Partito Popolare Italiano (1994): differenze tra le versioni

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{{Partito politico
Con la denominazione di '''Partito Popolare Italiano''' (PPI) si sono identificati due diversi partiti politici, entrambi di ispirazione cattolica.
|nome = Partito Popolare Italiano
|logo = Partito Popolare Italiano.svg
|segretario = [[#Segretario|vedi sotto]]
|presidente = [[#Presidente|vedi sotto]]
|vicesegretario = [[#Vicesegretario|vedi sotto]]
|coordinatore = [[#Coordinatore|vedi sotto]]
|stato = ITA
|fondazione = 18 gennaio [[1994]]
|derivato da = [[Democrazia Cristiana]]
|dissoluzione = 24 marzo [[2002]]
|confluito in = [[Democrazia è Libertà - La Margherita|La Margherita]]
|sede = [[Piazza del Gesù (Roma)|Piazza del Gesù]], 46 - 00186 [[Roma]]
|abbreviazione = PPI
|partito =
|ideologia = [[Cristianesimo democratico]]<ref name="Banchoff" /><ref name="AnttiroikoMälkiä2007">{{Cita libro|autore1=Ari-Veikko Anttiroiko|autore2=Matti Mälkiä|titolo=Encyclopedia of Digital Government|url=http://books.google.com/books?id=iDrTMazYhdkC&pg=PA389|accesso=19 luglio 2013|anno=2007|editore=Idea Group Inc (IGI)|isbn=978-1-59140-790-4|p=389|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131009062000/http://books.google.com/books?id=iDrTMazYhdkC&pg=PA389|dataarchivio=9 ottobre 2013|urlmorto=no}}</ref><br />[[Cristianesimo sociale]]
|internazionale = [[Internazionale Democratica Cristiana]]
|collocazione = [[Centrismo|Centro]]/[[Centro-sinistra]]<ref name="Banchoff">{{Cita libro|autore=T. Banchoff|titolo=Legitimacy and the European Union|url=http://books.google.com/books?id=GgvLEFPY8l4C&pg=PA126|accesso=26 agosto 2012|data=28 giugno 1999|editore=Taylor & Francis|isbn=978-0-415-18188-4|p=126|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130602174428/http://books.google.com/books?id=GgvLEFPY8l4C&pg=PA126|dataarchivio=2 giugno 2013|urlmorto=no}}</ref><ref>anche se ufficialmente, essendo tra gli eredi diretti della Democrazia Cristiana, rivendicava il centrismo, le sue posizioni [[Progressismo|progressiste]] lo spostarono verso sinistra</ref>
|coalizione = [[Patto per l'Italia]] <small>(1994)</small><br />[[L'Ulivo]] <small>(1995-2002)</small>
|partito europeo = [[Partito Popolare Europeo]]
|gruppo parlamentare europeo = [[Gruppo del Partito Popolare Europeo]]
|seggi1 = {{Seggi|67|630|P|a=[[Elezioni politiche in Italia del 1996|1996]]}}
|seggi2 = {{Seggi|31|315|P|a=[[Elezioni politiche in Italia del 1996|1996]]}}
|seggi3 = {{Seggi|9|87|P|a=[[Elezioni europee del 1994 in Italia|1994]]}}
|seggi4 =
|testata = ''[[Il Popolo]]''<br>''[[La Discussione]]'' (1994-1995)
|giovanile = Giovani Popolari
|iscritti = 172.711<ref>{{Cita web|url = http://archivio.agi.it/articolo/98ce0985b54e3edf041c75ea61633099_19970108_ppi-i-numeri-congressuali/?query=direzione_nazionale_ppi&year=1997&month=1|titolo = Ppi: i "numeri" congressuali {{!}} Agi Archivio|accesso=24 ottobre 2015|sito = archivio.agi.it|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20151118120604/http://archivio.agi.it/articolo/98ce0985b54e3edf041c75ea61633099_19970108_ppi-i-numeri-congressuali/?query=direzione_nazionale_ppi&year=1997&month=1|dataarchivio = 18 novembre 2015}}</ref>
|anno iscritti = 1997
|colori = [[Blu]], [[Bianco]]
}}
 
Il '''Partito Popolare Italiano''' ('''PPI''') è stato un [[partito politico]] [[italia]]no di [[Centrismo|centro]], fondato il 18 gennaio [[1994]] quale erede diretto della [[Democrazia Cristiana]].
 
La sua esperienza, caratterizzata da un esplicito riferimento all'[[Partito Popolare Italiano (1919)|omonima formazione]] di [[Luigi Sturzo]] del [[1919]], si è conclusa agli inizi degli [[Anni 2000|anni duemila]] confluendo nella [[Democrazia è Libertà - La Margherita|Margherita]]. L'eredità è formalmente raccolta nell'Associazione Politica I Popolari, associazione creata per disposizione congressuale dell'ultimo Congresso Nazionale del PPI. A livello europeo aderiva al [[Partito Popolare Europeo]], partito democristiano e conservatore, mentre in Italia faceva parte, dal [[1995]], della coalizione di [[centro-sinistra]] promossa da [[Romano Prodi]].
== Partito Popolare Italiano (1919-1926) ==
 
== Storia ==
Il '''Partito Popolare Italiano''' (PPI) fu fondato il [[18 gennaio]] [[1919]] su iniziativa del sacerdote siciliano [[Luigi Sturzo]], aggregando le diverse componenti del movimento cattolico.
 
=== Preludio e nascita del partito ===
Il PPI ottenne subito ottimi risultati alle elezioni del [[16 novembre]] [[1919]] (le prime dopo la riforma elettorale in senso proporzionale), conseguendo il 20,5% dei voti e 100 deputati, come pure in quelle svoltesi il [[19 maggio]] [[1921]], con il 20,4% dei voti e 108 deputati.
{{vedi anche|Frammentazione della Democrazia Cristiana}}
[[File:Mino Martinazzoli.jpg|sinistra|miniatura|Mino Martinazzoli, ultimo [[Segretari della Democrazia Cristiana|segretario della DC]] e primo segretario del PPI]]
Il 12 ottobre 1992 [[Mino Martinazzoli]] venne eletto [[segretario della Democrazia Cristiana]], succedendo ad [[Arnaldo Forlani]], mentre il partito si trovava in crisi di consensi, in seguito agli scandali di [[Tangentopoli]] che videro coinvolti diversi suoi dirigenti nazionali; in un momento in cui si doveva fronteggiare anche la crescita della [[Lega Nord]] e una situazione storica internazionale che vedeva il termine del peso dell'influenza [[Unione Sovietica|sovietica]] e un mutevole quadro di molte formazioni politiche nazionali.
 
