Partito Unionista Democratico (Sudan): differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|l'omonimo partito del [[Regno Unito]]|Partito Unionista Democratico}}
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{{Partito politico
|colore = #99CBFF
|nome = Partito Unionista Democratico
|nome2 = {{ar}} الحزب الإتحادي الديموقراطي
|nome3 = ([[Traslitterazione dall'arabo|trasl.]]) Al Hizb Al-Ittihadi Al-Dimuqrati
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|leader = [[Muhammad Uthman al-Mirghani]],<br />[[Ismail Al-Azhari]]
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|sede = [[Khartoum]]
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|ideologia = [[Secolarismo]],<br />[[Conservatorismo]]
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Il '''Partito Unionista Democratico''' (in [[Lingua araba|arabo]]: الحزب الإتحادي الديموقراطي - ''Al Hizb Al-Ittihadi Al-Dimuqrati''), anche indicato come [[Partito Unionista Democratico Originale]]<ref name=":0">{{Cita web|url=https://webarchive.archive.unhcr.org/20230521162300/https://www.refworld.org/docid/5aa91fe67.html|titolo=Sudan: The Democratic Unionist Party (DUP), including objectives, leadership and activities; treatment by authorities (2015-February 2017)|sito=UN High Commissioner for Refugees (UNHCR)|accesso=2025-01-04}}</ref>, è un [[partito politico]] [[sudan]]ese, strettamente legato all'[[Sufismo|ordine sufi]] [[Khatmiyyah]]<ref name=":1">{{Cita pubblicazione|autore=CIA (Central Intelligence Agency)|anno=1987|titolo=Sudan's Political Parties: a Research Paper|lingua=inglese|url=https://www.cia.gov/readingroom/docs/CIA-RDP88T00096R000700850001-2.pdf}}</ref>. Viene considerato come uno dei partiti storici del Sudan e uno tra i maggiori, insieme al [[Partito della Nazione (Sudan)|Partito della Nazione]], ad aver condotto il Paese all'indipendenza e alle prime elezioni parlamentari democratiche<ref name=":2">{{Cita web|lingua=en|url=https://www.aljazeera.com/news/2010/4/7/political-parties-in-the-fray#dup|titolo=Political parties in the fray|sito=Al Jazeera|accesso=2025-01-04}}</ref>.
Il '''Partito Unionista Democratico''' (in [[Lingua araba|arabo]]: الحزب الإتحادي الديموقراطي - ''Al Hizb Al-Ittihadi Al-Dimuqrati'') è un [[partito politico]] [[sudan]]ese.
 
==Storia==
Il partito nacque nel 1952 sotto il nome di [[Partito Unionista Nazionale]] (NUP), fondato e inizialmente presieduto da [[Isma'il al-Azhari|Ismāʿīl al-Azharī]]<ref name=":3">{{Cita web|lingua=en|url=https://www.globalsecurity.org/military/world/sudan/political-parties-dup.htm|titolo=Sudan - Democratic Unionist Party [DUP]|sito=Global Security|accesso=2025-01-04}}</ref>. La matrice unionista del partito favoriva l'annessione con il vicino [[Egitto]], al contrario di altri partiti indipendentisti che invece si posizionarono a favore di una completa indipendenza del [[Sudan]]<ref name=":4">{{Cita web|lingua=en|autore=Omer M. Shurkian|url=https://sudantribune.com/article60095/|titolo=The Sudanese Political Parties: Beginnings and Failings|sito=Sudan Tribune}}</ref>.
 
Il partito si presentò alle prime elezioni parlamentari del 1953 e conquistò una vittoria schiacciante, che vide il candidato [[Isma'il al-Azhari|Ismāʿīl al-Azharī]] diventare il primo Primo Ministro della storia sudanese, ancora sotto dominio coloniale<ref name=":5">{{Cita web|lingua=en|url=https://www.britannica.com/biography/Ismail-al-Azhari#ref128935|titolo=Ismāʿīl al-Azharī|sito=Britannica|accesso=2025-01-04}}</ref>. Sotto l'egida di [[Isma'il al-Azhari|al-Azharī]] come capo del partito, il Sudan vide lo scoppio della [[Prima guerra civile in Sudan|guerra civile]] nel 1955, che portò all'indipendenza del [[Sudan]] nel 1956, dopo aver abbandonato la sua iniziale posizione sull'unione con l'[[Egitto]]<ref name=":3" />.
 
