San Severo: differenze tra le versioni
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{{Nota disambigua}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = San Severo
|Panorama = Campanili di San Severo.jpg
|Voce bandiera =
|Stemma = San_Severo-
|Voce stemma =
|Stato = ITA
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|Divisione amm grado 1 = Puglia
|Divisione amm grado 2 = Foggia
|Amministratore locale =
|Partito = [[Coalizione
|Data elezione =
|Data istituzione =
|Altitudine = 86
|Sottodivisioni =
|Divisioni confinanti = [[Apricena]], [[Foggia]], [[Lucera]], [[Rignano Garganico]], [[San Marco in Lamis]], [[San Paolo di Civitate]], [[Torremaggiore]]
|Zona sismica = 2
|Gradi giorno =
|Nome abitanti = sanseveresi
|Patrono = [[Beata Vergine Maria
|Festivo =
|PIL procapite = 16 676 [[Euro|€]] <small>(anno d'imposta 2022)</small><ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.foggiatoday.it/economia/mappa-redditi-foggia-comuni-provincia-2022.html|titolo=Quanto guadagnano i foggiani? La mappa dei redditi comune per comune|pubblicazione=FoggiaToday|giorno=08|mese=06|anno=2024|accesso=29 agosto 2024}}</ref>
|Mappa = Map of comune of San Severo (province of Foggia, region Apulia, Italy).svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di San Severo nella provincia di Foggia
}}
'''San Severo''' ({{IPA|[sanseˈvɛːro]}},
== Geografia fisica ==
La città sorge nel settore nord del Tavoliere delle Puglie a una [[altitudine]] di {{M|86|ul=m slm}}. Confina con [[Apricena]] a nord, [[Rignano Garganico]] a est, [[Foggia]] e [[Lucera]] a sud, [[Torremaggiore]] e [[San Paolo di Civitate]] a ovest. San Severo è il trentatreesimo comune italiano per [[Primi 100 comuni italiani per superficie|estensione territoriale]] e il nono della [[Puglia]].
=== Territorio ===
Il territorio è prevalentemente [[Pianura|pianeggiante]] e, [[geologia|geologicamente]], appartiene al [[Quaternario (geologia)|Quaternario]] antico essendo caratterizzato da [[sabbia]] e [[argilla]] fossilifere, di origine marina. Da un punto di vista altimetrico, risulta essere decrescente da ovest ({{M|163|u=m slm}}) a est ({{M|23|u=m slm}}). Con la variazione altimetrica, variano gli elementi dal paesaggio: ad ovest si trovano prevalentemente lievi colline, a est una area pianeggiante più regolare, in corrispondenza del bacino del [[Candelaro]].<ref name="Pilla84">{{cita|Umberto Pilla, 1984|p. 9}}.</ref> L'agro è scarsamente popolato pur essendo costellato di [[masseria|masserie]]. Le colture prevalenti sono quelle di [[Oliveto|oliveti]], [[Vigneto|vigneti]] e seminativi a [[frumento]]. Più rari i [[frutta|frutteti]], mentre non mancano campi coltivati a [[ortaggio|ortaggi]].
==== Idrografia ====
I corsi d'acqua sono minimi. Oltre al [[Candelaro]], l'agro sanseverese è attraversato dai [[torrente|torrenti]] [[Triolo (fiume)|Triolo]], [[Salsola (fiume)|Salsola]],
=== Clima ===
Il [[clima]], già [[clima temperato|temperato]] per latitudine e longitudine, è caratterizzato da inverni
* Classificazione climatica: zona D, {{M|1494|u=[[Gradi giorno|GG]]}}<ref>{{Cita web|url=https://www.ilmeteo.it/portale/medie-climatiche/San+Severo|titolo=Clima San Severo - Medie climatiche|sito=ILMETEO.it|lingua=it|accesso=2024-05-24}}</ref>
== Origini del nome ==
Il nome della città deriva da quello del santo patrono, [[san Severino abate|san Severino]], titolare della chiesa intorno alla quale il ''castellum'' si è formato. L'[[agiotoponimo]] originario, ''Castellum Sancti Severini'' o semplicemente ''Sanctus Severinus'',
Ciò nonostante il nome della città restò fluttuante per lungo tempo, tanto che ''San Severino'', seppur sporadicamente, risulta in uso fino al [[XVII secolo]]. In alcuni documenti quattrocenteschi, inoltre, nell'intestazione in latino si legge la grafia originaria e nel testo in volgare quella derivata: questo fa ritenere che il cambiamento dell'antico agiotoponimo sia dovuto alla sincope, soppressione comune nel passaggio dal latino all'italiano: ''Sanctus Severinus'' > ''Sanseverinus'' > ''Sansevero'', tanto più che nessun santo di nome Severo risulta venerato in città prima della fine del Seicento. Non a caso, il toponimo ufficiale - pur ammettendosi le infrequenti varianti ''San Severo'' e ''S. Severo'' - fu sempre ''Sansevero'', in forma univerbata.<ref>Emanuele d'Angelo, ''San Severino, il Defensor Patriae'', in ''San Severino Abate, patrono principale della città e diocesi di San Severo. Nel centenario della conferma del patronato, 1908-2008'', San Severo, Parrocchia San Severino Abate - Pia Associazione San Severino Abate, 2008, pp. 27-29.</ref>
Nel [[1931]] il comune, su richiesta del [[Ministero dell'interno]], adottò ufficialmente la grafia ''San Severo'', essendo quella riportata dal ''Dizionario dei Comuni del Regno'' compilato dall'[[Istituto Nazionale di Statistica|Istituto Centrale di Statistica]] (il caso è analogo a quello di [[Sanremo#Toponomastica|Sanremo]]). La scarsa o nulla resistenza
== Storia ==
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Intorno al [[1312]], dopo la soppressione dell'ordine templare, la città, fortificata nuovamente con una cinta muraria più ampia, fu donata da [[Roberto d'Angiò]] alla moglie Sancia, che nel [[1317]] la cedette al conte Pietro Pipino, signore di [[Vico del Gargano|Vico]]. Questi, peraltro, non riuscì mai a prendere possesso del nuovo [[feudo]] a causa della resistenza armata dei cittadini, che deposero le armi solo quando il re concesse loro di riscattare la città. San Severo fu quindi dichiarata ''[[Città regia (Italia)|città regia]]'' in perpetuo.<ref>Pilla - Russi, ''San Severo nei secoli'' cit., p. 44; Pasquale Corsi, ''San Severo nel Medioevo'', in ''Studi per una storia di San Severo'', a cura di Benito Mundi, San Severo, Tipografia Sales, 1989, pp. 208-217.</ref>
Dopo che la regina [[Giovanna d'Angiò]] vi soggiornò per lungo tempo, diversi monarchi napoletani la onorarono della loro presenza, tra cui gli aragonesi [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso I]] e [[Ferdinando I di Napoli|Ferrante I]]. Quest'ultimo, il 1º ottobre [[1491]], concesse a San Severo lo statuto municipale, noto anche col nome di ''statuto ferrantino''.<ref>Cfr. ivi, p. 47.</ref> Nel [[Quattrocento]], San Severo diviene sede vescovile, sfruttando la decadenza della vicina [[Civitate]]; nello stesso secolo la cattedra ritorna nella preesistente sede episcopale.<ref>Emanuele d'Angelo, ''San Severino, il Defensor Patriae'', in ''San Severino, patrono principale della città e diocesi di San Severo. Nel centenario della conferma del patronato, 1908-2008'', San Severo, Parrocchia San Severino Abate - Pia Associazione San Severino Abate, 2008, p. 31.</ref> Secondo la tradizione locale, alla fine del [[XV secolo]] San Severo divenne capoluogo del [[giustizierato]] (provincia) di [[Capitanata]]<ref>Francesco de Ambrosio, ''Memorie storiche della Città di Sansevero in Capitanata'', Napoli, de Angelis, 1875, pp. 70-71; Antonio Casiglio, ''Due testimonianze sulla Regia Udienza in San Severo'', in «Notiziario del Centro di Studi Sanseveresi», novembre 1979</ref>, sotto la cui giurisdizione ricadeva anche il [[Contado di Molise]], e fu sede dei funzionari provinciali e del tribunale della [[Regia Udienza]]; inoltre, la città batté moneta propria.
