Modena: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua}}
{{F|centri abitati dell'Emilia-Romagna|agostonovembre 2015|2012}}
{{Divisione amministrativa
| Nome = Modena
| Panorama = Collage Modena , Duomo , Torre Ghirlandina , statuetta ' La Bonissima '.jpg
| Didascalia = Il [[Duomo di Modena|Duomo]] e la [[Ghirlandina]]
|Voce bandiera =
| Bandiera = Flag of Modena.svg
| Voce bandierastemma = Stemma di Modena
|Stato = ITA
| Stemma = Modena-Stemma.png
|Grado amministrativo = 3
| Voce stemma = Stemma di Modena
|Divisione amm grado 1 = Emilia-Romagna
| Stato = ITA
|Divisione amm grado 2 = Modena
| Grado amministrativo = 3
|Amministratore locale = [[Massimo Mezzetti]]
| Divisione amm grado 1 = Emilia-Romagna
|Partito = [[Indipendente (politica)|indipendente]] di [[Centro-sinistra in Italia|centro-sinistra]]
| Divisione amm grado 2 = Modena
|Data elezione = 12-6-2024
| Amministratore locale = [[Gian Carlo Muzzarelli]]<ref>{{cita web|url=https://www.comune.modena.it/sindaco-e-giunta/|titolo=Sito del comune}}</ref>
|Data rielezione =
| Partito = [[Partito Democratico (Italia)|PD]]
| Data elezioneistituzione = 9-6-2014
|Altitudine =
| Data istituzione =
|Sottodivisioni = vedi [[Quartieri di Modena|quartieri e frazioni di Modena]]
| Altitudine =
|Divisioni confinanti = [[Bastiglia (Italia)|Bastiglia]], [[Bomporto]], [[Campogalliano]], [[Carpi]], [[Casalgrande]] ([[provincia di Reggio Emilia|RE]]), [[Castelfranco Emilia]], [[Castelnuovo Rangone]], [[Formigine]], [[Nonantola]], [[Rubiera]] (RE), [[San Cesario sul Panaro]], [[Soliera]], [[Spilamberto]]
| Superficie = 183.19
|Zona sismica = 3
| Note superficie =
|Gradi Abitantigiorno = 1850452258
|Nome abitanti = modenesi, geminiani
| Note abitanti = [http://demo.istat.it/bilmens2017gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 ottobre 2017.
|Patrono = [[san Geminiano]]
| Aggiornamento abitanti = 31-10-2017
|Festivo = 31 gennaio
| Sottodivisioni = ''nessuna''<ref>
|PIL =
[https://www.comune.modena.it/decentramento Comune di Modena - elenco quartieri e circoscrizioni di decentramento]</ref>; vedi [[Quartieri di Modena]]
|PIL procapite =
| Divisioni confinanti = [[Bastiglia (Italia)|Bastiglia]], [[Bomporto]], [[Campogalliano]], [[Carpi]], [[Casalgrande]] ([[provincia di Reggio Emilia|RE]]), [[Castelfranco Emilia]], [[Castelnuovo Rangone]], [[Formigine]], [[Nonantola]], [[Rubiera]] (RE), [[San Cesario sul Panaro]], [[Soliera]], [[Spilamberto]]
|Motto = Avia Pervia
| Zona sismica = 3
|Mappa = Map of comune of Modena (province of Modena, region Emilia-Romagna, Italy).svg
| Gradi giorno = 2258
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Modena all'interno dell'omonima provincia
| Nome abitanti = Modenesi o Geminiani
| Patrono = [[San Geminiano]]
| Festivo = 31 gennaio
| PIL =
| PIL procapite =
| Motto = Avia Pervia
| Mappa = Map of comune of Modena (province of Modena, region Emilia-Romagna, Italy).svg
| Didascalia mappa = Posizione del comune di Modena all'interno dell'omonima provincia
| Sito = https://www.comune.modena.it/
}}
 
'''Modena''' (<small>AFI:</small> {{IPA|/ˈmɔdena/|it}} {{audio|It-Modena.ogg}}, ''Mòdna'' in [[dialetto modenese]]<ref>{{cita libro|autore1=Teresa Cappello|autore2=Carlo Tagliavini|wkautore2=Carlo Tagliavini|titolo=Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani|città=Bologna|editore=Pàtron|anno=1981|p=326|sbn=UMC0979712}}</ref><ref>{{cita libro|autore=Giulio Bertoni|wkautore=Giulio Bertoni|titolo=Profilo storico del dialetto di Modena&thinsp;: con un'appendice di giunte al vocabolario modenese|url=https://archive.org/details/BertoniDialettoModena_201802/page/n5/mode/2up|collana=Biblioteca dell'Archivum Romanicum|città=Genève|editore=[[Leo S. Olschki]]|anno=1925|p=3|sbn=RMS2640622|via=Internet Archive}}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:185045Popolazione|ITA}} abitanti,<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" />,<ref situatoname="template nelladivisione [[Pianuraamministrativa-abitanti" Padana]],/> capoluogo dell'[[provincia di Modena|omonima provincia]] in [[Emilia-Romagna]].
 
Nelle fonti le prime notizie su Modena risalgono alla guerra tra [[Civiltà romana|Romani]] e [[Boi]] che abitavano nel territorio chiamato fin dalla prima epoca repubblicana [[Gallia Cisalpina]] o Gallia Citeriore. Il centro fungeva da presidio anche prima della fondazione ufficiale della città da parte dei romani.
La storica e secolare bandiera e [[stemma di Modena]], identica a quella di [[Parma]], croce blu in campo giallo, è stata sostituita recentemente dall'amministrazione comunale del partito democratico con una bandiera inventata ex-novo, senza radici storiche e privata della [[Croce di San Giorgio]], e composta da due semplici fasce verticali gialla e blu.
La [[Città d'Italia#Emilia-Romagna|città]], infatti, è stata ritualmente fondata nel [[183 a.C.]], come colonia di diritto romano, ([[colonia (diritto internazionale)]]) dai triumviri [[Marco Emilio Lepido (console 187 a.C.)|Marco Emilio Lepido]], Tito Ebuzio Parro e Lucio Quinzio Crispino i quali condussero da Roma duemila cittadini.<ref>Tito Livio, ''Ab Urbe condita, XXXIX,55, 6-8''</ref> Dal VI secolo Modena è una città ducale del [[Regno longobardo]] ([[Ducati longobardi]]) al confine con i possedimenti dell'[[Impero romano d'Oriente]] cioè l'[[Impero bizantino]]. ([[Storia di Modena]]). Come la maggior parte dei comuni lombardi nel 1167 Modena aderisce alla [[Lega Lombarda]] contro [[Federico Barbarossa]]. Dal [[1598]] al [[1859]] fu capitale del [[Ducato di Modena e Reggio]] ed è un'antica sede [[Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia|universitaria]] ed [[Arcidiocesi di Modena-Nonantola|arcivescovile]]. Nel 1757 il Duca [[Francesco III d'Este]] fondò l'Accademia militare per la formazione degli ufficiali dell'esercito Estense con sede nel palazzo ducale. Con l'unità d'Italia il Palazzo Ducale fu sede della Scuola militare del sabaudo [[Regno di Sardegna]] di [[Vittorio Emanuele II]], poi [[Regno d'Italia]], evolutasi nei decenni fino a divenire nel 1947 [[Accademia Militare di Modena|Accademia Militare]] dell'[[Esercito Italiano|Esercito]] e dell'[[Arma dei Carabinieri]].
 
Il [[Duomo di Modena|Duomo]], la [[Ghirlandina|Torre Civica]] e la [[Piazza Grande (Modena)|Piazza Grande]] della città sono inserite, dal [[1997]], nella [[Patrimoni dell'umanità d'Italia|lista dei siti italiani patrimonio dell'umanità]] dall'[[UNESCO]].
Nelle fonti le prime notizie su Modena risalgono alla guerra tra [[Romani]] e [[Boi]] nella [[Gallia Cisalpina]]. Il centro fungeva da presidio militare ben prima della fondazione ufficiale della città come colonia romana.
[[File:Palazzo Ducale, Modena.jpg|thumb|Palazzo Ducale, Modena.]]
La [[Città d'Italia#Emilia-Romagna|città]] di Modena è stata fondata nel [[183 a.C.]], come colonia di diritto romano, dai triumviri Marco Emilio Lepido, Tito Ebuzio Parro e Lucio Quinzio Crispino<ref>Tito Livio, ''Ab Urbe condita, XXXIX,55, 6-8''</ref>. Dal VI secolo Modena è una città del [[Regno Longobardo]] al confine con i possedimenti Bizantini. ([[Storia di Modena]]). Nel 1167 Modena aderisce alla [[Lega Lombarda]] contro Federico il Barbarossa. Dal [[1598]] al [[1859]] fu capitale del [[Ducato di Modena e Reggio]] ed è un'antica sede [[Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia|universitaria]] ed [[Arcidiocesi di Modena-Nonantola|arcivescovile]]. Nel 1757 il Duca [[Francesco III d'Este]] fondò l'Accademia militare per la formazione degli ufficiali dell'esercito Estense con sede nel palazzo ducale. Con l'unità d'Italia il Palazzo Ducale fu sede della Scuola militare del [[Regno del Piemonte]], poi [[Regno d'Italia]], evolutasi nei decenni fino a divenire nel 1947 [[Accademia Militare di Modena|Accademia Militare]] dell'[[Esercito Italiano|Esercito]] e dell'[[Arma dei Carabinieri]].
 
Il [[Duomo di Modena|Duomo]], la [[Ghirlandina|Torre Civica]] e la [[Piazza Grande (Modena)|Piazza Grande]] della città sono inserite, dal [[1997]], nella [[Lista dei patrimoni dell'umanità in Italia|lista dei siti italiani patrimonio dell'umanità]] dall'[[UNESCO]].
 
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
La città si trova circa al centro della provincia di cui è capoluogo, nella [[Val Padana]], in un territorio completamente pianeggiante. Due fiumi la circondanofiancheggiano, senza peraltro attraversarla: illa [[Secchia]] ede il [[Panaro]], la cui importanza per la città è testimoniata anche dalla presenza della ''Fontana dei due fiumi'', dello scultore modenese [[Giuseppe Graziosi]], situata in Largo Garibaldi.
 
Nasce all'interno della città il canale Naviglio, che sfocia nel fiume Panaro all'altezza di [[Bomporto]]. Un tempo accessibile al trasporto fluviale, il canale è ora sotterraneo e non accessibile all'interno della città.
 
Le prime propaggini dell'Appennino modeneseModenese si trovano tra i 15 e i 20&nbsp;km a sud della città, già fuori dal territorio comunale, nei comuni non confinanti di [[Sassuolo]], [[Fiorano Modenese]], [[Maranello]] e [[Castelvetro di Modena]].
 
La città è economicamente una delle maggiori realtà europee. Infatti, nella provincia hanno sede importanti industrie alimentari (tra cui [[Grandi Salumifici Italiani]], [[Gruppo Cremonini|Cremonini]] e [[Gruppo Fini S.p.A.|Fini]], centri di produzione del [[Parmigiano Reggiano]] e della lavorazione del maiale - a cui [[Castelnuovo Rangone]], il cuore di questo settore, ha dedicato addirittura un monumento) 3 metalmeccaniche (Modena, così come la sua provincia, può essere considerata la Capitale Mondiale dell'Automobilismo Sportivo con le sedi della [[Ferrari]] a [[Maranello]], della [[Maserati]] in città, [[De Tomaso]] in periferia, [[Pagani (casa automobilistica)|Pagani]] a [[San Cesario sul Panaro]] e fino a pochi anni fa la [[Bugatti]] a [[Campogalliano]]. Inoltre ad una decina di chilometri dal confine provinciale, già in [[provincia di Bologna]], nel comune di [[Sant'Agata Bolognese]] si trova la sede di un'altra storica azienda del settore come la [[Lamborghini]] ). Viene anche considerata la capitale mondiale delle ceramiche (o della piastrella), grazie alle aziende di spicco presenti nei territori di [[Sassuolo]] e [[Fiorano Modenese]]. Notevole l'industria tessile presente nei territorio di [[Carpi]] e quella biomedica nel comune di [[Mirandola]].
 
Fino alla metà del [[XIX secolo]], la città aveva due darsene: una interna alle mura, nell'attuale Corso Vittorio Emanuele, ed una esterna (il ''bacino'') all'altezza del cavalcaferrovia della Sacca, interrata nel [[1936]]. Dei canali di Modena rimane traccia nei nomi delle strade, in particolare nel Centro Storico: esistono infatti vie chiamate Canal Grande, Canal Chiaro, Canalino, Canaletto e così via.
 
Fino alla metà del [[XIX secolo]], la città aveva due darsene: una interna alle mura, nell'attuale Corso Vittorio Emanuele, e una esterna (il ''bacino'') all'altezza del cavalcaferrovia della Sacca, interrata nel [[1936]]. Dei canali di Modena rimane traccia nei nomi delle strade, in particolare nel Centro Storico: esistono infatti vie chiamate Canal Grande, Canal Chiaro, Canalino, Canaletto e così via.
Nel [[1949]] venne costruito, subito fuori delle mura, un ''Aerautodromo'', con le funzioni di pista di volo per usi commerciali e pista di gare internazionali di auto e moto e di prova per le industrie automobilistiche locali di allora ([[Ferrari]], [[Maserati]] e [[Stanguellini]]). È rimasto in uso sino al [[1962]], ma anche molto oltre per le gare motociclistiche ed esibizioni varie attinenti ai motori. Ora al suo posto vi è un grande parco dedicato ad [[Enzo Ferrari]].
 
==== Sismicità ====
ModenaIl haterritorio conosciutomodenese laè realtàstato dicolpito da un forte [[Terremoto dell'Emilia del 2012|terremoto nel maggio 2012]]. Ci furono due scosse principali a distanza di nove giorni l'una dall'altra della magnitudo 5,9 e 5,8,<ref>{{Cita web | url= https://www.gazzettadimodena.it/modena/cronaca/2022/05/19/news/dieci-anni-fa-il-terremoto-nella-bassa-e-in-emilia-romagna-tredici-miliardi-di-danni-ma-siamo-ripartiti-il-20-maggio-arriva-mattarella-1.41452105| titolo=Dieci anni fa il Terremoto nella Bassa e in Emilia Romagna | sito=[[Gazzetta di Modena]]|data= 19 maggio 2022|accesso= 25 aprile 2023|urlarchivio= https://archive.is/20230425131623/https://www.gazzettadimodena.it/modena/cronaca/2022/05/19/news/dieci-anni-fa-il-terremoto-nella-bassa-e-in-emilia-romagna-tredici-miliardi-di-danni-ma-siamo-ripartiti-il-20-maggio-arriva-mattarella-1.41452105| dataarchivio= 25 aprile 2023 | urlmorto= no }}</ref> entrambe con epicentro nella bassa pianura padana della provincia tra i 20 e i 35 chilometri dalla città. Il sisma ha distrutto i comuni vicini all'epicentro. Modena non ha avuto danni importanti se non leggere lesioni in alcune vecchie chiese tra cui il Duomo, soprattutto in seguito alla seconda scossa da 5,8.
 
=== Clima ===
{{vedi anche|Stazione meteorologica di Modena}}
Il clima è tipicamente padano, con influssi subcontinentalisub-continentali: gli inverni sono umidi, freddi (temperature medie minime sotto lo zero anche per diverse settimane) e moderatamente nevosi, con 35&nbsp;cm medi annui di accumulo. In autunno ede in inverno è assai frequente il fenomeno della nebbia, spesso molto fitta e costante anche per diversi giorni di fila. Bisogna comunque sottolineare, che negli ultimi 20 anni, il clima si è in buona parte modificato, sia per quanto riguarda le precipitazioni nevose molto diradate sulla città rispetto ad un tempo e in alcuni anni quasi inesistenti, ede anche per quanto riguarda le nebbie, ormai rarissime in città e nelle sue adiacenze, ma ancora un po' più persistenti nelle campagne, in particolare verso la bassa emiliana. Esiste inoltre una significativa escursione termica tra l’estate e l’inverno: i mesi estivi e sempre più spesso anche quelli di fine primavera, sono infatti caldi e particolarmente afosi, con punte massime ben al di sopra di 35&nbsp;°C. La percezione delle temperature, in estate così come in inverno, è spesso alterata dall'elevato tasso di umidità.
{{ClimaAnnuale
| nome = MODENAModena
<!-- Temperature massime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmax01 = 4.4
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}}
 
A causa della scarsa ventilazione della pianura padana e dell'elevato traffico veicolare, Modena è tra i primi posti tra le città più inquinate d'[[Europa]], dietro alle italiane [[Torino]], [[Brescia]] e [[Milano]].<ref>[{{Cita web |url=http://www.istat.it/it/archivio/4549/ |titolo=Istat - Qualità dell'aria nelle città europee] |accesso=26 settembre 2011 |dataarchivio=13 novembre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111113152532/http://www.istat.it/it/archivio/4549 |urlmorto=sì }}</ref>.
 
== Origini del nome ==
Il nome [[lingua latina|latino]] della città era ''Mutina''.<ref>[[Tito Livio|Livio]] XXI, 3.</ref>. L'[[etnico (onomastica)|etnico]] era ''Mutinenses'',<ref>CIL XI, 831.</ref>, ''Mutinensis''.<ref>[[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]] ''[[Brutus (Cicerone)|Bruto]]'' 1, 5.</ref> o ''Multinenses''<ref>CIL X, 1401.</ref>. Le fonti [[lingua greca antica|greche]] parlano di Μουτίνη,<ref>[[Strabone]] IV 6-7; V, 12.</ref>, Μοτίνη<ref>[[Polibio]] III, 40.</ref> Μουτίναν.<ref>[[Claudio Tolomeo|Tolomeo]] III, 1.</ref>.
Questo toponimo viene messo in relazione con l'etrusco ''mutna'', o ''mutana'', "tomba",<ref>{{cita libro |autore=Carlo Tagliavini |wkautore=Carlo Tagliavini |capitolo=Sul nome di Mutina |titolo=Atti del I Congresso Internazionale Etrusco |città=Firenze |anno=1929 |pagine=186-187}}</ref>, a sua volta forse derivato da una radice anteriore (preromana o "mediterranea") *''mut''(''t'') o *''mot''(''t'') che dà nome ad un "rialzo di terreno", una "collina".<ref>{{cita libro |autore=Giulio Bertoni |wkautore=Giulio Bertoni |titolo=Profilo stroicostorico del dialetto di Modena |città=Génève |editore=Olschki |anno=1925 |pagine=3-5}}</ref>. La Motta (come il francese Motte) è un rialzo del terreno sormontato da una struttura di pietra o legno ([[Motta castrale]]). In realtà da un punto di vista orografico la città si trovava non su un'altura, bensì in una depressione, motivo per il quale alcuni ritengono che il nome sia piuttosto da mettere in connessione con la civiltà [[Terramare|terramaricola]].<ref>{{Cita libro|titolo = Città, regioni, monti, fiumi d’Italia: Origine e significato dei nomi|wkautore = Massimo Pittau|editore = Ipazia Books|anno = 2018|pp = 72-73}}</ref>.
Nel IV secolo è citata come ''Mutena'' e successivamente ''Mòtina'' e ''Mòdana'', da cui ''Modena'',<ref>{{cita libro |titolo=Dizionario di toponomastica |editore=UTET |città= Torino |anno=1990 |pagine=470}}</ref>, in [[dialetto modenese|dialetto locale]] ''mòdnaMòdna''<ref>{{cita libro |autore=Teresa Cappello |autore2=Manlio Cortelazzo |wkautore2=Manlio Cortelazzo |titolo=Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani |città=Bologna |editore=Patron |anno=1981 |pagine=326}}</ref><ref>{{cita libro |autore=Franco Violi |titolo=Saggio di un dizionario topoomastico della pianura modenese |città=Modena |editore=Società Tipografica Modenese |anno=1946 |pagine=6-8}}</ref> (con la tipica [[Sincope (linguistica)|sincope]] dei dialetti emiliani).
<ref>{{cita libro |autore=Teresa Cappello |autore2=Manlio Cortelazzo |wkautore2=Manlio Cortelazzo |titolo=Dizionario dgli etnici e dei toponimi italiani |città=Bologna |editore=Patron |anno=1981 |pagine=326}}</ref><ref>{{cita libro |autore=Franco Violi |titolo=Saggio di un dizionario topoomastico della pianura modenese |città=Modena |editore=Società Tipografica Modenese |anno=1946 |pagine=6-8}}</ref> (con la tipica sincope dei dialetti emiliani).
 
