Monastero Baima: differenze tra le versioni

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|SiglaStato = CHN
|Regione = [[Henan]]
|CittàNomeComune = [[Luoyang]]
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Il '''monastero del Cavallo Bianco''' ({{cinese|白马寺|'''Báimǎ-sì'''|白馬寺}}) è, secondo la tradizione, il primo [[tempio buddhista]] della Cina, fondato nel 68 d.C. sotto l'imperatore [[Han Mingdi|Ming]] (r. 58-75 d.C.) degli [[dinastia Han Orientale|Han Orientali]], situato nella capitale [[Luoyang]].<ref name=Leffman>{{Cita libro|cognome=Leffman|nome=David |autore2=Simon Lewis |autore3=Jeremy Atiya |titolo= Rough Guide to China|p=307 |url=https://books.google.com/books?id=dA_QbQiZkB4C&pg=PA307 |editore= Rough Guides|anno=2003|isbn=1-84353-019-8}}</ref><ref name=Bao>{{Cita libro|autore=Bao Yuheng |autore2=Qing Tian |autore3=Letitia Lane|titolo= Buddhist Art and Architecture of China|pp=84, 172 |url= https://books.google.com/books?id=LpRQAAAAMAAJ&q=white+horse+temple+china&dq=white+horse+temple+china |editore= Edwin Mellen Press|anno=2004|isbn= 0-7734-6316-X}}</ref><ref name=Harper>{{Cita libro|cognome=Harper|nome=Damien|titolo= China|pp=462–463462-463 |url=https://books.google.co.in/books?id=-X7ORxkVvDwC&pg=PA463 |editore= Lonely Planet|anno= 2007|isbn=1-74059-915-2}}</ref>
 
Il monastero si trova appena al di fuori delle [[mura cittadine cinesi|mura]] dell'antica capitale degli Han Orientali, distante circa 12-13&nbsp;km a est dall'attuale Luoyang, [[Henan|provincia dello Henan]]. Dista approssimativamente 40 min collcon l'autobus no. 56 dalla stazione ferroviaria di Luoyang.<ref>Elmer, ''et al.'' (2009), p. 463.</ref> Il tempio, nonostante le sue ridotte dimensioni, è considerato da molti fedeli come "la culla del [[buddhismo cinese]]".<ref name=white>{{Cita web|url=http://www.buddhachannel.tv/portail/spip.php?article4098|titolo= White Horse Temple|accesso=30 aprile 2010|editore=Buddha Channel|dataarchivio=27 luglio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110727050952/http://www.buddhachannel.tv/portail/spip.php?article4098|urlmorto=sì}}</ref> I punti di riferimento geografici sono, partendo da sud, il [[monte Manghan]] e il [[fiume Luo]].<ref name=history>{{Cita web|url=http://en.chinaculture.org/focus/focus/cities/2010-08/16/content_391324.htm
|titolo=White Horse Temple|accesso=1º maggio 2010|editore=China Culture}}</ref>
 
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Su richiesta di Han Mingdi, due monaci indiani chiamati [[Kāśyapa Mātaṇga]] (conosciuto anche col nome cinese di 攝摩騰 Shè Móténg) e [[Dharmaratna]], (o Gobharana, cinese: 竺法蘭 Zhú Fǎlán) tradussero, nel monastero del Cavallo Bianco, numerosi classici buddhisti, fra cui l'importante [[Sutra in quarantadue capitoli]] (四十二章經, ''Sìshíèrzhāngjīng'', [[T.D.]] 784.17.722-724) che viene per questa ragione considerato il primo sutra buddhista tradotto in cinese, acquisendo un posto d'onore nella storia di questa religione in Cina.
 
