Combustibile solido secondario: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
SieBot (discussione | contributi)
m robot Aggiungo: ja:廃棄物固形燃料
Funzionalità collegamenti suggeriti: 3 collegamenti inseriti.
 
(167 versioni intermedie di 86 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{L|energia|gennaio 2021}}
[[Immagine:RDF-fluff gebaald.JPG|thumb|right|280px|Ecoballe ammassate in attesa di essere avviate alla combustione.]]
[[File:RDF-pellets.jpg|thumb|Pellet di combustibile solido secondario]]
IL '''CDR''' ('''Combustibile Derivato dai Rifiuti'''), traduzione dell'acronimo inglese '''RDF''' ('''Refuse Derived Fuel'''), è un combustibile solido triturato secco ottenuto dal trattamento dei [[rifiuti solidi urbani]], raccolto generalmente in blocchi cilindrici denominati '''ecoballe'''.
 
Il '''combustibile solido secondario''' (CSS) è un tipo di [[combustibile]] derivato dalla lavorazione dei [[rifiuto|rifiuti]] urbani non pericolosi e speciali non pericolosi. Può essere suddiviso in due principali tipologie: il CSS e il CSS-combustibile, che differiscono per le loro caratteristiche [[chimico]]/[[Fisica|fisiche]] e per la normativa applicabile. Il CSS-combustibile infatti, è materiale che ha cessato la qualifica di "rifiuto" e che pertanto viene considerato un nuovo prodotto. Il CSS rimane invece un rifiuto e la sua lavorazione, gestione e utilizzo può avvenire solo in impianti autorizzati alla gestione dei rifiuti. Il [[decreto legislativo]] n. 152/2006 (anche detto Testo Unico dell'Ambiente) ha introdotto la definizione di CSS, che abroga la precedente definizione di CDR (combustibile derivato da rifiuto), attraverso il decreto legislativo n. 205/2010 all'articolo 183, lettera cc).
==Produzione==
Secondo le normative italiane vigenti (in particolare il D.Lgs. n. 22/1997 e successive modifiche e integrazioni), il CDR viene ottenuto tramite processi volti a eliminare i materiali non combustibili ([[vetro]], [[metalli]], [[inerti]]) e la frazione umida (la materia organica come gli scarti alimentari, agricoli, etc.). I rifiuti adatti (in genere soprattutto plastiche che - come derivati del [[petrolio]] - hanno un buon [[rendimento energetico]]), così selezionati, vengono in seguito, triturati e aggregati in grossi blocchi (chiusi con vari strati di pellicola plastica). La produzione deve avvenire in impianti idonei al contenimento delle emissioni di polveri e al deposito dei rifiuti nelle diverse fasi di trattamento.
 
==Descrizione==
'''La parte organica dei rifiuti''', eliminata dall'"ecoballa", può essere utilizzata per estrarre [[biogas]], [[combustibili]] solidi e liquidi, per un riutilizzo come [[compost]] fertilizzante o come materia prima per determinati cicli produttivi industriali (ad esempio il [[bioetanolo]]), oppure conferita direttamente in discarica (quest'ultima opzione andrebbe evitatata).
{{Organizzare|Il titolo "Descrizione" è troppo generico|chimica|dicembre 2022}}
Il CSS è identificato da un codice CER (tipicamente 191210 - combustibile derivato da rifiuti), mentre il CSS-combustibile essendo un prodotto non viene più inquadrato nel regime della [[gestione dei rifiuti]].
 