== Storia ==
{{F|centri abitati dell'Emilia-Romagna|novembre 2010}}
{{Vedi anche|Storia di Modena}}
[[File:Modena Palazzo Comunale e Duomo.jpg|thumb|[[Palazzo Comunale (Modena)|Palazzo Comunale]] e [[Duomo di Modena|Duomo]]|241x241px]]
[[File:Modena portici.jpg|thumb| Portici del Collegio, in [[Via Emilia]] centro]]
 
{{Citazione|Firmissimam et splendidissimam populi Romani coloniam|[[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]], ''[[Filippiche (Cicerone)|Filippiche]]''}}
=== Età antica e Medioevo ===
AnticamenteLe origini più antiche sembrano liguri o [[celto-liguri]]. Successivamente fu un insediamento [[etruschi|etrusco]], poi [[galli]]co ([[Galli Boi]]). Nel 183 a.C. venne fondata come colonia [[Civiltà romana|romana]] da mille cives provenienti da Roma guidati dai triumviri Marco Emilio Lepido, Tito Ebuzio Parro e Lucio Quinzio Crispino. Divenne capoluogo dell’ex Gallia cisalpinaCisalpina e sede del governatore per due secoli. Successivamente Modena venne abbandonata fra il V e il VII secolo, causa le numerose inondazioni dei fiumi [[Secchia]] e [[Panaro]], gli abitanti si rifugiarono nel vicino borgo più a ovest, Cittanova.<ref name=Mutina /> Tornò a ripopolarsi gradualmente intorno alla sede vescovile, che aveva assunto la guida della città ede il vescovo Leodoino la fece cingere di mura nell'[[891]].<ref name=Mutina >{{Cita web|url= http://www.mutinaromana.it/it/tra-tarda-antichita-e-altomedioevo/|titolo=Tra Tarda Antichità e Alto Medioevo|accesso=25 aprile 2023|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20230322221214/http://www.mutinaromana.it/it/tra-tarda-antichita-e-altomedioevo/|urlmorto=no}}</ref> Durante la signoria dei vescovi, venne eretta la nuova [[Duomo di Modena|cattedrale]]. Il potere vescovile ebbe termine con l'autonomia comunale nel [[1135]] ma, nel [[1249]], con la [[battaglia di Fossalta]], Modena ghibellina venne sconfitta da [[Bologna]] guelfa facendo tornare al potere il partito filovescovile degli Aigoni capitanato dal vescovo Alberto Boschetti, nel [[1288]], si consegnò agli [[Este]]nsi di [[Ferrara]]. Il 15 novembre [[1325]] nella [[battaglia di Zappolino]] Modena inflisse una pesante sconfitta ai bolognesi fino a giungere sotto le mura della città delle due torri e ad assediarla. Dopo una settimana i modenesi tolsero l'assedio e tornarono in città portando come trofeo un secchio di legno sottratto da un pozzo fuori [[porta San Felice]], la "[[La secchia rapita|Secchia Rapita]]" che venne utilizzata comedivenne spunto per l'omonimo poema eroicomico del poeta modenese [[Alessandro Tassoni]].
 
=== Età moderna e contemporanea ===
Modena diventò veramente la "città estense" solo dopo il [[1598]], quando il duca [[Cesare d'Este|Cesare]] [[Devoluzione di Ferrara|trasferì da Ferrara a Modena]] la [[Cesare d'Este#Modena capitale|capitale]] del suo [[Ducato di Modena e Reggio|ducato]]. Uno Stato destinato a barcamenarsi con alterne fortune nelle lotte tra le potenze italiane ed europee, e che malgrado le ripetute occupazioni da parte degli eserciti stranieri (i francesi nel [[1702]]; gli austriaci nel [[1742]]) resisterà fino all'unificazione dell'Italia, con una sola interruzione nel periodo napoleonico. Il [[Risorgimento]] poté contare su larghe adesioni fra i Modenesi, tra cui [[Ciro Menotti]] e i numerosi gruppi mazziniani e carbonari della città che votarono compattamente per l'Unità d'Italia nel [[Plebiscito]] del [[1860]].
 
A questo periodo risalgono le enormi [[Furti napoleonici|spoliazioni napoleoniche del ducato di Modena]]: furono sottratte collezioni di opere d'arte, beni archivistici e librari, ma anche la collezione [[glittica]] degli [[Este]]. Durante l'occupazione francese, diverse opere d'arte presero la via della Francia.<ref>{{Cita libro|titolo=Notice de tableaux dont plusieurs ont été recueillis à Parme et à Venise : exposés dans le grand salon du Musée Napoléon, ouvert le 27 thermidor an XIII|edizione=De l'imprimerie des sciences et des arts, Paris}}</ref> Secondo il catalogo pubblicato nel ''Bulletin de la Société de l'art français'' del [[1936]],<ref>{{Cita libro|autore=Marie-Louise Blumer|titolo=Catalogue des peintures transportées d'Italie en Francce de 1796 à 1814 |url= https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k4237081q/f296.item|collana=Bulletin de la Société de l'art français, 1936, fascicule 2}}</ref> delle 20 opere d'arte provenienti da Modena e inviate in Francia nel giugno [[1796]], solo 10 fecero ritorno in Italia dopo il [[Congresso di Vienna]], mentre delle 30 opere d'arte trafugate nell'ottobre del 1796, solo 11 fecero ritorno.
Tra fine Ottocento e inizio Novecento l'Emilia (e in particolare la provincia di Modena) divenne un baluardo socialista prima e comunista poi.
 
Il [[Risorgimento]] poté contare su larghe adesioni fra i Modenesi, tra cui [[Ciro Menotti]] e i numerosi gruppi mazziniani e carbonari della città che votarono compattamente per l'Unità d'Italia nel [[Plebiscito]] del [[1860]]. Tra fine Ottocento e inizio Novecento l'Emilia (e in particolare la provincia di Modena) divenne un baluardo socialista prima e comunista poi.
 
Il fenomeno dell'occupazione delle terre fu molto forte e si scontrò con la violenza fascista. Dopo il settembre [[1943]], Modena e i suoi comuni dovettero sopportare umiliazioni ad opera degli occupanti tedeschi e della milizia fascista. Nonostante la repressione, la Resistenza ebbe, con alterne vicende, una presenza sempre attiva nel territorio. Dopo la guerra quella zona che per i vent'anni del regime veniva chiamato "Il Triangolo Nero" (in quanto completamente controllato dai fascisti) prese il nome di "Triangolo Rosso" o "[[Triangolo della morte (Emilia)|Triangolo della morte]]". Tale denominazione viene usata da diversi storici per ricordare le circa 2000 uccisioni di civili e militari perpetrate, dopo la caduta del regime fascista e particolarmente nel biennio [[1946]]-[[1948]], da alcune brigate di ex-partigiani comunisti che si erano dati il nome di "Gruppi d'Azione Partigiana" (GAP), come rappresaglia contro chi veniva ritenuto compromesso con il regime.
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Il 9 gennaio [[1950]], sei operai vennero uccisi dai [[carabinieri]] nell'[[eccidio delle Fonderie Riunite di Modena]], avvenuto durante una manifestazione che chiedeva la riapertura delle [[Fonderie Riunite]].
 
Negli anni del [[dopoguerra]] Modena conosce con il [[miracolo economico italiano|boom economico]] un periodo di benessere senza precedenti. Il successo della città è legato soprattutto all'affermarsi di piccole industrie dai prodotti unici al mondo, come [[Ferrari]] o [[Maserati]] o [[Panini (azienda)|Panini]], o come i poli ceramico di Sassuolo, tessile di Carpi e biomedicale di Mirandola, e alla valorizzazione dei prodotti tipici della regione. <!-- Recentemente negli ultimi anni si è avviata una trasformazione profonda coinvolgendo attori pubblici e privati in modalità economiche ancora in fase di ricerca ed evoluzione.<ref>{{cita video|url=https://video.gelocal.it/gazzettadimodena/locale/modena-la-citta-smart-inizia-dal-data-center/95453/96055?ref=hfmomoev1-1|titolo=Modena, la città smart inizia dal Data Center|data=16 aprile 2018|autore=Gino Esposito|editore=[[Gazzetta di Modena]]|accesso=20 dicembre 2018}}</ref> -->
 
=== Simboli ===
{{Vedi anche|Stemma di Modena}}
[[File:Modena-Gonfalone.png|150px|right|Gonfalone]]
{{Citazione|L’inaccessibileL'inaccessibile (''a-via'') diventa accessibile|[[motto]] riportato sullo scudo [[araldica|araldico]] cittadino|Avia Pervia|lingua=la}}
 
Lo stemma del comune di Modena è stato riconosciuto con decreto del Capo del Governo del 27 novembre 1934.<ref>{{Cita web|url=https://patrimonioacs.cultura.gov.it/patrimonio/56f26b3e-af28-4935-990b-9d057f5de28e/1042-modena|titolo=Bozzetto dello stemma del Comune di Modena|accesso=6 ottobre 2024|sito=ACS, Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città}}</ref> La sua [[Blasonatura|descrizione araldica]], come riportato dalla pagina relativa sul sito del comune<ref>{{cita web|titolo= Stemma del Comune di Modena, 2009 |url= http://webadmin.comune.modena.it/cstampa/upload/2009/04/26_1238676208_pag%2008.jpg |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20210830222252/http://webadmin.comune.modena.it/cstampa/upload/2009/04/26_1238676208_pag%2008.jpg |urlmorto = sì}}</ref> è:
La descrizione [[araldica]] dello stemma del comune di Modena, come riportato dalla [http://webadmin.comune.modena.it/cstampa/upload/2009/04/26_1238676208_pag%2008.jpg pagina relativa sul sito del comune] è:
 
{{Citazione|D'oro, alla croce d'azzurro, accollato da due trivelle di ferro e oro in croce di Sant'Andrea, sormontato da una corona aurea ducale tempestata di gemme sostenente nove fioroni d'oro, cinque visibili, caricato ciascuno di una perla nel cuore. Motto “Avia Pervia”}}
 
Le trivelle, come strumenti utilizzatiusati per scavare i pozzi, {{Senza fonte|alludono alla grande ricchezza d'acqua del territorio modenese, un tempo ricco di canali e affioramenti spontanei (fontanazzi). Questa abbondanza è andata decrescendo a partire dalla seconda metà del [[XX secolo]], soprattutto a causa dello sfruttamento a fini industriali e abitativi della falda freatica, che ne ha provocato l'abbassamento}}.
 
La frase latina ''“AviaAvia pervia”pervia'' significa ''“Rendiamo"Rendiamo facili le cose difficili”''difficili": probabilmente ideato dal letterato [[Giovanni Maria Barbieri]] nel [[1561]], fu ufficialmente adottato nel secolo XVII, quando il sigillo accompagnato dalle trivelle e dal motto venne apposto ad un codice degli statuti dei calzolai.<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.comune.modena.it/~astor000/attivita/scuole/2i.htm Lo stemma di Modena su www.comune.modena.it] {{Webarchive|dateurl=marzo 2018https://web.archive.org/web/20070927000058/http://www.comune.modena.it/~astor000/attivita/scuole/2i.htm |botdata=InternetArchiveBot27 settembre 2007 }}.</ref>.
 
=== Onorificenze ===
{{Onorificenze
Modena è tra le [[Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione]] perché è stata insignita della [[Medaglia d'Oro al Valor Militare]] il 29 marzo [[1947]] per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la [[seconda guerra mondiale]]<ref>[http://www.quirinale.it/onorificenze/DettaglioDecorato.asp?. Centinaia furono i modenesi, donne e uomini quasi tutti giovanissimi, che dettero la vita nella guerra partigiana contro i fascisti ed i nazisti durante il periodo bellico dell'ultima Guerra Mondiale. dprogressivo=18843&iddecorato=18390 Medaglia d'oro al valor militare della città di Modena su quirinale.it]</ref>.
|immagine = Ribbon for the Calabrian-Sicilian earthquake - 2nd type.png
|nome_onorificenza = Grande medaglia d'argento di benemerenza per il terremoto calabro-siculo (1908)
|collegamento_onorificenza = Medaglie per il terremoto calabro-siculo
|motivazione = Alla Città di Modena
|data = Elenco delle ricompense conferite ai benemeriti in occasione del terremoto calabro-siculo 28 dicembre 1908 con RR. decreti 7 e 21 luglio, 9 agosto, 23 settembre 1910; 23 febbraio, 16 marzo, 27 maggio 1911, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 130 del 30 giugno 1911
}}Modena è tra le [[Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione]] perché è stata insignita della [[Medaglia d'Oro al Valor Militare]] il 29 marzo [[1947]] per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la [[seconda guerra mondiale]].<ref>Centinaia furono i modenesi, donne e uomini quasi tutti giovanissimi, che dettero la vita nella guerra partigiana contro i fascisti e i nazisti durante il periodo bellico dell'ultima Guerra Mondiale.</ref>
 
{{Onorificenze
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|nome_onorificenza= Medaglia d'oro al valor militare
|collegamento_onorificenza= Medaglia d'oro al valor militare
|motivazione = Città partigiana, cuore di provincia partigiana, al cocente dolore e all'umiliazione della tirannide, reagiva prontamente rinnovando le superbe e fiere tradizioni e la fede incrollabile, ardente, nei destini della Patria. Alla barbarie e alla ferocia nazifascista che tentava di conculcare l'orgoglio e domare il valore delle sue genti con vessazioni atroci, capestro e distruzioni, opponeva la tenacia invincibile dell'amore a libere istituzioni. In venti mesi di titanica lotta pro fondeva il sangue generoso dei suoi eroici partigiani e dei cittadini d'ogni lembo della provincia in sublime gara e si ergeva dal servaggio quale faro splendente della redenzione d'Italia, infrangendo per sempre la tracotanza nemica. Settembre 1943 - aprile 1945
|data= 29 marzo 1947<ref>{{Cita web|url=https://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/18390|titolo=Medaglia d'oro al valor militare della città di Modena su quirinale.it}}</ref>}}
|luogo = Settembre 1943 - aprile 1945
}}
 
=== Ricorrenze ===
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* "Mak Π 100": saggio ginnico degli allievi dell'[[Accademia militare di Modena]] e gran ballo delle debuttanti cento giorni prima della promozione a ufficiale degli allievi del secondo anno. Nel mese di maggio.
* [[Festival filosofia]]: lezioni magistrali ed eventi culturali legati alla [[Filosofia]]. Nel mese di settembre. Vi partecipano nomi illustri e docenti universitari di primo piano.
* Mercato dell'antiquariato: è la più grande fiera antiquaria della regione [[Emilia-Romagna]]. Si svolge ogni quarto sabato e domenica del mese pressoin ilPiazza parco Novi SadGrande.
* Eventi gastronomici e commerciali, in Centro Storico: mercatino internazionale, Modena in fiore (alcune vie del centro si rivestono completamente di fiori, quasi si trattasse di giardini all'aperto), Stuzzicagente (una giornata di degustazioni a tappe nel centro storico di Modena, normalmente due edizioni all'anno in primavera e in autunno).
* Modena Organ Festival: costituisce una serie di appuntamenti nelle chiese più importanti della città, ove si esibiscono validi organisti di fama internazionale. Solitamente si svolge nei mesi giugno - Settembresettembre. Il festival è organizzato dall'Associazione Amici dell'Organo "J.S.Bach".<ref>{{cita web|url=http://www.associazionebachmodena.it/|titolo=Associazione Bach Modena}}</ref>.
* Modena Terra di Motori. Ogni anno in aprile o maggio.<ref>[http://www.modenaterradimotori.com Modena Terra di Motori] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20151027052931/http://www.modenaterradimotori.com/ |data=27 ottobre 2015 }}</ref>.
*Il Carnevale, di [[giovedì grasso]] con la presenza della maschera cittadina, [[Sandrone]] e la famiglia Pavironica.
*[[NODE festival]], festival musicale annuale.
* Modena Smart Life, iniziato nel 2016, è un evento annuale di fine settembre a carattere economico.<ref>http://www.modenasmartlife.it/</ref>
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
{{UNESCO
|tipoBene = patrimonio
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|pericolo = Nessuna indicazione
|link =
}}
 
=== Architetture religiose ===
}}
[[File:2551 copy-aL.jpg|thumb|Interno del Duomo di Modena]]
 
==== [[Duomo di Modena]] ====
In stile [[architettura romanica|romanico]], la cattedrale è stata edificata dall'architetto [[Lanfranco (architetto)|Lanfranco]] nel [[1099]], nel sito del sepolcro di [[san Geminiano]], patrono di Modena. Al suo fianco sorge la [[campanile|torre campanaria]] detta la ''[[Ghirlandina]]''.
 
==== [[Ghirlandina|Torre Ghirlandina]] ====
La Ghirlandina, alta 86 metri, è la [[torre campanaria]] del [[Duomo di Modena]] e simbolo della città. Riconosciuta come [[patrimonio dell'umanità]] dall'[[UNESCO]] nel [[1997]], fu costruita a partire dal 1179, quando fu innalzata come ''Torre di [[San Geminiano]]'', che fu rialzata poi nei due secoli successivi. Fu riparata alla fine dell'[[ottocento]], e nel 2008 vennero iniziati lavori di restauro dovuti ad alcune lesioni, terminati nel 2011.
 
==== Chiesa di San Vincenzo ====
[[File:Chiesa di San Vincenzo Modena.jpg|thumb|left|upright=0.6|Chiesa di San Vincenzo]]
Eretta nel [[1617]] su una chiesa precedente di cui si hanno notizie già dal Duecento. Attribuita erroneamente al grande architetto modenese [[Guarino Guarini]], il quale nacque però sette anni più tardi. In realtà l'esecuzione della chiesa fu affidata a Paolo Reggiano e in seguito a Bernardo Castagnini, con cui il giovane Guarini forse collaborò. La chiesa è impreziosita dagli affreschi di [[Sigismondo Caula]] (con architetture dipinte di Sebastiano Sansone), raffiguranti le vite dei santi [[san Vincenzo|Vincenzo]] e [[Gaetano di Thiene]], fondatore dell'ordine dei [[Teatini]] a cui la chiesa era stata affidata (la cupola, affrescata dallo stesso Caula e Tommaso Costa, è stata distrutta durante la guerra in un bombardamento). La chiesa ha ospitato, nella prima cappella a sinistra, anche una tela di [[Guercino]], rubata da ignoti nell'agosto 2014. Fortunatamente la tela è stata successivamente recuperata a Casablanca (Marocco) nel Marzo del 2017; i danni riportati si sono rivelati notevoli. Alla fine del restauro tornerà nella sua sede originaria.
 
San Vincenzo è la sede dei monumenti funebri dei duchi [[este]]nsi.
 
==== [[Chiesa di Santa Maria della Pomposa]] - Aedes Muratoriana ====
È una delle chiese più antiche della città (se ne ha notizia dal [[1153]]). Ma l'edificio conserva ben poco della sua struttura originale: oltre alla muratura della metà inferiore della chiesa, nella facciata è possibile distinguere la traccia di un'antica porta romanica poi chiusa, di cui rimangono i semplicissimi capitelli in cotto e parte dell'arco a tutto sesto, ed inoltre tracce della decorazione a denti di sega del sottotetto sinistro e dell'oculo centrale, mentre la torre massiccia al fianco dell'edificio (che forse nel Medioevo faceva parte di un castello) è mozza a una certa altezza.
 
Più che per la sua rilevanza monumentale, l'importanza della chiesa è dovuta al fatto di essere stata la sede parrocchiale e la dimora di [[Ludovico Antonio Muratori]], il grande storico modenese, che ne fu "prevosto" (parroco) dal [[1716]] al [[1750]]. Per sua stessa volontà, Muratori, al tempo già studioso e scrittore di fama, si fece assegnare "la cura delle anime" di quello che era uno dei quartieri più poveri e malmessi della città. La chiesa stessa, in pessime condizioni, fu ricostruita dalle fondamenta, e Muratori vi fece aggiungere il coro. All'interno si trova un ciclo di dipinti del Seicento e del Settecento su [[San Sebastiano]], opera di Bernardino Cervi e Francesco Vellani.
 
La chiesa, con annessa canonica (dove Muratori visse attendendo alle sue opere più celebri), costituisce oggi il complesso dell'''Aedes Muratoriana'' ("Casa del Muratori"), sede della [[Deputazione di Storia patria]] e del Museo Muratoriano.
Testimonianza di affetto dei modenesi per uno dei suoi cittadini più illustri è il ''monumento a L. A. Muratori'', che sorge poco lontano, sull'omonimo Largo che si affaccia sulla [[via Emilia]]. Scolpito da Adeodato Malatesta, che non volle ricevere compenso, il monumento ritrae lo storico in un atteggiamento pensieroso, ma riesce anche a suggerirne la profonda umanità.
 
