Rende: differenze tra le versioni

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{{nd}}
{{F|centri abitati della Calabria|agosto 2024}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Rende
|Panorama =Rende CollagePanoramica centro storico Rende.jpg
|Didascalia = Foto dall’alto del centro storico di Rende.
|Didascalia= In senso orario: il municipio e la Chiesa di San Carlo Borromeo, l'[[Università della Calabria]], il centro storico
|Bandiera = Rende-Bandiera.png
|Voce bandiera =
|Stemma = Rende-Stemma.png
|Voce stemma =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Calabria
|Divisione amm grado 2 = Cosenza
|Amministratore locale = Marcello[[Sandro MannaPrincipe]]
|Partito = [[listaPartito civica|LaboratorioSocialista CivicoItaliano (2007)|PSI]]
|Data elezione =9/6/2014 26-05-2025
|Data istituzionerielezione =
|Superficie = 55.48
|Altitudine=480 (centro storico){{·}}180 (città)
|Altitudine = centro storico: 474 m<br />sede comunale: 183
|Superficie=55.28
|Sottodivisioni = [[Arcavacata]], Centro Storico, [[Quattromiglia]], [[Santo Stefano (Rende)|Santo Stefano]], Commenda, Surdo, Roges, Saporito
|Note superficie=
|Divisioni confinanti = [[Castiglione Cosentino]], [[Castrolibero]], [[Cosenza]], [[Marano Marchesato]], [[Marano Principato]], [[Montalto Uffugo]], [[Rose (Italia)|Rose]], [[San Fili]], [[San Lucido]], [[San Pietro in Guarano]], [[San Vincenzo La Costa]], [[Zumpano]]
|Abitanti=35586
|Zona sismica = 1
|Note abitanti={{cita web|url=http://demo.istat.it/bilmens2017gen/index.html |titolo=ISTAT - Bilancio demografico mensile marzo 2017 |accesso=14 settembre 2017}}
|Gradi giorno = 1747
|Aggiornamento abitanti=31-03-2017
|Nome abitanti = rendesi
|Sottodivisioni=[[Rende#Quartieri e frazioni|Quartieri e frazioni]]
|Patrono = [[Immacolata Concezione|Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria]]
|Divisioni confinanti=[[Castrolibero]], [[Castiglione Cosentino]], [[Cosenza]], [[Marano Marchesato]], [[Marano Principato]], [[Montalto Uffugo]], [[Rose (Italia)|Rose]], [[San Fili]], [[San Lucido]], [[San Pietro in Guarano]], [[San Vincenzo La Costa]], [[Zumpano]]
|Festivo = 20 febbraio
|Zona sismica=1
|PIL =
|Gradi giorno=
|PIL procapite =
|Nome abitanti=Rendesi
|Soprannome =
|Patrono=[[Immacolata Concezione]]
|Mappa = Map of comune of Rende (province of Cosenza, region Calabria, Italy).svg
|Festivo=20 febbraio
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Rende all'interno della provincia di Cosenza
|PIL=
|PIL procapite=
| Soprannome = ''La città d'oltre Campagnano''
|Mappa=Map of comune of Rende (province of Cosenza, region Calabria, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Rende all'interno della provincia di Cosenza
|Diffusività=
}}
'''Rende''' (<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|[ˈrɛnde]}}<ref>{{cita web|url=http://www.dipionline.it/dizionario/|titolo=DiPI Online - Dizionario di Pronuncia Italiana|accesso=8 giugno 2013|dataarchivio=9 ottobre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181009051700/http://www.dipionline.it/dizionario/|urlmorto=sì}}</ref>, ''Renni'' in [[dialetto cosentino]]) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Cosenza]] in [[Calabria]], situato a nord dell’[[Cosenza#Area metropolitana|area urbana di Cosenza]].
 
Si divide in due parti: il centro storico, che sorge su un colle a circa 474 m [[Livello del mare|s.l.m.]], e l'area moderna, nell'alta [[valle del Crati]], che ospita la sede comunale posta a 183 metri s.l.m., e che è strettamente [[Conurbazione|conurbata]] con [[Cosenza]].
'''Rende''' ([[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]]: {{IPA|[ˈrɛnde]}}<ref>{{cita web|url=http://www.dipionline.it/dizionario/|titolo=DiPI Online - Dizionario di Pronuncia Italiana|accesso=8 giugno 2013}}</ref>, ''Arinde'' in antichità, Αρίνδη in [[Lingua greca|greco]]) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Formatnum:35586}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Cosenza]] in [[Calabria]].
Per effetto del [[Decreto del presidente della Repubblica|DPR]] 11 marzo 2016 al comune di Rende è stato concesso il [[Città d'Italia#Calabria|titolo di città]]<ref>{{Cita web|url=http://www.quicosenza.it/news/le-notizie-dell-area-urbana-di-cosenza/rende/80335-il-quirinale-trasforma-il-comune-di-rende-in-citta|titolo=Il Quirinale trasforma il Comune di Rende in Città - QuiCosenza.it|sito=QuiCosenza.it|accesso=14 aprile 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.cosenzapage.it/rende/2016_03_11/mattarella-firma-il-decreto-rende-diventa-citta_4803|titolo=Mattarella firma il decreto, Rende diventa città|sito=Cosenza Page|accesso=25 aprile 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.cn24tv.it/news/130553/rende-diventa-citta-consegnato-al-sindaco-il-decreto-firmato-da-mattarella.html|titolo=Rende diventa città. Consegnato al Sindaco il decreto firmato da Mattarella|sito=CN24|accesso=25 aprile 2016}}</ref>.
È un centro dell'[[area urbana]] cosentina nel cui territorio comunale è ubicata l'[[Università della Calabria]], il più grande [[campus]] universitario italiano<ref name="unical.it">{{cita web|url=http://www.unical.it/portale/campus/index.cfm|titolo=sito dell'Unical}}</ref> e una delle migliori università d'Italia tra i grandi atenei. Nel 2018 ha ottenuto infatti il secondo posto nella classifica stilata dal [[Censis]] <ref>[http://www.ansa.it/calabria/notizie/2018/07/03/censis-unical-seconda-tra-grandi-atenei_7bfe7b5e-8251-4c88-81fc-076d6869c0a3.html Ansa.it]</ref> e si è collocata nella 212 posizione nella classifica internazionale elaborata dall'[[Università di Leida|Università di Leiden]].<ref>{{Cita web|url=http://www.citynow.it/luniversita-della-calabria-al-top-nelle-classifiche-censis-e-leiden/|titolo=L’Unical al top nelle classifiche CENSIS e LEIDEN - City Now|sito=City Now|data=8 giugno 2016|accesso=10 giugno 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.confapipress.it/rapporto-censis-universita-della-calabria-tra-i-migliori-atenei-ditalia/|titolo=Rapporto Censis: Università della Calabria tra i migliori atenei d’Italia {{!}} Confapi Press|sito=www.confapipress.it|accesso=10 giugno 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160807231245/http://www.confapipress.it/rapporto-censis-universita-della-calabria-tra-i-migliori-atenei-ditalia/|dataarchivio=7 agosto 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.corrieredellacalabria.it/index.php/cronaca/item/46967-unical,-crisci-siamo-tra-i-primi-atenei-italiani|titolo=Corriere della Calabria - Unical, Crisci: siamo tra i primi atenei italiani|sito=www.corrieredellacalabria.it|accesso=10 giugno 2016}}</ref>
 
Rende consta prevalentemente di due aree: la zona collinare in cui è inserita l'[[Università della Calabria|Unical]] e il centro storico, e la zona valliva nella quale si sviluppa l'agglomerato urbano. È il settimo comune calabrese per popolazione residente.
 
Per effetto ed a seguito del [[Decreto del presidente della Repubblica|DPR]] 11 marzo 2016, il Comune di Rende ha diritto, nei suoi atti ufficiali, di fregiarsi del [[Città d'Italia#Calabria|titolo di Città]].<ref>{{Cita web|url=http://www.quicosenza.it/news/le-notizie-dell-area-urbana-di-cosenza/rende/80335-il-quirinale-trasforma-il-comune-di-rende-in-citta|titolo=Il Quirinale trasforma il Comune di Rende in Città - QuiCosenza.it|sito=QuiCosenza.it|accesso=14 aprile 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.cosenzapage.it/rende/2016_03_11/mattarella-firma-il-decreto-rende-diventa-citta_4803|titolo=Mattarella firma il decreto, Rende diventa città|sito=Cosenza Page|accesso=25 aprile 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.cn24tv.it/news/130553/rende-diventa-citta-consegnato-al-sindaco-il-decreto-firmato-da-mattarella.html|titolo=Rende diventa città. Consegnato al Sindaco il decreto firmato da Mattarella|sito=CN24|accesso=25 aprile 2016}}</ref>
 
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
{{dx|[[File:Fiume Emoli Rende - panoramio.jpg|sinistra|miniatura|199x199px|Parco fluviale [[Emoli]]]]}}
Rende si estende dalla parte ovest del fiume [[Crati]] fino alle Serre cosentine. Il territorio rendese presenta zone montane ad ovest che pian piano degradano verso est formando colline, su una delle quali sorge il centro storico, fino ad arrivare alla valle del Crati dove grazie ad ampie aree pianeggianti si estende la città moderna. I fiumi più importanti che attraversano Rende sono il Crati, il Campagnano, il Surdo e l'[[Emoli]].
Rende si estende dalla riva est del fiume [[Crati]] a una quota altimetrica di circa 165 {{mslm}} fino alle propaggini orientali della [[Catena Costiera (Italia)|Catena Costiera]] con le frazioni Malvitani a 330 metri s.l.m. e Nogiano a 525 metri s.l.m. Il territorio si dispone su un profilo altimetrico compreso tra 129 e 1137 metri s.l.m., e presenta zone montane ad ovest che pian piano degradano verso est formando colline, su una delle quali sorge il centro storico, fino ad arrivare alla [[Valle del Crati]] dove grazie ad ampie aree pianeggianti si estende la città moderna. Il Crati è il fiume più importante che la attraversa, insieme ai suoi affluenti Campagnano, [[Emoli]] e Surdo.
[[File:Fiume Emoli Rende - panoramio.jpg|sinistra|miniatura|199x199px|Parco fluviale [[Emoli]].]]
 
=== Clima ===
D'inverno il clima è freddo secco in collina, mentre a valle è freddo alquanto umido e i venti soffiano specialmente da nord e da nord-ovest. D'estate il caldo è temperato in collina, a valle invece è pesante e afoso<ref>{{Cita web|url=http://it.climate-data.org/___location/13929/|titolo=Clima: Rende - Grafico climatico, Grafico della temperatura, Tabella climatica - Climate-Data.org|sito=it.climate-data.org|accesso=25 aprile 2016}}</ref>.
La città è ubicata nella Valle del [[Crati]] mentre il centro storico si erge su un colle a ridosso della Catena costiera tirrenica, tra il fiume [[Emoli]] e il Surdo.
 
D'inverno il clima è freddo secco in collina, mentre a valle è freddo alquanto umido e i venti soffiano specialmente da Nord e da Nord-ovest. D'estate il caldo è temperato in collina, a valle invece è pesante ed è afoso. Se un tempo le piogge erano più frequenti e abbondanti, ora sono varie e irregolari per cui è difficile stabilire curve isoietografiche precise. Poca importanza hanno ora le precipitazioni nevose, ad eccezione di quella del 1939 e quella dei primi giorni di marzo 1971, quando il manto nevoso a Rende superò i 50&nbsp;cm e durò per più di una settimana.<ref>{{Cita web|url=http://it.climate-data.org/___location/13929/|titolo=Clima: Rende - Grafico climatico, Grafico della temperatura, Tabella climatica - Climate-Data.org|sito=it.climate-data.org|accesso=25 aprile 2016}}</ref>
 
{{ClimaAnnuale|nome=RENDE <!-- Temperature massime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->|pioggia01=90|pioggia02=109|pioggia03=79|pioggia04=68|pioggia05=37|pioggia06=21|pioggia07=12|pioggia08=18|pioggia09=37|pioggia10=100|pioggia11=101|pioggia12=97|tempmax01=14|tempmax02=14|tempmax03=16|tempmax04=18|tempmax05=22|tempmax06=26|tempmax07=29|tempmax08=29|tempmax09=27|tempmax10=23|tempmax11=18|tempmax12=15 <!-- Temperature minime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->|tempmin01=6|tempmin02=6|tempmin03=7|tempmin04=9|tempmin05=12|tempmin06=16|tempmin07=18|tempmin08=18|tempmin09=16|tempmin10=13|tempmin11=9|tempmin12=7 <!-- Piovosità totali mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in mm), da gennaio (01) a dicembre (12) -->}}
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=== Le origini di Rende ===
{{vedi anche|Pandosia Bruzia}}
Gli antichi [[Enotri]]i, provenienti dalla [[piana di Sant'Eufemia]] e da Clampetia ([[Amantea]]) fondarono nei pressi del fiume da essi denominato Acheronte, la primitiva ''Acheruntia'', "le case dei forti presso le acque del fiume" e, successivamente, ''[[Pandosia Bruzia|Pandosia]]''. La zona era però inadatta alla difesa durante le guerre che in quel periodo si susseguivano numerose, alcuni Acheruntini abbandonarono quei luoghi per rifugiarsi in un posto più difendibile, l'odierna frazione di Nogiano. Questo nuovo insediamento, che risale al 520 a.C., fu denominato ''Aruntia'' ({{lang|grc|Αρουντία}} in [[Lingua greca|greco]]), "le case dei forti", e successivamente ''Arintha''<ref name=trumper >Secondo John Trumper, eminente linguista, Arintha è la ''ninfa del fiume'' per gli Osci (Convegno 'I misteriosi resti del Monte Santa Lucerna' 2 dicembre 2012 - Grimaldi)</ref>. Lo storico [[Ecateo di Mileto]], vissuto nel 500 a.C., cita [[#La leggenda|Arintha]] come Città della Bretia di origine enotra.
 
=== Arintha nel mondo romano ===
Le sorti della città seguirono quelle della vicina [[Cosenza|Cosentia]]. Nelle [[guerre puniche]], Arintha venne chiamata alle armi insieme con i Pandosiani, Besidiesi, Cosentini e altri popoli per sbarrare il passo ad [[Annibale]], il quale, allontanatosi da [[Roma]], piombò repentinamente sui popoli del Brutio. Durante la dominazione romana, sotto il consolato di [[Quinto Cecilio Metello|Q. Cecilio]] e [[Lucio Valerio Flacco (console 100 a.C.)|L. Valerio]], il Brutio divenne regione romana e le città e le borgate coi loro territori furono compresi in una vasta organizzazione amministrativa, divisa in "Municipi" e sostenuta militarmente e politicamente da colonie romane. Anche Arintha ottenne il titolo di "Municipio" . Durante l'amministrazione romana si volle dare inizio alla costruzione e manutenzione di pochi e rudimentali acquedotti e delle strade. Arintha e altri paesi vennero così allacciati all'arteria principale che era la "Via Popilia", la sola che, scendendo da [[Capua]], attraversava la Valle del [[Crati]] e gran parte del territorio di Arintha. Nel 72 a.C. quando [[Spartaco]] con la sua armata passò per la valle del Crati, molti schiavi tra gli acheruntini lo seguirono, pronti a dare il loro sangue per quella libertà da sempre bramata. Ma contro [[Spartaco]] arrivarono ben presto gli eserciti di [[Marco Licinio Crasso|Crasso]] e [[Gneo Pompeo Magno|Pompeo]] che speravano di venire alle prese col gladiatore trace sul territorio della [[Crati|Valle del Crati]]. Egli fu poi sconfitto e ucciso a [[Reggio Calabria]] dove si era rifugiato.
 