Il primo è definibile come combustibile solido ottenuto da rifiuti non pericolosi, utilizzato per il recupero di energia in impianti di incenerimento o co‐incenerimento, rispondente alle specifiche e alla classificazione data dalla [[Ente nazionale italiano di unificazione|UNI]] EN 15359:2011.
Al termine del processo di selezione '''il residuo secco combustibile''' dei rifiuti (cioè carta plastica ecc.) viene triturato e trasformato in combustibile (CDR) per la [[termovalorizzazione]] in appositi impianti [[inceneritore|inceneritori]] dotati di sistemi di recupero dell'[[energia]] prodotta dalla combustione producendo [[energia elettrica|elettricità]] o elettricità e calore ([[cogenerazione]]). Il CDR può essere bruciato anche in forni industriali di diverso genere non specificamente progettati a questo scopo, come quelli dei cementifici,<ref name=toz>Mario Tozzi, ''L'Italia a secco: la fine del petrolio e la nuova era dell'energia naturale'', Rizzoli, 2006.</ref> per i quali può essere un combustibile economicamente vantaggioso.
 
Il secondo è concepito come un "sottoinsieme" delle diverse tipologie possibili di combustibile solido secondario (CSS), che per le sue caratteristiche di classificazione e specificazione tali per cui sia possibile emettere una [[dichiarazione di conformità]] nel rispetto di quanto disposto all'articolo 8, comma 2 del [http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2013-03-14&atto.codiceRedazionale=13G00061&elenco30giorni=false Decreto ministeriale Ambiente 14 febbraio 2013, n. 22]. Tale distinzione porta ad avere il CSS parte rifiuto non pericoloso (definizione come da [http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/06152dl3.htm#177 art. 184, comma 1, del D.Lgs. n. 152/2006]) e parte [[Prodotto (economia)|prodotto]] commercializzato come [[combustibile]].
'''La parte secca dei rifiuti non adatta alla combustione''' (cioè gli inerti, vetro, macerie ecc.) e non recuperabile in altro modo, viene raccolta e accantonata; dopo essere stata raggruppata in unità di dimensioni e peso standard, e destinata alla [[discarica]] o al [[riciclaggio]].
 
La UNI 9903‐1 definisce il CDR (combustibile derivato da rifiuti) di qualità normale e quello di qualità elevata CDR-Q. Entrambi sono particolari CSS che in accordo alla UNI EN 15359 assumono una classe di CSS in base ai quantitativi di cloro e mercurio e in funzione del [[Potere calorifico|PCI]] (potere calorifico inferiore).
Viene ammessa dalla legge, in fase di produzione dell'ecoballa, l'utilizzo per non più del 50% in peso, di alcuni rifiuti riciclabili, quali le [[Materie plastiche|plastiche]] non clorurate ([[polietilene tereftalato|PET]], [[polietilene|PE]], ecc.), poliaccoppiati plastici (come gli imballaggi multimateriale plastica-[[alluminio]] o plastica-alluminio-carta), gomme sintetiche non clorurate, resine e fibre sintetiche non contenenti [[cloro]]. Il cloro infatti causa la produzione di [[diossina]] durante la combustione.
 
L'attuale scenario del CSS, essendo nuovo ed essendoci questa sovrapposizione tra CDR e CDR-Q come sottocategorie, ha generato nell'attuale scenario iniziale una confusione poco utile al dibattito sull'utilizzo delle categorie adibite a combustibile. In particolare modo l'articolo 8, comma 1, lettera ''b)'', del [[decreto ministeriale]] n. 22/2013 definisce CSS-combustibile, presi gli elementi della Tabella 1 - Classificazione dei combustibili solidi secondari (CSS) (da UNI EN 15359) ) "''esclusivamente il combustibile solido secondario (CSS) con PCI e Cl (cloro) come definito dalle classi 1, 2, 3 e relative combinazioni, e per quanto riguarda l'Hg come definito dalle classi 1 e 2, elencati nella Tabella 1, riferite a ciascun sottolotto''". L'errore interpretativo è dovuto al fatto che la classe III della UNI EN 15359:2011 è parzialmente compresa nella definizione di CSS-combustibile.
Le ecoballe sono considerate rifiuti speciali e come tali possono essere liberamente smaltite in Regioni diverse da quella di provenienza.
 
