Giancesare Flesca: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
m clean up, replaced: Giancarlo Pajetta → Gian Carlo Pajetta |
||
(64 versioni intermedie di 29 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
{{F|giornalisti italiani|maggio 2018}}
{{Bio
|
|
|
|LuogoNascita = Reggio Calabria
| Attività = giornalista▼
|GiornoMeseNascita = 11 aprile
| Nazionalità = italiano▼
|AnnoNascita = 1945
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte = 3 ottobre
|AnnoMorte = 2019
|NoteMorte = <ref>[https://necrologie.repubblica.it/necrologi/2019/provincia-84-roma/citta-5945-roma/811592-flesca-giancesare Necrologio]</ref>
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
|Immagine = Ferdinando Scianna2.jpg
}}
==Biografia==
Nato a Reggio Calabria nel 1945, laureato in [[giurisprudenza]] alla [[Sapienza - Università di Roma]] e da allora dedito all’attività giornalistica. Per il settimanale [[Vie Nuove]] nell’aprile 1967 segue da inviato il colpo di stato dei colonnelli in Grecia;<ref>Giancesare Flesca - La notte del colpo di stato (scritto ad Atene sotto il coprifuoco), Vie Nuove 1967, No.15</ref> nel giugno dello stesso anno racconta da Gerusalemme la guerra dei sei giorni in Medio Oriente<ref>Giancesare Flesca - Al fronte con i sabre, Vie Nuove 1967, No.22, pagg.7</ref> e altro. Nel 1968 viene assunto dal quotidiano Paese Sera e comincia a collaborare con il settimanale ''[[L'Astrolabio]]''. Quest’ultimo, fondato e diretto da Ferruccio Parri,l’importante capo partigiano che fu il primo Presidente dell’Italia liberata, aveva a quell’epoca un notevole seguito d’opinione. Sulle sue pagine, il giornalista seguì le vicende politiche romane,con particolare attenzione al confronto nel Pci<ref>{{cita pubblicazione|autore=Giancesare Flesca|articolo=Comunisti/L’incognita di ottobre|rivista=L'Astrolabio|data=1969|numero=32|p=9|url=https://archive.org/details/Astrolabio-1969-32/page/8}}</ref> e nel Psi<ref>{{cita pubblicazione|autore=Giancesare Flesca|articolo=Alla vigilia del congresso PSIUP/Quale alternativa?|rivista=L'Astrolabio|data=1971|numero=7|p=9|url=https://archive.org/details/Astrolabio-1971-07/page/8}}</ref>,ma soprattutto le lotte studentesche e operaie di quegli anni: dal maggio francese<ref>{{cita pubblicazione|autore=Giancesare Flesca|articolo=Italia-Grecia/Buoni affari con Pattakos|rivista=L'Astrolabio|data=1968|numero=47|p=25|url=https://archive.org/details/Astrolabio-1968-47/page/25}}</ref> ai conflitti sindacali nel triangolo industriale<ref>{{cita pubblicazione|autore=Giancesare Flesca|articolo=Genova/La sacca del triangolo|rivista=L'Astrolabio|data=1969|numero=11|p=8|url=https://archive.org/details/Astrolabio-1969-11/page/8}}</ref>, alle bombe di piazza Fontana<ref>{{cita pubblicazione|autore=Giancesare Flesca|articolo=Bombe/I ‘tormenti’ di Cudillo|rivista=L'Astrolabio|data=1971|numero=9|p=11|url=https://archive.org/details/Astrolabio-1971-09/page/11}}</ref> con i successivi depistaggi e repressioni, alla rivolta di Reggio Calabria<ref>{{cita pubblicazione|autore=Giancesare Flesca|articolo=La guerra di Reggio/Cristo si è fermato a Villa|rivista=L'Astrolabio|data=1970|numero=30|p=12|url=https://archive.org/details/Astrolabio-1970-30/page/12}}</ref>, in cui schierò il giornale in polemica con le posizioni del Pci. È di questi tempi un reportage dal Messico insanguinato dalla strage di Tlatetolco.<ref>{{cita pubblicazione|autore=Giancesare Flesca|articolo=Mexico 68/Chi ha voluto il massacro?|rivista=L'Astrolabio|data=1968|numero=40|p=17|url=https://archive.org/details/Astrolabio-1968-40/page/17}}</ref>
