Manierismo: differenze tra le versioni
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Il '''manierismo''' è una [[corrente artistica]], prima italiana e poi europea, del [[XVI secolo]]. La definizione di manierismo ha subito varie oscillazioni nella [[Storia dell'Arte|storiografia artistica]], arrivando, da un lato, a comprendere tutti i fenomeni artistici dal
▲Il '''manierismo''' è una corrente artistica prima italiana e poi europea del [[XVI secolo]]. La definizione di manierismo ha subito varie oscillazioni nella storiografia artistica, arrivando, da un lato, a comprendere tutti i fenomeni artistici dal [[1520]] circa fino all'avvento dell'[[Arte della Controriforma|arte controriformata]] e del [[barocco]], mentre nelle posizioni più recenti si tende a circoscriverne l'ambito, facendone un aspetto delle numerose tendenze che animarono la scena artistica europea in poco meno di un secolo.
==Definizione==
Il termine "maniera" è presente già nella letteratura artistica quattrocentesca ed era sostanzialmente sinonimo di stile (stile di un artista, stile dominante in un'epoca). Con tale accezione venne ripreso da [[Vasari]], nella cui monumentale opera (''[[Le Vite]]'')
Nella terza parte delle ''Vite'' lo storico aretino incomincia a parlare della "[[Maniera moderna]]" o "[[grande maniera]]" dei suoi tempi, indicando in artisti come [[Leonardo da Vinci]], [[Michelangelo]] e [[Raffaello]] i fautori di un culmine della progressione artistica, incominciata come una parabola ascendente alla fine del Duecento, con [[Cimabue]] e [[Giotto]].
Il significato di "maniera", dunque positivo nell'opera vasariana, venne poi trasformato in "manierismo" nei secoli XVII e XVIII, assumendo una connotazione negativa: i "manieristi" erano infatti quegli artisti che avevano smesso di prendere a modello la natura, secondo l'ideale rinascimentale, ispirandosi esclusivamente allo stile dei tre grandi maestri: la loro opera venne così banalizzata come una sterile ripetizione delle forme altrui, veicolata spesso da un'alterazione del dato naturale, fortemente biasimata<ref name=Ciardi/>.▼
Agli artisti del primo Cinquecento attribuisce infatti il merito di essere arrivati a una perfezione formale e a un ideale di bello in grado di superare gli "antichi", cioè i mitici artefici dell'arte classica, e la natura stessa. Vasari raccomandò dunque, ai nuovi artisti, di riferirsi a questi modelli per acquisire la "bella maniera"<ref name="Ciardi">Marchetti Letta, cit., pp. 6-7.</ref>.
▲Il significato di "maniera", dunque positivo nell'opera vasariana, venne poi trasformato in "manierismo" nei secoli XVII e XVIII, assumendo una connotazione negativa: i "manieristi" erano infatti quegli artisti che avevano smesso di prendere a modello la natura, secondo l'ideale rinascimentale, ispirandosi esclusivamente allo stile dei tre grandi maestri: la loro opera venne così banalizzata come una sterile ripetizione delle forme altrui, veicolata spesso da un'alterazione del dato naturale
Per assistere a un cambiamento di rotta sul giudizio di questa fase si dovette attendere il primo Novecento, quando si iniziò a guardare al "manierismo" (termine ormai consolidato) sotto un'altra luce, che evidenziava le componenti anticlassiche di tale movimento, la loro eleganza superiore alla "Natura" e la loro straordinaria modernità, intesa come emancipazione dai coercitivi canoni classici che anticipava nello spirito le [[avanguardie]] del XX secolo<ref name=Ciardi/>.
Col progredire degli studi si è arrivati a posizioni più distaccate, ma inevitabilmente la definizione di "manierismo" è divenuta sempre più problematica, rendendosi ormai insufficiente a raggruppare sotto un'unica sigla fenomeni disparati. Molti storici dell'arte preferiscono ormai definire la portata più ampia
La data di inizio dell'[[era moderna]] è convenzionalmente posta al
La [[presa di Costantinopoli]] (1453), la discesa in Italia dell'esercito di [[Carlo VIII di Francia]] (1494), l'invasione di [[Carlo V d'Asburgo]] con il suo esercito di mercenari tedeschi e spagnoli, propriamente detti [[lanzichenecchi]], culminata col [[Sacco di Roma (1527)|Sacco di Roma del 1527]] segnarono duramente la società europea, e in particolare quella italiana, inaugurando un periodo di guerre, instabilità e smarrimento, dove anche punti di riferimento intoccabili come il [[papato]] sembrarono vacillare.