La linea programmatica di [[Mino Martinazzoli|Martinazzoli]] si palesò all'assemblea programmatica costituente, svoltasi a [[Roma]] tra il 23 il 26 luglio [[1993]]: secondo Martinazzoli, il partito aveva necessità di cambiare profondamente, pur senza rinnegare le sue radici ideali e storiche, trasformandosi da un "''partito delle tessere''" a un "''partito di programma''", fondato sul valore cristiano della solidarietà; e dettò la linea per una "fase costituente", per fare emergere ciò che definì, volendo tracciare una cesura con il passato recente, "terza fase storica della tradizione cattolico-democratica". Si ebbe un azzeramento del tesseramento e una nuova campagna di adesioni, applicando criteri di accettazione più restrittivi.
Fece quindi parte dei vari governi succedutosi in quegli anni: [[Giovanni Giolitti|Giolitti]], [[Ivanoe Bonomi|Bonomi]] e [[Luigi Facta|Facta]].
 
La nuova linea politica della segreteria, per fondare un nuovo partito d'ispirazione cristiana e popolare, venne accettata all'unanimità dall'assemblea DC, trovando la contrarietà solo di [[Ermanno Gorrieri]], che volle poi creare una nuova formazione politica, i [[Cristiano Sociali]]. [[Mariotto Segni]] era invece convinto dell'impossibilità di cambiare dall'interno la [[Democrazia Cristiana]] e si era precedentemente dimesso dal partito, creò i ''Popolari per la Riforma'' e aderì poi ad [[Alleanza Democratica (Italia)|Alleanza Democratica]]. Nella nuova situazione politica, i partiti hanno di fronte una nuova legge elettorale, la [[Legge Mattarella]], nata in seguito a un'iniziativa referendaria, che ebbe anche il sostegno della DC.
L'avvento del fascismo produsse una lacerazione tra la destra favorevole a collaborare con [[Benito Mussolini|Mussolini]] e il resto del partito nettamente contrario, così che nel primo governo Mussolini dell'[[ottobre]] [[1922]], contro il parere del partito, parteciparono alcuni popolari, come [[Vincenzo Tangorra]] (ministro del Tesoro, sino al dicembre 1922) e [[Stefano Cavazzoni]] (ministro del Lavoro e Previdenza Sociale, sino all'aprle 1923).
 
La nuova legge rappresenta un cambiamento dal [[sistema proporzionale]] al [[maggioritario]], il quale, teoricamente, avrebbe potuto creare le condizioni per un [[bipolarismo]] e quindi la necessità di scelta di uno schieramento fra due contrapposti. Volendo seguire le nuove possibili logiche bipolari dettate dalle nuove normative, alcuni esponenti della DC, capeggiati da [[Clemente Mastella]] e [[Pier Ferdinando Casini]], insoddisfatti dalle mancate e chiare scelte di schieramento, temendo anzi una scelta favorevole a un fronte di [[centro-sinistra]], decisero di uscire dal partito, supportando la nuova alleanza politica che veniva proposta da [[Silvio Berlusconi]], e fondarono un nuovo partito chiamato [[Centro Cristiano Democratico]] (CCD).
Nelle elezioni del [[6 aprile]] [[1924]], svoltesi in un clima di violenze e brogli elettorali perpetrati dai fascisti, il PPI riuscì comunque ad ottenere il 9,0% dei voti e 39 deputati.
 
Quando il Partito Popolare fu fondato il 18 gennaio 1994, tutti i deputati e i senatori della DC vi aderirono, con l'esclusione di 22 deputati che scelsero di partecipare alla fondazione del CCD. Alla separazione seguì un accordo per la cessione del 15% del patrimonio.
Nel [[1924]], dopo il delitto [[Giacomo Matteotti|Matteotti]], il PPI assunse una ferma posizione antifascista e partecipò alla secessione dell’[[Aventino]], contro la volontà delle gerarchie ecclesiastiche.
 
=== Elezioni politiche del 1994 ===
Soppresso dal regime fascista il [[5 novembre]] [[1926]], come tutti i partiti, i suoi dirigenti emigrarono all'estero, come don Sturzo (in esilio già dal [[1924]]) o si ritirarono dalla vita politica attiva, come il segretario del partito [[Alcide De Gasperi]], ma nel [[1942]] essi costituirono il nucleo fondamentale della nascente [[Democrazia Cristiana]] (DC).
{{Vedi anche|Elezioni politiche in Italia del 1994}}
Nonostante la diversa situazione politica, il Partito Popolare di Martinazzoli intendeva continuare nella sua vocazione di centro, alternativo sia al [[Partito Democratico della Sinistra]] (PDS), sia alle alleanze collocabili a destra che emergevano con [[Forza Italia (1994)|Forza Italia]] e [[Alleanza Nazionale]].
 
Il Partito Popolare Italiano esordisce alle [[Elezioni politiche in Italia del 1994|elezioni politiche del 1994]] nella coalizione nota come [[Patto per l'Italia]], guidata da [[Mariotto Segni]] (che presenterà anche la lista [[Patto Segni]] con l'ex [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio]] [[Partito Socialista Italiano|socialista]] [[Giuliano Amato]]) e composta anche dal [[Partito Repubblicano Italiano]] di [[Giorgio La Malfa]].
=== Segretari ===
 
Il PPI in queste elezioni subì una grossa sconfitta e la strategia di riproporre il centro risultò penalizzante a causa delle contrapposizioni imposte dal maggioritario.
*[[Luigi Sturzo]] (1919 - 1923)
*[[Alcide De Gasperi]] (1923 - 1926)
 
Nei collegi uninominali, la coalizione ottenne a livello nazionale alla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]] il 16,7%, pari a più di 6 milioni di voti, ma che comportarono l'assegnazione di solo 4 seggi<ref name=dettagli>Tre in Campania, uno in Sardegna, avvantaggiandosi in alcuni casi del numero maggiore di candidati del collegio (con [[Alleanza Nazionale]] e [[Forza Italia (1994)|Forza Italia]]-[[Centro Cristiano Democratico|CCD]] in competizione fra loro).</ref>. Gli altri seggi furono spartiti dalle altre due coalizioni che risultarono prevalenti: il [[Polo delle Libertà]]/[[Polo del Buon Governo]] e i [[Progressisti]].
=== Congressi ===
 
Nella quota proporzionale il PPI raccolse l'11,1% dei voti, confermando l'andamento che la DC ebbe nelle elezioni amministrative del novembre 1993<ref name="elam1993">Nelle elezioni amministrative del 21-22 novembre 1993, col sistema maggioritario e l'elezione diretta del sindaco, hanno votato 11 milioni di elettori e hanno compreso i comuni di Roma, Napoli, Genova, Venezia, Trieste e Palermo.
*I Congresso - Bologna, 14-16 giugno 1919
*II Congresso - Napoli, 8-11 aprile 1920
*III Congresso - Venezia, 20-23 ottobre 1921
*IV Congresso - Torino, 12-13 aprile 1923
*V Congresso - Roma, 28-30 giugno 1925
 
