Terralba: differenze tra le versioni

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tradizioni religiose
 
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{{nd|l'unica frazione di [[Arenzano]] nella [[città metropolitana di Genova]]|Terralba (Arenzano)}}
{{Divisione amministrativa
|Nome ufficiale={{Lingue|it}} TerràlbaTerralba<br />{{Lingue|sc}} Terràba
|Panorama=Terralba - Cattedrale di San Pietro (12).JPG
|Didascalia= CattedraleConcattedrale di San Pietro
|Bandiera= Terralba-Gonfalone.png
|Voce bandiera=
|Stemma=Terralba-Stemma.png
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|Partito=[[lista civica]]
|Data elezione=11-6-2017
|Data rielezione=13-6-2022
|Data istituzione=
|Altitudine=
|Superficie=49.8
|Note superficie=
|Abitanti=10201
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bilmens2017gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 30 novembre 2017.
|Aggiornamento abitanti=30-11-2017
|Sottodivisioni=[[Marceddì]], [[Tanca Marchese]]<ref>[http://incomune.interno.it/statuti/statuti/terralba.pdf Comune di Terralba - Statuto].</ref>
|Divisioni confinanti=[[Arborea (Italia)|Arborea]], [[Arbus (Italia)|Arbus]] ([[provincia del Sud Sardegna|SU]]), [[Guspini]] (SU), [[Marrubiu]], [[San Nicolò d'Arcidano]], [[Uras]]
|Targa=OR
|Zona sismica=4
|Gradi giorno=988
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|Mappa=Map of comune of Terralba (province of Oristano, region Sardinia, Italy) - 2016.svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Terralba all'interno della provincia di Oristano
|Sito=http://www.comune.terralba.or.it/
}}
'''Terralba''' (''Terraba'' in [[lingua sarda|sardo]]<ref>Toponimo ufficiale in lingua sarda ai sensi dell'articolo 10 della Legge n. 482 del 15.12.1999, adottato con Delibera di Consiglio Comunale n. 40 del 19.07.2010 [http://www.comune.terralba.or.it/dati/calendarioeventipdf/588_0.pdf] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150220141832/http://www.comune.terralba.or.it/dati/calendarioeventipdf/588_0.pdf|data=20 febbraio 2015}}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:10201Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Oristano]] in [[Sardegna]], nella sub-regione del [[Campidano di Oristano]].
 
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
[[File:Monte arci golfo oristano.jpg|thumb|upright=1.4|La piana di Marrubiu ed ilIl golfo di Oristano vistivisto dal [[Monte Arci]].]]
Il territorio di Terralba si trova nel [[Campidano]] settentrionale, una vasta pianura di origine acquitrinosa confinante ad est con il [[Monte Arci]] e la [[Marmilla]]. La sua popolazione conta oltre 10&nbsp;000{{formatnum:10000}} abitanti tra il centro abitato principale e le sue due frazioni, [[Tanca Marchese]], a {{M|4,5&nbsp;|u=km}} e [[Marceddì]], a {{M|13&nbsp;|u=km}}. Parte dei suoi {{M|34,87&nbsp;|u=km²}} di superficie rientrano nelle aree della Piana di Terralba bonificate a partire deldal 1918. E situato a nord del [[Rio Mogoro]], uno dei pochi torrenti della zona.
 
La collocazione dell'abitato trovandosi sul percorso della [[Strada statale 126 Sud Occidentale Sarda]], che, partendo dalla vicinada [[Marrubiu]], arriva fino a [[Sant'Antioco (Italia)|Sant'Antioco]], ne fanno un importante crocevia verso i centri delle province del [[Medio Campidano]] e di [[Carbonia-Iglesias]].
 
La casa comunale si trova a 9 metri sul livello del mare. I livelli di altitudine più alto e più basso sono rispettivamente di {{M|30&nbsp;|u=m s.l.m.}} e {{M|0&nbsp;|u=m}} s.l.m per un'escursione altimetrica complessiva di 30 metri. Secondo la classificazione sismica il centro abitato si trova in zona a [[rischio sismico]] molto basso e a [[rischio alluvione]] molto elevato.<ref name="comuni-italiani.it">[http://www.comuni-italiani.it/095/065/clima.html Terralba: Clima e Dati Geografici, Riscaldamento<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
Terralba dista {{M|23&nbsp;|u=km}} dal capoluogo di provincia [[Oristano]], e {{M|75&nbsp;|u=km}} dal capoluogo di regione [[Cagliari]].
 
==== Geologia e idrografia ====
[[File:Obszidián(Vezuv)005.jpg|thumb|Ossidiana del Monte Arci]]
IIl montimonte viciniArci, apresso Terralbala eranovicina vulcaniMarrubiu era un vulcano molto attiviattivo, delle ere [[oligocene]], [[miocene]] e [[pliocene]]. Di questa intensa attività rimangono oggi le rocce laviche e tracce di antichi insediamenti termali di cui oggi ne sopravvive solo uno, nell'alto Oristanese. Molto comune nella zona ancora oggi è la presenza di [[Ossidiana]], una roccia di origine lavica dal colore nero brillante.
 
Gli strati più recenti del territorio di Terralba sono depositi di origine alluvionale dei corsi d'acqua provenienti dalle pendici del Monte Arci, dal Medio Campidano e dalla Marmilla. Di questi il Rio Mogoro che ancora oggi crea il [[bacino idrografico]] del territorio di Terralba, ne attraversa i territori, mentre gli altri due, il [[Rio Sitzerri]] e il [[Flumini Mannu (Medio Campidano)|Flumini Mannu]] di Pabillonis sfociano nella laguna di Marceddì su territorio amministrato dai comuni confinanti.
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Un evento che cambiò drasticamente il paesaggio della piana di Terralba, che diede una svolta definitiva alla vita dei suoi abitanti e al futuro assetto amministrativo della zona fu la grande [[bonifica idraulica|bonifica]].
 