Il Brutio ai tempi di [[Augusto]] si svegliò alle luci delle arti, delle lettere e della filosofia. Ebbe inizio così per alcuni privilegiati tra la gioventù di Arintha quel desiderio di sapere, che armonizza anima e intelletto con l'universo circostante. Nascono così le prime scuole pitagoriche dove venivano tramandati principi filosofici e scientifici.<ref>{{Cita libro|autore=Fedele Fonte|titolo=Rende nella sua cronistoria|anno=|editore=|città=}}</ref>.
 
=== La discesa dei barbari nella Valle del Crati ===
La Valle del [[Crati]], dove si estende la parte migliore del territorio di Arintha, fu sempre considerata dai [[Barbaro|barbari]], come dai romani, la chiave del mezzogiorno d'Italia. Intorno al 410 d.C. [[Alarico I|Alarico]], re dei [[Visigoti]], con la ciurma dei suoi barbari deliberò di marciare indisturbato per gli Appennini calabri e precisamente per la campagne di Arintha al fine di arrivare in [[Sicilia]] evitando di porre l'assedio a [[Cosenza]]. Da qui, infatti, transitarono truppe e carriaggi, derubando e distruggendo quanto capitava sotto mano. Da qui poi risalirono lungo le rive del fiume [[Busento]] e il valico del Potame per scendere lungo il fiume [[Catocastro]] sino [[Clampetia]], sulle coste del [[Mar Tirreno|Tirreno]] e proseguire sino a [[Reggio Calabria|Reggio]] e la [[Sicilia]].
 
Nel 543 scese in Calabria [[Totila]], che riconquistò per gli [[ostrogoti]] le regioni del Bruzio e si accanì specialmente alla conquista della città di Arintha insieme a [[Montalto Uffugo|Uffugum]] e [[Cosenza|Consentia]], le quali città vollero opporre un'accanita resistenza. I soldati di [[Totila]] allora, non potendo sopraffare la resistenza delle varie popolazioni, addivennero a più miti consigli. Si vollero presentare ai "signori" di Arintha, [[Montalto Uffugo|Uffugum]] e [[Cosenza|Consentia]] per offrire loro onori e ricchezze in cambio di una più mite e benevola accoglienza. Ma i popoli del Bruzio decisero, invece, di rispondere con il rifiuto e continuando a battersi ostinatamente contro i barbari del nord. Il loro eroismo però fu vano, perché nei primi mesi del [[547]] tutto il territorio di Arintha fu invaso dalle orde barbariche che si moltiplicarono a dismisura; venne spezzata con la potenza del numero l'ostinata resistenza, e Arintha stessa fu messa a sacco e fuoco. Fu pesante la vendetta, molti subirono atroce martirio, mentre i pochi superstiti dovettero assistere alla quasi totale rovina dei loro beni e delle loro case.
 
=== Arintha nel periodo musulmano ===
Nei secoli successivi, così come per molti comuni [[Calabria|calabresi]], anche Arintha subì oltre alle dominazioni [[Impero bizantino|bizantine]] e [[Longobardi|longobarde]] anche un vero dominio [[musulmano]], i cui [[Califfo|califfi]] si alleavano ora con i [[Longobardi]], ora con i [[Impero bizantino|Bizantini]]. Prima però di subire la nefasta invasione dei [[Saraceni]], i calabresi, e specialmente i cosentini con tutte le forze della [[Calabria Citeriore|provincia]], tra cui molti rendesi, ebbero verso il 721 l'ambito e onorevole incarico di andare a debellare i [[Musulmano|musulmani]] nel territorio di [[Napoli]]. Ma la vendetta di questi cadde inesorabile sulle popolazioni calabresi. Infatti le navi pirati dei [[Musulmano|musulmani]] cominciarono a infestare i mari della [[Calabria]] e a devastare o distruggere le città marine. E quando nell'843-45 la baldanza musulmana arrivò al colmo della sua potenza, allora essi cominciarono a piombare gravemente sui paesi interni compresi Arintha, depredando le campagne, già annientate e devastate dalle [[Barbaro|guerre barbariche]], dalle carestie e pestilenze. Le popolazioni quindi già snervate e avvilite, dovettero assistere impotenti agli incendi delle loro case, al truce massacro dei loro parenti. Solo più tardi, nell'anno 852, i rendesi insieme ai cosentini poterono insorgere contro le orde [[Saraceni|saracene]], le quali finalmente vennero duramente sconfitte grazie alla protezione e l'aiuto del re [[Ludovico II il Germanico|Ludovico II]]. Ancora nel 901 ritornarono però in Calabria i [[saraceni]] che sottomisero la città di [[Cosenza]]. Nel settembre 902 arrivò lo stesso califfo Ibrahim, dai calabresi ricordato come "Brachimo", per distruggere quanto era ancora rimasto in vita.
 
Nel 914, l'emiro Abstaele di [[Squillace]], che si era stabilito a [[Cosenza]], venne ad assalire e distruggere quanto era rimasto nella cittadina di Arintha, forse perché ribelle al pagamento dei tributi. Il popolo di Arintha cercò spesso ma invano di contrastare la potenza [[Saraceni|saracena]]. Per questo motivo si ritirò in massa fra le mura della vicina città di [[Cosenza]]. Ma quando [[Cosenza]], ormai distrutta, fu assalita e incendiata, quando la sua [[Calabria Citeriore|provincia]] fu tutta devastata, allora tutte le popolazioni furono costrette a fuggire sulle pendici della [[Sila]] formando i cosiddetti "casali". La gente di Arintha si stabilì nell'attuale territorio di [[Castiglione Cosentino]] e impose il nome di Arente a un torrente che sorgeva in quei pressi. Ancora oggi il torrente porta questo nome e serve ad alimentare la rete idrica del comune di [[Rose (Italia)|Rose]].
 
=== Rende nel periodo normanno, svevo, angioino e aragonese<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Ilario Principe|data=1984|curatore=G. Alisio|curatore2=V. Valerio|titolo=Cartografia napoletana dal 1781 al 1889. Il Regno, Napoli, la Terra di Bari, Catalogo della Mostra|città=Napoli|editore=Prismi Editore|anno=1983, p. 244|rivista=Annali dell'Istituto e Museo di storia della scienza di Firenze|volume=9|numero=1|pp=130-131|accesso=2020-09-27|doi=10.1163/221058784x02164|url=http://dx.doi.org/10.1163/221058784x02164 |issn = 0391-3341}}</ref> ===
=== Rende nel periodo normanno, svevo, angioino e aragonese ===
Dopo tanti anni le poche genti di Arintha rientrarono nelle proprie terre dalle montagne della [[Sila]]. Questa scelta fu dettata dal desiderio dei rendesi di ritornare nella terra dei propri avi ma soprattutto, fu la sicurezza nella potenza e nel favore dei [[Normanni]] che li convinse a ritornare tranquilli per dare inizio ad una vita più serena dentro le mura di più solide fortificazioni. I rendesi fondarono nuovamente il nucleo cittadino di Arintha su un colle solitario posto tra il fiume Surdo e l'[[Emoli]]. Arintha,La infatti,Signoria adi partiretale dalnuova [[1045]],città passòdi sottonome ilRende direttovenne controlloassunta deidal [[Normanni]]capostipite dell'omonima Famiglia Rende, inpoi particolarepassata diin [[RobertoBisignano con il Guiscardo]],vescovo cheGuglielmo imposeRende alla(1295-1315) Cittàed ilivi pagamentoascritta al Sedile di tributiNobiltà<ref>O. eBeltramo, la''Breve presenzadescrittione del Regno di unNapoli "Signore"diviso in dodici provincie'', il1672, vescovo-contep. di194; [[Cosenza]]G. MaFiore nelda [[1091]]Cropani, tutto''Della ilCalabria circondarioIllustrata,'' delIII, cosentinoNapoli, siRosselli, ribellò1743, peredizione lea tassecura troppodi elevateU. [[RuggeroFerrari, Chiaravalle Borsa]]Centrale, figlioEffe diEmme, [[Roberto1977, ilp. Guiscardo]]444; edG. eredeGallo, designato''Cronistoria della Città di Bisignano'', subentratoCosenza, alTipografia padreMunicipale nelladi gestioneF. delPrincipe, territorio1901, chiesep. l'intervento44. diLa [[RuggeroFamiglia IRende d'Altavilla|Ruggerofu I]],feudataria suonel zio,XVII esecolo pure di [[BoemondoMormanno, IS. d'Antiochia|Boemondo]]Basile, suoS. fratellastroLauro maggiore,(oggi chefrazione represserodi laFagnano ribellioneCastello) cone laRoseto forza(oggi Roseto capo Spulico).</ref>.
 
A partire dal [[1045]], Rende passò sotto il diretto controllo dei [[Normanni]], in particolare di [[Roberto il Guiscardo]], che impose alla Città il pagamento di tributi e la presenza di un "Signore", il vescovo-conte di [[Cosenza]]. Ma nel [[1091]] tutto il circondario del cosentino si ribellò per le tasse troppo elevate. [[Ruggero Borsa]], figlio di [[Roberto il Guiscardo]] ed erede designato, subentrato al padre nella gestione del territorio, chiese l'intervento di [[Ruggero I d'Altavilla|Ruggero I]], suo zio, e di [[Boemondo I d'Antiochia|Boemondo]], suo fratellastro maggiore, che repressero la ribellione con la forza.
[[Boemondo I d'Antiochia|Boemondo]] ottenne per il suo intervento il controllo della contea di [[Cosenza]].<ref name=tasso >[[Boemondo I d'Antiochia|Boemondo]] viene citato da [[Torquato Tasso]] nella “[[Gerusalemme liberata]]” come ''Conte di Cosenza''.</ref>
 
[[Boemondo I d'Antiochia|Boemondo]] ottenne per il suo intervento il controllo della contea di Cosenza<ref name=tasso >[[Boemondo I d'Antiochia|Boemondo]] viene citato da [[Torquato Tasso]] nella “[[Gerusalemme liberata]]” come ''Conte di Cosenza''.</ref>.
[[Boemondo I d'Antiochia|Boemondo d’Altavilla]] decise di realizzare un [[#Castello Normanno|Castello]] sull'attuale solitario colle, tra i torrenti Surdo ed [[Emoli]], da cui si domina buona parte della valle del [[Crati]]. La realizzazione dell'imponente struttura fu portata a termine nel [[1095]] con l'aiuto di ''Mirandi Artifices''<ref name=ingegneri >Ingegneri militari: il termine indica l'insieme delle maestranze (artigiani, fabbri e carpentieri) che erano in possesso delle conoscenze tecniche per la realizzazione di castelli e macchine da guerra</ref>. È in questo periodo<ref name=CitaNota>Nota 3, pag 112 - {{cita libro| Fedele | Fonte | Rende nella sua cronistoria| 1976| Frama Sud | Chiaravalle Centrale|}}</ref> che per la prima volta compare in documenti ufficiali la denominazione ''Renne'' che significa ''Regno''<ref name="renne">Renne = Kingdom su {{cita libro|||Old French - English dictionary|2000|Cambridge University Press|United Kingdom||coautori=Hindley; Langley; Levy}} ISBN 0-521-34564-2</ref> in [[Lingua francese antica|francese antico]]<ref name=lingua >Idioma dei Normanni del tempo in Italia meridionale.</ref>.
 
[[Boemondo I d'Antiochia|Boemondo d’Altavilla]] decise di realizzare un [[#Castello Normanno|Castello]] sull'attuale solitario colle, tra i torrenti Surdo ed [[Emoli]], da cui si domina buona parte della valle del Crati. La realizzazione dell'imponente struttura fu portata a termine nel [[1095]] con l'aiuto di ''Mirandi Artifices''<ref name=ingegneri >Ingegneri militari: il termine indica l'insieme delle maestranze (artigiani, fabbri e carpentieri) che erano in possesso delle conoscenze tecniche per la realizzazione di castelli e macchine da guerra</ref>. È in questo periodo<ref name=CitaNota>{{Cita libro |pagina=pag. 112, nota 3 |autore=Fedele Fonte |titolo=Rende nella sua cronistoria |anno=1976 |editore=Frama Sud |città=Chiaravalle Centrale}}</ref> che per la prima volta compare in documenti ufficiali la denominazione ''Renne'' che significa ''Regno''<ref name="renne">{{Cita libro |voce=Renne = Kingdom |titolo=Old French - English dictionary|anno=2000||editore=[[Cambridge University Press]]|altri=Hindley; Langley; Levy |ISBN=0-521-34564-2}}</ref> in [[Lingua francese antica|francese antico]]<ref name=lingua >Idioma dei Normanni del tempo in Italia meridionale.</ref>.
 
Rende ed il suo castello diventano la base di [[Boemondo I d'Antiochia|Boemondo]], prima che questi parta per la [[Prima crociata#La crociata dei nobili|Crociata]] nel [[1096]]. Nella sua impresa fu seguito da un cavaliere rendese, Pietro Migliarese, che condusse con sé quattro militi ed otto inservienti, ed al cui seguito si unirono anche i ''Mirandi Artifices''<ref name=ingegneri /> già impegnati nella costruzione del castello. [[Boemondo I d'Antiochia|Boemondo]] ritornò a Rende nel [[1106]] e ancora nel [[1111]], poco prima di morire. Il terremoto del [[1184]] provocò gravi danni, danneggiando il castello e alcune chiese, e Rende conobbe un periodo di recessione.
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Dal [[1189]] si assistette nel [[Regno di Sicilia]] ad una lotta per la successione a [[Guglielmo II di Sicilia|Guglielmo II il buono]], ma solo nel [[1194]] fu posta la parola fine con la discesa nel regno di Sicilia di [[Enrico VI di Svevia|Enrico VI]], marito di [[Costanza d'Altavilla]] ed erede designata dallo stesso [[Guglielmo II di Sicilia|Guglielmo]]. Passando in queste terre [[Enrico VI di Svevia|Enrico VI]] pretese il pagamento di ingenti tributi che la gente di Rende non avrebbe mai potuto onorare. In difesa di questi intervenne il Beato [[Gioacchino da Fiore]], confessore di [[Costanza d'Altavilla|Costanza]]. Infatti egli conosceva bene i Rendesi, avendo passato quasi un anno tra le montagne di Rende prima di diventare [[Abate]] di [[Abbazia di Santa Maria di Corazzo|Corazzo]]. Dopo la morte di [[Enrico VI di Svevia|Enrico VI]] avvenuta poco dopo, Rende visse un periodo florido, grazie anche alla protezione di [[Costanza d'Altavilla|Costanza]].
 