Complessivamente, nei comuni con oltre 15.000 abitanti, ottenne l'11,2% dei consensi.</ref>, ma che rappresentano un terzo dei consensi della vecchia DC; così il PPI che nella precedente legislatura disponeva di 206 deputati e 107 senatori, all'indomani delle elezioni politiche del [[1994]] tornò con 33 seggi alla Camera e 27 al Senato<ref name="ipotesi_proporzionale">Senza considerare valutazioni diverse da parte dell'elettorato basate su una diversa legge elettorale, con il precedente sistema completamente proporzionale il PPI avrebbe eletto 70 deputati e 35 senatori.</ref>.
== Partito Popolare Italiano (1994-2002) ==
 
Il fondatore e segretario [[Mino Martinazzoli]], considerando il risultato elettorale come negativo, si dimise il giorno seguente la conta dei voti e la guida del partito venne assunta da un comitato di reggenza guidato dalla presidente [[Rosa Russo Iervolino]] e composto dai capigruppo di Camera, Senato e Parlamento Europeo: [[Gerardo Bianco]], [[Gabriele De Rosa]] e [[Mario Forte]].
Il nuovo '''Partito Popolare Italiano''' (PPI) fu fondato il [[22 gennaio]] [[1994]], sotto la guida di [[Mino Martinazzoli]], dalla maggioranza della disciolta [[Democrazia Cristiana]] (DC), che volle con questo nome testimoniare un chiaro richiamo alle radici del partito.
 
Con la determinante assenza volontaria di quattro senatori popolari ([[Vittorio Cecchi Gori|Cecchi Gori]], [[Luigi Grillo|Grillo]], [[Nuccio Cusumano|Cusumano]] e [[Tomaso Zanoletti|Zanoletti]], che vennero sospesi di conseguenza dal partito), il [[Governo Berlusconi I]] riuscì ad avere la fiducia, oltre che alla Camera, anche al Senato, ottenendo 159 voti rispetto ai 158 necessari. Ciononostante durò pochi mesi, caduto dopo una mozione di sfiducia presentata dal PPI e dalla [[Lega Nord]], che ritirò il suo appoggio iniziale al Governo. Segretario del Partito intanto divenne [[Rocco Buttiglione]].
Nel [[1994]], volendo rappresentare un'alternativa di centro rispetto ai due schieramenti di destra e di sinistra, partecipò alle elezioni politiche nell'ambito della coalizione del [[Patto per l'Italia]], ottenendo risultati inferiori alle aspettative.
 
Dopo il cambio di governo, in Parlamento furono nominati come capigruppo [[Nicola Mancino]] al Senato, in sostituzione di [[Gabriele De Rosa]], e [[Beniamino Andreatta]] alla Camera, al posto di [[Gerardo Bianco]]. Nel frattempo, il 12 giugno si erano svolte [[Elezioni europee del 1994 in Italia|elezioni europee]]: queste consultazioni registrarono un ulteriore calo del Partito Popolare, che ottenne 3,4 milioni di voti, pari al 9,9%, e 9 seggi (fra gli eletti vi fu [[Gerardo Bianco]]).
A partire dal [[febbraio]] [[1995]], alla linea politica di [[Rocco Buttiglione]] (eletto segretario al I Congresso del partito), favorevole a una intesa con [[Forza Italia]], si contrappose quella della componente di sinistra, orientata invece a sostenere la candidatura dell'economista cattolico [[Romano Prodi]] a leader del centro-sinistra contro [[Silvio Berlusconi]].
 
=== Segreteria Buttiglione ===
Nel [[marzo]] [[1995]] la crisi del partito raggiunse il culmine quando il Consiglio Nazionale, sconfessando l'alleanza elettorale col [[Forza Italia]], annunciata da Buttiglione, lo dichiarò decaduto eleggendo segretario [[Gerardo Bianco]]. Buttiglione rifiutò di lasciare la carica e sospese il Consiglio Nazionale. Una sentenza della magistratura confermò Buttiglione nella carica di segretario, obbligandolo però ad attuare la linea politica fissata dal Consiglio Nazionale.
Con la presenza di 853 delegati, in rappresentanza di 233.000 iscritti, alla fine di luglio del [[1994]] si tenne a [[Roma]] il primo congresso nazionale del partito, per scegliere il sostituto di Martinazzoli alla segreteria, dove si manifestò uno scontro che si polarizzò fra l'ala sinistra e destra del partito, i primi avevano proposto, inizialmente, diverso tempo prima dei lavori, la candidatura dell'ex [[Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani#Presidenti|presidente dell'ACLI]] [[Giovanni Bianchi (politico)|Giovanni Bianchi]], che venne però successivamente ritirata all'ultimo momento, per avere maggiori garanzie di vittoria, con quella del [[Capogruppo (parlamento)|capogruppo]] al [[Senato della Repubblica|Senato]] [[Nicola Mancino]]; i secondi proposero il [[professore]] e neo-deputato [[Rocco Buttiglione]].
 
La contrapposizione derivò da una diversa visione della strategia di alleanza con le altre forze politiche: mentre la destra del partito non escludeva a priori un'alleanza sia con il [[Partito Democratico della Sinistra|PDS]] di [[Massimo D'Alema]], che con [[Forza Italia (1994)|Forza Italia]] di [[Silvio Berlusconi]], la sinistra era molto più ostile all'idea di realizzare un'alleanza con Berlusconi.
La frattura non si ricompose tanto che, alle elezioni regionali del [[23 aprile]] [[1995]], le due componenti parteciparono separatamente: l'ala del partito fedele a Buttiglione presentò liste comuni con [[Forza Italia]], con la denominazione di ''Forza Italia - il Polo Popolare'', mentre quella guidata da Gerardo Bianco, favorevole all'alleanza con le forze di centro-sinistra, si presentò con proprie liste, con il nome di ''Popolari'', e in alcune regioni ([[Toscana]] e [[Lazio]]) in coalizione con il [[Patto dei Democratici]].
 
Fra i contrari all'ipotesi [[Rocco Buttiglione|Buttiglione]] v'era l'ex segretario Martinazzoli, che dichiarò che sarebbe stato come eleggere un [[sosia]] di Berlusconi, la presidente Iervolino ed esponenti come [[Beniamino Andreatta]], [[Sergio Mattarella]] e [[Rosy Bindi]]; fra i favorevoli a Buttiglione c'erano [[Franco Marini]] e l'ex premier [[Emilio Colombo]].
Il [[24 giugno]] [[1995]], venne finalmente raggiunta un'intesa tra Buttiglione e Bianco: i due settori si separeranno, ottenendo il primo il simbolo (lo scudo crociato) e il secondo il nome (Partito Popolare Italiano) del partito.
 