Idea nata a fine XIX secolo e promossa con vigore dall'allora sindaco Felice Porcella fino ad ottenere il benestare del Parlamento,<ref name="museoeliseo.it">[{{Cita web |url=http://www.museoeliseo.it/index.php?idp=3&area=10&pg=2 |titolo=Museo Storico Etnografico Eliseo museo, pinacoteca, eliseo, lilliu, mostra, arte, artisti, scultura, scultore, scultrice, scultori, pittura, pittore, pittrice, pittori, quadri...<!-- Titolo generato automaticamente -->] |accesso=2 marzo 2010 |dataarchivio=17 dicembre 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141217091344/http://www.museoeliseo.it/index.php?idp=3&area=10&pg=2 |urlmorto=sì }}</ref> si articolò in due periodi: il primo tra il [[1895]] e il [[1918]] coincise con la progettazione dell'opera mentre il secondo, tra il [[1919]] ed il [[1928]] coincise con la sua realizzazione<ref name="arboreaarboreino.it">[http://www.arboreaarboreino.it/sardibonificatori.htm Arborea e l'Arboreino la bonifica della piana di Terralba di A. Michele Angioni-sardibonificatori<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090731123949/http://www.arboreaarboreino.it/sardibonificatori.htm |data=31 luglio 2009 }}</ref> ad opera della Società Bonifiche Sarde.<ref name="museoeliseo.it"/>
 
I progetti di prosciugamento delle paludi di "Sa Ussa" dello Stagno di Sassu del [[1916]] furono il preludio alla bonifica di molte altre piccole paludi della piana di Terralba e al suo risanamento idrico grazie alla costruzione di canali di drenaggio e colmamenti di terra.
Da non dimenticare l'uso massiccio dell'[[idrovora]], di cui furono costruiti diversi esemplari.
 
Già pochi mesi dopo l'inizio dei lavori, nella primavera del 1919 furono installate le prime elettropompe alimentate dalla prima linea elettrica ad [[alta tensione]] della zona appositamente costruita per alimentare anche le macchine elettriche utilizzate per i lavori di bonifica, nonché alimentare anche i primi impianti elettrici delle abitazioni della zona.<ref name="arboreaarboreino.it"/>
[[File:Stagno di Marceddì.jpg|thumb|Stagno di San Giovanni e Marceddì]]
L'opera più celebre fu tuttavia la deviazione del Rio Mogoro, che essendo emissario dello stagno di sassu e delle paludi circostanti le alimentava con le sue acque. Il vecchio corso del fiume che per oltre {{M|12&nbsp;|u=km}} scorreva lungo la costa creando pantani e acquitrini fu deviato lungo un nuovo corso lungo {{M|11&nbsp;|u=km}} appositamente costruito, facendolo sfociare nello [[Peschiera di Corru S'Ittiri - Stagno di San Giovanni e Marceddì|stagno di San Giovanni]]. L'opera richiese la rimozione di oltre un milione di metri cubi di terra.
 
Per dare un'idea della portata dell'opera di bonifica: Furono rimossi diversi milioni di metri cubi di terra, i lavori riguardarono un'area di 18000 ettari. Furono usati tutti i mezzi dell'epoca: escavatori elettrici, nastri trasportatori, ma anche argini, canali, dighe di sbarramento, ponti e lunghe condotte. Furono costruiti {{M|32&nbsp;|u=km}} di argini e {{M|33&nbsp;|u=km}} di nuove strade.<ref>[http://www.gentedisardegna.it/topic.asp?TOPIC_ID=11795 Forum Sardegna - La Bonifica di Terralba e il Villaggio Mussolini<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
Alla bonifica seguì rapidamente l'avvio della coltura dei terreni e ampi piani di rimboschimento.
Già tra il [[1924]] ed il [[1925]] entrarono in funzione i centri agricoli di Tanca Marchese, Linnas, Torrevecchia, Pompongias S'Ungroni, Centro Uno, Centro Due, Centro Tre e Alabirdis, ribattezzato poi Villaggio Mussolini (siamo nel [[1928]]).
 
Già dal [[1927]] si ebbe un'immigrazione di agricoltori provenienti dal [[Polesine]] (promossa da [[Mussolini]] appunto) con un primo gruppo di circa 150 persone che occuparono i poderi approntati dagli operai sardi e che in seguito verranno imitato da altri gruppi fino a raggiungere una popolazione di oltre {{formatnum:1500}} abitanti.<ref name="arboreaarboreino.it"/>
 
La bonifica non segnò solo il rilancio dell'agricoltura e dell'allevamento nei nuovi terreni sottratti alle [[palude|paludi]], ma anche il miglioramento delle condizioni sanitarie e il declino di un incubo onnipresente da due millenni nella piana di Terralba, la [[Malaria]]<ref>[http://www.arboreaarboreino.it/malaria.htm Arborea e l'Arboreino la bonifica della piana di Terralba di A. Michele Angioni-premessa<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090731103250/http://www.arboreaarboreino.it/malaria.htm |data=31 luglio 2009 }}</ref>.
 
=== Clima ===
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Per questo suo particolare clima ventilato durante tutto l'anno non è raro percorrendo le campagne vedere alberi o i pini marittimi lungo la costa che il continuo spirare del vento ha piegato nel corso degli anni. Secondo la [[classificazione climatica]] Terralba è classificato in zona C.<ref name="comuni-italiani.it"/>
 
In base alla media trentennale di riferimento ([[1971]]-[[2000]]) della [[Stazione meteorologica di Capo Frasca]], situata il linea d'area a meno di {{M|16&nbsp;|u=km}} da Terralba, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno ai 10.4&nbsp;°C; quella del mese più caldo, agosto, si attesta attorno ai 24.4&nbsp;°C, quella media annuale si attesta attorno ai 17.4&nbsp;°C. Le precipitazioni medie annue sono pari a 578.7&nbsp;mm con picco in novembre e gennaio e minimi durante i mesi estivi.
 
{{ClimaAnnuale
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== Origini del nome ==
Il toponimo Terralba trae origine dalle locuzioni latine "terra", riferita al terreno e "alba", bianca, riferita alla zona caratterizzata da una piana di terreno chiaro composto da [[argille]] biancheggianti ricoperte da uno strato di terra, sabbia e ghiaia spessa circa un paio di metri.
 
