Civiltà minoica: differenze tra le versioni
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{{Cultura archeologica
|nome = Civiltà minoica
|nomi alternativi = Minoici
|mappa =Map Minoan Crete-it.svg
|didascalia = Principali siti archeologici minoici
|orizzonte =
|regione = [[Creta (Grecia)|Creta]]
|periodo =
|data= c. 2700 a.C. – c. 1100 a.C.
|sito tipo = [[Cnosso]], [[Phaistos]], [[Malia (Grecia)|Malia]], [[Zakros]]
|altri siti =
|extra =
|preceduta da = [[Civiltà cicladica]]
|seguita da = [[Civiltà micenea]]
|definita da = [[Arthur Evans]], tra il 1901 e il 1905
|antiquata da =
}}
La '''civiltà minoica''' (detta anche cretese) è una [[cultura]] dell'[[età del bronzo]] sorta sull'isola di [[Creta (Grecia)|Creta]] approssimativamente dal [[XXVIII secolo a.C.|2700 a.C.]] al [[XV secolo a.C.|1400 a.C.]] (successivamente, la cultura [[Civiltà micenea|micenea greca]] divenne dominante nei siti minoici di Creta). Questa civiltà, chiamata minoica in riferimento al re cretese [[Minosse]], fu riscoperta tra il [[1901]] e il [[1905]], principalmente attraverso il lavoro dell'archeologo britannico [[Arthur Evans]]. La Creta minoica prese il suo posto storico, come disse [[Will Durant]] nel 1939, come "il primo anello nella catena europea".<ref>[[Will Durant]], ''La vita della Grecia'' (''La storia della civiltà'' Parte II, (New York: Simon & Schuster) 1939:11.</ref> La vantaggiosa posizione geografica dell'isola favorì il sorgere della prima civiltà [[Mar Mediterraneo|mediterranea]] e di un fiorente impero marittimo che dal [[mar Egeo]] controllava una rete commerciale che raggiungeva l'[[Egitto]], la [[Fenicia]] ([[Libano]]), le regioni a nord del [[Mar Nero]] e l'Occidente tanto da esercitare una vera e propria [[talassocrazia]]<ref>Tucidide, ''Guerra del Peloponneso'', I.4; I.8.1-3</ref>.
== Caratteristiche ==
Come i minoici
Si è talvolta argomentato che alcuni toponimi come l'[[Antico Egitto|egiziano]] ''Keftiu'' (*''kaftāw'') e il [[semitico]] ''Kaftor'' o ''[[Caphtor]]'' e ''Kaptara'' nei documenti d'archivio della città siriaca di [[Mari (città antica)|Mari]] apparentemente si riferiscano all'isola di Creta. John Strange ha osservato d'altra parte come alcuni fatti rilevati in relazione a Caphtor/Keftiu fatichino a essere ricondotti a Creta. Nell{{'}}''[[Odissea]]'', composta secoli dopo la distruzione della civiltà minoica, [[Omero]] chiama i nativi di Creta [[Eteocretese|eteocretesi]] ("veri cretesi"), presumibilmente discendenti dei minoici.
I [[palazzo|palazzi]] minoici (''anaktora'') sono i tipi di [[costruzione]] più noti scavati sull'isola: erano edifici monumentali adibiti a scopi amministrativi, come viene evidenziato dai vasti [[archivio|archivi]] portati alla luce dal lavoro degli [[archeologia|archeologi]]. Ognuno dei palazzi scavati in base alla datazione ha una propria fisionomia peculiare, condividendo però anche caratteristiche che li distinguono da altre strutture. Erano spesso a più piani, a [[scala (architettura)|scalinate]] interne ed esterne, pozzi, [[colonna|colonne]] massicce, magazzini e cortili.
== Cronologia e storia egea ==
{{vedi anche|cronologia minoica}}
{| class="wikitable" style="font-size: 95%; float:right; margin-left: 20px; margin-right: 10px;"
|+Tabella riassuntiva della cronologia minoica
|-
| 3650-3000 a.C.
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|}
Il sistema cronologico egeo è considerato tripartito fin dal lavoro di [[Arthur Evans]]<ref>{{Cita|Evans,1921-1935}}.</ref>, considerato il "padre" dell'archeologia minoica. All'epoca infatti si credeva che le varie civiltà antiche si fossero tutte evolute in tre stadi distinti: ''nascita'', ''sviluppo'', ''decadenza''.
È importante ricordare che la cronologia minoica è una [[cronologia relativa]] e non [[cronologia assoluta|assoluta]], essendo basata sulle [[scavo (archeologia)#Scavo stratigrafico|sequenze stratigrafiche]] e sulle variazioni tecnologiche e degli stili della [[ceramica]].
Anziché fornire date di calendario per il periodo minoico, gli archeologi usano due sistemi di [[cronologia|cronologia relativa]]. La prima, come accennato, ideata da Evans e modificata successivamente dagli archeologi, è basata sugli stili della [[ceramica]].
Il periodo minoico viene dunque diviso in tre fasi principali: Minoico Antico o protominoico o fase prepalaziale (MA), Minoico Medio o fase protopalaziale (MM), e Minoico Tardo o fase neopalaziale (MT). Queste fasi vengono ulteriormente suddivise, per es. Antico Minoico I, II, III (AMI, AMII, AMIII).
=== Cronologia palaziale ===
Per l'isola di Creta esiste anche una cronologia che tiene conto delle fasi evolutive dei [[palazzo|palazzi]], considerando le variazioni architettoniche e ceramiche all'interno di essi.
Questo sistema di datazione, proposto dall'archeologo [[Nicolas Platon]], è basato, come si è detto, sullo sviluppo di complessi architettonici noti come "palazzi" a [[Cnosso]], [[Festo]], [[Malia (Grecia)|Malia]] e [[Kato Zakros]], dividendo così il periodo minoico in Prepalaziale, Protopalaziale, Neopalaziale e Post palaziale.
Su questa base avremo:
* Età prepalaziale (AMIA - MMIA)
* Età protopalaziale (MMIB - MMIIB)
* Età neopalaziale (MMIIIA - TMIB)
* Età tardopalaziale o Palaziale finale (TMII - TMIIIBI)
* Età post palaziale (TMIIIB1 - TMIIIC)
La relazione tra questi sistemi è fornita dalla tabella a lato, con date di calendario approssimate descritte da {{cita|Warren e Hankey, 1989}}.
==== Periodo
Le prime tracce concrete di vita umana sull'isola di Creta risalgono all'epoca [[neolitico|Neolitica]]. La più antica attestazione di abitanti su Creta sono i resti di ceramica [[neolitico|neolitica]] risalente approssimativamente a [[7000 a.C.]] L'inizio dell'[[età del bronzo]] a [[Creta (Grecia)|Creta]], intorno al [[2600 a.C.]], coincide con la graduale trasformazione in importante centro di [[civiltà]]. Anche a [[Creta (Grecia)|Creta]], come nel [[Vicino Oriente]], possiamo suddividere il Neolitico in due diversi periodi; uno iniziale ''[[Neolitico Aceramico]]'' ed uno finale ''[[Neolitico Ceramico]]''. Al momento i siti guida per il Neolitico di Creta sono: [[Cnosso]] e [[Festòs]]. In entrambi questi casi sono state ritrovate case con mura in pietra e battute pavimentali. Il problema fondamentale è che essendo entrambi siti palaziali non è stato possibile fare indagini approfondite, ma ci si è dovuti accontentare di fare indagini negli unici posti rimasti liberi da strutture più tarde. Durante il Neolitico avviene l'introduzione della [[viticoltura]] e dell'[[olivicoltura]], evoluzione di grande importanza visto che l'eccedenza alimentare porterà poi all'introduzione di sistemi di stoccaggio che col tempo condurranno, verosimilmente, all'istituzione palaziale.
