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|tipo=Asteroide
|nome=6 Hebe
|immagine= 6Hebe (Lightcurve Inversion)6hebe.png
|didascalia = Ebe ripreso nel 2017 attraverso lo strumento [[SPHERE]] montato sul [[Very Large Telescope]]
|didascalia = Modello tridimensionale di Ebe ottenuto invertendo la curva di luce.<ref>{{Cita|DAMIT||DAMIT}}, 2011.</ref>
|scoperta_autore=[[Karl Ludwig Hencke]]
|data=1º luglio [[1847]]
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|temp_med=~170 [[kelvin|K]]<br />''max:'' ~269 K (-4 [[Celsius|°C]])}}
 
'''Ebe''' ([[Designazione provvisoria degli asteroidi#Le convenzioni precedenti|formalmente]] '''6 Hebe''', dal [[lingua greca|greco]] Ήβη) è uno dei più grandi [[asteroide|asteroidi]] della [[Fascia principale]] ed è probabilmente il [[corpo progenitore]] delle meteoriti [[condriti H]] che rappresentano un notevole 40% di tutte le [[meteorite|meteoriti]] che colpiscono la [[Terra]]. Il simbolo astronomico di Ebe ([[File:6 Hebe.svg|20px]]) rappresenta un [[Calice (bicchiere)|calice]] di vino
 
== Osservazione ==
Ebe è il quinto asteroide per luminosità dopo [[4 Vesta|Vesta]], [[Cerere (astronomia)|Cerere]], [[7 Iris|Iris]] e [[2 Pallas|Pallade]]. All'[[Opposizione (astronomia)|opposizione]], raggiunge mediamente una magnitudine pari a 8,3,<ref name=Mohd>{{cita web |lingua=en |cognome=Odeh |nome=Moh'd |url=http://jas.org.jo/index.php/en/subjects/articles/97-the-brightest-asteroids |titolo=The Brightest Asteroids |editore=Jordanian Astronomical Society |accesso=8 agosto 2015}}</ref> quasi uguale a quella di [[Titano (astronomia)|Titano]]. In condizioni particolarmente favorevoli può raggiungere una magnitudine poco superiore a 7,5.<ref name=eff>Calcolato utilizzando il [{{cita testo|url=http://ssd.jpl.nasa.gov/horizons.cgi?find_body=1&body_group=sb&sstr=6 |titolo=JPL Horizons]}}.</ref><ref>{{cita web |lingua=en |titolo=Effemeridi per (6) Hebe per il periodo dal 16 luglio 2015 al 2030 |sito=AstDyS-2, Asteroids - Dynamic Site |editore=Dipartimento di Matematica, Università di Pisa |url=http://hamilton.dm.unipi.it/astdys/index.php?pc=1.1.3.1&n=6&oc=500&y0=2015&m0=8&d0=8&h0=16&mi0=38&y1=2030&m1=9&d1=7&h1=17&mi1=38&ti=1.0&tiu=days |accesso=8 dicembre 2016}}</ref> L'asteroide quindi non è mai visibile ad [[occhio nudo]] ed è osservabile con un [[telescopio]] di 50&nbsp;mm di diametro o superiore.<ref>Un tale strumento permette un guadagno di 4 magnitudini e mezzo all'osservatore, calcolato utilizzando la formula fornita da {{cita libro |lingua=inglese |titolo=Asteroids and Dwarf Planets and How to Observe Them|url=https://archive.org/details/asteroidsdwarfpl0000dymo |autore-capitolo=Dymock, Roger |editore=Springer |anno=2010 |pp= [https://archive.org/details/asteroidsdwarfpl0000dymo/page/88 88]-89 |url_capitolourlcapitolo=http://books.google.it/books?id=vQcAnwt_87sC&pg=PA88&dq=#v=onepage&q&f=false |capitolo=Limiting Magnitude |accesso=8 agosto 2015|isbn=1-4419-6438-X}}</ref>
 
== Scoperta e nome ==
 
[[File:Karl Ludwig Hencke.png|thumb|left|[[Karl Ludwig Hencke]] scoprì Ebe il 1º luglio [[1847]].]]
 