== Storia ==
=== Dalle origini all'abbandono di Neapolis ===
La presenza dell'uomo nel territorio di Terralba risale al periodo [[Neolitico]] antico.
[[File:Artifacts (front).jpg|thumb|upright=0.7|left|Punte di frecce e lance in ossidiana e altri minerali risalenti al periodo Neolitico]]
Già nel [[VIIVI millennio a.C.]], a cui risalgono infatti le più antiche testimonianze di insediamenti e attività umane del territorio di Terralba, i primi colonizzatori trovarono un ambiente naturale ideale all'insediamento grazie alla vicinanza del Monte Arci in cui si poteva reperire l'[[ossidiana]] con grande facilità e ai pescosi stagni di Marceddì e San Giovanni.
 
L'ossidiana, ilè [[minerale]]un vetro vulcanico da cui le genti neolitiche ricavavanoricavarono utensili e armi e che favorì la nascita di molti insediamenti umani nella zona. Della presenza neolitica rimangono nel territorio di Terralba diversi insediamenti che includono tracce di antichi villaggi e molti antichi sepolcri.
[[File:Cultura nuragica, bronzetto di testa di principessa con copricapo a larga falda, da s'arrideli (torralba, or), IX secolo ac.jpg|thumb|[[Bronzetto nuragico]] da Terralba]]
In epoche successive anche nella piana di Terralba, come nel resto dell'isola, si svilupparonoinsediarono le popolazioni nuragiche. Di quell'epoca rimangono i ruderi di sette insediamenti nel territorio di Terralbacomunale.
 
Secondo la tradizione, la storia di Terralba iniziò in un villaggio sulle coste dello stagno di San Giovanni chiamato Osea e fondato intorno al 1000 a.C. Le continue incursioni saracenepiratesche costrinsero i suoi abitanti ad abbandonare il villaggio e trasferirsi nella vicina città di [[Neapolis (Sardegna)|Neapolis]]<ref name="comune.terralba.or.it">[{{Cita web |url=http://www.comune.terralba.or.it/it/primo-piano/la-nostra-storia/index.aspx?m=53&did=283 |titolo=Sito web del Comune di Terralba, Provincia di Oristano<!-- Titolo generato automaticamente -->] |accesso=2 marzo 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110819001610/http://www.comune.terralba.or.it/it/primo-piano/la-nostra-storia/index.aspx?m=53&did=283 |dataarchivio=19 agosto 2011 |urlmorto=sì }}</ref>, fondata dai [[fenici]] e poi occupata dai [[cartaginesi]], divenendo uno degli scali marittimi più importanti del commercio sardo-cartaginese. La città era cinta da mura, provviste di quattro torri angolari e di acquedotti in cui venivano raccolte le acque piovane come a [[Cartagine]].
In epoche successive anche nella piana di Terralba, come nel resto dell'isola si svilupparono le popolazioni nuragiche. Di quell'epoca rimangono i ruderi di sette insediamenti nel territorio di Terralba.
 
Nel 238 a.C. i romani occuparono Neapolis facendola fiorire come uno dei maggiori centri abitati della zona, ampliandola ulteriormente fino a un'estensione di circa 34 ettari e abbellendola secondo l'uso romano, con monumenti e fregi come le Grandi Termeerme di epoca Tardotardo-Imperialeimperiale<ref>[http://www.sardegnacultura.it/j/v/253?s=21300&v=2&c=2488&c1=2127&t=1 Sardegna Cultura - Luoghi della cultura - Monumenti<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Tra il XXII e il XVI secolo fu inoltre sede episcopale.
Secondo la tradizione la storia di Terralba iniziò in un villaggio sulle coste dello stagno di San Giovanni chiamato Osea e fondato intorno al 1000 a.C. Le continue incursioni saracene costrinsero i suoi abitanti ad abbandonare il villaggio e trasferirsi nella vicina città di [[Neapolis (Sardegna)|Neapolis]]<ref name="comune.terralba.or.it">[http://www.comune.terralba.or.it/it/primo-piano/la-nostra-storia/index.aspx?m=53&did=283 Sito web del Comune di Terralba, Provincia di Oristano<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, fondata dai [[fenici]] e poi occupata dai [[cartaginesi]] divenendo uno degli scali marittimi più importanti del commercio sardo-cartaginese. La città era cinta da mura, provviste di quattro torri angolari e di acquedotti in cui venivano raccolte le acque piovane come a [[Cartagine]].
 
Nel 238 a.C. i romani occuparono Neapolis facendola fiorire come uno dei maggiori centri abitati della zona, ampliandola ulteriormente fino a un'estensione di circa 34 ettari e abbellendola secondo l'uso romano, con monumenti e fregi come le Grandi Terme di epoca Tardo-Imperiale<ref>[http://www.sardegnacultura.it/j/v/253?s=21300&v=2&c=2488&c1=2127&t=1 Sardegna Cultura - Luoghi della cultura - Monumenti<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Tra il XXII e il XVI secolo fu inoltre sede episcopale.
 
Abitata fino al periodo [[bizantino]], successivamente anche Neapolis fu conquistata dai saraceni e gli abitanti superstiti decisero di spostarsi<ref>[http://www.provincia.mediocampidano.it/mediocampidano/it/neapolis.wp;jsessionid=3D3D7F414496E5D2A438AE19AD6DB549 Provincia Medio Campidano| Guspini, Neapolis<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> qualche chilometro nell'interno.
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Terralba nel Medioevo appartenne al Giudicato di Arborea compresa nella [[curatoria]] di Bonorzuli della quale divenne capoluogo in sostituzione di Neapolis, abbandonata in seguito alle continue incursioni saracene.
 
Venne trasferita a Terralba anche la [[diocesi]], quando anche il vescovo Mariano I abbandonò Neapolis e con esso giunsero a Terralba anche il pulpito ligneo, il crocifisso e la statua di San Pietro, patrono di Neapolis prima, [[Santo patrono|patrono]] di Terralba ora.
 
