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LoIl '''squaloconiglio elefantedi Sumatra''' ('''''CetorhinusNesolagus maximusnetscheri''''' <span style="font-variant: small-caps">([[Johan ErnstHermann GunnerusSchlegel|GunnerusSchlegel]], [[17651880]])</spansmall>), detto anche '''cetorino''' o '''squalo pellegrino''', è un [[ChondrichthyesMammalia|pesce cartilagineomammifero]], unico membro attuale del [[Genere (tassonomia)Lagomorpha|generelagomorfo]] ''[[Cetorhinus]]''appartenente e solaalla [[specie]] esistente della [[Famigliafamiglia (tassonomia)|famiglia]] dei [[CetorhinidaeLeporidae|CetorinidiLeporidi]]. ConEndemico una lunghezza mediadell'isola di 10 metri ed una massima che può raggiungere i 12, questo [[Selachimorpha|squaloSumatra]], è considerato iluno secondodei [[pesce]]rappresentanti più granderari attualmentedel viventesuo sulla [[Terra]] dopo lo [[Rhincodon typus|squalo balena]]ordine.
 
== Descrizione ==
Facilmente riconoscibile grazie all'alta pinna dorsale e alla bocca che viene distesa al massimo quando si nutre, lo squalo elefante è presente negli oceani e nei mari temperati. Imponente, lento e privo di aggressività - il suo nome in inglese, ''Basking shark'', si può tradurre in «squalo che si crogiola al sole» -, questo squalo è assolutamente innocuo per l'uomo. Questo gigante dei mari si nutre principalmente di [[plancton]], alghe o animali microscopici che assorbe attraverso la grande bocca.
Il coniglio di Sumatra ha dimensioni paragonabili a quelle dei [[Oryctolagus cuniculus|conigli selvatici]] (''Oryctolagus cuniculus'') introdotti a Sumatra, con i quali viene spesso scambiato dagli abitanti del posto. La sua lunghezza testa-corpo si aggira tra i 36,8 e i 41,7 cm. La colorazione di base del corpo è bruno-giallastra, sulla quale spiccano ampie strisce di colore variabile dal marrone scuro al nero, che si estendono attraverso il corpo in direzione longitudinale; il loro aspetto, tuttavia, varia notevolmente da un esemplare all'altro e in alcuni casi mancano del tutto. La pancia, il mento e la parte interna delle zampe sono bianchi. Il pelo è corto e morbido<ref name="Flux 1990"/>.
 
Le orecchie, che misurano tra i 6,7 e gli 8,7 cm, sono relativamente corte. Di colore nero, arrivano fino agli occhi quando vengono abbassate. Rispetto al coniglio selvatico, il coniglio di Sumatra ha la testa più larga, con un muso più corto, e zampe molto più corte. La coda misura 1,7 cm ed è così breve che normalmente non è visibile. Essa contiene solamente 12 ossa, mentre nelle altre specie il loro numero varia da 19 a 24<ref name="Flux 1990"/>.
Come molti squali, anch'esso figura tra le [[Specie a rischio|specie minacciate]] e la sua diversità genetica non sembra essere molto elevata. Sebbene non si disponga di dati precisi sulla sua popolazione totale, la specie è considerata [[Specie vulnerabile|vulnerabile]].
 
== EtimologiaDistribuzione e habitat ==
Il coniglio di Sumatra è [[Endemismo|endemico]] dell'isola [[indonesia]]na di [[Sumatra]]. È stato segnalato in sette località, che si trovano principalmente sui [[Bukit Barisan]] nella parte centro-occidentale e sud-occidentale dell'isola<ref name="Flux 1990"/><ref name="IUCN"/>. Tuttavia, un esemplare venne avvistato nel 1972 nel [[parco nazionale di Gunung Leuser]] nel nord-ovest dell'isola, mentre un altro possibile avvistamento, nel 1978, venne registrato nella zona intorno al [[Kerinci]]<ref name="Flux 1990"/>.
=== Nomi scientifici ===
[[File:Cetorhinus maximus Gervais.jpg|thumb|Squalo elefante visto di profilo.]]
Nel 1765, [[Johan Ernst Gunnerus]] fu il primo a descrivere l'animale con il nome scientifico ''Squalus maximus'', a partire da un esemplare rinvenuto in [[Norvegia]]. Successivamente, l'animale assunse numerosi altri nomi, tra cui ''Squalus pelegrinus'', ''Squalus elepha'' o ancora ''Selache maximus''. Ciò è dovuto al fatto che i naturalisti lavoravano quasi esclusivamente su campioni naturalizzati ed «è molto difficile conservare questi animali nei musei; si deformano durante i processi di essiccazione, perdendo una parte delle loro caratteristiche; ciò spiega perché le raffigurazioni che ci hanno lasciato i diversi autori differiscano così tanto tra loro»<ref name=Gervais>{{fr}} {{cita libro|autore=Henri-Paul Gervais|anno=1876-1877|titolo=Les poissons: synonymie, description, frai, pêche, iconographie des espèces composant plus particulièrement la faune française|volume=3|editore=J. Rothschild|pp=189-193|url=http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb30501974h}}</ref>. Nel 1816, [[Henri Marie Ducrotay de Blainville|Henri-Marie Ducrotay de Blainville]] propose la denominazione «''Cetorhinus''» per stabilire il [[Genere (tassonomia)|genere]] dell'animale. Questo termine è un nome composto derivante dal [[Lingua greca antica|greco antico]] ''κῆτος'' (''ketos''), che significa «mostro marino» ma designa in senso più ampio i grandi [[Cetacea|cetacei]], e da ''ῥινός'' (''rhinos''), cioè «naso». Nonostante alcune variazioni nel corso degli anni, questo appellativo ha infine prevalso sugli altri.
 
La specie è diffusa tra 600 e 1600 m. Suo habitat preferito sono le foreste montane remote dal suolo contenente ceneri vulcaniche<ref name="Flux 1990"/><ref name="IUCN"/>.
=== Nomi comuni ===
Lo squalo elefante deve questo appellativo non solo alle sue dimensioni, ma anche al fatto di possedere, nei primi anni di vita, un «naso» particolarmente allungato e prominente. L'altro nome con cui viene indicata questa specie, squalo pellegrino, non deriva dalla sua abitudine di spostarsi su lunghe distanze, ma per ragioni morfologiche e «di abbigliamento». Secondo Alfred Brehm<ref name=Brehm>{{fr}} {{cita libro|autore=[[Alfred Edmund Brehm]]|anno=1885|titolo=Les poissons et les crustacés|editore=J.-B. Baillière et fils|città=Parigi|p=146|url=http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb31304016c}}</ref>, «è chiamato pellegrino a causa della somiglianza che si voleva trovare tra i colletti del mantello dei pellegrini [la [[pellegrina]]] e le pieghe fluttuanti formate dal bordo libero delle membrane interbranchiali di questo squalo».
 
== Biologia ==
<div style="text-align:center"><gallery>
Il coniglio di Sumatra ha abitudini rigorosamente notturne e durante il giorno si nasconde in buche nel terreno o in altri rifugi, di solito scavati da altri animali. Sorprendentemente, la maggior parte dei rari avvistamenti di questo animale provengono da regioni in cui le foreste originarie sono state trasformate in piantagioni di tè e caffè. La sua dieta è costituita da piante del sottobosco della foresta. Non sono disponibili dati riguardanti la riproduzione<ref name="Flux 1990"/><ref name="IUCN"/>.
File:Hambye36.JPG|Il nome dell'animale deriva dalla somiglianza tra i suoi archi branchiali e il drappo del mantello dei pellegrini.
File:Broad headed gazer aka basking shark from front.jpg|In passato, si distinguevano, nella letteratura scientifica inglese, il ''Rashleig shark'', ...
File:Rashleig shark and Broad headed gazer aka Basking shark.jpg|... il ''Broad headed gazer'' e il ''Basking shark'', che erano tutti e tre lo stesso animale.
</gallery></div>
 
== DescrizioneConservazione ==
Il coniglio di Sumatra viene classificato come «vulnerabile» (''Vulnerable'') dall'[[Unione Internazionale per la Conservazione della Natura]] (IUCN) dal 2008. Esso è sempre stato relativamente raro eDabei wird die Art als auch natürlich selten vorkommendes Tier eingestuft, da die Bekanntheit in der Bevölkerung sehr gering ist.<ref name="IUCN" /> Zwischen 1996 und 2008 galt die Art als vom Aussterben bedroht (critically endangered),<ref name="IUCN" /> da nur etwa ein Dutzend Museumsexemplare aus der Zeit zwischen 1880 und 1916 und nur wenige Sichtungen bekannt sind. 1998, 1999, 2007 und 2008 wurde die Art jeweils einmal mit einer [[Kamerafalle]] aufgenommen<ref name="Wilson & Reeder 2005" /><ref name="IUCN" /><ref name="WWF" />
=== Morfologia generale ===
Presente, tra l'altro, nelle acque temperate d'[[Europa]], questo animale si distingue facilmente dagli altri squali per le sue grandi dimensioni. Infatti, la dimensione massima segnalata è di 12,2 m<ref name=comp1/>. A riposo, si caratterizza per le sue fessure branchiali allungate, che occupano quasi l'intera altezza della testa, il muso appuntito e l'ampia bocca. Quando si nutre, nuota tenendo la bocca spalancata con le [[Fessura branchiale|fessure branchiali]] distese lateralmente che filtrano il plancton, mentre lascia emergere dalla superficie la pinna dorsale e la parte superiore della pinna caudale a forma di mezzaluna<ref name=comp1/>.
 
Bedrohungen für das Sumatra-Kaninchen gehen vor allem von der Veränderung der Lebensräume durch den Menschen aus. Die nutzbaren [[Habitat]]e auf der Insel werden auf weniger als 20.000 km<sup>2</sup> Gesamtfläche geschätzt.<ref name="IUCN" />
<div style="text-align:center"><gallery>
File:Basking Shark in Cornwall.jpg|Gli osservatori meno esperti possono scambiare lo squalo elefante per uno [[Carcharodon carcharias|squalo bianco]].
File:Cetorhinus maximus 2.jpg|Tuttavia, dopo un attento esame, il «muso» dello squalo elefante lo distingue facilmente ...
File:BS4 small.jpg|... e le differenze si accentuano quando lo squalo ingoia il plancton con la bocca spalancata.
</gallery></div>
 
Il coniglio di Sumatra è stato classificato Vulnerable (Vulnerable) dall'Unione internazionale per la conservazione delle risorse naturali e naturali (IUCN) dal 2008. In questo caso, la specie e l'animale raro presente in natura sono classificati come la consapevolezza nella popolazione è molto bassa. Tra il 1996 e il 2008, la specie è stata considerata in via di estinzione (in pericolo di estinzione), dal momento che solo una decina di copie del museo dal periodo tra il 1880 e il 1916 e solo pochi avvistamenti sono noti. Nel 1998, 1999, 2007 e 2008, la specie è stata registrata una volta ciascuna con una trappola fotografica.
[[File:Cetorhinus maximus by greg skomal.JPG|thumb|Le mascelle dello squalo elefante sono molto semplici e consentono di aprire notevolmente la bocca.]]
 
Le minacce al coniglio di Sumatra sono dovute principalmente al cambiamento degli habitat umani. Gli habitat utilizzabili sull'isola sono stimati in meno di 20.000 km2 in totale.
Il corpo dello squalo elefante è fusiforme, e nella parte posteriore termina progressivamente a punta a partire dal margine anteriore della prima [[pinna dorsale]] - punto in cui raggiunge il suo diametro maggiore - al peduncolo caudale. La testa, corta rispetto al tronco, è leggermente compressa lateralmente a livello della bocca. Il muso è molto corto, appuntito e conico, prolungato in una sorta di proboscide, tronco nella parte anteriore e terminante con una punta che presenta numerose [[ampolle di Lorenzini]] sulla superficie dorsale. Gli occhi, situati leggermente indietro al punto da cui ha origine la bocca, sono piccoli, privi di [[membrana nittitante]] o pieghe suboculari<ref name=comp1>{{Cita|Compagno, 2002|pp. 88-96}}</ref>. Le [[Fessura branchiale|fessure branchiali]] dello squalo elefante sono molto grandi, e si estendono dal lato superiore della testa fino al livello della gola. La prima di queste è la più lunga, la quinta la più corta. Delle [[Pesce#Strategie alimentari|branchiospine]] ricoprono la superficie interna degli archi branchiali. Grazie al loro numero e alla forma simile a [[Fanone|fanoni]], essi costituiscono un efficace setaccio che filtra il [[plancton]] dall'acqua ingerita. La bocca è grande e occupa quasi l'intera lunghezza della testa. Arrotondata negli adulti, essa è quasi trasversale nei giovani. L'articolazione della mascella è molto flessibile in corrispondenza delle [[sinfisi]], e questo consente alla bocca di estendersi molto verso i lati. I denti sono piccoli: misurano 3 millimetri di lunghezza in uno squalo di 4 metri e appena 6 millimetri in un esemplare di 10 metri e hanno una forma a uncino<ref name=Chenard1>{{Cita|Chenard, Desbrosses e Le Gall, 1951|p. 94-95}}</ref>. Essi sono ripartiti su 4-7 file funzionali, e, su ogni fila, si trovano quasi un centinaio di denti per ciascun lato della bocca. I denti centrali sono bassi e triangolari; quelli laterali sono conici, leggermente ricurvi e compressi lateralmente, con una parte basale striata e, su ciascun lato, una cresta laterale. Sulla mascella superiore, i denti mediani sono isolati, sparsi su un ampio spazio nel mezzo della mascella; questo diradamento dei denti non si nota sulla mascella inferiore.
 
