Ingresso a Gerusalemme: differenze tra le versioni

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{{nd|il quadro di Giotto|Ingresso a Gerusalemme (Giotto)}}
[[File:Giotto - Scrovegni - -26- - Entry into Jerusalem2.jpg|thumb|[[Giotto di Bondone]], ''[[Ingresso a Gerusalemme (Giotto)|Ingresso a Gerusalemme]]'', [[Cappella degli Scrovegni]] a [[Padova]]]]
 
L<nowiki>{{'</nowiki>}}'''ingresso di Gesù a Gerusalemme''' è un evento della vita di [[Gesù]] descritto da tutti i quattro vangeli canonici: Matteo 21, Marco 11, Luca 19, Giovanni 12.<ref>{{passo biblico2biblico|Mt|21,1-11||si}};, {{passo biblico2biblico|Mc|11,1-11||si}};, {{passo biblico2biblico|Lc|19,28-44||si}}; e {{passo biblico2biblico|Gv|12,12-19||si}}</ref>. <br /> Esso; precede di alcuni giorni l'inizio della [[Passione di Gesù|Passione]]<ref name="Boring256 ">''The People's New Testament Commentary'' by M. Eugene Boring, Fred B. Craddock 2004 {{ISBN|0-664-22754-6}}cita pp.testo 256-258</ref><ref name=CEvans381 >''The Bible Knowledge Background Commentary: Matthew-Luke, Volume 1'' by Craig A. Evans 2003 {{ISBN|0-7814-3868-3}} page 381-395</ref><ref name=M133 >''The Synoptics: Matthew, Mark, Luke'' by Ján Majerník, Joseph Ponessa, Laurie Watson Manhardt 2005 {{ISBN|1-931018-31-6}} pages 133-134</ref><ref name=CAEvans114 >''The Bible knowledge background commentary: John's Gospel, Hebrews-Revelation'' by Craig A. Evans {{ISBN|0-7814-4228-1}} pp. 114-118</ref>
|nome1= M. Eugene
|cognome1=Boring
|nome2= Fred B.
|cognome2=Craddock
|titolo= The people's New Testament commentary
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|anno= 2004
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|pp= 256–258
|cid = Boring, 2004}}</ref><ref name="Evans, 2003">{{Cita|Evans, 2003|pp. 381–395}}.</ref><ref name=M133 >{{Cita|Majernik, 2005|pp. 133–4}}.</ref><ref name="Evans, 2005">{{Cita|Evans, 2005|pp. 114–118}}.</ref>.
 
L'ingresso a Gerusalemme è un tema dell'iconografia cristiana abbastanza comune nella pittura rinascimentale ed è ricordato dalla liturgia cristiana nella [[domenica delle Palme]].
 
La storicità dell'evento è oggetto di discussione.
 
== La narrazione evangelica ==
In occasione della sua ultima pasqua, Gesù entrò nella città santa di [[Gerusalemme]] seduto su un asino e accompagnato da una folla festante che agitava rami di palma, stendendo per terra fronde e mantelli, e lo acclamava gridando ''[[Osanna]]! Benedetto colui che viene nel nome del Signore''<ref>{{Cita passo biblico2biblico|Mt|21,9,15}}; </ref><ref>{{Cita passo biblico2biblico|Mc|11,9-10}}; </ref><ref>{{Cita passo biblico2biblico|Lc|19,38}}; </ref><ref>{{Cita passo biblico2biblico|Gv|12,13}}</ref>.<br />
 
Tutti questi gesti rievocano testi dell'Antico Testamento.
=== L'asino ===
L'asino è cavalcatura in tempo di pace, mentre il cavallo era utilizzato per tirare i carri in battaglia<ref group=Nota>{{Cita passo biblico|Gb|39,15-25}} collega esplicitamente il cavallo con la guerra e perciò alcuni testi biblici esprimono avversione per il vigore del cavallo ({{Cita passo biblico|Sal|147,10}}) o per chi se li procura in gran numero ({{Cita passo biblico|De|17}}) e fa conto sulla loro forza ({{Cita passo biblico|Sal|20,8-9}}).</ref>. Secondo la [[Genesi]] e la [[libro di Zaccaria|profezia di Zaccaria]] l'asino caratterizza il re messianico che discenderà da Giuda<ref>{{Cita passo biblico|Gn|49,11}}</ref><ref name="ref_A">{{Cita passo biblico|Zac|9,9}}</ref>. Anche Salomone venne fatto salire sulla mula del re Davide al momento della sua incoronazione (1Re 1, 38-40), mentre il suo rivale Adonia si era procurato inutilmente carro e cavalli<ref>{{Cita passo biblico|1Re|1,5}}</ref>.
 
L'asino è cavalcatura regale in tempo di pace, mentre il cavallo lo è in guerra. Secondo la [[Genesi]] e la [[libro di Zaccaria|profezia di Zaccaria]] esso caratterizza il re messianico che discenderà da Giuda<ref>{{passo biblico2|Gn|49,11}}, {{passo biblico2|Zc|9,9}}</ref>. Anche Salomone viene fatto salire sulla mula del re Davide al momento della sua incoronazione (1 Re 38-40). I mantelli, poi, venivano stesi sui gradini da salire per ascendere al trono (2 Re 9,13). I testi, dunque, descrivono una scena d'incoronazione da parte dei pellegrini che dalla Galilea si recavano a Gerusalemme e che conoscevano i miracoli fatti da Gesù.; per maggiore chiarezza il ''Vangelo secondo Giovanni'' esplicita che il personaggio benedetto è "il re d'Israele".
 