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Si trattava della prima scoperta di un nuovo pianeta (così com'erano allora considerati gli asteroidi<ref>Per approfondire si consulti la voce [[Definizione di pianeta]].</ref>) in 38 anni e Hencke ne fu incoraggiato a proseguire le proprie osservazioni. Fu così che il 1º luglio [[1847]] individuò un nuovo oggetto che non risultava presente sulle carte astronomiche in suo possesso; lo osservò di nuovo il 3 luglio e notò che si era spostato, avendo la certezza di aver scoperto un nuovo pianeta.<ref name=Hind_Hebe>{{Cita|John Russell Hind|pp. 121-122|Hind}}, 1852.</ref><ref Name=Scoperta_1>{{Cita|MNRAS|p. 283|Scoperta}}, 1847.</ref> Il giorno seguente avvisò Johann Encke, che poté osservare Ebe il 5 luglio da Berlino<ref Name=Scoperta_2>{{Cita|MNRAS|p. 303|Osservazioni_succ}}, 1847.</ref> e ne diede notizia a [[Heinrich Christian Schumacher|Heinrich Schumacher]] e [[Carl Ludwig Christian Rümker|Carl Rümker]]. Dopo aver ripetuto le osservazioni da Amburgo e [[Distretto di Altona|Altona]], quest'ultimi ne diedero notizia sul [[Monthly Notices of the Royal Astronomical Society]].<ref Name=Scoperta_1/><ref Name=Scoperta_2/>
 
Karl Hencke invitò [[Carl Friedrich Gauss]] ad assegnare un nome all'asteroide,<ref name=Hind_Hebe/> che fu così battezzato in onore di [[Ebe]], figura della [[mitologia greca]], figlia di [[Zeus]] e di [[Era (mitologia)|Era]] e personificazione della giovinezza fiorente.<ref name=mito>{{cita libro |titolo=Mitologia classica illustrata |autore=Felice Ramorino |editore=Hoepli editore |anno=1984 |isbn=9788820310608 |pp=140-141}}</ref> Come per gli altri asteroidi scoperti precedentemente, ad Ebe fu assegnato un [[simbolo astronomico]], [[File:6 Hebe Astronomicalsymbol Symbol(elaborate).svg|15px|Antico simbolo di Ebe]],<ref name=Storia/> a richiamare l'incarico della dea quale coppiera degli dei.<ref name=mito/> Tuttavia, nel 1851 (quando il numero di asteroidi scoperti raggiunse le 15 unità) Johann Encke propose l'adozione di un differente sistema di identificazione, suggerendo di utilizzare un numero corrispondente all'ordine di scoperta racchiuso in un circoletto, che fu rapidamente adottato nelle riviste scientifiche. Al crescere del numero degli asteroidi scoperti, si ricorse poi al numero tra parentesi tonde seguito dal nome, secondo l'uso odierno della [[Designazione provvisoria degli asteroidi#Le convenzioni precedenti|designazione asteroidale]].<ref name=Storia>{{Cita web |lingua=en |titolo=When did asteroids become minor planets? |autore=Hilton, J.L. |data=16 novembre 2007 |editore= U.S. Naval Observatory |url=http://aa.usno.navy.mil/faq/docs/minorplanets.php |accesso=7 settembre 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070921162818/http://aa.usno.navy.mil/faq/docs/minorplanets.php |urlmorto=sì }}</ref>
 
== Fonte principale di meteoriti ==
|didascalia[[File:6Hebe =(Lightcurve Inversion).png|thumb|Modello tridimensionale di Ebe ottenuto invertendo la curva di luce.<ref>{{Cita|DAMIT||DAMIT}}, 2011.</ref>]]
 