Gobharana tradusse, sempre secondo la tradizione<ref>Cfr. il ''Kāiyuán shìjiào lù'', 開元釋教錄, T.D. 2154: 55.478b08 e il ''Gāosēng zhuàn'' 高僧傳, T.D. 2059: 50.323a14;</ref>, una prima versione, andata perduta, del "Sutra delle dieci terre", il ''Daśabhūmika-sūtra'' (su questo cfr. ''[[Avataṃsakasūtra]]''), che viene indicata come 十地斷結經 ''Shídì duànjié jīng'' <ref>Sulla figura Zhú Fǎlán cfr. anche Tsukamoto Zenryū (trad. di Leon Hurvitz) 1979. ''A History of Early Chines Buddhism from Its Introduction to the Death of Huiyuan''. Tokyo: Kodansha International Ltd, vol. 1. p. 45</ref> nonché altre quattro opere.<ref name=Das/><ref name="凌海成">{{Cita libro|cognome=凌海成|nome=刘浚|autore2=谢涛|titolo= Buddhism in China|accesso=29 aprile 2010|url=https://books.google.co.in/books?id=1nZhePsh2U0C&pg=PT16&dq=white+horse+temple+china#v=onepage&q=white%20horse%20temple%20china&f=false|editore=五洲传播出版社|anno=2005|isbn=7-5085-0840-8}}</ref>
 
Il tempio in seguito divenne via via sempre più importante e il buddhismo si sviluppò in Cina, diffondendosi poi in [[Corea]], [[Giappone]] e [[Vietnam]]. L'introduzione di questa religione in Cina influenzò in modo significativo la morale, il pensiero e l'estetica cinesi.<ref name=white/>
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:"Vi è una tradizione la quale asserisce che Han Mingdi sognò un alto uomo aureo, colla cima della testa risplendente. L'imperatore si rivolse al suo gruppo di consiglieri e uno di loro disse: "Nei paesi occidentali vi è un dio chiamato Buddha. È alto 16 [[chǐ]] [3,7 m], e il suo corpo ha il colore dell'oro." Quindi, l'imperatore inviò degli emissari a Tianzhu [India nord-occidentale] per sapere della dottrina del Buddha, e in seguito dipinti e statue [del Buddha] arrivarono nel Paese di Mezzo [Cina]."<ref>Hill (2009), p. 31, e nn. 15.10 a 15.13 alle pp. 363–366.</ref>
 
Diversi resoconti raccontano la fondazione del tempio. Yang Xuanzhi, nella prefazione del suo libro ''A Record of Buddhist Monasteries in Lo-yang'', affermn che, dopo il sogno, Han Mingdi ordinò che statue del Buddha venissero erette alla Porta [Kai] yang (apertura alla Porta del Sole Mattutino) del Palazzo Meridionale e in prossimità della Terrazza [Chang] ye (letteralmente: "Notte Eterna").<ref>Yang (1984), pp. 3–4.</ref> Yang, tuttavia, non menziona il monastero.
 
L'imperatore avrebbe inviato uno o più monaci in India o in [[Scizia]], che ritornarono su un cavallo bianco insieme al Sutra di Quarantadue capitoli. L'imperatore ricevé il Sutra e lo ospitò in un monastero costruito al di fuori delle mura di Luoyang; questo fu il primo tempio buddhista cinese.
 
Altre leggende, direttamente correlate all'emergenza e alla diffusione del buddhismo in Cina, menzionate nel libro ''Indian Pandits in the Land of Snow '' di Sri Sarat Chandra forniscono due versioni. Una di queste è la seguente.<ref name=Das>{{Cita libro|cognome=Das|nome= Sri Sarat Chandra|titolo= Indian Pandits in the Land of Snow|pp=25–3625-36|accesso=27 aprile 2010|url=https://books.google.co.in/books?id=fIrF5MY1NeIC&pg=PA25&dq=white+horse+temple+china#v=onepage&q=white%20horse%20temple%20china&f=false|editore= Kessinger Publishing|anno=2004|isbn=1-4179-4728-4}}</ref>
 