=== I mantelli ===
Evidentemente i mantelli vennero stesi in un luogo preciso, non lungo tutto il cammino. Betania, da cui proviene Gesù e dove si ritirerà la sera stessa, era subito fuori Gerusalemme (15 stadi = 2,7 km) a est del [[Monte degli Ulivi]]. L'incoronazione, quindi potrebbe aver avuto luogo sul Monte stesso, non appena giunti in vista della città di Gerusalemme. Il Monte era considerato un luogo di preghiera (Ez 11,23; 2 Sam 15,32) in cui [[IHWH]] si sarebbe rivelato nel giorno del giudizio (Zc 14,4). Pochi anni dopo la morte di Gesù un sedicente messia proveniente dall'Egitto pretese di di farsi riconoscere tale proprio sul Monte degli Ulivi.<ref>Giuseppe Flavio, ''[[Antichità Giudaiche]]'' 20, 169; ''La Guerra Giudaica'' 2,262).</ref> Secondo Joachim Gnilka, quindi, "potremmo supporre che ai contemporanei era nota l'attesa che il Messia, venendo dal deserto, si sarebbe rivelato sul Monte degli Ulivi".<ref>{{Cita|Gnilka, 2007|p. 593}}</ref> Con questo episodio la settimana della Passione viene aperta nel segno della regalità messianica di Gesù. Lo stesso tema la chiude tramite il [[Titulus crucis]] (Mc 15,26; Mt 27,37; Lc 23,38; Gv 19,19-22).
Anche i mantelli erano un simbolo di incoronazione: venivano stesi sui gradini da salire per ascendere al trono<ref>{{Cita passo biblico|2Re|9,13}}</ref>. Evidentemente i mantelli vennero stesi in un luogo preciso, non lungo tutto il cammino. Betania, da cui proviene Gesù e dove si ritirerà la sera stessa, era subito fuori Gerusalemme (15 stadi = 2,7&nbsp;km) a est del [[Monte degli Ulivi]]. L'incoronazione, quindi ha avuto luogo sul Monte stesso, non appena giunti in vista della città di Gerusalemme o poco prima, come ricorda Luca. Il Monte era considerato un luogo di preghiera<ref>{{Cita passo biblico|Ez|11,23}}</ref><ref>{{Cita passo biblico|2Sam|15,32}}</ref> in cui [[Yahweh]] si sarebbe rivelato nel giorno del giudizio<ref>{{Cita passo biblico|Zac|14,4}}</ref>. Pochi anni dopo la morte di Gesù un sedicente messia proveniente dall'Egitto pretese di farsi riconoscere tale proprio sul Monte degli Ulivi.<ref>Giuseppe Flavio, ''[[Antichità Giudaiche]]'' 20, 169; ''La Guerra Giudaica'' 2,262).</ref> Secondo [[Joachim Gnilka]], quindi, "potremmo supporre che ai contemporanei era nota l'attesa che il Messia, venendo dal deserto, si sarebbe rivelato sul Monte degli Ulivi".<ref>{{Cita|Gnilka, 2007|p. 593}}.</ref> Con questo episodio la settimana della Passione viene aperta nel segno della regalità messianica di Gesù. Lo stesso tema la chiude tramite il ''[[Titulus crucis]]''<ref>{{Cita passo biblico|Mc|15,26}}</ref><ref>{{Cita passo biblico|Mt|27,37}}</ref><ref>{{Cita passo biblico|Lc|23,38}}</ref><ref>{{Cita passo biblico|Gv|19,19-22}}</ref>.
 
=== Il corteo ===
I testi evangelici descrivono poi il formarsi di un corteo diretto al tempio e caratterizzato ora religiosamente tramite la citazione del salmo 118. Nei giorni di festa e soprattutto in occasione della cena pasquale gli ebrei recitavano lo ''Hallel'' costituito dai sei salmi 113-118.<ref>Tiziano Lorenzin, ''I salmi'', Paoline, 2001, p.447.</ref> I versi citati dai vangeli sono posti al termine e al culmine di tutto lo ''Hallel''. I rami di palma erano un simbolo festoso della [[festa delle capanne]], una delle tre grandi feste di pellegrinaggio del giudaismo. Secondo il salmo 118, che descrive una liturgia del Tempio di Gerusalemme, il corteo osannante con rami frondosi diretto al Tempio era un corteo di ringraziamento per la salvezza operata inaspettatamente dal Signore ({{passo biblico2|Sal|118,21-27}}). Il corteo, perciò, non aveva necessariamente un carattere sedizioso, ma potrebbe essere stato solo un ringraziamento per le guarigioni miracolose operate da Gesù in Galilea e infine a Betania dove Lazzaro era stato fatto uscire dal sepolcro.<ref>Nel vangelo di Giovanni questo episodio precede proprio l'ingresso in Gerusalemme. Nei sinottici una funzione analoga è svolta dalla guarigione del cieco di Gerico.</ref> Benché Gesù venga presentato solo come un profeta (Mt 21,11), la città entrò comunque in agitazione (Mt 21,10) o almeno lo fecero alcuni farisei (Lc 19,39; Gv 12,19). Marco, invece, non registra alcuna reazione al corteo, forse a causa dell'ora tarda (Mc 11,11).
I testi evangelici descrivono poi il formarsi di un corteo diretto al tempio e caratterizzato ora religiosamente tramite la citazione del salmo 118. Nei giorni di festa e soprattutto in occasione della cena pasquale gli ebrei recitavano lo ''Hallel'' costituito dai sei salmi 113-118.<ref>Tiziano Lorenzin, ''I salmi'', Paoline, 2001, p. 447.</ref> I versi citati dai vangeli sono posti al termine e al culmine di tutto lo ''Hallel''. I rami di palma erano un simbolo festoso della [[festa delle capanne]], una delle tre grandi feste di pellegrinaggio del giudaismo. Secondo il salmo 118, che descrive una liturgia del Tempio di Gerusalemme, il corteo osannante con rami frondosi diretto al Tempio era un corteo di ringraziamento per la salvezza operata inaspettatamente dal Signore.<ref>{{Cita passo biblico|Sal|118,21-27}}</ref> Il corteo, perciò, non aveva necessariamente un carattere sedizioso, ma potrebbe essere stato solo un ringraziamento per le guarigioni miracolose operate da Gesù in Galilea e infine a Betania dove Lazzaro era stato fatto uscire dal sepolcro.<ref group=Nota>Nel ''Vangelo secondo Giovanni'' questo episodio precede proprio l'ingresso in Gerusalemme. Nei vangeli sinottici una funzione analoga è svolta dalla guarigione del cieco di Gerico.</ref> Il corteo è diretto al tempio, nonostante l'ora tarda<ref>{{Cita passo biblico|Mc|11,11}}</ref>, proprio per realizzare compiutamente il salmo 118, 26-27. Nella traduzione di Diodati e nella Riveduta, ma non in quella CEI, il corteo culmina con la consegna della vittima sull'altare e perciò allude all'imminente passione di Gesù.
Benché Gesù venga presentato solo come un profeta,<ref>{{Cita passo biblico|Mt|21,11}}</ref> la città entrò comunque in agitazione<ref>{{Cita passo biblico|Mt|21,10}}</ref> o almeno lo fecero alcuni farisei<ref>{{Cita passo biblico|Lc|19,39}}</ref><ref>{{Cita passo biblico|Gv|12,19}}</ref>. Marco, invece, non registra alcuna reazione al corteo, forse appunto a causa dell'ora tarda.
 