Può derivare dal trattamento di frazioni omogenee e opportunamente selezionate di rifiuti urbani, rifiuti industriali, rifiuti commerciali, rifiuti da costruzione e demolizione, [[Fango da depurazione|fanghi da depurazione]] delle [[acque reflue]] civili e industriali non pericolosi, ecc.<ref>UNI CEN/TS 15359</ref>
==Classificazione e qualità del CDR==
Il CDR è classificabile in diversi gradi qualitativi, sulla base delle norme tecniche Uni 9903-1 e successive modifiche ed integrazioni.
 
Si presenta di solito in varie forme, addensate o meno. Può essere in forma di ''fluff'' (simile a coriandoli), in questo caso può essere lasciato sfuso oppure pressato in presse normalmente di forma parallelepipedo con peso da circa 500 a 1 000&nbsp;kg ciascuna e di norma filmate su tutti i lati con una pellicola di polietilene. Oppure può essere in forma addensata e in questo caso si può presentare come pellet, bricchette o in forma granulare.
Il combustibile di qualità normale è detto semplicemente CDR, è recuperato dai rifiuti urbani e dai rifiuti speciali non pericolosi.
 
==Fasi produttive==
È sottoposto a diversi trattamenti, trattamenti finalizzati a:
*garantire un [[potere calorifico]] sufficiente;
*ridurre e controllare il rischio ambientale e sanitario;
*ridurre la presenza di materiale metallico, vetri, inerti, materiale putrescibile e il contenuto di umidità;
*rimuovere le sostanze pericolose ai fini della combustione, come alcuni tipi di [[polimero]] e i materiali potenzialmente esplodenti.
 
===Eliminazione delle frazioni organiche o non combustibili===
Il combustibile di qualità elevata classificato come '''CDR-Q''', sulla base delle norme tecniche Uni 9903-1, consente di ottenere i ''certificati verdi'' la produzione di energia elettrica, e può essere usato con impatto ambientale inferiore.
Nella normativa italiana il CSS trova la sua definizione all'articolo 183, comma 1, lettera ''cc)'', del d. lgs. n. 152/2006, come modificato dal d. lgs. 3 dicembre 2010, n. 205. Esso viene ottenuto tramite processi volti a eliminare i materiali non combustibili ([[vetro]], [[metallo|metalli]], [[Inerte (chimica)|inerti]]) e la frazione umida (la materia organica come gli scarti alimentari, agricoli, ecc.)<ref>La frazione organica può essere utilizzata per la produzione di [[biogas]], riutilizzata come [[compost]] fertilizzante o come materia prima per determinati cicli produttivi industriali (come, ad esempio, il [[bioetanolo]]), o conferita in discarica.</ref>.
 
La parte non combustibile dei rifiuti e non recuperabile in altro modo viene raccolta e, dopo essere stata raggruppata in unità di dimensioni e peso standard, destinata alla [[discarica]] o al [[riciclaggio dei rifiuti|riciclaggio]].
 
===Confezionamento===
I rifiuti adatti (in genere soprattutto plastiche che - come derivati del [[petrolio]] - hanno un discreto [[potere calorifico]]), così selezionati, prendono il nome di ''residuo secco combustibile''. Successivamente alla selezione, vengono triturati e aggregati in grossi blocchi chiusi con vari strati di pellicola plastica. La produzione deve avvenire in impianti idonei al contenimento delle emissioni di polveri e al deposito dei rifiuti nelle diverse fasi di trattamento.
 
Viene ammesso dalla legge, in fase di produzione, l'utilizzo, per non più del 50% in peso, di alcuni rifiuti riciclabili quali le [[Materie plastiche|plastiche]] non clorurate ([[polietilene tereftalato|PET]], [[polietilene|PE]], ecc.), poliaccoppiati plastici (come gli imballaggi multimateriale plastica-[[alluminio]] o plastica-alluminio-carta), gomme sintetiche non clorurate, resine e fibre sintetiche non contenenti [[cloro]]. L'attenzione della normativa all'assenza di cloro è giustificata dal fatto che esso causa la produzione di [[diossine]] durante la combustione.
 
Il processo di ottenimento del RDF prevede varie fasi, distinte a seconda della qualità del combustibile da ottenere e del materiale di partenza.
 