[[File:Luoyang - swiatynia.buddyjska.Baima.Si - Bialego.Konia-11.jpg|thumb|Statua del Buddha Sakyamuni nella sala principale]]
In un giorno di buon auspicio del 60 d.C., a Luoyang, Han Mingdi sognò una persona santa dalla carnagione dorata, col sole e la luna splendenti dietro di sé, che si dirigeva verso il suo trono, per poi girare intorno al suo palazzo. Questo avvenimento fu interpretato come il momento della venuta del Buddhismo in Cina, predetto da un'antica profezia. L'imperatore, informato sul Buddha dal cronista storico Fu Hi, inviò 18 emissari in Occidente alla ricerca della religione praticata dal Buddha. Dopo aver attraversato numerosi paesi confinanti coll'India, essi giunsero in Afghanistan ([[Regno di GandharaGandhāra|Gandhara]]) dove incontrarono due monaci buddhisti ([[arhat]]) chiamati Kasyapa Pandita, un [[brahmano]] proveniente dall'India centrale, e Bharana Pandita. Accettarono l'invito degli emissari imperiali di ritornare con loro in Cina su due cavalli bianchi. Portarono con loro alcuni sutra, fra cui il Sutra di Quarantadue capitoli, statue del Buddha, ritratti e reliquie sacre. Ritornarono a Luoyang dove eressero un monastero. L'imperatore li incontrò il 30º giorno del 12º mese lunare del 67 d.C., e fu lieto sia dei regali che i monaci avevano portato per lui che per le icone buddhiste che erano straordinariamente affini a quelle viste nel suo sogno. I monaci compirono dei miracoli che consolidarono la fede dell'imperatore nei confronti del buddhismo.<ref name=Das/>
 
Tuttavia, alcuni sacerdoti taoisti protestarono e vollero che l'imperatore provasse i meriti di entrambe le religioni. L'imperatore accettò e, alla porta meridionale del monastero del Cavallo Bianco, ordinò che i testi sacri e gli oggetti di culto taosititaoisti venissero posizionati sulla porta orientale, invece quelli buddhisti dovevano essere posti nella sala delle sette gemme, ad ovest. Comandò poi che tali oggetti venissero gettati nel fuoco: avrebbe conferito la sua protezione alla religione i cui oggetti sarebbero sopravvissuti alle fiamme. I taoisti s'aspettarono che i loro testi sopravvivessero; ciò non accadde, i testi taoisti furono completamente arsi, mentre quelli buddhisti rimasero illesi. L'imperatore, pertanto, col suo ''entourage'' di alti funzionari e parenti, abbracciò la religione buddhista. Fece erigere numerodinumerosi templi, fra cui il Baima-si e tre conventi per le monache. I due sacerdoti taosititaoisti che sfidarono il buddhismo furono condannati al rogo.<ref name=Das/>
 
Dato il notevole numero di versioni di tale storia e la loro reciproca contraddittorietà, la maggior parte degli studiosi moderni la considera una fiaba buddhista più che un evento storico.<ref>Maspero (1901), pp. 95 ff.</ref><ref>Pelliot (1920b), pp. 395–396, n. 310</ref><ref>Chen (1964), pp. 29–31.</ref><ref>Zürcher (1972), p. 22.</ref> Il monastero del Cavallo Bianco non si ritrova nelle fonti contemporanee antecedenti al 289.<ref>Zürcher (1972), p. 31.</ref> Nondimeno, in tali fonti si mezionamneziona un "Poma-si" di [[Chang'an]] nel 266 e un altro omonimo a Jingcheng, nello [[Hubei]] centrale nello stesso anno.<ref>Zürcher (1972), p. 330, n. 71.</ref>
 
Il buddhismo si sviluppo in Cina dopo il suo arrivo dall'India, plasmando e facendosi plasmare dalle credenze religiose della cultura cinese. Esso è un'evoluzione del [[buddhismo Mahāyāna]], largamente più seguito del [[Theravada]] o [[Hīnayāna]], sebbene quest'ultimo sia giunto in Cina precedentemente.<ref name=Foster>{{Cita libro|cognome=Foster|nome=Simon|titolo= Adventure Guide China|pp=46–4846-48|accesso=27 aprile 2010|url=https://books.google.co.in/books?id=S-2DWj6hG-EC&pg=PA46&dq=white+horse+temple+china#v=onepage&q=white%20horse%20temple%20china&f=false|editore= Hunter Publishing, Inc.|anno=2007|isbn=1-58843-641-1}}</ref>
 