Furono fatti da [[Ciriaco De Mita]] tentativi per evitare divisioni, proponendo di ritirare la propria candidatura sia a [[Giovanni Bianchi (politico)|Bianchi]] che a Buttiglione, che però non cedette alla richiesta. Al voto la candidatura di Buttiglione prevalse su quella di Mancino, ottenendo il 56% del consenso. Giovanni Bianchi venne eletto presidente del partito. Prima dell'elezione il congresso approvò un ordine del giorno per impegnare il nuovo segretario a perseguire una strategia di concorrenza sia a sinistra che a destra, e per escludere, fino al prossimo congresso, alleanze con la destra e Forza Italia. Visto l'esito del congresso, non ritrovandosi nella nuova linea della segreteria a cui il quotidiano di partito doveva fare riferimento, [[Sergio Mattarella]] si dimise dalla direzione politica de ''[[Il Popolo]]'', compito che poi verrà affidato a [[Luca Borgomeo]].
Nel [[luglio]] successivo, Buttiglione diede vita a una nuova formazione politica: i [[Cristiani Democratici Uniti]] (CDU).
 
A novembre del [[1994]] si svolse anche un turno di [[Elezioni amministrative in Italia del 1994#Elezioni comunali del novembre 1994|elezioni amministrative]] che coinvolsero quasi tre milioni di elettori, in questa occasione il PPI raccolse il 12,7% dei consensi. Martinazzoli fu candidato dal partito a [[Sindaci di Brescia|sindaco di Brescia]], sostenuto nel suo programma anche dal [[Partito Democratico della Sinistra|PDS]] e dai [[Federazione dei Verdi|Verdi]], dove viene eletto con il 56,5% dei voti, vincendo sul candidato della Lega Nord e di Forza Italia (partiti che pochi mesi prima avevano ottenuto circa il 52% delle preferenze) [[Vito Gnutti]], [[Ministri dell'industria, del commercio e dell'artigianato della Repubblica Italiana|Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato]] in carica.
Il PPI partecipò alle elezioni politiche del [[21 aprile]] [[1996]] nell'ambito della coalizione dell'[[Ulivo (politica)|Ulivo]] e alla Camera, nel proporzionale, presentò liste comuni con [[Südtiroler Volkspartei|SVP]], [[Partito Repubblicano Italiano|PRI]], l'[[Unione Democratica]] (UD) di [[Antonio Maccanico]] e i [[Comitati per l'Italia che vogliamo]] di Romano Prodi: la cosiddetta lista "Popolari per Prodi", che ottenne il 6,8% dei voti e 4 deputati. Con il simbolo dell'[[Ulivo (politica)|Ulivo]] furono inoltre eletti 66 deputati (nel maggioritario) e 32 senatori.
 
Vi furono diversi altri eletti in altri comuni capiluogo in alleanza con il PDS, come a Brindisi, dove i due segretari nazionali dei due partiti hanno tenuto un comizio in comune in favore di [[Michele Errico]]. Ma ci sono stati anche luoghi in cui il partito si presentò da solo e altri in alleanza con partiti della maggioranza parlamentare corrente (con l'esclusione di Alleanza Nazionale).
Il partito fece parte della maggioranza che espresse i governi della [[Legislature della Repubblica Italiana/XIII Legislatura|XIII Legislatura]] ([[1996]]-[[2001]]), in cui suoi esponenti assunsero importanti cariche governative, come [[Beniamino Andreatta]], [[Sergio Mattarella]], [[Rosa Russo Jervolino]], [[Rosy Bindi]].
 
==== Governo tecnico Dini ====
Il [[18 ottobre]] [[2000]], quando segretario del partito era l'on. Pierluigi Castagnetti, il PPI è confluito nella [[La Margherita|Margherita]], insieme agli altri partiti di centro "ulivisti": [[I Democratici]], [[Rinnovamento Italiano]] e [[Unione Democratici per l'Europa|UDEUR]].
Con la caduto del [[Primo Governo Berlusconi|primo governo Berlusconi]], il 13 gennaio [[1995]] venne affidato l'[[Presidente del Consiglio incaricato|incarico di formare un nuovo governo]] al [[Ministri del tesoro della Repubblica Italiana|Ministro del tesoro]] uscente [[Lamberto Dini]], trattandosi di un esecutivo composto di soli tecnici, in linea con quanto chiesto dal PPI. In seguito si riunirono i leader della nuova maggioranza per stabilire il lavoro da compiere in Parlamento nei prossimi mesi, riunione in cui furono presenti [[Massimo D'Alema]], [[Mariotto Segni]] e [[Umberto Bossi]], si assentò volontariamente Buttiglione, che venne sostituito dai capigruppi di Camera e Senato Andreatta e Mancino. Così dopo sei mesi dall'inizio della [[XII legislatura della Repubblica Italiana|XII legislatura]], il Partito Popolare poté rientrare a far parte, insieme ai [[Progressisti]], nella maggioranza parlamentare, e si arrivò alla formazione del [[governo Dini]] il 17 gennaio [[1995]] che rimase in carica fino al 18 maggio [[1996]].
 
=== Scontro tra Buttiglione e Bianco ===
Il partito è stato sospeso nel [[2002]], quando [[La Margherita|la Margherita]], oltre che un alleanza elettorale, è diventata un vero e proprio partito.
{{Doppia immagine|destra|Rocco Buttiglione 2001.jpg|164|Gerardo Bianco.jpg|158|[[Rocco Buttiglione]] e [[Gerardo Bianco]], i due ''leader'' delle 2 componenti del partito nel [[1995]]}}
Il 30 gennaio [[1995]] [[Rocco Buttiglione]] partecipa al primo congresso di [[Alleanza Nazionale]], immediatamente dopo la [[svolta di Fiuggi]], e, apprezzando quell'operazione di cambiamento attuata da [[Gianfranco Fini]], rivela un'ampia apertura all'ipotesi d'alleanza con la coalizione di [[centro-destra]] guidata da [[Silvio Berlusconi]], suscitando forti reazioni nel partito. Secondo Buttiglione, la coppia Berlusconi-Fini, non era più, secondo il suo precedente giudizio, da ritenersi compromettente per il sistema istituzionale italiano, capace cioè di portare a un deragliamento verso soluzioni [[populismo|populistiche]] e [[autoritarismo|autoritarie]]; e sarebbe anche possibile con loro riuscire ad elaborare e attuare una politica [[Moderato (politica)|moderata]], vicina al [[Centro politico|centro]] e come alleato di pari grado.
 