A seguito del [[colpo di stato militare del 1958]], guidato dal generale [[Ibrahim 'Abbud|Ibrahim Abboud]], il partito si sciolse e non poté restaurarsi fino alla caduta del regime nel 1964<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|autore=Vito Fatuzzo|url=https://iari.site/2023/05/08/la-guerra-in-sudan-vista-da-washington/|titolo=La guerra in Sudan vista da Washington -|data=2023-05-08|accesso=2025-01-04}}</ref>. Nel 1964 il [[Partito Unionista Nazionale]] poté riformarsi e [[Isma'il al-Azhari|al-Azharī]] fu rieletto come presidente del partito<ref name=":5" />.
 
Nel 1967, il [[Partito Unionista Nazionale]] si fuse con il [[Partito Popolare Democratico (Sudan)|Partito Popolare Democratico]] (PDP), strettamente legato all'[[Sufismo|ordine sufi]] della Khatmiyya per formare l'attuale Partito Unionista Democratico<ref name=":3" />. Fin dai suoi esordi, il partito fu caratterizzato da divisioni e fratture interne, derivanti in gran parte dalle diverse ideologie tra gli esponenti più laici e quelli tendenzialmente più tradizionalisti e settari<ref name=":1" /><ref name=":3" />. Dalla nascita del partito, il leader [[Muhammad Uthman al-Mirghani]] cercò di mantenere queste tensioni sotto controllo cercando di evitare posizioni nette su questioni politiche controverse, come la dibattuta applicazione della [[shari'a]]<ref name=":3" />.
 
Le prime grandi elezioni del neonato Partito Unionista Democratico furono le elezioni parlamentari del 1986, quando il partito risultò secondo per numero di seggi e accettò un governo di coalizione con l'eletto Primo Ministro [[Sadiq al-Mahdi]] e il [[Partito della Nazione (Sudan)|Partito della Nazione]]<ref name=":0" /><ref name=":1" /><ref name=":2" />. Il Partito Unionista Democratico rimase parte della coalizione fino al 1988, quando si ritirò dal governo a causa del mancato riconoscimento del Trattato di Pace mediato con l'[[Esercito di Liberazione Sudanese]] (Sudan People's Liberation Army, SPLA), per poi rientrare nel 1989<ref name=":0" />.
 
Il 30 giugno 1989, a seguito del colpo di stato di [[Omar Hasan Ahmad al-Bashir|Omar al-Bashir]], tutti i partiti politici furono sciolti, incluso il Partito Unionista Democratico<ref name=":6">{{Cita pubblicazione|autore=Vincenzo Palmieri|anno=2007|titolo=Sudan: Guida Paese|rivista=Globe|editore=Globe Research and Publishing|città=Roma|url=https://www.bancaubae.it/wp-content/uploads/2011/06/Guida-Sudan.pdf}}</ref>. Da quel momento, il leader del partito [[Muhammad Uthman Al-Mirghani|al-Mirghani]] è fuggito in esilio in Egitto, dove è rimasto, consentendo ai suoi membri di decidere liberamente il grado di partecipazione alle elezioni centrali e statali<ref name=":3" />.
 
Nella metà del giugno 1995 fu inaugurata una Conferenza dei gruppi di opposizione al Governo di [[Khartum]] nella città di [[Asmara]]<ref name=":6" />. Tale incontro fu seguito, tra gli altri, da rappresentanti del Partito Unionista Democratico, dal [[Partito della Nazione (Sudan)|Partito della Nazione]] e dal [[Movimento di Liberazione del Popolo Sudanese]] (Sudan People's Liberation Movement, SPLM)<ref name=":6" />. La Conferenza si concluse con la redazione di un comunicato con il quale i leader dell'opposizione si sarebbero impegnati a supportare il diritto di autodeterminazione di tutte le etnie sudanesi e ad implementare un governo decentralizzato, una volta che il regime di [[Omar Hasan Ahmad al-Bashir|al-Bashir]] fosse caduto<ref name=":6" />.
 
Caduto il regime nel 1998<ref name=":6" />, il Partito Unionista Democratico successivamente boicottò le [[Elezioni generali in Sudan del 2000|elezioni generali del 2000]] a causa di presunte irregolarità e brogli<ref name=":2" />.
 