cui il giornale è in prima linea, intervista [[Amintore Fanfani]], [[Enrico Berlinguer]], [[Pietro Nenni]], [[Pietro Ingrao]]. Nel 1975 diventa capo del servizio interni. Nel 1977 torna a occuparsi di politica internazionale, prima come capo del servizio esteri, poi come inviato. Segue la rivolta di Solidarnosc in Polonia intervistando due volte [[Lech Walesa]]. In Iran, poco prima che Khomeiny sbarchi a Teheran per assumere il potere assoluto, un cecchino governativo durante una manifestazione gli spara due colpi, uno al braccio sinistro, l’altro al torace. Le schegge raggiungono il pericardio e la pleura. Operato e ristabilitosi dopo tre settimane di degenza, [[Ruhollah Khomeyni]] gli rilascia la prima intervista della sua storia e gli fornisce le credenziali per seguire da vicino la guerra esplosa con l’Iraq. Vede così dagli elicotteri iraniani i killing fields dello Shatt el Arab, migliaia e migliaia di morti arsi dal sole lungo un confine invisibile.▼
▲Nel 1974 passa al giornale ''[[l'Espresso]]'' come notista politico. Si occupa della battaglia per il [[divorzio]] e per l’[[aborto]] in cui il giornale è in prima linea, intervista [[Amintore Fanfani]], [[Enrico Berlinguer]], [[Pietro Nenni]], [[Pietro Ingrao]]. Nel 1975 diventa capo del servizio interni. Nel 1977 torna a occuparsi di politica internazionale, prima come capo del servizio esteri, poi come inviato. Segue la rivolta di Solidarnosc in Polonia intervistando due volte [[Lech
Nello stesso anno segue l’occupazione sovietica dell’Afghanistan e la guerra del Kashmir; si trova insieme con 5 o 6 colleghi al seguito nel viaggio con cui [[Enrico Berlinguer]] e [[Giancarlo Pajetta]] si recano a Pechino e in seguito a Pyong Yang per ristabilire i rapporti con [[Deng Xiaoping]] e con [[Kim Il-sung]]. Al ritorno, Berlinguer gli concede un’intervista di commento. Negli anni successivi altri reportage dall’Africa australe, ma soprattutto la copertura da Buenos Aires della Guerra delle Falklands e da Beirut dell’invasione israeliana del Libano.▼
▲Nello stesso anno segue l’occupazione sovietica
Dal gennaio del 1985 è corrispondente dell’[http://espresso.repubblica.it/ ’'''Espresso'''] dagli Stati Uniti. Nei tre anni successivi la sua attività professionale prosegue, ma una progressiva dipendenza dalla cocaina, facilmente disponibile a New York, dove abita con la famiglia, ne affievolisce le capacità amministrative, fino a portarlo ad una clamorosa rottura con l’amministratore delegato del giornale che nel marzo 88 lo costringe a dimettersi. Di questa terribile esperienza, della natura e della diffusione della cocaina, allora poco conosciuta in Italia, dopo un mese di disintossicazione parla col collega ed amico Valerio Riva. Ne viene fuori un libro,'''”Polvere, una storia di cocaina”''', del quale l’editore [[Sperling e Kupfer]] vende novantamila copie in Italia; cede i diritti per un’edizione scolastica patrocinata dal Ministro della Pubblica istruzione che viene pubblicata con la censura, concordata, di otto righe; concede i diritti a 15 case editrici straniere, delle quali 12 lo pubblicheranno in altre lingue.▼
▲Dal gennaio del 1985 è corrispondente dell’
Dal 1989 al 1991 Flesca è inviato del settimanale [[Epoca]], per conto del quale affronta reportage nell’Europa dll’Est dopo la caduta del Muro, in Medio Oriente, in Namibia, in Argentina. Nel 1991 viene assunto come redattore capo al Tg3 dove terrà una rubrica sui giornali esteri. Dal 1988 in poi ha collaborato all’Unità, al Fatto quotidiano e infine continuativamente, come editorialista, all’[http://www.gedispa.it/it/nc.html '''Agl'''], l’Agenzia che raccoglie servizi e commenti per i quotidiani del gruppo [https://it.wikipedia.org/wiki/L%27Espresso '''Espresso'''], ora [http://www.gedispa.it/it/nc.html '''Gedi'''], fra cui il [http://iltirreno.gelocal.it/ '''Tirreno'''], [http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste '''il Piccolo'''], [http://www.lanuovasardegna.it/ '''la Nuova Sardegna'''].▼
▲Dal 1989 al 1991 Flesca è inviato del settimanale [[Epoca (rivista)|Epoca]], per conto del quale affronta reportage nell’Europa
== Vita privata ==
Sposato con Margherita, due i figli: Alessandra e Giuseppe.
==Note==
<references/>
==Bibliografia ==
*Giancesare Flesca, Valerio Riva, ''Polvere, una storia di cocaina'', Milano, Sperling & Kupfer, 1988
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|editoria}}
[[Categoria:Inviati e corrispondenti di guerra]]
[[Categoria:Studenti della Sapienza - Università di Roma]]
|