=== Le pinne ===
La prima [[pinna dorsale]] ha origine in un punto situato leggermente più avanti della metà della lunghezza totale (pinna caudale esclusa). Essa ha la forma di un triangolo equilatero. Il margine anteriore è diritto o leggermente convesso; quello posteriore è leggermente concavo, o, in alcuni casi, leggermente convesso. La sommità è arrotondata, non appuntita. Il margine posteriore è libero per circa un quarto della sua lunghezza alla base. Il centro di questa pinna è approssimativamente equidistante tra la punta del muso e il centro depresso della biforcazione caudale. La seconda dorsale è notevolmente più piccola; la sua altezza è pari solo a un quarto di quella della prima<ref name=comp1/>. Essa è grosso modo situata all'origine della terza parte posteriore della lunghezza totale. I suoi tre lati sono sostanzialmente uguali; la sommità è piuttosto arrotondata, il bordo posteriore concavo. La lunghezza del bordo libero è uguale alla lunghezza della base della pinna stessa<ref name=comp1/>.
 
[[File:Messina Straits Chauliodus sloani.jpg|thumb|Un [[Chauliodus sloani|cauliodo di Sloane]] (''[[Chauliodus sloani]]'').]]
La [[Pinna caudale|caudale]] misura dal 20 al 25% della lunghezza totale. A forma di mezzaluna, presenta un lobo superiore nettamente più sviluppato di quello inferiore e rivolto verso l'alto come quello di tutti i [[Lamnidae|Lamnidi]]. Il bordo posteriore, inclinato di 60° rispetto all'orizzontale, è quasi diritto, con incisure subterminali ben marcate. La lunghezza del lobo inferiore della caudale è pari al 60-65% di quella del lobo superiore. L'inclinazione del suo margine posteriore è di circa 70° rispetto all'orizzontale<ref name=Chenard1/>.
Un '''pesce abissale''', '''pesce degli abissi''' o '''pesce delle profondità''' è un [[pesce]] che trascorre la maggior parte della sua esistenza negli [[Zona abissopelagica|abissi]]. I pesci degli abissi costituiscono un elemento importante della [[fauna abissale]] e una risorsa [[Pesca (attività)|alieutica]] considerevole. Noti per il loro aspetto mostruoso, la maggior parte di essi misura appena una decina di centimetri e sono rari quelli che superano il metro. A causa della difficile accessibilità delle zone in cui vivono, conosciamo solo poche informazioni sul loro comportamento, a parte quello che possiamo dedurre dalla loro anatomia.
 
La profondità media degli oceani è di circa 3800 m e di conseguenza gli abissi costituiscono più dell'85% del volume totale<ref name=Abysses/>. Il mare aperto è quindi il più esteso habitat della biosfera terrestre, e per la comprensione della propagazione della biodiversità lo studio dei pesci abissali costituisce un elemento importante.
La [[pinna anale]] è piccola, posizionata ventralmente dietro la seconda dorsale e delle stesse dimensioni di questa. La sua origine si trova sulla perpendicolare risultante del margine posteriore della seconda dorsale. Le due [[Pinna pelvica|pinne pelviche]], la cui origine si trova a 2/3 della distanza dalla punta del muso all'origine della caudale, hanno anch'esse la forma di triangoli equilateri. La loro altezza è pari a circa 2/3 di quella della prima dorsale<ref name=Chenard1/>. Le [[Pinna pettorale|pettorali]] sono robuste. Hanno origine immediatamente dietro la quinta [[fessura branchiale]] e la lunghezza del loro margine anteriore, leggermente convesso, è pari a un settimo della lunghezza totale, vale a dire un quinto della lunghezza dalla punta del naso all'origine della pinna caudale<ref name=comp1/>. Il margine posteriore è concavo e arrotondato alla base in prossimità del suo margine interno. La punta di queste pinne è arrotondata.
 
Su 15.800 specie di pesci di mare<ref name="Nelson11-14"/>, si stima che almeno 2000 vivano negli abissi<ref name="Cohen"/><ref name="Helfman393-394"/>. I pesci abissali si dividono in due tipi: i cosiddetti pesci [[Benthos|bentonici]], che vivono in prossimità del fondo dell'oceano, e quelli [[Pesce pelagico|pelagici]], che si spostano attraverso l'ambiente oceanico, lontano dal fondale. I loro stili di vita sono molto differenti, e tale distinzione è importante per comprendere l'evoluzione dell'[[ecologia]] dei pesci delle profondità.
=== Il colore ===
[[File:Basking shark Jonathan Couch.jpg|thumb|La livrea dello squalo elefante passa dal blu ardesia, nella parte superiore, al bianco, nella parte inferiore.]]
La parte superiore dell'animale varia dal nerastro al grigio-bruno o al blu-grigio. La colorazione si attenua sui fianchi e sul ventre, passando progressivamente al bianco. La parte inferiore è spesso segnata da macchie chiare situate dietro la testa e a livello dell'addome. I fianchi possono essere percorsi da bande chiare e da macchie<ref name=comp1/><ref name=Chenard1/>. Sono stati segnalati casi di albinismo<ref name=comp1/>. La pelle è spessa, ricoperta da [[Dentelli (architettura)|denticoli]] cutanei cornei di piccole dimensioni, disposti in bande o piastre con degli spazi nudi negli intervalli. Questi denticoli eretti presentano la sommità ricurva, una cresta mediana sulla superficie anteriore e una base allargata e increspata<ref name=comp1/>.
 
I pesci abissali costituiscono una nuova risorsa alieutica e sono numerose le specie che vengono consumate dall'uomo. Purtroppo, l'impoverimento delle popolazioni dei pesci delle acque superficiali provocato dalla [[sovrapesca]] ha fatto sì che aumentasse il prelievo delle specie che vivono in profondità, mettendo in pericolo la sopravvivenza di queste creature dal metabolismo lento.
== Biologia ==
=== Alimentazione ===
[[File:Cetorhinus maximus mouth.jpg|thumb|L'acqua ingerita esce dalle fessure branchiali e i piccoli animali del plancton vengono trattenuti.]]
Lo squalo elefante è quasi esclusivamente [[planctofago]] (assieme a sole altre due specie di squalo, lo [[Rhincodon typus|squalo balena]] e lo [[Megachasma pelagios|squalo dalla bocca grande]]), come ha dimostrato l'esame del [[Stomaco|contenuto stomacale]] degli animali attivi in prossimità della superficie, dove si concentra lo [[zooplancton]] catturato dalle sue branchiospine specializzate. In primavera ed estate si trattiene nei punti dove si radunano i banchi di plancton, in acque dalla temperatura di 11-14 °C<ref name=sims>{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=David W. Sims e V. A. Quayle|anno=1998|titolo=Selective foraging behaviour of basking sharks on zooplankton in a small-scale front|pubblicazione=Nature|volume=393|città=Moulinsart|p=460-464|doi=10.1038/30959}}</ref>, e nuota con la bocca spalancata attraverso questi banchi, ingoiando l'acqua con ciò che contiene. L'acqua ingerita esce dalle fessure branchiali e i piccoli animali che costituiscono il plancton (specialmente ''[[Calanus helgolandicus]]'') vengono trattenuti nel filtro costituito dalle branchiospine, lunghe e sottili, disposte su ciascun arco branchiale. Essi vengono quindi ingeriti, mentre l'acqua filtrata ed espulsa esce dalle fessure branchiali rigenerando l'[[ossigeno]] del sangue. Tuttavia, questa specie non si nutre esclusivamente di plancton, ma cattura anche piccoli pesci [[Banco (pesci)|gregari]]: [[Mallotus villosus|capelani]], [[Scomber|sgombri]], [[Sardina pilchardus|sardine]], [[Clupea harengus|aringhe]], ecc. Alcuni autori hanno potuto «stimare a circa 400 chili la quantità di aringhe trovate nello stomaco di un adulto»<ref name=Chenard1/>. Nello stomaco di uno squalo elefante catturato in [[Giappone]] sono stati rinvenuti anche dei [[Gambero|gamberi]] pelagici di acque profonde, il che lascia ipotizzare che la specie faccia affidamento anche su fonti alimentari [[Zona mesopelagica|mesopelagiche]].
 
== Scoperte ed esplorazioni ==
=== Ciclo vitale e riproduzione ===
=== La scoperta della vita negli abissi ===
Le caratteristiche del ciclo vitale e della riproduzione dello squalo elefante sono poco conosciute, ma sono probabilmente simili a quelle degli altri lamniformi. Lo squalo elefante è [[Ovoviviparità|ovoviviparo]]: la femmina mette al mondo dei piccoli vivi, che misurano da 1,5 a 2 m<ref name="comp1"/>. Il periodo di [[Gravidanza|gestazione]] sarebbe di 2,6-3,5 anni, il più lungo tra tutte le specie animali, eccezion fatta per lo squalo dal collare, e il periodo tra un parto e l'altro di 2-4 anni<ref name="Parker">{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=H. W. Parker e F. C. Stott|data=24 novembre 1965|titolo=Age, size and vertebral calcification in the basking shark, Cetorhinus maximus (Gunnerus)|pubblicazione=Zoologische Mededelingen|volume=40|numero=34|città=Leida|pp=305-319|url=http://www.repository.naturalis.nl/document/149313}}</ref>. Gli [[Embrione|embrioni]] devono essere espulsi in inverno, in quanto se ne trova raramente traccia in [[aprile]]-[[maggio]]<ref name="comp1"/>. I comportamenti di [[Corteggiamento|parata nuziale]] e le cicatrici suggeriscono che gli animali si accoppino in [[primavera]]: in questo periodo dell'anno, possiamo osservare due o tre squali elefante che nuotano insieme, uno dietro l'altro, quasi sempre con una femmina davanti e i maschi dietro. È stato possibile notare che il muso dei maschi che seguono e i loro [[Pterigopodio|pterigopodi]] presentano delle ferite da sfregamento, mentre la femmina non presenta mai sangue sul muso, bensì un'abrasione della [[Cloaca|regione cloacale]]<ref name=Chenard1/>. La produttività annuale stimata è la più bassa conosciuta tra tutti gli squali, e la durata di una generazione è di 22-33 anni.
[[File:Sternoptyx diaphana1.jpg|thumb|L'[[Sternoptyx diaphana|ascia d'argento diafana]] è sicuramente il primo pesce abissale ad essere stato descritto (1781).]]
Prima della fine del XIX secolo, gli scienziati pensavano che per tutte le forme di vita fosse impossibile vivere in quegli ambienti ostili che sono gli abissi. Nel 1858, il [[naturalista]] britannico [[Edward Forbes]] dichiarò, basandosi sulle osservazioni condotte a bordo di una nave oceanografica nel [[1839]], che non poteva esserci vita al di sotto delle 300 [[Braccio (unità di misura)|braccia]] (550 m)<ref name="Randall83"/>.
 
La scoperta di pesci negli abissi è recente, ma non costituisce una novità. Molto prima dell'invenzione dei primi [[Batiscafo|sommergibili]], gli scienziati avevano già pescato, senza essersene resi conto, dei pesci abissali, come l'[[Sternoptyx diaphana|ascia d'argento diafana]], un pesce che vive tra 400 e 3676 m di profondità che venne descritto da [[Jean-Frédéric Hermann|Hermann]] nel [[1781]]<ref name="Lacépéde"/>.
È molto raro avvistare giovani esemplari di squalo elefante. È probabile che rimangano in acque profonde fino a quando non raggiungano una lunghezza di 2-3 metri. I giovani sono riconoscibili dalla loro testa, notevolmente diversa da quella degli adulti: è infatti allungata, e presenta un muso carnoso, spesso e appuntito la cui estremità è talvolta incurvata a uncino. I maschi raggiungono la maturità sessuale verso i 12-16 anni; la loro pubertà si manifesta esternamente con la progressiva scomparsa della proboscide e lo sviluppo degli pterigopodi, già presenti in individui di 3,5-4 m, che possono raggiungere una lunghezza compresa tra 60 centimetri e un metro<ref name="Bigelow">{{cita libro|lingua=en|autore=Henry B. Bigelow e W. C. Schroeder|anno=1948|titolo=Fishes of the western North Atlantic Part I. Lancelets, cyclostomes, sharks|editore=Sears Foundation for Marine Research|pp=576}}</ref> negli esemplari adulti. Nelle femmine, la maturità viene raggiunta verso i 16-20 anni<ref name="Bigelow"/>, quando anche loro perdono la proboscide. Le femmine adulte sono più grandi dei maschi allo stesso stadio di sviluppo, come nel caso di molte altre specie di squali. La durata di vita dello squalo elefante è probabilmente di circa 50 anni e la dimensione massima registrata è di 12,2 m di lunghezza<ref name="comp1"/>.
 
Ma la descrizione in gran numero dei primi esemplari risale alla fine del XIX secolo, quando furono effettuate spedizioni con navi equipaggiate con lunghe reti per catturare la fauna abissale. Dal [[1872]] al [[1876]], gli scienziati della [[Spedizione Challenger|spedizione del Challenger]], la prima [[circumnavigazione]] oceanografica intorno al mondo, perlustrarono il fondo marino con l'aiuto di [[Draga|draghe]] e [[Pesca a strascico|reti a strascico]]. Tra molte altre scoperte, la spedizione catalogò oltre 4000 specie animali precedentemente sconosciute, tra cui centinaia di pesci. Questa spedizione costituì il vero punto di partenza della storia dello studio dei pesci degli abissi.
=== Commensalismo e parassitismo ===
[[File:Flussneunauge.jpg|thumb|La [[Petromyzon marinus|lampreda marina]] si attacca spesso alla pelle degli squali elefante del [[Nord Atlantico]].]]
 