=== Il Cinquecento ===
Nel [[1521]] [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]], sorprendentemente, vendette la città al [[Ducato di termoli|duca]] di [[Termoli]] Ferdinando di Capua, ma il [[sindaco]] Tiberio Solis (o de Lisolis) riuscì a riscattarla versando all'imperatore 42.000 ducati, messi insieme raccogliendo contributi di privati cittadini e, soprattutto, contraendo l'enorme debito di 32.000 ducati con alcuni banchieri napoletani. Il sovrano, allora, dichiarò nuovamente San Severo città perpetuamente regia e inalienabile. Secondo la tradizione, nel gennaio del [[1536]] lo stesso Carlo V l'avrebbe onorata della sua presenza, nell'occasione nobilitando ventiquattro famiglie cittadine e istituendo l'[[oligarchia|oligarchico]] Regime dei Quaranta (dal [[2006]] l'evento è rievocato da un corteo storico)<ref>{{cita web|url=http://www.corteostoricocarlovasansevero.it/|titolo=Corteo storico Carlo V}}</ref>.
Per San Severo, divenuta la più popolosa città di Capitanata, il [[XVI secolo|Cinquecento]] fu un secolo aureo. La ricchezza dei commerci, la vitalità culturale e l'autonomia amministrativa ne fecero uno dei maggiori centri del [[Mezzogiorno (Italia)|Mezzogiorno]], grazie in particolare alla presenza di un grande [[fondaco]] [[venezia]]no che, direttamente collegato al porto del fiume [[Fortore]], faceva da importante tramite tra la Serenissima e il regno napoletano.<ref>Antonio Lucchino, ''Memorie della Città di Sansevero e suoi avvenimenti per quanto si rileva negli anni prima del 1629'', a cura di Michele Campanozzi, San Severo, Felice Miranda Editore, 1994, p. 31.</ref> [[Leandro Alberti]] nella ''Descrittione di tutta l'Italia'' ([[Venezia]], [[1550]]) scrive di San Severo che «è questo castello molto ricco, nobile, civile e pieno di popolo, ed è tanto opulento che non ha invidia ad alcun altro di questa regione»<ref>Cit. in Francesco de Ambrosio, ''Memorie storiche della Città di Sansevero in Capitanata'', Napoli, de Angelis, 1875, p. 70.</ref>. Notevole, in questi anni, è anche l'organizzazione ecclesiastica cittadina, con quattro ricche [[parrocchia|parrocchie]], diversi [[ospedale|ospedali]], alcune [[confraternita (chiesa cattolica)|confraternite]] e nove istituti religiosi, sei maschili e tre femminili.
[[File:San Severo veduta.jpg|thumb|La città nel XVII secolo.]]
{{Approfondimento
|titolo=Il miracolo di san Severino
|contenuto=[[File:Miracolosanseverino.png|thumb
Secondo gli annali cittadini, il santo patrono apparve due volte in soccorso della città a lui affidata: nel [[1522]], con [[san Sebastiano]], per avvertire i cittadini dell'attacco di mercenari intenzionati a fare saccheggio, e nel [[1528]], quando scacciò l'esercito imperiale.
Durante la cosiddetta guerra di [[Odet de Foix|Lautrec]], San Severo fu [[assedio|assediata]] e aprì le porte al condottiero francese. Morto poco dopo Lautrec, l'esercito imperiale recuperò tutte le città occupate dai nemici. San Severo temeva castigo irreparabile e difatti fu presto cinta d'assedio. Di fronte a una lunga resistenza, i soldati si ritirarono coll'intenzione di tornare di sorpresa la notte seguente. Credendosi salvi, i cittadini si addormentarono tutti profondamente. Nottetempo gli imperiali tornarono inattesi, ma sulle mura della città apparve un enorme esercito che, al comando di un luminoso cavaliere che impugnava una [[
Il mattino dopo alcuni cittadini, all'oscuro del prodigio, andarono tra i campi e là trovarono alcuni imperiali che stavano accasciati nei pressi del [[monastero]] di [[San Bernardino da Siena|san Bernardino]]. I soldati raccontarono gli straordinari eventi della notte e i cittadini convennero che il loro patrono, san Severino, li avesse personalmente difesi. Il popolo si radunò, allora, nel tempio del santo per ringraziarlo e, per conferma del miracolo, si trovarono sulla tovaglia dell'altare maggiore le impronte del cavallo in groppa al quale il santo era apparso. Si fece voto, quindi, di donare ogni anno al patrono, proclamato ''Defensor Patriae'', cento [[Libbra|libbre]] di [[cera]] nel giorno della sua festa, e da allora in poi si adottò per stemma civico san Severino a cavallo con una bandiera rossa nella destra e la sinistra distesa a protezione della città.<ref>Emanuele d'Angelo, ''Studi su san Severino abate, patrono principale della città di Sansevero'', San Severo, Esseditrice, 1999.</ref>
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{{Vedi anche|Principi di Sansevero}}
Nel [[1579]], all'apice del suo prestigio ma soffocata dal debito contratto nel [[1521]], la città fu venduta al duca Gian Francesco di Sangro, che ottenne per i suoi eredi il titolo di ''principi di Sansevero'' (il cui personaggio più rappresentativo fu il famoso inventore [[Raimondo di Sangro|Raimondo Di Sangro]], creatore della [[Cappella Sansevero]] a Napoli). Di conseguenza essa perse il rango di capoluogo, che passò nel [[1584]] a [[Lucera]], dove si trasferirono il governatore della provincia e il tribunale.