==== [[Chiesa del voto]] ====
[[File:Modena Lana Chiesa del Voto.jpg|thumb| ''Pala della Peste'' nella navata sinistra, di [[Lodovico Lana]]]]
[[File:Tommaso da Modena Sant agostino.jpg|thumb|Affresco trecentesco di [[Tommaso da Modena]] in Sant'Agostino]]
La chiesa del Voto, che sorge sulla via Emilia di fronte a Corso Duomo e quindi a poca distanza da questo, prende il nome da un voto del Comune modenese e del duca [[Francesco I d'Este]] fatto nel 1630, quando la città fu investita da una gravissima epidemia di peste che, secondo un cronista, giunse a causare fino a duecento morti al giorno. Il voto del Comune fu appunto di costruire, se e quando fosse cessata l'epidemia, una chiesa che, per interessamento del duca (durante la peste rifugiatosi con la corte sulle colline del Reggiano), fu dedicata alla [[Madonna della Ghiara]], protettrice di Reggio (che, a differenza di Modena, fu soltanto sfiorata dall'epidemia).
[[File:Chiesa di San Pietro, Modena.jpg|thumb|Vista interna della Chiesa di San Pietro]]
 
Non appena questa finì, a mantenimento del voto, su disegno dell'architetto modenese [[Cristoforo Galaverna]], nel 1634 s'iniziò la costruzione della chiesa in uno stile piuttosto ibrido e sormontata da una cupola. Fu commissionata anche al pittore [[Lodovico Lana]] una grande pala che si trova ancora all'interno assieme ad altri dipinti e rappresenta nella parte inferiore scene della peste e in quella superiore la Vergine col Bambino con santi, angeli e su un piatto è l'offerta della città riconoscibile dalle torri del duomo e del palazzo comunale.
 
==== Chiesa di Sant'Agostino ====
[[File:Tommaso da Modena Sant agostino.jpg|thumb|left|Affresco trecentesco di [[Tommaso da Modena]] in Sant'Agostino]]
 
Di fianco al palazzo dei Musei si affaccia sul piazzale Sant'Agostino questa chiesa (chiamata anche Pantheon Atestinum, in quanto adornata con statue e busti di santi e beati della casa d'Este, o in qualche modo imparentati con essa), che, eretta nel Trecento (nel sito di una precedente "chiesa degli agostiniani" fondata nel [[1245]]) e recante ancora sul fianco sinistro numerose tracce di quell'epoca, ha però attualmente una spiccata fisionomia seicentesca. Essa fu infatti profondamente modificata nel [[1663]], per volere della duchessa Laura Martinozzi, che volle che fossero qui celebrati i solenni funerali del duca Alfonso IV suo marito: la sobria struttura trecentesca è ornata da una ricca decorazione di stucchi e da un pregevole soffitto a cassettoni, sul quale più artisti dipinsero ritratti di nobili e santi. Spicca invece per intensità drammatica il gruppo scultoreo in terracotta della ''Deposizione della Croce'' ([[1476]]), capolavoro del modenese [[Antonio Begarelli]] (nella prima cappella a destra). Altra traccia visibile dell'antica chiesa, conservata all'interno, è l'affresco trecentesco della ''Madonna della consolazione'', di [[Tommaso da Modena]]: una Maria ritratta con delicata naturalezza nell'atto di allattare il bambino.
 
==== Chiesa di San Carlo ====
 
La Chiesa di San Carlo fu eretta a partire dal [[1664]] su disegno di [[Bartolomeo Avanzini]]; alla sua morte la progettazione fu affidata al capomastro muratore, il confratello Giovanni Pietro Piazza. Terminati i lavori, che durarono più di un secolo, fu infine consacrata nel [[1766]].
La chiesa ripropone in dimensioni ridotte la chiesa di San Carlo ai Catinari di Roma (ad esclusione della cupola), ed era stata voluta per dare al [[Collegio San Carlo]], o Collegio dei Nobili (fondato nel 1626) un degno luogo di culto. La facciata è costruita in laterizio con fregi marmorei e timpano triangolare che chiude il prospetto della facciata, mentre l'interno è a tre navate, sorrette da arcate e delimitate da quattro grossi corpi centrali su cui si imposta la cupola.
L'abside ospita l'altar maggiore in marmo rosso di [[Verona]], datato [[1828]]. La monumentale ornamentazione in stucco che orna l'abside è opera di Antonio Traeri detto ''Il Cestellino'', e ospita una tela di Marcantonio Franceschini rappresentante la peste di Milano del [[1576]]: la Madonna col Bambino siede in cielo, sotto di lei l'infuriare del morbo e San Carlo Borromeo tra altri personaggi che prega inginocchiato presso la Croce.
A seguito di numerosi interventi di restauro, l'ultimo dei quali risale dal [[1980]], la chiesa, non più officiata, è stata infine adibita ad auditorium.
La chiesa di San Carlo fa parte di una struttura più ampia denominata complesso di San Carlo, che comprende anche una cappella, un teatro, una biblioteca, oltre allo scenografico porticato. Il complesso ospita la ''Fondazione Collegio San Carlo'' (già "Collegio dei Nobili di San Carlo"), istituto privato di ricerca che svolge funzioni di rilevanza pubblica in ambito formativo e culturale con particolare attenzione alla filosofia, alle scienze umane e sociali e alle scienze religiose.
 
==== Chiesa di San Giovanni Battista ====
 
Unica chiesa antica modenese completamente isolata (ossia senza edifici sorti addosso ai suoi muri), se si eccettua il Duomo (isolato agli inizi del secolo), è posta all'angolo tra via Emilia e l'odierna Piazza Matteotti. Sorta sul luogo di una più antica chiesa dedicata a San Michele, fu ricostruita nel Cinquecento, ma rivela nei decori e nella struttura (la cupola, ellittica e non circolare) le profonde modifiche subite nel Settecento. Notevole l'organo costruito dall'organaro [[Traeri|Agostino Traeri]].
 
Contiene tuttora il capolavoro dello scultore cinquecentesco modenese [[Guido Mazzoni]], la ''Deposizione dalla croce'' ([[1476]]), un gruppo di statue in terracotta policrome particolarmente interessanti.
 
==== [[Chiesa di San Francesco (Modena)|Chiesa di San Francesco]] ====
I frati [[francescani]] arrivarono a Modena molto presto: si ha notizia di un convento fuori le mura già nel [[1221]], quando [[Francesco d'Assisi]] era ancora vivo. L'attuale [[Chiesa di San Francesco (Modena)|chiesa di San Francesco]] fu costruita molto lentamente, a partire dal [[1244]], e due secoli dopo non era ancora terminata.<ref>http://www.laguidadimodena.it/guida/chiese-modena/san-francesco</ref> Di sobrio stile [[gotico]] all'esterno, le cui tracce restano visibili sul fianco settentrionale, ma principalmente nella facciata, che ha mantenuto pressoché integra la sua struttura, (ma in parte è dovuto a ristrutturazioni ottocentesche), all'interno è piuttosto rimaneggiata, ed ospita uno dei capolavori del [[Antonio Begarelli|Begarelli]], la ''Deposizione del Cristo dalla Croce'': un gruppo di tredici statue "fotografate" in un momento intensamente drammatico.
Fronteggia la facciata della chiesa una piacevole fontana con statua di San Francesco, opera di Giuseppe Graziosi ([[1920]]).
 
==== Chiesa di San Pietro ====
 
La tradizione vuole che la Chiesa sorga nel sito di un antichissimo tempio a Giove Capitolino. La chiesa attuale è stata però edificata a partire dal ''1476'' secondo un progetto dell'architetto Pietro Barabani di [[Carpi]]. Venne consacrata nel 1518<ref name=":0">{{Cita web|url=http://www.monasteromodena.it/monastero/la-storia.html|titolo=La storia|sito=www.monasteromodena.it|accesso=12 novembre 2016}}</ref>. Si tratta di un bell'esempio di architettura rinascimentale a Modena (oltre che di una delle più belle chiese in città), impreziosita all'interno da un organo cinquecentesco, con intagli in legno dorato e portelli molto ben dipinti, da una Madonna attribuita a [[Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato]]<ref>http://www.cultura.marche.it/CMDirector.aspx?id=1090</ref>, e soprattutto dalle numerose opere in terracotta realizzate dal [[Antonio Begarelli|Begarelli]]: i sei santi disposti intorno alla navata centrale, la Pietà e soprattutto il cosiddetto Apogeo Begarelliano, un gruppo raffigurante l'[[Assunzione di Maria|assunzione]] della Madonna tra i santi [[Pietro apostolo|Pietro]], [[Paolo di Tarso|Paolo]], [[Benedetto da Norcia|Benedetto]] e [[Geminiano di Modena|Geminiano]].
Il notevole campanile a vela fu eretto nel [[1629]].
 
Adiacente alla chiesa è presente un'antica [[abbazia]] abitata da una congregazione di [[Ordine di San Benedetto|monaci benedettini]]<ref name=":0" />. In origine il monastero di san Pietro venne fondato fuori le mura della città nel [[996]] come fondazione vescovile<ref name=":0" />.
 
==== Chiesa di San Bartolomeo a Modena ====
{{Vedi anche|Chiesa di San Bartolomeo a Modena}}
 
Sede della [[Compagnia del Gesù]] fu eretta dai [[gesuiti]] tra il 1607 e il 1629; è una delle più grandi dell'intera provincia. La facciata è stata disegnata dal piacentino [[Andrea Galluzzi]], mentre al suo interno sono presenti numerosi affreschi, tra cui spicca quello che ricopre l'intera volta, opera di padre Giuseppe Barbieri.
 
==== Chiesa di San Giorgio ====
 
[[File:Chiesa di San Giorgio Modena.jpg|thumb|Chiesa di San Giorgio]]
[[File:Chiesa di San Vincenzo Modena.jpg|thumb|Chiesa di San Vincenzo]]
È conosciuta anche come "''Santuario della Beata Vergine Ausiliatrice del Popolo modenese''", secondo il nome che le era attribuito fino ad un secolo fa. La Beata Vergine Ausiliatrice è naturalmente l'immagine della Madonna presente sull'altare maggiore, che anticamente era posta all'esterno del santuario affinché i Modenesi del tempo potessero venerarla. L'altare maggiore della chiesa fu realizzato in marmi policromi da Antonio Loraghi ([[1666]]).
[[File:Tempio_israelitico_di_Modena.jpg|thumb|Tempio israelitico di Modena]]
 
* [[Duomo di Modena]]. La cattedrale è stata edificata dall'architetto [[Lanfranco (architetto)|Lanfranco]] nel 1099, nel sito del sepolcro di [[Geminiano di Modena|san Geminiano]], patrono di Modena. Al suo fianco sorge la [[campanile|torre campanaria]] detta la ''Ghirlandina''.
La chiesa è degna di nota per la sua pianta a croce greca (cioè composta di quattro bracci della stessa dimensione). Fu realizzata a partire dal [[1647]] da un progetto di Gaspare Vigarani e Cristoforo Malagola detto il ''Galaverna''.
* [[Ghirlandina]]. La Ghirlandina, alta 86 metri, è la [[torre campanaria]] del [[Duomo di Modena]] e simbolo della città. Riconosciuta come [[patrimonio dell'umanità]] dall'[[UNESCO]] nel [[1997]], fu costruita a partire dal 1179, fu rialzata come ''Torre di [[Geminiano di Modena|San Geminiano]]'', e ulteriormente rialzata nei due secoli successivi. Fu restaurata alla fine dell'[[ottocento]] e nuovamente tra il 2008 e il 2011.
 
* [[Chiesa di Santa Maria della Pomposa]] - Aedes Muratoriana. È una delle chiese più antiche della città ma l'edificio conserva poco della sua struttura originale: oltre alla muratura della metà inferiore della chiesa, nella facciata è possibile distinguere la traccia di un'antica porta romanica poi chiusa, e tracce della decorazione a denti di sega del sottotetto sinistro e dell'oculo centrale, mentre la torre massiccia al fianco dell'edificio (forse parte di un castello medievale) è mozza a una certa altezza. È stata sede parrocchiale e dimora di [[Ludovico Antonio Muratori]], che ne fu [[prevosto]]. Conserva un ciclo di dipinti del Seicento e del Settecento su [[San Sebastiano]], opera di Bernardino Cervi e Francesco Vellani. Con la canonica costituisce il complesso dell{{'}}''Aedes Muratoriana'' (''Casa del Muratori''), sede della [[Deputazione di Storia patria]] e del Museo Muratoriano.
==== Chiesa di San Biagio ====
* [[Chiesa del Voto]]. Sorge sulla via Emilia di fronte a corso Duomo e prende il nome da un voto del Comune modenese e del duca [[Francesco I d'Este]] fatto nel 1630, quando la città fu investita da una gravissima epidemia di peste. Il voto del Comune fu appunto di costruire, se e quando fosse cessata l'epidemia, una chiesa. Il duca la fece costruire e fu dedicata alla [[Madonna della Ghiara]], protettrice di Reggio. Architetto fu [[Cristoforo Galaverna]] che nell'opera unì vari stili. [[Lodovico Lana]] dipinse una pala che rappresenta nella parte inferiore scene della peste e in quella superiore la Vergine col Bambino con santi, angeli. Su un piatto è l'offerta della città, riconoscibile dalle torri del duomo e del palazzo comunale. La pala di ''Santa Cecilia'', commissionata a [[Giuseppe Fantaguzzi]] e inizialmente nella chiesa del Voto è stata trasferita a [[Spilamberto]].
 
* [[Chiesa di Sant'Agostino (Modena)|Chiesa di Sant'Agostino]]. Di fianco al palazzo dei Musei si affaccia sul piazzale Sant'Agostino questa chiesa (chiamata anche Pantheon Atestinum, in quanto adornata con statue e busti di santi e beati della casa d'Este, o in qualche modo imparentati con essa), che, eretta nel Trecento (nel sito di una precedente "chiesa degli agostiniani" fondata nel 1245) e recante ancora sul fianco sinistro numerose tracce di quell'epoca, ha però attualmente una spiccata fisionomia seicentesca. Essa fu infatti profondamente modificata nel 1663, per volere della duchessa Laura Martinozzi, che volle che fossero qui celebrati i solenni funerali del duca Alfonso IV suo marito: la sobria struttura trecentesca è ornata da una ricca decorazione di stucchi e da un pregevole soffitto a cassettoni, sul quale più artisti dipinsero ritratti di nobili e santi. Spicca invece per intensità drammatica il gruppo scultoreo in terracotta della ''Deposizione della Croce'' (1476), capolavoro del modenese [[Antonio Begarelli]] (nella prima cappella a destra). La pale del secondo altare a destra è ''San Michele Arcangelo'' (1733) del pittore modenese [[Giacomo Zoboli]]. Altra traccia visibile dell'antica chiesa, conservata all'interno, è l'affresco trecentesco della ''Madonna della consolazione'', di [[Tommaso da Modena]]: una Maria ritratta con delicata naturalezza nell'atto di allattare il bambino.
La chiesa vide le origini nel [[1319]], assieme al monastero in cui si stabilirono i frati [[Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo|Carmelitani]], ad opera della famiglia modenese dei Sadoleto in onore della Beata Vergine del Carmine. Fu in seguito ricostruita tra il [[1646]] ed il [[1658]], durante il governo di Francesco I.
* Chiesa di San Carlo. Fu eretta a partire dal 1664 su disegno di [[Bartolomeo Avanzini]]. Alla sua morte la progettazione fu affidata al [[capomastro]] muratore, il confratello Giovanni Pietro Piazza. Terminati i lavori, che durarono più di un secolo, fu infine consacrata nel 1766. La chiesa ripropone in dimensioni ridotte la chiesa di San Carlo ai Catinari di Roma (ad esclusione della cupola), ed era stata voluta per dare al [[Collegio San Carlo (Modena)|Collegio San Carlo]], o Collegio dei Nobili (fondato nel 1626) un degno luogo di culto. La facciata è costruita in laterizio con fregi marmorei e timpano triangolare che chiude il prospetto della facciata, mentre l'interno è a tre navate, sorrette da arcate e delimitate da quattro grossi corpi centrali su cui si imposta la cupola. L'abside ospita l'altar maggiore in marmo rosso di [[Verona]], datato 1828. La monumentale ornamentazione in stucco che orna l'abside è opera di Antonio Traeri detto ''Il Cestellino'', e ospita una tela di Marcantonio Franceschini rappresentante la peste di Milano del 1576: la ''Madonna col Bambino siede in cielo'', sotto di lei l'infuriare del morbo e San Carlo Borromeo tra altri personaggi che prega inginocchiato presso la Croce. A seguito di numerosi interventi di restauro, l'ultimo dei quali risale dal 1980, la chiesa, non più officiata, è stata infine adibita ad auditorium. Fa parte di una struttura più ampia denominata complesso di San Carlo, che comprende anche una cappella, un teatro, una biblioteca, oltre allo scenografico porticato. Il complesso ospita la ''Fondazione Collegio San Carlo'' (già "Collegio dei Nobili di San Carlo"), istituto privato di ricerca che svolge funzioni di rilevanza pubblica in ambito formativo e culturale con particolare attenzione alla filosofia, alle scienze umane e sociali e alle scienze religiose.
All'interno la chiesa presenta una sola navata; presso le sei arcate (una per ogni lato) si trovano degli altari. Il coro e l'imponente cupola furono affrescati da [[Mattia Preti]], allievo del [[Guercino]].
* Chiesa di San Giovanni Battista. Unica chiesa antica modenese completamente isolata (ossia senza edifici sorti addosso ai suoi muri), se si eccettua il Duomo (isolato agli inizi del secolo), è posta all'angolo tra via Emilia e l'odierna Piazza Matteotti. Sorta sul luogo di una più antica chiesa dedicata a San Michele, fu ricostruita nel Cinquecento, ma rivela nei decori e nella struttura (la cupola, ellittica e non circolare) le profonde modifiche subite nel Settecento. Notevole l'organo costruito dall'organaro [[Traeri|Agostino Traeri]]. Contiene tuttora il capolavoro dello scultore cinquecentesco modenese [[Guido Mazzoni]], la ''Deposizione dalla croce'' (1476), un gruppo di statue in terracotta policrome particolarmente interessanti.
Accanto alla chiesa è presente un chiostro, ove è stata rinvenuta, a seguito di restauro, una lunetta affrescata del Trecento, raffigurante la Madonna col Bambino, San Martino e due offerenti.
* [[Chiesa di San Francesco (Modena)|Chiesa di San Francesco]]. I frati [[francescani]] arrivarono a Modena molto presto: si ha notizia di un convento fuori le mura già nel 1221, quando [[Francesco d'Assisi]] era ancora vivo. La chiesa fu costruita molto lentamente, a partire dal 1244, e due secoli dopo non era ancora terminata.<ref>http://www.laguidadimodena.it/guida/chiese-modena/san-francesco</ref> Di sobrio stile [[gotico]] all'esterno, le cui tracce restano visibili sul fianco settentrionale, ma principalmente nella facciata, che ha mantenuto pressoché integra la sua struttura, (ma in parte è dovuto a ristrutturazioni ottocentesche), all'interno è piuttosto rimaneggiata, e ospita uno dei capolavori del [[Antonio Begarelli|Begarelli]], la ''Deposizione del Cristo dalla Croce'': un gruppo di tredici statue "fotografate" in un momento intensamente drammatico. Fronteggia la facciata della chiesa una piacevole fontana con statua di San Francesco, opera di Giuseppe Graziosi (1920).
 
* [[Chiesa di San Pietro Apostolo (Modena, capoluogo)|Chiesa di San Pietro Apostolo]]. La tradizione vuole che la Chiesa sorga nel sito di un antichissimo tempio a Giove Capitolino. La chiesa attuale è stata però edificata a partire dal ''1476'' secondo un progetto dell'architetto Pietro Barabani di [[Carpi]]. Venne consacrata nel 1518.<ref name=":0">{{Cita web|url=http://www.monasteromodena.it/monastero/la-storia.html|titolo=La storia|accesso=12 novembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161113034020/http://www.monasteromodena.it/monastero/la-storia.html|dataarchivio=13 novembre 2016|urlmorto=sì}}</ref> Si tratta di un bell'esempio di architettura rinascimentale a Modena (oltre che di una delle più belle chiese in città), impreziosita all'interno da un organo cinquecentesco, con intagli in legno dorato e portelli molto ben dipinti, da una Madonna attribuita a [[Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato]],<ref>http://www.cultura.marche.it/CMDirector.aspx?id=1090</ref> e soprattutto dalle numerose opere in terracotta realizzate dal [[Antonio Begarelli|Begarelli]]: i sei santi disposti intorno alla navata centrale, la Pietà e soprattutto il cosiddetto Apogeo Begarelliano, un gruppo raffigurante l'[[Assunzione di Maria|assunzione]] della Madonna tra i santi [[Pietro apostolo|Pietro]], [[Paolo di Tarso|Paolo]], [[Benedetto da Norcia|Benedetto]] e [[Geminiano di Modena|Geminiano]].Il notevole campanile a vela fu eretto nel 1629. Adiacente alla chiesa si trova un'antica [[abbazia]] abitata da una congregazione di [[Ordine di San Benedetto|monaci benedettini]]. In origine il monastero di san Pietro venne fondato fuori le mura della città nel 996 come fondazione vescovile.<ref name=":0" />
==== Chiesa di San Domenico ====
* [[Chiesa di San Bartolomeo a Modena|Chiesa di San Bartolomeo]]. Sede della [[Compagnia del Gesù]] fu eretta dai [[gesuiti]] tra il 1607 e il 1629; è una delle più grandi dell'intera provincia. La facciata è stata disegnata dal piacentino [[Andrea Galluzzi]] e al suo interno si possono ammirare numerosi affreschi, tra cui spicca quello che ricopre l'intera volta, opera di padre Giuseppe Barbieri.
 