L'ipotesi di un'alleanza con la [[Destra (politica)|destra]] non era ritenuta praticabile dalla componente a [[Sinistra (politica)|sinistra]] del partito. Secondo il parere di [[Beniamino Andreatta]], si sarebbe seguito un disegno opposto ai motivi fondativi del Partito Popolare, sia con Berlusconi che con Fini non si sarebbe potuto costruire una società rispettosa dei criteri di [[legalità]], dello [[Stato di diritto]] e della difesa delle [[Minoranza|minoranze]], e notava come non fosse sufficiente dichiararsi liberali per esserlo. Mariotto Segni aveva alcuni giorni prima proposto per primo di schierarsi a livello nazionale al Partito Popolare, ma il suo progetto contemplava l'unione a forze liberal democratiche e riformiste, in congiunzione alla sinistra democratica rappresentata dal PDS; considerava la coalizione di Berlusconi distante dal centro e il centro non in grado di influenzarla in maniera autonoma e autorevole.
=== Segretari ===
 
Tre giorni dopo l'apertura di Buttiglione, il presidente Bianchi, Mancino e Andreatta si espressero a favore della possibile candidatura dell'economista [[Romano Prodi]] alla guida di un'alleanza di centrosinistra, che avrebbe anche permesso al Partito Popolare di guidare la coalizione, essendo Prodi un rappresentante di una politica [[cattolicesimo democratico|cattolica democratica]].
*[[Mino Martinazzoli]] (gennaio 1994 - luglio 1994)
*[[Rocco Buttiglione]] (luglio 1994 - luglio 1995)
*[[Gerardo Bianco]] (luglio 1995 - gennaio 1997)
*[[Franco Marini]] (gennaio 1997 - ottobre 1999)
*[[Pierluigi Castagnetti]] (ottobre 1999 - ottobre 2000)
 
Buttiglione non gradì che importanti esponenti del partito si esprimessero in favore di una linea contraria alla politica seguita dalla segreteria e arrivò a deferirne diversi ai probiviri a partire dal presidente del partito e dai capigruppo di Camera e Senato. La sinistra del Partito Popolare era in aperta ribellione e chiedeva che si consultassero con un referendum interno e un congresso straordinario gli iscritti per far scegliere a loro se fosse il caso di sostenere Romano Prodi o di stringere alleanze con la destra parlamentare.
=== Congressi ===
*I Congresso - Roma, 27-29 luglio 1994
*II Congresso - Roma, 29 giugno - 1 luglio 1995
*III Congresso - Roma, 9-12 gennaio 1997
*IV Congresso (straordinario) - Rimini, 30 settembre - 2 ottobre 1999
 
In vista delle [[elezioni regionali italiane del 1995|elezioni regionali del 1995]] e delle contestuali [[elezioni amministrative in Italia del 1995|elezioni amministrative]], Buttiglione mostrò anche aperture all'ipotesi di alleanze con il PDS e comprensione per il problema di formare alleanze con Alleanza Nazionale, dopo aver ricevuto in merito considerazioni negative dalla maggior parte dei dirigenti regionali, i quali riferivano di un'impossibilità di dialogo e di non percepire localmente differenze rispetto al [[neofascismo|neofascista]] [[Movimento Sociale Italiano|MSI]].
[[Categoria:Partiti politici italiani]]
 
Tuttavia, l'8 marzo decise di firmare un accordo elettorale con il [[Polo delle Libertà]], che definiva l'intenzione di presentarsi alle regionali in una lista unica insieme a Forza Italia, CCD e altri partiti, con unione dei simboli, e l'accettazione dell'appoggio di Alleanza Nazionale al secondo turno delle elezioni provinciali e comunali (previsto dalla nuova legge elettorale allora in vigore).
[[de:Partito Popolare Italiano]]
 
[[nl:Partito Popolare Italiano]]
Secondo Buttiglione, anche se il PDS stava offrendo tutto il possibile per vincolare a sé il Partito Popolare, l'accordo sarebbe stato da evitarsi, in quanto un'alleanza di questo tipo si sarebbe trasformata in un'"alleanza strategica", mentre si sarebbe dovuto invece puntare alla guida di un'area moderata, assicurandola contro il rischio di una deriva di destra. Buttiglione poneva l'attenzione sulle differenze culturali e i differenti interessi che avrebbero separato il partito dalla sinistra [[socialdemocrazia|socialdemocratica]] del PDS, ritenendo, al fine di riconquistare il consenso democristiano perduto, di dover impedire che quegli elettori, che si sentivano alternativi alla sinistra e che nel contesto del momento non avrebbero altrimenti visto alternative alla destra, sentissero di non poter fare altro che votare per Berlusconi e per Fini, cosa che avrebbe portato a serie conseguenze per la politica del Paese.
 
Sostenendo la linea di apertura con la destra però Buttiglione perse il consenso di alcuni esponenti che l'avevano appoggiato, come [[Franco Marini]], che era stato nominato dal segretario responsabile organizzativo, secondo il quale una svolta a destra non era consentita dal DNA dei cattolici democratici; di [[Emilio Colombo]] (già referente di un gruppo della "destra democristiana"), che si sentì profondamente offeso da quelle decisioni, ritenute contrarie alla storia del partito e ai suoi rappresentanti storici; e di [[Luca Borgomeo]]. Fra coloro che invece ne appoggiavano le scelte c'erano [[Flaminio Piccoli]]<!--, secondo il quale il maggioritario imponeva una scelta,--> e [[Roberto Formigoni]].
 
La questione venne affrontata l'11 marzo al Consiglio nazionale: altri cinque deputati e 11 senatori lasciarono i gruppi parlamentari del Partito Popolare, andando a unirsi ai gruppi del CCD.
 
L'11 marzo [[1995]] la crisi del partito raggiunse il culmine quando la maggioranza del Consiglio Nazionale, sconfessando l'alleanza elettorale con [[Forza Italia (1994)|Forza Italia]], annunciata da Buttiglione, lo sfiduciò e lo dichiarò decaduto eleggendo segretario [[Gerardo Bianco]]. Decisivo fu in questa occasione il voto di molti che avevano in precedenza sostenuto Buttiglione come [[Franco Marini]] e [[Emilio Colombo]]. Buttiglione rifiutò di lasciare la carica e sospese il Consiglio Nazionale. Una sentenza della magistratura confermò successivamente Buttiglione nella carica di legittimo segretario, obbligandolo però ad attuare la linea politica fissata dal Consiglio Nazionale.
 
=== Elezioni regionali del 1995: i Popolari e i CDU ===
{{vedi anche|Cristiani Democratici Uniti}}
Il Partito Popolare si trovava in quel momento alla guida di 14 regioni: in [[Molise]] da solo; in [[Piemonte]], [[Liguria]], [[Abruzzo]], [[Lazio]], [[Campania]], [[Sardegna]] si erano formate coalizioni con il PDS; altre alleanze di centrosinistra in [[Marche]] e [[Basilicata]]; con [[Lega Nord]] e socialisti in [[Lombardia]], con partiti minori in [[Veneto]], con [[Südtiroler Volkspartei]] ed altri movimenti autonomisti in [[Trentino-Alto Adige]], in giunte democristiane e socialiste in [[Calabria]] e in [[Sicilia]]. Il PPI era all'opposizione rispetto alle giunte regionali di [[Emilia-Romagna]], [[Toscana]] e [[Umbria]] (PDS e altri partiti); [[Friuli-Venezia Giulia]] (Lega Nord) e Valle D'Aosta ([[Union Valdôtaine]]).
 