Ma durante queste pesche miracolose, la brutalità della decompressione e dei cambiamenti termici era tale che i pesci morivano rapidamente. In effetti, la maggior parte dei pesci abissali non è in grado di sopravvivere in superficie e tutti i tentativi di mantenerli in cattività hanno fallito. Per questo motivo è ben poco quello che sappiamo su di loro: la quantità delle ricerche che si possono effettuare su un esemplare morto è limitata e le attrezzature per l'esplorazione delle acque profonde sono molto costose.
Oltre ai consueti copepodi [[Parassitismo#Ectoparassita|ectoparassiti]] degli squali, gli squali elefante del [[Nord Atlantico]] presentano spesso [[Petromyzon marinus|lamprede marine]] (''Petromyzon marinus'') attaccate alla loro pelle. Sebbene le lamprede non siano in grado di perforare la pelle ricoperta di denticoli dello squalo, esse sono abbastanza «irritanti» da portare l'animale a sfregarsi contro una superficie o addirittura ad effettuare dei salti (''breaching'') per cercare di rimuoverle. Infatti, recenti osservazioni e fotografie indicano che gli squali elefante possono saltare totalmente o parzialmente fuori dall'acqua per staccare parassiti o commensali come le lamprede o le [[Echeneidae|remore]]<ref>Su Youtube, [https://www.youtube.com/watch?v=XyEFmjnajwY un gruppo di squali elefante e un esemplare che salta filmati dalla costa] (24 giugno 2010).</ref><ref>{{en}} {{cita web|url=http://www.dailymail.co.uk/news/article-1205788/Slow-moving-basking-shark-stuns-photographer-rare-acrobatic-display.html#ixzz0NvEhW456|titolo=Is it a whale? No, it's a SHARK performing a rare acrobatic display off coast of Scotland|data=10 agosto 2010|sito=dailymail.co.uk|accesso=14 novembre 2010}}</ref>. Questi comportamenti sono stati osservati sia in esemplari solitari che in individui che vivono in gruppo, il che sembrerebbe evocare una qualche forma di comunicazione intraspecifica<ref name="comp1"/>, dal momento che l'energia spesa sembra essere sproporzionata per il risultato che lo squalo vuole ottenere<ref>{{en}} {{cita web|url=http://www.baskingsharks.org/view_folder.asp?folderid=6239&level2id=6212&rootid=6212&depth=2&level1=&toptab=1|titolo=Breaching|sito=baskingsharks.org|accesso=14 novembre 2010}}</ref>.
 
=== L'inizio dell'esplorazione degli abissi ===
=== Predatori ===
Gli esemplari adulti non hanno predatori conosciuti, ma i giovani sono senza dubbio vulnerabili agli attacchi dei grandi [[Predazione|predatori]] marini come l'[[Orcinus orca|orca]] (''Orcinus orca'') o lo [[Carcharodon carcharias|squalo bianco]] (''Carcharodon carcharias'')<ref name="comp1"/>. In un caso eccezionale, uno squalo elefante di 2,5 m è stato rinvenuto nello stomaco di un [[Physeter macrocephalus|capodoglio]] delle [[Azzorre]]<ref name="D&B122125">{{Cita|Würtz e Repetto, 1999|pgg. 122-125}}, «Le cachalot: Le seigneur des océans».</ref>.
 
L'invenzione dei primi sommergibili durante la [[prima guerra mondiale]] per scopi militari, ma anche accademici, segnò l'inizio dell'[[esplorazione degli abissi]] da parte dell'uomo. Nel 1928, una [[batisfera]], un sommergibile di forma sferica, rese finalmente possibile l'osservazione dei pesci abissali. La batisfera non aveva alcun tipo di autonomia, ma poteva immergersi fino a 923 m di profondità. Tuttavia, nel 1948, [[Auguste Piccard]] costruì il primo [[batiscafo]], un sommergibile autonomo. Il batiscafo ha avuto numerosi successori e costituisce un potente strumento per osservare e raccogliere campioni dell'ambiente dei pesci delle profondità<ref name="Desbruyères"/>.
=== Comportamento ===
Nonostante le sue enormi dimensioni, lo squalo elefante è una creatura indolente, del tutto inoffensiva, che si muove lentamente ad una velocità di 3-4 [[Nodo (unità di misura)|nodi]], anche se può raggiungere i 9-10 nodi<ref name=Chenard1/>. Deve il suo nome inglese di ''Basking shark'' («squalo che si crogiola al sole») alla sua abitudine di riposare in dsuperficie durante le ore più calde della giornata, proprio come se si crogiolasse al [[sole]], con la pinna dorsale che si agita delicatamente e una parte del dorso visibile sopra la superficie, o addirittura stando sdraiato su un fianco o sulla schiena, pancia in su. [[Johan Ernst Gunnerus]], a cui si deve la prima descrizione della specie, notò fin dall'inizio il suo carattere disinvolto:
 
A partire dagli anni '70, il perfezionamento di sottomarini abitabili ([[DSV Alvin|Alvin]], [[Nautile]], [[Shinkai 6500]], ecc.) e la comparsa dei robot fissati a un cavo ([[Sottomarino a comando remoto|ROV]]) hanno permesso di accumulare informazioni sugli stili di vita dei pesci abissali nel loro ambiente naturale, ma la luce abbagliante dei riflettori provoca una reazione di difesa o di fuga nella maggior parte dei pesci abissali, impedendo analisi concrete.
{{Citazione|Il Pellegrino non ha nulla della ferocia degli altri grandi squali; è un animale che non attacca mai, particolarmente lento e pigro. Una barca può inseguirlo a lungo senza che esso tenti mai di scappare. È possibile avvicinarlo tanto da arpionarlo quando si lascia galleggiare sulla superficie dell'acqua, riscaldandosi ai raggi del sole del nord. Solo quando si sente ferito alza la coda e si immerge bruscamente<ref name=Gervais/>.|}}
 
L'esplorazione degli abissi è tuttora in corso; numerose spedizioni sono ogni anno responsabili di nuove scoperte. Alcune di esse hanno pescato fino al 50-90% di specie non identificate, in particolare nel sud dell'[[Oceano Atlantico|Atlantico]] e sui [[Montagna sottomarina|monti sottomarini]] del [[Oceano Pacifico|Pacifico]]. Le stime del numero di specie ancora da scoprire si situano generalmente tra i 10 e i 30 milioni circa, mentre attualmente sono note solamente 1,4 milioni di specie, sia terrestri che marine. Possiamo quindi concludere che molte specie di pesci abissali attendono di essere scoperte<ref name="Abysses"/>.
Malgrado la sua apparente noncuranza, alcuni scienziati dell'università inglese di [[Plymouth]]<ref name=sims/> hanno dimostrato, grazie a dei [[Sistema satellitare globale di navigazione|tag di geolocalizzazione]], che questo squalo non si sposta casualmente quando si alimenta, ma che individuerebbe le zone ricche di zooplancton, selezionerebbe le specie preferite e memorizzerebbe le [[Migrazione|migrazioni]] del plancton durante le stagioni, in modo da poterlo localizzare in ogni periodo dell'anno.
 
=== I pesci delle profondità estreme ===
Sebbene sia generalmente una creatura solitaria, in determinati momenti e per diversi mesi presenta un comportamento [[Banco (pesci)|gregario]]. È abbastanza comune incontrare dei gruppi di squali elefante di venti, trenta, talvolta di sessanta-cento individui di diverse dimensioni che si muovono insieme, specialmente al momento della [[riproduzione]]<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=James D. Darling e Kathleen E. Keogh|anno=1994|titolo=Observations of basking sharks, Cetorhinus maximus, in Clayoquot Sound, British Columbia|pubblicazione=Canadian Field Naturalist|volume=108|numero=2|città=Ottawa|pp=199-210}}</ref>.
[[File:Typhlonus_nasus.jpg|thumb|Un [[Ophidiidae|ofidiide]] (''Typhlonus nasus'').]]
Nel 1960, gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] si posero l'obiettivo di scendere nella [[fossa delle Marianne]], già all'epoca nota per essere il punto più profondo degli oceani, con il batiscafo [[Trieste (batiscafo)|Trieste]]. [[Jacques Piccard]] (figlio di Auguste), che si trovava a bordo quando venne raggiunto il punto più profondo della fossa (a circa 10.900 m di profondità), riferì di aver visto «un pesce simile a una [[limanda]]». Il robot giapponese privo di equipaggio utilizzato durante la spedizione del 1998 non riscontrò però la presenza di alcun pesce nella zona già raggiunta. Da allora la «testimonianza oculare» di Piccard è stata messa in discussione e gli studiosi preferiscono affidarsi alle immagini riprese dalle telecamere. In effetti, alcuni ricercatori pensano che Jacques abbia confuso una limanda con un [[Holothuroidea|cetriolo di mare]].
 
Ciononostante, esistono prove scientifiche che convalidano la presenza di pesci a grandi profondità: ad esempio, degli [[Ophidiidae|ofidiidi]] della specie ''[[Abyssobrotula galatheae]]'' furono pescati nella [[fossa di Porto Rico]] ad una profondità di 8372 m<ref name="Abyssobrotula"/><ref name="FishBase"/> dai membri di una spedizione danese nel 1952; il loro nome scientifico commemora quello della nave oceanografica su cui operavano, la Galathea. Inoltre, alcuni [[Scorpaeniformes|scorpeniformi]], dei [[Liparidae|liparidi]] e degli [[Ophidiidae|ofidiidi]] sono stati osservati a 7000 m di profondità.
== Distribuzione e habitat ==
=== Habitat ===
Lo squalo elefante preferisce le aree in cui si concentra lo zooplancton. Si tratta di zone in cui diverse masse d'acqua si incontrano o di promontori e zone soggette a forti maree attorno alle isole e nelle baie. Uno studio del 2008 ha dimostrato che questa specie può vivere anche in habitat ad una profondità di oltre 1000 m<ref name="gore"/>.
 
=== Sviluppo delle tecniche di cattura ===
=== Areale ===
[[Image:Giant grenadier.jpg|150px|thumb|left|Un [[Macrouridae|granatiere]] gigante (''Albatrossia pectoralis'') appena pescato. Gli organi interni, gonfiati a causa della repentina decompressione, sono fuoriusciti dalla bocca.]]
[[File:Cypron-Range Cetorhinus maximus.svg|thumb|Distribuzione geografica dello squalo elefante.]]
Per analizzare la capacità di adattamento alle basse temperature e alle pressioni estreme dei pesci abissali, i campioni catturati dovrebbero essere mantenuti in vita il più a lungo possibile, e questa impresa potrebbe presto diventare possibile in laboratorio.
 
Tuttavia, per catturare i pesci che vivono in acque profonde bisogna ancora superare numerose difficoltà pratiche. Il problema più importante riguarda l'aumento della temperatura dell'oceano e la rapida [[decompressione]] durante la risalita, i cui danni sarebbero fatali per i campioni in numerosi casi. Inoltre, lo stress ambientale causato da una luminosità troppo forte potrebbe avere effetti sulla funzione visiva e la regolazione fisiologica.
In tutto il mondo, gli squali elefante occupano le acque temperate delle piattaforme costiere, ma sono presenti localmente al largo delle coste di 50 diversi paesi<ref name="comp1"/>. Nell'[[Oceano Atlantico|Atlantico]] settentrionale, vengono osservati da sud-est a sud-ovest, passando per il nord, dal [[Senegal]] e da diversi paesi d'[[Europa]] (compreso il [[mar Mediterraneo]]), passando per la [[Norvegia]], la [[Svezia]] e la [[Russia]], fino all'[[Islanda]], al [[Canada]] ([[Terranova]], [[Nuova Scozia]], [[Nuovo Brunswick]]), alla costa orientale degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] e al [[golfo del Messico]]. Nel [[Oceano Pacifico|Pacifico]] settentrionale, sono presenti, sempre da sud-ovest a sud-est passando per il nord, da [[Giappone]], [[Cina]] e [[isole Aleutine]], fino all'[[Alaska]], alla [[Columbia Britannica]] e alla costa occidentale degli Stati Uniti e del Messico ([[Bassa California|Baja California]] e parte settentrionale del [[golfo di California]]). Lo squalo elefante non è mai stato osservato in [[Equatore|acque equatoriali]]<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=R. E. Owen|anno=1984|titolo=Distribution and ecology of the basking shark Cetorhinus maximus (Gunnerus, 1765)|pubblicazione=MS thesis, University of Rhode Island|città=Kingston (Rhode Island, USA)}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=J. Lien e L. Fawcett|anno=1986|titolo=Distribution of basking sharks, Cetorhinus maximus, incidentally caught in inshore fishing gear in Newfoundland|pubblicazione=Canadian Field-Naturalist|volume=100|numero=2|città=Ottawa|pp=246-251}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=R. D. Kenney, R. E. Owen e H. E. Winn|anno=1985|titolo=Shark distributions off the Northeast United States from marine mammal surveys|pubblicazione=Copeia|pp=220-223}}</ref>.
 