Le principali operazioni sono:
* Triturazione e riduzione dimensionale del materiale;
* Deferrizzazione, attraverso separatori elettromagnetici;
* Eventuale deumidificazione e stabilizzazione della frazione organica;
* Asportazione di metalli non ferrosi;
* Asportazione di materiali inerti (vetro, ceramiche, sassi, sabbia, inerti…);
* Eventuale triturazione ulteriore per adattare la pezzatura in funzione della tecnologia di termoutilizzazione;
* Eventuali essiccamento, addensamento o pellettizzazione, in base alla modalità di alimentazione degli impianti
 
====Classificazione del CSS====
I CSS sono classificati in base ai seguenti tre parametri:
* il [[potere calorifico|potere calorifico inferiore]] (indice del valore energetico e quindi economico);
* il contenuto di [[cloro]] (indice del grado di aggressività sugli impianti);
* il contenuto di [[mercurio (elemento chimico)|mercurio]] (indice della rilevanza dell'impatto ambientale).
A seconda della combinazione dei tre parametri sono individuati 125 tipologie diverse di CSS. Solo quelle classificate classe I e classe II sono prodotti per la combustione. La classe III è un rifiuto non pericoloso.
 
==Applicazioni==
Il CSS si utilizza nei seguenti impianti, con finalità il recupero energetico (energia elettrica e/o termica):
 
* [[Cemento|cementifici]]. Il CSS (Classe I e II) consente alcuni benefici: gli elevati tempi di permanenza ad alte temperature permettono la distruzione totale delle sostanze organiche inquinanti; la miscela è basica, quindi neutralizza eventuali gas acidi liberati nella combustione; eventuali metalli pesanti vengono fissati nelle ceneri e nelle polveri;
* [[Inceneritore|inceneritori]]. Rispetto a quelli per smaltimento di RSU, gli inceneritori che utilizzano CSS (Classe III) hanno rendimenti termici migliori (dovuti al minore contenuto di frazioni inerti e umidità) e caratteristiche costruttive più vantaggiose, in particolare dimensioni più contenute e sistemi di abbattimento semplificati;
* [[Centrale termoelettrica|centrali termoelettriche]] (classe I);
* impianti per la produzione della calce (classe I e II);
* [[Siderurgia|impianti siderurgici]] (classe I);
* impianti di [[gassificazione]];
* centrali termiche per [[teleriscaldamento]] (classe I e II).
 
Gli impianti che utilizzano il CSS come combustibile, possono essere ''dedicati'' oppure impianti già esistenti che utilizzano anche combustibili tradizionali, in entrambi i casi gli impianti sono caratterizzati da tecnologie di combustione e di depurazione dei fumi in grado di rispettare i limiti normativi.
 
In Italia il CSS può essere utilizzato come combustibile, esclusivamente se riconosciuto come CSS-combustibile, nei cementifici aventi capacità di produzione superiore a 500 ton/g di [[clinker]] e nelle centrali termoelettriche con potenza termica di combustione superiore a 50&nbsp;MW.<ref>Decreto ministeriale 14 febbraio 2013, n. 22. "Regolamento recante disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto di determinate tipologie di combustibili solidi secondari (CSS), ai sensi dell'articolo 184-ter, comma 2, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni".</ref>
 
==La co-combustione del CSS==
La co-combustione di CSS in impianti industriali esistenti risulta essere, allo stato attuale, una tecnica con interessanti prospettive di sviluppo. Il CSS può essere utilizzato in co-combustione in impianti alimentati con polverino di carbone o con altri combustibili solidi alternativi. Uno dei più interessanti utilizzi in co-combustione è a oggi quello effettuato nella [[Centrale termoelettrica Andrea Palladio]] dell'Enel a Fusina (VE) dove attraverso l'utilizzo di CSS in miscela al 5% si è ottenuto di ridurre il consumo di carbone fossile. L'analisi del ciclo di vita del processo porta a una valutazione indubbiamente positiva. A oggi l'unico CSS omologato per l'utilizzo in co-combustione come combustibile sostitutivo del carbone in grandi centrali elettriche risulta quello prodotto negli impianti di Ecoprogetto Venezia, società del gruppo Veritas.
 