Il passaggio dall'ultimo periodo Neolitico al primo periodo dell'[[Età del Bronzo]] (AMIA) non sembra portare con sé cambiamenti radicali, ma piuttosto pare graduale e continuativo. Esistono diverse teorie in merito, alcuni studiosi ritengono che questo passaggio sia dovuto a una ''migrazione di popoli'' dall'[[Anatolia]]; altri invece ritengono che non vi siano elementi per pensare all'arrivo di nuovi popoli, ma che invece si sia trattato di un processo evolutivo naturale ed interno all'isola. Studi [[antropologia|antropologici]] infatti sembrerebbero non trovare variazioni significative che potrebbero portare all'intuizione dell'arrivo di nuove popolazioni.
==== Periodo protopalaziale ====
Questo periodo è caratterizzato da un consistente incremento demografico, cui seguì una progressiva estensione delle aree abitate, e dalla comparsa della [[scrittura]] [[ideogramma|ideografica]]. Già in quest'epoca sono attestati contatti con l'[[Egitto]], testimoniati dal rinvenimento di vasi litici colorati, sigilli ed amuleti, molto simili a quelli egiziani del [[primo periodo intermedio dell'Egitto|primo periodo intermedio]]. Il periodo di massima fioritura della civiltà minoica inizia verso il 2000 a.C. con il Minoico medio. Caratteristiche peculiari della nuova fase protopalaziale sono la comparsa della scrittura ''sillabica'' ([[Lineare A]]), la costruzione dei primi palazzi a [[Palazzo di Cnosso|Cnosso]] ed a Festo e l'inizio della ceramica policroma.
==== Periodo neopalaziale ====
{{vedi anche|Eruzione di Thera#Datazione}}
Verso la fine del medio minoico II, all'incirca nella prima metà del [[XVII secolo a.C.]], i grandi palazzi vennero distrutti, forse a causa di un [[maremoto]] causato dal terremoto sull'Isola di [[Santorini]]. Tuttavia, alla fine del 1700 a.C. ci fu comunque un evento di forte disturbo nell'isola di Creta, probabilmente un terremoto o un'invasione dall'[[Anatolia]].<ref>{{cita libro | cognome = Beck | nome = Roger B. | coautori = Linda Black, Larry S. Krieger, Phillip C. Naylor, Dahia Ibo Shabaka | titolo = Storia mondiale: modelli di interazione | editore = McDougal Littell | anno = 1999 | città = Evanston, IL | isbn = 0-395-87274-X }}</ref> I palazzi a Cnosso, Festo, Malia e Kato Zakros vennero distrutti. Ma con l'inizio del periodo neopalaziale, la popolazione incrementò di nuovo, {{Senza fonte}} i palazzi vennero ricostruiti su scala più grande e ci furono nuovi insediamenti su tutta l'isola. Questo periodo (tra il XVII e il XVI secolo a.C., MM III / Neopalaziale) rappresenta il culmine della civiltà minoica. L'[[eruzione di Thera]] accadde probabilmente durante la fase matura del periodo del TM IA. La data di calendario dell'eruzione vulcanica è tuttavia estremamente controversa. La [[Metodo del carbonio-14|datazione con il radiocarbonio]] ha indicato una data del tardo secolo XVII a.C.;<ref name="Manning">{{cita pubblicazione|lingua= en| cognome=Manning|nome=Sturt W|coautori=Ramsey, CB, Kutschera, W, Higham, T, Kromer, B, Steier, P, e Wild, EM|titolo=Cronologia per l'età del bronzo egea, 1700-1400 a.C.|rivista=Science|volume=312|numero=5773|pp=565-569|editore=American Association for the Advancement of Science|anno=2006|url=https://www.sciencemag.org/cgi/content/abstract/sci;312/5773/565|doi=10.1126/science.1125682|accesso=10 marzo 2007|pmid=16645092}}</ref><ref>{{En}}{{cita pubblicazione| cognome=Friedrich|nome=Walter L|coautori= Kromer, B, Friedrich, M, Heinemeier, J, Pfeiffer, T, e Talamo, S|titolo=Santorini Eruption Radiocarbon Dated to 1627–1600 B.C. |titolotradotto= Eruzione a Santorini datata con il radiocarbonio a 1627-1600 a.C.|rivista=Science|volume=312|numero=5773|p=548|editore=American Association for the Advancement of Science |anno=2006|doi=10.1126/science.1125087|pmid=16645088| url=https://www.sciencemag.org/cgi/content/abstract/sci;312/5773/548}}</ref> queste date del radiocarbonio, comunque, sono in conflitto con le stime fatte dagli archeologi i quali sincronizzano l'eruzione con la [[Lista dei faraoni|cronologia egiziana convenzionale]]<ref>Questa [[cronologia]] convenzionale dei [[Faraone|regnanti]] dell'[[Antico Egitto]], ben accettò, tenendoli in conto, gli sviluppi realizzati durante il XX secolo, non includendovi però ogni altra maggiore proposta di revisione che fu fatta anche a quel tempo. Pure dentro un singolo lavoro, spesso gli archeologi offriranno molte possibili date o anche molte intere cronologie come possibilità. Di conseguenza, ci possono essere delle discrepanze tra le date mostrate e le voci sui regnanti particolari. […]</ref> ottenendo una data di circa 1525-1500 a.C.<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.therafoundation.org/articles/chronololy/|sito=therafoundation.or|titolo=Chronology|accesso=3 gennaio 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090106130913/http://www.therafoundation.org/articles/chronololy|dataarchivio=6 gennaio 2009}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|titolo=New Carbon Dates Support Revised History of Ancient Mediterranean |url=https://archive.org/details/sim_science_2006-04-28_312_5773/page/508 |titolotradotto= Storia rivisitata dell'antico Mediterraneo con il sostegno delle nuove date fornite dal carbonio|lingua= en |autore=Balter, M|rivista=Science|volume=312|numero=5773|anno=2006|pp=508-509|doi=10.1126/science.312.5773.508|pmid=16645054}}</ref><ref>{{cita libro |autore= Warren PM|titolo=Timelines: Studies in Honour of Manfred Bietak (Orientalia Lovaniensia Analecta 149)|curatore = Czerny E, Hein I, Hunger H, Melman D, Schwab A|editore=Peeters |città=Louvain-la-Neuve, Belgio|anno=2006|pagine=2: 305–321 |isbn=90-429-1730-X|lingua=en}}</ref> L'eruzione viene spesso identificata come un evento naturale catastrofico per la cultura, che portò al suo rapido collasso, forse perché è tra le possibili fonti di ispirazione per la narrazione di [[Atlantide]] fatta da [[Platone]]. La fase III del medio-tardo minoico, che va approssimativamente dal [[1650 a.C.]] al [[1530 a.C.]], vide la ricostruzione dei palazzi delle grandi città cretesi e l'inizio del massimo splendore dell'[[architettura]] e dell'[[arte]] minoica.