Nel periodo svevo, [[Federico II di Svevia|Federico II]] confermò l'appartenenza delle terre di Rende all'arcivescovo di Cosenza. Nel [[Cosenza1222]]. Quando il [[Federico II di Svevia|ReFederico II]] vennesi recò a [[Cosenza]] per l'inaugurazione del Duomo nel [[1222]]e i cittadini di Rende erano presenti con il loro gonfalone che raffigurava le tre torri del castello su uno sfondo bianco e rosso, i colori del [[Altavilla|blasone di Boemondo]]. Dopo la morte di [[Federico II di Svevia|Federico]], si assistette alla disputa sulla sua successione, conclusasi nel [[1266]] con la [[Battaglia di Benevento (1266)|battaglia di Benevento]] che vide la vittoria di [[Carlo I d'Angiò|Carlo d’Angiò]] contro [[Manfredi di Sicilia|Manfredi]]; nell'atrio del castello è tuttora visibile un'incisione dell'epoca che ricorda la presenza di mille Rendesi schierati contro [[Manfredi di Sicilia|Manfredi]].
 
Nel periodo [[Angioini|angioino]], Rende venne affidata al [[Vescovo-conte|Vescovo-Conte]] di [[Cosenza]], di cui seguì le sorti. Dopo alterne vicende, si ritrova dal [[1319]] la presenza della famiglia Migliarese da Rende al servizio della Casa d'Angiò. Giovanni Migliarese venne nominato cavaliere di compagnia del Re [[Roberto I di Napoli|Roberto d’Angiò]] e Godefrido Migliarese venne investito del feudo di [[Malvito]].
 
Nel [[1422]], durante la guerra tra [[angioini]] ed [[Corona d'Aragona|aragonesi]] [[Francesco Sforza]], il futuro duca di [[Milano]], che comandava l'esercito angioino in [[Calabria]], trovò rifugio nelle mura di Rende dove subì un assedio da parte delle truppe aragonesi che gli contendevano il controllo della [[Calabria Citeriore|Calabria settentrionale]]. Alcuni anni dopo, nel [[1437]], Rende, come tutta la [[Calabria]], passò sotto il dominio aragonese e fu data in feudo alla Famiglia [[Adorno (famiglia)|Adorno]] di [[Genova]] nel [[1445]]. Nel marzo del [[1460]] il re [[Ferdinando I di Napoli|Ferrante d'Aragona]] investì della contea di Rende (con [[Domanico]], [[Mendicino]], [[Carolei]] e [[San Fili]]) il nobile calabrese di origine normanna Luca [[Sanseverino (famiglia)|Sanseverino]], duca di [[San Marco Argentano]], il quale di lì a poco diverrà anche [[Principe]] di [[Bisignano]]. Luca mantenne la contea per pochi anni e nel [[1466]], dopo la morte di Margherita di [[Poitiers]], già marchesa di [[Crotone]], sua suocera, che dimorava nel castello di Rende per averne ricevuto nel [[1459]] la concessione in castellania da [[Ferdinando I di Napoli|Ferrante I d'Aragona]], la contea ritornò agli [[Adorno (famiglia)|Adorno]] dogi di [[Genova]]. Nel [[1494]] Rende chiese ad [[Alfonso II di Napoli|Alfonso II d'Aragona]] la conferma dei suoi privilegi e concessione di nuovi, in considerazione dell'aiuto prestato in occasione dei non lontani eventi bellici (la guerra di Otranto nel 1481?). Con l'avvento di [[Carlo V d'Asburgo]] avvenne una nuova ribellione di Alfonso [[Sanseverino (famiglia)|Sanseverino]], duca di Somma, che si era impadronito di Rende nel [[1528]], dopo la morte dell'ultimo conte [[Antoniotto Adorno (1479-1528)|Antoniotto Adorno]] [[Doge (Repubblica di Genova)|doge]] di [[Genova]]. A seguito della disfatta e della morte di [[Odet de Foix]] visconte di [[Lautrec (Francia)|Lautrec]] e luogotenente del [[Sovrani di Francia|Re di Francia]], avvenuta nell'agosto [[1528]], la contea di Rende venne innalzata a marchesato e concessa nel [[1532]] a don [[Hernando de Alarcón (militare)|Fernando de AlarconAlarcón]], marchese della [[Valle Siciliana]] e governatore di Cosenza. La sua unica figlia sposò don [[Pedro González de Mendoza]] signore di [[Fiumefreddo Bruzio|Fiumefreddo]] e [[Longobardi (Italia)|Longobardi]], ed i discendenti assunsero il cognome de AlarçonAlarcón dey Mendoza per succedere nel fidecommesso dei feudi istituito dal primo marchese don Fernando de AlarçonAlarcón. Nel [[1535]] don Pedro de AlarçonAlarcón y Mendoza guidò i rendesi, imbarcatisi a [[Napoli]] con il re [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]], nella battaglia di Tunisi contro i Mori.
 
Nel frattempo i [[Sanseverino (famiglia)|Sanseverino]] non avevano affatto rinunciato al controllo della contea di Rende, perché nel [[1543]] diedero in moglie a Ferdinando d'Alarcon de Alarcón y Mendoza - figlio di don Pedro González de Mendoza - la primogenita di Pietro Antonio Sanseverino principe di [[Bisignano]], Eleonora (Dianora). Una delle clausole matrimoniali prevedeva che Eleonora Sanseverino divenisse la titolare dell'amministrazione del marchesato di Rende.
Durante questo periodo i rendesi furono al fianco dell'imperatore Filippo II e con Ferdinando d'Alarçonde Alarcón nel 1565, sotto il comando di Gian Domenico Migliarese, nella battaglia di Malta contro i Turchi; e poi nel 1571 nella [[battaglia di Lepanto]] guidati da Diego de Guiera e da un componente della famiglia Adorno, antichi conti di Rende.
 
Il dominio su Rende degli AlarçonAlarcón dey Mendoza durò fino al [[1806]], anno in cui il [[Napoleone Bonaparte|governo napoleonico]] decise l'abolizione della feudalità.
 
=== Rende nel decennio francese e nel primo periodo risorgimentale ===
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=== La proclamazione del Regno d'Italia ===
Nel [[1860]] l'entusiasmo per lo [[Sbarco a Marsala|sbarco dei Mille]] a [[Marsala]] contagiò anche i Rendesi che diedero vita al "Comitato centrale della [[Calabria Citeriore|Calabria citeriore]]" per dare appoggio logistico e militare, nonché rifornimenti, a [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] che con le sue truppe si accampò in località Marchesino.<ref>Marchesino è un quartiere di Roges, precisamente nella zona in cui sorge dalla fine del secolo scorso la Chiesa della Beatissima Vergine di Lourdes, al confine con Cosenza.</ref>
 
Il 24 agosto del 1860 Rende insorse contro i Borboni e acclamò [[Vittorio Emanuele II di Savoia|Vittorio Emanuele II]], re d'Italia, pur rimanendo provvisoriamente in carica la stessa autorità comunale.
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=== Onorificenze ===
{{Onorificenze
| immagine = Corona di cittàCittà Italiana.svg
| nome_onorificenza = Titolo di città
| collegamento_onorificenza = CittàTitolo di città in d'Italia
| data = 11 Marzo 2016 per decreto del presidente della Repubblica (DPR).
}}
 
=== La leggenda ===
[[Dionigi di Alicarnasso|Dionisio di Alicarnasso]] narra che, intorno all'VII secolo a.C., [[Licaone (figlio di Pelasgo)|Licaone]] (re degli Arcadi, figlio di [[Pelasgo]], e della ninfa Melibea) divise il suo regno fra i numerosi figli, ma due di questi, [[Enotro]] e Peucezio, non furono soddisfatti della parte a loro attribuita e decisero di lasciare l'Arcadia per trovare nuove terre dove stabilirsi; con loro partirono anche molti altri greci e una loro sorella di ineguagliabile bellezza di nome Arintha. Nei pressi delle coste italiane i due decisero di dividersi: Peucezio sbarcò in Puglia colonizzando le attuali province di Bari e Taranto, che presero il nome di Peucezia; [[Enotro]], con il grosso delle navi, continuò a navigare verso il Tirreno. Sbarcati sulla terraferma e dopo aver visitato molti luoghi decise di sistemarsi nella località che oggi è chiamata ''"Guardiula"''. A questo nuovo insediamento diede nome ''Acheruntia'', che fu poi chiamata Arintha in memoria della splendida sorella che disgraziatamente vi trovò la morte.
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
Le '''chiese''' presenti sul territorio di Rende in tutto sono 28, fra antiche, moderne, cappelle private, divise fra sette [[Parrocchia|parrocchie]] differenti. Inoltre due sono sconsacrate, tre private, in tutto soltanto ventidue aperte regolarmente al culto, alcune di queste temporaneamente chiuse o in stato di [[restauro]].
{{Approfondimento
 
|titolo = Alcune architetture religiose
* '''Chiesa di Santa Maria Maggiore''': è la chiesa madre di Rende, la più importante. Probabilmente eretta nel [[XII secolo]], è dedicata a [[Nostra Signora della Neve|Santa Maria della Neve]]. È stata più volte ricostruita a causa dei [[Terremoto|terremoti]], in particolare nei primi del [[1500]] e tra il [[1740]] e il [[1799]]. Si trova al termine di un’ampia scalinata e presenta una [[facciata a salienti]] con tre [[Portale (architettura)|portali]] in tufo e un rosone centrale a raggiera. L’interno, a [[croce latina]], è suddiviso in tre [[Navata|navate]], sorrette da dodici pilastri quadrangolari con [[Capitello|capitelli]] dorati e coperto da una [[volta a botte]] con arcate a tutto sesto, affrescate da Achille Capizzano. Le navate laterali, con volte a cupoletta, ospitano dodici altari minori con nicchie, statue e dipinti, tra cui spicca quello del [[Crocifisso|Santissimo Crocifisso]]. Dalla struttura si eleva la [[Campanile|torre campanaria]], eretta nel [[XVIII secolo|Settecento]] e ricostruita nel [[1923]] dopo il terremoto del [[1905]], composta da quattro piani con pareti in cotto semplici e decorate da lesene e capitelli.{{Vedi anche|Chiesa di Santa Maria Maggiore (Rende)}}
|contenuto =
 
<gallery>
* '''Santuario di Maria Santissima di Costantinopoli''', nel centro storico di Rende, fu edificato intorno al [[1600]] e come si presenta oggi risale al [[1719]]. La [[facciata a capanna]] presenta in alto un finestrone a vetri colorati raffigurante la [[Nostra Signora di Costantinopoli|Vergine di Costantinopoli]] con il Bambino; sul lato destro si trova la [[sagrestia]], sormontata dal [[campanile a vela]]. L’interno, a [[croce latina]], è decorato e ospita un [[altare]] in marmi policromi. All’altezza del [[transetto]] la [[cupola]] è affrescata a tempera da Achille Capizzano con la ''Madonna di Costantinopoli in Gloria''. Sulla sinistra si trova una cappella, sul cui altare è posta l’antica statua e sul lato destro, una preziosa icona [[acheropita]] su rame detta “''Macchietta''”. Il 15 maggio [[1978]], per decreto dell’Arcivescovo di [[Diocesi di Cosenza|Cosenza]] [[Enea Selis|Mons. Enea Selis]], la chiesa fu elevata a [[Santuario]] [[Santuario|diocesano]]. I festeggiamenti ricorrono 40 giorni dopo [[Pasqua]], il martedì dopo [[Pentecoste]]. Tra i dipinti di pregio, oltre alla pala d’altare, si segnala nella [[cantoria]] l’“''Allegoria della Madonna di Costantinopoli''” (1777) di Cristoforo Santanna. Il Santuario dispone di uno spazio musealizzato con [[Paramento liturgico|paramenti]] sacri e argenti, come [[Pisside|pissidi]], calici, croci e ostensori, databili tra [[XVII secolo|XVII]] e [[XVIII secolo|XVIII]] secolo.{{Vedi anche|Santuario di Santa Maria di Costantinopoli}}
File:Chiesa matrice.jpg|La Chiesa Matrice di Santa Maria Maggiore nel centro storico.
* '''Chiesa del Ritiro''', è dedicata a [[Arcangelo Michele|San Michele Arcangelo]] e risale al periodo [[Normanni|normanno]]. Restaurata più volte, della facciata originale rimane il portale con le due colonne ai lati. La pianta è a [[croce greca]] ed in ciascun lato vi sono delle [[Cappella|cappelle]] in stile [[barocco]]. Sotto i quattro archi che formano la cupola sono state poste quattro statue che raffigurano la [[Prudenza]], la Fortezza, la [[Giustizia]], la [[temperanza]]. Numerosi quadri, alcuni dei quali di Pascaletti e di [[Cristoforo Santanna|Santanna]], abbelliscono la chiesa. Inoltre all'interno sono conservate anche sculture in [[legno]] e [[marmo]], una di queste è la statua lignea di San Giacomo qui portata dalla chiesa dell'Assunta quando questa fu distrutta da un terremoto.{{Vedi anche|Chiesa del Ritiro (Rende)}}
File:Santuario di costantinopoli.jpg|Il Santuario di Costantinopoli.
* '''Chiesa di Maria Santissima del Rosario''', immediatamente sotto il castello, sull'antica piazza del Seggio, si erge la chiesa [[XVIII secolo|settecentesca]] di [[Barocco|stile barocco]] del Rosario. Sulla facciata, interamente in pietra tagliata, risaltano quattro [[Nicchia|nicchie]] a conchiglia e gradevoli decorazioni che la rendono una delle chiese più belle del territorio. All'interno sono custoditi oggetti di grande valore, molti dei quali presenti nell'Inventario degli oggetti d'arte in Italia. Da ammirare durante le festività natalizie il presepe con statuette del [[1700]].{{Vedi anche|Chiesa del Santissimo Rosario (Rende)}}
 