==Rifiuti non pericolosi non ammessi per la produzione del CSS-combustibile==
In base all'articolo 6 comma 1 del [http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2013-03-14&atto.codiceRedazionale=13G00061&elenco30giorni=false DM Ambiente 14 febbraio 2013, n. 22] nell'allegato 2 sono elencati i rifiuti non pericolosi '''non ammessi''' come materia prima per la realizzazione del CSS-combustibile.
 
Questi sono i rifiuti contrassegnati con specifici codici:
# Codice 99
# Rifiuti contrassegnati con i codici dei seguenti capitoli:
## Capitolo 1 (Rifiuti derivanti da prospezione, estrazione da miniera o cava, nonché dal trattamento fisico o chimico di minerali)
## Capitolo 6 (Rifiuti dei processi chimici inorganici)
## Capitolo 8 (Rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di rivestimenti (pitture, vernici e smalti vetrati), adesivi, sigillanti e inchiostri per stampa)
## Capitolo 9 (Rifiuti dell'industria fotografica) ad eccezione del codice 09 01 08 (carta e pellicole per fotografia, non contenenti argento o composti dell'argento)
## Capitolo 11 (Rifiuti prodotti dal trattamento chimico superficiale e dal rivestimento di metalli ed altri materiali; idrometallurgia non ferrosa)
## Capitolo 13 (Oli esauriti e residui di combustibili liquidi (tranne oli commestibili ed oli di cui ai capitoli 05, 12 e 19))
## Capitolo 14 (Solventi organici, refrigeranti e propellenti di scarto (tranne 07 e 08))
## Capitolo 18 (Rifiuti prodotti dal settore sanitario e veterinario o da attività di ricerca collegate (tranne i rifiuti di cucina e di ristorazione non direttamente provenienti da trattamento terapeutico)
# Rifiuti contrassegnati con i seguenti sottocapitoli:
## Sottocapitolo 10 02 rifiuti dell'industria del ferro e dell'acciaio
## Sottocapitolo 10 03 rifiuti della metallurgia termica dell'alluminio
## Sottocapitolo 10 04 rifiuti della metallurgia termica del piombo
## Sottocapitolo 10 05 rifiuti della metallurgia termica dello zinco
## Sottocapitolo 10 06 rifiuti della metallurgia termica del rame
## Sottocapitolo 10 07 rifiuti della metallurgia termica di argento, oro e platino
## Sottocapitolo 10 08 rifiuti della metallurgia termica di altri minerali non ferrosi
## Sottocapitolo 10 09 rifiuti della fusione di materiali ferrosi
## Sottocapitolo 10 10 rifiuti della fusione di materiali non ferrosi
## Sottocapitolo 10 11 rifiuti della fabbricazione del vetro e di prodotti di vetro
## Sottocapitolo 10 12 rifiuti della fabbricazione di prodotti di ceramica, mattoni, mattonelle e materiali da Costruzione
## Sottocapitolo 10 13 rifiuti della fabbricazione di cemento, calce e gesso e manufatti di tali materiali
## Sottocapitolo 12 03 rifiuti prodotti da processi di sgrassatura ad acqua e vapore (tranne 11)
## Sottocapitolo 16 03 prodotti fuori specifica e prodotti inutilizzati
## Sottocapitolo 16 04 esplosivi di scarto
## Sottocapitolo 16 07 rifiuti della pulizia di serbatoi per trasporto e stoccaggio e di fusti (tranne 05 e 13)
## Sottocapitolo 16 08 catalizzatori esauriti
## Sottocapitolo 16 09 sostanze ossidanti
## Sottocapitolo 16 10 rifiuti liquidi acquosi destinati ad essere trattati fuori sito
## Sottocapitolo 16 11 scarti di rivestimenti e materiali refrattari
## Sottocapitolo 17 01 cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche
## Sottocapitolo 17 03 miscele bituminose, [[catrame di carbone]] e prodotti contenenti catrame
## Sottocapitolo 17 04 metalli (incluse le loro leghe)
## Sottocapitolo 17 05 terra (compreso il terreno proveniente da siti contaminati), rocce e fanghi di dragaggio
## Sottocapitolo 17 06 materiali isolanti e materiali da costruzione contenenti amianto) ad eccezione del codice 17 06 04 (materiali isolanti diversi da quelli di cui alle voci 17 06 01 e 17 06 03