Nel corso del [[XVI secolo a.C.]], prima fase del tardo minoico, alcuni palazzi vennero nuovamente distrutti, forse con la sola eccezione di quello di Cnosso. Nella [[Grecia|Grecia continentale]], contemporaneamente si sviluppava la cultura [[elladico|elladica]]; il tardo elladico (TE) IIB iniziò durante il TMIB, mostrando una sostanziale indipendenza dalla cultura minoica. Vasellame del TMIB è stato trovato in [[Egitto]] in siti riferibili ai regni di [[Hatshepsut]] e [[Tuthmosis III]]. Alla fine del TMIB, la cultura palaziale minoica subì un evento catastrofico. {{Senza fonte}} Tutti i palazzi furono distrutti, e solo Cnosso venne immediatamente ricostruito — benché altri palazzi, come quello di [[La Canea|Chania]], venne elevato nel TMIIIA. Con la catastrofe del TMIB/TMII la ''condizione'' pessima dell'isola indusse gli egiziani ad importare prodotti elladici (TEIIB). Poco tempo dopo la catastrofe del TMIB/TMII, intorno al 1420 a.C., o comunque all'incirca negli anni compresi tra il [[1450 a.C.]] ed il [[1400 a.C.]], tardo minoico II, dovette aver luogo un'invasione da parte di popoli [[Grecia antica|greci]], che fece entrare Creta nella sfera d'influenza della [[civiltà micenea]]. I siti palaziali vennero così occupati dai [[micenei]], i quali adattarono la [[Lineare A]] minoica alla [[lingua micenea]], una forma di [[Greco antico|greco]], scritto in [[Lineare B]]. Il primo archivio comunque è ad ogni modo quello delle "tavolette della stanza del carro" del TMII. Gli archivi successivi cretesi risalgono al TMIIIA (contemporaneo al TEIIIA) e non più tardi. Nella terza fase del tardo minoico oltre all'introduzione del nuovo tipo di scrittura, la [[Lineare B]], vi è un'involuzione dello stile ceramico. Solamente a Cnosso, il cui palazzo fu distrutto nel [[XIV secolo a.C.]], è attestata la continua occupazione almeno fino alla fine dell'[[XI secolo a.C.]]. Durante il TMIIIA: 1, [[Amenhotep III]] a Kom el-Hatan prese nota di ''k-f-t-w'' (Kaftor) come una delle "Terre segrete del [[Asia settentrionale]]". Menzionate anche come città cretesi quali Ἀμνισός (''Amnisos''), Φαιστός (''Phaistos''), Κυδωνία (''Kydonia'') e Kνωσσός (''Knossos'') e alcuni [[toponimo|toponimi]] ricostruiti come appartenenti alle Cicladi o alla Grecia continentale. Se i valori di questi nomi egiziani sono esatti, allora questo [[faraone]] non privilegiava la Knossos del TMIII sopra gli altri paesi della regione. Dopo circa un secolo di parziale recupero, la maggior parte delle città cretesi e palazzi andarono in declino nel XIII secolo a.C. (TEIIIB/TMIIIB) nell'ambito della generale [[Collasso dell'età del bronzo|crisi delle civiltà del Meditarraneo orientale in quell'epoca]]. Knossos rimase un centro amministrativo fino al 1200 a.C.; l'ultimo {{Senza fonte}} dei siti minoici fu quello montano difensivo di [[Karfi]] (sui monti Dikti), un rifugio che mostra vestigia della civiltà minoica quasi lambendo l'[[età del ferro]]. Ancora successivo, ma ormai essenzialmente ellenizzato culturalmente, sembra quello di Praisos nell'est dell'isola (Sitia), e abitato da eteocretesi fino all'età ellenistica, venendo distrutto attorno al 140 a.C., è singolare come l'abitato di epoca classica, pur abitato da eteocretesi, sia sorto sulle rovine di un insediamento miceneo.
== Geografia ==
[[File:Map Minoan Crete-it.svg|thumb|upright=1.6|Mappa archeologica della Creta minoica]]
Creta è un'isola montuosa con [[porto|porti]] naturali. Ci sono segni di danni dovuti al terremoto in molti siti minoici e chiari segni sia di sollevamento di terra che sommersione di siti costieri causati da processi [[tettonica|tettonici]] lungo tutto le coste<ref>Ad esempio, il sollevamento fino a 9 metri nella parte occidentale di Creta collegato al terremoto del 365 è discusso in "The 8.
Secondo [[Omero]] Creta aveva novanta città<ref>''Odissea'', [[s:Pagina:Omero - L'Odissea (Romagnoli) II.djvu/132|Libro XIX]], verso 215</ref>. L'isola fu probabilmente divisa in almeno otto unità politiche durante il culmine del periodo minoico e in differenti stadi nell'età del bronzo.<!-- senza dubbio: non fornisce informazione --> Il nord si pensava fosse stato governato da [[Cnosso]], il sud da [[Festo]], la parte centro-orientale da [[Malia (Grecia)|Malia]], mentre la punta orientale da [[Kato Zakros]] e l'ovest da [[Canea]]. Palazzi più piccoli sono stati trovati in altri luoghi.
===Principali insediamenti===
;Palazzi
* [[Cnosso]] - il più noto sito archeologico dell'età del bronzo a Creta; fu acquistato per gli scavi da Evans il 16 marzo del 1900
* [[Festo]] - la seconda costruzione palaziale più grande sull'isola, scavata dalla scuola italiana quasi subito dopo Cnosso
* [[Malia (Grecia)|Malia]] - conseguito da scavi francesi, un centro palaziale molto interessante che permette di capire lo sviluppo dei palazzi nel periodo protopalaziale
* [[Zakros|Kato Zakros]] - un sito palaziale scavato da archeologi greci all'estremità orientale dell'
* [[Palazzo di Galatas|Galatas]] - un sito palaziale confermato negli anni novanta del XX secolo
;Altri tipi di siti
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* [[Gournia]] - un sito di città scavato nel primo quarto del XX secolo dalla Scuola Americana
* [[Pyrgos]] - un antico sito minoico a sud dell'isola
* [[
* [[Fournou Korifi|Fournu Korfi]] - un sito situato nel sud dell'isola
* [[Pseira]] - Città isolana con siti rituali
* [[Monte Iuktas]] - il più grande dei santuari minoici montani
* [[Arkalochori]] - il sito dove fu trovato la famosa [[Ascia di Arkalochori]]
* [[Karfi]] - un sito di rifugio del periodo tardo minoico, uno degli ultimi siti minoici
* [[Akrotiri (Santorini)|Akrotiri]] - insediamento sull'isola di [[Santorini]] (Thera), vicino al sito dell'[[Eruzione di Thera]]
* [[Zominthos]] - una città montana ai piedi del [[Monte Ida (Grecia)|Monte Ida]]
* [[Kommos]] - un antico porto, che include un'unica dimora di "lusso", sei abitazioni di dimensioni ragguardevoli e un labirinto di stanze di pietra
=== Minoici oltre Creta ===
I
Alcune località dell'isola enfatizzano Creta come una società 'che guarda verso l'esterno' {{
L'influenza della cultura minoica indica un'orbita che non si estende solo attraverso le Cicladi (la cosiddetta ''Minoicizzazione''), ma anche in località dell'Egitto e a Cipro. Opere in muratura del tardo minoico I (TMI) sono state osservate ad [[Amman]]. Inoltre, nelle pitture delle tombe del [[XV secolo a.C.|XV secolo]] a [[Tebe (Egitto)|Tebe]] un numero di individui sono stati distinti all'apparenza come minoici, in relazione ai doni. Iscrizioni documentano questo popolo come proveniente da ''Keftiu'', o dalle "isole nel mezzo del mare", e possono riferirsi ai mercanti che portano doni o a funzionari di Creta.<ref>Dickinson, O (1994), pag. 248.</ref>
== Società e cultura ==
[[File:Minoan copper ingot from Zakros, Crete.jpg|thumb|Lingotto di [[rame]] minoico]]
I minoici furono principalmente un popolo di
Molti storici ed archeologi credono{{
Il commercio minoico dello [[Zafferano (spezia)|zafferano]], lo [[stigma (botanica)|stigma]] di un croco originario del bacino dell'Egeo per mutazione cromosomica naturale, ha lasciato pochi resti materiali: è ben conosciuto un affresco dei raccoglitori di zafferano a [[Santorini]]. Questi commerci ereditati sono precedenti alla civiltà minoica: il suo prezzo può essere ottenuto confrontandone il valore con l'[[incenso]], o successivamente, con il [[piper nigrum|pepe]]. Gli archeologi{{
Altri elementi non durevoli del commercio minoico possono essere rappresentati da tessuti, pesce, carne secca o salata, frutta secca, cereali, vino, birra, olio, legname, schiavi, coloranti (murice, indaco) miele pregiato ed altri prodotti del mediterraneo centro-settentrionale verso quello meridionale, oltre che l'intermediazione tra i porti anatolici e siriaci con quelli egizi e viceversa, inoltre nella mummificazione, soprattutto fino al medio regno, gli egizi impiegavano sovente un lichene (Evernia furfuracea) tuttora ampiamente impiegato in profumeria e cosmesi e diffuso a Creta e nella Grecia, mentre nelle "Ammonizioni di un savio egiziano", databili al primo periodo intermedio, si lamenta la mancanza dell'olio per le imbalsamazioni che sarebbe giunto proprio da "Keftiu".<ref>J. V. Luce, ''La fine di Atlantide'', pp. 114, 144.</ref> Va anche ricordato come lo zafferano e il murice abbiano sovente avuto prezzi uguali o superiori a quelli dell'oro (tanto che lo zafferano fu impiegato come valuta), discorso che può estendersi anche a diversi fissanti per profumi.