L'elevazione di Terralba a sede vescovile permise all'abitato di fiorire economicamente e divenire un centro di riferimento del circondario. Con questo periodo coincise l'edificazione della chiesa di San Pietro, la cui costruzione iniziò nel [[1144]]. Nel [[1503]] la sede della diocesi fu spostata ad [[Ales]] dal [[Papa Giulio II]] della Rovere.<ref name="comune.terralba.or.it"/>
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Nel [[1527]] Terralba subì il [[saccheggio]] dei [[corsari barbareschi]], spintisi per la prima volta nell'interno, che misero a ferro e fuoco l'abitato e rapirono gli abitanti che non riuscirono a fuggire. Nel [[1580]] Terralba giaceva ancora in rovina e così rimase per altri 22 anni fino al [[1602]] quando iniziò un timido ripopolamento.
[[File:Terralba - Torre vecchia di Marceddì (05).JPG|miniatura|Torre vecchia di Marceddì]]
Bisognerà attendere fino al [[1640]] per una vera rinascita del borgo, quando il barone di [[Uras]], nel cui feudo il paese si trovava, ne promosse il ripopolamento per acquisirne i diritti feudali.,<ref name="comune.terralba.or.it"/> per cui il paese venne unito alla baronia di Uras dipendente dal marchesato di Quirra, feudo dei Centelles.
 
Nel [[1668]] Terralba conta {{formatnum:1250}} abitanti<ref name="ReferenceA">[{{Cita web |url=http://www.museoeliseo.it/index.php?idp=3&area=9 |titolo=Museo Storico Etnografico Eliseo museo, pinacoteca, eliseo, lilliu, mostra, arte, artisti, scultura, scultore, scultrice, scultori, pittura, pittore, pittrice, pittori, quadri...<!-- Titolo generato automaticamente -->] |accesso=2 marzo 2010 |dataarchivio=17 dicembre 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141217115016/http://www.museoeliseo.it/index.php?idp=3&area=9 |urlmorto=sì }}</ref> Di quell'epoca sopravvivono oggi tre torri edificate lungo la costa per la difesa dai pirati saraceni, Torre Vecchia, Torre Nuova e Flumentorgiu.<ref name="comune.terralba.or.it"/>.
 
=== Dal Regno di Sardegna al XXI secolo ===
 
Nel 1718 alla dominazione spagnola subentra il dominio di [[Casa Savoia]] nell'intera isola.
 
Nel Settecento il territorio di Terralba era ancora un immenso acquitrino in cui imperversava la Malariamalaria e di cui la zona deteneva il poco invidiabile primato nell'intera Sardegna. Nonostante ciò nel 1761 la popolazione raggiunge i {{formatnum:1600}} abitanti.<ref name="ReferenceA"/>
 
Si dovrà attendere fino al 1895 per iniziare a ideare la grande bonifica, che finalmente alla fine del 1918 prenderà il via e che nel decennio successivo trasformerà l'acquitrinosa piana di Terralba in 20000 ettari di terreno coltivabile, ma non avrà ancora risolto pienamente il problema della Malariamalaria.
 
Nel [[1840]], con la soppressione del sistema feudale, il paese fu riscattato agli Osorio de la Cueva, ultimi feudatari e successori dei Centelles, per cui divenne un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale, e dal [[1859]] al [[1927]] Terralba fu capoluogo dell'omonimo mandamento, nel circondario di Oristano in provincia di Cagliari.
Nel [[1840]] Terralba si riscattò dal sistema feudale.
 
Dal [[1859]] al [[1927]] Terralba fu capoluogo dell'omonimo mandamento, nel circondario di Oristano in provincia di Cagliari.
 
Nel [[1872]] anche la piana di Terralba viene raggiunta e collegata al resto dell'isola dalla ferrovia. La vicina [[stazione di Marrubiu-Terralba-Arborea]] aprì in concomitanza col passaggio del primo convoglio il 9 aprile 1872.
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Nel 1928 (siamo nel ventennio fascista) nei nuovi territori bonificati viene fondato il Villaggio Mussolini. Nello stesso anno con il Regio Decreto N°2230 firmato da [[Vittorio Emanuele III]] i comuni limitrofi di Marrubiu e San Nicolò d'Arcidano vengono accorpati al comune di Terralba divenendone frazioni.<ref name="prolocomarrubiu.it">[http://www.prolocomarrubiu.it/marrubiu.php?id=8 ProLoco Marrubiu<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120805203346/http://www.prolocomarrubiu.it/marrubiu.php?id=8 |data=5 agosto 2012 }}</ref>
 
Nel 1930 il Villaggio Mussolini viene elevato a comune indipendente. Questa divisione del territorio segna per Terralba la perdita quasi totale dei territori appena bonificati e una drastica riduzione del territorio comunale<ref>[http://www.arboreaarboreino.it/arborea.htm Arborea e l'Arboreino la bonifica della piana di Terralba di A. Michele Angioni-premessa<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100115021341/http://www.arboreaarboreino.it/arborea.htm |data=15 gennaio 2010 }}</ref><ref name="ReferenceB">[{{Cita web |url=http://www.museoeliseo.it/index.php?idp=3&area=11&pg=1 |titolo=Museo Storico Etnografico Eliseo museo, pinacoteca, eliseo, lilliu, mostra, arte, artisti, scultura, scultore, scultrice, scultori, pittura, pittore, pittrice, pittori, quadri...<!-- Titolo generato automaticamente -->] |accesso=2 marzo 2010 |dataarchivio=10 marzo 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160310182053/http://museoeliseo.it/index.php?area=11&idp=3&pg=1 |urlmorto=sì }}</ref> di oltre la metà rispetto a prima del 1928.
 
