito=rivista SITI - Patrimonio italiano UNESCO|editore=Associazione Beni Italiani Patrimonio Unesco|data=2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150417141627/http://www.rivistasitiunesco.it/articolo.php?id_articolo=58|dataarchivio=17 aprile 2015}}
* {{cita libro|autore=[[Michelangelo Semeraro]]|anno=1937|titolo=[[Vita rurale nella Puglia delle «casedde»]]|editore=Arti Grafiche Trinacria|città=Roma|cid=Semeraro}}
*{{cita web|url=http://www.rivistasitiunesco.it/articolo.php?id_articolo=63|autore=Gino Angiulli|titolo=I trulli di Alberobello: la diffusione e lo sviluppo storico|sito=rivista SITI - Patrimonio italiano UNESCO|editore=Associazione Beni Italiani Patrimonio Unesco|data=29 marzo 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150418000928/http://www.rivistasitiunesco.it/articolo.php?id_articolo=63|dataarchivio=18 aprile 2015}}
* Carla Speciale Giorgi, Paolo Speciale. ''La Culturacultura del Trullotrullo - Antologia di scritti letterari e scientifici sui trulli''. Schena Editore, 1989. ISBN 8875143188.
*{{Bibliografia|Clavica, Jurlaro, 2007|Fulgenzio Clavica e Rosario Jurlaro (a cura di), ''Francavilla Fontana'', Milano, Mondadori Electa, 2007. ISBN 978-88-370-4736-8.}}
 
*{{cita libro | autore=[[Michelangelo Semeraro]] | anno=1937 | titolo=[[Vita rurale nella Puglia delle «casedde»]]| editore=Arti Grafiche Trinacria | città=[[Roma]]}} [http://www.sbn.it/opacsbn/opaclib?db=solr_iccu&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2B%2540attr%2B1%253D1016%2B%2540attr%2B4%253D6%2B%2522Michelangelo%2BSemeraro%2522&select_db=solr_iccu&totalResult=8&nentries=1&rpnlabel=+Tutti+i+campi+%3D+Michelangelo+Semeraro+%28parole+in+AND%29+&format=&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&searchForm=opac%2Ficcu%2Ferror.jsp&do_cmd=show_cmd&saveparams=false&&fname=none&from=8 Scheda della pubblicazione sul catalogo del Sistema Bibliotecario Nazionale]
 
== Voci correlate ==
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* [[Caciara]]
* [[Chiancarelle]]
* [[Concilio in Trullo]] (Costantinopoli 692 d.C.)
* [[Dammuso]]
* [[Muro a secco]]
* [[Pinnetta]]
* [[Casita]]
* [[Vita rurale nella Puglia delle «casedde»]]
 
;Luoghi
* [[Alberobello]]
* [[Ceglie Messapica]]
* [[Cisterna]]
* [[Cisternino]]
* [[Fasano]]
* [[Locorotondo]]
* [[Martina Franca]]
* [[Monopoli (Italia)|Monopoli]]
* [[Noci (Italia)|Noci]]
* [[Ostuni]]
* [[Polignano a Mare]]
* [[Putignano]]
* [[Strada statale 172 dei Trulli]]
* [[Valle d'Itria]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|etichetta=trullo|wikt|commons=Category:Trulli}}
 
==Collegamenti esterni==
* {{cita web|url=http://www.rivistasitiunesco.it/articolo.php?id_articolo=58|autore=Gino Angiulli|titolo=La genesi dei trulli di Alberobello|sito=rivista SITI - Patrimonio italiano UNESCO|editore=Associazione Beni Italiani Patrimonio Unesco|data=2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150417141627/http://www.rivistasitiunesco.it/articolo.php?id_articolo=58|dataarchivio=17 aprile 2015}}
* {{cita web|http://www.martinafranca.info/trulli.htm|I trulli di Martina Franca}}
* {{cita web|url=http://www.rivistasitiunesco.it/articolo.php?id_articolo=63|autore=Gino Angiulli|titolo=I trulli di Alberobello: la diffusione e lo sviluppo storico|sito=rivista SITI - Patrimonio italiano UNESCO|editore=Associazione Beni Italiani Patrimonio Unesco|data=29 marzo 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150418000928/http://www.rivistasitiunesco.it/articolo.php?id_articolo=63|dataarchivio=18 aprile 2015}}
* {{Thesaurus BNCF}}
 
{{Controllo di autorità}}
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