=== Le caratteristiche dell'asino ===
Nei sinottici, Gesù inviò due discepoli a prendere un asino; Matteo riferisce che gli portarono un [[puledro]] e un'asina, Marco e Luca che gli portarono solo il puledro. Giovanni riporta invece che Gesù, trovato un asinello, vi sedette sopra. Si confronti la seguente tabella sinottica:
Il testo evangelico di Marco Luca e Giovanni sottolinea due caratteristiche, peraltro presenti già nella profezia di Zaccaria (nella versione greca dei LXX)<ref>Il testo di Zaccaria nella traduzione greca, la più nota agli evangelisti, recita: ἐπιβεβηκὼς ἐπὶ ὑποζύγιον καὶ πῶλον νέον = essendo montato su una bestia da giogo e nuovo puledro. Il testo ebraico, invece, recita "cavalcando umile un asino, un puledro figlio d'asino/a". Solo Matteo che probabilmente scrive per gli ebrei di Antiochia, segue il testo ebraico anziché quello della Septuaginta.</ref>,: è una semplice bestia da soma (e ciò implica l'umiltà di Gesù in contrasto con la vanità dei re); è un animale giovanissimo mai montato (Mc 11,2; Lc 19,30). Questo secondo requisito sottolinea la sua funzione religiosa e cultuale. Nell'antichità non solo giudaica l'integrità era indispensabile per questo tipo di funzioni.<ref>1 Sam 6,7; Deut 21,3; Nm 19,2; Lc 23,53; Orazio ''Epod.'' 9,22; Ovidio ''Metam.'' 3,11.</ref> Il requisito,inoltre, esplicita quanto già suggerito da Zaccaria LXX con le parole πῶλον νέον (= "neo-puledro").
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|-
!width="25%"|[[Marco evangelista|Mc]] {{passo biblico|Mc|11,1-7|libro=no}}
!width="25%"|[[Matteo apostolo ed evangelista|Mt]] {{passo biblico|Mt|21,1-7|libro=no}}
!width="25%"|[[Luca evangelista|Lc]] {{passo biblico|Lc|19,29-35|libro=no}}
!width="25%"|[[Giovanni apostolo ed evangelista|Gv]] {{passo biblico|Gv|12,14-15|libro=no}}
|-
| valign=top |Quando si avvicinarono a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio che vi sta di fronte, e subito entrando in esso troverete un asinello legato, sul quale nessuno è mai salito. Scioglietelo e conducetelo. E se qualcuno vi dirà: Perché fate questo?, rispondete: Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito». Andarono e trovarono un asinello legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo sciolsero. E alcuni dei presenti però dissero loro: «Che cosa fate, sciogliendo questo asinello?». Ed essi risposero come aveva detto loro il Signore. E li lasciarono fare. Essi condussero l'asinello da Gesù, e vi gettarono sopra i loro mantelli, ed egli vi montò sopra.
| valign=top |Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli dicendo loro: «Andate nel villaggio che vi sta di fronte: subito troverete un'asina legata e con essa un puledro. Scioglieteli e conduceteli a me. Se qualcuno poi vi dirà qualche cosa, risponderete: Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà subito». Ora questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato annunziato dal profeta: ''«Dite alla figlia di Sion: Ecco, il tuo re viene a te mite, seduto su un'asina, con un puledro figlio di bestia da soma»''. I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l'asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere.
| valign=top |Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è mai salito; scioglietelo e portatelo qui. E se qualcuno vi chiederà: Perché lo sciogliete?, direte così: Il Signore ne ha bisogno». Gli inviati andarono e trovarono tutto come aveva detto. Mentre scioglievano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché sciogliete il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno». Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù.
| valign=top |Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto: ''«Non temere, figlia di Sion! Ecco, il tuo re viene, seduto sopra un puledro d'asina»''.
|}
 
Il testo evangelico di Marco, Luca e Giovanni sottolinea due caratteristiche, peraltro presenti già nella profezia di Zaccaria (nella versione greca dei LXX)<ref group=Nota>Il testo di Zaccaria nella traduzione greca, la più nota agli evangelisti, recita: ἐπιβεβηκὼς ἐπὶ ὑποζύγιον καὶ πῶλον νέον = essendo montato su una bestia da giogo e nuovo puledro. Il testo ebraico, invece, recita "cavalcando umile un asino, un puledro figlio d'asino/a". Solo Matteo che probabilmente scrive per gli ebrei di Antiochia, segue il testo ebraico anziché quello della Septuaginta.</ref>: è una semplice bestia da soma (e ciò implica l'umiltà di Gesù in contrasto con la vanità dei re); è un animale giovanissimo mai montato<ref>{{Cita passo biblico|Mc|11,2}}</ref><ref>{{Cita passo biblico|Lc|19,30}}</ref>. Questo secondo requisito sottolinea la sua funzione religiosa e cultuale. Nell'antichità non solo giudaica l'integrità era indispensabile per questo tipo di funzioni.<ref>{{Cita passo biblico|1Sam|6,7}}</ref><ref>{{Cita passo biblico|De|21,3}}</ref><ref>{{Cita passo biblico|Nu|19,2}}</ref><ref>{{Cita passo biblico|Lc|23,53}}</ref><ref>[[Orazio]], ''[[Epodi|Epod.]]'' 9,22</ref><ref>[[Ovidio]], ''[[Le metamorfosi (Ovidio)|Metam.]]'' 3,11.</ref> Il requisito, inoltre, esplicita quanto già suggerito da Zaccaria LXX con le parole πῶλον νέον (= "neo-puledro").
Mentre Marco, Luca e Giovanni sono sostanzialmente concordi, Matteo introduce una novità, che ha fatto spargere fiumi d'inchiostro ai commentatori. Egli non chiede più che il puledro non sia mai stato montato ma sembra specificare che esso sia accompagnato da un'asina, presumibilmente sua "madre".<ref>ἐπιβεβηκὼς ἐπὶ ὄνον καὶ ἐπὶ πῶλον υἱὸν ὑποζυγίου = "essendo montato su un asino/a e su un puledro figlio di una bestia da giogo".</ref> Alcuni commentatori, ad esempio Fritzsche o Fleck, si sono chiesti se Gesù montasse alternativamente sull'una e sull'altro. Altri se l'asina fosse presente per incoraggiare il puledro, forse non ancora svezzato. Altri ancora hanno proposto che si tratti di un ebraismo e che vi sia anche in Matteo un solo asino. Infatti la congiunzione (in greco "και") ha in ebraico un vocabolo corrispondente ( ו vau) dotato anche di altre sfumature. Per questo motivo alcuni commenti recitano per esempio: "Un'asina, anzi un puledro".<ref>Per esempio il vecchio ''Commentary on the Holy Bible'' di Thomas Coke.</ref> La confusione, inoltre, è accresciuta perché Gesù sembra sedersi simultaneamente su entrambi<ref>Ciò, tuttavia, non si verifica in diversi manoscritti antichi fra cui il [[codice di Beza]].</ref> e alcuni commentatori cercano di darne una spiegazione traslata o addirittura allegorica. Qualunque fosse il significato del testo per Matteo, esso non è affatto chiaro per i suoi lettori. Sono, invece, più decifrabili le sue motivazioni. Matteo, come noto, scrive per lettori ebrei, probabilmente di Antiochia <ref name="Schnackenburg">Rudolf Schnackenburg, ''The Gospel of Matthew'', 2002.</ref>, e perciò sottolinea molto spesso l'adempiersi di profezie dell'antico testamento. Trovandosi di fronte a una piccola discrepanza fra il testo greco e quello ebraico della profezia di Zaccaria, cerca di adattare (maldestramente) la narrazione di Marco al testo ebraico delle profezie di Zaccaria 9,9 e di Gn 49,11, in cui il riferimento a un asino viene ripetuto due volte per motivi stilistici tipici della poetica ebraica.<ref>Si sottintende la tesi della [[priorità marciana]] largamente accettata dagli studiosi moderni e basata sul fatto che Matteo riporta ''verbatim'' testi di Marco.</ref> Tale divergenza di Matteo deriva, infatti, da un'interpretazione letterale ed errata della poesia, utilizzata nella Bibbia ebraica, che si compone di [[Emistichio|emistichi]] in cui l'enunciazione del primo verso ("''montato sopra un asino''") viene enunciata poi nel secondo con parole diverse ("''sopra un puledro d'asina''") ma si riferisce sempre ad una sola affermazione.<ref>{{Cita|Ehrman, 2013|p. 205}}</ref><ref>Bart D. Ehrman, ''Jesus, Interrupted - Revealing the Hidden Contradictions in the Bible'', HarperCollins Publishers, 2009, p. 50, ISBN 978-0-06-186327-1</ref><ref>Bart Ehrman, ''Jesus apocalyptic prophet of the new millenium'', Oxford University Press, 1999, pp. 210-211, 252, ISBN 978-0-19-512474-3.</ref>
 