Nel 1947 San Nicolò d'Arcidano annesso nel 1928 al comune di Terralba viene nuovamente elevato a comune indipendente<ref name="comunas.it">[http://www.comunas.it/j/v/420?s=5&v=9&c=2019&na=1&n=10&c1=2033&t=1 I Comuni della Sardegna in Rete - Storia - Regione Autonoma della Sardegna<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
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Nel 1948 anche Marrubiu annessa 20 anni prima al comune di Terralba viene nuovamente elevata a comune indipendente a seguito della rivolta degli abitanti del 10-13 dicembre 1947 contro l'unione al comune di Terralba e culminata durante una manifestazione con l'assassinio di Terenzino Trudu.<ref name="prolocomarrubiu.it"/><ref name="comunas.it"/>
 
Sempre del 1948 è la costruzione della Cantina Sociale di Terralba<ref name="ReferenceC">[{{Cita web |url=http://www.museoeliseo.it/index.php?idp=3&area=11&pg=2 |titolo=Museo Storico Etnografico Eliseo museo, pinacoteca, eliseo, lilliu, mostra, arte, artisti, scultura, scultore, scultrice, scultori, pittura, pittore, pittrice, pittori, quadri...<!-- Titolo generato automaticamente -->] |accesso=2 marzo 2010 |dataarchivio=4 marzo 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304203321/http://www.museoeliseo.it/index.php?idp=3&area=11&pg=2 |urlmorto=sì }}</ref> che segnò l'avvio della ripresa economica del dopoguerraDopoguerra dando il via a molte altre attività commerciali ed artigianali.
 
È sempre del dopoguerraDopoguerra la completa eradicazione dalla piana di Terralba della malaria tramite il sostegno della [[Fondazione Rockfeller]] che sponsorizzò una grande opera di disinfezione tramite il tristemente noto insetticida [[DDT (insetticida)|DDT]]<ref>[http://web.tiscali.it/liceoasproni/biomondi/MALARIA/Malaria5.htm Malaria5<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
Fino al 16 luglio 1974, data in cui fu costituita la provinciaProvincia di Oristano, Terralba appartenne alla provinciaProvincia di Cagliari.
 
Lunedì 18 novembre 2013, Terralba subisce l'alluvione dovuta alle piogge intense scaricate dal ciclone "Cleopatra". Le vie della parte bassa del centro abitato vengono invase da circa un metro d'acqua, che nei seminterrati sfiora i tre metri.
 
Al 2017 Terralba è il secondo centro abitato dell'Oristanese per abitanti dopo il capoluogo Oristano.
 
=== Simboli ===
Lo stemma e il gonfalone del comune di Terralba sono stati concessi con [[decreto del presidente della Repubblica]] dell'11 settembre 1996.<ref>{{cita web|url= http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.detail.html?3423 |titolo= Terralba, decreto 1996-09-11 DPR, concessione di stemma e gonfalone |accesso= 23 novembre 2021 |sito= Archivio Centrale dello Stato}}</ref>
; Stemma
{{Citazione|[[Campo di cielo]], alla [[Torre (araldica)|torre]] d'oro, murata di nero, [[Attributi araldici di forma geometrica#Merlato alla guelfa|merlata alla guelfa]] di quattro, finestrata di quattro di nero, tre finestre sotto la merlatura, la quarta, grande e centrale, a metà altezza, essa torre posta a destra, fondata sulla [[Campagna (araldica)|campagna]] di azzurro, mareggiata di argento e unita al veliero di tre vele, uscente dalla torre, con la prora a sinistra, lo scafo di verde, le vele di argento, la vela posta più vicino alla poppa seminascosta dalla torre, i due alberi di nero, i due gagliardetti, sventolanti a sinistra, di argento. Ornamenti esteriori da Comune.<ref name=AralCiv>{{Cita web |url=http://www.araldicacivica.it/comune/terralba/ |titolo=Terralba |sito=Araldicacivica |accesso=21 febbraio 2023}}</ref>}}
; Gonfalone
{{Citazione|Drappo di bianco, riccamente ornato di ricami di argento e caricato dallo stemma sopra descritto con la iscrizione [[Attributi araldici di posizione#Centrato|centrata]] in argento, recante la denominazione del Comune. Le parti di metallo ed i cordoni saranno argentati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto bianco con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d’argento.<ref name=AralCiv />}}
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
Nel territorio di Terralba sono presenti varie chiese: la [[concattedrale di San Pietro (Terralba)|concattedrale di San Pietro]] in ''Piazza Cattedrale'', la chiesa di San Ciriaco a sud-est dell'abitato e la cappella Regina Pacis in via XX Settembre, nella frazione di [[Marceddì]] vi è una chiesa intitolata a Nostra Signora di Bonaria, mentre alla Tanca del Marchese è stata dedicata una chiesa a Gesù Maestro.
 
==== CattedraleConcattedrale di San Pietro ====
{{vedi anche|Concattedrale di San Pietro (Terralba)}}
Ricostruita a partire dal 1821 in forma [[Architettura barocca|tardo-barocca]] sul sito della più antica cattedrale Romanicaromanica<ref>[{{Cita web |url=http://www.bargilena.it/terralba.asp |titolo=:Bargilena Tour Servizi Turistici - Terralba Oristano Sardegna:<!-- Titolo generato automaticamente -->] |accesso=2 marzo 2010 |dataarchivio=21 giugno 2021 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210621010828/http://www.bargilena.it/terralba.asp |urlmorto=sì }}</ref> del 1144 voluta da Mariano I, ha orientamento simile a quello attuale con abside semicircolare.
Ai primi dell'Ottocento l'antica cattedrale si trovava in uno stato di pessima conservazione, si decise perciò di demolirla per far posto ad una nuova struttura.
 
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Visto lo stato di degrado della struttura, nel 1949 se ne dispose la demolizione e la ricostruzione. Nel 1958 la chiesa venne consacrata. Tra il 1996 ed il 1997 la chiesa è stata restaurata e abbellita. La navata centrale in cemento è stata rivestita da un elegante trabeatura lignea e due navate laterali a soffitto sporgente.
 