Pessimo fu il rapporto dei cittadini coi nuovi feudatari,<ref>Lucchino, ''Memorie'' cit., pp. 46-48.</ref> che non mancarono di inacerbire i sudditi con atti spregiudicati e tirannici.<ref>Pilla - Russi, ''San Severo nei secoli'' cit., pp. 68-69.</ref> Molte famiglie dell'antica aristocrazia sanseverese scelsero subito di lasciare la città e quelle che restarono assistettero impotenti all'esautorazione del Regime dei Quaranta.
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=== Il Novecento e i giorni nostri ===
[[File:San Severo Corso Garibaldi.jpg|miniatura|Corso Garibaldi (o Viale della Villa), in una cartolina dei primi anni del Novecento]]
[[File:San Severo Teatro Verdi.jpg|thumb|Il nuovo Teatro Comunale, inaugurato nel 1937]]
Il 29 aprile [[1923]] il principe ereditario [[Umberto II di Savoia|Umberto di Savoia]] visitò la città e inaugurò il grandioso edificio scolastico "Principe di Piemonte". Nel [[1929]] fu inaugurato, invece, il campo sportivo comunale. Il 27 ottobre [[1931]] il ministro delle comunicazioni [[Costanzo Ciano]] inaugurò le [[Ferrovie del Gargano]], che collegano la [[stazione di San Severo]] a una serie di località del [[Gargano]], come [[Ischitella]], Foce Varano e [[Rodi Garganico]] fino a [[Peschici]], mentre il 9 dicembre [[1937]] si aprì per la prima volta il sipario del nuovo [[Teatro Verdi (San Severo)|Teatro Comunale]].
Durante la [[seconda guerra mondiale]], il 9 settembre [[1943]] un gruppo di soldati italiani fu protagonista di un episodio di resistenza, rifiutando di cedere le armi ai tedeschi. Entro il successivo 28 settembre i tedeschi fecero saltare la centrale telefonica, il mulino Casillo e alcuni ponti, tra cui quello della ferrovia. Giunti gli alleati, la città fu sede di un'importante base aerea [[Stati Uniti d'America|statunitense]], ospitando la ''Fifteenth Air Force''. I [[P-51]] del ''31st Fighter Group'' hanno eseguito missioni e condotto operazioni di supporto militare dalla base sanseverese dal 2 aprile [[1944]] al 3 marzo [[1945]].
Il 23 marzo [[1950]] i lavoratori di San Severo insorsero contro le forze di polizia, alzando barricate e assaltando le armerie e la sede del [[Movimento Sociale Italiano|MSI]]. Gli scontri causarono un morto e circa quaranta feriti tra civili e militari, e l'esercito occupò coi carri armati le principali vie della città. Nei giorni seguenti, coll'accusa di insurrezione armata contro i poteri dello Stato, furono arrestate centottantaquattro persone, assolte e rilasciate dopo il processo, un anno dopo.<ref>Raffaele Iacovino, ''23 marzo 1950. San Severo si ribella'', Milano, Teti editore, 1977.</ref>
Nel [[1996]], con apposito decreto, il [[Presidente della repubblica]] [[Oscar Luigi Scalfaro]] ha confermato per San Severo il titolo di ''città'', storicamente acquisito nel [[1580]], al momento dell'istituzione della diocesi sanseverese. Tra il 31 ottobre e il 2 novembre [[2002]] un violento sisma, noto come [[terremoto del Molise del 2002|terremoto del Molise]], ha lesionati diversi edifici del borgo antico e causata la chiusura di alcune chiese storiche.
=== Simboli ===
[[File:San Severo-Gonfalone.png|thumb]]
Dal [[XVI secolo]] lo [[stemma]] civico, per memoria del miracolo del [[1528]], rappresenta in campo di cielo san Severino in abito sacerdotale, a cavallo, con una [[bandiera]] rossa caricata della croce nella destra e la sinistra distesa a protezione della città, raffigurata nella punta dello scudo. Lo stemma è sormontato dalla [[corona (copricapo)|corona]] aurea turrita, propria delle [[Titolo di città in Italia|città]].
Lo stemma civico e il gonfalone sono stati ufficialmente riconosciuti con decreto del Capo del Governo del 5 aprile 1937 e registrati nell'Albo dei Comuni d'Italia.
{{Citazione|[[Campo di cielo]], alla figura di San Severino in abito sacerdotale, aureolato, cavalcante un cavallo baio dorato, corrente sopra delle nuvole al naturale: il Santo sostenente con la mano destra avanzata l'asta di una bandiera bifida di rosso, caricata della croce scorciata d'argento, e la sinistra distesa a protezione della città posta nella punta dello scudo verso sinistra.}}
Essendo stato approvato durante il regime fascista, lo stemma era decorato con il [[Capo (araldica)#Capo del Littorio|capo del Littorio]]. Lo stesso decreto sancì il declassamento dal rango di città a quello di comune.
Dopo il ripristino del titolo di città, con decreto del Presidente della Repubblica dell'11 settembre 1996<ref>Registrato nei registri dell'Ufficio Araldico il 25 ottobre 1996, Reg. anno 1996, p. 52.</ref>, lo stemma civico sanseverese ha ufficialmente recuperato gli ornamenti e la corona di città.
I colori ufficiali del comune sono il giallo e il rosso: il caratteristico [[gonfalone]] cittadino, che rappresenta un vero e proprio ''unicum'' nell'araldica civica italiana, è un drappo bifido [[scaccato]] di questi due colori, frangiato d'oro e caricato dello stemma civico. Solo [[Pistoia]] e [[Suvereto]] hanno, come San Severo, un drappo scaccato, ma scalinato, non bifido.