* '''Chiesa di San Francesco d'Assisi e di Santa Maria delle Grazie''', la chiesa fu costruita nel [[XVI secolo|Cinquecento]], ma i numerosi terremoti in Calabria ne causarono gravi danni; più volte ricostruita, fu completamente restaurata nel [[1783]]. La facciata presenta un [[Portale (architettura)|portale]] ad [[arco a tutto sesto]] in pietra calcarea, sormontato da una piccola edicola con statuetta della [[Immacolata Concezione|Madonna]] [[Immacolata Concezione|Immacolata]] (patrona di Rende), e poco più in alto un [[rosone]] rettangolare. L’interno, a unica [[navata]], ospita sull’altare l’olio su tela “''Immacolata tra due angeli''” (attribuito a [[Francesco De Mura]], [[XVIII secolo]]), inserito in un complesso murario ornato da stucchi. Lungo la navata si susseguono altari con archi decorati che conservano dipinti e sculture, tra cui statue di [[Antonio di Padova|S. Antonio da Padova]] e della [[Madonna delle Grazie]] con il Bambino, e alcuni oli su tela. Sul soffitto spicca “''Apoteosi dell’Immacolata''” (Cristoforo Santanna, [[1797]]). Sono presenti inoltre quattordici quadretti della [[Via Crucis]] di Cristoforo Santanna e un tondo a fondo dorato con la Vergine e il Bambino (attribuito a [[Dirk Hendricksz|Dirck Hendricksz]], detto Teodoro d’Errico). La chiesa custodisce infine un’[[acquasantiera]] in marmo verde e sette [[Reliquiario|busti porta-reliquie]] in legno dorato, entrambi del [[XVII secolo]].<ref>La chiesa sorge annessa all’ex convento dei Minori Francescani Osservanti, ora Convento delle Clarisse.</ref>{{Vedi anche|Chiesa di San Francesco d'Assisi (Rende)}}
*'''Chiesa di Maria Santissima della Consolazione''', parrocchiale, sorge in [[Arcavacata]] centro storico. È stata edificata nel '700 a seguito di una guarigione miracolosa di uno zoppo e di un cieco, fu ampliata per opera della famiglia Magdalone e conclusa nel [[1892]]. L'edificio si mostra alla vista col garbo decorativo delle maestranze locali nel bel prospetto delimitato da [[Lesena|lesene]] sovrastate da originali [[Capitello|capitelli]], da [[Nicchia|nicchie]], da ricche [[Cornice (architettura)|cornici]] e dal [[Timpano (architettura)|timpano]] di coronamento; mentre sulla destra vi è una robusta torre campanaria quadrangolare costituita da tre piani coronati nella parte alta da un terrazzino cinto da un'elegante balaustra. L'interno di gusto [[barocco]] tardo-meridionale è costituito da una sola, ampia [[navata]] delimitata da piatte lesene incassate nei muri e capitelli, quali racchiudono nello spazio libero alcune tele di carattere sacro. Numerose statue, tra cui quella della Madonna della Consolazione, da cui prende il nome l'edificio, sono custodite entro stipi [[XVIII secolo|settecenteschi]] appoggiati alle pareti della navata. La festa titolare è il [[lunedì dell'Angelo]].
{{Vedi anche|Chiesa di Santa Maria della Consolazione (Arcavacata)}}
 