Gli oggetti di manifattura minoica suggeriscono ci fosse una rete commerciale con la [[Grecia]] continentale (particolarmente [[Micene]]), [[Cipro]], [[Siria (regione storica)|Siria]], [[Anatolia]], [[Egitto]], [[Mesopotamia]], e verso occidente fino alle coste della [[Spagna]]. <!--Il sito minoico spagnolo dovrebbe essere menzionato qui-->
[[File:Knossos
Gli uomini minoici indossavano [[perizoma|perizomi]] e [[kilt]], mentre le donne [[abito da donna|abiti]] aventi maniche corte e gonne ornate con increspature e pieghettature. Queste erano aperte all'ombelico permettendo così al seno di rimanere esposto, forse durante le occasioni cerimoniali.{{
La religione minoica era incentrata su divinità femminili, con officianti femminili.<ref>Patricia Rosof ''[http://books.google.com/books?id=wn1d4KDS7a4C Family History]'' p. 12.</ref>. Le statue delle [[sacerdote]]sse nella cultura minoica e gli affreschi mostranti uomini e donne partecipanti agli stessi esercizi ginnici come la [[taurokathapsia]]<ref>La taurokathapsia consiste nell'afferrare le corna del toro e, facendo leva su di esse, effettuare un ampio salto mortale, per ritrovarsi infine possibilmente in groppa al toro.</ref>, condussero alcuni archeologi a credere che l'uomo e la donna tenessero uno status sociale uguale. L'eredità si è supposto fosse stata matrilineare. Gli affreschi includono molte figure umane, con il genere distinto per mezzo del colore: la pelle degli uomini rossiccia scura, mentre le donne bianca.
La concentrazione della ricchezza giocava un grande ruolo nella struttura della società. Costruzioni con molte stanze vennero scoperte anche nelle aree
=== Lingua e scrittura ===
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[[File:Δίσκος της Φαιστού πλευρά Α 6380.JPG|thumb|Segni indecifrati sul [[Disco di Festo]]]]
La conoscenza riguardo alla lingua minoica parlata e scritta è ridotta a causa della scarsità di documenti rinvenuti. La lingua minoica viene talvolta riferita come [[Lingua eteocretese|eteocretese]], dando adito a una certa confusione con la lingua scritta successiva al [[medioevo ellenico]]. Mentre la lingua eteocretese viene sospettata di discendere dalla minoica {{
Approssimativamente circa
Nel periodo miceneo la lineare A venne rimpiazzata dalla lineare B, una versione molto arcaica della [[Lingua greca antica|lingua greca]]. Quest'ultima venne decifrata con successo da [[Michael Ventris]] nel 1953, ma le iscrizioni più arcaiche restano un mistero. Salvo che la lingua eteocretese fosse davvero la sua discendente, è forse durante il [[medioevo ellenico]], un periodo di collasso economico e
Già [[Omero]] nell{{'}}''[[Odissea]]'' (III, 291; XIX, 176) racconta di 3 gruppi etnici (linguistici?) distinti a Creta, oltre agli [[Achei]], i [[Kydonia|Kydoni]] o Cidoni, i [[Pelasgi]] e gli [[Eteocretese|Eteocretesi]]. Indice di una possibile mancanza di uniformità etnico-linguistica che permane anche in [[Grecia antica#Età classica|età classica]] ([[Dori]], Achei, Eteocretesi).
=== Arte ===
{{Vedi anche|Arte minoico-micenea}}
[[File:Knossos Bull-Leaping Fresco.jpg|thumb|[[Affresco della taurocatapsia|Affresco]] del Palazzo di Cnosso,
La collezione di arte minoica si trova al [[Museo archeologico di Iraklio|museo]] di [[Heraklion]], vicino Cnosso sulla riva nord di Creta. Poiché legno e tessuti sono scomparsi per decomposizione, o in due grandi distruzioni di palazzi ed opere avvenute tra il [[1500 a.C.]] e il [[1400 a.C.]],<ref>''Universo'', De Agostini, Novara, Vol. IV, pag. 216.</ref> gli esempi più importanti {{
Anche nell'architettura e negli affreschi dei palazzi l'arte minoica espresse notevoli capolavori. Sorti nel medio minoico come residenza del monarca i grandi palazzi di Cnosso, Festo, [[Malia (Grecia)|Malia]] e [[Itanos#Kato Zakros|Kato Zakros]] si sviluppavano intorno al grande cortile rettangolare. Intorno ad essi sorgevano i nuclei abitativi, i magazzini ed ambienti di servizio. Nella fase neopalaziale si assiste a una crescita verticale del palazzo, con l'aggiunta di scalinate e [[propileo|propilei]]. Di questa fase ci sono pervenuti i magnifici affreschi policromi che adornavano le pareti del palazzo con motivi vegetali e figure umane o animali.
==== Gioielleria ====
Riga 244 ⟶ 198:
La ceramica cretese passò attraverso tre fasi distinte: lo stile geometrico dell'antico minoico fu sostituito da [[Stile di Kamares|quello policromo detto di Kamares]], mentre la terza fase del medio e le prime due del tardo minoico furono caratterizzate da uno stile naturalistico molto ricco di motivi marini e vegetali.
Nel tardo minoico III si assiste ad
Nell'antico periodo minoico la ceramica fu caratterizzata da motivi lineari a [[spirale|spirali]], [[triangolo|triangoli]], linee curve, [[croce|croci]], motivi a [[spina di pesce]], e simili. Nel periodo naturalistico del medio minoico venivano di solito disegnati [[pesce|pesci]], [[calamaro|calamari]], [[uccello|uccelli]], e [[giglio|gigli]]. Nel tardo minoico, fiori e animali erano ancora le forme più caratteristiche, ma la variabilità cresceva. Lo 'stile di palazzo' della regione intorno a Cnosso è caratterizzata da una forte semplificazione [[geometria|geometrica]] delle forme [[naturalismo (arte)|naturalistiche]] e pitture mono[[colore|cromatiche]]. Molte e degne di nota sono le somiglianze tra il tardo minoico e l'arte [[Civiltà micenea|micenea]]. Gli affreschi furono la principale forma d'arte durante questo periodo della cultura minoica, fondamentalmente i soli documenti che noi abbiamo di questa civiltà.
Riga 252 ⟶ 206:
[[File:Dolphin Mural Knossos.jpg|thumb|upright=0.6|Affresco parietale a Cnosso, con [[delfino|delfini]] dipinti a motivo ornamentale]]
Mentre i pittori egiziani del tempo dipingevano le loro pitture murali con la tecnica dell'"affresco a secco", i minoici utilizzavano un metodo di pittura "vero" o "umido", permettendo ai pigmenti di metalli ed ossidi minerali di legarsi bene al muro, mentre, allo stesso tempo, si richiedeva un'esecuzione veloce.{{
Le figure degli affreschi minoici sono dipinte in pose naturali con movimenti liberi che riflettono i rigori dell'attività in cui si cimentavano, attitudine caratteristica di una cultura marinara abituata alla libertà di movimento, alla limpidezza e al vigore.
Nel periodo medio III neopalaziale (1700-1600 a.C.) i minoici impararono a dipingere con forme provenienti dagli [[ioni]], i quali presero dai minoici le rappresentazioni con il galoppare dei cavalli, motivi individuali (pesci), e modalità di rappresentazione (rappresentazione di livelli territoriali).
A [[Creta (Grecia)|Creta]] adesso inizia a fiorire, in modo magnifico, un'arte formale più naturalistica negli affreschi (scene di giardini, come il "raccoglitore di crochi" e rappresentazione di fauna marina). Nella ceramica (dipinta di bianco su sfondo scuro) appaiono forme (pesci) contigui ad elementi ornamentali (spirali continue).
Successivamente (1550-1450 a.C.) negli ultimi prosperi palazzi, l'informazione della vita sociale e cortigiana viene resa negli affreschi con l'imponente interpretazione di forme (scene di giardini, celebrazioni, scene di danza, tori saltanti, sulle tazze di Vapheio - [[Laconia]] -, scene sacrificali in templi localizzati su colline, eventi sportivi, anche una scena militare). Eccellenti esempi di questo periodo sono la [[La Parigina|Signora Minoica]] nota come "[[La Parigina]]" e il "[[Principe dei gigli]]" del palazzo di [[Cnosso]].