Le tecniche di cattura hanno continuato a migliorare in concomitanza con lo sviluppo delle tecniche di esplorazione degli abissi. Già negli [[Anni 1970|anni '70]] furono inventati i primi contenitori resistenti alle basse temperature. Poi, nel 1979, comparvero i primi contenitori in grado di mantenere un'elevata pressione al loro interno, che furono considerevolmente migliorati negli [[Anni 1980|anni '80]]. Con questi fu possibile catturare in alto mare dei pesci bentonici come ''Nezumia kamoharai'', ma le tecniche per mantenere a lungo in vita le creature catturate non sono ancora state messe a punto<ref name="Desbruyères"/>.
=== Lo studio delle migrazioni ===
Filo al [[2009]], gli [[Ittiologia|ittiologi]] avevano osservato questa specie solo in estate e sempre nell'Atlantico settentrionale. Non sapevano quasi nulla del suo comportamento [[Inverno|invernale]]<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=H. W. Parker e M. Boeseman|data=maggio 1954|titolo=The basking shark, Cetorhinus maximus, in winter|pubblicazione=Proc. Zool. Soc.|volume=124|numero=1|città=Londra|pp=185-194|doi=10.1111/j.1096-3642.1954.tb01487.x}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=David W. Sims, Emily J. Southall, Anthony J. Richardson, Philip C. Reid e Julian D. Metcalfe|anno=2003|titolo=Seasonal movements and behaviour of basking sharks from archival tagging: no evidence of winter hibernation|pubblicazione=Mar. Ecol. Prog. Ser.|volume=248|città=Oldendorf|pp=187-196|url=http://sabella.mba.ac.uk/1335/01/Sims_et_al._2003_MEPS_-_BaskingShark_%26_Plankton.pdf}}</ref>. Per prima cosa hanno scoperto (grazie al radiotracking) che non andava in [[ibernazione]] durante l'inverno, come sostenuto in precedenza dagli studiosi<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=Gregory B. Skomal, G. Wood e N. Caloyianis|anno=2004|titolo=Archival tagging of a basking shark, Cetorhinus maximus, in the western North Atlantic|pubblicazione=J. Mar. Biolog. Assoc. U.K|volume=84|città=Plymouth|pp=795-799}}</ref>. Solo recentemente si è scoperto, grazie all'utilizzo di [[Radio-frequency identification|tag satellitari]] (di tipo PSAT) attaccati per mezzo di un dardo sulla pelle di 25 squali elefante, che gli individui di questa specie migrano verso acque più calde, cambiando addirittura [[emisfero]]: squali marcati nell'Atlantico settentrionale, al largo della costa orientale degli Stati Uniti, sono stati infatti rinvenuti mentre svernavano al largo della [[Guyana francese]] o del [[Brasile]]. I chip installati registravano la profondità, la temperatura e il livello di luminosità ogni 10-15 secondi e inviavano le loro informazioni a un satellite quando lo squalo risaliva in superficie. Essi hanno dimostrato che il viaggio veniva in parte effettuato a profondità precedentemente insospettate: da 200 a 1000 m di profondità<ref name="gore">{{cita pubblicazione|lingua=en|autore= Mauvis A. Gore, David Rowat, Jackie Hall, Fiona R. Gell e Rupert F. Ormond|data=23 agosto 2008|titolo=Transatlantic migration and deep mid-ocean diving by basking shark|pubblicazione=Biol. Lett.|volume=4|numero=4|città=Londra|pp=395-398|doi=10.1098/rsbl.2008.0147}}</ref> e che si protrae talvolta per diversi mesi<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=Gregory B. Skomal, Stephen I. Zeeman, John H. Chisholm, Erin L. Summers, Harvey J. Walsh, Kelton W. McMahon e Simon R. Thorrold|anno=2009|titolo=Transequatorial Migrations by Basking Sharks in the Western Atlantic Ocean|pubblicazione=Current Biology|volume=19|città=Londra|url=http://www.mass.gov/Eoeea/docs/eea/press/curbio7233.pdf|pp=1-4|doi=10.1016/j.cub.2009.04.019}}</ref>. Questo viaggio verso altre latitudini potrebbe consentire un miglior andamento della gestazione delle femmine, un parto più facile e un aumento delle possibilità di sopravvivenza dei nuovi nati.
 
La ''Japan Agency for Marine Earth Science and Technology'' (JAMSTEC) ha sviluppato, all'inizio degli anni 2000, un dispositivo per tirare in superficie ad alta pressione i pesci delle profondità. Il contenitore centrale è di forma sferica per resistere alla pressione del recipiente sotto pressione, in grado di mantenere la pressione interna. Dopo la cattura dei pesci da parte della nave Dipuakuariumu, i campioni vengono trasportati via terra, mantenendo all'interno del recipiente l'ambiente ad alta pressione che riproduce le condizioni del loro ambiente naturale. È stato quindi possibile evitare la decompressione dovuta a scambi d'acqua, e questo dovrebbe fornire nuove vie di studio per la ricerca.
Solo ora si sta iniziando a conoscere l'areale [[Estate|estivo]] di questa specie, ma anche se da poco sappiamo che essa migra verso sud in inverno, non conosciamo ancora la sua area invernale di distribuzione. In estate viene rinvenuta nelle acque della [[Piattaforma continentale|piattaforma]] e della [[scarpata continentale]] delle zone temperate e fredde di entrambi gli emisferi.
 
== StoriaDistribuzione evolutivageografica ==
=== Distribuzione orizzontale ===
{{Approfondimento
L'ambiente delle profondità marine si differenzia notevolmente da quello della [[piattaforma continentale]] e delle zone costiere in prossimità della terraferma. I [[Produzione primaria|produttori primari]], primo anello di una catena alimentare in una [[Rete alimentare|rete trofica]], sono assenti a causa dell'assenza della fotosintesi, e di conseguenza le sostanze organiche da cui ricavare energia provengono dalla terraferma o dagli strati superiori. In generale i pesci abissali (così come altri organismi) non vivono troppo distanti dalla terraferma. Inoltre, gli organismi tropicali sulla superficie degli oceani producono meno [[convezione]], impedendo l'espansione attraverso i fondali oceanici.
|allineamento=destra
|titolo=[[Cladistica|Cladogramma]] parziale dei [[Lamniformes|Lamniformi]]
|contenuto=
{{clade|style=font-size:80%;line-height:60%
|1={{clade
|1=&nbsp;[[Alopias|Squali volpe]] (''Alopias'')
|2={{clade
|1=&nbsp;Squalo elefante (''Cetorhinus maximus'')
|2={{clade
|1=&nbsp;[[Lamna nasus|Smeriglio]] (''Lamna'')
|2={{clade
|1=&nbsp;[[Isurus oxyrinchus|Squalo mako]] (''Isurus'')
|2=&nbsp;[[Carcharodon carcharias|Squalo bianco]] (''Carcharodon carcharias'')
}}
}}
}}
}}
}}}}
 
=== Distribuzione verticale ===
Lo squalo elefante è l'unica specie vivente della famiglia dei Cetorinidi, strettamente imparentata con quella dei [[Lamnidae|Lamnidi]]. Queste costituiscono due delle sette famiglie che formano l'ordine dei [[Lamniformes|Lamniformi]]<ref name=comp1/>. A sua volta questo è uno degli otto ordini che compongono il superordine dei [[Selachimorpha]] (sottoclasse degli [[Elasmobranchii]]).
[[Image:Zone pélagique.png|thumb|150px|Le differenti zone oceaniche.]]
==== Zona mesopelagica ====
Nella [[zona mesopelagica]], da 200 a 1000 m, riesce a penetrare solamente la lunghezza d'onda blu, che non è sufficiente per realizzare la [[Fotosintesi clorofilliana|fotosintesi]]. Il [[termoclino]] principale si trova di solito in questa zona, che è un ambiente tipico del [[Acque internazionali|mare aperto]] fisicamente stabile e con pochi cambiamenti. Attualmente si conoscono circa 750 pesci abissali che vivono in questa zona, dove troviamo soprattutto [[Sternoptychidae|asce d'argento]], [[Gonostomatidae|gonostomatidi]] e [[Myctophidae|pesci lanterna]]. Questi gruppi sono ampiamente distribuiti in tutti gli oceani del mondo, compresi i mari polari. Essi rappresentano una notevole quantità di [[biomassa]]: i rappresentati del genere ''[[Cyclothone]]'' sono addirittura considerati la più grande popolazione di [[Vertebrata|vertebrati]] sulla Terra<ref name=Nelson208-209/>.
 
I pesci [[Demersale|demersali]] come i [[Chimaeriformes|chimeriformi]], gli [[Squaliformes|squaliformi]], i [[Macrouridae|granatieri]], gli [[Ophidiidae|ofidiidi]] e gli [[Halosauridae|alosauri]] dominano su tutti gli altri. Alcune specie di pesci abissali come i [[Bathypterois grallator|pesci treppiedi]], le [[Nettastomatidae|anguille dal becco d'anatra]] e gli [[Zoarcidae|zoarcidi]] sono state osservate in zone relativamente diverse tra loro. I pesci abissali [[Benthos|bentonici]] dipendono più dalla topografia del fondale che dalla profondità, e sono spesso dispersi in zone simili situate a profondità diverse.
Una specie fossile imparentata con lo squalo elefante è nota unicamente a partire dai denti: si tratta di ''Cetorhinus parvus'', risalente all'[[Oligocene|Oligo]]-[[Miocene]].
 
==== RapportiZona con l'uomobatipelagica ====
Nella [[zona batipelagica]], da 1000 a 3000 m di profondità, la luce solare non giunge affatto. Nonostante la temperatura dell'acqua sia stabile, tra 2 e 5 °C, la quantità di materia organica disponibile rappresenta meno del 5% di quella presente in superficie, e i valori diminuiscono rapidamente con l'aumentare della profondità. Questa zona ospita almeno 200 specie. Vi si trovano soprattutto [[Himantolophus|pesci pallone]], [[Cetomimidae|cetomimidi]], [[Alepocephalidae|alepocefalidi]] e [[Saccopharyngiformes|anguille inghiottitrici]]. Ugualmente ben rappresentati sono i [[Macrouridae|granatieri]], i [[Synaphobranchidae|sinafobranchidi]], le [[Melanocetidae|rane pescatrici abissali]] e i [[Thaumatichthyidae|taumatittidi]]<ref name=Grey/>.
[[File:Cetorhinus maximus with a girl.jpg|thumb|upright=1.2|Lo squalo elefante è del tutto inoffensivo per l'uomo.]]
A causa della loro dieta planctivora, gli squali elefante sono innocui per gli esseri umani. Il loro comportamento non è mai aggressivo e non attaccano i subacquei o le imbarcazioni. Tuttavia, a causa delle loro dimensioni, hanno una forza tremenda e possono ferire un [[Immersione professionale|sub]] con un semplice movimento di fuga o di difesa. Inoltre, la loro pelle ricoperta di dentelli è abrasiva come la [[Carta abrasiva|carta vetrata]]<ref name="comp1"/>.
 
==== Zona abissopelagica ====
=== L'era della caccia allo squalo elefante ===
Nella [[zona abissopelagica]], da 3000 a 6000 m, le temperature scendono a circa 1 o 2 °C, e rimangono pressoché costanti. La pressione, di oltre 300 [[Atmosfera (unità di misura)|atmosfere]], esercita una forte incidenza sull'attività biologica delle [[Cellula|cellule]]. I pesci che nuotano nelle acque profonde sono quasi scomparsi, e vi troviamo soprattutto [[Ophidiidae|ofidiidi]] e [[Macrouridae|grenatieri]].
Questi squali sono stati a lungo [[Pesca (attività)|pescati]] regolarmente nelle aree in cui si trovano vicino alla costa ([[Norvegia]], [[Scozia]], [[Irlanda (isola)|Irlanda]], [[Canada]], [[Massachusetts]] e [[California]] negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]])<ref name=Chenard1/>. Da un lato, il loro fegato (che rappresenta il 15-20% del peso dell'animale) è ricco di [[Olio di pesce|olio]], dall'altro, la loro [[Pesce (alimento)|carne]] è commestibile e dalla pelle, una volta conciata, si ricava un [[cuoio]] spesso e resistente. Tuttavia, a causa della loro rarefazione, della concorrenza sul mercato con altri oli di pesce a basso costo e della maggiore reperibilità di scorte alimentari anche sulle coste più remote, la pesca agli squali elefante è stata progressivamente abbandonata. In [[Francia]], durante la [[seconda guerra mondiale]] e negli anni subito successivi, questo tipo di attività ebbe una certa ripresa a causa della scarsità di grassi animali e di cibo in generale<ref name=Chenard1/>. All'epoca, con la sua carne «venivano fatte delle fritture, anche se bisognava friggere con essa anche delle [[Allium cepa|cipolle]] per eliminare il suo odore particolare. Queste [[Frittura|fritture]] erano buone e la gente le mangiava volentieri»<ref name=Chenard1/>. Questa «infatuazione» passeggera diminuì con la ripresa delle normali condizioni di approvvigionamenti alimentari alla fine degli anni '40.
 
==== MetodiZona di pescaadopelagica ====
La [[zona adopelagica]], al di sotto dei 6000 m, limitata alle [[Fossa oceanica|fosse oceaniche]], rappresenta meno del 2% della superficie totale del fondale marino. Con una pressione di oltre 600 [[Atmosfera (unità di misura)|atmosfere]], vi troviamo solamente alcuni pesci bentonici quali gli [[Ophidiidae|ofidiidi]] e i [[Macrouridae|grenatieri]].
Per poter tornare in [[porto]] con uno squalo elefante i pescatori avevano a disposizione tre diversi metodi<ref name=Chenard1/>:
* rinvenire un adulto impigliato in [[Rete da pesca|reti]] destinate a [[Scomber|sgombri]] o ad [[Clupea harengus|aringhe]];
* intrappolare in una [[Pesca a strascico|rete da traino]] un giovane esemplare che nuotava in acque profonde;
* catturarlo con l'[[Arpone|arpione]], l'unico caso in cui la pesca era intenzionale<ref name="irl"/>.
 