Mentre Marco, Luca e Giovanni sono sostanzialmente concordi<ref group=Nota>Per Marco e Luca Gesù manda due discepoli a prendere l'asinello, mentre Giovanni dice semplicemente che Gesù lo trovò.</ref>, Matteo introduce una novità, che ha fatto spargere fiumi d'inchiostro ai commentatori. Egli non chiede più che il puledro non sia mai stato montato ma sembra specificare che esso sia accompagnato da un asino/a (il vocabolo greco è di genere neutro), presumibilmente sua "madre".<ref group=Nota>ἐπιβεβηκὼς ἐπὶ ὄνον καὶ ἐπὶ πῶλον υἱὸν ὑποζυγίου = "essendo montato su un asino/a e su un puledro figlio di una bestia da giogo".</ref>
Gli esegeti della interconfessionale [[Bibbia TOB]] sottolineano che "''preoccupato di vedere la realizzazione della profezia, Mt non si cura della inverosimiglianza''", mentre gli esegeti curatori del cattolico "Nuovo Grande Commentario Biblico" rilevano che "''Ci sono due animali perché Matteo prende troppo alla lettera la profezia. [...] Matteo fa guidare a Gesù due animali contemporaneamente: difficile da immaginare''".<ref>Bibbia TOB, Nuovo Testamento Vol.3, Elle Di Ci Leumann, p. 101, 1976.</ref><ref>Raymond E. Brown, Joseph A. Fitzmyer, Roland E. Murphy, Nuovo Grande Commentario Biblico, Queriniana, 2002, p. 866, ISBN 88-399-0054-3.</ref>
Alcuni commentatori, ad esempio Fritzsche o Fleck, si sono chiesti se Gesù montasse alternativamente sull'una e sull'altro. Altri se l'asina fosse presente per incoraggiare il puledro, forse non ancora svezzato. Altri ancora hanno proposto che si tratti di un ebraismo e che vi sia anche in Matteo un solo asino. Infatti la congiunzione (in greco "και") ha in ebraico un vocabolo corrispondente ( ו vau) dotato anche di altre sfumature. Per questo motivo alcuni commenti recitano per esempio: "Un'asina, anzi un puledro".<ref>Per esempio il vecchio ''Commentary on the Holy Bible'' di Thomas Coke.</ref> La confusione, inoltre, è accresciuta perché Gesù sembra sedersi simultaneamente su entrambi<ref>Ciò, tuttavia, non si verifica in diversi manoscritti antichi fra cui il [[codice di Beza]].</ref> e alcuni commentatori cercano di darne una spiegazione traslata o addirittura allegorica. Qualunque fosse il significato del testo per Matteo, esso non è affatto chiaro per i suoi lettori. Sono, invece, più decifrabili le sue motivazioni. Matteo, come noto, scrive per lettori ebrei, probabilmente di Antiochia<ref name="Schnackenburg">Rudolf Schnackenburg, ''The Gospel of Matthew'', 2002.</ref>, e perciò sottolinea molto spesso l'adempiersi di profezie dell'antico testamento. Trovandosi di fronte a una piccola discrepanza fra il testo greco e quello ebraico della profezia di Zaccaria, cerca di adattare (maldestramente) la narrazione di Marco al testo ebraico delle profezie di {{passo biblico|Zac|9,9||si}} e di {{passo biblico|Gn|49,11||si}}, in cui il riferimento a un asino viene ripetuto due volte per motivi stilistici tipici della poetica ebraica<ref group=Nota>Si sottintende la tesi della [[priorità marciana]] largamente accettata dagli studiosi moderni e basata sul fatto che Matteo riporta ''[[verbatim]]'' testi di Marco.</ref> e, come osserva infatti [[Raymond Edward Brown|Raymond Brown]]<ref>Raymond E. Brown, ''The Death of the Messiah'', Vol. 2, Anchor Yale Bible, 2010, p. 943, ISBN 978-0-300-14010-1.</ref>, in merito a questa caratteristica della poesia ebraica, "il suo esempio più famoso è in Mt21:5, dove un parallelismo con due nomi per lo stesso animale in Zaccaria 9,9 è diviso nella descrizione di due animali su ''entrambi'' i quali Gesù siede allo stesso tempo!"; tale divergenza di Matteo deriva, quindi, da un'interpretazione letterale ed errata della poesia, utilizzata nella Bibbia ebraica, che si compone di [[Emistichio|emistichi]] in cui l'enunciazione del primo verso ("''montato sopra un asino''") viene enunciata poi nel secondo con parole diverse ("''sopra un puledro d'asina''") ma si riferisce sempre ad una sola affermazione.<ref>{{Cita|Ehrman, 2013|p. 205}}.</ref><ref>{{en}}Bart D. Ehrman, ''Jesus, Interrupted - Revealing the Hidden Contradictions in the Bible'', HarperCollins Publishers, 2009, p. 50, ISBN 978-0-06-186327-1</ref><ref>{{en}}Bart Ehrman, ''Jesus apocalyptic prophet of the new millennium'', Oxford University Press, 1999, pp. 210-211, 252, ISBN 978-0-19-512474-3.</ref>
 
Gli esegeti dell'interconfessionale [[Bibbia TOB]] sottolineano che «preoccupato di vedere la realizzazione della profezia, Mt non si cura della inverosimiglianza», mentre gli esegeti curatori del "Nuovo Grande Commentario Biblico" rilevano che «Ci sono due animali perché Matteo prende troppo alla lettera la profezia. [...] Matteo fa guidare a Gesù due animali contemporaneamente: difficile da immaginare».<ref>{{Cita|''Bibbia TOB''|p. 101|Bibbia TOB|titolo=Nuovo Testamento Vol.3}}.</ref><ref>{{Cita|Brown, 2002|p. 866}}.</ref>
 
== Iconografia cristiana ==
L'evento è rappresentato in molte opere d'arte quali l{{'}}''[[Entrata di Cristo a Gerusalemme (Pietro Lorenzetti)|Entrata di Cristo in Gerusalemme]]'' di [[Pietro Lorenzetti]] nella [[Basilica di San Francesco]] ad [[Assisi]], l{{'}}''[[Ingresso a Gerusalemme (Giotto)|Ingresso a Gerusalemme]]'' di [[Giotto]] nella [[Cappella degli Scrovegni]] a [[Padova]], nonché nei mosaici bizantini del [[duomo di Monreale]], della [[Cappella Palatina (Palermo)|Cappella Palatina]] a [[Palermo]] e della [[Basilica di San Marco]] a [[Venezia]]. Benché la cavalcatura di Gesù nei mosaici di San Marco sia indubbiamente di sesso maschile (in accordo appunto col ''Vangelo secondo Marco''), nel tardo medioevo tende a prevalere la rappresentazione "matteana" di un'asina accompagnata da un puledro come negli affreschi di Pietro Lorenzetti e nella Maestà di Duccio.
 