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
{{vedi anche|Chiese di San Severo}}
==== Chiesa
[[File:Facciata san severino.jpg|thumb|upright|Chiesa di san Severino]]
Risalente all'[[XI secolo]], è monumento nazionale oltre che l'edificio di culto più antico della città, di cui è chiesa matrice, arcipretale, nonché tempio civico.
La chiesa subì notevoli ampliamenti a partire dal [[1200]], mentre gli altari e le opere pittoriche risalgono al periodo compreso tra il [[XVI secolo]] e il [[XVII secolo]].
==== Cattedrale di Santa Maria assunta ====
{{vedi anche|Cattedrale di Santa Maria Assunta (San Severo)}}
La chiesa ha origini medievali, risalente al [[XII secolo]]. Nel XVIII secolo ha subito un profondo restauro barocco,
==== Chiesa di San Lorenzo delle Benedettine ====
{{vedi anche|Chiesa di San Lorenzo delle Benedettine}}
Fu costruita nel [[XVIII secolo]]
==== Chiesa di Santa Maria della Pietà ====
{{vedi anche|Chiesa di Santa Maria della Pietà (San Severo)}}
==== Chiesa di San Giovanni Battista ====
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==== Santuario della Madonna del Soccorso ====
{{vedi anche|Santuario della Beata Vergine del Soccorso (San Severo)}}
=== Centro storico ===
{{vedi anche|Chiese di San Severo|Chiesa di San Severino abate (San Severo)|Chiesa di San Lorenzo delle Benedettine}}
[[File:Scorcio San Severo.jpg|thumb|left|upright|Scorcio del borgo antico]]
[[File:San Severo sanlorenzo.jpg|thumb|
[[File:Interno San Nicola San Severo.jpg|thumb|
San Severo conserva un
Il centro cittadino, definito perimetralmente dalla [[Mura (fortificazione)|cinta muraria]] intervallata da sette porte, ormai completamente smantellata, fu profondamente danneggiato dal
Cuore del centro è la severa
Interessanti sono anche il severo
== Società ==
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{{Demografia/San Severo}}
===
* [[Romania]] 630
* [[Bulgaria]] 191
* [[Albania]] 144
* [[Polonia]] 143
* [[Marocco]] 138
=== Lingue e dialetti ===
Per la posizione geografica della città, che permette da secoli un contatto diretto con dialettofoni [[Gargano|garganici]], [[Dialetto pugliese|pugliesi settentrionali]], [[Dialetto molisano|molisani]] e [[Dialetto campano|campani]], il dialetto sanseverese presenta interessanti caratteri di contaminazione con esiti, al contrario del [[dialetto foggiano]], del tutto estranei al [[dialetto barese]].<ref>Sul ''Notiziario storico-archeologico del Centro di studi sanseveresi'' del dicembre 1975 (p. 63), Brunelio Branca rilevava uno strano giudizio espresso dallo storico ottocentesco Francesco de Ambrosio sul carattere dei cittadini foggiani e sanseveresi desumibile dai "due moduli di dialetto delle due città più cospicue della Capitanata, e che per avventura trovansi agli estremi, secondo quello di Foggia, il dialetto di un popolo molle e delicato, e di un popolo austero e fino, quello di San Severo".</ref>
Per un esempio delle non piccole differenze tra il foggiano e il sanseverese, si veda come il medesimo proverbio («Non ho fatto in tempo a dire: "Cristo, aiutami"») suoni a Foggia: ''N'àgghjë fàttë a ttìmbë a ddícë: "Crìstë, ajjùtëmë"'', e a San Severo: ''Nn'hê fàttë a ttèmbë a ddícë: "Crìstë, ajjùtëmë"'', ovvero come all'espressione foggiana ''Stécë appëzzëcàtë câ sputàcchjë'' (sta incollato con la saliva) corrisponda, in sanseverese, ''Stà ppëccëchètë cû sputètë''. Altro proverbio esemplare è «Il cane azzanna lo straccione»: a Foggia è reso con ''{{'}}U cànë muzzichèjë 'u strazzàtë'', a San Severo con ''{{'}}U chènë mòccëchë a 'u straccètë''.<ref>Attilio Littera - Ciro Pistillo, ''Grammatica del dialetto di San Severo'', Apricena, Malatesta Editrice, 2006; Ciro Pistillo - Attilio Littera, ''Dizionario del dialetto di San Severo'', Apricena, Malatesta Editrice, 2006. Sui proverbi si vedano: Ciro Pistillo, ''U carusellë. Detti e proverbi dialettali sanseveresi'', San Severo, A. e M. Notarangelo Librai Editori, 1982; (nuova edizione ampliata: Ciro Pistillo, ''U carusellë nówë. Detti e proverbi dialettali sanseveresi'', Apricena, Malatesta Editrice, 2008). Testi in sanseverese: Ciro Pistillo - Attilio Littera, ''{{'}}U tërrazzènë'', San Severo, Libreria Antonio Notarangelo, 1996; Antonio Giuliani, ''Piccola antologia di prose e poesie dal dialetto di San Severo alla lingua italiana'', presentazione e trascrizione di Attilio Littera e Ciro Pistillo, San Severo, Felice Miranda Editore, 2000; Ciro Pistillo, ''Madònna míjë fa' stà bbón'a lu rre. Dramma in tre atti'', San Severo, Esseditrice, 2002; Ciro Pistillo, ''Pàssë 'a prëcëssjónë. La festa del Soccorso dell'anno 1987'', Apricena, Malatesta Editrice, 2007; Attilio Littera – Filomena Minelli, ''Sanzëvírë'', testo musicale trascritto da Leonardo Littera, adottato quale ''Canto popolare della Città di San Severo'' con deliberazione unanime del Consiglio Comunale di San Severo del 27 settembre 2007; Ciro Pistillo - Attilio Littera, ''Ricette di cucina e medicina popolare del terrazzano sanseverese'', Apricena, Malatesta Editrice, 2009; Ciro Pistillo - Attilio Littera, ''Il dialetto di San Severo nella lingua dei padri'', Dizionario, Apricena, Malatesta Editrice, 2019; Attilio Littera - Ciro Pistillo, ''Il dialetto di San Severo nella lingua dei padri'', Grammatica, Apricena, Malatesta Editrice, 2019; Ciro Pistiillo, ''U fàtt'û ròspë,'' Edizioni Fortezza Bastiani, Monocalzati (AV), 2015.</ref>
=== Tradizioni e folclore ===
{{NN|Puglia|marzo 2019}}
==== La festa patronale ====