* Chiesa di San Giorgio: È conosciuta anche come "''Santuario della Beata Vergine Ausiliatrice del Popolo modenese''", secondo il nome che le era attribuito fino ad un secolo fa. La Beata Vergine Ausiliatrice è naturalmente l'immagine della Madonna sull'altare maggiore, che anticamente era posta all'esterno del santuario affinché i Modenesi del tempo potessero venerarla. L'altare maggiore della chiesa fu realizzato in marmi policromi da [[Antonio Loraghi]] (1666). La chiesa è degna di nota per la sua pianta a croce greca (cioè composta di quattro bracci della stessa dimensione). Fu realizzata a partire dal 1647 da un progetto di Gaspare Vigarani e Cristoforo Malagola detto il ''Galaverna''.
La chiesa è situata nel luogo dove nel [[1243]] i [[Ordine dei Frati Predicatori|frati Predicatori]] eressero una prima chiesa, orientata liturgicamente con facciata ad ovest. All'arrivo degli [[Este]] a Modena e l'inizio dell'edificazione del nuovo [[Palazzo Ducale (Modena)|Palazzo Ducale]], la chiesa risultava molto vicina e disarmonica rispetto alla residenza estense, per questo nel 1707-1708 ne fu decisa la demolizione e l'edificazione di un nuovo tempio, con facciata allineata a quella del Palazzo.
* [[Chiesa di San Vincenzo (Modena)|Chiesa di San Vincenzo]]: Eretta nel [[1617]] su una chiesa precedente di cui si hanno notizie già dal Duecento. Attribuita erroneamente al grande architetto modenese [[Guarino Guarini]], il quale nacque però sette anni più tardi. In realtà l'esecuzione della chiesa fu affidata a Paolo Reggiano e in seguito a Bernardo Castagnini, con cui il giovane Guarini forse collaborò. La chiesa è impreziosita dagli affreschi di [[Sigismondo Caula]] (con architetture dipinte di Sebastiano Sansone), raffiguranti le ''Vite di San Vincenzo e San Gaetano'', quest'ultimo fondatore dell'ordine dei [[Teatini]] a cui la chiesa era stata affidata (la cupola, affrescata dallo stesso Caula e Tommaso Costa, è stata distrutta durante la guerra in un bombardamento). La chiesa ha ospitato, nella prima cappella a sinistra, anche una tela di [[Guercino]], rubata da ignoti nell'agosto 2014. Fortunatamente la tela è stata successivamente recuperata a Casablanca (Marocco) nel Marzo del 2017; i danni riportati si sono rivelati notevoli. Alla fine del restauro tornerà nella sua sede originaria.<br>San Vincenzo è la sede dei monumenti funebri dei duchi [[este]]nsi.
All'interno la chiesa conserva un pregevole plastico di [[Antonio Begarelli]], opera di forte realismo, che raffigura Gesù in casa di Marta.
* [[Chiesa di San Biagio Vescovo Martire]]. La chiesa vide le origini nel 1319, assieme al monastero in cui si stabilirono i frati [[Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo|Carmelitani]], ad opera della famiglia modenese dei Sadoleto in onore della Beata Vergine del Carmine. Fu in seguito ricostruita tra il 1646 e il 1658, durante il governo di Francesco I. Presenta una sola navata e presso le sei arcate (una per ogni lato) si trovano altari laterali. Il coro e l'imponente cupola furono affrescati da [[Mattia Preti]], introdotto a Modena grazie all' amicizia e stima del [[Guercino]]. Accanto si trova un chiostro, ove è stata rinvenuta, a seguito di restauro, una lunetta affrescata del Trecento, raffigurante la Madonna col Bambino, San Martino e due offerenti.
 
* Chiesa di San Domenico. La chiesa è situata nel luogo dove nel 1243 i [[Ordine dei Frati Predicatori|frati Predicatori]] eressero una prima chiesa, orientata liturgicamente con facciata ad ovest. All'arrivo degli [[Este]] a Modena e l'inizio dell'edificazione del nuovo [[Palazzo Ducale (Modena)|Palazzo Ducale]], la chiesa risultava molto vicina e disarmonica rispetto alla residenza estense, per questo nel 1707-1708 ne fu decisa la demolizione e l'edificazione di un nuovo tempio, con facciata allineata a quella del Palazzo. All'interno conserva un pregevole plastico di [[Antonio Begarelli]], opera di forte realismo, che raffigura ''Gesù in casa di Marta''. Nella cappella di San Vincenzo è conservato ''I quattro miracoli di San Vincenzo Ferrer'' (1736) di [[Giacomo Zoboli]].
==== Chiesa di Sant'Eufemia o dell'Adorazione ====
* Chiesa di Sant'Eufemia o dell'Adorazione. Secondo la tradizione, la chiesa e l'attiguo ex-monastero sorgono nel posto ove nel 681 era stato fondato, da una pia vedova con sette figlie, un ospizio per donne riunite sotto la regola di San Benedetto. La chiesa ha pianta ottagonale con lati disuguali, molti dei quali ospitano il presbiterio, due cappelle laterali e la porta. Nel presbiterio di fronte all'entrata si trova l'altar maggiore, in marmo bianco, e un dipinto che raffigura la Pietà del XVII secolo. Esternamente, nelle cornici a stucco, si trovano dipinti di figure simboliche risalenti al XX secolo, ad opera di Secondo Grandi. Vi sono rappresentati San Pietro che predica il [[Vangelo]], il martirio di Sant'Eufemia e quello di San Pietro.
 
* Chiesa di Santa Maria delle Asse o della SS. Trinità. Situata in corso Canalgrande, la Chiesa di Santa Maria delle Asse è una delle chiese più antiche della città e deve la sua denominazione alla presenza di un ponte di legno, situato ove sorge oggi la chiesa, che permetteva l'attraversamento del canale. L'edificio risale al 1599. L'interno è ad una sola navata, con sei cappelle laterali riccamente decorate.
Secondo la tradizione, la chiesa di Sant'Eufemia e l'attiguo (ex) monastero sorgono nel posto ove nel 681 era stato fondato, da una pia vedova avente sette figlie, un ospizio per donne riunite sotto la regola di San Benedetto.
* Chiesa di San Barnaba. Ricostruita nel 1660 ma completata solo successivamente. Al suo interno, dipinti e arredi del XVIII secolo. La volta porta i dipinti di Jacopo Antonio Manini, autore anche delle parti architettoniche e dell'ornato con prospettive di mensole e festoni a chiaroscuro. I sei medaglioni che raffigurano temi allegorici e gli scudetti a chiaroscuro furono realizzati da [[Sigismondo Caula]].
La chiesa ha pianta ottagonale con lati disuguali, molti dei quali ospitano il presbiterio, due cappelle laterali e la porta. Nel presbiterio di fronte all'entrata si trova l'altar maggiore, in marmo bianco, e un dipinto che raffigura la Pietà del [[XVII secolo]]. Esternamente, nelle cornici a stucco, si trovano dipinti di figure simboliche risalenti al [[XX secolo|Novecento]], ad opera di Secondo Grandi; vi sono rappresentati San Pietro che predica il [[Vangelo]], il martirio di Sant'Eufemia e quello di San Pietro.
* Chiesa di Santa Maria delle Grazie: Documentata sino dal XV secolo, la chiesa risale al Settecento. L'interno è ad una sola navata con abside semicircolare; a lato comprende quattro cappelle e due cappellette. La volta fu dipinta da Fermo Forti nel XIX secolo. Sull'altare maggiore si ammira un'icona seicentesca che raffigura la ''Madonna con santi'', opera di [[Francesco Vellani]].
 
* Chiesa di Gesù Redentore. Situata in viale Leonardo da Vinci, 270, è opera dell'architetto Mauro Galantino, vincitore di un concorso indetto dalla Conferenza Episcopale Italiana. Consacrata nel 2008, la sua architettura modernissima ha suscitato ampio e vivace dibattito nella cittadinanza per le soluzioni innovative nell'articolazione degli spazi liturgici. Si inserisce in modo armonico nel tessuto urbano periferico, in rottura e allo stesso tempo in continuità con la tradizione più antica degli edifici religiosi modenesi.
==== Chiesa di Santa Maria delle Asse o della SS. Trinità ====
* [[Chiesa di San Pietro Apostolo (Modena, Cittanova)|Chiesa di San Pietro Apostolo]] a Cittanova. Venne rifatta nel [[XIX secolo]], ma la primitiva cappella risaliva all'[[VIII secolo]]
 
* [[Tempio monumentale ai caduti]] di Guerra. Fu eretto tra il 1923 e il 1929 su progetto di Domenico Barbanti, in collaborazione con Achille Casanova. Commemora i modenesi caduti per la [[prima guerra mondiale]], i cui nomi sono incisi all'interno.
Situata in corso Canalgrande, la Chiesa di Santa Maria delle Asse è una delle chiese più antiche della città e deve la sua denominazione alla presenza di un ponte di legno, situato ove sorge oggi la chiesa, che permetteva l'attraversamento del canale. L'edificio risale al [[1599]]; l'interno è ad una sola navata, con sei cappelle laterali riccamente decorate.
* [[Tempio israelitico di Modena]]. Venne costruito dalla [[comunità ebraica di Modena]] nel 1873 in stile neoclassico. Nei primi anni del '900 venne abbattuto il ghetto ebraico, creando l'attuale piazza Mazzini (inizialmente Piazza Libertà): la facciata, originariamente rivolta a ovest su via Coltellini, venne spostata verso sud, facendo da fondale scenico ad una delle piazze più importanti della città.
 
* Croce di san Geminiano. La Croce di san Geminiano o degli asini<ref>[http://books.google.it/books?id=sNENAQAAIAAJ&q=%22Croce+di+San+Geminiano%22&dq=%22Croce+di+San+Geminiano%22&hl=it&ei=BI_xTKX6LMfHswbVis31Cg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=3&ved=0CDEQ6AEwAg R. Deputazione di storia patria per le provincie modenesi 1915]</ref> ([[San Geminiano]] è il patrono di Modena), fu edificata nel [[1267]] in una via del vescovado di Modena, adiacente a un pozzo dove si abbeveravano gli asini, da cui il nome.<ref>[http://books.google.it/books?id=WLBNAAAAYAAJ&q=%22Croce+di+San+Geminiano%22&dq=%22Croce+di+San+Geminiano%22&hl=it&ei=BI_xTKX6LMfHswbVis31Cg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=4&ved=0CDUQ6AEwAw Aedes Muratoriana, 1976]</ref> La croce rientrava probabilmente nella tradizione dei [[capitello votivo|capitelli votivi]], cioè croci, [[Sacello|sacelli]] e colonne votive che venivano sovente costruiti agli angoli delle vie o altre zone simili, anche annessi alle fontane. (Il tema della croce di San Geminiano è comunque tradizionale nella cultura artistica modenese: si ricordi, ad esempio, l'omonima ''croce di san Gemignano'' collocata sulla fronte del [[Duomo di Modena]], in prossimità della cuspide centrale).<ref>Giorgio Pollastri, ''La croce di San Geminiano. Costruzione e misteri della croce sulla fronte del Duomo di Modena'' ISBN 978-88-7381-117-6</ref>
==== Chiesa di San Barnaba ====
 
La chiesa è stata ricostruita nel [[1660]], ma completata solo successivamente. Al suo interno, dipinti e arredi del [[XVIII secolo]]. La volta porta i dipinti di Jacopo Antonio Manini, autore anche delle parti architettoniche e dell'ornato con prospettive di mensole e festoni a chiaroscuro. I sei medaglioni che raffigurano temi allegorici e gli scudetti a chiaroscuro furono realizzati da [[Sigismondo Caula]].
 
==== Chiesa di Santa Maria delle Grazie ====
 
Documentata sino dal [[XV secolo]], la chiesa risale al Settecento. L'interno è ad una sola navata con abside semicircolare; a lato sono presenti quattro cappelle e due cappellette. La volta fu dipinta da Fermo Forti nel [[XIX secolo]]. Sull'altar maggiore si ammira un'icona seicentesca che raffigura la Madonna con santi, opera di [[Francesco Vellani]].
 
==== Chiesa di Gesù Redentore ====
 
Situata in Viale Leonardo da Vinci, 270, è opera dell'architetto Mauro Galantino, vincitore di un concorso indetto dalla Conferenza Episcopale Italiana. Consacrata nel 2008, la sua architettura modernissima ha suscitato ampio e vivace dibattito nella cittadinanza per le soluzioni innovative nell'articolazione degli spazi liturgici. Si inserisce in modo armonico nel tessuto urbano periferico, in rottura e allo stesso tempo in continuità con la tradizione più antica degli edifici religiosi modenesi.
 
==== [[Tempio israelitico di Modena|Tempio israelitico (Sinagoga)]] ====
{{...|centri abitati}}
 
==== Croce di san Geminiano ====
 
La Croce di san Geminiano o degli asini<ref>[http://books.google.it/books?id=sNENAQAAIAAJ&q=%22Croce+di+San+Geminiano%22&dq=%22Croce+di+San+Geminiano%22&hl=it&ei=BI_xTKX6LMfHswbVis31Cg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=3&ved=0CDEQ6AEwAg R. Deputazione di storia patria per le provincie modenesi 1915]</ref> ([[San Geminiano]] è il patrono di Modena), fu edificata nel [[1267]] in una via del vescovado di Modena, adiacente a un pozzo dove si abbeveravano gli asini, da cui il nome<ref>[http://books.google.it/books?id=WLBNAAAAYAAJ&q=%22Croce+di+San+Geminiano%22&dq=%22Croce+di+San+Geminiano%22&hl=it&ei=BI_xTKX6LMfHswbVis31Cg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=4&ved=0CDUQ6AEwAw Aedes Muratoriana, 1976]</ref>. La croce rientrava probabilmente nella tradizione dei [[capitello votivo|capitelli votivi]], cioè croci, [[Sacello|sacelli]] e colonne votive che venivano sovente costruiti agli angoli delle vie o altre zone simili, anche annessi alle fontane. (Il tema della croce di San Geminiano è comunque tradizionale nella cultura artistica modenese: si ricordi, ad esempio, l'omonima ''croce di san Gemignano'' collocata sulla fronte del [[Duomo di Modena]], in prossimità della cuspide centrale)<ref>Giorgio Pollastri, ''La croce di San Geminiano. Costruzione e misteri della croce sulla fronte del Duomo di Modena'' ISBN 978-88-7381-117-6</ref>.
 
=== Architetture civili ===
[[File:Francesco I d'Este, Duke of Modena in 1638 by Diego Velázquez.jpg|thumb|left|upright=0.7|Francesco I d'Este|253x253px]]
[[File:Palazzo Ducaleducale (Modena)modena esterno.jpg|thumb|Facciata del Palazzo Ducale]]
[[File:06 Modena, Italy - モデナ イタリア.jpg|thumb|Portico di strada]]
[[File:05 Modena, Italy - モデナ イタリア.jpg|thumb|Corso Duomo]]
[[File:Monumento a Ciro Menotti.jpg|thumb|upright=0.7|Il monumento a [[Ciro Menotti]] di fronte al Palazzo Ducale]]
==== [[Palazzo ducale (Modena)|Palazzo Ducale]] ====
 
; [[Palazzo ducale (Modena)|Palazzo Ducale]]: Il Palazzo Ducale di Modena è stato sede della Corte Estense tra [[XVII secolo|Seicento]] ed [[XIX secolo|Ottocento]]. Dall'Unità d'Italia, il Palazzo ospita la prestigiosa [[Accademia militare di Modena]]. Tra i più illustri ex-allievi dell'Accademia troviamo 10 Marescialli d'Italia, un Maresciallo dell'Aria, 31 ministri, sei Presidenti del Consiglio, 31 Senatori del Regno e tre Senatori della Repubblica e 1 Deputato: di questi i nomi più illustri sono ricordati nella ''Galleria della memoria'' del museo storico dell'Accademia militare, ubicato nella sede stessa del Palazzo Ducale.<br>La sua costruzione fu iniziata da [[Francesco I d'Este]] nel 1634 e fu finita da [[Francesco V d'Austria-Este|Francesco V]]. Il Palazzo sorse su un precedente "Forte Estense" e la sua architettura fu creata anche da interventi di [[Bernini]] e [[Borromini]].<br>La maestosa facciata del Palazzo, alleggerita dal gioco cromatico dei marmi, è stata recentemente restaurata. Dalla porta centrale si accede all'elegante "Cortile d'onore", sede delle cerimonie militari, e al suggestivo "Scalone d'onore". Nel Salone centrale è degno di nota il soffitto, affrescato nel [[XVIII secolo|Settecento]] da Marco Antonio Franceschini con l'incoronazione di Bradamante, capostipite degli Este, già celebrata da Ariosto nell'Orlando furioso. Suggestiva testimonianza dello sfarzo della piccola corte modenese nel Settecento è il "Salottino d'oro", il gabinetto di lavoro del duca Francesco III, che nel 1756 lo fece rivestire e decorare con pannelli rivestiti di oro zecchino.<br>Di fronte al Palazzo si alza una statua dedicata all'eroe risorgimentale [[Ciro Menotti]], mentre alle spalle si trovano i principali "Giardini pubblici" di Modena, anteriormente detti giardini botanici estensi.
 
; [[Palazzo Comunale (Modena)|Palazzo Comunale]]: Non si tratta in realtà di un unico palazzo, ma del risultato della ristrutturazione [[Secolo XVII|sei]]-[[Secolo XVIII|settecentesca]] di numerose costruzioni sorte a partire dal [[1046]], tutte con la medesima funzione di edifici amministrativi e di rappresentanza. L'antica ''Torre civica'' (oggi ''Torre Mozza'') crollò nel [[1671]] in seguito a un terremoto.<br>Interessante nell'ala nord è la ''Sala delle Bifore'', ambiente in cui è tornata alla luce parte della precedente facciata medievale, arretrata di alcuni metri rispetto alla precedente.
La sua costruzione fu iniziata da [[Francesco I d'Este]] nel 1634 e fu finita da Francesco V. Il Palazzo sorse su un precedente "Forte Estense" e la sua architettura fu creata anche da interventi di [[Bernini]] e [[Borromini]].
 
; [[Teatro comunale Pavarotti-Freni]]: Il teatro, concepito nel [[1838]], fu costruito su iniziativa del [[podestà di Modena]] (il marchese Ippolito Livizzani) e con il contributo del duca [[Francesco IV di Modena]]. L'architetto [[Francesco Vandelli (architetto)|Francesco Vandelli]] lo progettò su un'area cittadina di oltre duemila metri quadri, ottenuta acquisendo e demolendo alcune abitazioni.<br>Fu inaugurato tre anni dopo, il 2 ottobre [[1841]], con il nome di "Teatro dell'Illustrissima Comunità".
La maestosa facciata del Palazzo, alleggerita dal gioco cromatico dei marmi, è stata recentemente restaurata. Dalla porta centrale si accede all'elegante "Cortile d'onore", sede delle cerimonie militari, e al suggestivo "Scalone d'onore". Nel Salone centrale è degno di nota il soffitto, affrescato nel [[XVIII secolo|Settecento]] da Marco Antonio Franceschini con l'incoronazione di Bradamante, capostipite degli Este, già celebrata da Ariosto nell'Orlando furioso. Suggestiva testimonianza dello sfarzo della piccola corte modenese nel Settecento è il "Salottino d'oro", il gabinetto di lavoro del duca Francesco III, che nel 1756 lo fece rivestire e decorare con pannelli rivestiti di oro zecchino.
 