* '''Chiesa di Santa Maria Assunta''', più volte rasa al suolo dai terremoti, prima era intestata alla [[Madonna di Loreto]] (denominazione corrotta dal popolo in “Madonna d’u Ritu”). L’attuale edificio dell’Assunta fu edificato tra il [[1858]] ed il [[1876]]. Sorge sul medesimo luogo dove sorgeva una chiesa dedicata a [[Santa Sofia]], il cui culto è di chiara origine [[Bisanzio|bizantina]]. La facciata, con la quale il sacro edificio si mostra alla vista, è sobria ma decorosa. Costruita in pietra di fiume e mattoni cotti al sole, la chiesetta ha l’ingresso costituito da un portale con una semplice [[modanatura]] perimetrale e da una [[lunetta]] con una formella in ceramica che riproduce una Madonna benedicente ed alcuni angeli, che rompe l’uniformità della massa muraria. Della vecchia chiesa sono rimaste due colonne, che ancor oggi sono i pilastri della nuova, ed un bassorilievo marmoreo che rappresenta il miracolo di [[Giacomo il Maggiore|San Giacomo]] in [[Santo Domingo de la Calzada]]. All’interno, il soffitto in legno spicca nella semplicità delle decorazioni; il presbiterio è diviso da un’arcata e comprende l’altare in pietra sovrastato dalla statua della Titolare. Di notevole fattura anche un quadro a tempera di Donato Magli raffigurante [[Assunzione di Maria|Santa Maria Assunta in Cielo]]. Durante i festeggiamenti di ferragosto ancora oggi si effettuano antichi giochi, come la corsa dei sacchi, la rottura delle pignatte attaccate ad una corda sospesa in aria e molti altri.
* '''Chiesa di [[Giovanni Battista|San Giovanni Battista]]''', nel centro storico, datata 1790 è stata da pochi anni restaurata: presenta un'unica navata semplice e di piccole dimensioni decorata da alcuni quadri sulle pareti; il presbiterio a pianta quadrata presenta un altare in marmi policromi e una tela rappresentante il Battista. La Chiesa custodisce anche le statue di [[Ippolito di Roma|sant'Ippolito]] e [[santa Lucia]].
* '''Ex Chiesa dell'[[Annunciazione|Annunziata]]''': a pochi passi dalla chiesa di sant'Antonio e dal castello, sorge un piccolo edificio di stile moderno incompleto oggi inutilizzato, sorto sui resti dell'antica chiesa dell'Annunziata, gravemente danneggiata e demolita dopo il terremoto<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://www.cosenzachannel.it/2020/02/25/terremoto-a-rende-se-la-paura-fa-quaranta-il-1980/|titolo=Terremoto a Rende, la paura fa... quaranta · Cosenza Channel|sito=Cosenza Channel|accesso=2023-02-11}}</ref> del [[1980]]. Le origini della chiesa sono perlopiù ignote e confuse, ma per certo si sa che la chiesa ospitava un'omonima [[Confraternita (Chiesa cattolica)|confraternita]] nel [[XVII secolo]]. Alcuni arredi ed elementi architettonici sono stati spostati nelle altre chiese del centro storico.
* '''Chiesa di [[Antonio abate|Sant'Antonio abate]]''', piccola chiesetta situata non lontano dal castello. Durante i festeggiamenti è usanza distribuire ai fedeli piccoli pezzetti di [[pane azimo]] (pane di Sant'Antonio) chiamato “chucchjiddru”; la sera dello stesso giorno, nella piazzetta antistante l'edificio, viene acceso un falò con vecchi mobili e legna presa per l'occasione.
* '''Chiesa di [[Nostra Signora della Neve|Santa Maria della Neve]]''', il piccolo edificio presenta una semplice facciata con portale in pietra liscia e finestrella circolare. In alto due nicchie con campana. All'interno, sull'altare in arenaria intagliato (1616), spicca una tela raffigurante Maria SS. della Neve (di Andrea Carino, 1703). Il culto per questa Madonna si deve a una miracolosa nevicata in pieno agosto e alla contemporanea apparizione della Vergine a [[papa Liberio]] (352-366).
* '''Chiesa della [[Pietà (teologia)|Santissima Vergine della Pietà]]:'''<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://www.rendecentrostorico.it/chiese/chiesa-della-ss-vergine-della-pieta/|titolo=Chiesa della SS. Vergine della Pietà – Rende Centro Storico|accesso=2023-03-01}}</ref> È una delle chiese più antiche (un frammento all'interno indica l'anno [[1117]]) e anche una delle più riedificate negli anni. Sorge a Nogiano nei pressi della cosiddetta “''guardiola''”, importante posto di guardia all’epoca dei [[Saraceni]], considerato anche il primitivo luogo d’insediamento degli antichi abitanti di Rende. La facciata ad intonaco della chiesetta è abbellita da un [[Portale (architettura)|portale]] in [[tufo]] intagliato con motivi geometrici a rilievo profilati da un’ampia dentellatura perimetrale. Al centro del prospetto è posto un [[oculo]] circolare mentre sulle estremità laterali si trovano due [[Nicchia|nicchie]] ognuna delle quali contiene una statua di santo. L’interno ha un soffitto decorato ed è organizzato in un solo vasto ambiente a sviluppo longitudinale. Sulla parete posta dietro la mensa eucaristica risalta un dipinto ad olio su tela settecentesco di autore sconosciuto su cui è raffigurata una Madonna della Pietà. Nella navata, su un altarino sulla sinistra, è custodita in una nicchia una statua processionale di fattura artigianale della suddetta Madonna. All'esterno, a seguito del terremoto del [[1980]] è stato edificato un campanile di moderna concezione.
* '''Chiesa di [[Paolo di Tarso|San Paolo Apostolo]]''', la chiesa di titolo parrocchiale, sorge in un edificio che in passato era un grande panificio denominato PAB (Panificio Automatico Bruzio). Nel [[1973]] [[Papa Paolo VI]] decise di fornire un’assistenza spirituale ai giovani studenti dell'[[Università della Calabria]] tramite i [[Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù|Padri Dehoniani]]. La parrocchia è ubicata vicino al [[Università della Calabria|Campus universitario]] di [[Arcavacata]] in Contrada San Gennaro al confine fra Arcavacata e Quattromiglia. L'interno della chiesa è alquanto austero, di forma rettangolare, manca di elementi decorativi, a parte la grande croce in legno dietro l'altare e le 14 raffigurazioni della passione di Cristo. All'esterno dell'edificio svetta una croce a forma di tàu, con uno spazio vuoto a forma di cuore all'estremità superiore, che simboleggia il Sacro Cuore di Gesù. La parrocchia, soprattutto grazie alla presenza dei [[Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù|Dehoniani]], conta un gran numero di fedeli provenienti da tutto l’hinterland.
* '''Cappella Universitaria,''' la cappella è ospitata in un’aula del palazzo del Rettorato sul ponte Pietro Bucci dell’[[Università della Calabria]]. Questo piccolo luogo di culto, supporto spirituale per gli studenti e il personale dell’Unical, afferisce alla parrocchia di San Paolo Apostolo.
* '''Chiesa di Santa Maria Della Consolazione''' a [[Santo Stefano (Rende)|Santo Stefano]] è l'antica Cappella della famiglia Magdalone, le cui origini sono incerte. Al suo interno riposano le spoglie mortali di alcuni dei suoi esponenti<ref>{{Cita web|url=http://www.nobili-napoletani.it/Magdalone-Maddalone.htm|titolo=Famiglia Magdalone o Maddalone|accesso=2022-05-02}}</ref>. All'esterno è presente un piccolo cortile recintato da un elegante muretto in mattoni e ringhiere di ferro. L’interno della chiesa, di stile ottocentesco, è molto semplice: il [[presbiterio]] a pianta circolare è decorato da capitelli barocchi e al centro sorge l’altare sul quale è posta la “''Madonna della Consolazione''”, olio su tela di Giovanni Greco (1929). La Cupola, all’interno affrescata da stucchi barocchi, all’esterno è composta da dodici file di coppi di terracotta. La chiesa, anticamente unico luogo di culto della zona, viene riaperta in poche occasioni. La festa titolare è l’ultima domenica di Agosto, anticamente anche fiera del bestiame.{{Vedi anche|Chiesetta di Santa Maria della Consolazione}}
* '''Chiesa di [[San Rocco]]''', piccola chiesa, in contrada Rocchi di [[Arcavacata]]<ref>{{Cita web|url=http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/AccessoEsterno.do?mode=ParrocchieMAP&idSessioneEsterna=112233445566778899&sercd=88077|titolo=Le CHIESE delle Diocesi ITALIANE Chiesa di San Rocco - - Rende - Cosenza - Bisignano - elenco censimento chiese|sito=www.chieseitaliane.chiesacattolica.it|accesso=2023-03-01}}</ref>. Prima dell'ingresso è posto un piccolo atrio coperto che è più recente rispetto al resto dell'edificio, l'interno è molto semplice con alcune cornici sulle pareti. Della sua forma originaria non conserva più nulla, se non il piccolo [[campanile a vela]] con una sola campana a corda. All’interno l’altare quadrato semplice, in legno, domina l’aula liturgica. Sulla parete di fondo è posto un grande [[crocifisso]] ligneo. Nella cappella è custodita la statua del Santo, di perenne devozione, la cui festa si svolge la seconda domenica di Settembre. La chiesa fa parte della Parrocchia universitaria di [[Paolo di Tarso|San Paolo Apostolo]] retta dai [[Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù|Dehoniani]]. Per molto tempo fu attivo nei pressi di questa chiesa, il monastero dei santi Pietro e Paolo, successivamente trasformato in palazzotto nobiliare.
* '''Chiesa di [[Santa Maria di Monserrato]]:''' vicino all'attuale edificio sorgeva fino a pochi anni fa una antica chiesetta di proprietà della famiglia Magdalone, dismessa all’inizio degli anni 60, dedicata prima a [[Madonna dell'Olmo|Santa Maria dell'Olmo]] e poi alla Madonna di [[Monastero di Montserrat|Montserrat]], della quale oggi resta un solo muro a seguito della sua totale demolizione dopo mezzo secolo di abbandono e rovina. L'edificio sacro fu eretto una prima volta nel [[1950]], ma a causa dei danni riportati nel corso del sisma del [[1980]], fu nello stesso periodo ristrutturato, con l'aggiunta di una slanciata torre campanaria di stile moderno. Nel [[2021]], in seguito ai lavori di rimodernamento degli interni, la chiesa ha riaperto le porte ai fedeli dopo alcuni anni. La facciata della nuova chiesa è preceduta da un ampio [[Portico|porticato]] sorretto da quattro [[Pilastro|pilastri]] a sezione quadrangolare; l'interno è ad un unico corpo a svolgimento longitudinale, costituito da lesene e balaustre moderne e da un rivestimento in gradevoli mattoncini. Nella chiesa sono custodite alcune statue processionali e delle tele con immagini sacre.<ref>{{Cita web|url=http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/AccessoEsterno.do?mode=ParrocchieMAP&idSessioneEsterna=112233445566778899&sercd=88076|titolo=Le CHIESE delle Diocesi ITALIANE Chiesa di Santa Maria di Monserrato - - Rende - Cosenza - Bisignano - elenco censimento chiese|sito=www.chieseitaliane.chiesacattolica.it|accesso=2023-03-01}}</ref>
* '''Chiesa di [[Carlo Borromeo|San Carlo Borromeo]]''',<ref>{{Cita web|url=http://www.sancarlorende.it/index.html|titolo=Home Page|autore=Webmaster A&A|sito=sancarlorende|lingua=it-IT|accesso=2023-03-01}}</ref> parrocchiale, è integrata nel Parco Rossini e la pianta è di forma circolare. Le grandi dimensioni della struttura rendono visibile, anche da molto lontano, la particolare cupola semisferica, che raggiunge i 30 metri d'altezza. La struttura geometrica si concretizza in un effetto visivo di grande suggestione. L'ingresso aperto sulla facciata è provvisto di un portale superiore. All'interno sono poste 21 colonne e nell'aula possono trovare spazio oltre 500 persone con ampia libertà di movimento. Di notevole fattura le immagini del percorso di Gesù. La cupola della chiesa insieme al municipio sono diventati l'emblema della parte nuova della città.
* '''Chiesa della Beata [[Nostra Signora di Lourdes|Vergine di Lourdes]]''': questa chiesa parrocchiale sorge in prossimità del parco Robinson. Interamente realizzata in cemento armato, con l'utilizzo di particolari pannelli prefabbricati, garantisce un ottimo isolamento termico ed acustico. L'interno della chiesa è illuminato da una grande vetrata istoriata posta dietro l'altare.
* '''Chiesa di [[Antonio di Padova|Sant'Antonio da Padova]]''' si trova a Commenda ed ha titolo di chiesa parrocchiale<ref name="minube.it">{{Cita web|url=https://www.minube.it/posto-preferito/chiesa-san-giovanni-battista-a3616380|titolo=Chiesa San Giovanni Battista|sito=Minube|lingua=it-IT|accesso=2023-03-01}}</ref>. Elevata tra il [[1979]] e il [[1985]] su disegno dell'architetto Raffaele Filippelli, si raccorda perfettamente con l'ambiente naturale e la scenografica fuga dei palazzi circostanti. L'uso di materiali come [[cemento]] e [[ferro]] conferiscono alla struttura una notevole eleganza formale, come si evince dall'armoniosa geometria delle membrature che confluiscono verso la [[Cuspide (architettura)|cuspide]] la quale corona la fabbrica con la lanterna vetrata e la croce commessa in cima. La torre campanaria è incorporata alla chiesa e svetta con la sua forma slanciata per favorire la propagazione del suono delle [[Campana|campane]] a distanza notevole. L'interno riceve in abbondanza la luce proveniente dai ventiquattro finestroni, dalle fessure verticali poste dietro l'altare, che crearono con le proprie lame di luce effetti suggestivi. L'ampia struttura architettonica incorpora anche il [[convento]] dei [[Ordine dei Frati Minori|Frati Minori]] con le celle dei religiosi e gli spazi comuni (biblioteca, refettorio). La festa del patrono è il 13 giugno.
* '''Chiesa di [[Giovanni Battista|San Giovanni Battista]]''', a Commenda<ref name="minube.it" />: il terreno su cui sorge questa chiesa apparteneva al Supremo [[Sovrano Militare Ordine di Malta|Ordine Militare di Malta]]. L'antica chiesetta fu fondata nel [[XVII secolo]] dall'[[abate commendatario]] Giuseppe d'Aquino. Nel corso degli anni fu più volte rimaneggiata. Oggi la facciata è divisa da [[Lesena|lesene]] piatte con [[Capitello|capitelli]] e decorazioni che racchiudono due [[Nicchia|nicchie]] vuote. Il [[Portale (architettura)|portale]] è in [[pietra]] e senza motivi ornamentali. All'interno, a unica [[navata]], si possono ammirare il soffitto decorato, due statue processionali vicino all'altare dell'[[Maria Addolorata|Addolorata]] e [[Giovanni Battista|San Giovanni]] e alcuni quadri con soggetto sacro.
* '''Chiesa di [[Francesco da Paola|San Francesco da Paola]]''', in località Surdo<ref>{{Cita web|url=https://www.sstrinitarende.it/?page_id=51|titolo=Chiesa San Francesco di Paola – Parrocchia SS.ma Trinità|lingua=it-IT|accesso=2023-03-01}}</ref>: già cappella privata della famiglia Zagarese<ref>{{Cita web|url=http://www.nobili-napoletani.it/Zagarese.htm|titolo=Famiglia Zagarese|sito=www.nobili-napoletani.it|accesso=2022-07-19}}</ref>, il sacro luogo fu varie volte ripreso, nel [[1973]] quando venne ampliato per far fronte all'accresciuto numero di fedeli, e nel [[1980]] dopo il tremendo [[terremoto]]. La [[facciata]] è divisa in fasce rettangolari ad [[intonaco]], il [[Portale (architettura)|portale]] in [[tufo]] è profilato da una sobria [[Cornice (architettura)|cornice]], la parte superiore è coronata da un [[Timpano (architettura)|timpano]] triangolare, il quale regge la [[campana]] entro un semplice [[campanile a vela]]. L'ambiente interno è molto semplice: il [[presbiterio]] è diviso dalla [[navata]] da un possente [[Arco (architettura)|arco]] e l'altare posto sul fondo è in muratura. All'interno della chiesa sono custodite la statua di [[Francesco da Paola|San Francesco da Paola]] e un bel quadro della [[Madonna del Rosario]], posto sull'altare. La Festa patronale è l'ultima domenica di [[giugno]].
* '''Chiesa della [[Trinità (cristianesimo)|SS. Trinità]]''', sede parrocchiale di recente realizzazione<ref>{{Cita web|url=https://www.sstrinitarende.it/?page_id=36|titolo=Chiesa SS.ma Trinità – Parrocchia SS.ma Trinità|lingua=it-IT|accesso=2023-03-01}}</ref>, sorge sul lato sinistro del fiume Surdo, in contrada Linze. La facciata rettangolare è caratterizzata da due grandi archi in [[calcestruzzo]] faccia-vista che incrociandosi individuano simbolicamente l'ingresso principale. La chiesa, completamente rivestita in mattoni faccia-vista tipici del luogo (Rende ospitava proprio in località Surdo alcuni mattonifici), presenta all'interno un'unica ampia navata con struttura a [[semicerchio]]. Il portone d'entrata si affaccia su una scalinata semicircolare che si estende sull'ampia piazza antistante dedicata a monsignor [[Dino Trabalzini]].
* '''Chiesa di [[Divina Misericordia|Gesù Misericordioso]]''', sorge a Santo Stefano, vicino all’area che un tempo ospitava la [[Fiera di Arcavacata]]. Edificata dai Padri [[Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù|Dehoniani]], completata nel 2000 e dedicata nel 2007. Sotto l'altare conserva le reliquie di [[Maria Faustina Kowalska|Santa Faustina Kowalska]] e presenta un’ampia aula liturgica, priva di particolari elementi architettonici. Tra le statue presenti vi è quella della Madonna della Consolazione, proveniente dalla chiesetta antica e concessa dalla famiglia Magdalone per l’esposizione alla comunità. La facciata, semplice è sormontata da una guglia con una croce. Al piano inferiore si trova anche l’oratorio parrocchiale.
* '''Chiesa di [[Francesco da Paola|San Francesco da Paola]]''', il piccolo edificio<ref>{{Cita web|url=http://www.sanfrancescodapaolasanianni.com/storia-history/|titolo=Storia}}</ref>, di proprietà della Famiglia Basile, si trova in un castagneto di contrada Sant’lanni. È di origine incerta e nel corso degli anni è stato più volte ristrutturato. Oggi la facciata, molto sobria, presenta un semplice portale affiancato da [[Lesena|lesene]] appena accennate. Nella parte superiore è poi visibile un piccolo campanile a vela e a destra nel [[1993]] è stato edificato un piccolo campanile. All'interno, ad unica navata, rimane l'altare in legno sormontato da una tela raffigurante il Santo affiancata da due statue di santi. Una di queste, in legno scolpito, raffigura San Francesco d'Assisi. Nella chiesa, inoltre, è custodita una preziosa reliquia: una spina della corona imposta dai soldati mercenari a Cristo dopo la flagellazione. La chiesa fu edificata per ricordare che San Francesco era solito fermarsi in questi luoghi durante i suoi viaggi da Paola a [[Paterno Calabro|Paterno]] e [[Spezzano della Sila]]. Un tempo si organizzava una festa votiva nel mese di Luglio.
* '''Chiesa di [[Agostino d'Ippona|Sant'Agostino]]''', sorge nell'omonima frazione, si sviluppa su un crinale immerso nel verde nei pressi di quello che un tempo fu un antico convento dei padri Agostiniani soppresso durante l'occupazione francese a Rende. Cappella gentilizia della famiglia Spada, la chiesa è molto espressiva nella sua semplicità: l'ingresso è coperto da una piccola tettoia a tegole, sovrastata da un oculo circolare e dal [[campanile a vela]] posto sopra il [[frontone]]. All'interno, è presente un piccolo altare decorato, in muratura sovrastato dall'immagine del Santo in un dipinto in olio su tela, e dai lati due dipinti sacri unici nell'interno privo di decorazioni.
* '''Chiesa di [[Chiara d'Assisi|Santa Chiara]]''', il piccolo edificio, sorge vicino al moderno parco acquatico. È una piccola chiesetta decorata da alcune tele e statue votive, di fattura semplice. La chiesa è sorta nel 2006 ed è stata ricavata da un vecchio edificio attiguo a un campetto da calcio. La sua nascita è dovuta alla devozione dei fedeli del quartiere che nei primi anni del 2000 hanno iniziato a organizzare una festa in onore alla Santa di Assisi. All'interno un modesto altare è sovrastato da una tela raffigurante la Santa di Assisi e conserva altri arredi di carattere votivo.
* '''Chiesa di Santa Venere''', edificata da privati negli anni '90, sorge in contrada Vennarello a [[Santo Stefano (Rende)|Santo Stefano]] nei pressi di una delle più antiche chiese di Rende di cui oggi restano pochi ruderi: questa era stata costruita su un antico tempio dedicato a [[Venere (divinità)|Venere]].
*'''Chiesa di [[San Biagio]],''' la cappella gentilizia della famiglia Campagna, sorgeva in contrada San Biase a [[Santo Stefano (Rende)|Santo Stefano]]. È stata sconsacrata negli anni 80 ed oggi è in stato di abbandono.<ref>{{Cita web|url=http://www.nobili-napoletani.it/Campagna.htm#:~:text=La%20famiglia%20Campagna%20da%20secoli,l%27incanto%20dei%20fiscali%E2%80%9D.|titolo=Famiglia Campagna|sito=www.nobili-napoletani.it|accesso=2023-02-11}}</ref> Presenta ancora oggi la facciata con un portale a sesto acuto e un’elegante scalinata.