Il presbiterio è arredato da una mensa marmorea e da un [[ambone]], anch'esso marmoreo. In prossimità della parete si trova un tabernacolo, una statua di San Ciriaco e un grande Crocifisso di ceramica, capolavoro dell'artista terralbese Dina Pala.
Nella chiesa sono custoditi un prezioso quadro storico di Padre Lilliu, il sarcofago di Maria Bambina, le campane ed il Tabernacolo del precedente edificio. Sono inoltre visibili due statue di San Ciriaco di cui la più piccola usata durante la processione in occasione dei festeggiamenti del Santo l'8 agosto<ref>[http://www.ilterralbese.it/sanciriaco.htm Chiesa di San Ciriaco Terralba<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20081007061901/http://www.ilterralbese.it/sanciriaco.htm |data=7 ottobre 2008 }}</ref>.
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==== Chiesa della Madonna di Bonaria (Marceddì) ====
[[File:Terralba - Marceddì - Chiesa della Madonna di Bonaria (02).JPG|thumb|Chiesa della Madonna di Bonaria]]
Dedicata alla Madonna di Bonaria, questa chiesa fu costruita nel 1930<ref name="ReferenceB"/> su un terreno donato da un privato cittadino per far fronte all'ostacolo di trovare un luogo giudicato adatto dove conservare il SS. Sacramento in occasione della festa della Madonna di Bonaria<ref name=autogenerato1>[{{Cita web |url=http://www.comune.terralba.or.it/it/primo-piano/marceddi/index.aspx?m=53&did=284 |titolo=Sito web del Comune di Terralba, Provincia di Oristano<!-- Titolo generato automaticamente -->] |accesso=2 marzo 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110522051731/http://www.comune.terralba.or.it/it/primo-piano/marceddi/index.aspx?m=53&did=284 |dataarchivio=22 maggio 2011 |urlmorto=sì }}</ref>. La chiesa si presenta molto semplice come il resto dalla borgata.
 
==== Chiesa di Gesù Maestro (Tanca Marchese) ====
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=== Siti archeologici ===
Il territorio di Terralba, grazie ai suoi fertili suoli sabbiosi, è stato abitato sin dal Neolitico; in particolare le testimonianze rinvenute in alcuni siti dislocati nelle campagne (tra i quali San Giovanni, San Ciriaco, Bau Angius) riportano alla [[Cultura di Ozieri]]<ref>E. Atzeni, Reperti neolitici dall'Oristanese, in Sardinia Antiqua. Studi in onore di Piero Meloni in occasione del suo settantesimo compleanno, Cagliari 1992, pp. 35-44; T. Cossu, Ceramiche di cultura Ozieri dalla stazione di S. Giovanni - Terralba, in La ceramica racconta la storia, Atti del Convegno "La ceramica artistica, d'uso e da costruzione nell'Oristanese dal Neolitico ai giorni nostri", Oristano 1995, pp. 45-70</ref>. Altre testimonianze venute alla luce nei pressi della chiesa di San Ciriaco hanno dato lo stesso nome a una facies regionale inquadrabile nel Neolitico Recente. Sebbene il terralbese offra anche numerose testimonianze della civiltà nuragica, la gran parte delle testimonianze conosciute risale al periodo della dominazione punica. Grazie alle ricerche pluriennali di Gino Artudi e Sandro Perra, seguite dalle indagini sistematiche dell'équipe guidata Peter Van Dommelen, è stato possibile individuare i resti di numerosissimi insediamenti rurali (il periodo di maggior frequentazione si colloca tra fine V e III-II secolo a.C.), la cui densità non trova confronti con nessun altro contesto punico del Mediterraneo<ref>G Artudi, S. Perra, Gli insediamenti punico-romani nel territorio di Terralba, In Terralba Ieri&Oggi, 16, 1994; R. Zucca, Neapolis e il suo territorio, Oristano 1987; per le ricerche di P. Van Dommelen si veda da ultimo il "Terralba project": http://www.sardinia.arts.gla.ac.uk/terralba.htm {{collegamento interrottoWebarchive|1url=https://web.archive.org/web/20101206100729/http://www.sardinia.arts.gla.ac.uk/terralba.htm |datedata=aprile6 2018dicembre |bot=InternetArchiveBot2010 }}</ref>. Evidentemente il fertile territorio della piana di Terralba rientrava in un programma organizzato di sfruttamento agricolo, in cui forse la coltura della vite aveva un'importanza primaria.
 
Nelle campagne, nel [[1960]], in località ''Pauli Putzu'', sono state rinvenute casualmente dieci [[tomba|tombe]] di [[età romana]] con corredo funerario. Il corredo rispecchiava la condizione sociale ed economica del defunto e aveva lo scopo di accompagnarlo nel lungo viaggio nell'[[oltretomba]]; comprendeva una [[moneta]], una [[lucerna]], il [[lacrimatoio]], piatti ed anfore. L'opera devastatrice dei tombaroli ha però provocato danni irreparabili alla [[necropoli]]. Infatti, solo 33 reperti sono stati recuperati e sono ora conservati presso la Scuola Media Statale di Terralba<ref>Gino Artudi</ref>.
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Le specie svernanti più comuni sono la [[folaga]], la [[garzetta]] e l'airone bianco maggiore (''[[Casmerodius albus]]'').<ref>[http://www.provincia.mediocampidano.it/mediocampidano/it/20081201_pub_quaderni_nat_1.wp;jsessionid=DF4E10145CA8390DB2AD58A11EEDC6C0 Provincia Medio Campidano| 20081201 PUB Quaderni natura n. 6 - La costa<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
È inoltre possibile avvistare l'[[Aythyinae]] (anatra tuffatrice), il [[Circus aeruginosus]] (falchetto di palude), l'[[Anas platyrhynchos]] (germano reale), il [[Podiceps cristatus]] (svasso maggiore), il [[Podiceps nigricollis]] (svasso piccolo),<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.notedemarceddi.it/Marceddi.html note de marceddi<!-- Titolo generato automaticamente -->] |datedata=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> la rara [[Glareola]] (pernice di mare) e il suggestivo [[Phoenicopterus roseus]] (fenicottero rosa).
 
Entrambe le lagune rientrano in una vasta [[area protetta]] di oltre 1800 ettari in base alla [[convenzione di Ramsar]] stipulata nel 1971 che mise sotto tutela le [[zone umide]] di molte nazioni e tra questi gli stagni dell'Oristanese che da soli rappresentano i 2/3 delle zone umide italiane.<ref>[{{Cita web |url=http://www.marenostrum.it/spiagge-coste-areamarina-oristano/ |titolo=Le spiagge, le coste e l'area marina protetta di Oristano |{{!}} Itinerario Sardegna MareNostrum.it |{{!}} Quotidiano di Eventi, Notizie e Turismo in Sardegna<!-- Titolo generato automaticamente -->] |accesso=6 marzo 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100327131612/http://www.marenostrum.it/spiagge-coste-areamarina-oristano/ |dataarchivio=27 marzo 2010 |urlmorto=sì }}</ref>
 
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
 
Per un lungo periodo, dal 1861 al 1921 il saldo di crescita si mantenne statico, con una popolazione pressoché invariata sotto i 5&nbsp;000{{formatnum:5000}} abitanti, complice la difficile situazione economica e la scarsa salubrità della zona.
 