[[File:Mercato Albinelli cancellata.JPG|thumb|left|Mercato Albinelli|155x155px]]
Di fronte al Palazzo si alza una statua dedicata all'eroe risorgimentale [[Ciro Menotti]], mentre alle spalle si trovano i principali "Giardini pubblici" di Modena, anteriormente detti giardini botanici estensi.
; [[Mercato Albinelli]]: Il "Mercato Albinelli" è un mercato ortofrutticolo nel centro storico di Modena, esistente dal [[1931]]. Ha numerosi stand che forniscono al pubblico pane, formaggio, pesce fresco, carne, latte, uova, frutta e verdura. Vi si trovano anche una para-farmacia e un'edicola. Nel [[2022]] dispone di cinque ristoranti, dotati di posti a sedere sia all'interno che all'esterno. I modenesi lo chiamano familiarmente anche "Mercato coperto". Spesso, quindi, si parla di "Mercato coperto Albinelli".
 
;[[Ex Ospedale Sant'Agostino]]: L'[[Ex Ospedale Sant'Agostino]], che si estende per {{formatnum:25000}}&nbsp;m² circa, è situato alle porte del centro storico della città. Originariamente l'edificio ospitava il ''Grande Spedale degli Infermi'', che il duca Francesco III volle verso la metà del [[XVIII secolo]]. Poco più tardi l'ospedale venne ampliato, raddoppiando il fronte su via Emilia, per ospitare anche l'infermeria militare. Nonostante la nascita del Policlinico, l'[[Ex Ospedale Sant'Agostino]] è rimasto in funzione fino al 2005, poi il personale e l'attività sanitaria sono stati trasferiti nel nuovo ospedale di Baggiovara.<ref>{{Cita web|url=https://www.visitmodena.it/it/informazioni-turistiche/scopri-il-territorio/arte-e-cultura/musei-gallerie/ago-modena-fabbriche-culturali|titolo=Visitmodena - Ufficio turistico del Comune di Modena}}</ref> Tra il 2005 e il 2008 la [[Fondazione Cassa di Risparmio di Modena]] ha acquistato l'intero edificio con l'intenzione di trasformarlo in un nuovo polo culturale. Gli spazi dell'ex ospedale, che comprendono anche il [[Teatro anatomico di Modena|Teatro Anatomico]] e la [[Farmacia storica dell'Ospedale Sant'Agostino|farmacia storica]], sono stati riaperti al pubblico il 7 dicembre 2018, nell'ambito del progetto di riqualificazione culturale e architettonica AGO Modena Fabbriche Culturali,<ref>{{cita web|url=http://www.agomodena.it|titolo=AGO Modena Fabbriche Culturali|accesso=28 febbraio 2019}}</ref> promosso in collaborazione con il Comune di Modena, l'Università di Modena e Reggio Emilia e il Ministero per i Beni Culturali. La direzione del progetto è stata assegnata a [[Mauro Felicori]].<ref>{{Cita web|url=https://www.fondazione-crmo.it/news/felicori-dalla-reggia-di-caserta-al-polo-culturale-di-modena/|titolo=Sito web della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena|accesso=24 aprile 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190424105817/https://www.fondazione-crmo.it/news/felicori-dalla-reggia-di-caserta-al-polo-culturale-di-modena/|dataarchivio=24 aprile 2019|urlmorto=sì}}</ref>
==== [[Palazzo Comunale (Modena)|Palazzo Comunale]] ====
Non si tratta in realtà di un unico palazzo, ma del risultato della ristrutturazione [[Secolo XVII|sei]]-[[Secolo XVIII|settecentesca]] di numerose costruzioni sorte a partire dal [[1046]], tutte con la medesima funzione di edifici amministrativi e di rappresentanza. L'antica ''Torre civica'' (oggi ''Torre Mozza'') crollò nel [[1671]] in seguito a un terremoto.
Interessante nell'ala nord è la ''Sala delle Bifore'', ambiente in cui è tornata alla luce parte della precedente facciata medievale, arretrata di alcuni metri rispetto alla precedente.
 
; Palazzo di Santa Margherita: Il Palazzo di Santa Margherita si trova in corso Canalgrande, in pieno centro storico, nel sito ove trovava posto anticamente una chiesa dedicata a Santa Margherita. Adibito nel XII secolo a convento, è divenuto poi caserma; successivamente, dal [[1874]] è stato sede del Patronato dei Figli del Popolo. Ora ospita la [[Galleria civica di Modena|Galleria Civica]], la Biblioteca Delfini,<ref>[https://www.comune.modena.it/biblioteche/biblioteche-comunali/delfini Sito ufficiale Biblioteca Delfini, 23 agosto 2022]</ref> il [[Museo della Figurina]] e l'Istituto Musicale Orazio Vecchi. Gli spazi dedicati alla Galleria Civica comprendono la Sala Grande, che ospita le attività principali della Galleria; le sale al piano superiore, aperte nel 2004; un laboratorio didattico; una [[Libreria (negozio)|libreria]].
==== [[Teatro comunale Luciano Pavarotti]] ====
 
; [[Foro boario (Modena)|Foro Boario]]: [[File:Foro-boario-modena.jpg|miniatura|Vista in lontananza del Foro Boario]]Il Foro Boario è un edificio di notevole interesse architettonico e urbanistico, poiché costruzione unica nel panorama negli interventi di architettura ducale per dimensioni, tipo e collocazione. È costituito da un lunghissimo edificio (circa 250 metri) perfettamente bifronte, con quattro facciate, uguali a due a due. Nel corpo centrale, che si estende per circa 45 metri, si trova nel fastigio un orologio e panoplia, opera di Luigi Righi, che vi ha raffigurato le ''Allegorie delle Armi, della Fertilità, delle Arti e del Tempo''.<br>Passaggio porticato del lapidarioFu costruito nella prima metà dell'Ottocento per volontà di Francesco IV d'Austria d'Este (duca di Modena, Reggio e Mirandola dal 1815) che ne affidò la progettazione all'architetto [[Francesco Vandelli (architetto)|Francesco Vandelli]], autore di numerosi altri edifici pubblici e privati della città. A tutt'oggi sul lato che costeggia il versante sinistro di viale Berengario c'è una lapide voluta dal duca stesso, che riporta la data di edificazione (1831) e la dedica agli agricoltori (''Honori et comodo fidelium agricolarum'') impegnati nella costruzione del complesso.<br>La struttura era inizialmente destinata al mercato bovino e all'immagazzinamento di prodotti agricoli, ma dopo poco più di un decennio l'edificio fu trasformato in caserma. In seguito, i cittadini ne rivendicarono l'uso (secondo ciò che peraltro il duca stesso aveva voluto) durante il regno di Umberto I. Nel [[1989]] vi iniziarono i lavori di restauro e riuso per la nuova sede della Facoltà di Economia e Commercio dell'Università di Modena, inaugurata nel [[1994]] presso i piani superiori dell'edificio. A piano terra si trovano ora, nell'ala est, la biblioteca della Facoltà, e l'area adibita ad esposizioni temporanee, nella parte ovest.<br>Dal [[2002]] al [[2015]] la struttura, attualmente in ristrutturazione, ha ospitato mostre promosse dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, [[Fondazione Fotografia Modena]] e da altre istituzioni culturali del territorio.
Il teatro, concepito nel [[1838]], fu costruito su iniziativa del [[podestà di Modena]] (il marchese Ippolito Livizzani) e con il contributo del duca [[Francesco IV di Modena]]. L'architetto [[Francesco Vandelli (architetto)|Francesco Vandelli]] lo progettò su un'area cittadina di oltre duemila metri quadri, ottenuta acquisendo e demolendo alcune abitazioni.
Fu inaugurato tre anni dopo, il 2 ottobre [[1841]], con il nome di "Teatro dell'Illustrissima Comunità".
 
;[[Cimitero di San Cataldo]]: [[File:San Cataldo 4.jpg|thumb|[[Cimitero di San Cataldo]] (Monumentale Cesare Costa e Aldo Rossi)]][[File:Image Vecchio cimitero di San Cataldo.png|miniatura|Vecchio cimitero di San Cataldo]]Poco fuori dal centro storico si trova il [[cimitero di San Cataldo]], cimitero della città. È composto da due parti, un'antica e una recente. La prima porta il nome dell'architetto [[Cesare Costa]] ed è stata realizzata tra il [[1858]] e il [[1876]]; vi si trovano numerose opere d'arte di notevole valore artistico. Tra i defunti seppelliti in questa parte si trova anche [[Enzo Ferrari]], in una tomba a fianco di quella del figlio [[Dino Ferrari|Dino]]; nonché [[Alberto Braglia]] (atleta) e [[Virginia Reiter]] attrice che visse molti anni a Modena. La parte recente, il cimitero monumentale "Aldo Rossi", è costruita in base al progetto dell'architetto [[Aldo Rossi]].<br>La costruzione del cimitero è oggi parzialmente completata ed è articolata in modo da limitare gli ampi spazi verdi contrassegnati da sentieri di croci riservati ai pedoni.<br>All'interno del cimitero ha sede la chiesa.
==== [[Mercato Albinelli]] ====
Il "Mercato Albinelli" è un mercato ortofrutticolo nel centro storico di Modena, esistente dalla prima metà del XX secolo. I modenesi lo chiamano familiarmente anche "Mercato coperto". Spesso, quindi, si parla di "Mercato coperto Albinelli".
 
; [[Teatro Storchi]]: [[File:Teatro Storchi Modena Largo Garibaldi.jpg|miniatura|224x224px|Teatro Storchi visto da Largo Garibaldi]]Il teatro prende il nome da Gaetano Storchi, un ricco commerciante modenese che ne finanziò la costruzione. Sorge su un terreno della nuova area edificabile ricavata con la costruzione della barriera Garibaldi ([[1884]]), a seguito dell'abbattimento di porta Bologna ([[1882]]). L'ubicazione del teatro influenzò la singolare originale struttura dell'edificio, che presenta una doppia facciata: a settentrione si trova la facciata principale, che guarda su piazza Garibaldi, mentre quella da lato ovest si affaccia su viale Martiri della Libertà, un tempo il passeggio delle mura, ed è opera dell'architetto Maestri.<br>L'edificio è nato sulla base di un progetto particolarmente ricercato, che prevedeva locali di servizio, ridotto, ''[[fumoir]]'', caffè; tuttavia, la realizzazione avvenne in economia, su un terreno che apparve instabile fin dall'inizio, e soprattutto con l'impiego di materiali scadenti che ne compromisero ben presto la stabilità. A ciò si devono i numerosi successivi interventi di ristrutturazione e recupero dell'edificio. Tra i più rilevanti, si ricordano il rifacimento della copertura e la modifica della curvatura della sala ad opera dell'ingegnere Luigi Sfondrini di Milano; il restauro dell'esterno con rifacimento dell'intonaco e delle cornici del [[1929]], e un successivo intervento sulla sala nel [[1931]].
==== Complesso di Sant'Agostino ====
Il complesso di Sant'Agostino, che si estende per 25.000&nbsp;m² circa, è situato alle porte del centro storico della città. Originariamente l'edificio ospitava un ospedale, il ''Grande Spedale degli Infermi'', che il duca Francesco III volle verso la metà del [[XVIII secolo]]. Poco più tardi l'ospedale venne ampliato, raddoppiando il fronte su via Emilia, per ospitare anche l'infermeria militare.
Nonostante la nascita del Policlinico, l'ospedale è rimasto in funzione fino al 2005, dopodiché il personale e l'attività sanitaria sono stati trasferiti nel nuovo ospedale di Baggiovara.
Tra il [[2005]] e il [[2008]] l'intero edificio è stato acquisito dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, che ha manifestato l'intenzione di trasformarlo nel nuovo polo della cultura, comprendente un polo bibliotecario, un centro linguistico per l'internazionalizzazione, un [[Fondazione Fotografia Modena|centro per la fotografia e per l'immagine]], un polo espositivo, un centro di varie attività complementari ed economiche. Il progetto, che è stato curato dallo studio dell'architetto [[Gae Aulenti]], scaturisce da un protocollo d'intesa firmato nel [[2007]] tra Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Ministero per i Beni Culturali, Comune di Modena.
 
==== Palazzo di Santa Margherita ====
Il Palazzo di Santa Margherita si trova in corso Canalgrande, in pieno centro storico, nel sito ove trovava posto anticamente una chiesa dedicata a Santa Margherita. Utilizzato nel XII secolo come convento, è divenuto poi caserma; successivamente, dal [[1874]] è stato sede del Patronato dei Figli del Popolo. Ora ospita la [[Galleria civica di Modena|Galleria Civica]], la Biblioteca Delfini, il [[Museo della Figurina]] e l'Istituto Musicale Orazio Vecchi. Gli spazi dedicati alla Galleria Civica comprendono la Sala Grande, che ospita le attività principali della Galleria; le sale al piano superiore, aperte nel 2004; un laboratorio didattico; un [[Libreria (negozio)|bookshop]].
 
==== Foro Boario ====
Il Foro Boario è un edificio di notevole interesse architettonico e urbanistico, poiché costruzione unica nel panorama negli interventi di architettura ducale per dimensioni, tipologia e collocazione. È costituito da un lunghissimo edificio (circa 250 metri) perfettamente bifronte, con quattro facciate, uguali a due a due. Nel corpo centrale, che si estende per circa 45 metri, è presente nel fastigio un orologio e panoplia, opera di Luigi Righi, che vi ha raffigurato le ''Allegorie delle Armi, della Fertilità, delle Arti e del Tempo''.
Fu costruito nella prima metà dell'Ottocento per volontà di Francesco IV d'Austria d'Este (duca di Modena, Reggio e Mirandola dal 1815) che ne affidò la progettazione all'architetto [[Francesco Vandelli (architetto)|Francesco Vandelli]], autore di numerosi altri edifici pubblici e privati della città. A tutt'oggi sul lato che costeggia il versante sinistro di viale Berengario è presente una lapide voluta dal duca stesso, che riporta la data di edificazione (1831) e la dedica agli agricoltori (''Honori et comodo fidelium agricolarum'') impegnati nella costruzione del complesso.
La struttura era inizialmente destinata al mercato bovino e all'immagazzinamento di prodotti agricoli, ma dopo poco più di un decennio l'edificio fu trasformato in caserma. In seguito, i cittadini ne rivendicarono l'uso (secondo ciò che peraltro il duca stesso aveva voluto) durante il regno di Umberto I. Nel [[1989]] vi iniziarono i lavori di restauro e riuso per la nuova sede della Facoltà di Economia e Commercio dell'Università di Modena, inaugurata nel [[1994]] presso i piani superiori dell'edificio. A piano terra si trovano ora, nell'ala est, la biblioteca della Facoltà, e l'area adibita ad esposizioni temporanee, nella parte ovest.
Dal [[2002]] la struttura ospita le mostre promosse dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.
 
==== Cimitero di San Cataldo ====
{{vedi anche|Cimitero di San Cataldo}}
[[File:San Cataldo 4.jpg|thumb|[[Cimitero di San Cataldo]] (Monumentale Cesare Costa e Aldo Rossi)]]
Poco fuori dal centro storico si trova il [[cimitero di San Cataldo]], cimitero della città. È composto da due parti, un'antica e una recente. La prima porta il nome dell'architetto [[Cesare Costa]] ed è stata realizzata tra il [[1858]] e il [[1876]]; vi si trovano numerose opere d'arte di notevole valore artistico. Tra i defunti seppelliti in questa parte si trova anche [[Enzo Ferrari]], in una tomba a fianco di quella del figlio [[Dino Ferrari|Dino]]; nonché Alberto Braglia (atleta) e Virginia Reiter attrice che visse molti anni a Modena. La parte recente, il cimitero monumentale "Aldo Rossi", è costruita in base al progetto dell'architetto [[Aldo Rossi]].
La costruzione del cimitero è oggi parzialmente completata ed è articolata in modo da limitare gli ampi spazi verdi contrassegnati da sentieri di croci riservati ai pedoni.
All'interno del cimitero ha sede la chiesa.
 
==== Teatro Storchi ====
Il teatro prende il nome da Gaetano Storchi, un ricco commerciante modenese che ne finanziò la costruzione. Sorge su un terreno della nuova area edificabile ricavata con la costruzione della barriera Garibaldi ([[1884]]), a seguito dell'abbattimento di porta Bologna ([[1882]]). L'ubicazione del teatro influenzò la singolare originale struttura dell'edificio, che presenta una doppia facciata: a settentrione si trova la facciata principale, che guarda su piazza Garibaldi, mentre quella da lato ovest si affaccia su viale Martiri della Libertà, un tempo il passeggio delle mura, ed è opera dell'architetto Maestri.
L'edificio è nato sulla base di un progetto particolarmente ricercato, che prevedeva locali di servizio, ridotto, ''[[fumoir]]'', caffè; tuttavia, la realizzazione avvenne in economia, su un terreno che apparve instabile fin dall'inizio, e soprattutto con l'impiego di materiali scadenti che ne compromisero ben presto la stabilità. A ciò si devono i numerosi successivi interventi di ristrutturazione e recupero dell'edificio. Tra i più rilevanti, si ricordano il rifacimento della copertura e la modifica della curvatura della sala ad opera dell'ingegnere Luigi Sfondrini di Milano; il restauro dell'esterno con rifacimento dell'intonaco e delle cornici del [[1929]], e un successivo intervento sulla sala nel [[1931]].
 
== Società ==
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=== Etnie e minoranze straniere ===
Al 31 dicembre 2023 gli stranieri residenti nel comune erano {{formatnum:28412}}, ovvero il 15,39% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti<ref>{{Cita web|url=https://demo.istat.it/app/?i=RCS&l=it|titolo=Popolazione residente per cittadinanza o paese di nascita|accesso=14 luglio 2025}}</ref>
Secondo i dati ISTAT al 1º gennaio 2015 la popolazione straniera residente era di 28.640 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate erano:
 
* [[Romania]] {{formatnum:3355}}
# [[Marocco]], 3.275
* [[Filippine]] {{formatnum:2777}}
# [[Romania]], 3.069
* [[Marocco]] {{formatnum:2647}}
# [[Ghana]], 2.826
* [[Ghana]] {{formatnum:2099}}
# [[Filippine]], 2.816
* [[Ucraina]] {{formatnum:1999}}
# [[Albania]], 2.406
* [[Albania]] {{formatnum:1893}}
# [[Moldavia]], 1.938
* [[Moldavia]] {{formatnum:1394}}
# [[Ucraina]], 1.846
#* [[Tunisia]], 1.134{{formatnum:1275}}
#* [[Nigeria]], 1.059{{formatnum:1141}}
#* [[Cina]], 1.023{{formatnum:1124}}
 
== Cultura ==
=== Istruzione ===
==== Università e accademie ====
[[File:Dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Modena.jpg|thumb|Dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Modena]]
Modena può vantare un ateneo fondato nel 1175 che, a seguito della riapertura di nuove facoltà nella vicina Reggio Emilia, a partire dal 1998 ha assunto il nome di [[Università degli studi di Modena e Reggio Emilia]].
[[File:Rettorato dell’Università di Modena.jpg|thumb|Rettorato dell’Università di Modena]]
 
L'[[Accademia nazionale di scienze, lettere e arti (Modena)|Accademia di Scienze, Lettere ed Arti]] di Modena]] è l'erede dell{{'}}''Accademia dei Dissonanti'', sorta a Modena verso il [[1680]].
 
==== Scuole ====
Si ricordano il Liceo Artistico Adolfo Venturi, fondato nel 1785 dal Duca Ercole III, il [[Liceo ginnasio statale San Carlo|Liceo Ginnasio Muratori - San Carlo]], dalla lunga e illustre storia (fino all'anno scolastico 2015/2016 come due scuole separate);, il liceo scientifico Wiligelmo;, il [[Liceo scientifico Alessandro Tassoni]];l’[[istituto, d’isturuzionel’Istituto superioredi Istruzione Superiore Francesco Selmi]] (istituto tecnico e liceo linguistico;), l'[[Istituto di Istruzione Superiore Guarino Guarini]], l'[[Istituto tecnico industriale Fermo Corni|Istituto di Istruzione Superiore "Fermo Corni"]], noto prima come Istituto Tecnico Industriale Statale "Fermo Corni e prima ancora come Scuola di Avviamento Professionale "Fermo Corni", l'[[Istituto tecnico industriale statale Enrico Fermi;]] e l'Istituto Tecnico Commerciale Statale Jacopo Barozzi, la cui fondazione è del 1866.<ref>{{cita web|url=http://barozzi.aitec.it/scuola/storia/index.htm|titolo=Breve storia dell'Istituto|editore=barozzi.aitec.it|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160418215330/http://barozzi.aitec.it/scuola/storia/index.htm|dataarchivio=18 aprile 2016}}</ref>. Svariati sonoSono inoltre operanti vari altri istituti professionali, tecnici e licei in città.
 