Poco dopo il 1400 a.C. risale il famoso sarcofago di [[Aghia Triada]], il quale combina scene religiose minoiche e [[micenei|micenee]].
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==== Scultura e figure ====
[[File:Minoan sculptures.jpg|thumb|Sculture minoiche]]
Pochissime sculture della Creta minoica sono sopravvissute, poiché la maggior parte di esse non erano monumentali, ma costituite invece di piccoli manufatti dedicati a dei o re.{{
Una varietà di figure in ceramica, ossa, argilla e pietra sono state recuperate dai siti minoici, molte delle quali sono state scavate da tombe comuni e santuari montani. Sono stati documentati dipinti schematici di individui umani e vari animali in diverse attitudini, sebbene a causa della natura friabile dell'argilla cotta al forno, molti sopravvivono in frammenti piuttosto che in forme integrali. Alcune di queste figure sono state trattate con strati di pittura, in bianco e in nero, oppure ombreggiate in rosso. È stato dimostrato<ref>McGowan, Erin Ruth (2006), pp. 32-57.</ref> che i profili visibili delle figure in argilla, con le loro braccia sollevate o incrociate, potrebbero avere rappresentato una tecnica usata da alcuni individui per giungere a uno stato alterato di coscienza (ASC)<ref>In lingua inglese ASC è l'acronimo di ''Altered State of Consciousness''.</ref> in concomitanza con gli stimoli sonori e luminosi.
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=== Tecnologia ===
Attraverso l'interazione con altre civiltà del medio-oriente, i
I musei archeologici di Creta presentano un numero di manufatti d'oro, insieme a un assortimento di strumenti in rame che risalgono al 2300 a.C. Il rame era molto ricercato come materia prima in questo tempo, e poiché esso non si trova naturalmente a Creta, è molto probabile che i minoici lo importassero da Cipro.
L'abilità dei fabbri minoici era rinomata nel mondo antico, e molti artigiani lavoravano all'estero nella Grecia continentale e nelle isole egee.{{
<gallery heights="120">
Image:Minoische Halskette - Kettenglieder.jpg|Collana minoica d'oro
Image:Minoan craft - golden bee.jpg|Ape d'oro con piccole sferule intarsiate in oro
Image:Minoische Kultgegenstaende - Doppelaxt.jpg|[[Labrys]] minoica simbolica in oro
Image:
</gallery>
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[[File:Palace of Knossus.jpg|thumb|left|Rovine del [[palazzo di Cnosso]]]]
I primi palazzi furono costruiti alla fine del periodo dell'antico minoico nel terzo millennio a.C. ([[Malia (Grecia)|Malia]]). Mentre precedentemente si credeva che la fondazione dei primi palazzi fosse sincrona e datata al medio minoico, intorno al 2000 a.C. (la data del primo palazzo a Cnosso), gli studiosi ora pensano che i palazzi fossero stati costruiti durante un periodo di tempo più lungo in differenti località, come risposta allo sviluppo locale. I principali palazzi più antichi sono Cnosso, Malia e Festo. Alcuni degli elementi documentati nei 'palazzi' del medio minoico (Cnosso, Festo e Mallia, per esempio) hanno precedenti negli stili più arcaici delle costruzioni dell'antico minoico.<ref>D. Preziosi e L.A. Hitchcock, ''Arte e architettura egea'', pp. 48-49, Oxford University Press (1999).</ref> Questi comprendono le variazioni dei cortili occidentali, e lo speciale trattamento dato alla facciata occidentale. Un esempio di ciò si può vedere nella cosiddetta "Casa sulla collina" a
I palazzi soddisfano una pletora di funzioni: come centri di [[governo]], uffici amministrativi, [[santuario|santuari]], officine e spazi per l'immagazzinamento (per es., cereali). Queste distinzioni sarebbero sembrate artificiose ai minoici.
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Mentre in epoca antica le cerimonie religiose si svolgevano in grotte sacre o sulle montagne, dal XVII secolo luoghi di culto divennero le sale dei palazzi.
La cosiddetta "Dea Madre" rappresenta una figura tipica in tutte le civiltà che si affacciavano sul Mar Mediterraneo, e veniva identificata con nomi differenti quali Astarte, Ishtar, Cibele, Rea, Dictinna e altri.<ref>Vedi Castleden 1994; Goodison e Morris 1998; N. Marinatos 1993; ed altri.</ref>
Sebbene ci siano prove dell'esistenza di divinità maschili, fra cui alcune tracce della presenza di [[Zeus]]<ref>Negri M., 2020.</ref>, le rappresentazioni delle dee li superano grandemente in rappresentazioni, sebbene si sia congetturato che molte di queste donne potessero essere invece soltanto adoratrici e sacerdotesse officianti alle cerimonie religiose. Secondo alcune teorie si tende a ipotizzare che le molte dee femminili incarnassero in realtà vari aspetti di una sola [[Grande Madre]]. Venivano spesso raffigurate in
A supporto del culto del toro presso le civiltà minoiche abbiamo documentazioni di una festività celebrativa che aveva il suo centro nella [[taurokathapsia|danza minoica del toro]], abbondantemente rappresentata negli affreschi di Cnosso<ref>Nel piccolo cortile dell'ala orientale del palazzo di Cnosso.</ref> e inscritta in vari sigilli.<ref>Una figura d'avorio riprodotta da Spyridon Marinatos e Max Hirmer, ''Creta e Micene'' (New York) 1960, fig. 97, ugualmente il movimento della danza del toro.</ref> Durante il rito, che comprendeva prestazioni atletiche di un certo livello e un notevole rischio, danzatori sia maschi che femmine affrontavano il toro, afferrandolo per le sue sacre corna,<ref>Gli altari minoici sormontati da corna, fin dal tempo di [[Arthur Evans|Evans]] chiamate convenzionalmente "[[Corna di Consacrazione]]" sono rappresentate nelle impronte di sigilli, sopravvivendo in esempi distanti fino a Cipro. [[Plutarco]] (''L'intelligenza degli animali'' 983) menziona l'altare delle corna (''keraton'') associato a [[Teseo]], il quale sopravvisse a [[Delo]]: «Io vidi l'altare dalle corna, celebrato come una delle sette meraviglie; non necessita di essere incollato o unito, ma esso viene fissato e adattato insieme soltanto con corna prese dal lato destro della testa».</ref> per essere sbalzati via dall'animale e ritterrando con evoluzioni ginniche sulla groppa, per discendere poi dietro di esso. Ognuno di questi movimenti sequenziali appare nelle rappresentazioni minoiche, ma dell'attuale significato della danza del toro nel culto e nella vita culturale minoica se n'è perduta ogni traccia. Ciò che è chiaro, comunque, è che non c'è nessun indizio di un confronto antagonistico con il trionfo dell'umano attraverso la morte rituale del toro, che è l'essenza dell'attuale [[corrida]] nella cultura ispanica; piuttosto, vi è un senso di armoniosa cooperazione.
