Alessandro Ravelli: differenze tra le versioni
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|AnnoNascita = 1880
|LuogoMorte = Tirrenia
|GiornoMeseMorte = 14
|AnnoMorte = 1971
|Epoca = 1900
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La situazione migliorò quando, nel 1907, a [[Lovere]] fu nominato Direttore delle Scuole di Musica dell'[[Accademia Tadini]], sostenuta dalla famiglia Gregorini, proprietaria delle Acciaierie con obbligazioni quotate in Borsa.
Né si può affermare che il sig. Gregorini fosse il suo
In cambio era apprezzato da tutti e gli amici pittori che frequentavano casa Gregorini lo ricambiavano con un quadro.
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Nel 1909 rappresenta la sua prima opera al [[Teatro Sociale di Brescia]]: ''Redenzione'', dramma lirico in tre atti su libretto di [[Giovanni Annibaldi]], di cui esistono ancora tre quadri con le scene dei tre atti. L'opera venne applaudita alla prima da un teatro esaurito. Ottima la critica, come testimoniato dalle recensioni comparse su ''La Valcamonica'' (2 maggio 1909), ''La Provincia di Brescia'' (1° e 5 maggio), ''Il Giornale'' (11 maggio), l’''Eco di Bergamo'' (21 maggio) e ''[[Il Cittadino di Brescia]]'' (30 aprile).
I giornali di [[Bergamo]] ne richiesero la rappresentazione anche al [[Teatro Gaetano Donizetti|Teatro Donizetti]]: ma l'impresa non venne conclusa per l'incertezza legata al fattore economico.
Fu proprio in occasione della rappresentazione di ''Redenzione'' che il maestro Ravelli conobbe la giovanissima Maria, figlia dell'avvocato bergamasco Geremia Rovelli e di una nobildonna di Agrigento, che diventerà sua moglie solo dopo dodici anni di ‘amore per
La seconda opera lirica fu ''Alba di Roma'', dramma in tre atti su libretto di [[Ercole Rivalta]], presentata il 10 marzo 1911 nell'audizione nel salotto dell'abitazione del suo amato maestro [[Alessandro Marinelli]], cui parteciparono i critici dei più prestigiosi giornali di [[Milano]]: l'on. Cameroni per ''L'Italia''; Cesari per ''Il Secolo''; Clerici per ''Il Corriere della Sera''; Nappi per ''La Perseveranza'', nonché l'editore Sonzogno. Tutti ne furono entusiasti, ma la commissione della [[Sonzogno (editore)|Casa Editrice Sonzogno di Milano]], pur apprezzando le bellezze del lavoro, non ne ritenne opportuna la rappresentazione, pare per le esigenze tecniche (sceniche e musicali) che essa richiedeva.
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Intanto il maestro Ravelli continuava il suo lavoro come Direttore dell'[[Accademia Tadini|Accademia Tadini di Lovere]]: componeva musica e dava concerti. Sempre a Lovere, salvò una donna che, a tarda notte, si era gettata nel lago; Alessandro era ad un caffè, ad un tavolino all'aperto con alcuni amici, discutendo come sempre di politica e di arte. Il suo cane, un terranova, era legato con il guinzaglio alla gamba del tavolino. Quando il Maestro si accorse che quella massa scura si gettava nel lago dall'imbarcadero, si alzò di scatto e cominciò a correre, lasciando a terra il cappotto e le scarpe. Il cane lo inseguì abbaiando, trascinandosi dietro il tavolo con tutte le tazzine. Si trattava di una donna grossa e pesante, ben decisa a morire e ci volle tutta la forza di Alessandro e l'appoggio del cane per salvarla.
Alcuni giorni più tardi fu convocato dal Sindaco che lo elogiò per il salvataggio e gli mostrò la medaglia e la pergamena pronte per lui. Ma la burocrazia esigeva che Alessandro dovesse sottoscrivere e firmare la
Scoppiata la [[
Nel settembre 1919 rappresentò al [[Teatro Gaetano Donizetti|Donizetti di Bergamo]] ''La Vampa'', un atto su libretto di Gustavo Macchi, opera che ebbe un grande e unanime successo di pubblico e di critica (cfr. ''Il giornale di Bergamo'', 16 settembre 1919; ''Eco di Bergamo'', 10 settembre 1919; ''Il Popolo'', 16 settembre 1919). Il successo venne ripetuto per sei sere consecutive e l'esecuzione del 17 settembre venne diretta dall'autore stesso.
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Intanto il [[fascismo]] imperversava. Il maestro Ravelli non si era iscritto al Partito: fu così costretto a lasciare il posto in [[Conservatorio]]. Non avendo le possibilità economiche per andarsene con la famiglia dall'[[Italia]], ma non volendo neppure adattarsi al nuovo regime, decise di inventarsi un mestiere nuovo: quello di rappresentante di commercio.
Fu un periodo molto duro per il maestro che, data la sua iniziale inesperienza, finì ben presto i pochi risparmi che aveva. Imparò in fretta, tanto che, per la sua competenza nei nuovi macchinari industriali, molti lo chiamavano
In questo periodo, dovette rifare la carta d'identità e, con sorpresa mista ad incredulità, trovò che egli non era più ‘Maestro di
Si informò con discrezione e seppe il nome di chi si era preso la briga di cambiare le sue generalità: era Bindo Missiroli, un noto fascista, che aveva un ufficio di assicurazioni con la moglie. Egli da sempre nutriva ambizioni musicali e aveva precedentemente chiesto al maestro Ravelli di preparargli una composizione musicale, dato che intendeva presentarsi all'esame di composizione a Bolzano, dove aveva appigli.
Il maestro cortesemente aveva rifiutato, adducendo la mancanza di tempo per impegni di lavoro.
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==Bibliografia==
* ''Dizionario Universale di Musica'', di Carlo Schmidt, fascicolo Nr. 22, volume II, dispensa del 12 agosto 1928
* ''Musica e musicisti di Bergamo'' di Pierluigi Forcella – Dalle origini ai contemporanei. Edizioni ‘Villa di
* ''Bergamo e la Musica'' di Angelo Geddo, con prefazione di Franco Abbiati. Stamperia Conti di Bergamo, 1958, pag. 309
* ''Centenario della fondazione del Circolo artistico bergamasco'', edito nel 1995 da Artigrafiche Mariani e Monti. Ponteranica (Bergamo). ‘Centenario 1895 – 1995', pagg. 101 – 102
* ''Opere e operette a Bergamo ‘800 – ‘900'' di Pierluigi Forcella, prefazione di U. Zanetti. Edizioni ‘Villa di
* ''Il maestro Alessandro Ravelli: una vita per la musica'' di Anna Ravelli, 2001.
* Biblioteca civica Angelo Mai, Bergamo, sezione ''Musiche'', diretta dal dottor Marcello Eynard, ''Catalogo delle musiche manoscritte del maestro Ravelli'', donate dalla figlia Anna per il [https://web.archive.org/web/20070829165856/http://www.bibliotecamai.org/cataloghi_inventari/musiche/fondi_musicali/ravelli_alessandro.html ''Fondo Alessandro Ravelli'']
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