==== Biblioteche e archivi ====
La [[Biblioteca estense universitaria di Modena|Biblioteca Estense]], oltre a volumi di ogni tipo per la consultazione e lo studio, ha una collezione di manoscritti, carte geografiche, spartiti musicali, xilografie, incisioni in rame e antichi libri a stampa tra le più grandi e importanti d'Italia, visibili in una mostra permanente all'interno della biblioteca. Fra tutti occorre ricordare i due volumi della [[Bibbia di Borso d'Este]], uno dei testi miniati più famosi al mondo, le cui sgargianti miniature opera di [[Taddeo Crivelli]] ede altri sono considerate uno dei capolavori assoluti dell'arte del Quattrocento, e il ''[[De Sphaera]]'', unanimemente considerato il più bel libro astrologico del Rinascimento italiano: miniato per la corte di Milano (reca infatti lo stemma Visconti-Sforza sulla copertina) forse da [[Cristoforo de Predis]], pervenne agli Estensi di Ferrara nell'ambito dei frequenti interscambi con la corte sforzesca.
 
La Biblioteca civica è dedicata ad [[Antonio Delfini]]. Ha circa 150.000{{formatnum:150000}} documenti di cui oltre 100.000{{formatnum:100000}} sono volumi collocati ''a scaffale aperto''.
Tra le Biblioteche comunali spicca la Biblioteca CROCETTA di nuova costruzione situata nei pressi di Viale Gramsci.
 
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==== Musei ====
[[File:Palazzo dei Musei.jpg|thumb|left|Il Palazzo dei musei]]
I principali musei della città sono raccolti presso il [[Palazzo dei museiMusei (Modena)|Palazzo dei museiMusei]], situato in piazza Sant'Agostino. Il piazzale Sant'Agostino, posto a ridosso dell'omonima porta (abbattuta nel [[XIX secolo]]), è un esempio di [[urbanistica]] del [[XVIII secolo|Settecento]]. Qui [[Francesco III d'Este]] fece costruire due grandi edifici con finalità sociali: nel lato settentrionale l'ospedale (sede di uno degli ospedali modenesi sostituito oggi da un moderno ospedale nella frazione di Baggiovara) e di fronte l{{'}}''albergo dei poveri'', inaugurato nel [[1771]], che un secolo più tardi fu trasformato dal comune di Modena nell'odierno Palazzo dei musei. La piazza era completata dal grande monumento equestre di Francesco III realizzato dall'abate carrarese [[Giovanni Antonio Cybei]] inaugurato nel [[1774]] e poi atterrato nei moti rivoluzionari del [[1797]].
 
Il palazzo ospita i più importanti musei della città. Vi si trovano il [[Museo civico d'arte]], il [[Museo lapidario estense]], il Museo Lapidario Romano, la [[Gipsoteca Graziosi]] e il [[Museo civico archeologico etnologico di Modena|Museo archeologico etnologico]] e la [[Galleria Estense]]; poco fuori della città si trova il Parco archeologico e museo all'aperto della terramara, a [[Montale Rangone]]. Nel Palazzo dei musei è possibile inoltre visitare la [[Biblioteca estense di Modena|Biblioteca estense]] e la [[Galleria Estense]], le due raccolte che testimoniano la passione per le arti e la cultura della casa d'[[Este]]: entrambe furono trasportate da [[Ferrara]] alla fine del [[XVI secolo|Cinquecento]], quando Modena divenne la capitale del ducato.
 
Dal 1894 al 1990 è stato attivo il [[Museo civico del Risorgimento (Modena)|Museo civico del Risorgimento]], le cui collezioni comprendevano 2.000{{formatnum:2000}} cimeli, 1.500{{formatnum:1500}} volumi e 2.500{{formatnum:2500}} fotografie su [[Risorgimento|questo periodo storico]]. Ora i cimeli si trovano nel Palazzo dei Musei.
 
=====; Galleria Estense: ====={{vedi anche|Galleria Estense}}
[[File:Busto del Duca Francesco I, Bernini.jpg|alt=Francesco I°, Bernini|miniatura|Busto del Duca Francesco I, scultura di Gian Lorenzo Bernini, Galleria Estense, Modena]]
{{vedi anche|Galleria Estense}}
La Galleria estense, nazionale, è forse il maggiore tesoro portato dai duchi d'Este a Modena: tanto che alla grande collezione fece ricorso il duca Francesco III, che nel [[1746]] sanò il dissestato bilancio del ducato vendendo al [[Augusto III di Polonia|re di Polonia]] i cento quadri stimati più importanti. Malgrado la perdita di queste opere (oggi per lo più a [[Dresda]]) essa rimane una delle più importanti collezioni pubbliche italiane, ospitando opere di [[Tintoretto]], [[Paolo Veronese]], [[Guido Reni]], [[Jacopo Bassano]], [[Correggio (pittore)|Correggio]], [[Cosmè Tura]], [[Tommaso da Modena]], [[Lorenzo di Credi]], [[Palma il Giovane|Jacopo Palma il giovane]], [[Dosso Dossi]], [[il Guercino]], i fratelli [[Annibale Carracci|Carracci]], i primitivi emiliani e il celebre Trittico di [[El Greco]]. Ma le opere più celebri sono i due ritratti del duca [[Francesco I d'Este]]: il busto in marmo del [[Gian Lorenzo Bernini|Bernini]] e la tela di [[Diego Velázquez|Velázquez]]. La galleria espone anche oggetti antichi etruschi e romani, ceramiche, esempi del medagliere estense, strumenti musicali fra cui la famosa [[Arpa Estense]].
Altra pregevole raccolta è quella della [[Banca Popolare dell'Emilia Romagna]].
 
=====[[; Museo lapidario estense: {{vedi anche|Museo lapidario estense]]=====}}
Il Museo Lapidario Estense è la sezione in cui si trovano le lapidi trovate durante i lavori di costruzione del Novi Park.
[[File:Museo Lapidario Estense.jpg|miniatura|Passaggio porticato del lapidario]]
; Musei del Duomo di Modena: {{vedi anche|Musei del Duomo di Modena}}
Il Museo del Duomo di Modena raccoglie un ricco patrimonio costituito da opere d'arte, parati e suppellettili liturgiche, che testimonia la vitalità della Chiesa modenese nel corso dei secoli. Importante il lapidario con reperti dal cantiere di [[Wiligelmo]], [[Lanfranco (architetto)|Lanfranco]] e dei [[Maestri campionesi|Campionesi]].
 
Il Lapidario, costituito già alla fine dell'[[800]], integra il discorso storico-artistico del tempio, capolavoro della cultura romanica costruito dal [[1099]] dall'architetto Lanfranco con sculture del grande [[Wiligelmo]], sulla tomba di [[Geminiano di Modena|San Geminiano]], vescovo e patrono di Modena vissuto nel [[IV secolo]]. Raduna rilievi, sculture e iscrizioni d'età romana, medievale e rinascimentale, recuperati negli interventi al Duomo fra Otto e Novecento, rinvenuti in scavi o rimossi per motivi di conservazione; vi spiccano le "metope" romaniche, otto lastre a decoro del tetto scolpite da un seguace di Wiligelmo. Il Museo, inaugurato nell'anno giubilare [[2000]], racchiude il "tesoro" di straordinaria magnificenza, che vanta suppellettili e arredi come l'altarolo portatile del [[XI secolo|XI]]-[[XII secolo]], l'Evangeliario romanico con coperta in argento e avorio, l'apparato in argento già sulla tomba del Santo, preziosi reliquiari, parati liturgici, gli arazzi con Storie della Genesi prodotti a Bruxelles fra il [[1560]] e il '70 e un'importante quadreria.
===== Musei del Duomo =====
Il Museo del Duomo di Modena raccoglie un ricco patrimonio costituito da opere d'arte, parati e suppellettili liturgiche, che testimonia la vitalità della Chiesa modenese nel corso dei secoli. Importante il lapidario con reperti dal cantiere di Wiligelmo, Lanfranco e dei Campionesi.
 
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Il Lapidario, costituito già alla fine dell'[[800]], integra il discorso storico-artistico del tempio, capolavoro della cultura romanica costruito dal [[1099]] dall'architetto Lanfranco con sculture del grande [[Wiligelmo]], sulla tomba di [[Geminiano di Modena|San Geminiano]], vescovo e patrono di Modena vissuto nel [[IV secolo]]. Raduna rilievi, sculture e iscrizioni d'età romana, medievale e rinascimentale, recuperati negli interventi al Duomo fra Otto e Novecento, rinvenuti in scavi o rimossi per motivi di conservazione; vi spiccano le "metope" romaniche, otto lastre a decoro del tetto scolpite da un seguace di Wiligelmo.
; Museo del volley
Inaugurato nel settembre 2010 su iniziativa di Antonio Panini (figlio di [[Giuseppe Panini]], imprenditore e storico patron della pallavolo modenese), il Museo internazionale del Volley raccoglie quanto ha contribuito a scrivere la storia della pallavolo a Modena, e in altre città. Vi si trovano oggetti e ricordi da ex-giocatori, società, appassionati che hanno deciso di condividere oggetti e testimonianze della propria carriera, tra cui: maglie da gioco di varie epoche di squadre italiane e straniere, indumenti da gioco, medaglie olimpiche, trofei, gagliardetti, [[poster]] e locandine, nonché una videoteca che conta più di 500 filmati di partite della Nazionale e di club. È situato fuori Modena, tra Marzaglia e Cittanova.
 
; Museo casa Enzo Ferrari: {{vedi anche|Museo casa Enzo Ferrari}}
Il Museo, inaugurato nell'anno giubilare [[2000]], racchiude il "tesoro" di straordinaria magnificenza, che vanta suppellettili e arredi come l'altarolo portatile del [[XI secolo|XI]]-[[XII secolo]], l'Evangeliario romanico con coperta in argento e avorio, l'apparato in argento già sulla tomba del Santo, preziosi reliquiari, parati liturgici, gli arazzi con Storie della Genesi prodotti a Bruxelles fra il [[1560]] e il '70 e un'importante quadreria.
 
===== Museo del volley =====
Inaugurato nel settembre 2010 su iniziativa di Antonio Panini (figlio di [[Giuseppe Panini]], imprenditore e storico patron della pallavolo modenese), il Museo internazionale del Volley raccoglie quanto ha contribuito a scrivere la storia della pallavolo a Modena, e in altre città. Vi si trovano oggetti e ricordi da ex-giocatori, società, appassionati che hanno deciso di condividere oggetti e testimonianze della propria carriera, tra cui: maglie da gioco di varie epoche di squadre italiane e straniere, indumenti da gioco, medaglie olimpiche, trofei, gagliardetti, [[poster]] e locandine, nonché una videoteca che conta più di 500 filmati di partite della Nazionale e di club.
È situato fuori Modena, tra Marzaglia e Cittanova.
 
===== [[Museo casa Enzo Ferrari|Museo Enzo Ferrari]] =====
[[File:Museo Ferrari 10.jpg|alt=Museo Enzo Ferrari|thumb|Il Museo Enzo Ferrari]]
Il Museo casa [[Enzo Ferrari]],: chiamato anche "MEF", è un progetto i cui lavori, iniziati nel [[2009]], sono terminati il 10 marzo 2012, giorno della sua inaugurazione. Il museo è stato collocato a Modena in via Paolo Ferrari 85, presso la casa natale di Enzo Ferrari, il famoso pilota di auto da corsa, nonché imprenditore, fondatore della casa automobilistica che porta il suo nome.
Il complesso museale, progettato da Jan Kaplický e portato a termine da Andrea Morgante, prevede un complesso costituito dalla casa natale e da una seconda struttura, che è sorta al suo fianco. Nell'edificio che ospitava un tempo l'officina di [[Dino Ferrari|Alfredo Ferrari]], padre di Enzo, adiacente alla casa natale, sono esposte vetture Ferrari e altre marche e alcuni motori. La nuova galleria espositiva che presenta una grande copertura in pannelli d'alluminio di colore giallo (il colore della città), le cui aperture per la luce rimandano alle prese d'aria di un'auto da corsa, ospita mostre temporanee di automobili Ferrari o di altre marche legate al territorio. All'interno del cofano giallo viene proiettato ogni ora un video avvolgente, della durata di 10 minuti, che attraverso immagini e suoni racconta la vita di Enzo Ferrari.
Il progetto è stato promosso dalla Fondazione Casa Natale di Enzo Ferrari, che vede la partecipazione del Comune di Modena, della Provincia di Modena, della Camera di Commercio di Modena, l'Automobile Club d'Italia e la Ferrari S.p.A. Dal 2014 il museo è gestito da Ferrari S.p.a.
 
=====; [[Museo della figurina: {{vedi anche|Museo della Figurina]] =====figurina}}
Il Museo della Figurina: Il Museo della Figurina è nato dall'appassionata opera collezionistica di [[Giuseppe Panini]], fondatore, nel 1961, dell'omonima azienda [[Edizioni Panini|Panini]] assieme ai fratelli Benito, [[Franco Cosimo Panini|Franco Cosimo]] ed Umberto.
 
Il museo è stato aperto al pubblico il 15 dicembre 2006, nella sede di Palazzo Santa Margherita che ospita anche la Biblioteca Delfini, la Galleria Civica e l'Istituto Superiore di Studi Musicali [[Orazio Vecchi|O. Vecchi]] - [[Antonio Tonelli|A. Tonelli]].
 
I sei armadi del Museo, sei grandi album da sfogliare, ripercorrono l'intera storia della figurina dagli antecedenti ad oggi: 2.500{{formatnum:2500}} pezzi tra stampe e oggetti originali, parte del patrimonio del museo di circa 500.000{{formatnum:500000}} esemplari. Accanto alle figurine vere e proprie, sono presenti anche collezioni di ''cigarette cards'', fascette di sigari, scatole di fiammiferi, menu, etichette d'hotel, calendarietti da barbiere e bolli chiudilettera.
 
; Casa Museo [[Luciano Pavarotti]]: Si trova in Stradello Nava, 6. La villa fu progettata seguendo le indicazioni e i disegni forniti agli architetti dal Maestro e riflette quindi la sua personalità. In occasione dell'[[Expo 2015]] la casa venne aperta al pubblico. Le stanze custodiscono gli oggetti personali che Luciano Pavarotti amava, diversi costumi di scena, spartiti, lettere ricevute da personaggi illustri, premi, riconoscimenti, regali avuti da ammiratori, alcune delle tele da lui dipinte.
===== Casa Museo [[Luciano Pavarotti]] =====
Si trova in Stradello Nava, 6. La villa fu progettata seguendo le indicazioni e i disegni forniti agli architetti dal Maestro e riflette quindi la sua personalità. In occasione dell'[[Expo 2015]] la casa venne aperta al pubblico. Le stanze custodiscono gli oggetti personali che Luciano Pavarotti amava, diversi costumi di scena, spartiti, lettere ricevute da personaggi illustri, premi, riconoscimenti, regali avuti da ammiratori, alcune delle tele da lui dipinte.
 
; Museo Panini Maserati: {{vedi anche|Museo Panini Maserati}}
===== Musei universitari =====
Il [[Museo Panini Maserati]] è un museo privato che espone una collezione di auto d'epoca principalmente [[Maserati]].
 
; Musei universitari:
*'''Gemma 1786 - Museo Mineralogico e Geologico Estense ''' è il Museo del Dipartimento Universitario di Scienze della Terra, voluto e arricchito con lasciti e donazioni da alcuni membri della Famiglia Estense, e la cui storia ha accompagnato l'evoluzione culturale che ha caratterizzato la città e il suo territorio.
*'''Gemma 1786 - Museo Mineralogico e Geologico Estense ''' è il Museo del Dipartimento Universitario di Scienze della Terra, voluto e arricchito con lasciti e donazioni da alcuni membri della Famiglia d'Este, e la cui storia ha accompagnato l'evoluzione culturale che ha caratterizzato la città e il suo territorio.
*Il '''Museo di Paleontologia''' possiede importanti collezioni storiche, raccolte a partire dalla seconda metà dell'Ottocento e costituite da decine di migliaia di fossili di invertebrati (molluschi, echinodermi, artropodi, ecc.), vertebrati (tra i quali dinosauri e rettili marini) e vegetali. Nel [[1991]] nasce la '''Sala dei Dinosauri''' in cui sono presenti quattro scheletri di dinosauri e fossili di altri rettili e mammiferi.
*Il '''[[Museo universitario di paleontologia|Museo di Paleontologia]]''' possiede importanti collezioni storiche, raccolte a partire dalla seconda metà dell'Ottocento e costituite da decine di migliaia di fossili di invertebrati (molluschi, echinodermi, artropodi, ecc.), vertebrati (tra i quali dinosauri e rettili marini) e vegetali. Nel [[1991]] nasce la '''Sala dei Dinosauri''' in cui sono esposti quattro scheletri di dinosauri e fossili di altri rettili e mammiferi.
*Il '''Museo di Zoologia e Anatomia Comparata''' espone nelle sue 14 sale oltre 3.500 animali impagliati e provenienti da tutto il mondo e un'ampia collezione di insetti, collezionati a partire dalla fine del '700.
*L{{'}}'''[[Orto Botanico dell'Università di Modena|Orto Botanico]]''' nacque come "Giardino dei Semplici" nel [[1758]] per volere del duca [[Francesco III d'Este]], che destinò parte dei Giardini Ducali alla coltura delle piante medicinali, sotto la guida di Gaetano Rossi. Nel [[1772]] il duca affidò all'architetto neoclassico Giuseppe Maria Soli la progettazione delle aiuole. In seguito gli illustri Botanici che diressero l'Orto incrementarono le collezioni viventi, gli Erbari, le raccolte di reperti vegetali. In particolare [[Giovanni de' Brignoli di Brünnhoff]] (1818‑1855) arricchì l'Orto di esotiche, in accordo con il collezionismo di Francesco IV. A quel tempo risale il complesso architettonico delle Serre Ducali e del Museo-Erbario, tuttora funzionali. L'Orto Botanico conserva l'antica suddivisione: il "sistema" ad aiuole e la vasca, la montagnola, l'area pianeggiante con l'arboreto. Tra i settori tematici, ispirati ai moderni principi di museologia scientifica: la serra delle succulente, la serra caldo-umida, la roccera, il fossato e le "collezioni di conservazione" per i progetti di [[tutela della biodiversità]]. L'Orto Botanico dell'Ateneo di Modena e [[Reggio nell'Emilia|Reggio Emilia]] è localizzato nel centro storico della città, ha un'estensione di circa 1 ettaro e dispone di 300&nbsp;m² di superficie coperta per il ricovero e l'ostensione delle piante.
*Il '''Museo Astronomico e Geofisico''' si trova nella torre orientale (costruita nel 1634) del [[Palazzo Ducale (Modena)|Palazzo Ducale]] e conserva le apparecchiature della Specola, l'Osservatorio Astronomico e Meteorologico fondato dal duca [[Francesco IV di Modena|Francesco IV d'Austria Este]] nel [[1827]], che testimoniano lo straordinario avanzamento delle conoscenze in campo scientifico nella Modena ottocentesca. Si può ammirare la carta lunare disegnata nel [[1662]] dall'astronomo e matematico modenese [[Geminiano Montanari]], autentico monumento della selenografia seicentesca.
*Il '''Laboratorio delle Macchine Matematiche''' raccoglie 150 macchine e copie funzionanti di antichi strumenti geometrici dalla Grecia classica ai giorni odierni, costruite da docenti del Liceo Scientifico Tassoni di Modena.
*I '''Musei anatomici''' raccolgono reperti storico-scientifici creati a supporto dell'insegnamento dell'anatomia e la Collezione delle TerracotteTerrecotte ostetriche del '700 di [[Giovan Battista Manfredini]].
 
==== Planetario ====
A Modena ha sede il [[planetario]] civico "Francesco Martino"<ref>{{Cita web|url=https://www.planetariodimodena.it/index.php|titolo=Civico Planetario F. Martino di Modena|autore=a.castellani|accesso=27 febbraio 2021}}</ref> che fa parte dell'[[Associazione dei Planetari Italiani|associazione nazionale dei planetari italiani]]. Inaugurato nel 1990, il planetario è dotato di un proiettore ZKP2 della Zeiss e può accogliere sotto la sua cupola 76 spettatori. Al suo interno vengono organizzati eventi di settore ed eventi aperti al pubblico, con l'obiettivo della divulgazione scientifica ludica. All'interno si può vedere una riproduzione del [[pendolo di Foucault]].
 