{{vedi anche|Festa del Soccorso (San Severo)}}
[[File:Santi patroni San Severo.jpg|thumb
La [[festa
La festa è caratterizzata da due ==== I riti del venerdì santo ====
[[File:Sansevero Madonna addolorata.jpg|thumb|verticale|Venerdì santo: l'Addolorata]]
Tra le molte tradizioni del suo passato che San Severo conserva, vi sono i riti tardo-barocchi della [[settimana santa]].<ref>Emanuele d'Angelo, ''La chiesa di santa Maria della Pietà in Sansevero. Appunti di storia e di arte'', San Severo, Esseditrice, 2000.</ref><ref>Antonio Masselli, ''La Settimana Santa a San Severo. Le Chiese e le Confraternite'', Apricena, Malatesta, 2003.</ref><ref>Emanuele d'Angelo, ''Note sulla congregazione dei Morti di Sansevero (secc. XVII-XVIII)'', in ''Atti del 24º Convegno nazionale sulla Preistoria - Protostoria - Storia della Daunia (San Severo, 29-30 novembre 2003)'', San Severo, Archeoclub d'Italia, 2004, pp. 183–206.</ref><ref>Emanuele d'Angelo e Christian de Letteriis, ''L'orgoglio pietrificato. Il Settecento trionfante della chiesa di santa Maria della Pietà a San Severo'', Foggia, Claudio Grenzi Editore, 2009.</ref><ref>Emanuele d'Angelo e Christian de Letteriis, ''Gratia plena. Splendori della devozione mariana a San Severo'', Foggia, Claudio Grenzi Editore, 2010.</ref>
All'alba del [[venerdì santo]] tre processioni prendono avvio contemporaneamente dalla [[Chiesa di Santa Maria della Pietà (San Severo)|chiesa della Pietà]], colla statua settecentesca dell'[[Maria Addolorata|Addolorata]] (Arciconfraternita dell'Orazione e Morte), dalla chiesa della Trinità, coll'effigie lignea del Cristo legato alla colonna (Arciconfraternita del Rosario), e dalla chiesa di sant'Agostino, colla pesante ''Croce del Cireneo'' portata a spalla da penitenti incappucciati (Arciconfraternita del Soccorso); i tre sacri cortei convergono nell'antica piazza del Castello, dove avviene l'incontro: le statue dell'Addolorata e del Cristo corrono l'una verso l'altra ma l'abbraccio tra la Madre e il Figlio è impedito dalla Croce, che si pone improvvisamente tra loro.
Alla sera del venerdì Santo, invece, si snoda per le vie della città, dalla chiesa di santa Lucia, la processione coll'effigie di Gesù morto, racchiusa in una fastosa urna barocca, seguita da un'altra statua della Vergine Dolorosa (Confraternita del SS.Sacramento). In Santa Lucia, al rientro del sacro corteo, si espongono al bacio del popolo in una deposizione gli stessi simulacri del Cristo morto e della Madonna, mentre nella chiesa della Pietà, dopo la rituale ''ora della Desolata'', la statua dell'Addolorata, spogliata dei fastosi abiti del mattino e posta direttamente in terra ai piedi dell'altare maggiore, 'riceve le condoglianze' dei fedeli che le baciano le mani.
Nel 1727 nacque la congregazione dell'Addolorata, affiliata alla congregazione dei Morti, allo scopo di solennizzare il culto della Vergine dei Sette Dolori, con processione nella terza domenica di ogni mese, specialmente in settembre, per le strade della parrocchia di San Severino. Fu per l'occasione commissionata la statua dell'Addolorata all'artista sanseverese Sebastiano Marrocco, tra gli allievi più valenti del celebre scultore napoletano [[Giacomo Colombo (artista)|Giacomo Colombo]]. Venuta meno alla metà del Settecento l'usanza processionale settembrina, dal 1837 la congregazione dei Morti prese a utilizzare la statua dell'Addolorata per la tradizionale 'peregrinatio' ai "sepolcri" (gli altari delle reposizione del Sacramento) all'alba del venerdì Santo. Anche l'arciconfraternita del SS. Rosario intraprese la consuetudine di visitare i sepolcri, portando con sé la statua del Cristo flagellato alla colonna (scolpita nel 1790 dall'artista Gregorio Palmieri). Il caso volle che, all'alba del venerdì Santo del 1838, le due arciconfraternite si incontrassero con le rispettive statue nel largo esistente dinanzi al convento dei cappuccini: la commozione dei presenti fu tanta che dall'anno seguente le congreghe si misero d'accordo per meglio organizzare l'Incontro. In seguito l'evento fu enfatizzato con l'aggiunta della caratteristica corsa dei simulacri. L'arciconfraternita del Soccorso, a partire dal 1846, si unì alla processione introducendo la pesante croce del Cireneo, portata a spalla da penitenti espianti, macchiatisi di delitti più o meno gravi, e utilizzata per dividere le statue del Cristo e della Vergine durante l'Incontro. Dal 1838 l'usanza non è mai venuta meno ed è tuttora caratterizzata da grande partecipazione popolare. Nel 1885 l'Incontro fu spostato per ragioni di spazio dal largo cappuccini al largo del Rosario. Il maggior spazio non fu ritenuto sufficiente, e negli anni seguenti – e quasi per tutto il primo Novecento – l'Incontro fu riproposto più volte nel corso del tragitto processionale (piazza Carmine, piazza Vittorio Emanuele ecc.). Nel 1928 Oronzo Durante, vescovo di San Severo dal 1922 al 1941, fece sostituire la statua del Cristo legato alla colonna con una nuova statua in cartapesta leccese raffigurante Cristo che porta la croce: riteneva, infatti, che fosse illogico che il Cristo immobilizzato per la fustigazione corresse incontro all'Addolorata. Successivamente i sanseveresi rivollero il Cristo alla colonna, e l'antica statua tornò regolarmente in processione. Nel 1965 si rispolverò l'usanza di un secondo Incontro in piazza della Repubblica, subito prima del rientro del Cristo alla colonna, poi nuovamente abolita negli anni novanta.