== Environnement ==
Durante la pesca allo squalo elefante propriamente detta, era l'ideale, per le piccole imbarcazioni, accostarsi il più possibile all'animale con il mare calmo, quando cioè era più facile avvicinarlo. A questo punto, veniva lanciato a mano l'arpione, con più o meno probabilità di riuscita. La posizione del punto di impatto era cruciale. Se ad essere colpita era la [[spalla]], era allora molto difficile uccidere l'animale. I più abili miravano al muso, per impedire allo squalo di immergersi. L'ideale era colpire il corpo, vicino alla pinna dorsale, in modo da danneggiare gli [[Intestino|intestini]], o vicino alla coda, sì da ledere le vertebre dorsali. In [[Irlanda (isola)|Irlanda]], l'animale veniva immobilizzato tagliando il peduncolo caudale, che si rompeva a causa degli sforzi disperati dell'animale per liberarsi<ref name="irl">{{en}} {{cita web|url=http://v.youku.com/v_show/id_XMTAyMjQxNTMy.html|data=1934|titolo=Man of Aran|sito=youku.com|accesso=2 novembre 2010}}</ref>. Indebolendosi a causa dell'emorragia, l'animale veniva quindi trascinato vicino alla barca dopo 4-5 ore di agonia. Quando si trovava vicino alla barca, veniva finito con l'aiuto di un grosso [[Scramasax|coltello]]. Una volta morto, veniva trascinato a rimorchio e trasportato nel porto, dove veniva tagliato in pezzi da 40-50 chili; il fegato veniva messo da parte. Oltre a questo tipo di pesca, arcaica e poco produttiva, alcune aziende ittiche avevano messo a punto metodi industriali di caccia allo squalo elefante<ref name=Chenard1/>. Così, attorno alla metà del [[XX secolo]], le «''Scottish West Coast Fisheries''» operavano con una nave fattoria e tre piccole scialuppe a motore di 12 metri, munite di un cannone lancia-arpioni, con quattro uomini d'equipaggio che rimanevano in collegamento telefonico con la nave fattoria. Ad ogni arpione veniva fissata una sagola munita di due galleggianti costituiti da barili vuoti. Di conseguenza più squali potevano così essere arpionati successivamente. Alla fine della pesca, le sagole venivano recuperate e le carcasse, gonfiate con aria compressa, venivano rimorchiate fino al porto.
{{article détaillé|Abysse}}
Parce que la [[zone photique]] s'étend généralement à quelques centaines de mètres sous l'eau, environ 90 % du volume des océans est invisible pour l'homme. La haute mer est également un environnement extrêmement hostile, avec des pressions entre 20 et {{formatnum:1000}} [[Atmosphère (unité)|atmosphères]] (entre 2 et 100 [[mégapascal]]s), des températures comprises entre 3 et 10 [[degrés Celsius]] et une raréfaction de l'oxygène.
 
==== LaFisiologia carne ====
[[File:Gigantactis.jpg|thumb|I [[Gigantactinidae|pesci frusta]] utilizzano un'esca luminosa per attirare le prede.]]
Durante l'[[Campagna di Francia|occupazione tedesca]], la carne dello squalo elefante, che come quella di molti altri squali veniva indicata con il nome generico di «vitello di mare», era poco apprezzata come cibo. Essa veniva tuttavia tagliata appena l'animale giungeva in porto e immessa sul mercato. Prendeva bene il sale e veniva anche venduta e consumata salata e leggermente affumicata. Allo stesso tempo, «in diverse occasioni, fabbriche di cibo in scatola provavano a prepararla in scatole sigillate ermeticamente con una copertura di salsa di pomodoro. I risultati non furono dei migliori, in quanto il prodotto non era gradevole e la sua consistenza, simile a quella del caucciù, la rendeva immangiabile»<ref name=Chenard1/>.
La pressoché totale assenza di luce solare, le forti pressioni, le basse temperature, la rarefazione dell'ossigeno e la bassa densità di materia organica sono tutte caratteristiche ambientali che rendono difficile la vita. Per sopravvivere, di conseguenza, i pesci abissali hanno dovuto sviluppare numerosi adattamenti.
 
==== LaMuscoli pellee scheletro ====
Il peso dello scheletro e delle [[proteine]] contenute nel corpo dei pesci è generalmente maggiore nell'acqua salata.
Varie tecniche di conciatura effettuate durante le [[Seconda guerra mondiale|ostilità]] non ebbero successo. Risultati decisamente migliori furono ottenuti [[Dopoguerra|dopo la guerra]]: la pelle dello squalo elefante, tagliata in ampi quarti, salata e tenuta un po' di tempo nel sale prima di essere inviata in concerie specializzate, veniva lavorata per la preparazione di un ''[[galuchat]]'' molto resistente, in quanto aveva mantenuto una buona flessibilità.
 
A causa della scarsità delle risorse alimentari, i pesci abissali sono costretti a percorrere grandi distanze per trovare ciò di cui si nutrono, ma devono farlo cercando di risparmiare al massimo l'energia. Pertanto, la densità dei loro tessuti muscolari e ossei è particolarmente ridotta, ma il loro corpo contiene una grande quantità di acqua e di sostanza grassa sì da consentire loro una migliore galleggiabilità. Le spine e le scaglie sono leggere e sottili, in quanto costituirebbero un ulteriore peso. I pesci abissali hanno una carne più gelatinosa, caratteristica che li rende più lenti e meno agili degli altri pesci.
==== Il fegato e l'olio ====
Uno squalo elefante di 5 tonnellate (peso medio della specie) ha un fegato di circa una tonnellata. Da questo fegato veniva in genere estratto il 60% di olio; estrazioni particolarmente buone potevano ricavarne fino al 70%. La quantitéà di olio che poteva essere estratta dal fegato di uno di questi animali era quindi di 400-900 litri, con una media di circa 600 litri. Il [[Saponificazione|contenuto insaponificabile]] di questo olio contiene una percentuale molto elevata di [[squalene]] e una quantità minore di [[pristano]], oltre a piccole quantità di [[colesterolo]] e [[acido]] [[Acido palmitico|palmitico]], [[Acido stearico|stearico]] e [[Acido oleico|oleico]]. Indipendentemente dal suo utilizzo per la [[tempra]] degli [[Acciaio|acciai]], l'olio di fegato di squalo elefante possiede qualità riconosciute che ne hanno giustificato l'utilizzo in:
 
=== Vescica natatoria ===
* [[Industria conciaria|conceria]] - l'olio si sulfona molto bene e quindi, una volta trasformato, viene impiegato per il trattamento di [[Cuoio|cuoi]] a buon mercato;
[[File:Sladenia shaefersi2.jpg|thumb|I pesci abissali bentonici, come ''[[Sladenia shaefersi]]'', hanno una vescica natatoria atrofica.]]
* [[Sapone|saponeria]] - l'olio è poco adatto alla fabbricazione del [[sapone]]: il suo [[Numero di saponificazione|indice di saponificazione]] è troppo basso; da esso si ricavano solo saponi morbidi, che hanno un odore sgradevole;
La maggior parte dei pesci ossei si serve della loro [[vescica natatoria]] per galleggiare, ma quella dei pesci abissali è sottoposta alla forte pressione dell'ambiente circostante. Per resistere alla pressione e ai suoi rapidi cambiamenti, le pareti della vescica dei pesci abissali pelagici è ricoperta da cristalli di [[guanina]] che la rendono più robusta, mentre il gas al suo interno è rimpiazzato da grasso o da [[cera]]. Alcune specie, come i [[Myctophidae|pesci lanterna]], frequentano sia acque profonde che poco profonde, dove si spingono in cerca di cibo durante le loro [[Migrazione verticale|migrazioni verticali]], così, ogni giorno, sono costretti a sopportare numerosi cambiamenti di pressione. La vescica dei pesci abissali è relativamente sviluppata, e la rete mirabile (una sottile rete di [[Vaso sanguigno|vasi sanguigni]] che contribuisce allo scambio dei gas) al suo interno è molto lunga rispetto a quella di altri pesci. Maggiore è la profondità, più la pressione impedisce lo scambio di gas (in particolare la [[secrezione]]) e quindi diminuisce la galleggiabilità. I pesci abissali bentonici hanno generalmente una vescica atrofica, che rimane costantemente identica. D'altra parte, questi pesci rimangono sempre in prossimità del fondale marino e non subiscono improvvisi cambiamenti di pressione: di conseguenza, per loro sarebbe del tutto inutile possedere una vescica ben sviluppata.
* [[pittura]] - l'[[Numero di iodio|indice]] di [[iodio]] dell'olio di fegato di squalo elefante è troppo basso. Quest'olio, impiegato nella fabbricazione di vernici, dà un prodotto che si asciuga molto lentamente e che, una volta asciutto, non indurisce;
* camosceria - gli oli di pesce adatti alla camosceria devono avere un [[Numero di acidità|indice di acidità]] pari a 20, ma è possibile aumentare l'indice di acidità in questione mediante battitura o soffiatura a caldo;
* [[alimentazione]] - gli oli di fegato di squalo elefante hanno un colore analogo a quello degli oli di [[Arachis hypogaea|arachide]]. Purtroppo, come tutti gli oli di pesce, hanno un odore che diventa più intenso se lasciato all'aria. Tuttavia, «durante questi anni di restrizioni alimentari, la popolazione di [[Belle Île]] usava l'olio di fegato di squalo elefante per cucinare e, in particolare, per la preparazione di [[Solanum tuberosum|patate]] fritte. Non furono mai stati segnalati incidenti e nessuno sembra essersi mai sentito male»<ref name=Chenard1/>;
* medicina - a differenza degli oli di fegato di [[merluzzo]], [[Merlucciidae|nasello]], [[Lophius piscatorius|rana pescatrice]], ecc., l'olio di fegato di squalo elefante ha un contenuto di [[Retinolo|vitamina A]] molto basso (da 0 a 1000 unità per grammo<ref name=Chenard1/>). Da questo punto di vista, si classifica come uno dei più poveri oli di fegato tra i rappresentanti della famiglia degli squali. Pertanto non ha un particolare utilizzo [[Medicina|medico]] o [[Terapia|terapeutico]].
 
=== ImportanzaApparato economicadigerente ===
[[File:Eurypharynx pelecanoides.jpg|thumb|L<nowiki>'</nowiki>''[[Eurypharynx pelecanoides]]'' ha in realtà una testa molto piccola.]]
In passato, questo squalo veniva cacciato in tutto il mondo principalmente per la sua carne e per l'olio ricavato dal suo fegato. Al giorno d'oggi, la pesca è praticamente cessata, tranne che in [[Cina]] e in [[Giappone]]. Le pinne sono vendute come ingrediante per la [[Minestra|zuppa]] di squalo. Sul mercato asiatico, le pinne fresce possono costare fino a 1000 dollari, mentre quelle essiccate si vendono in genere a 700 dollari al chilo. Il fegato viene venduto in Giappone come [[afrodisiaco]] o come [[alimento funzionale]], e l'olio da esso ricavato funge da [[eccipiente]] e da sostanza grassa per i [[Cosmesi|cosmetici]]<ref>{{en}} {{cita web|url=http://www.flmnh.ufl.edu/fish/Gallery/Descript/baskingshark/baskingshark.html|titolo=Articolo sullo squalo elefante del Museo di storia naturale di Florida|sito=flmnh.ufl.edu/fish|accesso=30 settembre 2010}}</ref>.
[[File:Chiasmodon niger.jpg|thumb|Il ''[[Chiasmodon niger]]'' può inghiottire prede più grandi di lui.]]
 
I pesci abissali che si nutrono di altri pesci sono spesso dotati di bocche smisurate e di grandi denti in proporzione alle dimensioni del corpo. In effetti, la scarsità di prede negli abissi costringe i predatori ad avere un regime alimentare relativamente ristretto. Di conseguenza, devono cercare di catturare tutto ciò che trovano, anche se la preda è grande e veloce, senza dover spendere troppa energia per inseguirla.
In Europa, nelle regioni in cui un tempo era oggetto di pesca, la specie, con lo sviluppo dell'[[ecoturismo]], è oggi considerata un patrimonio naturale da proteggere. Malgrado tutto, a causa della sua rarità e fragilità, non esistono «safari acquatici» come quelli che vengono organizzati per l'[[Whale watching|osservazione delle balene]]. Sull'[[isola di Man]], nel [[mare d'Irlanda]], l'osservazione degli squali è limitata allo scopo di nuocere loro il meno possibile<ref>{{en}} {{cita web|url=http://www.manxbaskingsharkwatch.com/index.aspx|titolo=Sito della lega mannese per la protezione degli squali elefante|sito=manxbaskingsharkwatch.com|accesso=9 novembre 2010}}</ref>. In [[Cornovaglia]], approfittano della regolarità delle apparizioni dell'animale, a partire da giugno, solamente per prolungare le gite «naturalistiche» in barca<ref>{{en}} {{cita web|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/8090553.stm|data=9 giugno 2009|titolo=Lo squalo elefante sotto i riflettori|sito=bbc.co.uk|accesso=9 novembre 2010}}</ref>.
 