Sull'interpretazione di icone minoiche, [[Walter Burkert]] avverte: «Fin dove si può e si deve differenziare la religione minoica da quella micenea è una questione che non ha ancora trovata una risposta conclusiva»<ref>Burkert 1985, p. 21.</ref> suggerendo paralleli utili rintracciabili nelle relazioni tra etruschi e culture e religioni greche arcaiche, o tra cultura romana ed ellenica. La religione minoica non è stata trasmessa nella sua propria lingua, e gli usi che i letterati greci più tardi fecero dei sopravvissuti [[mitologema|mitologemi]] cretesi, dopo secoli di trasmissione puramente orale, hanno finito per trasformare le scarse fonti a loro disposizione: considerare
==== La guerra e "la pace minoica" ====
[[File:Young boxers fresco, Akrotiri, Greece.jpg|thumb|upright=0.8|[[Pugilato]] fra ragazzi in un affresco sull'isola di [[Santorini]] ]]
Sebbene, in anni recenti, la visione creata da Sir [[Arthur Evans]] di una '''Pax Minoica''', "pace minoica", sia stata criticata,<ref>Alexiou scrisse di fortificazioni ed acropoli nella Creta minoica, in ''Kretologia'' '''8''' (1979), pp. 41-56, e specialmente in C.G. Starr,
Pax Minoica in Aegean |data= 24 gennaio 2007|lingua= en}}</ref>
Evans argomentò che ci sia poca evidenza riguardo ad antiche fortificazioni minoiche. Ma come S. Alexiou ha posto in rilievo (in ''Kretologia'' 8), un numero di siti, specialmente quelli dell'antico e medio minoico, come Aghia Photia, sono costruiti sulla sommità di colline o sono altrimenti fortificati. Come disse Lucia Nixon,
:"''
Chester Starr considera in
Nel 1998, comunque, quando gli archeologi si incontrarono in una conferenza tenuta nel Belgio per discutere sulla possibilità che l'idea di una Pax Minoica fosse ormai sorpassata, l'evidenza riguardo alla guerra minoica si dimostrava essere scarsa.
L'archeologo Jan Driessen, per esempio, disse che i minoici mostrassero le armi frequentemente nella loro arte, ma soltanto in contesti rituali, e che...
:''La costruzione di siti fortificati viene spesso assunta per riflettere la minaccia di una guerra, ma tali centri fortificati erano multifunzionali; spesso erano anche la personificazione o l'espressione materiale dei luoghi centrali dei territori essendo allo stesso tempo monumenti glorificanti e attinenti al potere dominante'' ({{cita|Driessen, 1999
D'altra parte, il lavoro di Stella Chryssoulaki sui piccoli avamposti o corpi di guardia
Keith Branigan afferma che il 95% delle cosiddette armi Minoiche possedessero impugnatura (else, manici) che ne avrebbero impedito il loro uso come armi (Branigan, 1999); verifiche sperimentali più recenti su riproduzioni accurate hanno mostrato che ciò non è corretto poiché queste armi erano capaci di fendere il corpo fino alle ossa (intaccando la superficie ossea) senza che le armi stesse riportino alcun danno. L'archeologo Paul Rehak sostiene che gli scudi minoici ad otto figure non potrebbero essere stati usati nel combattimento e neppure nella caccia, poiché erano troppo ingombranti (Rehak, 1999). Va però rilevato che scudi altrettanto se non più ingombranti sono ben diffusi tra l'età del bronzo e il rinascimento si pensi al [[palvese]], e non sono molto differenti da scudi rappresentati in contesti micenei (dove la guerra era un'attività ben conosciuta), anzi proprio le loro grandi dimensioni offrono una protezione notevole, mentre scudi rituali potrebbero essere di dimensioni ridotte. Ancora l'archeologo Jan Driessen afferma che i minoici frequentemente mostravano 'armi' nella loro arte, ma solo in contesti rituali (Driessen 1999). Infine, l'archeologo Cheryl Floyd conclude che le "armi" minoiche fossero meramente utensili usati per scopi mondani come la macellazione degli animali ({{cita|Floyd, 1999}}). Sebbene questa interpretazione debba restare altamente discutibile poiché non ci sono paralleli riguardo a spade lunghe un metro e punte lunghe di lance usate come strumenti culinari nei documenti storici o etnografici. Inoltre va osservato come la ritualizzazione delle armi non escluda affatto la guerra, anzi la presenza di armi rituali presuppone la conoscenza di armi non rituali.
Riguardo alla guerra in generale, Branigan conclude che:
:«''La quantità di armamenti, le imponenti fortificazioni, e le lunghe navi dall'aspetto aggressivo, suggeriscono pienamente un periodo di intense ostilità. Ma una più concisa verifica fa pensare che tutti e tre gli elementi chiave sono perlopiù circoscritti all'affermazione dello status, all'esibizione, e allo stile in voga così come all'
L'archeologo Krzyszkowska concordemente afferma:
:«''Il fatto importante è che, per l'Egeo preistorico, non abbiamo di per sé nessuna prova diretta di guerra o stato di guerra''» ({{cita|Krzyszkowska, 1999}}).
Inoltre, nessuna prova esiste riguardo ad un esercito minoico, o di una dominazione minoica su popoli esterni a Creta. Pochi segni di guerra appaiono nell'arte minoica.
:«''Sebbene alcuni archeologi vedano scene di guerra in pochi frammenti dell'arte minoica, altri interpretano ancor più queste scene come festività, danze sacre, o eventi sportivi''» (Studebaker, 2004, p.
Anche se vengono rappresentati guerrieri armati feriti alla gola con spade, la violenza può accadere in contesti rituali o sport sanguinosi.
Benché nella Grecia continentale al tempo delle
La mancanza di fortificazione e l'apparente rarità di armi a Creta ed in altri siti minoici non implica necessariamente come questa civiltà non conoscesse, non praticasse o non ricorresse a guerre organizzate. La guerra presso poteva essere ritualizzata e non prevedere combattimenti diretti tra eserciti, come racconta [[Omero]].
Inoltre, anche se attualmente il concetto di "talassocrazia" minoica è fortemente ridimensionato o criticato, una civiltà che fosse riuscita a limitare o eliminare le eventuali acredini intestine alle varie entità politiche cretesi, avrebbe potuto dirigere le proprie forze esternamente. Non vi sarebbe stato alcun bisogno di difendere le proprie "città", poiché la difesa di queste sarebbe stata portata avanti dalla flotta e da forze militari concentrate all'estero. Anche a livello comparativo numerose civiltà storiche hanno sviluppato poche o modeste strutture militari "al centro", mentre ne hanno avute di notevoli presso le periferie (si pensi al [[limes romano]]), oppure hanno pacificato il centro e militarizzato la periferia (si pensi all'impero britannico dalla fine del '600), sempre impiegando una quota ridottissima della popolazione a scopi militari.
In conclusione qualsiasi argomento in favore o contro la bellicosità dei minoici è, per ora, fortemente speculativo, anche se affermazioni straordinarie (ovvero che la civiltà minoica fosse l'unica civiltà del mediterraneo dell'età del bronzo assolutamente non bellicosa) richiederebbero prove straordinarie.
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# [[Anemospilia]], in una costruzione del MMII vicino al Monte Juktas, interpretata come un tempio,
# un complesso santuario dell'AMII a [[Fournou Korifi]] nel centro-sud di Creta, e
# [[Cnosso]], in un edificio del TMIB noto come la "casa a nord." (''[[
Il tempio di Anemospilia venne distrutto da un terremoto nel periodo del MMII. L'edificio sembra essere un luogo sacro tripartito, e piedi in terracotta e alcuni legni carbonizzati vennero interpretati dagli scavatori come i resti di una statua di culto. Quattro scheletri umani vennero trovati fra le sue rovine; uno, appartenente a un giovane uomo, fu trovato in
Le posizioni degli altri tre scheletri suggeriscono che un terremoto li colse di sorpresa — lo scheletro di una donna di 28 anni era legato al suolo con braccia e gambe divaricate nella stessa stanza come il maschio sacrificato. Nei pressi della piattaforma sacrificale c'era lo scheletro di un uomo di circa trent'anni, con gambe spezzate. Le sue braccia erano sollevate, come per proteggere se stesso da detriti che cadevano, dando adito all'ipotesi che le sue gambe fossero state rotte dal collasso dell'edificio durante il terremoto. Di fronte alla sala dell'edificio si trovavano quattro scheletri, troppo scarsamente conservati per permettere la determinazione dell'età o del genere. Quasi 105 frammenti di un vaso d'argilla furono scoperti, sparsi in modo da suggerire che sia stato abbandonato dalla persona di fronte quando venne colpito dai detriti dell'edificio che collassava. La giara sembra contenesse il sangue del toro.