Ebe è probabilmente il corpo progenitore delle meteoriti condriti H e delle meteoriti ferrose IIE. L'implicazione notevole è che il pianetino potrebbe essere la fonte di circa il 40% di tutte le meteoriti che colpiscono la Terra. La prova di questa connessione include quanto segue (secondo [[Michael J. Gaffey]] e [[Sarah L. Gilbert]]):
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* Ebe è situato in una posizione estremamente favorevole: i detriti che si distaccano dalla sua superficie vengono proiettati dalla gravità di [[Giove (astronomia)|Giove]] direttamente lungo orbite che incrociano quella terrestre. Gli [[ejecta]] che possiedono velocità relativamente piccole (~280&nbsp;m/s) possono entrare nelle regioni caotiche della [[lacuna di Kirkwood]] 3:1 situata a 2,50 [[unità astronomica|AU]] e nella vicina [[risonanza secolare]] <math>\nu_6</math> che determina l'elevato angolo di [[inclinazione (orbita)|inclinazione]] (16° circa) della Fascia principale nei suoi pressi.
* Fra gli asteroidi in questa orbita "in posizione favorevole", Ebe è il più grande.
* Un'analisi dei probabili contributori al flusso di meteoriti della Terra piazza Ebe al primo posto della lista, grazie alla sua posizione e alle relative grandi dimensioni. ''Se Ebe non è il corpo progenitore delle condriti H, allora dove sono le meteoriti che provengono da Ebe?''<ref>[{{cita testo|url=http://adsabs.harvard.edu/cgi-bin/nph-bib_query?bibcode=1998M%26PS...33.1281G&db_key=AST&data_type=HTML&format=&high=438c93072f28336 |titolo=Asteroid 6 Hebe: The probable parent body of the H-Type ordinary chondrites and]}}</ref>
 
== Caratteristiche fisiche ==
[[File:Modello di Hebe.png|thumb|left|Modello di Ebe]]
Le analisi della [[curva di luce]] suggeriscono che Ebe abbia una forma piuttosto spigolosa, dovuta probabilmente a diversi larghi crateri da impatto. Ebe ruota in direzione [[Moto progrado|prograda]], con il polo nord che punta in direzione delle [[sistema di coordinate eclittiche|coordinate eclittiche]] (β, λ) = (45°, 339°) con un'incertezza di circa 10°. Ciò restituisce un'[[inclinazione assiale]] pari a 42°.
 
Ebe possiede una superficie brillante e, se la sua identificazione come corpo progenitore delle condriti H è corretta, una composizione superficiale di rocce condritiche silicate mischiate a porzioni di [[nichel]] e [[ferro]] allo stato [[metallo|metallico]]. Uno scenario probabile per la formazione del metallo superficiale è il seguente:
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== Jebe ==
 
Il 5 marzo del [[1977]] Ebe [[occultazione|occultò]] [[Kaffaljidhma]] ([[Gamma (lettera)|γ]] [[Cetus|Ceti]]), una [[stella]] non molto brillante, di [[magnitudine apparente|magnitudine]] 3. Non sono state osservate altre occultazioni di Ebe.
 
Come risultato di quell'occultazione, fu riportata da [[Paul D. Maley]] l'esistenza di un suo piccolo [[satellite naturale|satellite]] di 20&nbsp;km di diametro, a una distanza di 900&nbsp;km da Ebe.<ref>[{{cita testo|url=http://www.johnstonsarchive.net/astro/asteroidmoonsq.html |titolo=Other reports of asteroid/TNO companions]}}</ref> Il satellite fu soprannominato Jebe (in inglese, ''Hebe Jebe'' =o ''Heebie Jeebie'' è una melodia molto conosciuta). Tuttavia, la scoperta non è mai stata confermata.
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
=== Libri ===
* {{cita libro |lingua=en |autore-capitolo=John Russell Hind |anno=1852 |titolo=The Solar System: Descriptive Treatise Upon the Sun, Moon, and Planets, Including an Account of All the Recent Discoveries |editore=G. P. Putnam |città=New York |pp=121-122 |capitolo=Hebe |url=https://archive.org/details/solarsystemdescr00hind |accesso=8 agosto 2015 |cid=Hind}}
 