==== La festa del Carmine ====
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La festa del Carmine si celebra in onore della [[Beata Vergine Maria del Monte Carmelo|Beata Vergine del Monte Carmelo]], protettrice dei muratori e degli artigiani, il 16 luglio, sua festa liturgica. Il culto dedicatole è tra i più praticati a San Severo ed è secondo solo a quello patronale della [[Beata Vergine Maria del Soccorso|Madonna del Soccorso]]. Il 6 luglio ha inizio il novenario di preghiera nella [[Chiese di San Severo|chiesa del Carmine]], sede dell'omonima arciconfraternita, e la statua della Madonna, uno dei capolavori della scultura lignea napoletana del Settecento, opera dei fratelli Michele e Gennaro Trillocco su modello di [[Giuseppe Sanmartino]] ([[1790]]), è per l'occasione esposta alla pubblica venerazione in un apparato effimero. La sera del 15 luglio il vescovo celebra un solenne pontificale, alla presenza del simulacro della Madonna, in largo Carmine. Nella serata del 16 luglio si tiene la solenne processione. Lungo l'itinerario, che coincide coll'intero 'Giro esterno', si incendiano le tradizionali batterie pirotecniche. Al rientro del simulacro ha luogo il tradizionale incendio del campanile. I festeggiamenti esterni includono anche i giorni che precedono e seguono il 16 luglio e per l'occasione sono installate artistiche luminarie in largo Carmine.
[[File:San Severo Madonna Rosario.jpg|thumb
==== La festa del Rosario ====
La festa liturgica in onore della [[Madonna del Rosario]] si celebra il 7 ottobre: ogni anno il vescovo presiede una messa solenne nella [[Chiese di San Severo|chiesa della SS. Trinità]], che ospita l'Arciconfraternita del Rosario. I festeggiamenti esterni si tengono la terza domenica di ottobre e consistono nella solenne processione mattutina del simulacro della Vergine, prezioso manichino ligneo napoletano realizzato dall'artista [[Giacomo Colombo (artista)|Giacomo Colombo]] nel [[1716]], accompagnato dalle statue di San Domenico e Santa
==== Altre feste religiose ====
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I santi patroni Severino e Severo sono rispettivamente festeggiati, invece, l'8 gennaio e il 25 settembre. In occasione della solennità di san Severino, a gennaio, si celebra ogni anno la cerimonia della consegna del voto al santo protettore e difensore da parte dell'Amministrazione Comunale, nel corso della quale si ricorda con gratitudine la prodigiosa apparizione del patrono nel [[1528]], cui è dedicata apposita festa che ricorre il sabato precedente la quarta domenica di ottobre.
==== Il Caso Tiberio Solis e Rievocazione "Carlo V a San Severo" ====
Il 9 maggio di ogni anno il Centro Culturale Luigi Einaudi ricorda, con uno spettacolo teatrale, la cerimonia di consegna dei privilegi da Tiberio Solis (o de Lisolis) portati alla Municipalità di San Severo, dopo averli ottenuti dall'Imperatore Carlo V. I fatti sono avvenuti tra il 1521 ed il 9 maggio 1522. Si festeggia nella stessa data, considerando la concomitanza e la portata storica, anche la festa dell'Europa unita.
Ogni anno il terzo venerdì di maggio, in apertura della festa patronale, si tiene la rievocazione storica "Carlo V a San Severo".
== Cultura ==
=== Istruzione ===
==== Biblioteche ====
* ''Biblioteca comunale "Alessandro Minuziano"'': la storica istituzione cittadina, in origine denominata ''Ferdinandea'' e poi intitolata al celebre [[Alessandro Minuziano|umanista e stampatore sanseverese]],
* ''[[Biblioteca Nardella Cappuccini San Severo|Biblioteca "Padre Benedetto Nardella" dei Frati Minori Cappuccini]]'': ospitata nel secentesco convento di Santa Maria di Costantinopoli,
* ''Archivio storico comunale'': unito alla Biblioteca comunale, è un'imponente raccolta di documenti sulla vita civile e amministrativa della città in età moderna e contemporanea.
* ''Archivio storico diocesano'': ha sede nel Palazzo Trotta, nei pressi della Cattedrale, e vanta un ricco patrimonio documentario; conserva, infatti, un notevole numero di pergamene, gli archivi vescovili, curiali e capitolari, i fondi delle parrocchie storiche della diocesi e, soprattutto, il fondo musicale del monastero benedettino di San Lorenzo, che comprende, tra l'altro, autografi di importanti musicisti italiani del Settecento.
Dal [[1979]], si tiene annualmente a San Severo
==== Scuole ====
In città sono attivi cinque circoli di [[scuola primaria]],
==== Università ====
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==== Musei ====
[[File:Ferdinando di Borbone.jpg|thumb|
* Il ''[[Museo dell'Alto Tavoliere]]'' (MAT) è allestito nel settecentesco monastero francescano, noto anche come Palazzo San Francesco. Conserva un considerevole patrimonio archeologico, con reperti dal [[Paleolitico]] al [[tardo antico]] per lo più provenienti dagli scavi archeologici di Guadone, Casone e Pedincone, non lontani dalla città. Nella quadreria sono esposte alcune opere d'età moderna.
*SPLASH Archivio Bibliografico "Andrea Pazienza" è una sezione permanente del MAT Museo dell'Alto Tavoliere, un centro di documentazione contenente cataloghi, riproduzioni, fumetti, riviste, foto, saggi, rassegne stampa e altro, riguardanti il celebre artista, illustratore e fumettista di origini sanseveresi [[Andrea Pazienza]].
* La ''[[Pinacoteca Luigi Schingo]]'' è la sezione del MAT, che raccoglie trentasette fra dipinti, sculture, studi e disegni dell'artista sanseverese [[Luigi Schingo]] ([[1891]]-[[1976]]).
* Il ''[[Museo diocesano (San Severo)|Museo diocesano]]'', allestito nel
* Il ''[[Museo dell'Arciconfraternita del Carmine]]'', allestito nella Sacrestia Nuova della chiesa confraternale e inaugurato nel 2024, è articolato in un quattro sezioni (storia dell'arciconfraternita, liturgia, processionali, devozione), con paramenti sette e ottocenteschi, argenti sacri, preziosi e soprattutto eccezionali opere tessili del XIX secolo (tre stendardi e il baldacchino processionale).
Mostre di diverso genere (archeologiche, di pittura, fotografiche etc.) sono più o meno regolarmente allestite presso il Museo civico, il Museo diocesano e la Galleria d'arte moderna di Palazzo San Lorenzo.