===Quartiere Fieristico===
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====Televisione====
 
* [[TRC-Telemodena|TRC Modena]], visibile in tutta la regione, che oltre al canale principale trasmette anche su TRC2 Sport e TRC3 Cultura.
* [[Telestudio Modena]]
* Tv Qui
* [[TRMedia|Video Modena Telestar - VMT]], canale sussidiario di TRC<ref>{{cita web|http://www.storiaradiotv.it/VMT%20TELESTAR.htm|VMT TELESTAR|10 febbraio 2016}}</ref>
 
==== Stampa ====
 
* [[Gazzetta di Modena]]
* [[il Resto del Carlino]] (edizione locale con una propria redazione)
* La Pressa
* [[Prima Pagina (quotidiano)|Prima Pagina]], nato in seguito alla chiusura de l'[[Informazione (quotidiano)|Informazione]]
* Vivo Modena
 
====Radio====
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=== Teatro ===
[[File:Teatro comunale Luciano Pavarotti (Modena, 2018).png|alt=Teatro Pavarotti|miniatura|Teatro Comunale Luciano Pavarotti, Modena, Italia]]
In città la prosa è rappresentata nei teatri Michelangelo, Storchi e delle Passioni. Gli ultimi due fanno parte dell'ERT ([[Emilia Romagna Teatro]]). Tutte le altre rappresentazioni ([[opera]], [[musica classica]], [[balletto]]) vengono ospitate presso il [[Teatro comunale Luciano Pavarotti]]. Nel Teatro dei Segni, teatro Sacro Cuore e Teatro della Cittadella vengono tenute rappresentazioni da parte di gruppi di teatranti locali aventi ad oggetto, in alcuni casi, sperimentazioni (ad esempio [[match di improvvisazione teatrale]]).
 
=== Cucina ===
{{Vedi anche|Cucina modenese}}
In quanto antica capitale dei domini estensi, la cucina di corte della città ha decisamente influenzato lo sviluppo delle cucine modenese e reggiana. Il caso più noto è quello dell'[[Aceto balsamico tradizionale|aceto balsamico]], la cui diffusione oltre una ristretta cerchia di famiglie aristocratiche si ebbe con la dispersione e la svendita dell'acetaia ducale durante le occupazioni napoleoniche. Ma anche i ricettari di corte ebbero un profondo influsso sullo sviluppo delle preparazioni locali, e oggi alcuni ristoranti propongono piatti ispirati alle ricette estensi dei secoli passati.
{{F|cucina|giugno 2016|}}
 
Numerosi sono i caseifici dediti alla produzione di [[Parmigiano-reggiano]], e grande importanza rivestono nella cucina cittadina i salumi e le preparazioni a base di maiale. Due piatti tipici della stagione invernale, ma che è possibile trovare per buona parte dell'anno nelle trattorie come nelle case modenesi, sono lo [[Zampone Modena|zampone]], ottenuto con [[carne macinata]] di maiale insaccata nella cotica della zampa anteriore, e il [[Cotechino Modena|cotechino]], dalla lavorazione piuttosto simile, ma diverso per forma e cotenna.<br />
In quanto antica capitale dei domini estensi, la cucina di corte della città ha decisamente influenzato lo sviluppo delle cucine modenese e reggiana. Il caso più noto è quello dell'[[Aceto balsamico tradizionale|aceto balsamico]], la cui diffusione oltre una ristretta cerchia di famiglie aristocratiche si ebbe con la dispersione e la svendita dell'acetaia ducale durante le occupazioni napoleoniche. Ma anche i ricettari di corte ebbero un profondo influsso sullo sviluppo delle preparazioni locali, ed oggi alcuni ristoranti propongono piatti ispirati alle ricette estensi dei secoli passati.
Ma dal maiale si ottiene anche lo [[strutto]] indispensabile per il tipico [[gnocco fritto]]: una focaccia fritta quadrata che si accompagna molto bene ai salumi. Originaria dell'Appennino (ma gustata volentieri in città) è invece la [[crescentina modenese|crescentina]], detta comunemente (ed impropriamente) [[tigella]]. Accanto alle tradizionali trattorie, in città sorgono oggi numerosi locali noti come "tigellerie" o "crescenterie" per il consumo da asporto di tale prodotto.
 
Numerosi sono i caseifici dediti alla produzione di [[Parmigiano-reggiano]], e grande importanza rivestono nella cucina cittadina i salumi e le preparazioni a base di maiale. Due piatti tipici della stagione invernale, ma che è possibile trovare per buona parte dell'anno nelle trattorie come nelle case modenesi, sono lo [[Zampone Modena|zampone]], ottenuto con [[carne macinata]] di maiale insaccata nella cotica della zampa anteriore, ed il [[Cotechino Modena|cotechino]], dalla lavorazione piuttosto simile, ma diverso per forma e cotenna.<br />
Ma dal maiale si ottiene anche lo [[strutto]] indispensabile per il tipico [[gnocco fritto]]: una focaccia fritta quadrata che si accompagna molto bene ai salumi. Originaria dell'Appennino (ma gustata volentieri in città) è invece la [[crescentina modenese|crescentina]], detta comunemente (ed impropriamente) [[tigella]]. Accanto alle tradizionali trattorie, in città sono oggi presenti numerosi locali noti come "tigellerie" o "crescenterie" per il consumo da asporto di tale prodotto.
 
Tradizionalmente conteso con l'antica ed eterna rivale [[Bologna]] è il [[Tortellini|tortellino]], un quadretto di pasta sfoglia ripiegato su un trito di maiale, prosciutto e parmigiano reggiano (anche se le ricette variano spesso di famiglia in famiglia).
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Centro della produzione del [[Lambrusco]], la città rappresenta anche il confine ideale tra le zone di produzione del [[Lambrusco Grasparossa di Castelvetro rosso|Grasparossa]] (prodotto sulla collina) dai lambruschi [[Lambrusco di Sorbara rosso|Sorbara]] e [[Lambrusco Salamino di Santa Croce rosso|Salamino]] (prodotti nella pianura).
 
A Modena si trovanotrova l'[[Osteria Francescana]], tre [[stelle Michelin]] e L'Erba del Re, una [[stella Michelin]].
 
=== Il carnevale ===
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{{Vedi anche|Quartieri di Modena}}
[[File:Modena_di_NotteModena di Notte.JPG|thumb|
Veduta di Modena, quartiere Crocetta
]]
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| Centro storico
| 3,03
| {{formatnum:26193}}
| 26.193
| {{formatnum:7654}}
| 7.654
|-
| Crocetta
| 44,45
| {{formatnum:49767}}
| 49.767
| {{formatnum:1051}}
| 1.051
|-
| Buon Pastore
| 53,24
| {{formatnum:58194}}
| 58.194
| {{formatnum:1093}}
|-
| S.Faustino
| 82,91
| {{formatnum:56926}}
| 56.926
| 626
|-
| Totale Modena
| 183,63
| {{formatnum:185985}}
| 185.985
| {{formatnum:1007,.9}}
|-
|}
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{{immagine grande|Modena Piazza Grande.jpg|1000px|Panorama di Piazza Grande, Modena, Settembre 2006.}}
 
=== Area Metropolitanametropolitana ===
[[File:Zona Periferica Modena.JPG|thumb|
{{F|centri abitati dell'Emilia-Romagna|novembre 2012}}
[[File:Zona_Periferica_Modena.JPG|thumb|
Zona periferica nei pressi del Direzionale 70 e del Modena 2. Residenza universitaria.
]]
[[File:Modena_Modena -_Via_Tignale_Del_Garda Via Tignale Del Garda.jpg|thumb|
Periferia sud, Via Tignale Del Garda
]]
L'[[area metropolitana]] di Modena, seppure non costituisca una realtà istituzionalizzata (non esiste nessun organo sovracomunale che la rappresenti, situazione comune a tutte le aree metropolitane italiane), è una realtà vissuta ogni giorno da centinaia di migliaia di persone che si spostano all'interno di essa per lavorare, fare acquisti, vivere e divertirsi.
 
A differenza di molti agglomerati basati solo sulla continuità urbana, l'[[area metropolitana]] di Modena è definita anche da collegamenti regolari e costanti tra le sue parti. La mobilità è garantita dal trasporto urbano ed extraurbano dell'azienda di trasporto regionale tra Modena, [[Reggio Emilia]] e [[Piacenza]] ([[Società Emiliana Trasporti Autofiloviari|SETA]]) e dalla [[ferrovia Modena-Sassuolo]], che collega le due stazioni della città e prosegue fino al nuovo polo ospedaliero di Baggiovara, continuando poi fino ai centri di Casinalbo, [[Formigine]], [[Fiorano Modenese]] e [[Sassuolo]]. Altrettanto utilizzateusate anche le linee ferroviarie Modena-[[Carpi]] (con fermate a [[Soliera]], e prosecuzione per [[Rolo]]-[[Novi di Modena|Novi]]-[[Fabbrico]]), Modena-[[Rubiera]] (RE) e la Modena-[[Castelfranco Emilia]].
 
Il totale dell'area ha una popolazione di 458.318 abitanti e comprende la città di Modena, la sua periferia e le città di Soliera, Carpi, Rolo (RE), Novi, Fabbrico (RE), Campogalliano, Castelfranco Emilia, Rubiera (RE), Formigine, Maranello, Fiorano e Sassuolo.
 
== Economia ==
La città è economicamente una delle maggiori realtà europee. Infatti, nella provincia hanno sede importanti industrie alimentari (tra cui [[Grandi Salumifici Italiani]], [[Gruppo Cremonini|Cremonini]] e [[Gruppo Fini S.p.A.|Fini]], centri di [[produzione del Parmigiano Reggiano]] e della lavorazione del maiale - a cui [[Castelnuovo Rangone]], il cuore di questo settore, ha dedicato addirittura un monumento), metalmeccaniche (Modena, così come la sua provincia, può essere considerata la Capitale Mondiale dell'Automobilismo Sportivo con le sedi della [[Ferrari]] a [[Maranello]], della [[Maserati]] in città, della [[Pagani (casa automobilistica)|Pagani]] a [[San Cesario sul Panaro]] e fino a pochi anni fa la [[De Tomaso]] in periferia e la [[Bugatti]] a [[Campogalliano]]. Inoltre ad una decina di chilometri dalla città, ma già in [[provincia di Bologna]], nel comune di [[Sant'Agata Bolognese]] si trova la sede di un'altra storica azienda del settore, la [[Lamborghini]]). Viene anche considerata la capitale mondiale delle ceramiche (o della piastrella), grazie alle aziende di spicco che si trovano nei territori di [[Sassuolo]] e [[Fiorano Modenese]]. Notevole l'industria tessile nel territorio di [[Carpi]] e quella biomedica nel comune di [[Mirandola]].<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://www.provincia.modena.it/pubblicazione/modena-economia-lavoro/|titolo=Modena, economia & lavoro|sito=Provincia di Modena|accesso=2025-03-27}}</ref>
 
=== Industria automobilistica ===
Soprattutto negli anni '50 e '60 a Modena sono nate e si sono sviluppate molte aziende nel settore automobilistico (carrozzerie e motori).
 
Tra queste si evidenziarono la Carrozzeria Fantuzzi di [[Medardo Fantuzzi]], la [[Carrozzeria Neri & Bonacini]] di Giorgio Neri e Luciano Bonacini, la [[Carrozzeria Scaglietti]] di [[Sergio Scaglietti]], la [[Carrozzeria Sports Cars]] di [[Piero Drogo]], la [[Stanguellini]] di [[Vittorio Stanguellini]].
 
{{Senza fonte|In tutto il mondo queste aziende vengono considerate tra le eccellenze del settore.}}
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=== Artigianato ===
Per quanto riguarda l'[[artigianato]], Modena è rinomata soprattutto per la produzione di [[strumenti musicali]], tra i quali i [[violini]] ede i [[violoncelli]], grazie all'antica arte della [[liuteria]].<ref name=Aci>{{cita libro | titolo=Atlante cartografico dell'artigianato | editore=A.C.I. | città=Roma | anno=1985 | volume=2 | p=4,6}}</ref>
 
===Industria alimentare===
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=== Ferrovie ===
La [[stazione di Modena]] si trova sulla [[Ferrovia Milano-Bologna|linea Milano-Bologna]], ed è capolinea della [[Ferrovia Verona-Modena|linea per Mantova e Verona]] e della linea [[Ferrovie Emilia Romagna|FER]] [[Ferrovia Modena-Sassuolo|per Sassuolo]].
 
In passato Modena era al centro di un fitto sistema di trasporti su rotaia che la collegavano al restante territorio provinciale con [[Ferrovie modenesi|tre linee ferroviarie]] e le due tranvie a vapore [[Tranvia Modena-Maranello|Modena-Maranello]] e [[Tranvia Castelfranco-Bazzano|Castelfranco-Bazzano]]. Altre [[Ferrovie modenesi#Le linee incompiute|due linee ferroviarie]] vennero progettate ma mai realizzate completamente.
 
All'interno del territorio comunale sono presentiattive tre stazioni destinate al servizio viaggiatori: [[Stazione di Modena|Modena]], gestita da [[Centostazioni|Centostazioni S.p.A.]]; [[Stazione di Quattro Ville|Quattro Ville]], sulla [[Ferrovia Verona-Modena]]; e [[Stazione di Modena Piazza Manzoni|Modena Piazza Manzoni]], sulla linea regionale per Sassuolo. Su questQuest'ultima linea sono presenti, semprecomprende all'interno del territorio comunale, anche quattrotre fermate: [[Stazione di Modena Policlinico|Modena Policlinico]], [[Stazione di Fornaci (Modena) Fornaci|Modena Fornaci]], [[Stazione di Baggiovara Ospedale|Baggiovara Ospedale]], ementre la fermata [[Stazione di Baggiovara|Baggiovara]] si trova subito dopo il confine nel territorio del comune di [[Formigine]].<ref>{{cita web|url=http://www.fer.it/?page_id=79#linea7|titolo=FER - Linea Modena Sassuolo|accesso=21 agosto 2015}}</ref>.
 
=== Mobilità urbana ===
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===Aeroporto===
Nella frazione di Marzaglia si trova l'[[Autodromo di Modena]] e l'[[Aeroporto di Modena]], dove ha sede l'Aero Club Modena.
 
Nella frazione di Marzaglia è presente l'[[Aeroporto di Modena]], dove ha sede l'Aero Club Modena.
 
===Eliporto===
In città sono disponibili alcuni eliporti (Ospedale Policlinico, Ospedale Civile - Baggiovara, Vigili del fuoco) non aperti al traffico generale.
 
In città sono presenti alcuni eliporti (Ospedale Policlinico, Ospedale Civile - Baggiovara, Vigili del fuoco) non aperti al traffico generale.
 
== Amministrazione ==
{{vedi anche|Sindaci di Modena}}
Dopo la Liberazione, Modena è stata ininterrottamente governata da maggioranze di sinistra.
Si tratta di una delle poche realtà in Italia a non avere ancora sperimentato un'alternanza al potere tra soggetti politici contendenti. Si veda anche alla voce: [[sindaci di Modena]].
 
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|[[1859]]|[[1859]]|[[Luigi Carlo Farini]]||Governatore province modenesi|-|}}
{{ComuniAmminPrec
{{ComuniAmminPrec|[[1859]]|[[1860]]|Egidio Boni||[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-|}}
| [[1859]]| [[1859]]| [[Luigi Carlo Farini]] | | Governatore province modenesi |-
{{ComuniAmminPrec|[[1860]]|[[1863]]|Gaetano Parenti||[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-|}}
|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1863]]|[[1864]]|[[Claudio Sandonnini]]||[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-|}}
{{ComuniAmminPrec
{{ComuniAmminPrec| [[18591864]] | [[18601867]] |[[Giuseppe Egidio Boni Campori]]| | [[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1867]]|[[1875]]|Luigi Tardini||[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-|}}
|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1875]]|[[1881]]|[[Claudio Sandonnini]]||[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-|}}
{{ComuniAmminPrec
{{ComuniAmminPrec| [[18601881]]| [[18631887]] |[[Giuseppe Gaetano Parenti Triani]]| | [[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1887]]|[[1892]]|[[Paolo Menafoglio]]|[[Sinistra storica]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-}}
|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1892]]|[[1893]]|[[Gennaro Minervini]]||[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-|}}
{{ComuniAmminPrec
{{ComuniAmminPrec| [[18631893]]| [[18641895]] |[[ClaudioGennaro Sandonnini]]Tosi Bellucci| | [[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1895]]|[[1896]]|Benito Malmusi||[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-|}}
|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1896]]|[[1897]]|Francesco Zironi||[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-|}}
{{ComuniAmminPrec
{{ComuniAmminPrec| [[18641897]]| [[18671897]]|Mario [[Giuseppe Campori]] Rebucci| | [[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1897]]|[[1898]]|Francesco Zironi||[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-|}}
|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1898]]|[[1900]]|Gennaro Tosi Bellucci||[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-|}}
{{ComuniAmminPrec
{{ComuniAmminPrec| [[18671900]] | [[18751900]]|Gino Luigi Tardini Buganza| | [[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1900]]|[[1908]]|Luigi Albinelli|[[Unione Liberale (Italia)|Liberale moderato]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-|}}
|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1908]]|[[1910]]|[[Pier Luigi San Donnino]]||[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-}}
{{ComuniAmminPrec
{{ComuniAmminPrec| [[18751910]] | [[18811910]] |[[ClaudioFilippo Sandonnini]]Pino| | [[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1910]]|[[1912]]|Cesare Pagani||[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-|}}
|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1912]]|[[1913]]|Ulrico Marchesani||[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-|}}
{{ComuniAmminPrec
{{ComuniAmminPrec| [[18811913]]|[[18871914]]| [[GiuseppePier TrianiLuigi San Donnino]]|[[Unione Liberale (Italia)|Liberale moderato]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1914]]|[[1919]]|Giuseppe Gambigliani Zoccoli|[[Unione Liberale (Italia)|Liberale moderato]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-|}}
|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1920]]|[[1920]]|Italo Pio||[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-|}}
{{ComuniAmminPrec| [[18871920]]| [[18921921]]| [[PaoloFerruccio MenafoglioTeglio]] |[[SinistraPartito storica|SinistraSocialista Italiano]]| [[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1921]]|[[1922]]|Bartolomeo Andreoli||[[Commissario Prefettizio]]|-}}
}}
{{ComuniAmminPrec|[[1922]]|[[1925]]|Fausto Bianchi|[[Partito Nazionale Fascista]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-|}}
{{ComuniAmminPrec
{{ComuniAmminPrec| [[18921925]]| [[18931926]]|Antonio [[Gennaro Minervini]]Rizzi| | [[Sindaco (Italia)|pro-Sindaco]]|-|}}
{{ComuniAmminPrec|05/[[1926]]|12/[[1926]]|Antonio Boragno|[[Partito Nazionale Fascista]]|[[Commissario Prefettizio]]|-|}}
|}}
{{ComuniAmminPrec|12/12/[[1926]]|21/03/[[1940]]|Guido San Donnino|[[Partito Nazionale Fascista]]|[[Podestà (fascismo)|Podestà]]|-|}}
{{ComuniAmminPrec
{{ComuniAmminPrec|[[1940]]|[[1943]]|Giuseppe Giannuzzi|[[Partito Nazionale Fascista]]|[[Commissario Prefettizio]]|-|}}
| [[1893]]| [[1895]]| Gennaro Tosi Bellucci | | [[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-
{{ComuniAmminPrec|28/04/[[1943]]|28/07/[[1943]]|Carlo Vandelli|[[Partito Nazionale Fascista]]|[[Podestà (fascismo)|Podestà]]|-|}}
|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1943]]|[[1945]]|Mirko Manzotti|[[Partito Fascista Repubblicano]]|[[Podestà (fascismo)|Podestà]]|-|}}
{{ComuniAmminPrec
{{ComuniAmminPrec| [[18951945]]| [[18961962]]|[[Alfeo Benito Malmusi Corassori]]|[[Partito |Comunista Italiano]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-}}
{{ComuniAmminPrec|[[1962]]|[[1972]]|[[Rubes Triva]]|[[Partito Comunista Italiano]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-}}
|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1972]]|[[1980]]|[[Germano Bulgarelli]]|[[Partito Comunista Italiano]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-}}
{{ComuniAmminPrec
{{ComuniAmminPrec| [[18961980]]| [[18971987]]|[[Mario Francesco ZironiDel Monte]]|[[Partito |Comunista Italiano]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-}}
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{{ComuniAmminPrec|[[1992]]|[[1994]]|[[Pier Camillo Beccaria]]|[[Partito Democratico della Sinistra]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-}}
{{ComuniAmminPrec
{{ComuniAmminPrec| [[18971994]]| [[18971995]]|[[Mariangela MarioBastico]]|[[Partito RebucciDemocratico |della Sinistra]]| [[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-}}
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{{ComuniAmminPrec|[[2004]]|[[2014]]|[[Giorgio Pighi]]|[[Democratici di Sinistra]]/[[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-}}
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{{ComuniAmminPrec|[[2014]]|[[2019]]|[[Gian Carlo Muzzarelli]]|[[Centro-sinistra]]<ref>[[Partito Democratico (Italia)|PD]], [[Sinistra Ecologia e Libertà|SEL]], [[Centro Democratico (Italia)|Centro Democratico]], Moderati</ref>|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-}}
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|}}
{{ComuniAmminPrec|[[2024]]|''in carica''|[[Massimo Mezzetti]]|[[Centro-sinistra]]<ref name="ReferenceA">[[Partito Democratico (Italia)|PD]], Sinistra per Modena, [[Federazione dei Verdi|Verdi]], Modena Solidale</ref>|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-}}
{{ComuniAmminPrec
| [[1898]] | [[1900]]| Gennaro Tosi Bellucci | | [[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-
|}}
{{ComuniAmminPrec
| [[1900]] | [[1900]]| Gino Buganza | | [[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-
|}}
{{ComuniAmminPrec
| [[1900]] | [[1908]] | Luigi Albinelli | | [[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-
|}}
{{ComuniAmminPrec
| [[1908]] | [[1910]] | [[Pier Luigi San Donnino]]| | [[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-
}}
{{ComuniAmminPrec
| [[1910]] | [[1910]]| Filippo Pino | | [[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-
|}}
{{ComuniAmminPrec
| [[1910]] | [[1912]] | Cesare Pagani | | [[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-
|}}
{{ComuniAmminPrec
| [[1912]] | [[1913]] | Ulrico Marchesani | | [[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-
|}}
{{ComuniAmminPrec
| [[1913]] | [[1914]]| [[Pier Luigi San Donnino]]| | [[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-
|}}
{{ComuniAmminPrec
| [[1914]] | [[1919]] | Giuseppe Gambigliani Zoccoli | | [[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-
|}}
{{ComuniAmminPrec
| [[1920]] | [[1920]]| Italo Pio | | [[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-
|}}
{{ComuniAmminPrec
| [[1920]] | [[1921]] | [[Ferruccio Teglio]] | [[Partito Socialista Italiano]] | [[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|-
|}}
{{ComuniAmminPrec
| [[1921]] | [[1922]] | Bartolomeo Andreoli | | [[Commissario Prefettizio]] |-
}}
{{ComuniAmminPrec
| [[1922]]| [[1925]] | Fausto Bianchi | [[Partito Nazionale Fascista]] | [[Sindaco (Italia)|Sindaco]] |-
|}}
{{ComuniAmminPrec
| [[1925]]| [[1926]] | Antonio Rizzi | | [[pro-Sindaco]] |-
|}}
{{ComuniAmminPrec
| 05/[[1926]]| 12/[[1926]]| Antonio Boragno | [[Partito Nazionale Fascista]] |[[Commissario Prefettizio]]|-
|}}
{{ComuniAmminPrec
| 12/12/[[1926]] | 21/03/[[1940]]| Guido San Donnino | [[Partito Nazionale Fascista]] | [[Podestà (fascismo)|Podestà]]|-
|}}
{{ComuniAmminPrec
| [[1940]] | [[1943]]| Giuseppe Giannuzzi | [[Partito Nazionale Fascista]] | [[Commissario Prefettizio]] |-
|}}
{{ComuniAmminPrec
| 28/04/[[1943]] | 28/07/[[1943]]| Carlo Vandelli | [[Partito Nazionale Fascista]] | [[Podestà (fascismo)|Podestà]]|-
|}}
{{ComuniAmminPrec
| [[1943]] | [[1945]] | Mirko Manzotti | [[Partito Fascista Repubblicano]]|[[Podestà (fascismo)|Podestà]]|-
|}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1945]]
|[[1962]]
|[[Alfeo Corassori]]
|[[Partito Comunista Italiano]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|-
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1962]]
|[[1972]]
|[[Rubes Triva]]
|[[Partito Comunista Italiano]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|-
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1972]]
|[[1980]]
|[[Germano Bulgarelli]]
|[[Partito Comunista Italiano]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|-
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1980]]
|[[1987]]
|[[Mario Del Monte]]
|[[Partito Comunista Italiano]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|-
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1987]]
|[[1992]]
|[[Alfonsina Rinaldi]]
|[[Partito Comunista Italiano]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|-
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1992]]
|[[1994]]
|[[Pier Camillo Beccaria]]
|[[Partito Democratico della Sinistra]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|-
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1994]]
|[[1995]]
|[[Mariangela Bastico]]
|[[Partito Democratico della Sinistra]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|-
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1995]]
|[[2004]]
|[[Giuliano Barbolini]]
|[[Partito Democratico della Sinistra]]/[[Democratici di Sinistra]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|-
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[2004]]
|[[2014]]
|[[Giorgio Pighi]]
|[[Democratici di Sinistra]]/[[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|-
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[2014]]
|in carica
|[[Gian Carlo Muzzarelli]]
|[[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|-
}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
=== Gemellaggi ===
Il comune di Modena è gemellato con:<ref>Fonte: [httphttps://www.comune.modena.it/il-comuneargomenti/retigemellaggi-e-gemellaggi/reti-e-gemellaggi/#gemellaggi Comune di Modena]</ref>
* {{Gemellaggio|Kazakistan|Almaty}}
* {{Gemellaggio|Cina|Benxi}}
* {{Gemellaggio|Austria|Linz}}
* {{Gemellaggio|Brasile|Londrina}}
* {{Gemellaggio|Serbia|Novi Sad}}
* {{Gemellaggio|Stati Uniti d'America|Saint Paul}}
 