## Sottocapitolo 17 08 materiali da costruzione a base di gesso
## Sottocapitolo 17 09 altri rifiuti dell'attività di costruzione e demolizione
## Sottocapitolo 19 01 rifiuti da incenerimento o [[pirolisi]] di rifiuti
## Sottocapitolo 19 02 rifiuti prodotti da specifici trattamenti chimico-fisici di rifiuti industriali (comprese decromatazione, decianizzazione, neutralizzazione)
## Sottocapitolo 19 03 rifiuti stabilizzati/solidificati
## Sottocapitolo 19 04 rifiuti vetrificati e rifiuti di vetrificazione
## Sottocapitolo 19 06 rifiuti prodotti dal trattamento anaerobico dei rifiuti (ad eccezione del 19 06 04 digestato prodotto dal trattamento anaerobico dei rifiuti urbani)
## Sottocapitolo 19 07 percolato di discarica
## Sottocapitolo 19 08 rifiuti prodotti dagli impianti per il [[trattamento delle acque reflue]], non specificati altrimenti (ad eccezione del 19 08 01 vaglio e 19 08 05 fanghi prodotti dal trattamento della acque reflue urbane)
## Sottocapitolo 19 09 rifiuti prodotti dalla [[potabilizzazione dell'acqua]] o dalla sua preparazione per uso industriale (ad eccezione del 19 09 01 vaglio)
## Sottocapitolo 19 10 rifiuti prodotti da operazioni di frantumazione di rifiuti contenenti metallo
## Sottocapitolo 19 13 rifiuti prodotti dalle operazioni di bonifica di terreni e risanamento delle acque di falda
# Fanghi e rifiuti organici e sottoprodotti con i seguenti codici:
## 02 01 01 fanghi da operazioni di lavaggio e pulizia
## 02 01 06 feci animali, urine e letame (comprese le lettiere usate), effluenti, raccolti separatamente e trattati fuori sito
## 02 01 09 rifiuti agrochimici diversi da quelli della voce 02 01 08
## 02 01 10 rifiuti metallici
## 02 02 01 fanghi da operazioni di lavaggio e pulizia
## 02 02 04 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti
## 02 03 01 fanghi prodotti da operazioni di lavaggio, pulizia, sbucciatura, centrifugazione e separazione di componenti
## 02 03 05 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti
## 02 04 01 terriccio residuo delle operazioni di pulizia e lavaggio delle barbabietole
## 02 04 02 carbonato di calcio fuori specifica
## 02 04 03 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti
## 02 05 02 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti
## 02 06 03 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti
## 02 07 05 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti
## 03 03 02 fanghi di recupero dei bagni di macerazione (''green liquor'')
## 04 01 01 carniccio e frammenti di calce
## 04 01 04 liquido di concia contenente cromo
## 04 01 05 liquido di concia non contenente cromo
## 04 01 06 fanghi, prodotti in particolare dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti cromo
## 04 01 07 fanghi, prodotti in particolare dal trattamento in loco degli effluenti, non contenenti cromo
## 04 01 08 cuoio conciato (scarti, cascami, ritagli, polveri di lucidatura) contenenti cromo
## 04 02 10 materiale organico proveniente da prodotti naturali (ad es. grasso, cera)
## 04 02 17 tinture e pigmenti, diversi da quelli di cui alla voce 04 02 16
## 04 02 20 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 04 02 19
## 05 01 10 prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 05 01 09
## 05 01 13 fanghi residui dell'acqua di alimentazione delle caldaie
## 05 01 14 rifiuti prodotti dalle torri di raffreddamento
## 05 01 16 rifiuti contenenti zolfo prodotti dalla desolforizzazione del petrolio
## 05 01 17 bitumi
## 05 06 04 rifiuti prodotti dalle torri di raffreddamento
## 05 07 02 rifiuti contenenti zolfo
## 07 01 12 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 07 01 11
## 07 02 12 prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 07 02 11
## 07 03 12 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 