Nei fatti artistici italiani assumono una rilevanza particolare il 1498, anno dell'esecuzione di [[Savonarola]] a Firenze, e il 1520, anno della morte di [[Raffaello Sanzio]] a Roma, nonché la diaspora del 1527 degli artisti alla corte di [[Clemente VII]], dovuta al Sacco. Il primo avvenimento segnò l'inizio della crisi politica e religiosa della città di Firenze (dove il [[Rinascimento]] era nato), mentre i secondi due testimoniano rispettivamente la formazione e la diaspora della scuola di allievi dell'urbinate, che diffuse il nuovo stile in tutta la penisola: tra questi [[Perin del Vaga]] a [[Genova]] e poi di nuovo a Roma, [[Polidoro da Caravaggio]] a [[Napoli]] e poi in [[Sicilia]], [[Parmigianino]] a [[Bologna]] e [[Parma]], fino a [[Rosso Fiorentino]] e [[Francesco Primaticcio]] che lavorano nel [[castello di Fontainebleau]] per il re di Francia.
▲==Profilo storico==
▲La data di inizio dell'[[era moderna]] è convenzionalmente posta al [[1492]], anno della [[Scoperta delle Americhe]], della fine della [[Reconquista]] e della morte di [[Lorenzo il Magnifico]], ago della bilancia nella scacchiera politica italiana. Negli anni vicini, prima e soprattutto dopo, avvennero una serie di fatti di gravità epocale che demolirono, uno dopo l'altro il sistema di certezze che era stato alla base del mondo umanistico. La [[presa di Costantinopoli]] ([[1453]]), la discesa in Italia dell'esercito di [[Carlo VIII di Francia]] ([[1494]]), l'invasione di [[Carlo V d'Asburgo]] con il suo esercito di mercenari tedeschi e spagnoli, propriamente detti [[lanzichenecchi]], culminata col [[Sacco di Roma (1527)|Sacco di Roma del 1527]] segnarono duramente la società europea, e in particolare quella italiana, inaugurando un periodo di guerre, instabilità e smarrimento, dove anche punti di riferimento intoccabili come il [[papato]] sembrarono vacillare.
Il gusto per l'inconsueto, la contaminazione e l'anticlassicismo, nato nel gruppo degli "eccentrici" fiorentini d'inizio del secolo e sviluppato a Roma sotto [[Clemente VII]], finì quindi con la diaspora degli artisti a entrare al servizio delle varie corti, assumendo di luogo in luogo connotati diversi e diffondendosi per tutta la penisola e oltre, non senza reazioni e resistenze. Il fenomeno è noto anche come "Manierismo internazionale delle corti", arrivando a durare in alcuni casi anche oltre l'inizio del XVII secolo<ref name=DVC252>De Vecchi-Cerchiari, cit., p. 252.</ref>.
L'età della maniera subisce dei forti contraccolpi con la fine del [[Concilio di Trento]] nel
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[[File:Mercurio_volante,_Giambologna,_Bargello_Florenz-01.jpg|thumb|upright|[[Giambologna]], ''[[Mercurio (Giambologna)|Mercurio]]'', 1576
Secondo Vasari l'imitazione della "buona maniera" doveva muoversi entro gli estremi della "regola" (analogia) e "licenza" (contraddizione): attraverso la piena padronanza del disegno, del colore e della composizione l'artista doveva districarsi tra le costrizioni degli esempi esistenti, contraddicendoli con eleganza per arrivare a nuovi esiti mai scontati<ref name=DVC252/>.
La licenza va intesa come una continua ricerca di grazia, eleganza e artificio, che porta
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Sono la facilità d'esecuzione e la rapidità le caratteristiche più apprezzate da Vasari, e trovano un parallelo nella "sprezzatura" (ovvero l'atteggiamento di studiata noncuranza da parte di chi si sente molto sicuro di sé) che permea ''[[Il Cortegiano]]'' di [[Baldassarre Castiglione]]. L'opera manieristica deve inoltre contenere "la varietà di tante bizzarrie, la vaghezza de' colori, la università de' casamenti, e la lontananza e varietà ne' paesi", poi: "una invenzione copiosa di tutte le cose" (Giorgio Vasari, [[Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori|Vite]]).