=== Consolati ===
ConsolatoÈ presente il consolato onorario del [[Cile]].
 
== Sport ==
{{Vedi anche|Sport a Modena}}
Lo [[sport a Modena]] si articola in numerose attività. Società e atleti modenesi hanno conseguito titoli a livello italiano e internazionale.
 
=== Automobilismo ===
L'automobilismo è probabilmente l'attività sportiva che maggiormente contribuisce a rendere Modena celebre nel mondo.
Oltre alla [[Scuderia Ferrari]], fondata a Modena nel 1929 e trasferitasi a [[Maranello]] durante la guerra, e alla [[Maserati]] che invece ha sede in città fin dal 1937, vanno ricordati anche costruttori come [[De Tomaso]] e [[Stanguellini]], e squadre come la [[Scuderia Centro Sud]] con la celebre scuola di pilotaggio diretta da [[Piero Taruffi]].
 
Tra il 1927 e il 1947 la città ospitò diversi gran premi automobilistici su tracciati stradali denominati ''Circuito di Modena'', che videro vittoriosi piloti come [[Enzo Ferrari]] e [[Tazio Nuvolari]].<ref name="autodromo">{{cita web|url=http://www.autodromodimodena.it/inside.php?page=7|titolo=Autodromo - Storia e futuro}}</ref> A seguito di un incidente mortale si decise di abbandonare le competizioni sul circuito cittadino, iniziando la costruzione dell'[[Aerautodromo di Modena|Aerautodromo]] che fu inaugurato nel 1950. Sul nuovo tracciato permanente si disputarono sette edizioni del [[Gran Premio di Modena]], riservato a vetture di [[Formula 2]] e [[Formula 1]], e ventidue edizioni del Gran Premio Motociclistico, solitamente gara di apertura del [[Campionato Italiano Velocità|Campionato Italiano]]. Il tracciato fu chiuso e quindi demolito alla fine degli anni '70<ref name="autodromo"/>.
 
Attualmente nel territorio comunale, più precisamente nella frazione di Marzaglia, è presente un circuito denominato "[[Autodromo di Modena]]", aperto nel 2011.
 
=== Calcio ===
La principale squadra di [[Calcio (sport)|calcio]] della città è il [[Modena F.C.]] che durante la [[Serie C 2017-2018|stagione 2017-2018]] ha militato nel girone B della [[Serie C]], terza divisione del [[campionato italiano di calcio]], fino alla sua esclusione avvenuta all'inizio di novembre, in seguito alla mancata disputa di quattro partite di campionato con conseguenti sconfitte a tavolino. Vanta un terzo posto in Serie A e due [[Coppa Anglo-Italiana|Coppe Anglo-Italiane]], dove la squadra vanta il record di titoli. La squadra disputava i suoi incontri casalinghi allo [[stadio Alberto Braglia]]. Il periodo di maggior splendore del calcio modenese fu a cavallo della [[Seconda guerra mondiale]], con diversi campionati di serie A disputati e un piazzamento al terzo posto in [[Serie A 1946-1947]]. Il club canarino in 105 anni di storia ha disputato 13 campionati di A (ultima apparizione nella stagione [[Serie A 2003-2004|2003-2004]]) e 50 campionati di B (ultima apparizione nella stagione [[Serie B 2015-2016|2015-2016]]), terza nella [[Classifica perpetua della Serie B|classifica perpetua del campionato cadetto]] dopo [[Brescia Calcio|Brescia]] e [[Hellas Verona Football Club|Verona]].
 
La società gialloblù rinasce nel corso del 2018 con una cordata di imprenditori modenesi capitanata da Carmelo Salerno ,coadiuvato da Romano Amadei (ex-presidente del Modena), Romano Sghedoni e [[Doriano Tosi]] (direttore sportivo), scelta dal sindaco [[Gian Carlo Muzzarelli]] attraverso un bando del comune, e costituendo il ''Modena Football Club 2018 Società Sportiva Dilettantistica'' che ottiene la affiliazione alla FIGC venendo ammessa in soprannumero al campionato di [[Serie D]].
 
In campo femminile il Modena F.C.F. ha vinto due volte il [[Albo d'oro del campionato italiano di calcio femminile#Scudetti per citt.C3.A0|campionato italiano]].
 
Due sono invece le società di [[calcio a 5]] presenti nel territorio comunale di Modena: la [[Montanari Calcio a 5]], militante nel campionato [[Emilia Romagna|regionale]] di serie C2; e la [[CUS Modena]], la squadra universitaria, militante nel campionato [[provincia di Modena|provinciale]] di serie D.
 
=== Ciclismo ===
In sei edizioni del [[Giro d'Italia]] Modena è stata sede di arrivo di tappa: la prima volta nel 1928, l'ultima nel 1974. Nel 1953 Modena ospitò due frazioni: una in linea (vinta da [[Fiorenzo Magni]]) seguita, il giorno dopo, da una cronometro a squadre disputata nell'[[Aerautodromo di Modena|aerautodromo]] cittadino. Significativa fu la tappa del 1940 vinta da [[Fausto Coppi]], alla sua prima partecipazione al Giro. In quell'occasione il Campionissimo conquistò la maglia rosa che non avrebbe più ceduto fino al termine della corsa vincendo così il primo Giro d'Italia della sua carriera. In altre due edizioni ([[Alfredo Binda]] nel 1928 e [[Arnaldo Pambianco]] nel 1961) chi ha indossato la maglia rosa a Modena è risultato vincitore della classifica finale.
 
Tappe del Giro d'Italia con arrivo a Modena:
 
* [[Giro d'Italia 1928|1928]] 9ª tappa [[Pistoia]]-Modena, vinta da [[Domenico Piemontesi]];
* [[Giro d'Italia 1940|1940]] 11ª tappa [[Firenze]]-Modena, vinta da [[Fausto Coppi]];
* [[Giro d'Italia 1949|1949]] 12ª tappa [[Bolzano]]-Modena, vinta da [[Oreste Conte]];
* [[Giro d'Italia 1953|1953]] 10ª tappa [[Pisa]]-Modena, vinta da [[Fiorenzo Magni]];
* [[Giro d'Italia 1953|1953]] 11ª tappa Modena-Modena, (cronometro a squadre), vinta da [[Bianchi (ciclismo 1905-1966)|Bianchi]];
* [[Giro d'Italia 1961|1961]] 10ª tappa [[Firenze]]-Modena, vinta da [[Rik Van Looy]];
* [[Giro d'Italia 1974|1974]] 15ª tappa [[Carpegna]]-Modena, vinta da [[Patrick Sercu]].
 
=== Pallavolo ===
La città di Modena ha una ricca e gloriosa tradizione nello sport della pallavolo. Il principale campo da gioco è il [[PalaPanini]].
 
Nella pallavolo maschile Modena può vantare un record di 22 scudetti vinti, suddivisi tra quattro diverse società. Negli anni sessanta per un periodo ci furono nella massima serie ben tre squadre modenesi, l'[[Avia Pervia Modena|Avia Pervia]], la [[Minelli Modena|Minelli]] e la [[Villa d'Oro Pallavolo Modena|Villa d'Oro]] che dal 1952 al 1962 monopolizzarono il titolo di campione italiano per undici anni di fila. Con lo scioglimento dell'Avia Pervia venne fondato il [[Modena Volley]], che dal 1968 milita ininterrottamente in [[Serie A1 2014-2015 (pallavolo maschile)|Serie A1]] e ha vinto, tra l'altro 12 scudetti e 4 [[CEV Champions League (pallavolo maschile)|coppe dei campioni]]<ref>{{cita web|url=http://www.modenavolley.it/eu-it/la-societa-storia.aspx|titolo=Storia Modena Volley|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150901172755/http://www.modenavolley.it/eu-it/la-societa-storia.aspx|dataarchivio=1º settembre 2015}}</ref>.
 
In campo femminile Modena ha vinto 13 scudetti, suddivisi tra quattro società tutte scomparse, come l'[[Audax Modena]] (5 volte campione), la [[Minelli Modena]] (2), la [[Gruppo Sportivo Fini Modena|Fini Modena]] e [[Volley Modena]] (1). Al 2016 la città è rappresentata in [[Serie A1 (pallavolo femminile)|Serie A1]] dalla [[River Volley]].
 
=== Altri sport ===
La squadra di [[Hockey su pista]] è la [[Amatori Modena 1945 ASD|Amatori Modena]] che partecipa al campionato di serie A2.
Ha vinto due volte il titolo di campione d'Italia.
 
La squadra di [[baseball]] è il [[Modena Baseball]], che dopo aver partecipato in passato a numerosi campionati della massima serie (serie A1), arrivando alla [[Serie A1 2003 (baseball)|finale scudetto nel 2003]], dal 2006 milita nella [[Serie A Federale]], secondo livello del [[Campionato italiano di baseball]]. Vanta due [[Coppe CEB]]<ref>{{cita web|url=http://www.baseballmania.eu/notizie/rubriche/story/terza-e-ultima-parte-della-storia-del-modena-gli-anni-2000-fino-ad-oggi/|titolo=Terza e ultima parte della storia del Modena: Gli anni duemila fino ad oggi|editore=Baseballmania.eu|data=8 giugno 2014}}</ref>.
 
La squadra di [[rugby]] è il [[Modena Rugby Club]], militante nel campionato di [[Serie B (rugby a 15)|Serie B]] ma che in passato ha partecipato anche al campionato di [[Serie A (rugby a 15)|Serie A]], seconda divisione del [[campionato italiano di rugby]]. In passato, il [[CUS Modena]] partecipò al massimo campionato nel [[Serie A 1956-1957 (rugby a 15)|1956-1957]].
 
Nella [[pallacanestro]] in campo femminile la [[PSA Modena]] milita nel [[Serie C di pallacanestro femminile|Serie C]] regionali mentre in quello maschile il [[PSA Modena]] milita in [[Serie C di pallacanestro maschile|Serie C Gold]].
 
La [[Scuola Pallamano Modena]], partecipante al campionato di [[Serie A2 di pallamano maschile|Serie A2]] e gareggia al Palazzetto dello Sport di Viale Molza<ref>{{cita web|url=http://www.figh.it/risultati-classifiche/serie-a2-maschile-girone-c/|titolo=Serie A2 Maschile (Girone C)|editore=FIGH|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160130225506/http://www.figh.it/risultati-classifiche/serie-a2-maschile-girone-c/|dataarchivio=30 gennaio 2016}}</ref>.
 
La società [[Modena Nuoto]], che ha sede nelle piscine Dogali si occupa di nuoto e pallanuoto. La Pallanuoto Modena partecipa al [[Serie B (pallanuoto maschile)|campionato di serie B]]<ref>[http://www.modenanuoto.it/PaginaWeb.asp?TipoInclude=A2Clas classifica Serie B maschile - Girone 2] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160130140827/http://www.modenanuoto.it/PaginaWeb.asp?TipoInclude=A2Clas |data=30 gennaio 2016 }}</ref>.
 
I [[Vipers Modena]] sono la squadra di [[football americano]] della città. Partecipa al Campionato di Seconda Divisione, il secondo livello italiano<ref>{{cita web|url=http://www.fidaf.org/nuovo/campionati/gironi.asp?id=60|titolo=Campionati / 2° DIVISIONE 2016 / Gironi|editore=[[Federazione Italiana di American Football]]|urlmorto=sì}}</ref>.
 
L'[[Invicta Modena|ASD Invicta Skate Modena]], partecipa alla Serie A2 del Campionato Italiano di Hockey in-line. Vanta partecipazioni alla Serie A1. Gareggia al Palaroller Vellani.
 
=== Principali Impianti ===
<ref>{{cita web|url=http://www.comune.modena.it/sport/sport-a-modena/impianti-sportivi|titolo=Impianti sportivi|editore=Comune di Modena}}</ref>
 
* [[Stadio Alberto Braglia]]
* [[PalaPanini|Palazzetto dello Sport Giuseppe Panini]]
* Stadio d'Atletica
* Palazzetto dello Sport di Viale Molza
* Piscine Dogali
* Ippodromo Ghirlandina
* Palaroller Vellani
* [[Autodromo di Modena]]
* Centro Polisportivo di Saliceta San Giugliano
* Palazzetto dello Sport Ferraris
 
== Nella cultura di massa ==
Nella Canzone "[[Viaggi & Miraggi]]" di [[Francesco De Gregori]] Modena è citata grazie ai suoi motori fenomenali.
 
Nella canzone Modena di Antonello Venditti.
Sicuramente la canzone più riuscita dell'album Buona Domenica,anche per il determinante contributo dato alla musica dal sax di Gato Barbieri (che tornerà a collaborare con Venditti più di vent'anni dopo, per l'album Che fantastica storia è la vita).
Il testo affronta la crisi del Partito Comunista Italiano, attraverso la descrizione del Festival dell'Unità nazionale, tenutosi l'anno prima nella città emiliana, in cui Venditti aveva suonato («Con le nostre famose facce idiote eccoci qui,/ coi nostri famosi sorrisi tristi a parlarci ancora di noi...»).
 
== Note ==
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* [[Storia di Modena]]
* [[Battaglia di Mutina (43 a.C.)]]
* [[Lega Lombarda]]
* [[Arcidiocesi di Modena-Nonantola]]
* [[Comunità Ebraica di Modena]]
* [[Dialetto modenese]]
* [[Università degli studi di Modena e Reggio Emilia]]
* [[Accademia militare di Modena]]
* [[Modena Football Club]]
* [[Chiesa Madonnina Modena]]
* [[Ferrovie modenesi]]
* [[Tranvia Modena-Maranello]]
* [[Teatro comunale Luciano Pavarotti]]
* [[Bianca Modenese]]
* [[Emilia Romagna Teatro]]
* [[Fiera di Modena]]
* [[Cappelli (editore)]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Modena|q|q_preposizione=su|wikt=Modena|voy}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.treccani.it/enciclopedia/modena_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Antica%29/}}
* {{cita web|http://turismo.comune.modena.it|Sito Ufficio Informazioni turistiche di Modena}}
* {{cita web|http://www.cittadarte.emilia-romagna.it|Sito delle città d'arte dell'Emilia-Romagna}}
* {{cita web|http://www.traditionalfood.it/index.asp|Prodotti tipici della cucina modenese}}
* {{cita web|url=http://maps.google.com/maps?ll=44.66,10.93&spn=0.07,0.07&t=k&hl=en|titolo=Modena vista da satellite via Google}}
* {{cita web|http://83.216.160.101/|Piazza Grande vista dalla Ghirlandina via webcam}}
* {{cita web|http://modena.vp44.com/|Webcam 24/7 su Via Sauro nel Centro Storico}}
* {{cita web|http://www.modenameteo.it/|Situazione meteo e webcam a Modena in tempo reale}}
* {{cita web|http://www.museodelvolley.it/|Museo del volley}}
* {{cita web|http://www.fondazionecasanataleenzoferrari.it/|Fondazione casa natale Enzo Ferrari}}
* {{cita web|http://www.parcomontale.it/|Parco archeologico e Museo all'aperto della Terramara di Montale}}
* {{cita web|http://www.socnatmatmo.unimore.it|Società dei Naturalisti e Matematici di Modena}}
* {{cita web|http://www.casamuseolucianopavarotti.it/|Sito della Casa Museo Luciano Pavarotti}}
 
{{Patrimoni Unesco|Italia}}
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[[Categoria:Modena| ]]
[[Categoria:Città etrusche]]
[[Categoria:Città romane dell'Emilia-Romagna]]
[[Categoria:Colonie romane]]
[[Categoria:Borghi franchi]]