== La data dell'evento ==
Il vangelo''Vangelo disecondo Giovanni'' attribuisce l'ingresso in Gerusalemme al quinto giorno prima della pasqua ebraica, cioè al 10 del mese di [[Nisan]],<ref>Gv{{Cita passo biblico|Gv|12,1.12.}}</ref>, giorno in cui gli ebrei dovevano procurarsi l'agnello pasquale.<ref>{{Cita (Espasso biblico|Es|12,3).}}</ref> Il tema di Gesù-agnello-di-Dio caratterizza il vangelo''Vangelo disecondo Giovanni''. Infatti, sin dal primo capitolo di questo vangelo, Gesù è presentato come "l'agnello di Dio".<ref>{{Cita (Gvpasso biblico|Gv|1,29).}}</ref> Secondo Giovanni, inoltre, la pasqua cadeva di sabato e perciò il corpo morto di Gesù si trovava sulla croce proprio nel giorno e nell'ora in cui gli ebrei disponevano i loro agnelli su due spiedi incrociati per arrostirli.<ref group=Nota>Questa analogia fu evidenziata nel II secolo da [[Giustino (filosofo)|Giustino]] nel suo "Dialogo con Trifone". ''[https://books.google.it/books?id=WphxCQAAQBAJ&pg=PT202&lpg=PT202&dq=crocifissione+Giustino+agnello&source=bl&ots=Er4h07y_Uy&sig=OVZkaAAkFwoAnaksbiv6yc6H3Gk&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiQsbeimfjaAhXjNpoKHWM2AxIQ6AEIOzAI#v=onepage&q=crocifissione%20Giustino%20agnello&f=false Dialogo con Trifone]''</ref> La data dell'ingresso in Gerusalemme, quindi, ha anche un valore simbolico e contribuisce a spiegare chi sia Gesù secondo l'autore del quarto vangelo.
 
I vangeli sinottici, invece, non specificano la data, che comunque deve cadere pochi giorni prima di Pasqua. L'evento, infatti, è raccontato prima dell'episodio di Betania, in cui una donna sconosciuta gli unge il capo con un unguento profumato. Quest'ultimo evento sarebbe avvenuto solo due giorni prima di Pasqua<ref>{{Cita (Mtpasso biblico|Mt|26,1;}}</ref><ref>{{Cita Mcpasso biblico|Mc|14,1)}}</ref> e fra i due eventi Gesù insegna per alcuni giorni nel Tempio. Le due cronologie, quindi, sembrano sostanzialmente concordi.
 
Un motivo di confusione nasce dalla somiglianza fra l'episodio di Betania citato dain ''Marco'' e ''Matteo'' e l'analogo del vangelo''Vangelo disecondo Giovanni'' in cui Maria, sorella di Lazzaro, sempre a Betania unge i piedi di Gesù. Il ''Vangelo secondo Giovanni'' colloca il suo episodio il giorno prima dell'ingresso in Gerusalemme, mentre ''Matteo'' e ''Marco'' alcuni giorni dopo. Le due date sono entrambe possibili perché Gesù trascorreva il giorno nel Tempio, ma la sera tornava a Betania.<ref>{{Cita (Mcpasso biblico|Mc|11,11.-19;}}</ref><ref>{{Cita passo biblico|Mt |21,17).}}</ref> Se, però, i due episodi sono identificati, lanasce cronologiauna si aggrovigliacontraddizione: ouno èstesso errataevento lasi datasarebbe diverificato unosia deiprima duesia episodidopo dil'ingresso Betaniain oGerusalemme. èIl erratabiblista laMauro cronologiaPesce dell'ingressoafferma - in Gerusalemme.merito Forseal giorno della settimana, per questotradizione motivoconsiderato Maurola Pescedomenica afferma- che "''«non sappiamo esattamente in quale giorno della settimana avvenga perché i vangeli non sono concordi''"»<ref>Corrado {{Cita|Augias e Mauro Pesce, ''[[Inchiesta su Gesù]]'', Mondadori, 2011, |p. 140, ISBN 978-88-04-57132-2}}.</ref> ed anche gli esegeti della dell'interconfessionale [[Bibbia TOB]] rilevano come non sia facile determinare tale cronologia settimanale confrontando i vangeli.<ref>{{Cita|''Bibbia TOB''|pp. 115, 274|Bibbia TOB|titolo=Nuovo Testamento Vol.3}}.</ref><ref>{{Cita|Brown, Elle Di Ci Leumann, 1976, pp2002|p. 115, 274817}}.</ref>
 
== L'interpretazione nella storia ==
Nel corso dei secoli la storia fu spesso interpretata in senso allegorico.<ref>[[Teofilatto di Ocrida]], PG 123,609.612; [[Beda il Venerabile]], PL 92, 239-241; [[Erasmo da Rotterdam]], vol.7 242 e segg. </ref> Per esempio nel corteo che accompagna Gesù quelli che lo precedono sarebbero gli israeliti e quelli che lo seguono i pagani convertiti. L'evento quindi rappresenterebbe la storia della salvezza e mostrerebbe Gesù "dominus et rex omnium". Questa interpretazione guidava anche la liturgia preconciliare della domenica delle palme.<ref>{{Cita|Gnilka, 2007|p. 599}}.</ref>
[[Giovanni Calvino|Calvino]] si oppose energicamente all'interpretazione allegorica. Sottolineò che Gesù fu accolto come redentore da poche persone e non istruite. Scorse nell'evento la volontà di Gesù di realizzare la profezia di Zaccaria pur nella discrepanza fra la pretesa regale e la sua personale scelta di povertà esteriore.<ref>J. Calvino, ''Auslegung der Heiligen Schrift. Evangelien-Harmonie'', 2 voll., Neukirchen-Vluyn, 1966. II, pp.171-174, 1974</ref>
 
In età contemporanea [[Robert Eisler]] lesse gli eventi in chiave politica. Sarebbero stati gli [[zelota|zeloti]] a voler celebrare la regalità di Gesù in chiave anti-romana.<ref>Robert Eisler, ''Iesus basileus ou basileusas'', 2 voll., Heidelberg 1929/30, pp.469-475.</ref> Nel contesto politico-culturale del tempo, infatti, era molto improbabile che la proclamazione dell'imminente regno di Dio da parte di Gesù non venisse interpretata anche in senso politico.<ref>{{Cita|Smith|}}.</ref> Eisler aggiunse elementi di fantasia alla sua proposta: Gesù sarebbe entrato in Gerusalemme con una schiera di soldati irregolari e avrebbe cercato di esercitare un potere politico. Una variante più meditata della tesi zelotica, invece, sottolinea che dopo l'ingresso in Gerusalemme Gesù si schierò apertamente contro gli zeloti sulla questione del tributo a Cesare.<ref>{{Cita (Mtpasso biblico|Mt|22,17-21).}}</ref>
Non riuscendo a utilizzarlo politicamente gli zeloti lo avrebbero abbandonato e avrebbero sostenuto la sua crocifissione.
 