Per esempio, a prima vista l<nowiki>'</nowiki>''[[Eurypharynx pelecanoides]]'' sembrerebbe avere una testa enorme, ma in realtà il suo [[cranio]] è minuscolo. La grande bocca è sorretta dall'osso della mascella, considerevolmente avanzato, e questo impedisce al pesce di aprire attivamente la bocca. Se questo non la chiude volontariamente, essa si apre sotto il suo stesso peso a causa della resistenza dell'acqua. Le deboli [[Osso mascellare|mascelle]] gli impediscono di afferrare e mantenere la preda. La mascella è del tutto priva di denti, in quanto la deglutizione viene effettuata direttamente nella gola e il pesce può quindi ingoiare grosse prede e digerirle un po' alla volta. L<nowiki>'</nowiki>''[[Anoplogaster cornuta]]'' possiede i denti più grandi del regno animale in proporzione alle sue dimensioni, e i suoi denti appuntiti gli permettono di catturare pesci delle sue stesse dimensioni, come il [[Brosme brosme|brosme]]. I [[Chauliodus|pesci vipera]] possiedono anch'essi grandi denti, talmente ingombranti che non riescono a chiudere la loro grossa bocca; pertanto, una preda troppo grande potrebbe rimanere bloccata e condannarli a morire di fame. Essi, tuttavia, hanno sviluppato particolari adattamenti anatomici che gli consentono di non lasciar sfuggire le loro preziose prede: portano la testa indietro per proiettare la mascella aperta in avanti, che richiudono rapidamente sulla preda attraverso la contrazione muscolare<ref name="Laubier109"/>. Alcune specie, come gli [[Himantolophus|imantolopidi]], hanno i denti rivolti verso l'interno della bocca, per impedire alla preda di fuggire.
=== Una specie minacciata ===
Oggi, la più grande minaccia per questo squalo è la [[Sovrapesca|pesca intensiva]] ad opera dei paesi asiatici. Invece, al di fuori dell'Asia, le catture accidentali (nel caso un esemplare rimanga impigliato in una [[rete da posta]], muoia lì o venga successivamente ucciso dai pescatori) e le collisioni con le imbarcazioni sono i fattori che minacciano maggiormente le popolazioni di squalo elefante<ref name="cosepac">{{fr}} {{cita libro|autore=Comité sur la situation des espèces en péril au Canada|anno=2007|titolo=Évaluation et Rapport de situation du Cosepac sur le Pèlerin (Cetorhinus maximus) (population du Pacifique) au Canada|editore=Cosepac|città=Ottawa|pp=35|url=http://dsp-psd.tpsgc.gc.ca/collection_2007/ec/CW69-14-522-2007F.pdf}}</ref>.
 
Altre specie, come le [[Melanocetidae|rane pescatrici abissali]] e gli [[Chiasmodontidae|inghiottitori]], sono in grado di allargare notevolmente l'[[esofago]] e lo [[stomaco]]. Il ''[[Chiasmodon niger]]'' può anche digerire la sua preda a più riprese, trattenendola nell'addome. Inoltre, la [[melanina]] degli intestini di questi pesci abissali è spesso nera: gli organismi luminescenti ingeriti, infatti, potrebbero attirare possibili predatori attraverso il tratto digestivo.
A causa della sua crescita lenta, del lungo periodo di gestazione e della tarda maturità sessuale, lo squalo elefante si dimostra incapace di riprendersi dalle perdite subite durante il XX secolo e presenta una bassa diversità genetica<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=A. R. Hoelzel, M. S. Shivji, J. Magnussen e M. P. Francis|anno=2006|titolo=Low worldwide genetic diversity in the basking shark (Cetorhinus maximus)|pubblicazione=Biol. Lett.|volume=2|città=Londra|pp=639-642}}</ref>. È pertanto considerato dagli scienziati una specie in via di estinzione. Per questo motivo, lo squalo elefante viene elencato come «vulnerabile» sulla Lista Rossa della [[IUCN]] (Unione mondiale per la conservazione della natura)<ref name="IUCN"/><ref>{{cita libro|lingua=en|autore=IUCN Shark Specialist Group|anno=2007|titolo=The Conservation Status of Pelagic Sharks and Rays, Report of the IUCN Shark Specialist Group, Pelagic Shark Red List Workshop|editore=IUCN|città=Gland|url=http://cmsdata.iucn.org/downloads/ssg_pelagic_report_final.pdf|pp=92}}</ref>, nell'appendice II della [[CITES]] e in diverse convenzioni internazionali come la [[Convenzione internazionale OSPAR|convenzione OSPAR]] per la protezione dell'ambiente marino dell'Atlantico nord-orientale o la [[Convenzione sulle specie migratorie|convenzione di Bonn]] sulla conservazione delle specie.
 
Dal momento che negli abissi la materia organica è così scarsa, i pesci abissali sono spesso costretti a rimanere lunghi periodi di tempo senza mangiare, e per loro è quindi necessario immagazzinare energia in modo efficiente. Nei pesci delle profondità il [[fegato]] costituisce un importante organo di immagazzinamento dell'energia. Quello dei [[Bathysauridae|pesci lucertola degli abissi]] è ricco di [[lipidi]], come quello dei [[Macrouridae|grenatieri]], che contiene anche [[glicogeno]]. Pertanto, gli scienziati stimano che possano sopravvivere 180 giorni senza alcun apporto alimentare. La bassa percentuale di lipidi che l'acqua può accumulare fa sì che una grande quantità di grasso contenuto nel fegato possa anche contribuire alla galleggiabilità. Così, gli [[Squaliformes|squaliformi]] degli abissi, privi di vescica natatoria come tutti i [[Chondrichthyes|pesci cartilaginei]], possono aumentare del 25% il loro peso corporeo quando il loro fegato è ricco di lipidi.
In Francia, la specie non è protetta: è proibito solamente pescarla e avvicinarsi ad essa. Due associazioni francesi sono attualmente all'opera per lo studio<ref>{{fr}} {{cita web|url=http://www.neo-planete.com/2009/06/23/pelerinage-reussi-pour-la-mission-%C2%AB-sur-les-traces-du-requin-pelerin-%C2%BB|data=23 giugno 2009|titolo=Pèlerinage réussi pour la mission «Sur les traces du requin pèlerin»|sito=neo-planete.com|accesso=9 novembre 2010}}</ref> e la conservazione di questa specie: l<nowiki>'</nowiki>''Association pour l'étude et la conservation des sélaciens'' (APECS)<ref>{{fr}} {{cita web|url=http://www.asso-apecs.org|titolo=Site internet de l'APECS|sito=asso-apecs.org|accesso=9 novembre 2010}}</ref>, con sede a [[Brest (Francia)|Brest]], che effettua ogni anno il monitoraggio della popolazione a livello nazionale, mentre in Corsica è attivo il ''Groupe de Recherche sur les Requins de Méditerranée'', con sede ad Ajaccio<ref name=":0">{{fr}} {{cita web|url=http://corsica-requins-de-mediterranee.org|titolo=Groupe de Recherche sur les Requins de Méditerranée|accesso=9 novembre 2010}}</ref>.
 
=== CredenzeColorazione popolaridel corpo ===
[[File:Flabby whalefish.jpg|thumb|I pesci di colore rosso vivo appaiono neri negli abissi (''[[Barbourisia rufa]]'').]]
Molte storie di serpenti di mare e di mostri marini potrebbero trovare una spiegazione nell'osservazione di squali elefante che si spostano in fila o dalla forma particolare che assume il loro [[cadavere]] in [[Decomposizione (biologia)|decomposizione]].
[[File:Argyropelecus aculeatus.jpg|left|upright=0.7|thumb|Un'[[Argyropelecus aculeatus|ascia d'argento dalle spine]] (''[[Argyropelecus aculeatus]]'').]]
La penetrazione della luce solare nelle profondità del mare varia soprattutto a seconda della latitudine: un pesce di colore rosso, infatti, apparirà di questo colore fino a 750 m all'equatore e a 200 m ai poli.
 
Nella [[zona epipelagica]] (dalla superficie fino a 200 m), i pesci sono trasparenti, soprattutto gli avannotti, o colorati<ref name="Laubier109"/>.
==== Il serpente di mare ====
[[File:HMS Plumper sea serpent 1848.jpg|thumb|Nel [[1849]], l'[[HMS Plumper]] avvistò un «serpente di mare» al largo del [[Portogallo]].]]
 
Nella [[zona mesopelagica]] (tra 200 e 1000 m), i pesci sono ancora visibili a causa della luce crepuscolare abissale, costituita unicamente dalla [[lunghezza d'onda]] blu, e devono quindi cercare di nascondere la loro figura, onde rischiare di essere individuati dai predatori, grazie alla [[controilluminazione]]. Numerose specie di pesci sono di colore rosso brillante, in quanto la [[lunghezza d'onda]] rossa è il primo colore assorbito dall'acqua e di conseguenza appaiono completamente neri in questa zona. Altri pesci hanno scaglie argentate per riflettere la luce solare. Ad esempio, le [[Sternoptychidae|asce d'argento]] sono pesci piccoli e piatti che sembrano francobolli argentati. L'intera superficie del corpo, ricoperta da cristalli di [[guanina]], è riflettente e funziona come uno specchio se vista dal fianco, respingendo tutta la luce che arriva dall'alto e rende il pesce invisibile contro il blu scuro del mare. Visti da sotto, sono così sottili da essere quasi inesistenti. Ma per rendersi totalmente invisibili usano cellule produttrici di luce note come fotofori, che cambiano colore per adattarsi all'intensità della luce che filtra dall'alto, qualunque sia l'altezza del sole in cielo<ref name="Laubier109"/>. A partire dai 500-700 m, prevalgono i pesci di colore nero.
Durante la stagione riproduttiva, è possibile osservare alcuni individui, in fila indiana<ref>[http://www.manxbaskingsharkwatch.com/generalPhotos.aspx Foto (la quarta) che mostra un «trenino» di squali pellegrini], su ManxBaskingSharkWatch.com.</ref>, nuotare a una velocità di 4-5 nodi, a distanza di dodici o quindici metri l'uno dall'altro. Come sono soliti fare, questi squali agitano delicatamente la loro pinna dorsale sollevata sulla superficie dell'acqua, mentre il lobo esterno della coda emerge leggermente dall'acqua e viene anch'esso fatto ondeggiare. Se si aggiunge a questo l'immaginazione dei pescatori, specialmente se la femmina che «guida il treno» nuota con la bocca aperta e il muso proteso al di sopra della superficie, non sorprende che questi animali possano essere stati scambiati per [[Serpente marino (mitologia)|serpenti di mare]]<ref name=Chenard1/>.
 
Nella [[zona batipelagica]] (tra 1000 e 4000 m), la luce del sole è completamente scomparsa e i pesci sono solitamente neri o depigmentati.
==== Il plesiosauro ====
 
Decomponendosi, il cadavere dello squalo elefante assume una forma insolita. Queste carcasse, riportate in superficie con reti da pesca commerciali o finite a riva, furono usate in diverse occasioni (il mostro di [[Stronsay]], la carcassa della Zuiyo-maru) dai [[Criptozoologia|criptozoologi]] come prova dell'esistenza di plesiosauri sopravvissuti fino ad oggi. In effetti, sotto l'azione delle onde o sbattuto dal [[moto ondoso]] sugli scogli, il cadavere perde i suoi elementi più fragili, vale a dire la mascella, gli archi branchiali e la maggior parte dello scheletro della testa: rimangono intatte solo la colonna vertebrale, la scatola cranica, le pinne pettorali e ventrali con i cinti toracico e pelvico<ref name=Chenard1/>. Questo porta la carcassa ad assumere una strana forma che può essere facilmente confusa con quella del famoso rettile acquatico. Tuttavia, l'[[Istologia|analisi istologica]] tradisce rapidamente la natura dell'organismo.
=== Bioluminescenza ===
[[File:FMIB 51582 Corynolophus reinhardti (Lütken), showing luminous bulb Family Ceratiidae Deep sea off Greenland.jpg|thumb|''Himantolophus groenlandicus''.]]
[[File:Nematostomias_gladiator.jpg|thumb|left|[[Dragon à écailles]] (''Leptostomias gladiator'').]]
La [[bioluminescenza]] è dovuta alla [[chemiluminescenza]] tra [[Luciferine|luciferina]] e [[luciferasi]]; questo fenomeno luminoso è provocato da una reazione chimica che ha luogo in numerosi organismi delle grandi profondità. I pesci di acque profonde non fanno eccezione: durante uno studio nel [[Oceano Atlantico|Nord Atlantico]], è stato scoperto che ad una profondità di 500 m il 70% delle specie di pesci utilizzava la bioluminescenza, percentuale che saliva al 90% per quanto riguardava il numero totale di esemplari.
 
Altri organismi utilizzano batteri luminescenti simbiotici all'interno dei loro corpi che consentono la produzione di luce propria. I fotofori possono essere collocati in più punti, come l'addome, la zona davanti all'ano, la pinna cadale, la zona intorno all'occhio o l'estremità di un [[illicio]] o di una sorta di barba.
 
A partire dai 600-800 m di profondità, molti pesci utilizzano esche bioluminescenti, soprattutto per attirare le loro prede. I [[Ceratiidae|ceratiidi]] hanno sviluppato diversi tipi di esche per compensare le loro mediocri capacità di nuoto. Alcuni presentano il loro organo luminoso all'estremità di un peduncolo frontale chiamato [[illicio]]. Questa esca può essere agitata regolarmente ed è dotata di una serie di appendici messe in movimento dai battiti del peduncolo, come nelle specie del genere ''[[Himantolophus]]''. In altri, l'esca, che assume la forma di un piccolo crostaceo, è impiantata sul palato. Il pesce tiene la bocca aperta aspettando che una preda si avvicina ad essa. Negli [[Stomiidae|stomiidi]], l'esca è attaccata a un peduncolo che pende sotto la mascella inferiore<ref name="Laubier255"/>.
 
=== Bioluminescenza simbiotica ===
[[File:Oneirodes eschrichtii.jpg|thumb|La «lanterna» di una [[Lophiiformes|rana pescatrice abissale]] (''Oneirodes eschrichtii'').]]
Questo tipo di boluminescenza è presente in un numero relativamente ristretto di pesci abissali, ad esempio tra alcune specie bentoniche come i [[Macrouridae|granatieri]] e alcuni [[Moridae|merluzzi abissali]]. I loro fotofori si sono sviluppati Leurs photophores se sont développés en continuité de l'appareil digestif, les bactéries sont issues de la [[flore intestinale]] (principalement ''Photobacterium phosphoreum'') qui permet un approvisionnement durable. Le nombre de petits photophores est habituellement de 1 ou 2.
 