07 03 11
## 07 04 12 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 07 04 11
## 07 05 12 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 07 05 11
## 07 06 12 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 07 06 11
## 07 07 12 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 07 07 11
## 10 01 01 ceneri pesanti, scorie e polveri di caldaia (tranne le polveri di caldaia di cui alla voce 10 01 04)
## 10 01 02 ceneri leggere di carbone
## 10 01 03 ceneri leggere di torba e di legno non trattato
## 10 01 05 rifiuti solidi prodotti da reazioni a base di calcio nei processi di desolforazione dei fumi
## 10 01 07 rifiuti fangosi prodotti da reazioni a base di calcio nei processi di desolforazione dei fumi
## 10 01 15 ceneri pesanti, scorie e polveri di caldaia prodotte dal coincenerimento, diverse da quelli di cui alla voce 10 01 14
## 10 01 17 ceneri leggere prodotte dal coincenerimento, diverse da quelle di cui alla voce 10 01 16
## 10 01 19 rifiuti prodotti dalla depurazione dei fumi, diversi da quelli di cui alle voci 10 01 05, 10 01 07 e 10 01 18
## 10 01 21 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 10 01 20
## 10 01 23 fanghi acquosi da operazioni di pulizia caldaie, diversi da quelli di cui alla voce 10 01 22
## 10 01 24 sabbie dei reattori a letto fluidizzato
## 10 01 25 rifiuti dell'immagazzinamento e della preparazione del combustibile delle [[centrali a carbone]]
## 10 01 26 rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento
## 12 01 01 limatura e trucioli di materiali ferrosi
## 12 01 02 polveri e particolato di materiali ferrosi
## 12 01 03 limatura e trucioli di materiali non ferrosi
## 12 01 04 polveri e particolato di materiali non ferrosi
## 12 01 13 rifiuti di saldatura
## 12 01 15 fanghi di lavorazione, diversi da quelli di cui alla voce 12 01 14
## 12 01 17 materiale abrasivo di scarto, diverso da quello di cui alla voce 12 01 16
## 12 01 21 corpi d'utensile e materiali di rettifica esauriti, diversi da quelli di cui alla voce 12 01 20
## 15 01 04 imballaggi metallici
## 15 01 07 imballaggi in vetro
## 16 01 06 veicoli fuori uso, non contenenti liquidi né altre componenti pericolose
## 16 01 12 pastiglie per freni, diverse da quelle di cui alla voce 16 01 11
## 16 01 15 liquidi antigelo diversi da quelli di cui alla voce 16 01 14
## 16 01 16 serbatoi per gas liquido
## 16 01 17 metalli ferrosi
## 16 01 18 metalli non ferrosi
## 16 01 20 vetro
## 16 02 14 apparecchiature fuori uso, diverse da quelle di cui alle voci da 16 02 09 a 16 02 13
## 16 05 05 gas in contenitori a pressione, diversi da quelli di cui alla voce 16 05 04
## 16 05 09 sostanze chimiche di scarto diverse da quelle di cui alle voci 16 05 06, 16 05 07 e 16 05 08
## 16 06 04 batterie alcaline (tranne 16 06 03)
## 16 06 05 altre batterie ed accumulatori
## 17 02 02 vetro
## 19 08 09 miscele di oli e grassi prodotte dalla separazione olio/acqua, contenenti esclusivamente oli e grassi commestibili
## 19 10 01 rifiuti di ferro e acciaio
## 19 10 02 rifiuti di metalli non ferrosi
## 19 12 02 metalli ferrosi
## 19 12 03 metalli non ferrosi
## 19 12 05 vetro
## 19 12 09 minerali (ad esempio sabbia, rocce)
## 20 01 02 vetro
## 20 01 28 vernici, inchiostri, adesivi e resine diversi da quelli di cui alla voce 20 01 27
## 20 01 30 detergenti diversi da quelli di cui alla voce 20 01 29
## 20 01 32 medicinali diversi da quelli di cui alla voce 20 01 31
## 20 01 34 batterie e accumulatori diversi da quelli di cui alla voce 20 01 33
## 20 01 36 apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, diverse da quelle di cui alle voci 20 01 21, 20 01 23 e 20 01 35
## 20 01 40 metallo
## 20 01 41 rifiuti prodotti dalla pulizia di camini e ciminiere
## 20 02 02 terra e roccia
 