Altri storici interpretaronohanno interpretato in modo differenziato le modalità dell'ingresso in Gerusalemme come prova dell'intenzione di Gesù di provocare una svolta nella storia.<ref>Per esempio: [[Albert Schweitzer]], ''Geschichte der Leben-Jesu-Forschung'', Tubingen, 1951, pp. 437-443; W.</ref><ref>[[Wolfhart Pannenberg,]] ''Grundzüge der Christologie'', Gütersloh, 1969, p .60.</ref>
 
== Discussione sulla storicità dell'evento ==
La maggioranza degli studiosi ritiene che Gesù sia effettivamente entrato a Gerusalemme a cavallo di un asino e che sia stato acclamato dai suoi sostenitori<ref>{{Cita|Kinman|pp.235, 257-60}}.</ref><ref> [[James Dunn (teologo)|James Dunn]], ''Jesus: A Colloquium in the Holy Land'', Doris Donnelly, 2001, pp. 54-55</ref><ref>Barnes W. Tatum, ''Jesus’ so-called triumphal entry'', Forum: A Journal of the Foundations and Facets of Western Culture, New Series 1,1998, pp. 129-30</ref><ref>Jaari Laaksonen, ''Jesus und das Land. Das Gelobte Land in der Verkündigung Jesu'', Åbo Akademi University Press, 2002, pp.324-5, 329-30</ref><ref>{{Cita|Kim Huat Tan|pp. 138–9}}.</ref><ref name="Sankamo">{{Cita|Sankamo|}}.</ref>.
L'interpretazione zelotica introdotta da Eisler conferisce un carattere sedizioso all'ingresso di Gesù in Gerusalemme. Poco dopo, quindi, altri commentatori, misero in dubbio che l'evento potesse aver avuto luogo senza una reazione delle autorità giudaiche e romane.<ref>Klostermann E., ''Das Markus-Evangelium'', 1950, p.112.</ref> Questa osservazione induce alcuni storici a negare l'evento<ref>John Dominic Crossan, ''Gesù una bibliografia rivoluzionaria'', Ponte alle Grazie, 1994, pp. 160-162, 166, 176, 180, 187-188, ISBN 88-7928-270-0.</ref><ref>{{Cita|Ehrman, 2013|pp. 205-206, 300}}</ref> e altri a ricondurne la visibilità entro dimensioni più modeste, compatibili con la confusione creata a Gerusalemme dall'enorme afflusso di pellegrini per la celebrazione della Pasqua. Le riflessioni di Calvino sembrano, quindi, storicamente più verosimili delle fantasie fastose suggerite dalla pittura rinascimentale.
Evidentemente tutti gli aspetti simbolici e di adempimento di profezie veterotestamentarie presenti in questo testo possono indurre i non credenti (e non solo) a ritenere che questi importanti dettagli non siano storicamente fondati. Gli evangelisti, quindi, potrebbero aver elaborato un testo [[midrash]]ico, cioè un testo che secondo i canoni della letteratura sacra ebraica arricchisce i fatti in modo tale da chiarirne simultaneamente l'interpretazione.<br> L'episodio, quindi, sarebbe stato creato dagli evangelisti per far adempiere la profezia di [[Zaccaria (profeta)|Zaccaria]] ({{passo biblico|Zc9,9}}). Lo storico e teologo cristiano [[Rudolf Bultmann]] ritiene che questo episodio manifesti caratteristiche più leggendarie, e richiamanti delle profezie, che storiche e che [[Vangelo secondo Marco|Marco]] abbia tratto il racconto da "''una leggenda messianica nata forse nella Cristianità della Palestina''"; anche il citato storico cristiano [[John Dominic Crossan|Crossan]] ritiene l'episodio mai accaduto ma volto a confermare una predizione profetica "''...come proiezione simbolica successiva.''".<ref>Rudolf Bultmann, History of the Synoptic Tradition, Hendrickson Publisher, 1963, pp. 261-262, 305, ISBN 1-56563-041-6.</ref><ref>John Dominic Crossan, ''Gesù una bibliografia rivoluzionaria'', Ponte alle Grazie, 1994, pp. 160-162, 176, ISBN 88-7928-270-0.</ref>
 
Il numero di persone che hanno partecipato all'evento è fonte di dibattito tra gli storici: [[Marcus Borg]], Tan Kim Huat, Brent Kinman e [[Paula Fredriksen]] sostengono che l'ingresso di Gesù fu acclamato da una folla composta da seguaci e simpatizzanti, mentre secondo [[Ed Parish Sanders]] Gesù è stato accolto da grida di osanna solo da un piccolo gruppo di discepoli. I vangeli sono vaghi nell'indicare il numero di persone: il ''[[Vangelo secondo Matteo|Vangelo di Matteo]]'' parla di una «folla» ({{Passo biblico|Mt|21:8|libro=no}}), il ''[[Vangelo secondo Marco|Vangelo di Marco]]'' menziona «molte persone» ({{Passo biblico|Mc|11:18|libro=no}}), mentre secondo il ''[[Vangelo secondo Luca|Vangelo di Luca]]'' ad acclamare Gesù furono solo i discepoli ({{Passo biblico|Lc|19:37|libro=no}}); il ''[[Vangelo secondo Giovanni|Vangelo di Giovanni]]'' ({{Passo biblico|Gv|12:12|libro=no}}) tende invece a dare una lettura più grande dell'evento e afferma che a lodare Gesù fu «la grande folla venuta per la festa»<ref>{{Cita libro
==Note==
|autore=Paula Frederiksen
|titolo=Jesus of Nazareth: King of the Jews. A Jewish Life and Emergence of Christianity
|anno=1999|editore=Vintage Books}}</ref><ref>{{Cita|Kim Huat Tan|}}.</ref><ref name="Kinman">{{Cita|Kinman|}}.</ref><ref>{{Cita libro
|autore=Marcus J. Borg
|titolo=Jesus. A New Vision: Spirit, Culture, and The Life of Discipleship
|url=https://archive.org/details/jesusnewvisionsp0000borg
|anno=1987|editore=Harper & Row}}</ref><ref>{{Cita libro
|autore=E. P. Sanders|titolo=Jesus and Judaism|url=https://archive.org/details/jesusjudaism0000sand|anno=1985|editore=SCM Press}}</ref>
 