La frattura tra le due anime del partito non si ricompose tanto che, alle [[elezioni regionali italiane del 1995|elezioni regionali]] del 23 aprile [[1995]], esse parteciparono separatamente: l'ala del partito fedele a Buttiglione presentò liste comuni con [[Forza Italia (1994)|Forza Italia]], in tutte le quindici regioni a statuto ordinario chiamate al voto, con la denominazione di ''Forza Italia - il Polo Popolare'', mentre quella guidata da Gerardo Bianco, si presentò con proprie liste (in [[Toscana]] e [[Lazio]] assieme al [[Patto dei Democratici]]) in alleanza con le forze di centrosinistra (tranne che nelle [[Marche]] e in [[Campania]], dove sostenne propri candidati alla presidenza della regione), con il nome di ''Popolari'' e un simbolo inedito: un gonfalone bianco con sopra disegnato il profilo di uno scudo. Lo slogan adottato dai Popolari fu ''lo scudo c'è, la croce aggiungila tu'': infatti l'uso del tradizionale scudo crociato era precluso dalla disputa in atto tra le due componenti per la proprietà del simbolo.
 
Il 24 giugno [[1995]] venne finalmente raggiunta un'intesa tra Bianco e Buttiglione: le due componenti si sarebbero separati, ottenendo il primo il nome (Partito Popolare Italiano) e il secondo il simbolo storico (lo scudo crociato) del partito, con il quale Buttiglione nel luglio successivo diede vita alla sua nuova formazione politica collocata nel [[Polo per le Libertà]]: i [[Cristiani Democratici Uniti]].
 
=== Partecipazione all'Ulivo ===
{{vedi anche|L'Ulivo}}
Il PPI partecipò alle elezioni politiche del 21 aprile [[1996]] nell'ambito della coalizione del[[l'Ulivo]] e alla Camera, nel proporzionale, presentò liste comuni con [[Südtiroler Volkspartei|SVP]], [[Partito Repubblicano Italiano|PRI]], l'[[Unione Democratica (Italia)|Unione Democratica]] di [[Antonio Maccanico]] e i [[Comitati per l'Italia che vogliamo]] di Romano Prodi: la cosiddetta lista [[Popolari per Prodi]], che ottenne il 6,8% dei voti e 4 deputati nel proporzionale, e nel maggioritario, sotto il simbolo del[[l'Ulivo]], furono invece eletti 66 deputati e 32 senatori popolari.
 
Il partito fece parte della maggioranza che espresse i governi della [[XIII legislatura della Repubblica Italiana|XIII Legislatura]] dal [[1996]] al [[2001]], in cui suoi esponenti assunsero importanti cariche governative, come [[Beniamino Andreatta]], [[Sergio Mattarella]], [[Rosa Russo Iervolino]] e [[Rosy Bindi]].
 
=== Segreteria Marini ===
Nel III Congresso del partito tra il 9 e il 12 gennaio 1997 a Roma, [[Franco Marini]] (ex [[Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori#Segretari Nazionali|segretario generale della CISL]], [[Ministri del lavoro e della previdenza sociale della Repubblica Italiana|ministro del lavoro]] e tra i fondatori del PPI) viene eletto [[#Segretari|segretario del Partito Popolare Italiano]], battendo [[Pierluigi Castagnetti]] (ex [[Camera dei deputati (Italia)|deputato]] e capodelegazione al [[Parlamento europeo]]), e succedendo a [[Gerardo Bianco]] che viene eletto [[#Presidenti|presidente del partito]], guidando una segreteria volta a rimarcare la propria individualità all'interno della [[Coalizione (politica)|coalizione]] de [[L'Ulivo]], in contrasto con l'idea di [[Romano Prodi]] di una vera e propria unione dei partiti.
 
Alle [[elezioni europee del 1999]] il partito ottiene il 4,24% dei voti, riuscendo ad eleggere nella [[Circoscrizione Italia nord-occidentale|circoscrizione Italia nord-ovest]] [[Guido Bodrato]] (che verrà eletto come capodelegazione del PPI), nella [[Circoscrizione Italia centrale|circoscrizione Italia centro]] il segretario [[Franco Marini|Marini]], nella [[circoscrizione Italia meridionale]] [[Ciriaco De Mita]] e in quella [[Circoscrizione Italia insulare|insulare]] [[Luigi Cocilovo]], risultato considerato molto negativo, che porta alle dimissioni di Marini e la convocazione di un congresso straordinario.
 
=== Segreteria Castagnetti ===
Al IV Congresso straordinario del PPI a [[Rimini]] tra il 30 settembre e il 2 ottobre [[1999]], avviene l'elezione del successore di [[Franco Marini]] alla segreteria nazionale, dove si candidano [[Pierluigi Castagnetti]] (supportato dal segretario uscente Marini e il favorito all'elezione), il [[Partito Popolare Italiano (1994)#Vicesegretari|vicesegretario uscente]] [[Dario Franceschini]] e il [[Ministri dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica della Repubblica Italiana|Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica]] [[Ortensio Zecchino]] (supportato da [[Ciriaco De Mita]]), e viene eletto Castagnetti con il 69,12% dei voti (più alta del previsto), mentre Franceschini e Zecchino ottengono rispettivamente il 16% e il 13%<ref name=":0">{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/online/fatti/ppi/ppi/ppi.html|titolo=la Repubblica/fatti: Castagnetti segretario con 69 per cento dei voti|sito=www.repubblica.it|accesso=2022-06-28}}</ref>. Nel corso del congresso viene approvata a sorpresa, nella confusione generale che scatena quasi una rissa, una mozione proposta dal segretario del PPI di Brescia (fedelissimo di [[Mino Martinazzoli]]) che cancella la figura del presidente dagli organigrammi del partito, impedendo ipoteticamente al segretario uscente Marini di essere eletto a quella carica, oltre a tentare di scardinare l'alleanza Marini-Castagnetti<ref name=":0" />. Sotto la sua guida, il PPI è stato fautore di una ristrutturazione dello schieramento [[Centrismo|centrista]], pur nella logica [[Bipolarismo|bipolare]], e di un'alleanza col [[centro-sinistra]].
 