*'''Cappella di [[Pio da Pietrelcina|San Pio]]''': una piccola cappella votiva del quartiere popolare di Dattoli. Ricavata dai locali di uno dei palazzi, all’interno è semplice e custodisce la statua di San Pio da Pietrelcina, alcune cornici votive e un altare in bronzo proveniente dalla Chiesa di Santa Maria della Consolazione.
* '''[[Chiesa evangelica|Chiesa Evangelica]] Siloe''': sorge lungo il parco fluviale di [[Quattromiglia]] e raccoglie la comunità evangelica Rendese. <gallery>
File:Chiesa Matrice di Rende.jpg|Chiesa Matrice di Santa Maria Maggiore (o ''Santa Maria delle Nevi'').
File:Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, Rende Centro Storico.jpg|Il Santuario di Maria SS. di Costantinopoli.
File:Chiesa del Ritiro Rende CS.jpg|Chiesa del Ritiro (o ''San Michele Arcangelo'').
File:Chiesa di Maria SS. del Rosario, Rende (CS)..jpg|Chiesa di Maria SS. del Rosario
File:Chiesa di Santa Maria delle Grazie o San Francesco d'Assisi, Rende (CS).jpg|Chiesa di S. Maria delle Grazie o San Francesco d’Assisi, Monastero delle Clarisse.
File:Chiesa Di Santa Maria della Consolazione, Arcavacata di Rende (CS).jpg|Chiesa di Maria SS. della Consolazione, Arcavacata.
File:Chiesa della Santissima Vergine della Pietà, Nogiano di Rende (CS).jpg|Chiesa della SS. Vergine della Pietà, Nogiano.
File:Chiesa di Santa Maria Assunta, Rende (CS).jpg|Chiesa di Maria SS. Assunta, o “''du Ritu''”
File:Chiesa di San Giovanni Battista, Rende (CS).jpg|Chiesa di San Giovanni Battista.
File:Chiesa di S. Antonio Abate, Rende (CS).jpg|Chiesa di Sant'Antonio Abate
File:San Carlo Borromeo - panoramio.jpg|Chiesa di San Carlo Borromeo, Quattromiglia (c.da Tocci).
File:Chiesetta di Monserrato a Quattromiglia (Rende).jpg|Chiesa di Santa Maria di Monserrato, Quattromiglia.
File:Chiesa di Santa Maria della Consolazione, Santo Stefano di Rende.jpg|Chiesa di Santa Maria della Consolazione, Santo Stefano.
File:Chiesa di San Rocco (Rende, Italy).jpg|Chiesa di San Rocco di Montpellier, Arcavacata (C.da Rocchi).
File:Chiesa di Santa Maria delle Nevi, Rende (CS).jpg|Chiesetta di Santa Maria delle Nevi (nota anche solo come ''Santa Maria'')
File:Chiesa di San Francesco da Paola, Surdo di Rende (CS).jpg|Chiesa di San Francesco da Paola, Surdo.
File:Chiesa di San Giovanni Battista, Commenda di Rende (CS).jpg|Chiesa di San Giovanni Battista, Commenda.
File:Chiesa di S. Agostino, Rende (CS).jpg|Chiesa di S. Agostino, C.da S.Agostino
File:Chiesa della trinità Rende.jpg|Chiesa della SS. Trinità, Saporito (c.da Linze).
File:Chiesa di Sant'Antonio da Padova (Rende).jpg|Chiesa di Sant’Antonio da Padova, Commenda.
File:Chiesa di San Paolo Apostolo (Rende).jpg|Chiesa San Paolo Apostolo, Arcavacata (San Gennaro-Università).
File:Chiesa di Gesù Misericordioso - Santo Stefano di Rende (CS).jpg|Chiesa di Gesù Misericordioso, Santo Stefano (c.da Macchialonga).
File:Santuario della vergine di Lourdes.jpg|Chiesa della Beatissima Vergine di Lourdes, Roges.
File:Cappella di San Biase, S.Stefano di Rende (CS).jpg|Ex Cappella di San Biagio, (c.da San Biase).
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File:Chiesa del Ritiro (Rende).jpg|La Chiesa del Ritiro.
File:Chiesa del Rosario (Rende).jpg|La chiesa del Rosario nella Piazza degli Eroi.
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File:San Carlo Borromeo - panoramio.jpg|La chiesa di San Carlo Borromeo nel Parco Rossini, centro della città
File:Santuario della vergine di Lourdes.jpg|Santuario della Beata Vergine di Lourdes a Roges.
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File:Chiesa sant'antonio da padova.jpg|La chiesa di Sant'Antonio da Padova a Commenda.
File:Chiesa s.paolo apostolo.jpg|La chiesa di San Paolo Apostolo.
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File:Chiesa maria della consolazione.jpg|La chiesa di Maria SS. della Consolazione ad Arcavacata.
File:Chiesa s.francesco da paola.jpg|Chiesa S.Francesco da Paola a Surdo.
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File:Chiesa della trinità.jpg|Chiesa della SS. Trinità a Saporito.
File:Chiesa monserrato.jpg|La chiesetta di Monserrato a Quattromiglia.
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File:Chiesa maria dell'assunta.jpg|Chiesa di Maria SS. dell'Assunta.
File:Chiesa s.rocco.jpg|La chiesetta di San Rocco in località Rocchi.
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File:Chiesa gesù misericordioso.jpg|Chiesa di Gesù Misericordioso a Santo Stefano.
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}}
* ''Chiesa matrice di [[Maria, madre di Gesù|Santa Maria Maggiore]]''. Il sacro edificio che s'innalza con bell'effetto architettonico all'inizio del corso principale del centro storico, fu eretto presumibilmente attorno al [[XII secolo]] col titolo di Santa Maria Maggiore o di [[Madonna della Neve|Santa Maria della Neve]], ma a causa di gravi danni causati dagli scuotimenti sismici alla fabbrica nel corso dei secoli, dovette essere ricostruita varie volte e in epoche diverse: segnatamente nel primo '[[1500|500]] e poi ancora tra il [[1740]] e il [[1799]]. La chiesa si presenta oggigiorno al termine di un'ampia scalinata sul piano del [[sagrato]], con un'armoniosa [[facciata a salienti]] che riproduce in sezione l'interno, nonché ripartita in basso da tre [[Portale|portali]] in [[tufo]], in concordanza con l'interno a [[croce latina]] scandito da tre altre [[Navata|navate]], di cui la mediana doppia delle laterali. Nel mezzo della fronte campeggia un bel rosone tufaceo a raggiera con sedici colonnine sagomate. Nell'interno, dodici robusti pilastri quadrangolari, sovrastati da capitelli compositi rivestiti in foglia d'[[oro]] zecchino, sorreggono l'ampia volta a botte mediante una serie d'arcate a tutto sesto. Lungo le navate laterali con la volta a cupoletta si susseguono dodici altari minori (sei per parte) con altrettante [[Nicchia|nicchie]] corredate di statue o dipinti, tra cui emerge quello del Crocifisso. Sulla chiave di volta si stava l'arme civica costituita dallo scudo araldico sagomato con al centro le tre torri e alla base, inciso nel tufo in tutte le lettere, l'antico toponimo ''Renda.'' Dal corpo della struttura si eleva una slanciata torre campanaria innalzata nel '[[1700]] ma ricostruita nel [[1923]] per i danni subiti dal terribile terremoto del [[1905]]. Composta da quattro piani coronato ognuno da una pronunziata corniciatura, ha le pareti esterne in cotto di lineare semplicità delimitate da lesene decorative e sovrastate da capitelli.
* ''Santuario di Maria Santissima di Costantinopoli''. Posta nel centro storico di Rende, è stata edificata intorno al 1600, ma come si mostra attualmente risale al 1719. L'esterno ha una [[facciata a capanna]], nella parte superiore è presente un finestrone a vetri colorati raffigurante la [[Vergine di Costantinopoli]] con il Bambino. Sul lato destro è la sagrestia, sormontata dal campanile. L'interno è a [[croce latina]], ed è ricco di decorazioni che fanno da corona ad un altare in marmi [[Policromia|policromi]]. All'altezza del [[transetto]] la [[cupola]] con la Madonna di Costantinopoli in Gloria affrescata a [[Pittura a tempera|tempera]] da Achille Capizzano. All'interno del luogo religioso, sulla sinistra, si trova una cappella dedicata a Maria Santissima di Costantinopoli, con la statua della Vergine e un'icona dipinta ad olio su rame, comunemente detta Macchietta. Il 15 maggio [[1978]], su decreto dell'Arcivescovo di Cosenza Mons. Enea Selis, la chiesa è stata elevata agli onori di [[Santuario]]. I festeggiamenti, ricorrono 40 giorni dopo [[Pasqua]], nello specifico, il martedì successivo alla domenica di [[pentecoste]]. Di notevole pregio, sono i dipinti su [[tela]] e su tavola presenti nella Chiesa: nella cantoria troviamo ad opera di [[Cristoforo Santanna]] l'Allegoria della Madonna di Costantinopoli databile [[1777]]. Il Santuario è provvisto di uno spazio musealizzato dove sono esposti paramenti sacri, utilizzati nei secoli passati per officiare la Santa Messa. Nel museo sono esposti inoltre diversi argenti di notevole pregio come Pissidi, [[Calice (liturgia)|Calici]], [[Croce cristiana|Croci]], [[Ostensorio|Ostensori]] databili intorno al [[XVII secolo|XVII]]/[[XVIII secolo]].
* ''Chiesa del Ritiro''. È dedicata a [[Arcangelo Michele|San Michele Arcangelo]] e risale al periodo [[Normanni|normanno]]. Restaurata più volte, della facciata originale rimane il portale con le due colonne ai lati. La pianta è a [[croce greca]] ed a in ciascun lato vi sono delle [[Cappella|cappelle]] in stile [[barocco]]. Sotto i quattro archi che formano la cupola sono state poste quattro statue che raffigurano la [[Prudenza]], la Fortezza, la [[Giustizia]], la [[temperanza]]. Numerosi quadri, alcuni dei quali di Pascaletti e di [[Cristoforo Santanna|Santanna]], abbelliscono la chiesa. Inoltre all'interno sono conservate anche sculture in [[legno]] e [[marmo]], una di queste e la statua lignea di San Giacomo qui portata dalla chiesa dell'Assunta quando questa fu distrutta da un terremoto.
* ''Chiesa del [[Madonna del Rosario|Rosario]]''. Immediatamente sotto il castello, sull'antica piazza del Seggio, si erge la chiesa [[XVIII secolo|settecentesca]] di [[Barocco|stile barocco]] del Rosario. Sulla facciata, interamente in pietra tagliata, risaltano quattro [[Nicchia|nicchie]] a conchiglia e gradevoli decorazioni che la rendono una delle chiese più belle del territorio. All'interno sono custoditi oggetti di grande valore, molti dei quali presenti nell'Inventario degli oggetti d'arte in Italia. Da ammirare durante le festività natalizie il presepe con statuette del [[1700]].
* ''Chiesa di [[San Francesco d'Assisi]] e di [[Madonna delle Grazie|Santa Maria delle Grazie]]''. La chiesa, con l'annesso convento<ref name=convento>Ex convento dei Minori Francescani Osservanti, ora Convento delle Clarisse</ref>, risale al [[1500]]. restaurata più volte, mantiene un aspetto barocco. La facciata esterna presenta una scalinata a semicerchio che permette di giungere nell'atrio del convento dove sono ancora presenti alcuni affreschi, anche se molto sbiaditi. All'interno della chiesa sono invece conservate opere di [[Cristoforo Santanna]], [[Francesco De Mura]] ed altri pregevoli quadri di autore ignoto, nonché sculture in legno ed altre in marmo di notevole fattura.
* ''Chiesa di [[San Carlo Borromeo]]''. Integrata nel Parco Rossini sorge la chiesa dedicata a San Carlo Borromeo, la pianta della costruzione è di forma circolare. Le grandi dimensioni della struttura rendono visibile, anche da molto lontano, la particolare cupola semisferica, che raggiunge i 30 metri d'altezza. La struttura geometrica si concretizza in un effetto visivo di grande suggestione. L'ingresso aperto sulla facciata è provvisto di un portale superiore. All'interno sono poste 21 colonne e nell'aula possono trovare spazio oltre 500 persone con ampia libertà di movimento. Di notevole fattura le immagini del percorso di Gesù. La cupola della chiesa insieme al municipio sono diventati l'emblema della città stessa.
* ''Santuario della [[Nostra Signora di Lourdes|Beata Vergine di Lourdes]]''. Questa chiesa sorge in prossimità del ''parco Robinson''. Interamente realizzata in cemento armato, con l'utilizzo di particolari pannelli prefabbricati, garantisce un ottimo isolamento termico ed acustico. L'interno della chiesa è illuminato da una grande vetrata istoriata posta dietro l'altare.
* ''Chiesa di [[Sant'Antonio di Padova|Sant'Antonio da Padova]]''. Il sacro edificio, che si trova a Commenda, elevato tra il 1979 e il 1985 su disegno dell'architetto Raffaele Filippelli, si raccorda perfettamente con l'ambiente naturale e la scenografica fuga dei palazzi circostanti. L'uso di materiali come cemento e ferro conferiscono alla struttura una notevole eleganza formale, come si evince dall'armoniosa geometria delle membrature che confluiscono verso la cuspide la quale corona la fabbrica con la lanterna vetrata e la croce commessa in cima. La torre campanaria è incorporata alla chiesa e svetta con la sua forma slanciata per favorire la propagazione del suono delle campane a distanza notevole. L'interno riceve in abbondanza la luce proveniente dai ventiquattro finestroni, dalle fessure verticali poste dietro l'altare, che crearono con le proprie lame di luce effetti suggestivi. L'ampia struttura architettonica incorpora anche il convento dei [[Ordine dei Frati Minori|Frati Minori]] con le celle dei monaci e gli spazi comuni (biblioteca, refettorio). La festa del patrono è il 13 giugno.
* ''Chiesa di [[San Paolo Apostolo]]''. La struttura che oggi ospita la chiesa, rappresentava in passato un grande panificio. Dopo il fallimento della società, nel [[1973]] [[Papa Paolo VI]] decise di fornire un’assistenza spirituale ai giovani studenti dell'[[Università della Calabria]] tramite i [[Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù|Padri Dehoniani]] che si stabilirono proprio nei locali dell'ex panificio. La parrocchia è nota infatti come "universitaria" ed è ubicata ad Arcavacata in Contrada San Gennaro. L'interno della chiesa è alquanto austero, di forma rettangolare, manca di elementi decorativi, a parte la grande croce in legno dietro l'altare e le 14 raffigurazioni della passione di Cristo. All'esterno dell'edificio svetta una croce a forma di tàu, con uno spazio vuoto a forma di cuore all'estremità superiore, che simboleggia il Sacro Cuore di Gesù. La parrocchia, soprattutto grazie alla presenza dei [[Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù|Dehoniani]], conta un gran numero di fedeli, non solo universitari, ma provenienti dalla città di Rende, dalla vicina [[Cosenza]] e in generale dalla [[Provincia di Cosenza|provincia]].
* ''Chiesa di [[Madonna della Consolazione|Maria SS. della Consolazione]]''. Questa chiesa sorge sui possedimenti appartenuti alla famiglia Magdalone, anch'essa situata in località Arcavacata. L'edificio si mostra alla vista col garbo decorativo delle maestranze locali nel bel prospetto delimitato da [[Lesena|lesene]] sovrastate da originali [[Capitello|capitelli]], da [[Nicchia|nicchie]], da ricche [[Cornice (architettura)|cornici]] e dal [[Timpano (architettura)|timpano]] di coronamento; mentre sulla destra vi è una robusta torre campanaria quadrangolare costituita da tre piani coronati nella parte alta da un terrazzino cinto da un'elegante balaustra. L'interno di gusto settecentesco è costituito da una sola, ampia [[navata]] delimitata da piatte lesene incassate nei muri, quali racchiudono nello spazio libero alcune tele di carattere sacro. Numerose statue, tra cui quella della Madonna della Consolazione, da cui prende il nome l'edificio, sono custodite entro stipi [[XVIII secolo|settecenteschi]] appoggiati alle pareti della navata. La festa patronale è il [[lunedì dell'Angelo]].
* ''Chiesa di [[San Francesco da Paola]]'' sorge in località Surdo e fu costruita per essere la cappella privata della famiglia Zagarese, importante famiglia rendese. Più volte restaurata, all'interno vi sono una statua del Santo ed un quadro raffigurante la Madonna del Rosario.
* ''Chiesa della [[Trinità (cristianesimo)|SS. Trinità]]''. Complesso parrocchiale di recente realizzazione, sorge sul lato sinistro del fiume Surdo, in contrada Linze. La facciata rettangolare è caratterizzata da due grandi archi in [[calcestruzzo]] faccia-vista che incrociandosi individuano simbolicamente l'ingresso principale. La chiesa, completamente rivestita in mattoni faccia-vista tipici del luogo (Rende ospitava proprio in località Surdo alcuni mattonifici), presenta all'interno un'unica ampia navata con struttura a [[semicerchio]]. Il portone d'entrata si affaccia su una scalinata semicircolare che si estende sull'ampia piazza antistante dedicata a mons. Trabalzini.
* ''Chiesa di [[Monserrat|Maria SS. di Monserrato]]''. La chiesa sorge nei pressi di una più antica costruzione, della quale però sono rimasti solo pochi ruderi, dedicata alla Madonna di [[Monastero di Montserrat|Montserrat]] ed era un tempo cappella privata della famiglia Magdalone. L'edificio sacro fu eretto una prima volta nel [[1950]], ma a causa dei danni riportati nel corso del sisma del [[1980]], fu nello stesso periodo riedificato nel luogo medesimo ove era ubicata la precedente costruzione, con l'aggiunta di una slanciata torre campanaria di stile moderno. La facciata della nuova chiesa è preceduta da un ampio porticato sorretto da quattro pilastri a sezione quadrangolare, mentre l'interno ad un unico corpo a svolgimento longitudinale evidenzia la mensa eucaristica, alcune statue processionali e delle tele con immagini sacre.
* ''Chiesa della SS. Vergine della Pietà''. Sorge vicino alla cosiddetta "Guardiula" ed è una delle chiese più antiche, un frammento all'interno indica l'anno [[1117]]. Restaurata più volte, sul fianco destro vi è un campanile di moderna concezione.
* ''Chiesa di [[Assunzione di Maria|Maria SS. dell'Assunta]]''. L'edificio, di piccole dimensioni, sorge poco distante dalla vecchia chiesa più volte ricostruita e che venne distrutta da un movimento franoso. Della vecchia cappella sono rimaste due colonne, che ancor oggi sono i pilastri della nuova, ed un bassorilievo marmoreo che rappresenta il miracolo di [[Giacomo il Maggiore|San Giacomo]] in [[Santo Domingo de la Calzada]]. Di notevole fattura anche un quadro a tempera di Donato Magli raffigurante Santa Maria Assunta in Cielo. Durante i festeggiamenti di ferragosto ancora oggi si effettuano antichi giochi, come la corsa dei sacchi, la rottura delle pignatte attaccate ad una corda sospesa in aria e molti altri. Prima dell'attuale denominazione la chiesa era dedicata alla Madonna di Loreto.
* ''Chiesa di [[Sant'Antonio abate]]''. Piccola chiesetta situata non lontano dal castello. Durante i festeggiamenti è usanza distribuire ai fedeli piccoli pezzetti di [[pane azimo]] (pane di Sant'Antonio) chiamato “chucchjiddru”; la sera dello stesso giorno, nella piazzetta antistante l'edificio, viene acceso un falò con vecchi mobili e legna presa per l'occasione.
* ''Chiesa di [[San Rocco]]''. Nei pressi di questa piccola chiesa per molto tempo fu attivo il monastero dei santi Pietro e Paolo. Prima dell'ingresso è posto un piccolo atrio coperto che è più recente rispetto al resto dell'edificio, l'interno è molto semplice con alcune tele e due piccole statue. La chiesa fa parte della Parrocchia universitaria di [[Paolo di Tarso|San Paolo Apostolo]] retta dai [[Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù|Dehoniani]].
* ''Chiesa di [[Madonna della Neve|Maria SS. della Neve]]''. In questa piccola chiesetta è conservato un dipinto ad olio di Maria SS. della neve, di Andrea Carino. Un reperto tufaceo indica la data della sua costruzione nell'anno 1609.
* ''Chiesa di [[San Giovanni Battista]]''. Il terreno su cui sorge questa chiesa, come quello della chiesa di sant'Antonio abate apparteneva al Supremo Ordine Militare di Malta. L'edificio fu eretto dall'abate commendatario Giuseppe d'Aquino ed al suo interno vi è la statua di San Giovanni Battista.
* ''Chiesa di [[San Francesco da Paola]]''. Immersa in una fresco castagneto in località Sant'Ianni custodisce una sacra reliquia: una spina della corona di Gesù. Dentro l'edificio anche 2 statue lignee ed un quadro del Santo.
* ''Chiesa di [[Sacro Cuore di Gesù|Gesù Misericordioso]]''. L'edificio sorge non lontano da dove un tempo si teneva la più grande fiera del Comune, in località Santo Stefano. La nuova costruzione è ubicata su un terreno leggermente rialzato.
* ''Chiesa di [[Santa Lucia]] e [[Sant'Ippolito]]''. L'edificio quasi si confonde con le normali abitazioni che sono ad esso contigue. Pochi scalini conducono nell'interno classico e semplice dove sono custodite le statue di Sant'Ippolito e Santa Lucia.
* ''Chiesa di [[Sant'Agostino d'Ippona|Sant'Agostino]]''. Questo piccolo edificio fu dapprima la cappella privata della famiglia Spada, un tempo proprietaria del crinale dove sorge la chiesa. Sopra l'altare vi è un quadro ad olio raffigurante il Santo.
 