Alcuni commentatori mettono però in dubbio che l'evento potesse aver avuto luogo senza una reazione delle autorità giudaiche e romane<ref>{{cita testo
|lingua=de
|cognome=Klostermann
|nome= Erich
|titolo=Das Markus-Evangelium
|url= https://books.google.it/books?id=3vHYAAAAMAAJ&dq=Das%20Markus-Evangelium%2C%20%20Klostermann&hl=it&source=gbs_similarbooks
|editore=J.C.B. Mohr (Paul Siebeck)
|anno= 1950
| p=112}}</ref><ref>{{Cita|Ehrman, 2013|pp. 205–206, 300}}.</ref>, che - come ritiene il biblista [[Bart Ehrman]] - proprio in occasione della festa, per evitare disordini, facevano giungere in città truppe di rinforzo da [[Cesarea marittima|Cesarea]]<ref group="Nota">Tale studioso, analogamente al sotto citato [[John Dominic Crossan|Crossan]], precisa che "il governatore romano, in questo caso Ponzio Pilato, di solito risiedeva a Cesarea, sulla costa del Mediterraneo, ma per la Pasqua si trasferiva a Gerusalemme con l'esercito, che schierava intorno alla città, pronto se necessario a intervenire e a soffocare eventuali rivolte sul nascere. Questa, storicamente, era la Pasqua intorno al 30 d.C., quando Gesù con un gruppo di seguaci giunse nella città tra migliaia di Pellegrini. Questa realtà dovrebbe indurci a mettere in dubbio il ricordo dell'arrivo di Gesù nella città come ingresso trionfale [...] Nei giorni che precedevano la Pasqua, che erano i più pericolosi dell'anno per le possibili agitazioni sociali, i Romani erano particolarmente attenti a prevenire ogni potenziale fonte di disturbo [...] Intorno alla città stazionavano guarnigioni romane: com'è possibile che davanti alla scena descritta nei vangeli, ossia la spontanea acclamazione di un liberatore a lungo atteso dai giudei, non siano intervenute? Se davvero nel momento in cui faceva il suo ingresso nella città le folle hanno salutato in lui il Messia [ovvero un discendente davidico che "avrebbe restituito regno di Davide alla sua gente"], com'è possibile che Gesù non sia stato fermato e arrestato? Le truppe dovevano infatti prevenire gli assembramenti dai quali potevano nascere rivolte". (Bart Ehrman, ''Prima dei vangeli'', Carocci Editore, 2017, pp. 137-139, ISBN 978-88-430-8869-0. Cfr anche: Bart Ehrman, ''Jesus apocalyptic prophet of the new millennium'', Oxford University Press, 1999, pp. 210-211, ISBN 978-0-19-512474-3; Bart Ehrman, ''E Gesù diventò Dio'', Nessun Dogma Editore, 2017, pp. 105-108, ISBN 978-88-98602-36-0.).</ref> e avrebbero dovuto subito brutalmente reprimere, come loro consuetudine, tale manifestazione inneggiante a un ipotetico re dei Giudei, che solo i Romani potevano nominare; lo studioso [[John Dominic Crossan]]<ref>{{Cita|Crossan, 1994|pp. 160–162, 166, 176, 180, 187-188}}.</ref>, tra i cofondatori del [[Jesus Seminar]], sottolinea come sia la polizia ebraica che le truppe ausiliarie romane che vigilavano anche dall'alto della fortezza Antonia avrebbero certamente arrestato "qualsiasi incidente prima ancora che potesse avere inizio" e, visti i pericoli connessi al periodo della festa, "anche per un'azione simbolica contro il Tempio si sarebbe stati subito uccisi". [[Rudolf Bultmann]] ritiene che questo episodio manifesti caratteristiche più leggendarie, e richiamanti delle profezie, che storiche e che [[Vangelo secondo Marco|Marco]] abbia tratto il racconto da "''una leggenda messianica nata forse nella Cristianità della Palestina''"; anche [[John Dominic Crossan|Crossan]] ritiene l'episodio mai accaduto ma volto a confermare una predizione profetica "''...come proiezione simbolica successiva.''"<ref>{{Cita|Bultmann, 1963|pp. 261–262, 305}}.</ref><ref>{{Cita|Crossan, 1994|pp. 160–162, 176}}.</ref>.
 
Questa opinione è però rigettata dalla maggioranza degli studiosi moderni: la biblista Adela Yarbro Collins sottolinea infatti come l'ingresso di Gesù a Gerusalemme non abbia assolutamente l'aspetto di un tumulto o di una manifestazione organizzata, in quanto Gesù era spontaneamente entrato a Gerusalemme in mezzo a migliaia di pellegrini, alcuni dei quali avevano volontariamente iniziato a lodarlo.<ref>{{Cita libro|autore=Adela Yarbro Collins|titolo=Mark: A Commentary|url=https://archive.org/details/markcommentary0000coll|anno=2007|editore=Fortress Press}}</ref> Inoltre, fanno notare altri studiosi, sarebbe stato poco saggio per i romani lanciare un attacco in piena città durante il periodo di Pasqua per arrestare un solo uomo: i circa 1.000 soldati di Pilato non sarebbero stati assolutamente sufficienti contro le decine (o centinaia) di migliaia di pellegrini ebrei in uno stato d'animo di zelo nazionalistico e religioso. Gesù era molto popolare tra le folle, in quanto ispirava speranze escatologiche di redenzione: un intervento immediato e aggressivo nel posto sbagliato e nel momento sbagliato – in mezzo a pellegrini entusiasti della Pasqua – avrebbe potuto causare una rivolta e la morte di migliaia di persone, come era successo durante il regno di [[Erode Archelao]] nel 4 d.C.<ref name="Casey">{{Cita|Casey|}}.</ref> Gesù e i suoi seguaci, peraltro, non aveva mai dimostrato ostilità contro i romani, [[Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio|avendo persino invitato i cittadini a pagare le tasse a Roma]]<ref>{{Cita passo biblico|Mt|22,21}}</ref><ref>{{Cita passo biblico|Mc|12,17}}</ref><ref>{{Cita passo biblico|Lc|20,25}}</ref> ed è probabile che i romani non lo considerassero una minaccia.
 
Secondo altri storici, i romani semplicemente non si accorsero dell'ingresso di Gesù in città: egli entrò a Gerusalemme nel bel mezzo di un flusso costante di migliaia di pellegrini, ed è per questo che il suo ingresso probabilmente passò inosservato alle autorità imperiali. L'ingresso avvenne sul [[Monte degli Ulivi]], fuori città, mentre le truppe romane si trovavano alla [[Fortezza Antonia]], a circa 300 metri di distanza: è improbabile che i legionari fossero in grado di vedere, ascoltare e capire cosa accadeva sul Monte degli Ulivi in mezzo all'enorme folla di pellegrini.<ref name="Kinman"/>
 
Per quanto concerne le autorità ebraiche, gli stessi vangeli sottolineano come essi non abbiano messo immediatamente agli arresti Gesù per timore di scatenare un tumulto.<ref>{{Cita passo biblico|Mc|14,1-2}}</ref><ref>{{Cita passo biblico|Mt|14,5.21,46}}</ref><ref name="Sankamo"/>
Questo, ovviamente, non significa che l'atto sia stato privo di conseguenze: Gesù fu infatti arrestato pochi giorni dopo dalle autorità giudaiche e tra le accuse mosse contro di lui vi fu anche quella di essersi proclamato re dei Giudei e di aver incitato alla rivolta.<ref name="Casey"/> Secondo la storica delle religioni [[Paula Fredriksen]] "l'ingresso a Gerusalemme e l'esecuzione combaciano alla perfezione: Gesù entra in città acclamato come un re prima della Pasqua ebraica ed è condannato a morte pochi giorni dopo da [[Ponzio Pilato|Pilato]] con appunto l'accusa di essersi dichiarato tale.<ref>{{Cita libro|nome=Paula|cognome=Fredriksen|titolo=Jesus of Nazareth, King of the Jews: A Jewish Life and the Emergence of Christianity|url=https://books.google.com/books?id=Ll9sErWweyEC|accesso=2021-06-10|data=2000|editore=Vintage Books|lingua=en|p=142|ISBN=978-0-679-76746-6}}</ref>
 