Nel marzo 2008 diversi membri di spicco del Partito Unionista Democratico annunciarono la loro defezione al [[National Congress Party]] (NCP)<ref name=":3" />, poco dopo l'avvio di un dialogo tra le due fazioni politiche in vista delle [[Elezioni generali in Sudan del 2010|elezioni presidenziali del 2010]]. Nel frattempo erano in corso i preparativi per l'atteso ritorno dell'anziano leader [[Mohamed Othman al-Mirghani]], dopo quasi 18 anni di autoimposto esilio in [[Egitto]]<ref name=":3" />. Come la maggior parte degli altri partiti politici sudanesi negli ultimi anni, il Partito Unionista Democratico ha subito diverse scissioni interne, la più recente portò alla perdita di importanti membri che avevano fornito sostegno finanziario nel corso degli anni. Cinque fazioni portano ora il nome di Partito Unionista Democratico: il partito originale guidato da al-Mirghani, la [[Fazione DUP Hindi]], la [[Fazione DUP Haj Mudawi]], la [[Fazione DUP Mohamed Al-Azhari]] e la [[Fazione DUP Mirghani Abdel-Rahman]]<ref name=":3" />. Ogni gruppo sosteneva di portare legittimamente il nome del Partito Unionista Democratico<ref name=":3" />. In occasione delle [[Elezioni generali in Sudan del 2010|elezioni presidenziali del 2010]], le prime dopo 25 anni di regime militare e guerre civili, il partito inizialmente dichiarò di boicottare le elezioni a causa delle continue violenze nel [[Darfur]]<ref name=":7">{{Cita pubblicazione|nome=Tiseke|cognome=Kasambala|data=2010-06-30|titolo=Democracy on Hold|rivista=Human Rights Watch|lingua=en|accesso=2025-01-04|url=https://www.hrw.org/report/2010/06/30/democracy-hold/rights-violations-april-2010-sudan-elections}}</ref>. Grazie alla mediazione internazionale, il Partito Unionista Democratico e il [[Partito del Congresso Popolare]] (PCP) rientrarono alle elezioni<ref name=":7" />. Il Partito Unionista Democratico ottenne 4 seggi su 450<ref>{{Cita web|url=http://archive.ipu.org/parline-e/reports/arc/2297_10.htm|titolo=IPU PARLINE database: SUDAN (Majlis Watani), ELECTIONS IN 2010|sito=archive.ipu.org|accesso=2025-01-04}}</ref>.
 
Il 22 novembre 2022 il veterano leader politico [[Mohamed Othman al-Mirghani|al-Mirghani]] rientrò a [[Khartum]] dall'[[Egitto]] dopo un esilio lungo più di un decennio, per opporsi ad un possibile accordo tra i gruppi pro-democrazia e i militari, per l'uscita di quest'ultimi dalla politica<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.reuters.com/world/africa/political-veteran-returns-sudan-opposing-plan-military-exit-2022-11-21/|titolo=Political veteran returns to Sudan opposing plan for military exit|sito=Reuters}}</ref>. In una dichiarazione filmata, [[Mohamed Othman al-Mirghani|al-Mirghani]] respinse un accordo giudicato frettoloso e con possibili ingerenze straniere e incaricò il figlio [[Jaafer al-Mirghani]] di serrare le file del partito come suo vice<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.voaafrica.com/a/sudan-pol-opposes-civilian-return/6845083.html|titolo=Sudan Pol Opposes Civilian Return|sito=Voice of America|data=2022-11-22|accesso=2025-01-04}}</ref>.
 