La preparazione richiesta
La "maniera", o lo "stile" che dir si voglia, si tradusse negli autori successivi in affettazione, inventiva, ricercatezza,
Il termine manierismo, al contrario di "maniera", comparve molto più tardi, con l'affermarsi del [[neoclassicismo]] alla fine del [[XVIII secolo|Settecento]], per definire quella che veniva intesa come una deviazione dell'arte dal proprio ideale; e fu usato successivamente dello storico d'arte [[Jacob Burckhardt]] per definire in modo sprezzante l'[[arte italiana]] fra il [[Rinascimento]] e il [[Barocco]]. Solo negli [[anni 1910|anni dieci]] e [[anni 1920|venti]] i pittori manieristi furono riabilitati e, sotto l'influsso dell'[[espressionismo]] e del [[surrealismo]], si valutò positivamente la cultura sottostante al manierismo: il distacco dell'arte dalla realtà, l'abbandono dell'idea che la bellezza della natura sia impareggiabile e il superamento dell'ideale di arte come imitazione della realtà. In questa concezione l'arte diventa "fine a sé stessa".
[[File:Angelo Bronzino - Venus, Cupid, Folly and Time - National Gallery, London.jpg|thumb|[[Agnolo Bronzino]], ''[[Allegoria del trionfo di Venere|Venere, Amore, la Follia e il Tempo]]'' (1543-
[[File:Girolamo Francesco Maria Mazzola - Madonna with the Long Neck.jpg|thumb
Caratteristiche abbastanza ricorrenti nelle opere pittoriche manieriste, più o meno apprezzate nei tempi successivi, furono:
* una costruzione della composizione complessa, molto studiata, fino
* un uso importante della luce, finalizzato a sottolineare espressioni e movimenti, a costo di essere a volte irrealistico;
* grande varietà di sguardi ed espressioni, normalmente legate al soggetto e alla situazione rappresentata: talora intense, dolorose, a volte assenti, metafisiche, a volte maestose, soprannaturali;
* grande varietà nelle pose, che come quelle di Buonarroti intendono suggerire movimenti, stati d'animo, e, quando richiesto, la soprannaturalità del soggetto;
* uso del drappeggio molto variegato fra i vari artisti, ma di solito importante e caratteristico, fino a diventare innaturale;
* anche i colori delle vesti, ma talvolta anche degli sfondi, consentono di staccarsi dalle tinte più comuni in natura e portare l'effetto di tutta l'opera su coloriture più artefatte e insolite.
===Diffusione in Italia===
[[File:Henry Howard Earl of Surrey 1546.jpg|thumb|Manierismo inglese: [[Henry Howard, conte di Surrey]], 1546, un raro ritratto manierista inglese di un immigrato fiammingo]]
Le città di Roma, Firenze e Mantova erano i centri manieristi in Italia. La pittura veneziana seguì un corso diverso, rappresentato da [[Tiziano]] nella sua lunga carriera. Molti dei primi artisti manieristi che avevano lavorato a Roma durante gli anni 1520 fuggirono dalla città dopo il [[Sacco di Roma (1527)|Sacco del 1527]]. Mentre si diffondevano attraverso il continente in cerca di occupazione, il loro stile si disseminò per tutta l'Italia e l'Europa settentrionale.<ref>Briganti, cit., pp. 32–33</ref> Il risultato fu il primo stile artistico internazionale a partire dal [[Arte gotica|gotico]].<ref>Briganti, cit., p. 13.</ref> Le altre parti dell'Europa settentrionale non avevano il vantaggio di tale contatto diretto con gli artisti italiani, ma lo stile manierista fece sentire la sua presenza attraverso stampe e libri illustrati. I governanti europei, tra gli altri, acquistavano opere italiane, mentre gli artisti nordeuropei continuavano a viaggiare in Italia, contribuendo a diffondere lo stile manierista.