Con l'avvio della bonifica la situazione cambiò repentinamente e la crescita demografica progredì ininterrotamenteininterrottamente nel corso dei decenni successivi, per stabilizzarsi solo intorno agli anni ottanta.
 
Complice dell'inizio della crescita demografica furono la creazione di una microeconomia di zona che ruotò intorno agli ingenti lavori di bonifica e di conseguenza l'indotto di operai a essa destinati, immigrati dal resto dell'Isolaisola ma in misura maggiore immigrati dal Nord-Est.
 
Nei decenni successivi l'indice di crescita demografica positivo fu possibile grazie ai risultati ottenuti con la bonifica: nuovi terreni coltivabili e un netto miglioramento della salubrità della piana di Terralba che attirarono nuovi abitanti.
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{{Demografia/Terralba}}
 
=== Etnie e minoranze straniere ===
 
Su una popolazione totale di {{formatnum:10305}} abitanti al 31 dicembre 2010, gli stranieri residenti nel comune di Terralba sono 133, che corrispondono a un tasso di immigrazione straniera del 13 per mille.
 
Terralba è il comune della provincia col più alto numero di immigrati, seconda solo al capoluogo Oristano.
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L'Oristanese meridionale, dove si colloca la piana di Terralba, assume gradatamente alcuni caratteri del campidanese rustico, parlato nella vicina [[provincia del Medio Campidano]].
 
Caratteristiche fonetiche del campidanese rustico sono l'elisione della '''L''', per cui soli (sole) viene pronunciato ''soi'' o ''celu'' (cielo) viene reso ''ceu'' oltre ad altre metafonesi, nasalizzazioni e contrazioni vocali.
 
Nella vicina frazione di Tanca Marchese è presente una minoranza di [[lingua veneta]] derivata dalle massicce immigrazioni dal [[Polesine]] degli anni trenta, in continuo calo in quanto i figli degli immigrati la stanno progressivamente abbandonando in favore dell'italiano.
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La maggioranza della popolazione di Terralba è di fede [[Cattolicesimo|cattolica]] e nel comune, appartenente alla [[Diocesi di Ales-Terralba]] hanno sede tre parrocchie.
 
Oltre ai [[testimoni di geovaGeova]], vi sono gli [[evangelici]] e alcuni appartenenti alla [[Chiesa ortodossa]], tra gli immigrati vi sono prevalentemente i [[musulmani]].
 
=== Istituzioni, enti ed associazioni ===
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==== Scuole ====
A Terralba esistono 3 scuole materned'infanzia, 2 scuole elementariprimarie, 1 scuola media e 3 sedi decentrate di scuola media superiore: un liceo scientifico, un istituto tecnico commerciale (Istituto tecnico amministrazione, finanza e marketing
) e un istituto grafico.
 
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Le celebrazioni ed i festeggiamenti si svolgono l'8 agosto, con una nutrita processione del santo per il quartiere e il tipico mercato con bancarelle di ogni tipo che anima l'ultimo tratto di via Roma, strada principale del quartiere.
 
==== SagraFesta della Madonna di Bonaria ====
Ogni anno, a partire dal 1924, nel mese di agosto, il venerdì successivo a Ferragosto iniziano i festeggiamenti in onore della Madonna di Bonaria, patrona Massima della Sardegna. Il venerdì, dopo la messa celebrata nella Concattedrale di San Pietro Apostolo, parte il pellegrinaggio con il Simulacro della Vergine da Terralba verso la borgata di Marceddì, dove è presente una chiesa a lei dedicata. Il simulacro viene trasportato su una barca trainata da un trattore e seguita dai fedeli a piedi che la accompagnano lungo un tragitto lungo circa 12 km, che attraversa le vie Porcella, Neapolis, strada 3, strada longitudinale 22, strada 4 e via della Pineta in Marceddì, fino a giungere in chiesa. Il pellegrinaggio si conclude con il canto de "Is Coggius".
 
Il giorno successivo il simulacro viene trasportato in spalla lungo le vie della Borgata. La notte è tradizionalmente eseguito uno spettacolo pirotecnico, ampiamente suggestivo grazie al riflesso delle luci nell'acqua.
Nata in modo spontaneo nell'agosto 1924, quando un gruppo di fedeli si riunì spontaneamente per organizzare la prima edizione di questa festa<ref name=autogenerato1 />.
 
Il clou dei festeggiamenti si ha la domenica, con la solenne processione a mare. Il simulacro viene trasportato ogni anno in una barca diversa e attraversa la laguna di Marceddì, seguito da decine di barche piene di fedeli e pescatori, che si affidano all'intercessione della Vergine. La suggestiva processione è seguita da una messa solenne.
I riti religiosi in onore della Madonna di Bonaria iniziano il venerdì successivo alla settimana di Ferragosto.
 
Il simulacro rimane a Marceddì fino al sabato successivo, con delle celebrazioni religiose che si svolgono ogni giorno nella chiesetta. Il sabato sera parte il pellegrinaggio verso Terralba, lungo stavolta 14 km, che attraversa anche la frazione di Luri, appartenete al comune di [[Arborea (Italia)|Arborea]], [[Tanca Marchese]], per poi giungere alla [[Concattedrale di San Pietro (Terralba)]]. I festeggiamenti si concludono con la benedizione eucaristica.
Il simulacro viene trasportato su una tradizionale barca posta sopra un carrello e scortata a piedi dai fedeli per circa 15&nbsp;km, dalla chiesa di San Pietro nel centro di Terralba alla chiesetta di Marceddì.
 