Chez les poissons abyssaux pélagiques, les [[baudroies abyssales]] possèdent leur organe lumineux à l'extrémité d'une sorte de canne qui n'est pas relié au tube digestif. On ignore comment les bactéries arrivent sur la « lanterne » et la capacité du poisson à régler l'intensité de celle-ci. On sait que les bactéries du genre ''[[Vibrio]]'' sont impliquées, mais leur [[culture microbiologique|culture]] n'a pas encore été réussie.
 
Nel pesce bentonico abissale ci sono alcuni granatieri e qualche merluzzo abissale. I loro fotofori si sono sviluppati in continuità del sistema digestivo, i batteri derivano dalla flora intestinale (principalmente il fotobacterium fosforo) che consente un approvvigionamento sostenibile. Il numero di piccole candele teal di solito è 1 o 2.
 
Nei pesci pelagici abissali, la rana pescatrice abissale possiede il loro organo luminoso alla fine di una specie di canna che non è collegata al tubo digerente. Non si sa come i batteri arrivino sulla "lanterna" e la capacità del pesce di regolarne l'intensità. I batteri del vibrione sono noti per essere coinvolti, ma la loro coltivazione non ha ancora avuto successo.
 
=== Bioluminescence chimique ===
{{...}}
=== Sens ===
[[Fichier:Smooth lanternshark nmfs2.jpg|thumb|Les yeux des [[requins-lanternes]] détectent la moindre variation de la luminosité.]]
Comme bon nombre d'entre eux vivent dans les régions dépourvues de lumière solaire, ils ne peuvent compter uniquement sur leur vision pour localiser leurs proies et éviter leurs prédateurs, ils ont donc évolué de manière appropriée. La plupart des poissons abyssaux ne sont pas des [[poisson aveugle|poissons aveugles]], certains n'ont pas d'yeux fonctionnels, comme ''[[Neoceratias spinifer ]]'', mais certains ont développé de très grands yeux adaptés à l'obscurité, capables de percevoir la moindre variation de la luminosité, comme les [[Opisthoproctidae|revenants]].
 
On estime que les trois quarts des poissons abyssaux sont munis de [[photophore]]s <ref name="TS"/>, source de [[bioluminescence]], mais n'en ont pas la même utilisation. Les haches d'argent utilisent leurs photophores ventraux pour effacer leur silhouette, visible d'en-dessous à cause du crépuscule abyssal, tandis que les [[Melanocetidae|baudroies abyssales]] utilisent un appât bio-luminescent au bout d'une tige frontale ([[Illicium (poissons)|illicium]]) pour attirer leurs proies. Les scientifiques pensent que la bioluminescence peut également servir pour la communication entre les poissons de la même espèce, notamment pour la reproduction.
 
Leur cycle de vie peut se passer exclusivement dans les abysses ou bien dans des eaux peu profondes au stade juvénile puis à la surface à l'âge adulte.
 
En raison de l'absence quasi totale de [[photosynthèse|lumière photosynthétique]] dans cet environnement, la plupart des poissons s'appuient sur la matière organique tombant des niveaux supérieurs, la [[neige marine]], ou, dans de rares cas, sur les éléments nutritifs autour des [[cheminée hydrothermale|cheminées hydrothermales]].
 
== Pêche profonde ==
{{Article détaillé|Pêche profonde}}
=== Historique ===
La pêche de poissons abyssaux remonte au {{s-|XIX}} : le zoologiste français [[Joseph Risso]] faisait ses recherches à partir de spécimens pêchés entre 800 et 1200 mètres de profondeur par des [[palangrier]]s de [[Villefranche-sur-Mer]]. La réduction des stocks de poissons dans la [[zone photique]] provoquée par la [[surpêche]] a amené certaines pêcheries industrielles à s'intéresser aux poissons des profondeurs, en passant de la [[Pêche (halieutique)|pêche halieutique]] du [[plateau continental (géophysique)|plateau continental]] aux pentes du plateau continental, jusqu'à des profondeurs de {{formatnum:1600}} mètres<ref name="Desbruyères"/>. C'est à l'aide du [[Chalutage de fond#Chalut de fond|chalutage de fond]] qu'ils parviennent à capturer cette faune.
 
=== Espèces halieutiques ===
[[Fichier:Mountain of dogfish.jpg|vignette|Un filet remontant des [[Squalus acanthias|aiguillats communs]].]]
Les poissons abyssaux constituent une ressource halieutique et de nombreuses espèces sont consommées par l'Homme. Parmi elles, les plus consommées sont le [[colin d'Alaska]], les [[Trichiuridae|sabres de mer]], les [[Baudroie|baudroies]], les [[béryx]] et les [[flétan]]s qui vivent à plusieurs centaines de mètres de profondeur.
<!--Les Gadiformes Beryciformes Pleuronectiformes Rajiformes Squaliformes, qui dans la plupart des cas sont des [[Poisson benthique|poissons benthiques]]. Les poissons prédateurs nageant près du fond ont des muscles qui ont évolué pour soutenir leur dynamique et une couche intermédiaire aqueuse dans le corps tout entier sous la pression pour assurer la flottabilité souvent que peut stocker la graisse excédentaire. Les [[Alepisauridae|cavalos]] en poissons de haute mer poissons d'eau profonde de natation en grand excès de 1m de longueur, étant donné son nom à la viande et cuire fondre. --->
 
Comme indiqué précédemment, de nombreux poissons abyssaux nagent grâce à de la graisse accumulée dans le corps, certains sous forme d'[[huile]] et d'autres sous forme d'une matière grasse analogue à de la [[cire]]. Le corps humain ne peut digérer cette cire, elle peut même causer des [[douleurs abdominales]] et la [[diarrhée]] à des doses élevées. L'[[escolier noir]] et le [[rouvet]] de la [[Famille (biologie)|famille]] des [[escolars]] ont une forte concentration de cette « cire », ce qui leur vaut d'être interdit à la vente dans certains pays comme au [[Japon]]. Les [[poissons-lanternes]] accumulent la cire dans leur corps seulement lors de leur [[migration verticale]] diurne.
 
=== Une nouvelle ressource halieutique ===
[[Fichier:Lobianchia dofleini.jpg|thumb|Les [[poissons-lanternes]] sont les poissons les plus abondants dans les profondeurs ( ici ''Lobianchia dofleini''). ]]
La pêche au [[chalut]] des poissons d'eau profonde attrape un grand nombre de d'espèces de poissons. La plupart sont transformés en pâte de poisson ([[Surimi]]) (comme ''[[Nezumia kamoharai]]'', etc) en l'absence de valeur marchande, mais les poissons traditionnels d'eau profonde entrent dans le cadre de la consommation locale dans de nombreuses régions.
 
Les [[poissons-lanternes]] étant, de loin, les poissons de mer les plus courants dans les profondeurs. Ils constituent une ressource pour subvenir à la demande alimentaire mondiale croissante. Les poissons-lanterne sont comestibles, mais à cause de l'excès de graisse de nombreuses espèces ne peuvent être consommées par l'homme. La [[Biomasse (écologie)|biomasse]] totale de poissons abyssaux a été estimé à au moins 9,5 millions de tonnes.
=== Une ressource en danger ===
[[Fichier:Fish0057 - Flickr - NOAA Photo Library.jpg|gauche|vignette|Pêche de poissons abyssaux.]]
[[Fichier:Beryx decadactylus 4.jpg|thumb|Un [[béryx commun]] dans un [[récif corallien d'eau froide]].]]
Cette pêche a provoqué des dégâts considérables sur l'environnement, par des pêches non sélectives et des impacts aux [[récif corallien d'eau froide|récifs coralliens profonds]]<ref name=Abysses/>, bien que des efforts aient été faits dans l'Atlantique Nord<ref name="OSPAR"/> et dans l’[[océan austral]]. Les poissons abyssaux ne peuvent pas supporter la pêche intensive, notamment à cause de la lenteur de leur croissance et de leur rythme de reproduction, ils atteignent pour la plupart leur maturité sexuelle environ au même âge que les hommes<ref name="Devine"/>. La diminution des possibilités pour les mâles et les femelles d'entrer en contact pour se reproduire et la surexploitation des ressources supérieure au [[Recrutement (biologie)|recrutement]] peut, dans le pire des cas, conduire à l'extinction de la ressource. En [[2006]], une diminution dramatique des stocks de [[morue]]s, au nord-ouest de l'Atlantique, a été signalé. L’[[organisation des Nations Unies pour l'alimentation et l'agriculture]] (FAO) a tiré la sonnette d'alarme en appelant les états à une bonne gestion pour la protection des ressources halieutiques.
 
La faune abyssale dépend des débris organiques provenant des couches supérieures (la [[neige marine]]), composés essentiellement de poissons et de planctons morts, et la raréfaction de la population en surface a un effet immédiat sur la vie dans les abysses. Le cas le plus probant est celui des [[carcasse de baleine|carcasses de baleine]], qui constituent de véritables oasis pour les poissons des profondeurs, mais la diminution de la population des grands cétacés provoque la raréfaction de cet apport vital<ref name=Abysses/>.
 
En raison de leur environnement hostile à l'homme, il est difficile d'évaluer avec précision l'état actuel des populations. Ainsi, presque tous les poissons abyssaux sont classés par l'[[UICN]] sous le [[statut de conservation]] "DD" (données insuffisantes). Une étude réalisée en [[2006]] par des chercheurs canadiens a découvert que cinq espèces de poissons abyssaux - le [[grenadier de roche]], [[Macrourus berglax|grenadier berglax]], le [[hoki]], un [[poisson-tapir à épines]] et la [[raie à queue épineuse]] - sont au bord de l'extinction<ref name="Devine"/>. Depuis, ces études ont été relativisées par les progrès de la connaissance scientifique selon le [[Conseil international pour l'exploration de la mer]].
 
[[Fichier:Coryphaenoides rupestris Fisherie.jpg|thumb|Le [[grenadier de roche]] est soupçonné de se raréfier.]]
En Europe, selon l'[[Organisation non gouvernementale|ONG]] [[Greenpeace]], c'est la [[politique commune de la pêche]] (PCP) de l'[[Union européenne]] qui est en cause. Les prélèvements sur le stock sont trop importants, avec 90 % des espèces pêchées sont surexploitées et les méthodes de pêche sont jugées destructrices avec jusqu'à 80 % d'espèces pêchées accidentellement et gaspillées. Ce secteur est jugé sur-subventionné et non-rentable, les états européens ayant subventionné une flotte industrielle sur-équipée. La PCP a permis une délocalisation de la pêche vers les eaux d'[[Afrique de l'Ouest]], de l'[[océan Pacifique]] ou [[Océan Indien|Indien]] face à l'épuisement des stocks européens<ref name="Greenpeace"/>. Le [[pailona commun]], le [[flétan du Groenland]], le [[grenadier de roche]], le [[hoki]], la [[lingue bleue]], le [[Aphanopus carbo|sabre noir]], le [[sébaste atlantique]] et l'[[Hoplostethus atlanticus|empereur]] sont particulièrement en danger<ref name="danger"/>.
 
Comme tous les 10 ans, la PCP est réformée, de mi 2011 à fin 2013, et souhaite en profiter pour optimiser la qualité des diagnostics et concevoir des plans de gestion et d'exploitation à long terme de ces ressources notamment à travers le programme [[DEEPFISHMAN]] qui regroupe 13 instituts scientifiques européens<ref name="Deepfishman"/>.
 
Le célèbre [[blobfish]] fait partie des espèces menacées de disparition, certains médias ont repris ce symbole pour dénoncer le danger du chalutage de fond<ref name="blobfish"/>.
 