==Storia==
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Il famoso traduttore buddhista indo-scita [[Dharmarakṣa]] (cinese: {{cinese|t=竺法護|p=''Zhú Fǎhù''}}, attivo c. 266-308) arrivò a Luoyang nel 266 e risiedé nel monastero del Cavallo bianco a partire almeno dalla primavera del 289 fino al 290.<ref>Zürcher (1972), pp. 65, 69.</ref>
 
Il celebre monaco [[XuanzangXuánzàng]] della [[dinastia Tang]] iniziò il suo pellegrinaggio di 16 anni verso l'India da questo monastero. Dopo il suo ritorno fu abate del tempio fino alla morte. In tale periodo, oltre ad aver ricoperto incarichi di insegnante e di altre attività religiose del tempio, tradusse molte sritturescritture buddhiste, portate da lui dall'India, dal [[lingua sanscrita|sanscrito]] al cinese.<ref name=white/>
 
Un'iscrizione su una lastra di pietra, risalente al 1175, in prossimità della Pagoda Qilun (alta 35&nbsp;m, a più piani, a base quadrata, a sud-est del Baima-si), afferma che cinque decenni prima della costruzione della pagoda si verificò un incendio che distrusse il monastero e il Tathagata sarira stupa, il predecessore della pagoda. La stessa isrizioneiscrizione afferma anche che poco tempo dopo un funzionario [[dinastia Jīn|Jin]] eresse la pagoda Qilun, forgiata sullo stile delle pagode a base quadrata d'epoca Tang.<ref name=white/>
 
Tra i secoli XIII e XX, il monsteromonastero venne restaurato e rinnovato sotto i [[dinastia Ming|Ming]] (1368–1644) e i [[dinastia Qing|Qing]] (1644-1912). Importanti opere di restauro furono realizzate nel secolo XVI e alcuni edifici, taluni dei quali rinnovati successivamente, risalgono a tale periodo.<ref>{{Cita libro|titolo=The New Encyclopaedia Britannica, Volume 11|editore=[[Encyclopaedia Britannica]]|anno=1974|p=165|isbn=0-85229-290-2}}</ref>
 
===Storia moderna===
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Sotto la Repubblica popolare cinese, il monastero vide numerosi restauri nel periodo tra il 1952 e il 1973.<ref name=history/>
 
Nel 1973, il principe di [[Cambogia]] [[Norodom Sihanouk]] visitò il tempio. La Cambogia era un alleato comunista della Cina e il principe Sihanouk soggiornava in un palazzo residenziale a [[Pechino]]. Venne autorizzato a visitare parte del paese a fini propagandistici, per mostrare al resto del mondo che in Cina tutto fosse nornamalenormale.<ref name=Barme>{{Cita libro|cognome=Barme|nome=Geremie|titolo= The Forbidden City|pp=138–139138-139|accesso=30 aprile 2010|url=https://books.google.co.in/books?id=lnwBCaSrXA8C&pg=PA138&dq=White+Horse+Temple+area#v=onepage&q&f=false|editore= Harvard University Press|anno=2008|isbn= 0-674-02779-5}}</ref> Da ardente buddhista, Sihanouk espresse il desiderio al presidente del Consiglio di Stato [[Zhou Enlai]] di visitare il monastero del Cavallo Bianco. Tuttavia, molte parti del tempio vennero danneggiate o perse durante la Rivoluzione Culturale.<ref name=Barme/> Pertanto, 2.900 manufatti, situati in altri palazzi e musei cinesi, fra cui il Palazzo della Tranquillità Benevola sul lato occidentale della [[Città Proibita]] e la Sala degli Arhat (''Luohan Tang'') del [[Bìyún-sì|tempio delle Nuvole Azzurre]] nelle [[Colline Profumate]] di Pechino, furono trasferiti rapidamente e segretamente nel tempio, e il Baima-si fu compiutamente restaurato.<ref name=Barme/> Il monastero appena restaurato impressionò i cambogiani, ignari degli avvenimenti che sventrarono il tempio.<ref name=Barme/> Il trasferimento dei manufatti al monastero fu dichiarato permanente da [[Zhou Enlai]].<ref name=Barme/>
 