Il 12 agosto 2023, in occasione del 100 anniversario della festa, il simulacro e stato restaurato e solennemente incoronato con delle corone d'oro dal Cardinale [[Arrigo Miglio]] nella [[Concattedrale di San Pietro (Terralba)|Concattedrale di San Pietro.]] Alla cerimonia erano presenti le massime autorità civili e militari del luogo, oltre a centinaia di fedeli.
Il sabato la santa viene portata in processione per le vie della frazione e la domenica si compie la tradizionale processione in mare con numerose barche di fedeli che seguono quella della santa e che si conclude con il tiro di una corona di fiori sull'acqua.
 
Tradizionali i muggini di Marceddì cotti e consumati dai fedeli nei tradizionali "statzusus" o tettoie.
 
La santa rimane a Marceddì fino al sabato successivo, quando viene riaccompagnata dai fedeli con la processione a piedi inversa e viene festeggiato il "Ritorno della santa"<ref>[http://www.bargilena.it/cultura.asp :Bargilena Tour Servizi Turistici - Terralba Oristano Sardegna:<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100511052429/http://www.bargilena.it/cultura.asp |data=11 maggio 2010 }}</ref>.
 
== Geografia antropica ==
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Quartiere storico del centro abitato, prende il nome da una fontana pubblica (oggi non chiaramente visibile) a cui un tempo quando ancora non era disponibile l'acqua corrente nelle case attigevano l'acqua tutti gli abitanti del quartiere.
 
Porta il nome del quartiere una lunga via in realtà senza sbocco da cui si diramano numerosi altri vicoli anch'essi ciechi. In molti punti sono ancora visibili le vecchie case di una volta costruite con "su ladriniladirini", i tipici mattoni crudi di terra lasciati seccare al sole.
 
==== Su Cungiau de is domus beccias ====
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==== P.I.P. ====
 
È il quartiere artigianale sorto a circa {{M|2&nbsp;|u=km}} fuori dall'abitato in direzione della SS 131. Nato e sviluppatosi in sordina verso la fine degli anni novanta, ha vissuto nell'ultimo decennio un boom di espansione con molte attività artigianali che anche dietro stimolo municipale hanno abbandonato il centro abitato alla volta del quartiere a loro dedicato, decongestionando in modo evidente l'abitato dal traffico pesante.
 
=== Frazioni ===
 
Sono luoghi di interesse per ragioni diametralmente opposte le due frazioni di Marceddì, Torrevecchia e Tanca Marchese:
 
==== Marceddì ====
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{{ComuniAmminPrec
|[[1970]]
|[[19731972]]
|Ioele Atzeni
|[[Democrazia Cristiana]]
Riga 731 ⟶ 727:
{{ComuniAmminPrec
|[[1997]]
|[[20012002]]
|Maria Cristina Manca
|[[Centro-Sinistra]]
Riga 738 ⟶ 734:
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[20012002]]
|[[2007]]
|Gian Pietro Pili
Riga 763 ⟶ 759:
{{ComuniAmminPrec
|[[2017]]
|[[2022]]
|in carica
|Sandro Pili
|[[Lista civica]] "La tu@ Terralba"
|[[Sindaco]]
|[[Centro-Destra]]
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[2022]]
|in carica
|Sandro Pili
|[[Lista civica]] "La tua Terralba"
|[[Sindaco]]
|}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
==Sport==
 
La cittadina di Terralba è la città natale di Fausto Atzori, nonno di Francesco (detto Pecco) Bagnaia, due volte campione del mondo di MotoGP. Rappresenta una figura fondamentale nella sua infanzia e nel suo inizio con le moto.
 
Città natale di Luigino Vallongo ([[Terralba]], [[1º novembre]] [[1943]]), [[Allenatore|allenatore di calcio]] ed ex [[calciatore]] [[Italia|italiano]], di ruolo [[Attaccante (calcio)|attaccante]].
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* Salaris Giovanni Paolo, “Terralba” in {{cita libro|1=|2=|3=Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna, 5 (S-Z)|4=2006|5=Carlo Delfino editore|6=Sassari|curatore=[[Manlio Brigaglia]], Salvatore Tola|url=http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&s=17&v=9&c=4463&id=589131|ISBN=88-7138-430-X|accesso=10 dicembre 2012|dataarchivio=22 gennaio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210122192913/http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&s=17&v=9&c=4463&id=589131|urlmorto=sì}}
* {{cita libro|1=|2=|3=Grande Enciclopedia della Sardegna|4=2007|5=Newton&ComptonEditori|6=Sassari|curatore=Francesco Floris|url=http://www.sardegnacultura.it/j/v/321?s=7&v=9&c=2475&c1=28430&o=1&na=1&n=10|accesso=10 dicembre 2012|dataarchivio=11 giugno 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120611055129/http://www.sardegnacultura.it/j/v/321?s=7&v=9&c=2475&c1=28430&o=1&na=1&n=10|urlmorto=sì}}
* Soru Maria Carmela Soru, "Terralba. Una bonifica senza redenzione", Roma, Carocci, 2000
* Soru Maria Carmela Soru, "[[Felice Porcella]] (1860-1931). Per il progresso della Sardegna. Scritti e discorsi", Cagliari, Il Balice, 2002
* Lai Ada Maria, “Alcuni aspetti della situazione giuridica e sociale del comprensorio ittico di Marceddì 1774-1973”, Cagliari, 1974
* Pani Marco, "Territorio e modelli di sviluppo produttivo nella piana di Terralba dal secondo dopoguerra agli anni novanta", Cagliari, 2002
* Pinna Fabrizio, "“Il compendio ittico di Marceddì tra questione sociale e impatto ambientale”, Cagliari, 2005
* Statzu Sanna Marco, “Terralba dal medioevo ai nostri giorni”, Terralba, Editrice Selas, 1998
* Serra Adriano, “Marceddì. La valle e la borgata: tra leggenda, storia, burocrazia e sprechi”, Oristano, Edizioni il Pittore D'Oro, 2019
* "Terralba Ieri & oggi", rivista semestrale di attualità.
 
== Altri progetti ==
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{{Interprogetto|commons=Category:Terralba}}
 
== Collegamenti esterni ==