Singoli artisti italiani che lavoravano nel Nord diedero vita a un movimento noto [[Manierismo nordico]] (o Manierismo settentrionale). A [[Francesco I di Francia]], per esempio, fu donato ''L'[[Allegoria del trionfo di Venere]]'' del [[Bronzino]]. Lo stile declinò in Italia dopo il 1580, mentre una nuova generazione di artisti, tra i quali i fratelli [[Accademia degli Incamminati|Carracci]], [[Caravaggio]] e [[Cigoli (pittore)|Cigoli]], faceva rivivere il naturalismo. [[Walter Friedlaender]] identificò questo periodo come "antimanierismo", proprio come i primi manieristi erano "anticlassici" nella loro reazione di allontanamento dai valori estetici del Rinascimento maturo<ref>Friedländer, cit.</ref>, e oggi si concorda che i fratelli Carracci e Caravaggio abbiano cominciato la transizione alla pittura di stile barocco che era dominante entro il 1600.
Fuori d'Italia, tuttavia, il Manierismo continuò fino al Seicento. In Francia, dove Rosso si recò per lavorare alla corte di [[Scuola di Fontainebleau|Fontainebleau]], è noto come lo "[[stile Enrico II]]" ed ebbe un particolare impatto sull'architettura. Altri importanti centri continentali del [[Manierismo nordico]] includono la corte di [[Rodolfo II d'Asburgo|Rodolfo II]] a [[Praga]], nonché [[Haarlem]] e [[Anversa]]. Il Manierismo come categoria stilistica si applica meno frequentemente alle arti visive e decorative [[Inghilterra|inglesi]], dove si usano più comunemente etichette native come "[[Età elisabettiana|elisabettiano]]" e "[[Età di Giacomo I|giacobiano]]". Il Manierismo artigiano del Seicento è un'eccezione, applicata all'architettura, che fa affidamento sui libri di modelli piuttosto che sui precedenti esistenti nell'Europa continentale.<ref>Summerson, cit., pp. 157–72.</ref>
Di particolare rilievo è l'influenza fiamminga a Fontainebleau che combinava l'erotismo dello stile francese con una prima versione della tradizione della ''[[vanitas]]'' che avrebbe dominato la pittura olandese e fiamminga del XVII secolo. Prevalente in questo periodo era il "pittore vago", una descrizione dei poeti del nord che entrarono nelle botteghe in Francia e in Italia per creare uno stile realmente internazionale.
===I centri della pittura manierista italiana===
[[
* '''[[Firenze]]''' sarà animata per tutto il terzo decennio del secolo dalla presenza di [[Michelangelo]], qui egli realizza opere architettoniche fondamentali per lo sviluppo della maniera, dalla [[Sagrestia Nuova]] in
* '''[[Mantova]]''', piccola corte del nord Italia, grazie alla presenza stabile di [[Giulio Romano]], il più dotato allievo di [[Raffaello]], diventa tra le città più all'avanguardia artisticamente e culturalmente. Sarà [[Federico II Gonzaga]], figlio di [[Isabella d'Este]] a riportare la città ai fasti che conobbe al tempo di [[Mantegna]], soprattutto con i cantieri di [[Palazzo Te]] e del [[Palazzo Ducale (Mantova)|Palazzo Ducale]].
* La '''[[Repubblica di Genova]]''' nella prima metà del XVI secolo vede stravolta la sua economia che, se fino ad allora era basata sul commercio marittimo, ora è dominata dall'imprenditoria finanziaria, che svolge un ruolo centrale per la crescita della città. Il patriziato di Genova finanzia per decenni le guerre dell'imperatore [[Carlo V]], che accresce sempre di più il potere della città, che diviene così uno dei poli del Manierismo internazionale, con la presenza di [[Perin del Vaga]], il senese [[Beccafumi]] e [[Il Pordenone]].