Nel 1992, coll'assistenza di donatori tailandesi e cinesi, la Sala del Buddha Thai fu eretta leggermente a ovest del monastero originario.<ref name=Baima>{{Cita web|url=http://www.sacred-destinations.com/china/white-horse-temple.htm|titolo=White Horse Temple (Baima Si), Luoyang|accesso=30 aprile 2010|editore=Sacred Destinations}}</ref>
 
====Cooperazione culturale tra India e Cina====
[[File:Yindufodian (1).png|thumb|PadodaPagoda di Sanchi del Baima-si]]
L'importanza simbolica del tempio per le antiche relazioni culturali tra Cina e India fu dimostrata quando il primo ministro dell'India [[Narasimha Rao]] visitò il monastero nel 1993. Un decennio dopo, nel 2003, anche il primo ministro [[Atal Bihari Vajpayee]] si recò al tempio.<ref name= Khanna>{{Cita libro|cognome=Khanna|nome=Tarun|titolo= Billions of entrepreneurs: how China and India are reshaping their futures - and yours|p=278|accesso=29 aprile 2010|url=https://books.google.co.in/books?id=ajClq1r8UhcC&pg=PA278&dq=white+horse+temple+china#v=onepage&q=white%20horse%20temple%20china&f=false|editore= Harvard Business Press|anno=2007|isbn=1-4221-0383-8}}</ref>
 
Al fine di migliorare i legami culturali buddhisti fra Cina e India, fu firmato l'11 aprile 2005 un [[memorandum d'intesa]] (MoU) in base al quale l'India avrebbe eretto un tempio buddhista in stile indiano a ovest del Baima-si nel Giardino Internazionale del complesso. Secondo tale accordo, l'India si doveva occupare dello stile architettonico e fornire il materiale per la costruzione, la statua del Buddha, la progettazione del giardino, consulenza tecnica e esperti durante la costruzione. Le autorità cinesi riservarono all'edificazione della struttura un'area di 2.666,67&nbsp;m².<ref name=Rasgotra>{{Cita libro|cognome=Rasgotra|nome=M.|titolo= The new Asian power dynamic |pp=194–195194-195|accesso=29 aprile 2010|url=https://books.google.co.in/books?id=BGRs1wE4NQIC&pg=PA194&dq=white+horse+temple+china#v=onepage&q=white%20horse%20temple%20china&f=false|editore= SAGE|anno= 2007|isbn=0-7619-3572-X}}</ref>
 
Grazie al MoU, venne completato nel 2008 un santuario buddhista chiamato ''[[Yìndù shēnggé Fó diàn]]'' ({{cinese|印度风格佛殿}}), le cui caratteristiche architettoniche richiamano lo stupa di [[Sanchi]], compresa la sua porta orientale. Un'icona buddhista venne trasportata dall'India e fu divinizzata nel nuovo tempio, conformemente alla tradizione buddhista indiana. Il santuario è una struttura circolare a due piani, le cui pareti sono abbellite da murali ritraenti scene del [[JatakaJātaka]] e la vita del Buddha. Il tempio fu eretto in stretta cooperazione cogli esperti indiani scelti appositamente per il progetto, fra cui gli architetti Akshaya Jain e Kshitij Jain.
 