{{clr}}
 
== Poissons des abysses ==
''Note : Liste non-exhaustive. Les noms vernaculaires sont issus du site [[Système d'information taxonomique intégré|SITI]].''
=== Poissons cartilagineux ===
[[Fichier:Chimaera monstrosa Sardinia.jpg|thumb|''[[Chimaera monstrosa]]'']]
[[Fichier:Smooth lanternshark nmfs.jpg|thumb|''[[Etmopterus pusillus]]'']]
[[Fichier:Chlamydoselachus anguineus2.jpg|thumb|''[[Chlamydoselachus anguineus]]'']]
[[Fichier:Mitsu.JPG|thumb|''[[Mitsukurina owstoni]]'']]
* '''[[Chimaeriformes]]''' — Chimères
** [[Callorhinchidae]]
** [[Rhinochimaeridae]]
** [[Chimaeridae]] — Vraies chimères
* '''[[Lamniformes]]'''
** ''[[Mitsukurina owstoni]]'' — Requin lutin
* '''[[Carcharhiniformes]]'''
** [[Scyliorhinidae]]
* '''[[Hexanchiformes]]'''
** [[Chlamydoselachidae]] — Requins-lézards
** [[Hexanchidae]]
* '''[[Squaliformes]]'''
** [[Etmopteridae]] — Requins-lanternes
*** ''[[Etmopterus]]'' — Sagres
** [[Dalatiidae]] — Laimargues
** [[Somniosidae]] — Requins dormeurs
** [[Squalidae]] — Chiens de mer
** [[Echinorhinidae]] — Squales bouclés
** [[Centrophoridae]]
** [[Oxynotidae]]
* '''[[Carcharhiniformes]]'''
** ''[[Pseudotriakis microdon]]'' — Requin à longue dorsale
* '''[[Myliobatiformes]]''' (non reconnu par [[FishBase]])
** [[Hexatrygonidae]]
** [[Plesiobatidae]]
* '''[[Rajiformes]]''' — Raies
** ''[[Bathyraja]]'' — Raies abyssales
 
=== Poissons osseux ===
==== Poissons à nageoires rayonnées ====
[[Fichier:Expl9672 (14505446015).jpg|vignette|[[Halosauridae|Halosaure]]]]
[[Fichier:Armored searobin ( Peristedion miniatum ).jpg|thumb|''[[Peristedion miniatum]]'']]
[[Fichier:Poromitra crassiceps.jpg|thumb|''[[Poromitra crassiceps]]'']]
[[Fichier:Eurypharynx.jpg|thumb|''[[Eurypharynx pelecanoides]]'']]
[[Fichier:Opisthoproctus soleatus.png|thumb|''[[Opisthoproctus soleatus]]'']]
[[Fichier:Photostomias guernei1.jpg|thumb|''[[Photostomias guernei]]'']]
[[Fichier:ArgyropelecusAculeatus.jpg|thumb|''[[Argyropelecus aculeatus]]'']]
[[Fichier:Myctophum punctatum1.jpg|thumb|''[[Myctophum punctatum]]'']]
[[Fichier:Bathypterois dubius1.jpg|thumb|''[[Bathypterois dubius]]'']]
[[Fichier:Bathysaurus mollis.jpg|thumb|''[[Bathysaurus mollis]]'']]
[[Fichier:Coccorella atrata.png|thumb|''[[Coccorella atrata]]'']]
[[Fichier:Regalecus glesne, Naturhistorisches Museum Wien.jpg|thumb|''[[Regalecus glesne]]'']]
[[Fichier:Western softhead grenadier (Malacocephalus occidentalis).jpg|thumb|''[[Malacocephalus occidentalis]]'']]
[[Fichier:L amphirhamphus.jpg|thumb|''[[Lasiognathus amphirhamphus]]'']]
[[Fichier:Himantolophus sp.jpg|thumb|''[[Himantolophus]]'' sp.]]
[[Fichier:Snailfish.jpg|thumb|''[[Elassodiscus tremebundus]]'']]
[[Fichier:Anoplogaster cornuta1.jpg|thumb|''[[Anoplogaster cornuta]]'']]
[[Fichier:Latimeria.jpg|thumb|''[[Latimeria chalumnae]]'']]
 
* '''[[Albuliformes]]'''
** [[Halosauridae]] — Halosaures
** [[Notacanthidae]] — Poissons-tapirs à épines
* '''[[Anguilliformes]]'''
** [[Synaphobranchidae]] — Anguilles égorgées
** [[Colocongridae]]
** [[Congridae]] — Congres
** [[Derichthyidae]]
** [[Nemichthyidae]] — Poissons-avocettes
** [[Nettastomatidae]] — Anguilles à bec de canard
** [[Serrivomeridae]]
* '''[[Saccopharyngiformes]]'''
** [[Cyematidae]]
** [[Saccopharyngidae]]
** ''[[Eurypharynx pelecanoides]]'' — Grandgousier-pélican
** [[Monognathidae]]
* '''[[Argentiniformes]] ou [[osmeriformes]]'''
** [[Argentinidae]] — Argentines
** [[Opisthoproctidae]] — Revenants
** [[Microstomatidae]]
** [[Platytroctidae]]
** [[Bathylagidae]] — Garcettes
** [[Alepocephalidae]]
** [[Leptochilichthyidae]]
* '''[[Stomiiformes]]'''
** [[Gonostomatidae]]
** [[Sternoptychidae]] — Haches d'argent
** [[Phosichthyidae]] — Poissons étoilés
** [[Stomiidae]] — Dragons à écailles
* '''[[Ateleopodiformes]]'''
** [[Ateleopodidae]]
* '''[[Aulopiformes]]'''
** [[Ipnopidae]] — Poissons trépieds
** [[Notosudidae]] — Poissons guetteurs
** [[Scopelarchidae]] — Yeux-perlés
** [[Evermannellidae]] — Poissons à dents de sabres
** [[Alepisauridae]] — Cavalos
** [[Paralepididae]] — Lussions
** [[Bathysauridae]] — Poissons-lézards des abysses
** [[Giganturidae]] — Poissons-télescopes
* '''[[Myctophiformes]]'''
** [[Neoscopelidae]]
** [[Myctophidae]] — Poissons-lanternes
* '''[[Lampriformes]]'''
** [[Veliferidae]]
** [[Lampridae]] — Opahs
** [[Stylephoridae]] — Stylephoridés
** [[Lophotidae]] — Poissons crêtés
** ''[[Radiicephalus elongatus]]'' — Queue fuselée
** [[Trachipteridae]] — Trachiptères, poissons rubans
* '''[[Polymixiiformes]]'''
** [[Polymixiidae]] — Poissons à barbe
* '''[[Gadiformes]]'''
** [[Muraenolepididae]] — Gadomurènes
** [[Euclichthyidae]]
** [[Macrouridae]] — Grenadiers
** [[Moridae]] — Morues abyssales
** [[Merlucciidae]] — Merlus
* '''[[Ophidiiformes]]'''
** [[Ophidiidae]] — Donzelles
** [[Aphyonidae]]
** [[Carapidae]]
* '''[[Lophiiformes]]'''
** [[Lophiidae]] — Baudroies
** [[Chaunacidae]] — Crapauds de mer
** [[Ogcocephalidae]] — Poisson chauve-souris
** [[Caulophrynidae]] — Baudroies abyssales
** [[Neoceratiidae]] — Baudroies abyssales
** [[Melanocetidae]] — Baudroies abyssales
** [[Himantolophidae]] — Poissons-football
** [[Diceratiidae]]
** [[Oneirodidae]]
** [[Thaumatichthyidae]]
** [[Centrophrynidae]]
** [[Ceratiidae]] — Poissons-pêcheurs
** [[Gigantactinidae]] — Poisson-fouet
** [[Linophrynidae]]
* '''[[Stephanoberyciformes]]'''
** [[Melamphaidae]] — Poissons percés
** ''[[Hispidoberyx ambagiosus]]''
** [[Gibberichthyidae]]
** [[Rondeletiidae]]
** [[Barbourisiidae]]
** [[Cetomimidae]] — ''Flabby whalefishes''
** [[Mirapinnidae]]
** [[Megalomycteridae]]
* '''[[Beryciformes]]'''
** [[Anoplogastridae]] — Poissons-ogres
** [[Diretmidae]]
** [[Trachichthyidae]] — Hoplites
** [[Berycidae]] — Béryx
* '''[[Zeiformes]]'''
** [[Oreosomatidae]]
** [[Parazenidae]]
** [[Zeniontidae]]
** [[Grammicolepididae]]
* '''[[Scorpaeniformes]]'''
** [[Peristediidae]]
** [[Psychrolutidae]]
** [[Bembridae]]
** [[Anoplopomatidae]]
** [[Ereuniidae]]
** [[Liparidae]]
* '''[[Perciformes]]'''
** [[Caristiidae]] — Poissons à crinière
** [[Bathyclupeidae]] — Hareng abyssal
** [[Zoarcidae]] — Lycodes
** [[Chiasmodontidae]] — Avaleurs
** ''[[Icosteus aenigmaticus]]''
** ''[[Scombrolabrax heterolepis]]''
** [[Gempylidae]] — Escolars
** [[Ariommatidae]] — Poissons pailletés
** [[Caproidae]] — Sangliers
* '''[[Pleuronectiformes]]''' — Poissons plats
** [[Poecilopsettidae]]
** [[Samaridae]] — Plies aux grands yeux
** [[Trichiuridae]] — Sabres de mer
 
==== Poissons à nageoires charnues ====
* [[Coelacanthiformes]]
** [[Latimeriidae]] — Cœlacanthes
 
==== Agnathes ====
* [[Myxinidae]] — Myxines
 
== Annexes ==
{{Autres projets|commons = Deep sea fish}}
=== Articles connexes ===
* [[Poisson]]
* [[Faune abyssale]]
* [[Abysse]]s
=== Bibliographie ===
*{{ouvrage|lang=en|nom1=Randall|prénom1=David J.|nom2=Anthony|prénom2=Peter Farrell |année=1997|titre=Deep-sea Fishes |publisher=Academic |lieu=San Diego |pages=196; 225|isbn=978-0123504401|url=https://books.google.fr/books?id=E_yI3mB2QI8C&lpg=PR1&ots=zEadfPbjwA&dq=David%20J.%20Randall%20Deep-sea%20Fishes&hl=fr&pg=PA29#v=onepage&q=David%20J.%20Randall%20Deep-sea%20Fishes&f=false}}
*{{ouvrage |prénom1=Lucien |nom1=Laubier |année=2008 |titre=Ténèbres océanes | sous-titre = Le triomphe de la vie dans les abysses |lieu =Paris |éditeur=Buchet/Chastel |isbn=978-2283022719|pages totales=296}}
 
== Notes et références ==
{{Traduction/Référence|lang1=ja|art1=深海魚|id1=33663257|lang2=en|art2=Deep sea fish|id2=384766565}}
{{Références|colonnes=2|références=
 
<ref name="Randall83">{{harvsp|Randall|Anthony|1997|p=83-99}}</ref>
 
 
<ref name="Laubier255">{{harvsp|Laubier|2008|p=255}}</ref>
<ref name="Laubier109">{{harvsp|Laubier|2008|p=109-115}}</ref>
 
<ref name="Desbruyères">{{ouvrage|prénom1=Daniel|nom1=Desbruyères|titre=Les trésors des abysses|éditeur=Éditions Quae|mois=octobre|année=2010|pages totales=184|isbn=978-2-7592-0605-6|présentation en ligne=http://www.quae.com/fr/livre/?GCOI=27380100304580&fa=author&person_id=4290}}</ref>
 
<ref name=Grey>{{en}} [https://archive.org/details/distributionoffi00grey ''The distribution of fishes found below a depth of 2000 meters''] Grey, Marion 1956</ref>
 
<ref name=Nelson208-209>''Fishes of the World Fourth Edition'' pp.208-209</ref>
 
<ref name="Nelson11-14">{{en}} ''Fishes of the World Fourth Edition'' p.11-14</ref>
 
<ref name="Helfman393-394">''The Diversity of Fishes Second Edition'' pp.393-394</ref>
 
<ref name="Cohen">Cohen(1970)''Fishes of the World Third Edition'' p.11-17;''The Diversity of Fishes Second Edition'' p.201-202</ref>
 
<ref name="Lacépéde">
{{Ouvrage|url=https://archive.org/stream/histoirenaturell13sonni#page/218/mode/2up|titre=Histoire naturelle, générale et particuliere, des poissons : ouvrage faisant suite à l'Histoire naturelle, générale et particulière, composée par Leclerc de Buffon, et mise dans un nouvel ordre par C.S. Sonnini, avec des notes et des additions|date=1801|nom1=de Lacépéde |prénom1=Bernard-Germain|lien auteur=Bernard-Germain de Lacépède|tome=13}}</ref>
 
<ref name="Abysses">{{Ouvrage|url=https://books.google.fr/books?id=3GdKAAAACAAJ&dq=Abysses&cd=1|éditeur=Fayard|titre=Abysses|date=2008|nom1= Nouvian|prénom1=Claire|isbn=9782213625737|page=122}}</ref>
 
<ref name="Abyssobrotula">{{article|langue=en|auteur= Nielsen JG|titre=The deepest living fish Abyssobrotula galatheae. A new genus and species of oviparous ophidioids (Pisces, Brotulidae) |journal=Galathea Rep |année=1977 |volume=|numéro=|pages=41-48|id= }}</ref>
 
<ref name="FishBase">{{lien web |url=http://www.fishbase.org/Summary/speciesSummary.php?ID=17075&genusname=Abyssobrotula&speciesname=galatheae&AT=Abyssobrotula+galatheae&lang=French |titre=''Abyssobrotula galatheae''|éditeur=[[FishBase]]|consulté le=2 novembre 2010}}</ref>
 
<ref name="TS">{{fr}} {{article |prénom1=Germain |nom1=Mathelet |titre=Abysses |sous-titre=Les créatures des ténèbres |périodique=[[Terre sauvage]] |mois=mai |année=1990 |numéro=40 |pages=60-69 |lieu=Paris |issn=0981-4140}}</ref>
 
<ref name="Devine">{{en}} Jennifer A. Devine, Krista D. Baker and Richard L. Haedrich; "Fisheries: Deep-sea fishes qualify as endangered" dans ''Nature'', vol 439, p. 29</ref>
 
<ref name="OSPAR">{{lien web |url=http://qsr2010.ospar.org/fr/ch08.html|titre=Bilan de santé 2010:Exploitation des ressources marines vivantes|éditeur=[[Commission OSPAR]] |consulté le=17 juin 2011}}</ref>
 
<ref name="Greenpeace">{{lien web |url=http://www.greenpeace.org/france/campagnes/oceans/fiches-thematiques/politique-commune-des-peches/|titre=La politique commune des pêches |éditeur=[[Greenpeace]] |consulté le=15 juin 2011}}</ref>
 
<ref name="danger">{{lien web |url=http://www.greenpeace.org/france/fr/campagnes/oceans/documents/les-especes-de-grand-fond-en-d/|titre=Les espèces de grand fond en danger|éditeur=[[Greenpeace]] |consulté le=15 juin 2011}}</ref>
 
<ref name="Deepfishman">{{lien web |url=http://wwz.ifremer.fr/deepfishman|titre=Deepfishman: EU funded research project Management and Monitoring of Deep-sea Fisheries and Stocks |éditeur=[[Ifremer]] |consulté le=15 juin 2011}}</ref>
 
<ref name="blobfish">{{lien web |langue=en|url=http://www.dailymail.co.uk/news/article-1245955/Worlds-miserable-looking-fish-danger-wiped-out.html|titre= Worlds miserable looking fish danger wiped out}} </ref>
}}