* L''''[[Emilia]]''', la '''[[Romagna]]''' e le '''[[Marche]]''' vedono una
* '''[[Venezia]]''' vive una crisi economica e politica dovuta all'allargamento dell'impero ottomano verso occidente oltre ai disastri provocati dalla [[lega di Cambrai]]: la città sarà costretta a modificare la sua economia guardando ai territori dell'entroterra e a città come [[Brescia]] e [[Bergamo]]. Pur in crisi, Venezia vive una ineguagliata concentrazione di artisti,
* In '''[[Lombardia]]''', dopo anni di incertezze politiche dovute alla caduta di [[Ludovico il Moro]] (1499), la ricchissima [[Milano]] passa sotto il dominio di [[Carlo V]]. Ma né a Milano né in nessun
* '''[[Napoli]]''' agli inizi del [[XVI secolo]] era divenuta vicereame spagnolo, venendo dunque privata di una sua corte. Tuttavia non cadde in una condizione marginale, cosa testimoniata dall'enorme espansione demografica che venne interrotta solo dalla peste del 1656. Proprio in quel secolo la massiccia proliferazione di nuove fabbriche religiose e nobiliari iniziò a far "carburare" una scuola pittorica locale, ulteriormente alimentata dal contatto con maestri del manierismo italiano e internazionale stanziatisi in città per periodi più o meno lunghi come [[Polidoro da Caravaggio]], [[Giorgio Vasari]], [[Dirk Hendricksz]] e soprattutto [[Marco Pino]], che restò a Napoli per circa 30 anni e nella cui bottega si formò [[Fabrizio Santafede]], massimo esponente napoletano - insieme a [[Francesco Curia]] e a [[Belisario Corenzio]] (attivissimo frescante di origini greche) - del tardo-manierismo controriformato negli anni che precedono l'arrivo del [[Caravaggio]] in città e la conseguenziale rivoluzione stilistica da lui suscitata nell'ambiente artistico partenopeo.
La ripresa di [[Roma]] dopo il [[Sacco di Roma (1527)|sacco del 1527]] si attua con l'avvento del pontificato di [[papa Paolo III]] (1534-49) che tenta di recuperare il prestigio temporale anche grazie alle grandi imprese artistiche pubbliche. I cantieri più importanti furono aperti quindi al Vaticano e al [[Campidoglio]]. Paolo III dovette anche affrontare la frattura tra i cristiani dell'Europa settentrionale e l'ortodossia romana, Roma vive così una stagione di ambivalenza, divisa tra il fasto raffinato del manierismo internazionale (nelle ville urbane e suburbane delle più potenti famiglie) e opere più rigorose e spirituali come il [[Giudizio Universale]] nella Sistina, e i cicli di [[Daniele da Volterra]].
===Pittori manieristi italiani in Europa===
* A '''[[Praga]]''' intorno alla figura dell'imperatore [[Rodolfo II d'Asburgo]] maturano gli estremi esiti del Manierismo internazionale. La città, divenuta capitale nel 1583, diviene una gigantesca bottega in cui ogni tipo di materiale è lavorato per soddisfare l'immensa voracità del collezionismo della corte imperiale. Invenzioni sempre più strane, intellettuali o curiose, si accumulano nelle camere della corte. I principali artisti lì presenti furono il milanese [[Giuseppe
* A '''[[Fontainebleau]]''', alla corte di [[Francesco I di Valois]], giungono [[Rosso Fiorentino]] e [[Francesco Primaticcio]] che trasformeranno il castello nel centro di diffusione dell'arte italiana a nord delle [[Alpi]]. Nasce così la cosiddetta [[Scuola di Fontainebleau]] che comprende anche artisti francesi e fiamminghi come [[Jean Cousin il Vecchio|Jean Cousin]], [[Toussaint Dubreuil]], [[Antoine Caron]] e [[Ambroise Duboise|Ambroise Dubois]].
== Architettura
{{Vedi anche|Architettura manierista}}
Anche l'[[architettura]] della metà del Cinquecento viene spesso considerata manierista, intendendo in questa accezione un uso raffinato e disinvolto degli ordini classici, con frequenti infrazioni alle regole codificate. Tra gli edifici che meglio esemplificano questo atteggiamento sono da ricordare il [[Palazzo Te]] a [[Mantova]], opera del pittore e architetto [[Giulio Romano]], e la [[Villa Imperiale (Pesaro)|Villa Imperiale]] a [[Pesaro]] progettata da [[Gerolamo Genga]].
Un altro aspetto dell'architettura manierista fu la dialettica tra natura e artificio che caratterizzò i modelli del [[giardino all'italiana]].