La statua realizzata sul modello di quella di Sarnath risalente al secolo V è stata deificata nella sala congressuale centrale del tempio. Il presidente dell'India [[Pratibha Patil]] inaugurò il tempio il 27 maggio 2010.<ref name="Times">{{Cita news|url=http://timesofindia.indiatimes.com/world/china/India-to-gift-Sanchi-Stupa-replica-and-Sarnath-Buddha-to-China/articleshow/5854454.cms|titolo=India to gift Sanchi Stupa replica and Sarnath Buddha to China|accesso=27 aprile 2010|editore=Times of India|data=25 aprile 2010}}</ref> Il nuovo tempio prende le caratteristiche dei più venerati santuari buddhisti indiani di Sanchi e Saranath.<ref name="Times" />
 
==Architettura==
[[File:白马寺全景.jpg|thumb|center|upright=4|Lo ''[[Shanmen|Shānmén]]'' del Baima-si]]
[[File:Drum Tower White Horse Temple.jpg|thumb|La [[torre del tamburo (buddismo cinese)|torre del tamburo]].]]
Il monastero si affaccia a sud ed è allineato lungo un asse centrale che parte dall'entrata principale per poi attraversare numerose sale e cortili in successione.<ref name=history/> L'intero complesso monastico copre un'area di 200 [[mǔ]] (13 ettari). È stato eretto, a 150&nbsp;m di distanza dal fronte alla porta d'ingresso originale, un [[paifang]] di pietra costituito da tre archi coperti. I cavalli pietrigni, uno di fronte all'altro e posti di fronte al monastero, sono stati realizzati con pietre risalenti alla [[dinastia Song]] (960–1279); rappresentano i due cavalli bianchi che portarono i monaci indiani in Cina. Fra il portale ad arco e la porta vi è un laghetto provvisto di fontane, attraversato da tre ponti di pietra.<ref name=history/><ref name=Baima/>
 
All'entrata delle varie sale, si vedono oggi le placche, sia in cinese che in inglese, che guidano i turisti e i pellegrini fra le sale. Esse descrivono brevemente la storia e i componenti d'ogni sala. Il monastero è composto da diverse sale, fra cui: la Sala dei saluti, la Sala dei sei fondatori, la Sala del Buddha di giada ({{cinese|t=玉佛殿|p=''Yùfó diàn''}}), la Sala dei re celesti ({{cinese|天王殿|''Tiānwáng diàn''}}, la Sala di [[Mahavira]] ({{cinese|大雄殿|''Dàxióng diàn''}}) e la Sala di Changging Ge (deposito di antiche scritture).
 
La Terrazza Qingliang ({{cinese|清凉台|''Qīngliáng tài''|l=terrazza pura e fresca}}) è situata dietro la sala principale, e all'interno di essa furono tradotti in cinese i sutra originali.<ref name=Leffman/><ref name=history/> La terrazza comprende, tra gli altri, il padiglione Kunlu e diverse sale interconnesse tra loro, ospitanti le statue dei due monaci illustri, She Moteng e Zhu Falan, seppelliti all'interno del monastero; di fronte alle loro tombe vi sono lail [[Zhonglou|torrecampanile campanaria(buddismo cinese)|campanile]] ({{cinese|t=鐘樓|p=''Zhōnglóu''}}) e la [[Guloutorre del tamburo (buddismo cinese)|torre del tamburo]] ({{cinese|t=鼓樓|p=''Gǔlóu''}}).<ref name=history/>
 
[[File:Incense burner.jpg|thumb|left|Incensiere all'entrata d'una sala]]
Nel cortile si trovano grandi incensieri rituali che rilasciano un odore particolarmente pungente. Nella sala principale e in quelle dove le icone sono oggetto di venerazione, gli altari conservano frutta e altre offerte donate dai devoti. Gli arazzi variopinti appesi al soffitto delle sale e le candele accese galleggianti nelle vascevasche conferiscono all'ambiente un senso di spiritualità divina.<ref name=Leffman/>
 
La sala di minore estensione è nota come "Sala dei saluti", costruita nel nono anno dell'[[nianhaoNiánhào|era]] Guanghe sulla base d'un'altra sala andata distrutta al principio dell'era Tongzhi. Questa sala conserva le statue divinizzate dei tre santi del paradiso occidentale (India): Amitabha, il fondatore, è posto al centro ed è accompagnato a sinistra da Guru Avalokitesvara, il dio della Compassione, e alla destra da Mahasataprapta.<ref name=Pgreet>[[: File:A plaque at hall of Greeting.jpg]]: Placca della Sala dei saluti</ref>
 