[[File:San Severo teatroverdi.jpg|thumb|upright|left|Il Teatro Verdi]]
=== Media ===
L'informazione cittadina è affidata a diverse testate locali (''Il Corriere di San Severo'', ''Il Giornale di San Severo'', ''La Gazzetta di San Severo,'Il campanile''), nonché all'emittente televisiva ''Tele Radio San Severo'', attiva dagli [[anni 1970|anni settanta]]
=== Teatro e musica ===
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Terzo teatro pubblico della città, dopo quello del Decurionato ([[1750]] ca.) e il ''[[Teatro Real Borbone|Real Borbone]]'' (1819), il Teatro Verdi (opera di [[Cesare Bazzani]], 1937), con la sua sala a cinque ordini (progettata per 1600 spettatori) e il [[foyer]] e il ridotto dei palchi (oggi ''Auditorium''), è privilegiato luogo d'incontro e promozione per l'intera [[Capitanata]] e non solo.<ref>Emanuele d'Angelo, ''I teatri pubblici di Sansevero dal Settecento ai giorni nostri. L'antica passione teatrale e musicale in un grande centro della Capitanata'', «Fogli di periferia», XVII/1-2, 2005 (ma 2007), pp. 73-85.</ref>
Nel corso di ogni anno, accanto a una ricca stagione concertistica curata dagli ''Amici della Musica'', al Verdi si allestiscono alcuni [[opera lirica|spettacoli operistici]]
== Geografia antropica ==
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[[File:San Severo borgoantico.jpg|thumb|left|Pianta del borgo antico]]
Pur esistendo isolate costruzioni ''extra moenia'', la città, dopo il notevole ampliamento duecentesco legato alla costruzione di nuove mura e alla trasformazione del vecchio circuito murario in un importante anello stradale (il ''Giro Interno''), pressappoco fino al [[XVII secolo|Seicento]] coincise coll'attuale centro storico, un intrico di strade e stradine serpeggianti tra grandi, e talvolta enormi, isolati. Dopo il [[Terremoto della Capitanata del 1627|terremoto del
Tra la fine dell'[[XIX secolo|Ottocento]] e l'inizio del [[XX secolo|Novecento]], mentre l'abitato continuava ad estendersi in ogni direzione, si intervenne per rendere più organico il continuo ampliamento della città colla sistemazione o la creazione di vaste piazze, come piazza Cavallotti e piazza dell'Incoronazione, e di grandi arterie alberate, come il viale della Villa (corso Garibaldi) e quello della Stazione (viale Matteotti).
== Economia ==
[[File:San Severo Portale Celestini.jpg|thumb|upright=0.6|Palazzo Celestini]]
Il comune fa parte della lista regionale delle ''città d'arte'' ad economia prevalentemente turistica.<ref name="sistema.puglia.it"/>
=== Agricoltura ===
San Severo è produttrice di [[vino]], [[frumento|grano]], [[uva]] e [[olivo|olive]]. Le grandi risorse agricole hanno generato un sistema di piccole e medie imprese industriali e di trasformazione dei prodotti coltivati, esportati sui mercati nazionali e transnazionali.<ref>Fonte: [http://www.comune.san-severo.fg.it/Default.asp?Id=7 Comune di San Severo] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080212224814/http://www.comune.san-severo.fg.it/Default.asp?Id=7 |data=12 febbraio 2008 }}.</ref>
Il [[vino]] sanseverese è stato il primo, in Puglia, ad ottenere la [[denominazione di origine controllata]] ([[1968]]): [[San Severo bianco]], [[San Severo bianco spumante]], [[San Severo rosso o rosato]].<ref>{{Cita web|url=https://www.quattrocalici.it/denominazioni/san-severo-doc/|titolo=San Severo DOC|sito=Quattrocalici|lingua=it-IT|accesso=2024-01-16}}</ref>
La tradizione agricola cittadina è testimoniata, tra l'altro, dalla denominazione del metodo di coltivazione degli olivi maggiormente diffuso in [[Capitanata]]. Si tratta, infatti, del vaso sanseverese, ottenuto potando le chiome degli alberi come coni rovesciati, con sviluppo orizzontale invece che in altezza. Insieme al vaso barese, quello sanseverese rappresenta la più importante forma di coltura dell'olivo in Puglia.<ref>[http://www.biotipicipuglia.it/FCKeditor/UserFiles/File/d_olivo.pdf Disciplinare di produzione dell'olivo] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100215073528/http://www.biotipicipuglia.it/FCKeditor/UserFiles/File/d_olivo.pdf |data=15 febbraio 2010 }}, [http://old.alsia.it/pubblicazioni/olivo/279_godini.pdf L'Ovicoltura marginale in Puglia].</ref>
== Infrastrutture e trasporti ==
[[File:Stazione San Severo.jpg|thumb|Il piazzale della stazione di San Severo con un tram per Torremaggiore in una cartolina degli anni Quaranta]]
=== Strade ===
La città è uno snodo stradale, sia per la prossimità coll'imbocco della valle che conduce a [[San Marco in Lamis]], [[San Giovanni Rotondo]] e [[Monte Sant'Angelo]] (attraverso l'antica ''Via Sacra Langobardorum'', un'antesignana della ''[[Via Francigena]]''), sia per la vicinanza ai laghi costieri di [[Lago di Lesina|Lesina]] e di [[Lago di Varano|Varano]] e alle località settentrionali del promontorio.
[[Strada statale 16 Adriatica|SS 16]] che funge da tangenziale ovest e conduce verso Termoli/Pescara a nord e Foggia/Bari a sud.
Sp per Lucera
[[Autostrada A14 (Italia)|A14 Pescara-Bari]] uscita San Severo
=== Ferrovie e tranvie ===
La [[stazione di San Severo]], teatro del grave [[incidente ferroviario di San Severo|incidente ferroviario del 1989]], è capolinea della [[Ferrovia San Severo-Peschici|linea per Peschici]] delle [[Ferrovie del Gargano]]<ref>Salvo Bordonaro - Bruno Pizzolante, ''La ferrovia garganica'', Foggia, Claudio Grenzi Editore, 2006.</ref>.