=== Articoli scientifici ===
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*{{cita pubblicazione |lingua=en |titolo=Observations of Hebe |rivista=Monthly Notices of the Royal Astronomical Society |volume=7 |p=303 |anno=1847 |doi=10.1093/mnras/7.17.303 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1847MNRAS...7..303. |accesso=9 dicembre 2016 |cid=Osservazioni_succ}}
*{{cita pubblicazione |lingua=en |titolo=Notice of discovery Hebe of, July 1, 1847 |autore=John Herschel |wkautore=John Frederick William Herschel |rivista=Monthly Notices of the Royal Astronomical Society |volume=8 |pp=102-107 |anno=1848 |doi=10.1093/mnras/8.4.103 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1848MNRAS...8..103H |accesso=9 dicembre 2016 |cid=Scoperta_seguito}}
* {{cita web | url = http://www.psi.edu/pds/archive/astdata04/simps04/diamalb.tab | titolo = Supplemental IRAS Minor Planet Survey | accesso = 2 dicembre 2005 | urlarchivio = https://archive.is/20060623213811/http://www.psi.edu/pds/archive/astdata04/simps04/diamalb.tab | urlmorto = sì }}
* {{cita web | url = http://www.psi.edu/pds/archive/lc.html | titolo = Planetary Data System Small Bodies Node, lightcurve parameters | accesso = 2 dicembre 2005 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20060614093519/http://www.psi.edu/pds/archive/lc.html/ | urlmorto = sì }}
* {{cita libro |lingua=en |titolo=The recent progress of astronomy: especially in the United States |autore-capitolo=Elias Loomis |editore=Harper |anno=1851 |capitolo=The Discovery of Several Asteroids |pp=60-71 |url_capitolourlcapitolo=https://books.google.it/books?id=QlFYAAAAYAAJ&pg=PA60&dq=#v=onepage&q&f=false |accesso=21 ottobre 2015 |cid=Loomis}}
* R. Johnston ''Other reports of Asteroid/TNO Companions''
* J. Torppa ''et al'', ''[{{cita testo|url=http://www.rni.helsinki.fi/~mjk/thirty.pdf |titolo=Shapes and rotational properties of thirty asteroids from photometric data]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151106103549/http://www.rni.helsinki.fi/~mjk/thirty.pdf }}'', Icarus, Vol. 164, p.&nbsp;346 (2003).
* G. Mickalak ''[{{cita testo|url=http://www.edpsciences.org/articles/aa/pdf/2001/29/aa10228.pdf?access=ok|titolo=Determination of asteroid masses|accesso=3 febbraio 2018|dataarchivio=7 marzo 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060307181251/http://www.edpsciences.org/articles/aa/pdf/2001/29/aa10228.pdf?access=ok Determination of asteroid masses]|urlmorto=sì}}'', Astronomy & Astrophysics, Vol. 374, p.&nbsp;703 (2001).
* M. J. Gaffey & S. L. Gilbert ''[{{cita testo|url=http://adsabs.harvard.edu/cgi-bin/nph-bib_query?bibcode=1998M%26PS...33.1281G&amp;db_key=AST&amp;data_type=HTML&amp;format=&amp;high=438c93072f28336 |titolo=Asteroid 6 Hebe: The probable parent body of the H-Type ordinary chondrites and the IIE iron meteorites]}}'', Meteoritics & Planetary Science, Vol. 33, p.&nbsp;1281 (1998).
* [[Alessandro Morbidelli (astronomo)|A. Morbidelli]] ''et al'', ''[{{cita testo|url=http://articles.adsabs.harvard.edu/cgi-bin/nph-iarticle_query?1994A%26A...282..955M&amp;data_type=PDF_HIGH&amp;type=PRINTER&amp;filetype=.pdf |titolo=Delivery of meteorites through the ν<sub>6</sub> secular resonance]}}'', Astronomy & Astrophysics, Vol. 282, p.&nbsp;955 (1994).
 
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