I fondatori del monastero, le cui statue sonmosono venerate nella Sala dei sei fondatori, appartengono alla [[buddhismoBuddhismo ChanChán|scuola Chan]]. I nomi dei fondatori sono, nell'ordine mostrato: [[Bodhidharma]], il primo fondatore, 28º patriarca del Buddhismo indiano secondo la tradizione Chan, il secondo era [[Huìkě]], il terzo [[SengcanSēngcàn]], il quarto [[Dàoxuān]], il quinto [[Hóngrěn]] e il sesto era [[Huìnéng]]. Dopo Huineng, furono fondate cinque scuole buddhiste e i Sette Ordini.<ref name=Pfounder>[[: File:Plaque at the Hall of Six Founders.jpg]]: Placca della Sala dei sei fondatori</ref>
 
Nella Sala del Buddha di giada è stata deificata una scultura di giada del Buddha Sakyamuni; essa è alta 1,6&nbsp;m e fu donata nel 1988 da un cinese stabilitosi in [[Birmania]]. Questa statua, riccamente intarsiata, porta incastonata sulla fronte una pietra preziosa. Prima del 1992 era conservata nel Padiglione Pilu ({{cinese|t=毗盧閣|p=''Pílú gé''}}).<ref name=Pjade>[[: File:Plaque at the hall of Jade Buddha.jpg]]: Placca della Sala del Buddha di giada</ref>
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[[File:Temple roofline.jpg|thumb|left|Cornicione della sala principale]]
Nella sala principale, sull'altare, vi sono tre statue, quella centrale ritrae il Buddha Sakyamuni, affinacatoaffiancato dalle statue di [[ManjusriMañjuśrī]] e di [[Samantabhadra]]. In epoca Tang, risiedé nella sala una comunità di diecimila monaci.<ref name=Leffman/><ref>Leffman et al. (2005), pp. 298-299.</ref> All'interno della sala si suona, durante le preghiere dei monaci, una grande campana pesante più d'una tonnellata, posta in opera sotto il regno dell'imperatore [[Jiajing]] dei Ming. Sulla di essa si legge l'iscrizione: "Il suono della campana retentisce nel tempio del Buddha cagionando la paura degli spiriti infernali."<ref>Leffman et al. (2005), p. 299.</ref>
 
[[File:洛阳白马寺齐云塔.jpg|thumb|La pagoda Qiyun]]
La pagoda Qiyun ({{cinese|t=齊雲塔|p=''Qíyún tǎ''}}) è riservata ai monaci e ospita gli alloggi degli stessi. Fu eretta nel secolo XII nel quinto anno del regno [[Jin Shizong|Dading]] della [[dinastia Jīn]]. La pagoda, alterata più volte nel corso della sua storia, è alta 23&nbsp;m ed è composta da 13 piani.<ref name=Leffman/><ref name=Harper/><ref name=history/><ref name=Baima/> La tomba del famoso funzionario Tang [[Di Renjie]] è situata nell'estremità orientale del complesso.
 
Sebbene il monastero sia aperto al pubblico, i visitatori couriosicuriosi sono sotto sorveglianza per motivi di sicurezza. L'abate si tiene informato della situazione politica del paese tramite una TV installata nella sua stanza. I monaci sono tenuti a portare una carta d'identità rilasciata dalle autorità.<ref name=Leffman/>
 
==Festa delle peonie==
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*Yang, Hsüan-chih. (1984). ''A Record of Buddhist Monasteries in Lo-yang''. Tradotto da Wang Yitong. Princeton University Press, Princeton, New Jersey. ISBN 0-691-05403-7.
*Zürcher, E. (1972). ''The Buddhist Conquest of China: The Spread and Adaptation of Buddhism in Early Medieval China''. 2nd Edition (reprint with additions and corrections). Leiden. E. J. Brill. Firs Edition 1952.
 
== Altri progetti ==
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[[Categoria:Templi buddhisti della Cina]]
[[Categoria:Monasteri della Cina]]