Sfortunatamente, gli scavatori di questo sito non hanno pubblicato un rapporto ufficiale di questo scavo; il sito è principalmente noto attraverso un articolo del 1981 articolo del ''National Geographic'' (Sakellarakis e Sapouna-Sakellerakis 1981, vedi anche Rutter<ref>[http://projectsx.dartmouth.edu/classics/history/bronze_age/lessons/les/15.html Lezione 15] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20060907102900/http://projectsx.dartmouth.edu/classics/history/bronze_age/lessons/les/15.html |data=7 settembre 2006 }} dell'[http://projectsx.dartmouth.edu/classics/history/bronze_age/index.html Archeologia preistorica dell'Egeo] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090101104332/http://projectsx.dartmouth.edu/classics/history/bronze_age/index.html |data=1 gennaio 2009 }}. URL consultato il 17 marzo, 2006.</ref>).
Non tutti concordano che questo fosse un sacrificio umano. Nanno Marinatos dice che l'uomo presumibilmente sacrificato moriva effettivamente durante un terremoto scatenatosi quasi contemporaneamente alla sua morte. Annota che questo terremoto distrusse l'edificio, uccidendo anche i due minoici, i presunti sacrificatori, aggiungendo inoltre che l'edificio non fosse un tempio, essendo la prova del sacrificio "lontana dall'essere ... una realtà conclusiva".<ref>Marinatos 1993, p. 114.</ref> Concordemente anche Dennis Hughes asserisce che la piattaforma dove l'uomo giace non fosse necessariamente un altare, e la lama probabilmente non era altro che una punta di lancia che potrebbe essere caduta durante il terremoto dagli ''scaffali'' o dal pavimento superiore, ma non certo posta intenzionalmente sul giovane uomo.<ref>Hughes 1991, pp. 16-17, 47.</ref>
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Nel complesso del santuario di Fournou Korifi, frammenti di un cranio umano furono trovati nella stessa stanza insieme a un piccolo focolare, un "buco per la cottura" (''cooking-hole''), e utensili da cucina. Questo cranio è stato interpretato come i resti di una vittima sacrificale.<ref>Gessell 1983.</ref>
Nella "Casa del Nord" a Cnosso, furono trovate le ossa di almeno quattro bambini (che godevano di buona salute) mostranti segni i quali fanno pensare che "essi fossero massacrati allo stesso modo con cui i minoici macellavano capre e pecore, e che fossero così sacrificati e mangiati. L'anziano archeologo cretese Nicolas Platon fu così terrificato da questa
Le ossa, trovate da Peter Warren, risalgono al Tardo Minoico IB (1580-1490), prima dell'arrivo dei micenei (nel TM IIIA, circa 1320-1200) secondo [[Paul Rehak]] e John G. Younger.<ref>"Analisi della preistoria egea VII: Creta neopalaziale, palaziale finale e Postpalaziale", su: ''American Journal of Archaeology'' 102 (1998), pp. 91-173.</ref> Dennis Hughes e Rodney Castleden asseriscono che queste ossa fossero depositate come una 'sepoltura secondaria'.<ref>Hughes 1991; Castleden 1991.</ref> La sepoltura secondaria non è una pratica inusuale; essa viene a seppellire il morto due volte: subito dopo la morte, e poi di nuovo quando il corpo è diventato ormai scheletro.
==== Sepoltura ed usanze funerarie ====
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Nei successivi periodi (AM III) viene osservata una tendenza, per tutta l'isola di Creta, verso sepolture singole, di solito ''Pithoi'' in argilla (grandi vasi per l'immagazzinamento), che sostituivano la pratica delle tombe ''costruite'' (''in loco''). Allo stesso modo, emersero le sepolture del tipo ''Larnake'' o ''Larnax'', dove il corpo veniva depositato in un sarcofago di legno o argilla. Queste bare erano spesso riccamente decorate con motivi e scene simili a quelle degli affreschi più arcaici e della tradizione pittorica del vasellame.<ref>L. Vance Watrous (1991), pp. 285-307.</ref> Tuttavia, tombe ricavate dalle rocce e tholoi rimasero in uso anche nel periodo del TM III, incluso il sito di Phylaki.
La distribuzione delle necropoli varia nel tempo e nello spazio. Alcune richieste funzionali possono avere influenzato la decisione nel localizzare un cimitero: Le tombe tagliate nella roccia del tardo minoico ad Armeni utilizzano la geografia della zona come supporto strutturale, dove le camere sono scavate in profondità nella roccia. Generalmente, i cimiteri tendono a raggrupparsi nelle regioni limitrofe nelle aree di insediamento. Il cimitero di Mochlos, per esempio, sarebbe servito agli abitanti di quell'isola, insediati a sud dell'area. Il cimitero stesso è stato interpretato per indicare una visibile gerarchia, forse indicante la differenziazione sociale nell'ambito di una popolazione locale;<ref>Soles, Jeffrey. S, (1992), p. 41</ref> più grandi, tombe monumentali per l{{'}}''élite'', e tombe più piccole (incluse alcune delle prime sepolture in ''Pithoi''), per la maggioranza della popolazione.
Il geologo tedesco Hans Georg Wunderlich argomentò che lo stesso Palazzo di Cnosso fosse un tempio mortuario.<ref>''Il segreto di Creta'', 1974.</ref> Questa interpretazione è fortemente rigettata dall'archeologia tradizionale.<ref>Keith Branigan, ''analisi'' di ''Il segreto di Creta'', ''The Geographical Journal'' 144:3, p. 502, novembre, 1978. [
=== Agricoltura e sussistenza ===
I minoici allevavano [[mucca|bestiame]], [[pecora|pecore]], [[maiale|maiali]] e [[capra hircus|capre]], e coltivavano [[Triticum|grano]], [[Hordeum vulgare|orzo]], [[vicia|veccia]] e [[Cicer arietinum|ceci]], compresi [[uva]], [[ficus carica|fichi]], [[olivo|olivi]], non esclusi i [[papavero|papaveri]], per i semi e forse, l'oppio. I minoici addomesticarono le [[apis|api]], e adottarono il [[Punica granatum|melograno]] e la [[cotogna]] dal Vicino Oriente, quantunque non i [[limoni]] e gli [[arancio|aranci]] come si è spesso pensato. I minoici svilupparono una policoltura mediterranea,<ref>Tuttavia, è stato messo in dubbio recentemente che lo sfruttamento sistematico di un modello policolturale fosse stato impiegato a Creta (Hamilakis, Y (2007) [http://www3.interscience.wiley.com/journal/119953774/abstract?CRETRY=1&SRETRY=0 WINE, OIL AND THE DIALECTICS OF POWER IN BRONZE AGE CRETE: A REVIEW OF THE EVIDENCE - HAMILAKIS, 2007, ''Oxford Journal of Archaeology'', Wiley Online Library] {{Webarchive|url=https://archive.is/20130105122117/http://www3.interscience.wiley.com/journal/119953774/abstract?CRETRY=1&SRETRY=0 |data=5 gennaio 2013 }}</ref> la pratica di far crescere più di una coltura allo stesso tempo, e, come risultato della loro dieta più varia e sana, la popolazione incrementò. Questo metodo agricolo teoricamente manterrebbe la fertilità del suolo, come pure offre protezione contro scarsi raccolti di ogni singola coltura. Inoltre, le tavolette in lineare B indicano l'importanza della coltivazione del frutteto (vale a dire, fichi, olivi e viti) nelle colture lavorate per la resa di "prodotti secondari".<ref>Sherratt, A. (1981) ''Aratro e ''pastoralismo'': aspetti della rivoluzione dei prodotti secondari''.</ref> Il processo del vino che fermenta dall'uva è probabile sia stato un interesse dell'economia del "palazzo", a causa del quale tali beni di prestigio sarebbero stati importanti materie prime per il commercio come pure elementi culturalmente significativi di consumo.<ref>Hamilakis, Y (1999) ''Tecnologia del cibo/tecnologie del corpo: il contesto sociale della produzione e consumo del vino e dell'olio nella Creta dell'età del bronzo'': [http://cat.inist.fr/?aModele=afficheN&cpsidt=2023344 Food technologies/technologies of the body: the social context of wine and oil production and consumption in Bronze Age Crete = Technologies alimentaires et technologies du corps: le contexte social de la production et de la consommation de vin et d'huile dans l'Age du Bronze de la Crête]</ref> Allo stesso modo, è verosimile che il consumo di costosi prodotti d'oro esotici avrebbero giocato un ruolo nella presentazione ed articolazione del potere politico ed economico.