Fra il [[1925]] e il [[1962]] fu
== Amministrazione ==
Elenco dei sindaci della città dalla proclamazione della Repubblica:
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|[[1946]]|[[1948]]|Emilio Amoroso|[[Partito Comunista Italiano]]|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1948]]|[[1950]]|Francesco Paolo Visconti|[[Partito Comunista Italiano]]|[[Prosindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1950]]|[[1950]]|[[Luigi Allegato]]|[[Partito Comunista Italiano]]|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1950]]|[[1952]]|Baldassarre Virzì|-|[[Commissario prefettizio]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1952]]|[[1956]]|Filippo Pelosi|[[Partito Comunista Italiano]]|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1956]]|[[1957]]|Giuseppe Massa|-|[[Commissario prefettizio]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1957]]|[[1962]]|[[Filippo Pelosi]]|[[Partito Comunista Italiano]]|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1962]]|[[1969]]|Pasquale Iantoschi|[[Democrazia Cristiana]]|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1970]]|[[1971]]|Leopoldo Carneglia|-|[[Commissario prefettizio]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1971]]|[[1972]]|[[Nino Casiglio|Antonio Casiglio]]|[[Partito Socialista Italiano]]|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1972]]|[[1974]]|[[Raffaele Iacovino]]|[[Partito Socialista Italiano]]|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1974]]|[[1976]]|Antonio Cologno|[[Partito Comunista Italiano]]|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1976]]|[[1981]]|Antonio Carafa|[[Partito Socialista Italiano]]|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1981]]|[[1986]]|Michele Cologno|[[Partito Socialista Italiano]]|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1986]]|[[1990]]|Michele Santarelli|[[Partito Socialista Italiano]]|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1990]]|[[1992]]|Giuseppantonio Belmonte|[[Democrazia Cristiana]]|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1992]]|[[1993]]|Mario Fantasia|[[Partito Democratico della Sinistra]]|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1993]]|[[1994]]|Pasquale Santamaria|-|[[Commissario prefettizio]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1994]]|[[1995]]|Vincenzo Canelli|[[Partito Democratico della Sinistra]]|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1995]]|[[1995]]|Salvatore Tropea|-|[[Commissario prefettizio]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1995]]|[[2004]]|Giuliano Giuliani|[[Alleanza Nazionale]]|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|13 giugno [[2004]]|8 aprile [[2009]]|Michele Santarelli|[[Socialisti Democratici Italiani]]|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|8 aprile [[2009]]|7 giugno [[2009]]|Daniela Aponte|-|[[Commissario prefettizio]]|}}
{{ComuniAmminPrec|7 giugno [[2009]]|10 febbraio [[2014]]|Gianfranco Savino|[[Il Popolo della Libertà]]|[[Sindaco]]}}
{{ComuniAmminPrec|10 febbraio [[2014]]|9 giugno [[2014]]|Nicoletta Miscia|-|[[Commissario prefettizio]]|}}
{{ComuniAmminPrec|9 giugno [[2014]]|9 giugno [[2019]]|Francesco Miglio|[[lista civica]]|[[Sindaco]]}}
{{ComuniAmminPrec|9 giugno [[2019]]|24 giugno [[2024]]|Francesco Miglio|[[lista civica]] di [[Centro-sinistra in Italia|centro-sinistra]]|[[Sindaco]]}}
{{ComuniAmminPrec|24 giugno 2024|''in carica''|Lidya Colangelo|[[Coalizione (politica)|coalizione]] di [[Centro-destra in Italia|centro-destra]]|[[Sindaco]]}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
=== Gemellaggi ===
San Severo ha accordi di partenariato col comune francese di [[Bourg-en-Bresse]] per le numerose famiglie sanseveresi che abitano il borgo.<ref>{{Cita web|url=https://messaggerosantantonio.it/content/francia-il-faro-di-bourg-en-bresse|titolo=Francia. Il «faro» di Bourg-en-Bresse|sito=messaggerosantantonio.it|data=2017-07-03|lingua=it|accesso=2023-05-15}}</ref>
== Sport ==
Ha sede nel comune la società di pallacanestro [[Cestistica San Severo]], fondata nel [[1966]]. Attualmente militante in [[Serie B (pallacanestro maschile)|serie B]].
La squadra di calcio [[Unione Sportiva Dilettantistica San Severo|U.S.D. San Severo]], fondata nel [[1922]], milita nel campionato di Promozione Pugliese e disputa gli incontri al campo sportivo cittadino, denominato "Ricciardelli".
== Note ==
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* Francesco Giuliani, ''Tra storia e letteratura. L'immagine di San Severo dall'Unità d'Italia a oggi'', Edizioni del Rosone, Foggia, 2013.
* Angelo Russi, ''San Severo tra storia e memoria'', Scienze e Lettere, Roma, 2015.
* Ciro Pistillo - Attilio Littera, ''Dizionario del dialetto di San Severo'', Sottotitolato "Parlë accumë t'ha ffàttë màmmëtë", Malatesta Editrice, Apricena, 2006.
* Attilio Littera - Ciro Pistillo, ''Grammatica del dialetto di San Severo'', Sottotitolata "Parlë accúmë t'ha ffàttë màmmëtë", Malatesta Editrice, Apricena, 2006.
* Ciro Pistillo - Attilio Littera, ''Il dialetto di San Severo nella lingua dei padri - Dizionario'', Malatesta Editrice, Apricena, 2019.
* Attilio Littera - Ciro Pistillo, ''Il dialetto di San Severo nella lingua dei padri - Grammatica'', Malatesta Editrice, Apricena, 2019.
* Ciro Pistillo - Attilio Littera, ''Ricette di cucina e medicina popolare del terrazzano sanseverese con illustrazioni'', Malatesta Editrice, Apricena, 2009.
* Ciro Pistillo, ''U carusèllë,'' A. e M. Notarangelo Librai Editori, San Severo, 1982.
* Ciro Pistillo, ''U carusèllë nówë,'' Malatesta Editrice, Apricena, 2008.
* Ciro Pistiillo, ''U fàtt'û ròspë,'' Edizioni Fortezza Bastiani, Monocalzati (AV), 2015.
* Antonio Giuliani, ''Piccola Antologia di Prose e Poesie dal dialetto di San Severo alla lingua italiana'', presentazione e trascrizione di Attilio Littera e Ciro Pistillo, Felice Miranda Editore, San Severo, 2000.
* Rosa Nicoletta Tomasone, Francesco Totaro, ''Carlo V e Tiberio de Lisolis , Lettere inedite'', Levante editori- Bari, 2016
* Rosa Nicoletta Tomasone, Francesco Totaro, ''Magister Augustinus Resta de Sancto Severo, Compositore e Maestro di Cappella'', Levante editori, Bari, 2016
* Rosa Nicoletta Tomasone, ''Umberto Fraccacreta & Noi. Lettere inedite di Ezio Levi 1911-1939. Testimonianze - Antologia critica'', Milella editore, Lecce, 2022
* Rosa Nicoletta Tomasone ''CARLO V , Itinerari contemporanei in cornici storiche'', Milella editore, Lecce, 2023
== Voci correlate ==
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== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Comuni della provincia di Foggia}}
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