=== Confluenza nella Margherita ===
{{vedi anche|La Margherita}}
Il 18 ottobre [[2000]], con la segreteria di [[Pierluigi Castagnetti|Castagnetti]], il PPI è stato tra i promotori della confluenza nella [[lista elettorale]] [[Democrazia è Libertà - La Margherita|La Margherita]] di [[Francesco Rutelli]], insieme agli altri partiti di centro de [[L'Ulivo]]: [[I Democratici]] di [[Arturo Parisi]], [[Rinnovamento Italiano]] di [[Lamberto Dini]] e l'[[Unione Democratici per l'Europa]] di [[Clemente Mastella]].
 
Nata come alleanza elettorale, la Margherita diventò poi un vero partito, fondendo il PPI, i Democratici e Rinnovamento Italiano, senza però l'UDEUR. L'attività politica del PPI fu pertanto sospesa, e il partito divenne un'associazione politico-culturale denominata ''I Popolari'' dopo il suo ultimo Congresso Nazionale del [[2002]].
 
Nel [[2003]] alcuni esponenti popolari, che non avevano condiviso la scelta dello scioglimento nella [[Democrazia è Libertà - La Margherita|Margherita]] (tra cui [[Gerardo Bianco]], [[Alberto Monticone]], [[Lino Duilio]]), diedero vita a un altro movimento politico-culturale, pur rimanendo all'interno del partito di [[Francesco Rutelli]], denominato [[Italia Popolare]].
 
Molti dei membri dell'ex PPI, in quanto parte della Margherita, sono poi confluiti il 14 ottobre [[2007]] nel [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]]: le correnti di riferimento sono ''I Popolari'', ''Democratici Davvero'', ''Ulivisti'', ''Teodem'' e ''[[Enrico Letta|lettiani]]''.
 
== Struttura ==
=== Segretario ===
* [[Mino Martinazzoli]] (18 gennaio 1994 – 30 marzo 1994)
** <small>[[Rosa Russo Iervolino]] (presidente del comitato di reggenza, 1º aprile 1994 – 29 luglio 1994)</small>
* [[Rocco Buttiglione]] (29 luglio 1994 – 1º luglio 1995)
* [[Gerardo Bianco]] (1º luglio 1995 – 12 gennaio 1997)
* [[Franco Marini]] (12 gennaio 1997 – 2 ottobre 1999)
* [[Pierluigi Castagnetti]] (2 ottobre 1999 – 24 marzo 2002)
 
=== Presidente ===
* [[Rosa Russo Iervolino]] (18 gennaio 1994 – 29 luglio 1994)
* [[Giovanni Bianchi (politico)|Giovanni Bianchi]] (29 luglio 1994 – 12 gennaio 1997)
* [[Gerardo Bianco]] (12 gennaio 1997 – 2 ottobre 1999)
 
=== Vicesegretario ===
* [[Enrico Letta]] (1997–1998)
* [[Dario Franceschini]] (1997–1999)
 
=== Coordinatore ===
* [[Antonello Soro]] (1997–1998)
* [[Dario Franceschini]] (1998–1999)
* [[Lapo Pistelli]] (1999 – 24 marzo 2002)
 
=== Presidenti dei gruppi parlamentari ===
==== Camera dei deputati ====
* 18 gennaio 1994 – 14 aprile 1994: [[Gerardo Bianco]], <small>vice: [[Rino Nicolosi]] & [[Michele Viscardi]]</small>
* 21 aprile 1994 – 8 maggio 1996: [[Beniamino Andreatta]], <small>vice: [[Maria Moioli Viganò]]</small>
* 30 maggio 1996 – 27 ottobre 1998: [[Sergio Mattarella]], <small>vice: [[Gianclaudio Bressa]]</small>
* 27 ottobre 1998 – 29 maggio 2001: [[Antonello Soro]], <small>vice: [[Franco Monaco]]</small>
* 6 giugno 2001 – 24 marzo 2002: [[Pierluigi Castagnetti]]<ref>[[Capogruppo (parlamento)|Capogruppo]] de ''[[La Margherita]]-[[L'Ulivo]]''</ref>
 
==== Senato della Repubblica ====
* 18 gennaio 1994 – 14 aprile 1994: [[Gabriele De Rosa]], <small>vice: [[Francesco Mazzola (politico)|Francesco Mazzola]]</small>
* 21 aprile 1994 – 8 maggio 1996: [[Nicola Mancino]], <small>vice: [[Gian Guido Folloni]], poi [[Diego Carpenedo]] & [[Michele Lauria]]</small>
* 16 maggio 1996 – 29 maggio 2001: [[Leopoldo Elia]], <small>vice: [[Paolo Giaretta]]</small>
*6 giugno 2001 – 24 marzo 2002: [[Paolo Giaretta]]<ref>Vice-[[Capogruppo (parlamento)|capogruppo]] vicario de ''[[La Margherita]]-[[L'Ulivo]]''</ref>
 
==== Parlamento europeo ====
* 18 gennaio 1994 – 18 luglio 1994: [[Mario Forte]]
* 19 luglio 1994 – 19 luglio 1999: [[Pierluigi Castagnetti]]
* 20 luglio 1999 – 24 marzo 2002: [[Guido Bodrato]]
 
== Nelle istituzioni ==
 
===Presidente del Senato della Repubblica===
*[[Nicola Mancino]] ([[XIII legislatura della Repubblica Italiana]])
 
=== Vicepresidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica ===
 
* [[Sergio Mattarella]] ([[Governo D'Alema I]])
 