<gallery>▼
==Scultura
Come nella pittura, la prima scultura manierista italiana era in gran parte un tentativo di trovare uno stile originale che potesse eguagliare e superare il [[maniera moderna|Rinascimento maturo]] di [[Michelangelo]]. Ad esempio la decorazione di [[piazza della Signoria]] a Firenze innescò una viva competizione fra gli artisti attraverso una serie di commissioni che avrebbero affiancato il ''[[David (Michelangelo)|David]]'' di [[Michelangelo]]. [[Baccio Bandinelli]] rilevò il progetto di ''[[Ercole e Caco]]'' dal maestro stesso, ma il suo tentativo di emulare la vibrante tensione anatomica del David si tradusse in eccessivo muscolarismo, che destò subito vivaci critiche<ref>Olson, cit., pp. 179–182.</ref>. Il bronzo ''[[Perseo con la testa di Medusa]]'' di [[Benvenuto Cellini]] fu disegnato con otto angoli di visuale (una caratteristica dello stile manierista) e venne artificialmente stilizzato nel cesello dei dettagli, derivati forse dall'esperienza dello scultore come orefice.<ref>Olson, cit., pp. 183–187.</ref> La sua famosa ''[[Saliera di Francesco I di Francia|Saliera]]'' in oro e smalto (1543) mostra il suo talento nel creare una vivace composizione, ricca di dettagli che esaltano al meglio i materiali preziosi.<ref>Olson, cit. pp. 182–183.</ref>
Piccole figure in bronzo da collezione, spesso soggetti mitologici nudi, erano un genere assai richiesto dalle corti principesche, e a Firenze vi eccelleva il [[Giambologna]], artista di origine fiamminga. Creò anche sculture a grandezza naturale, di cui due entrarono nella decorazione di piazza della Signoria. Lui e i suoi seguaci escogitarono eleganti esempi allungati della [[figura serpentinata]], spesso di due figure intrecciate, che erano interessanti da tutti i lati di veduta.<ref>Olson, cit., pp. 194–202.</ref>
<gallery widths="200" heights="200" perrow="6">
File:Fontainebleau escalier roi.jpg|[[Soprapporta]] in [[stucco]] a [[Castello di Fontainebleau|Fontainebleau]], probabilmente disegnata da [[Primaticcio]], che dipinse il riquadro ovale, anni 1530-1540
File:Persee-florence.jpg|[[Benvenuto Cellini]], ''[[Perseo con la testa di Medusa]]'', 1545–1554
File:Giambologna raptodasabina.jpg|[[Giambologna]], ''[[Ratto delle Sabine (Giambologna)|Ratto delle Sabine]]'', 1583, Firenze, Italia, alto 410 cm, [[marmo]]
Mercure Psyché.jpg|[[Adriaen de Vries]], ''Mercurio e Psiche'', statua di bronzo a grandezza naturale del [[Manierismo nordico]], fatta nel 1593 per [[Rodolfo II d'Asburgo]]
▲</gallery>
==Elenco di artisti manieristi==
;Pittori
{{
* [[Michelangelo Buonarroti]]
* [[Giorgio Vasari]]
* [[Livio Agresti]]
Riga 94 ⟶ 112:
* [[Rosso Fiorentino]]
* [[Giulio Romano]]
* [[Annibale Carracci]]
* [[Gaudenzio Ferrari]]
* [[Perin del Vaga]]
Riga 100 ⟶ 119:
* [[Francesco Salviati]]
* [[Federico Zuccari]]
* [[Federico Barocci]]
* [[Agnolo Bronzino]]
Riga 113 ⟶ 131:
* [[Pellegrino Tibaldi]]
* [[Camillo Boccaccino]]
* [[Giuseppe Arcimboldo]]
* [[Bartholomäus Spranger|Bartolomeo Spranger]]
Riga 119 ⟶ 136:
* [[Francesco Primaticcio]]
* [[Domenico Beccafumi]]
* [[Marco Pino]]
* [[Il Pordenone]]
* [[Paris
* [[Antonio Campi]]
* [[Vincenzo Campi]]
* [[Il Cerano]]
* [[Raffaellino del Colle]]
* [[Fabrizio Santafede]]
* [[Francesco Curia]]
* [[Cristoforo Gherardi]]
* [[Filippo Paladini]]
{{
;Architetti
* [[Michelangelo Buonarroti]]
* [[Andrea Palladio]]
* [[Giorgio Vasari]]
* [[Giulio Romano]]
* [[Federico Zuccari]]
* [[Girolamo Rainaldi]]
* [[Pellegrino Tibaldi]]
* [[Baldassarre Peruzzi]]
* [[Natale Masuccio]]
* [[Francesco Primaticcio]]
* [[Jacopo Barozzi da Vignola|Il Vignola]]
* [[Bartolomeo Ammannati]]
* [[Giovanni Angelo Montorsoli]]
* [[Il Tribolo]]
;Scultori
* [[Michelangelo Buonarroti]]
* [[Giambologna]]
* [[Gaudenzio Ferrari]]
* [[Daniele da Volterra]]
* [[Federico Zuccari]]
* [[Benvenuto Cellini]]
* [[Baccio Bandinelli]]
* [[Giovanni Angelo Montorsoli]]
* [[Domenico Beccafumi]]
* [[Vincenzo Danti]]
* [[Il Cerano]]
* [[Pietro Francavilla]]
* [[Il Tribolo]]
==Note==
Riga 133 ⟶ 183:
== Bibliografia ==
* Max Dvořák. ''Uber Greco und den Manierismus''. Monaco, 1922, pagine 261-76
* Giuliano Briganti, ''La Maniera italiana'', Roma, Editori Riuniti, 1961
* ''Manierismo, barocco rococò: concetti e termini''. Atti del convegno tenuto a Roma nel 1960 e pubblicati due anni dopo.