Secondo il biblista [[Gérard Rossé]] esistono sufficienti elementi per prendere sul serio la storicità dell’evento, però la narrazione degli evangelisti non va considerata come un resoconto esatto dell’accaduto, ma essenzialmente come un’interpretazione teologica in forma di racconto.<ref>Gerard Rossé, ''Il vangelo di Luca: commento esegetico e teologico'', Città Nuova, 2006, p. 739</ref>
 
== Note ==
<references group="Nota"/>
 
=== Riferimenti ===
<references/>
 
== Bibliografia ==
*{{cita testo
|lingua = en
|nome=Rudolf Karl
|cognome= Bultmann
|wkautore=Rudolf Bultmann
|url=https://books.google.it/books?id=xQWDtgEACAAJ&dq=History+of+the+Synoptic+Tradition&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiO86j79pzmAhXQ_KQKHeKMBGoQ6AEILDAA
|traduttore= John Marsh
|titolo= History of the Synoptic Tradition
|titolooriginale= Geschichte Der Synoptischen Tradition
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|editore = Hendrickson Publisher |città=
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|cid = Bultmann, 1963}}
 
*{{cita testo
|nome=
|cognome=
|wkautore=
|traduttore=
|titolo= [[Bibbia TOB]]
|titolooriginale= Traduction Oecuménique de la Bible
|capitolo = Nuovo Testamento
|volume =
|anno=1976
|annooriginale=
|editore = Elle Di Ci Leumann |città=
|ISBN =
|cid = Bibbia TOB}}
 
*{{cita testo
|nome=Joachim
|cognome= Gnilka
|wkautore= Joachim Gnilka
|traduttore=Gianni Poletti
|titolo= Marco (
|titolooriginale=Das Evangelium Nach Markus)
|anno=2007 (1978)
|annooriginale= 1978
|editore = Cittadella Editrice|città=Assisi
|ISBN = 978-88-308-0874-4
|cid = Gnilka, 2007}}
 
*{{cita testo
|nome=John Dominic
|cognome= Crossan
|wkautore=John Dominic Crossan
|traduttore=B. Casalini
|titolo= Gesù una biografia rivoluzionaria
|titolooriginale=
|anno=1994
|annooriginale=
|editore = Ponte alle Grazie|città=
|ISBN = 88-7928-270-0
|cid = Crossan, 1994}}
 
*{{Cita libro
|autore=Brent Kinman
|titolo=Jesus’ Entry into Jerusalem: In the Context of Lucan Theology & the Politics of His Day
|url=https://www.google.it/books/edition/Jesus_Entry_into_Jerusalem/XqOODwAAQBAJ?hl=en&gbpv=0
|anno=1995
|lingua=en
|ISBN = 9789004332812
|cid = Kinman
|città=Leida}}
 
*{{Cita libro
|autore=Kim Huat Tan
|titolo=The Zion Traditions and the Aims of Jesus
|url=https://www.google.com/books/edition/_/0qOQKlQhQyoC?sa=X&ved=2ahUKEwjzl7SSzOfvAhVqwAIHHTJ9CCUQ7_IDMBJ6BAgGEAQ
|data=9 gennaio 1997
|cid =Kim Huat Tan
|lingua=en
|isbn=9780521580069
|editore=Cambridge University Press}}
 
*{{Cita pubblicazione
|nome=P. M.|cognome=Casey
|mese=aprile
|anno=1997
|titolo=Culture and Historicity: The Cleansing of the Temple
|rivista=The Catholic Biblical Quarterly|volume=59|numero=2|accesso=2021-03-31
|url=https://www.jstor.org/stable/43722943
|lingua=en
| pp= 306–332
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|cid = Casey}}
 
*{{cita testo
|curatore-nome1 = Raymond Edward
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|curatore-nome2 = Joseph A.
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|ISBN = 88-399-0054-3
|cid = Brown, 2002}}
 
*{{cita testo
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|cid = Evans, 2003}}
 
*{{cita testo
|nome=
|cognome=
|curatore= Craig A. Evans
|wkcuratore= Craig Evans
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|titolo= The Bible knowledge background commentary: John's Gospel, Hebrews-Revelation
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*{{cita testo
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|editore= Emmaus Road Publishing
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|cid = Majernik, 2005}}
 
*{{cita testo
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|titolo= [[Inchiesta su Gesù]]: chi era l'uomo che ha cambiato il mondo
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|cid = Augias e Pesce}}
 
* {{Cita testo
|lingua = en
|cognome = Smith
|nome = Murray J.
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|curatore-cognome1 = Harding
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}}
 
*{{cita testo
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|traduttore=Elisabetta Valdré
|titolo= Gesù è davvero esistito? Un'inchiesta storica
|url=https://books.google.it/books?id=EXD8mgEACAAJ&dq=Ges%C3%B9+%C3%A8+davvero+esistito?+Un%27inchiesta+storica&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwivsaPPhu7hAhVFCuwKHS9gDDUQ6AEIKTAA
|anno=2013
|editore = Mondadori|città=
|ISBN = 978-88-04-63232-0
|cid = Ehrman, 2013}}
 
*{{Cita testo
|url=https://www.doria.fi/bitstream/handle/10024/134821/Sankamo.pdf?sequence=2
|titolo=Jesus’ Entry into Jerusalem
|rivista= Approaching Religion
|volume=4
|numero=2
|mese=dicembre
|anno=2014
|lingua=en
|tipo=pdf
|via=www.doria.fi
|accesso= 5 aprile 2021
|cid=Sankamo
|autore=Juho Sankamo}}
 
== Voci correlate ==
* [[Domenica delle palme]]
* [[Errori attribuiti alla Bibbia]]
 
==Altri progetti==
{{interprogetto|preposizione=sull'}}
 
{{wikilibro|Gesù}}
== Collegamenti esterni ==
*{{cita testo |autore= Grazia Maria Fachechi
|titolo= Per asinos ad astra: l'iconografia medievale dell'Entrata di Cristo a Gerusalemme dai mosaici alla scultura lignea
|conferenza= Atti del XII Colloquio dell'Associazione Italiana per lo studio e la conservazione del mosaico (Aiscom) (Padova 14-15 e 17 febbraio 2006 - Brescia 16 febbraio 2006)
|curatore=C. Angelelli
|editore= Edizioni Scripta Manent
|anno= 2007
|città= Tivoli
|url=https://www.academia.edu/12555080/Per_asinos_ad_astra_liconografia_medievale_dellEntrata_di_Cristo_a_Gerusalemme_dai_mosaici_alla_scultura_lignea
|formato=pdf
|accesso= 15 ottobre 2019}}
 
==Collegamenti esterni==
*[http://it.cathopedia.org/wiki/Ingresso_a_Gerusalemme Ingresso a Gerusalemme] in Cathopedia
 
{{Vita di Gesù}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Gesù}}