=== Governi e Ministri della Repubblica Italiana ===
 
* [[Governo Dini]] (1995-1996)
** [[Augusto Fantozzi]] ([[Ministri delle finanze della Repubblica Italiana|Ministro delle finanze]] - [[Ministri del bilancio e della programmazione economica della Repubblica Italiana|Ministro del bilancio e della programmazione economica]] con delega al [[Dipartimento per le politiche europee|coordinamento delle politiche dell'Unione europea]] ''[[ad interim]]'')
** [[Giancarlo Lombardi]] ([[Ministri della pubblica istruzione della Repubblica Italiana|Ministro della pubblica istruzione]])
* [[Governo Prodi I]] (1996-1998)
** [[Beniamino Andreatta]] ([[Ministri della difesa della Repubblica Italiana|Ministro della difesa]])
** [[Michele Pinto]] ([[Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali della Repubblica Italiana|Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali]])
** [[Rosy Bindi]] ([[Ministri della salute della Repubblica Italiana|Ministro della sanità]])
* [[Governo D'Alema I]] (1998-1999)
** [[Enrico Letta]] ([[Ministri per gli affari europei della Repubblica Italiana|Ministro per le politiche comunitari]])
** [[Rosa Russo Iervolino]] ([[Ministri dell'interno della Repubblica Italiana|Ministro dell'interno]])
** [[Enrico Micheli]] ([[Ministri dei lavori pubblici della Repubblica Italiana|Ministro dei lavori pubblici]])
** [[Rosy Bindi]] ([[Ministri della salute della Repubblica Italiana|Ministro della sanità]])
** [[Ortensio Zecchino]] ([[Ministri dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica della Repubblica Italiana|Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica]])
* [[Governo D'Alema II]] (1999-2000)
** [[Patrizia Toia]] ([[Ministri per gli affari europei della Repubblica Italiana|Ministro per le politiche comunitari]])
** [[Sergio Mattarella]] ([[Ministri della difesa della Repubblica Italiana|Ministro della difesa]])
** [[Enrico Letta]] ([[Ministri dell'industria, del commercio e dell'artigianato della Repubblica Italiana|Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato]])
** [[Rosy Bindi]] ([[Ministri della salute della Repubblica Italiana|Ministro della sanità]])
** [[Ortensio Zecchino]] ([[Ministri dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica della Repubblica Italiana|Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica]])
* [[Governo Amato II]]
** [[Patrizia Toia]] ([[Ministri per i rapporti con il Parlamento della Repubblica Italiana|Ministro per i rapporti con il Parlamento]])
** [[Enrico Letta]] ([[Ministri dell'industria, del commercio e dell'artigianato della Repubblica Italiana|Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato]] - [[Ministri del commercio con l'estero della Repubblica Italiana|Ministro del commercio con l'estero]])
** [[Sergio Mattarella]] ([[Ministri della difesa della Repubblica Italiana|Ministro della difesa]])
** [[Salvatore Cardinale]] ([[Ministri delle comunicazioni della Repubblica Italiana|Ministro delle comunicazioni]])
** [[Ortensio Zecchino]] ([[Ministri dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica della Repubblica Italiana|Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica]])
 
=== Sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri ===
 
* [[Enrico Micheli]] ([[Governo Prodi I]], [[Governo D'Alema II|D'Alema II]] e [[Governo Amato II|Amato II]])
 
=== Vicepresidenti del Senato ===
 
* [[Giorgio De Giuseppe]] ([[XI legislatura della Repubblica Italiana]])
* [[Michele Pinto]] ([[XII legislatura della Repubblica Italiana]])
 
=== Vicepresidenti della Camera ===
 
* [[Lorenzo Acquarone]] ([[XII legislatura della Repubblica Italiana|XII]], [[XIII legislatura della Repubblica Italiana]])
 
== Risultati elettorali ==
{{vedi anche|Risultati elettorali del Partito Popolare Italiano per regione italiana}}
{| class=wikitable style=width:49%;text-align:center
! width=40% colspan=2| Elezione
! width=20%| Voti
! width=20%| %
! width=20%| Seggi
|-
! rowspan=2| [[Elezioni politiche in Italia del 1994|Politiche 1994]]
! <small>Camera</small>
| 4.287.172
| 11,0
| {{Seggi|33|630|P}}
|-
! <small>Senato</small>
| colspan=2| <small>Nel [[Patto per l'Italia]]</small>
| {{Seggi|31|315|P}}
|-
! rowspan=2| [[Elezioni politiche in Italia del 1996|Politiche 1996]]
! <small>Camera <sup>a</sup></small>
| <small>Nei [[Popolari per Prodi]]</small>
| 6,81
| {{Seggi|62|630|P}}
|-
! <small>Senato</small>
| colspan=2| <small>Nell'[[L'Ulivo|Ulivo]]</small>
| {{Seggi|26|315|P}}
|-
! rowspan=2| [[Elezioni politiche in Italia del 2001|Politiche 2001]]
! <small>Camera
| colspan=2| <small>Nella [[Democrazia è Libertà - La Margherita|Margherita]]</small>
| {{Seggi|43|630|P}}
|-
! <small>Senato</small>
| colspan=2| <small>Nell'[[L'Ulivo|Ulivo]]</small>
| {{Seggi|17|315|P}}
|-
| colspan="5" align="left" | <small><sup>'''a'''</sup> Nella lista [[Popolari per Prodi]], con [[Südtiroler Volkspartei|SVP]], [[Partito Repubblicano Italiano|PRI]], [[Unione Democratica (1996)|UD]] e [[Comitati per l'Italia che vogliamo]] di [[Romano Prodi]].</small>
|}
 
{| class=wikitable style=width:49%;text-align:center
! width=40% colspan=2| Elezione
! width=20%| Voti
! width=20%| %
! width=20%| Seggi
|-
! colspan=2| [[Elezioni europee del 1994 in Italia|Europee 1994]]
| 3.289.143
| 9,9
| {{Seggi|8|87|P}}
|-
! colspan=2| [[Elezioni europee del 1999 in Italia|Europee 1999]]
| 1.316.830
| 4,2
| {{Seggi|4|87|P}}
|}
 
== Congressi ==
* I Congresso - [[Roma]], 27-29 luglio 1994
* II Congresso - Roma, 29 giugno - 1º luglio 1995
* III Congresso - Roma, 9-12 gennaio 1997
* IV Congresso (straordinario) - [[Rimini]], 30 settembre - 2 ottobre 1999
* V Congresso - Roma, 8-10 marzo 2002
 
== Simboli ==
<gallery>
File:Italian People's Party logo (1994).jpg|Partito Popolare Italiano dal 1994 al 1995.
File:PartitoPopolareItaliano.gif|Partito Popolare Italiano dal 1995 al 1999.
File:POPOLARI.gif|Partito Popolare Italiano dal 1999 al 2001.
</gallery>
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* [[Giulio Andreotti]], ''De Gasperi e il suo tempo'', Milano, Mondadori, 1956.
* Pietro Scoppola, ''La proposta politica di De Gasperi'', Bologna, Il Mulino, 1977.
* ''Storia della Democrazia cristiana'' a cura di Francesco Malgeri; Vol. VII, ''Il Partito Popolare nella difficile transizione'' (1994-1998), Palermo, 1999.
* [[Nico Perrone]], ''Il segno della DC'', Bari, Dedalo Libri, 2002.
 
== Voci correlate ==
* [[Democrazia Cristiana]]
* [[Partito Popolare Italiano (1919)]]
* [[Democrazia è Libertà - La Margherita|La Margherita]]
* [[Risultati elettorali del Partito Popolare Italiano per regione italiana]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web | 1 = http://it.encarta.msn.com/encyclopedia_981533068/Partito_popolare_italiano.html | 2 = Approfondimenti | accesso = 14 luglio 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20080906094134/http://it.encarta.msn.com/encyclopedia_981533068/Partito_popolare_italiano.html | dataarchivio = 6 settembre 2008 | urlmorto = sì }}
 
{{Partiti politici italiani del passato}}
{{Diaspora della Democrazia Cristiana}}
{{Portale|cattolicesimo|politica|Italia}}
 
[[Categoria:Partiti politici italiani del passato]]
[[Categoria:Partiti democratici cristiani]]
[[Categoria:Democrazia è Libertà - La Margherita]]