==Note==
<references />
 
==Voci correlate==
* [[Cogenerazione]]
*[[Gestione dei rifiuti]]
* [[RiciclaggioCrisi dei rifiuti in Campania]]
*[[Inceneritore]]
 
==Collegamenti esterni==
*[https://web.archive.org/web/20160305131658/http://www.chimicaambiente.altervista.org/Immagini/Legambiente/3%5Elezione-CDR%20e%20termovalorizzatori.pdf CDR e Termovalorizzatori] link verificato il 03.04.2013
*[http://www.novambiente.it/DocumentiR/Il-combustibile-da-rifiuto--CDR-.htm_cvt.htm Il combustibile da rifiuto (CDR)]
*[http://www.filodiritto.com/diritto/pubblico/ambientesicurezza/combustibilederivatodarifiuti.htm Classificazione ufficiale come rifiuto speciale] (2001)
*[http://digilander.libero.it/nerowolfe/testi%20sito/Combustibili%20da%20rifiuti%20-%20pro%20e%20contro.htm Combustibile da rifiuti: pro e contro la produzione e l'uso di cdr] (10 novembre 2003)
*[http://www.acamspa.com/cdr/index.html impianto CDR in costruzione] a Vezzano Ligure (SP)
*{{en}} [http://ec.europa.eu/environment/waste/studies/pdf/rdf.pdf Refuse derived fuel, current practice and perspectives] (Pdf)
* Le sezioni Fasi produttive e Applicazioni utilizzano in parte o integralmente la [http://www.novambiente.it/index.php?option=com_content&view=article&id=279 relativa scheda] del sito ''[http://www.novambiente.it novambiente.it]'' rilasciata sotto [[Licenze Creative Commons|licenza Creative Commons]] [https://creativecommons.org/licenses/by/3.0/deed.it CC-BY-3.0]
* [https://web.archive.org/web/20130904015339/http://www.aitecweb.com/Portals/0/pubnoaut/NomismaEnergia_Potenzialita_e_benefici_impiego_combustibili_solidi_secondari.pdf Potenzialità e benefici impiego CSS] link verificato il 05.04.2013
* Testo del [http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2013/03/14/13G00061/sg Decreto ministeriale n. 22/2013] (tabella 1 a pagina 7)
 
{{Ciclo dei rifiuti}}
{{Ecologia}}
{{Portale|chimica|ecologia e ambiente|ingegneria}}
 
[[Categoria:Combustibili]]
 
{{Portale|Ingegneria}}
 
[[Categoria:Ingegneria per l'ambiente e il territorio]]
[[Categoria:Ingegneria chimica]]
[[Categoria:Fonti energetiche]]
[[Categoria:Gestione dei rifiuti]]
[[Categoria:Ingegneria ambientale]]
 
[[Categoria:Ingegneria chimica]]
[[de:Refuse Derived Fuel]]
[[en:Refuse-derived fuel]]
[[ja:廃棄物固形燃料]]
[[nl:Refuse Derived Fuel]]