==Ideologia==
Di orientamento [[Secolarismo|secolarista]], [[Conservatorismo nazionale|conservatore]] e [[Socialismo liberale|liberal-socialista]]<ref name=":0" />, il partito nacque dalla fusione di pensieri di matrice religiosa islamica e dalle esigenze dell'emergente classe mercantile all'epoca del [[Impero britannico|colonialismo britannico]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Gerrit Kurtz|anno=2024|titolo=Power Relations in Sudan after the Fall of Bashir: From Revolution To War|rivista=German Institute for International and Security Affairs|città=Berlino|lingua=inglese|url=https://www.swp-berlin.org/publications/products/research_papers/2024RP05_SudanAfterBashir.pdf}}</ref>. Il Partito Unionista Democratico attinge la maggior parte del suo consenso tra le fasce degli intellettuali, facoltosi affaristi e dalla classe agricola<ref name=":1" />, traendo la sua forza principale dal musulmani del Sudan settentrionale e orientale<ref name=":0" />. Fin dalla sua nascita, però, il partito è stato soggetto a varie scissioni, riorganizzazioni e unioni a causa delle varie divisioni settarie e ideologiche all'interno del partito stesso<ref name=":1" />.
Di orientamento [[Secolarismo|secolarista]] e [[Socialismo liberale|liberal-socialista]] fondato nel 1967 a seguito della confluenza del [[Partito Unionista Nazionale (Sudan)|Partito Unionista Nazionale]] e del [[Partito Democratico del Popolo]].
 
Nato durante l'occupazione coloniale anglo-egiziana del Sudan, il partito si inserì all'interno del dibattito sull'identità nazionale del Sudan e sul suo futuro politico. Mentre altri partiti, tra cui il [[Partito della Nazione (Sudan)|Partito della Nazione]], sostenevano una piena indipendenza del Sudan, l'allora [[Partito Unionista Nazionale]] nacque favoreggiando l'unione del Sudan con l'Egitto<ref name=":4" />, posizione ultimamente respinta.
==Storia==
Tra i maggiori esponenti del partito, [[Ismail al-Azhari]] ([[Primi ministri del Sudan|Primo ministro]] dal gennaio al luglio 1956 e [[Presidenti del Sudan|Presidente]] dal 1965 al 1969) e [[Ahmed al-Mirghani]] (Presidente dal 1986 al 1989).
 
Da un punto di vista di politica interna, il Partito Unionista Democratico non differisce dalla linea ideologica del [[Partito della Nazione (Sudan)|Partito della Nazione]]<ref name=":1" />. AIcuni membri più tradizionalisti del partito, tuttavia, sembrano più vicini non solo ai [[Fratelli Musulmani]] per quanto riguarda lo status della [[shari'a]], ma anche ad un'economia di libera impresa<ref name=":1" />. In generale, il partito si è tradizionalmente schierato come favorevole ad uno Stato islamico<ref name=":0" />.
Il partito ha boicottato le [[Elezioni generali in Sudan del 2000|elezioni generali del 2000]]; in occasione delle successive [[Elezioni generali in Sudan del 2010|elezioni presidenziali del 2010]] ha sostenuto la candidatura di Hatim Al-Sir, che ha conseguito l'1,9% dei voti, mentre ha ottenuto 4 seggi su 450 alle elezioni parlamentari.
 
Le divergenze con altri partiti, e soprattutto con il [[Partito della Nazione (Sudan)|Partito della Nazione]], sono particolarmente pronunciate per quanto riguarda la politica estera. Il Partito Unionista Democratico, e specialmente la sua frangia più vicina alla fazione [[Khatmiyyah]], hanno storicamente favorito stretti legami con l'[[Egitto]]<ref name=":0" />. Al contrario, il partito ha tradizionalmente cercato di limitare il più possibile i rapporti con la [[Libia]] e altri Stati arabi e musulmani<ref name=":1" />.
==Leaders==
 
Negli ultimi anni la posizione del partito ha iniziato a tendere verso un ruolo di mediazione, cercando di riallineare vecchi e nuovi partiti per affrontare le questioni sudanesi più ampie, come la transizione alla democrazia<ref name=":0" />.
 
Il partito continua ad avere relazioni stabili non solo con l'[[Egitto]]<ref name=":0" />, bensì anche con il [[Movimento di Liberazione del Popolo del Sudan]] (''Sudan People's Liberation Movement'', o SPLM), incluso il suo braccio più militante (''Sudan People's Liberation Army'', SPLA), con cui aveva firmato un Trattato di Pace del novembre 1988 in [[Etiopia]]<ref name=":2" /><ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Sudan - Gennaio-Aprile 1989|rivista=Oriente Moderno|editore=Istituto per l'Oriente C.A. Nallino|volume=69|numero=1/6|url=http://www.jstor.org/stable/25817082}}</ref>.
 
==Leader==
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==Risultati elettorali==
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== Note ==
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[[Categoria:Partiti politici sudanesi]]