* ''Act of the 20 th International Congress of the History of Art''. Atti del convegno tenuto a New York nel 1961, in particolare nel secondo volume alle pagine 163-255 i contributi raccolti sotto il titolo The ''Renaissance and Mannerism. Studies in Western Art'', Princeton, 1963
* Craig Hugh Smyth, ''Mannerism and «Maniera»'', Locust Valley s. d. [ma 1962]
* Franzsepp Wurtenberger, ''Il manierismo'', Milano, Silvana, 1964
* Walter Friedländer, ''Mannerism and Anti-Mannerism in Italian Painting'', New York, Schocken, 1965, LOC 578295 (prima edizione, New York, Columbia University Press, 1958).
* Arnold Hauser, ''Il Manierismo: la crisi del Rinascimento e l'origine dell'arte moderna'', Torino, Einaudi, 1965
* Sidney J. Freedberg
* Achille Bonito Oliva, ''L'ideologia del traditore: arte, maniera, manierismo'', Milano, Feltrinelli, 1976
* John Shearman, ''Mannerism''
* John Summerson, ''Architecture in Britain 1530–1830'', 7ª edizione rivista e ampliata (3ª edizione integrata), The Pelican History of Art, Harmondsworth e New York, Penguin, 1983. ISBN 0-14-056003-3 (cofanetto), ISBN 0-14-056103-X (brossura) [ristampato con correzioni, 1986; 8ª edizione, Harmondsworth e New York, Penguin, 1991]
* Antonio Pinelli, ''La bella maniera: artisti del Cinquecento tra regola e licenza '', Torino, Einaudi, 1993. ISBN 8806131370▼
* Roberta J.M. Olson, ''Italian Renaissance Sculpture'', 1992, Thames & Hudson (World of Art). ISBN 9780500202531
* Caroline Patey, ''Manierismo'', Milano, Bibliografica, 1996. ISBN 8870754537 ▼
▲* Antonio Pinelli, ''La bella maniera: artisti del Cinquecento tra regola e licenza
* Achille Bonito Oliva, ''L'ideologia del traditore: arte, maniera, manierismo'', Nuova edizione rivista, Milano, Electa, 1998. ISBN 8843565451
* Renato Barilli, ''Maniera moderna e manierismo'', Milano, Feltrinelli, 2004. ISBN 880710363X
* Andrea Baldinotti, ''Manierismo'', Firenze, Art e Dossier Giunti, 2010
* Elisabetta Marchetti Letta, ''Pontormo, Rosso Fiorentino'', Scala, Firenze 1994. ISBN 88-8117-028-0
* [[Agalma]] nº 13 - ''Mano, Maniera, Manierismo'', Roma, Meltemi, 2007 ISBN 978-88-8353-560-4
== Voci correlate ==
Riga 154 ⟶ 207:
* [[Maniera moderna]]
* [[Arte del secondo Cinquecento a Milano]]
* [[Manierismo a Napoli]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{
* {{Cita web |sito=[[Agalma]]
* {{EI|nome
{{Storia dell'arte occidentale}}
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