I contadini usavano [[aratro|aratri]] di legno, con il cuoio che avvolgeva l'impugnatura in legno, e spinti da un paio di [[asino|asini]] o [[bue|buoi]].
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== Teorie sulla fine della civiltà minoica ==
{{vedi anche|Eruzione minoica}}
La cosiddetta '''eruzione minoica''' sull'isola di [[Thera]] (attualmente [[Santorini]] distante circa 100 km da Creta) avvenne nel secondo millennio a.C. durante il periodo del TM
Si è inoltre creduto che l'eruzione
La conquista [[micenei|micenea]] di Creta avvenuta nel TM II, a parere di molti storici fu senza dubbio facilitata dalla crisi che seguì la catastrofica esplosione di non molti anni prima.<ref name="Antonopoulos" />
Alcuni autori hanno ipotizzato anche una contemporanea eccessiva pressione sulla [[capacità portante dell'ambiente]] nell'ultima fase della civiltà minoica. Per esempio il sito archeologico di [[Cnosso]] fornisce prove di estesa [[deforestazione]] in questa parte di Creta nel periodo della decadenza.<ref>Pendlebury, 2003</ref><ref>{{En}} C. Michael Hogan, "Knossos fieldnotes", ''Modern Antiquarian'' (2007)</ref>
== Studi genetici sulla popolazione ==
Uno studio del 2013 sul [[DNA mitocondriale]] di campioni di ossa prelevati dall'ossario minoico di [[Oropedio Lasithiou]], datati tra i 4.400 e i 3.700 anni fa, ha mostrato che i campioni minoici sono somiglianti a quelli della popolazione moderna della zona, così come a quelli del resto della Grecia e dell'Europa occidentale e settentrionale, mentre sono distanti dai campioni egiziani e nord africani.
Secondo gli autori dello studio, questi risultati sono coerenti con l'ipotesi di uno sviluppo endogeno della civiltà minoica dai discendenti dei primi coloni neolitici che arrivarono sull'isola circa 9.000 anni fa, contrariamente all'ipotesi di un'origine egiziana o nord africana proposta inizialmente da Evans. "Ora sappiamo che i fondatori della prima civiltà europea avanzata erano europei" ha affermato il coautore dello studio George Stamatoyannopoulos, genetista umano dell'Università di Washington. "Essi erano molto simili agli europei del neolitico e molto simili ai cretesi del giorno d'oggi"<ref>https://www.nature.com/articles/ncomms2871</ref>.
Uno studio archeogenetico del 2017 dell'[[Università di Harvard]] sul [[DNA autosomico]] di resti ossei di individui minoici pubblicato sulla rivista [[Nature]] ha concluso che i Minoici e i [[Micenei]] erano geneticamente correlati, e che entrambi sono strettamente correlati, ma non identici, alle moderne popolazioni greche. Lo stesso studio ha anche affermato che almeno tre quarti del DNA sia dei Minoici che dei Micenei proveniva dai primi agricoltori del [[Neolitico]] che vivevano in Anatolia occidentale e nel [[Mar Egeo]], mentre la maggior parte del resto proveniva da antiche popolazioni legate a quelle del [[Caucaso]] e [[Iran]].<ref name="LazaridisMittnik2017">{{Cita pubblicazione|cognome1=Lazaridis|nome1=Iosif|cognome2=Mittnik|nome2=Alissa|cognome3=Patterson|nome3=Nick|cognome4=Mallick|nome4=Swapan|cognome5=Rohland|nome5=Nadin|cognome6=Pfrengle|nome6=Saskia|cognome7=Furtwängler|nome7=Anja|cognome8=Peltzer|nome8=Alexander|cognome9=Posth|nome9=Cosimo|cognome10=Vasilakis|nome10=Andonis|cognome11=McGeorge|nome11=P. J. P.|cognome12=Konsolaki-Yannopoulou|nome12=Eleni|cognome13=Korres|nome13=George|cognome14=Martlew|nome14=Holley|cognome15=Michalodimitrakis|nome15=Manolis|cognome16=Özsait|nome16=Mehmet|cognome17=Özsait|nome17=Nesrin|cognome18=Papathanasiou|nome18=Anastasia|cognome19=Richards|nome19=Michael|cognome20=Roodenberg|nome20=Songül Alpaslan|cognome21=Tzedakis|nome21=Yannis|cognome22=Arnott|nome22=Robert|cognome23=Fernandes|nome23=Daniel M.|cognome24=Hughey|nome24=Jeffery R.|cognome25=Lotakis|nome25=Dimitra M.|cognome26=Navas|nome26=Patrick A.|cognome27=Maniatis|nome27=Yannis|cognome28=Stamatoyannopoulos|nome28=John A.|cognome29=Stewardson|nome29=Kristin|cognome30=Stockhammer|nome30=Philipp|cognome31=Pinhasi|nome31=Ron|cognome32=Reich|nome32=David|cognome33=Krause|nome33=Johannes|cognome34=Stamatoyannopoulos|nome34=George|titolo=Genetic origins of the Minoans and Mycenaeans|rivista=Nature|volume=548|numero=7666|pp=214-218|anno=2017|issn=0028-0836|doi=10.1038/nature23310|pmid=28783727|pmc=5565772|bibcode=2017Natur.548..214L}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|cognome1=Katz|nome1=Brigit|titolo=DNA Analysis Sheds Light on the Mysterious Origins of the Ancient Greeks|rivista=Smithsonian|url=http://www.smithsonianmag.com/smart-news/dna-analysis-sheds-light-mysterious-origins-ancient-greeks-180964314/#k7clzCIDqzeR6oec.99}}</ref>
== Note ==
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* Pierre Demargne, ''Arte egea'', Feltrinelli e Rizzoli, Milano, 1964 e successive riediz. Rizzoli; nuova ediz. con il titolo ''Arte egea: i primordi dell'arte greca'', Corriere della Sera-RCS Quotidiani, Milano, 2005 (introduz. generale alla civiltà cretese)
* Louis Godart, ''Popoli dell'Egeo: civiltà dei palazzi'', Silvana editoriale, Cinisello Balsamo, 2002
*Mario Negri (a cura di), ''Zeus prima di Zeus e altri studi cretesi. Persistenze cultuali a Creta fra minoico e miceneo'', Universitas Studiorum, Mantova, 2020, ISBN 9788833690728
* Sinclair Hood, ''La civiltà di Creta'', Newton Compton, Roma, 1979; riediz.: Club Del Libro F.lli Melita, La Spezia, 1981 e 1988
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;Fonti
<div class="references-small">
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* {{En}} Rehak, Paul, 1999. "La 'Dea del Guerriero' micenea Rivisitata," pp. 227–240, in Laffineur, Robert, ed. ''Polemos: Il contesto guerriero nell'Egeo durante l'età del bronzo. Atti del 7º convegno internazionale egeo all'Università di Liegi.'' Università di Liegi, 1998 Storia dell'arte archeologica della Grecia antica.
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* {{
http://digi.ub.uni-heidelberg.de/diglit/yule1981 |cid= Yule, 1981}}
</div>
== Voci correlate ==
* [[Creta (Grecia)|Creta]]
* [[Cnosso]]
* [[Ascia di Arkalochori]]
* [[Civiltà micenea]]
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* [[Hyksos]]
* [[Museo archeologico di Herakleion]]
* [[Arthur Evans]]
* [[Talassocrazia]]
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.homolaicus.com/storia/antica/grecia/minosse/minoica.htm|Cenni di storia di Creta e della civiltà minoica}}
* {{En}} Donald A. MacKenzie, ''[http://www.sacred-texts.com/cla/moc/index.htm Myths of Crete & Pre-Hellenic Europe]'', 1917, etext da sacred-texts.com. Testi molto abbondanti, ma considerata la loro arcaicità e gli inevitabili conseguenti problemi relativi, gli studi ed affermazioni bisogna che siano presi ''cum grano salis''.
* {{cita web|http://www.matala-holidays.gr/knossos.php|Il palazzo della civiltà minoica|lingua=En}}
* {{cita web|http://www.minoancrete.com/|Civiltà minoica|lingua=En}}
{{Creta}}
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