=== Architetture militari ===
[[File:Castello Normanno Rende 1911.jpg|thumb|Il Castello nel 1911]]
* '''[[Castello Normanno (Rende)|Castello Normanno]]'''., Fufu costruito nell'attuale sito nel 1095 per ordine di [[Boemondo I d'Antiochia|Boemondo d'Altavilla]], che lo elesse come propria base prima di partire per la prima crociata nell'agosto del 1096. La realizzazione del maniero a Rende era l'inizio di un progetto più ampio ipotizzato anni prima da [[Roberto il Guiscardo]], padre di [[Boemondo I d'Antiochia|Boemondo]], che desiderava realizzare una linea difensiva nella valle del Crati con roccaforti a Bisignano, Montalto Uffugo, Rende e Cosenza.
 
:La particolare morfologia del colle dove fu eretto il "Gigante di Pietra" garantiva una postazione estremamente facile da difendere; i ripidi pendii, che si stagliano verso l'alto a formare un cuneo, garantirono una tale sicurezza che si ritenne superflua la realizzazione di un fossato e del ponte levatoio. Il castello fu invece fornito di piccole finestre e molte feritoie, dalle quali potevano essere usati archi e balestre; inoltre fu realizzata sotto il cortile esterno una enorme cisterna per la raccolta dell'acqua piovana che garantiva un sicuro approvvigionamento durante gli assedi.[[File:Castello di Rende.jpg|miniatura|Il Castello Normanno oggi]]
 
:[[File:The Norman Castle of Rende now.JPG|thumb|Il Castello Normanno nel centro storico un tempo sede del municipio|185x185px]]Invalicabili mura di cinta, spesse alla base più di due metri, garantivano la protezione delle case, delle chiese, e delle altre strutture difensive, in particolare il castello con la torre centrale e altre due torri, poste ai lati. Le tre torri rappresentano lo stemma del comune, probabilmente la loro prima comparsa come gonfalone comunale avvenne nel 1222 per l'inaugurazione del duomo di Cosenza alla presenza di [[Federico II di Svevia]].
 
:Tuttora nell'atrio del castello è possibile ammirare due stemmi araldici appartenenti a due delle famiglie succedutesi nella proprietà del castello: i Magdalone e gli AlarçonAlarcón dey Mendoza. Di fronte, in alto, è visibile lo stemma comunale, con sotto l'iscrizione: Urbs celebris, quondam sedes regalis, Arintha - Celebre città, antica sede reale<ref name=renne />, Arintha. Il castello, di proprietà del comune dal 1922, è stato sede del Municipio fino al 2011. A partire da dicembre 2011 la sede del municipio è stata infatti spostata nel Parco Rossini, accanto alla chiesa di San Carlo Borromeo.
:
:Oggi ospita il Museo d’Arte Contemporanea Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona<ref>{{Cita web|url=https://www.eventiculturalimagazine.com/arte-e-cultura/castello-museo-arte-contemporanea-roberto-bilotti-ruggi-daragona-rende/|titolo=IL CASTELLO E IL MUSEO DI ARTE CONTEMPORANEA ROBERTO BILOTTI RUGGI D’ARAGONA A RENDE|sito=Eventi Culturali Magazine|data=2021-06-22|lingua=it-IT|accesso=2022-05-10}}</ref>
 
== Società ==
{{...|centri abitati d'Italia}}
 
== Amministrazione ==
[[File:Rende-Gonfalone.png|thumb|100px|Il gonfalone comunale]]
{{organizzare|Tabella non conforme a quanto richiesto da [[WP:COMUNI]]|geografia|dicembre 2020}}
{| class="wikitable" style="text-align:center; font-size:90%;"
! colspan="2" |Primo cittadino
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!Fine
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|-
|
|Gaspare Rovella
|[[Partito Socialista Italiano]]
|24 marzo 1946
|7 gennaio 1950
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|-
|
|Salvatore Chiappetta
|Partito Socialista Italiano
|7 gennaio 1950
|1951
|Sindaco
|-
|
|Francesco Settino
|Partito Socialista Italiano
|1951
|1952
|Sindaco
|-
|[[File:Francesco Principe.jpg|60px]]
|[[Francesco Principe]]
|Partito Socialista Italiano
|1952
|1980
|Sindaco
|-
|[[File:Sandro_Principe_2.jpg|60px]]
|[[Sandro Principe]]
|Partito Socialista Italiano
|1980
|27 giugno 1987
|Sindaco
|-
|
|Mario Portone
|Partito Socialista Italiano
|27 giugno 1987
|5 agosto 1988
|Sindaco
|-
|
|Raffaele De Rango
|Partito Socialista Italiano
|5 agosto 1988
|2 luglio 1990
|Sindaco
|-
|
|Antonietta Feola
|Partito Socialista Italiano
|2 luglio 1990
|27 dicembre 1993
|Sindaco
|-
|
|Francesco Casciaro
|[[Socialisti Italiani]]
|27 dicembre 1993
|28 giugno 1999
|Sindaco
|-
|[[File:Sandro_Principe_2.jpg|60px]]
|[[Sandro Principe]]
|[[Indipendente (politica)|Indipendente]] di [[Centro-sinistra in Italia|centro-sinistra]]
|28 giugno 1999
|20 maggio 2005
|Sindaco
|-
|
|''Emilio Chiappetta''
|[[Partito Socialista Democratico Italiano|''Socialdemocrazia'']]
|''20 maggio 2005''
|''30 maggio 2006''
|''Vicesindaco f.f.''
|-
|
|Umberto Bernaudo
|[[Socialisti Democratici Italiani]]
|30 maggio 2006
|27 maggio 2011
|Sindaco
|-
|
|Vittorio Cavalcanti
|[[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]]
|27 maggio 2011
|3 luglio 2013
|Sindaco
|-
|
|''Maurizio Valiante''
| Nessun Partito
|''3 luglio 2013''
|''10 giugno 2014''
|''[[Commissario prefettizio]]''
|-
|
|Marcello Manna
|[[Indipendente (politica)|Indipendente]] di [[Centro-destra in Italia|centro-destra]]
|10 giugno 2014
|28 giugno 2023
|Sindaco
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|''Santi Giuffrè, Rosa Correale, Michele Albertini''
| Nessun Partito
|''29 giugno 2023''
|''26 maggio 2025''
|''[[Commissario prefettizio|Commissari prefettizi]]''
|-
|[[File:Sandro_Principe_2.jpg|60px]]
|Sandro Principe
|[[Partito Socialista Italiano (2007)|Partito Socialista Italiano]]
|26 maggio 2025
|in carica
|Sindaco
|}
 
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Rende}}
 
=== Etnie e minoranze straniere ===
Al 31 dicembre 2014 risiedono a Rende 1.405{{formatnum:1405}} cittadini stranieri.<ref>{{Cita web|url=http://demo.istat.it/str2014/index.html|titolo=Cittadini Stranieri. Popolazione residente per sesso e cittadinanza al 31 dicembre 2014|editore=http://demo.istat.it/|data=31 dicembre 2014|accesso=16 aprile 2016|dataarchivio=26 ottobre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191026080159/http://demo.istat.it/str2014/index.html|urlmorto=sì}}</ref> Le principali nazionalità sono le seguenti:
 
* [[Romania]]: 258
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{{vedi anche|Università della Calabria}}
[[File:Ingresso Ponte Pietro Bucci.jpg|miniatura|Ingresso del ''Ponte Pietro Bucci'' all'[[Università della Calabria|Unical]]]]
Nel territorio di Rende ha sede l'università della Calabria, la maggiore delle università [[Calabria|calabresi]] con il più grande [[campus]] universitario in [[Italia]]<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.repubblica.it/dossier/scuola/universita-2020-2021/2020/08/03/news/universita_della_calabria_il_piu_grande_campus_d_italia_alla_prova_del_post_covid-263655136/|titolo=Università della Calabria, il più grande campus d’Italia alla prova del post Covid|sito=la Repubblica|data=2020-08-03|accesso=2025-02-12}}</ref>. Essa contava nell'anno accademico 2023/2024 {{formatnum:21392}} studenti<ref>{{Cita web|autore=Ministero dell'istruzione e della ricerca|url=https://dati-ustat.mur.gov.it/dataset/iscritti/resource/32d26e28-a0b5-45f3-9152-6072164f3e63|titolo=Portale dei dati dell'istruzione superiore - Iscritti per ateneo|sito=dati-ustat.mur.gov.it|accesso=12 febbraio 2025}}</ref>. L'università ha 6 facoltà: Economia, Farmacia, Ingegneria, Lettere e Filosofia, Scienze Matematiche Fisiche e Naturali e Scienze Politiche.
Oggi uno dei principali centri culturali di Rende e dell'area urbana cosentina è rappresentato dall'[[Università della Calabria]], la maggiore delle università [[Calabria|calabresi]] e una delle migliori tra le università italiane di medie dimensioni<ref>Classificazione [[Censis]] – [[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]</ref> che vanta attualmente il più grande [[campus]] universitario in [[Italia]]<ref name="unical.it"/>, adiacente alla struttura universitaria. Essa conta circa 40.000 studenti, provenienti prevalentemente dalla Calabria e da altre regioni meridionali e in percentuale minore anche dall'estero. L'università ha 6 facoltà: Economia, Farmacia, Ingegneria, Lettere e Filosofia, Scienze Matematiche Fisiche e Naturali e Scienze Politiche. È collegata al centro della città tramite la [[Strada statale 107 Silana Crotonese|SS 107]] ([[Paola (Italia)|Paola]] ↔ Cosenza ↔ [[Crotone]]) attraverso lo svincolo ''Arcavacata - Università'' e l'[[Autostrada A2 (Italia)|A2 - Autostrada del Mediterraneo]] tramite l'uscita ''Rende - Cosenza Nord'' in attesa della metropolitana leggera di superficie.<ref name="regione.calabria.it">[http://www.regione.calabria.it/ambiente/allegati/documenti_vari/avvisi_assoggettabilit/zinno/arp00pgtr001rt.pdf Progetto dal sito della Regione Calabria]</ref>
 
==== Musei ====
[[File:RendeMAON, MuseoPalazzo civicoVitari, Rende, 2013.jpg|thumbminiatura|Palazzi Zagarese ePalazzo Vitari-MAON]]
Nel palazzo Vitari trovano spazio Ilil Centro per l'arte e la cultura intitolato ad Achille Capizzano, sede di mostre e convegni sull'arte locale ed internazionale, ed il [[MAON Museo d'arte dell'Otto e Novecento]].
 
Mentre Il '''Museo Civico''' o ''del Folklore'', nel palazzo Zagarese, realizzato con la consulenza di R. Lombardi Satriani, è dedicato essenzialmente al territorio della [[Calabria Citeriore]] che corrisponde all'incirca alla [[provincia di Cosenza]]. La collezione di circa tremila oggetti illustra la cultura propria di questi territori. Il percorso del museo, che ha sede nel centro storico, si sviluppa su nove sale:
{{Vedi anche|Museo Civico di Rende}}[[File:Rende Museo del presente.jpg|thumb|Museo del presente.]]
* Sala I: Concetto di folklore (sintesi storica). Le minoranze etniche: gli Italo-Albanesi e gli Zingari.
* Sala II: L'[[architettura]] popolare: la casa.
* Sala III: Gli interni: sistemi d'illuminazione e fonti di calore. Approvvigionamento idrico.
* Sala IV: Gli interni: la cucina e l'alimentazione.
* Sala V: L'abbigliamento: i costumi popolari.
* Sala VI: Le attività domestiche: [[filatura]], [[tessitura]], [[ricamo]]. Le attività produttive: l'[[agricoltura]] e la [[pastorizia]].
* Sala VII: L'artigianato: l'oreficeria.
* Sala VIII: Vita religiosa. Vita sociale. Gli strumenti di musica popolare.
* Sala IX: L'emigrazione: i Calabresi in [[Canada]].
* All'ultimo piano ha sede una magnifica e interessante pinacoteca intitolata ad Achille Capizzano con opere dello stesso, di Mattia Preti, e di tanti altri artisti italiani.
[[File:Rende Museo del presente.jpg|thumb|Museo del presente.]]
 
Il Museo del Presente sorge nella zona moderna della città; otto sale espositive si sviluppano su una superficie di 2500&nbsp;{{m²|2500|u=m2}} Il museo ospita mostre d'arte moderna e contemporanea, mostre fotografiche, cineforum, spettacoli, convegni e presentazioni di libri. Le sale sono su due piani:.
* Al piano terra, la sala Tokyo ed un internet cafè;
* Al piano superiore, il ''Laboratorio dei pensieri'' ed il ''Belvedere delle arti e delle scienze''.
 
=== Eventi ===
* Giunto alla sua cinquantaduesima edizione, il '''''Settembre Rendese'''rendese'', comprende una serie di concerti e altri eventi sparsi per la città di Rende. Anche "''La notte dei ricercatori"'', evento promosso dall'[[Università della Calabria]] rientra nel festival.<ref>{{Cita news|url=https://www.quicosenza.it/news/le-notizie-dell-area-urbana-di-cosenza/174773-settembre-rendese-2017-ecco-il-programma-completo|titolo=Settembre Rendese 2017, ecco il programma completo - QuiCosenza.it|pubblicazione=QuiCosenza.it|data=8 settembre 2017|accesso=10 settembre 2017}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.cn24tv.it/news/160132/presentata-la-52-edizione-del-settembre-rendese.html|titolo=Presentata la 52ª edizione del Settembre Rendese|sito=CN24|accesso=10 settembre 2017}}</ref>
 
== Geografia antropica ==
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[[File:Mappa comune Rende.jpg|thumb|Mappa topografica di Rende.]]
 
Nei primi [[anni 1960|anni sessanta]] lo sviluppo economico influenzò anche il sud. Dada paesino prettamente rurale, Rende si trasformò in una nuova realtà e nuovi insediamenti urbani nacquero nella zona valliva. Fu possibile controllare questo sviluppo grazie all'adozione di un piano regolatore nel [[1962]] che impedì un uso indiscriminato del territorio e nel contempo permise la realizzazione di numerose aree verdi.
 
La nascita dell'[[Università della Calabria]] sua questo territorioRende rappresentò un ulteriore punto di forza e di sviluppo del territorio. Dapprima composto da una struttura polifunzionale concentrica, con l'ultimazione del progetto Gregotti, si realizzò un lungo pontile con ai lati strutture di cemento armato (detti anche "Cubi") che si allacciano alla struttura cambiando in altezza a seconda dei mutamenti della superficie, in questi edifici si trovano i dipartimenti dell'Università.
 
Negli [[anni 1980|anni ottanta]] e [[anni 1990|novanta]], le amministrazioni comunali, in primis quella guidata dadi [[Sandro Principe]], cambiarono il volto della zona a valle con la realizzazione di piazze, parchi, musei e chiese, trasformandola di fatto in una città moderna.
 
La nuova variante adottata dal comune nel [[2003]], nacque con la necessità di orientare lo sviluppo complessivo della città verso obiettivi di qualità, ristabilendo un equilibrio ecologico fra le aree edificate all'interno della città: furono realizzati il ring con la nuova cattedraleparrocchiale di San Carlo Borromeo, il Museo del Presente con il Belvedere delle arti e delle scienze, le scale mobili per raggiungere il Centro storico, il nuovo istituto tecnico commerciale, il complesso parrocchiale di Linze. Furono inoltre recuperati i più importanti corsi d'acqua con la creazione di parchi fluviali al centro della città e restaurate quasi tutte le chiese di rilevanza storica, riqualificando interi quartieri come Roges "vecchia" e [[Quattromiglia]], Commenda e Roges.<gallery>
File:San Carlo Borromeo e Municipio - panoramio.jpg|Il Municipio di Rende a destra e la "cupola" di San Carlo Borromeo.
File:Villa Rossini (Rende) - panoramio.jpg|Scorcio di Via Rossini, centro della città
File:METROPOLIS RENDE (CS).jpg|Metropolis-il centro della Calabria a Rende
File:Campus di arcavacata.jpg|L'Università della Calabria ([[Unical]])
File:Parco Robinson Rende - panoramio - Salvatore Migliari.jpg|Parco Robinson
File:Centro Commerciale Cosenza Nord - panoramio.jpg|Centro Commerciale Marconipiù
File:Parco Emoli - panoramio.jpg|Aree verdi tra i palazzi caratteristica della cittadina rendese. In foto Parco fluviale [[Emoli]]
</gallery>
 
=== Quartieri e frazioni ===
'''[[Arcavacata]]'''''':''' frazione del comune rendese staccata dall'agglomerato urbano, nota soprattutto per l'[[Università della Calabria]].
 
==== Quartieri ====
'''Commenda:''' quartiere residenziale e commerciale della città. Ospita diversi esercizi pubblici e lo Stadio comunale [[Stadio Marco Lorenzon|''Marco Lorenzon'']]. Di particolare interesse è la chiesa tonda di San Carlo Borromeo , patrono del quartiere.
*'''[[Arcavacata]]''': quartiere del comune di Rende, sorge a circa 320 m [[Livello del mare|s.l.m]]. È sede dell’[[Università della Calabria]]. Si erge la [[Chiesa di Santa Maria della Consolazione (Arcavacata)|Chiesa di Santa Maria della Consolazione]] di particolare interesse religioso e artistico, edificata in seguito ad un evento miracoloso.
 
*'''Centro Storico''': posto su un colle a ridosso della catena costiera, tra i fiumi [[Emoli]] e Surdo, rappresenta il nucleo originario del comune. Il borgo ospita: la chiesa Matrice di [[Chiesa di Santa Maria Maggiore (Rende)|Santa Maria Maggiore,]] quella della [[Santuario di Santa Maria di Costantinopoli|Madonna di Costantinopoli]], di [[Chiesa del Ritiro (Rende)|San Michele Arcangelo]], di [[Antonio abate|Sant'Antonio Abate]], del [[Chiesa del Santissimo Rosario (Rende)|Santissimo Rosario]], della [[Madonna delle Grazie]], dell'[[Assunzione di Maria|Assunta]], della Madonna della Pietà, di [[Giovanni Battista|San Giovanni Battista]] e della [[Nostra Signora della Neve|Madonna della Neve]], il Castello [[Normanni|Normanno]] (antica sede del comune di Rende), il convento delle [[Clarisse cappuccine|clarisse]], il [[Museo Civico di Rende|Museo Civico di Palazzo Zagarese]], la [[biblioteca]] civica e il [[MAON - Museo d'arte dell'Otto e Novecento|MAON]], otre a vari palazzi di grande interesse storico-artistico.
'''Longeni:''' piccolissimo nucleo abitato da poco più di 90 persone , sorge a 312 mslm , risulta comunque quasi inglobato con Arcavacata .
*'''[[Quattromiglia]]''': storico quartiere del comune di Rende noto soprattutto per la [[Stazione di Castiglione Cosentino|Stazione ferroviaria di Castiglione Cosentino]] e lo svincolo autostradale dell'[[Autostrada A2 (Italia)|Autostrada A2]] Rende-Cosenza Nord. Un tempo qui sorgeva un possente monastero nel quartiere ''Profeta,'' di cui oggi restano pochi ruderi. Un tempo qui erano presenti le aziende del Barone Giorgelli sul cui terreno, negli anni '50 venne edificata la nuova Chiesa di [[Chiesa di Santa Maria di Monserrato (Rende)|Santa Maria di Monserrato]].
 
*Quartiere '''Villaggio Europa''': si estende parallelamente a Via Rossini in direzione nord-sud. L'area comprende una serie di palazzi in stile anni '70 a forma di "serpentone", destinati nella zona sud ad alloggi popolari, la parte nord del quartiere a zona residenziale. Di particolare interesse la chiesa, a pianta circolare e con una maestosa cupola moderna, dedicata a [[Carlo Borromeo|San Carlo Borromeo]]. Tutte le vie del rione sono state intitolate con i nomi delle capitali europee.[[File:Santo Stefano di Rende 2.jpg|miniatura|La frazione Santo Stefano.]]
'''Nogiano:''' frazione a ridosso della catena costiera tirrenica, e in prossimità del centro storico.
*[[Santo Stefano (Rende)|'''Santo Stefano''']]: in passato si teneva in questo quartiere la grande ''[[Fiera di Arcavacata]]:'' si vendevano animali e prodotti agricoli, utensili vari per la casa o per l'agricoltura''.'' Vi affluivano un gran numero di commercianti provenienti dai comuni limitrofi. Oggi questa grande fiera ha cessato di esistere, ma rimane la festa in onore della [[Madonna della Consolazione]], che si tiene l’ultima domenica di agosto. Si erge la Chiesa di [[Misericordia di Dio|Gesú Misericordioso]], la chiesetta di [[Madre della Consolazione|Santa Maria della Consolazione]] della famiglia Magdalone e l’antico palazzotto detto “La Torraccia”. Oggi è una zona residenziale di concezione moderna.
 
[[File:Centro Storico di Rende (CS).jpg|miniatura|Centro storico]]
'''Piano di Maio e Piano Monello:''' zone a carattere collinare, con la presenza di diverse villette di nuova costruzione.
*'''Commenda''': quartiere residenziale e commerciale della città. Ospita lo [[Stadio Marco Lorenzon]] in cui si disputano gli incontri interni calcistici del [[Rende Calcio 1968|Rende Calcio]], l'antica chiesa di [[Giovanni Battista|San Giovanni Battista]] e la nuova chiesa di [[Antonio di Padova|Sant'Antonio da Padova]].
 
*'''Surdo''': quartiere posto a 250 mslm, vi risiedono circa 700 abitanti. Vicino ad un antico casale oramai diroccato della Famiglia ''Zagarese'' dove si lavorava la [[Liquirizia (dolciume)|liquirizia]]<ref>{{Cita web|url=https://naturemed.it/azienda/|titolo=L’azienda – Naturemed|lingua=it-IT|accesso=2023-03-02}}</ref>, sorge la Chiesa di [[Francesco da Paola|San Francesco di Paola]]. In questa frazione anticamente vi era presente un mattonificio di cui ancora oggi si scorgono i fabbricati e le alte [[Ciminiera|ciminiere]].
'''[[Quattromiglia]]''': quartiere noto soprattutto per la stazione ferroviaria di [[Stazione di Castiglione Cosentino|Castiglione Cosentino]] e lo svincolo autostradale dell'[[Autostrada A2 (Italia)|A2]] Rende-Cosenza Nord.
* '''Roges:''' quartiere storico della città, presenta una zona più antica<ref name="roges">Dal francese antico Roge=segale. Il nome indicava la presenza di campi di segale</ref> e una di più recente costruzione. Roges è la zona più a sud del comune, al confine con [[Cosenza]]. Si ergono in questa zona il parco Robinson, il Centro Commerciale Metropolis e la chiesa della [[Nostra Signora di Lourdes|Beata Vergine di Lourdes]].
 
* '''Saporito''': quartiere del comune alle porte dell'area urbana. Si erge la Chiesa della [[Trinità (cristianesimo)|Santissima Trinità]].
'''Rende Centro Storico''': posto su un colle a ridosso della catena costiera, tra i fiumi [[Emoli]] e Surdo, rappresenta il nucleo originario del comune. Conosciuto come ''Arintha'' in antichità, il borgo oggi ospita diverse chiese tra cui quella Matrice di Santa Maria Maggiore, oltre che il Castello Normanno, già sede del comune rendese.
*
 
* Contrada '''Longeni''': piccolissimo nucleo abitato da poco più di 90 persone, sorge a 313 m s.l.m, risulta inglobato con [[Arcavacata]].
'''Rocchi:''' area prettamente di campagna situata nella zona nord del comune. Si erge qui una chiesetta campestre dedicata a San Rocco di Montpellier patrono delle campagne di contrada Rocchi .
* [[File:Casino dei Dattoli.jpg|miniatura|Casino Quintieri dei Dattoli.]]Contrada '''Nogiano''': sorge a 525 m [[Livello del mare|s.l.m]] a ridosso della [[Catena Costiera (Italia)|Catena Costiera]] tirrenica. Qui è eretta la Chiesa della Madonna della Pietà nei pressi dell'antica ''guardiola.''
 
* Contrade '''San Biase,''' '''Frattini''' '''e Monticello''': ingolbate con Santo Stefano, sono qui presenti ampie distese verdi di coltivazioni private e di aziende agricole locali. A San Biase è presente un'antica [[masseria]] della Famiglia ''Campagna''<ref>{{Cita web|url=http://www.nobili-napoletani.it/Campagna.htm|titolo=Famiglia Campagna|sito=www.nobili-napoletani.it|accesso=2023-03-02}}</ref>.
'''Località San Gennaro:''' è posta tra Longeni ed Arcavacata , famosa per essere sede della parrocchia di San Paolo Apostolo con i Padri Dehoniani . All'esterno della chiesa si erge l'obelisco a forma di "tau" con un cuore blu al centro .
* Contrada '''Vennarello''': qui si stabilì uno dei primi nuclei abitativi della Rende "bassa". Immediatamente sotto il centro Storico, secondo alcuni studi pare qui sorgesse un antico tempio dedicato a [[Venere (divinità)|Venere]] (da cui la zona prende il nome). Qui sorgevano nel [[medioevo]] due importanti edifici di culto oggi ridotti in poche rovine. È inglobata con Santo Stefano.
 
* Contrade '''Piano di Maio''' e '''Piano Monello''': zone a carattere collinare, precedentemente contadine ma oggi sature di immobili residenziale di recente costruzione.
'''Santa Chiara ''' e ''' Santa Rosa:''' piccole località a sud di Commenda. A Santa Chiara sorge una chiesetta dedicata alla santa di Assisi.
* Contrada '''Dattoli''': prettamente di campagna il cui nucleo storico originario fu abbandonato dopo il boom economico in cui emergeva la masseria della famiglia Quintieri di cui oggi resta l'antico possente Palazzo, che estendendosi successivamente nella zona nord del comune in una gradevole zona residenziale moderna. Vi risiedono circa 700 abitanti.[[File:Quattromiglia.jpg|miniatura|I palazzi di Quattromiglia visti dall'alto]]
 
* Contrada '''Rocchi''': area prettamente di campagna situata nella zona nord del comune. Si erge qui una chiesetta campestre dedicata a [[San Rocco|San Rocco di Montpellier]] venerato nelle vaste campagne abitate circostanti, nei pressi dei ruderi di un antico convento dedicato ai SS. [[Pietro (apostolo)|Pietro]] e [[Paolo di Tarso|Paolo]].
''' Surdo:''' frazione posta a 250 mslm , vi risiedono circa 700 abitanti .
* Contrada '''San Gennaro''': A ridosso dell’Università della Calabria, è una zona di collegamento fra [[Arcavacata]] e [[Quattromiglia]], dove risiedono maggiormente gli studenti provenienti da altri comuni. È sede della parrocchia di [[Paolo di Tarso|San Paolo Apostolo]] con i [[Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù|Padri Dehoniani]].
 
* Contrada '''San Ianni''': zona prevalentemente di campagna. Sorge in questa località una Chiesetta dedicata a [[Francesco da Paola|San Francesco di Paola]] di proprietà della Famiglia Basile.
'''Roges'''<ref name="roges">Dal francese antico Roge=segale. Il nome indicava la presenza di campi di segale</ref>''':''' il quartiere prevede due zone: la cosiddetta ''Roges vecchia'' e quella di più recente costruzione, in cui è presente il centro commerciale Metropolis. La frazione Roges rappresenta la zona più a sud di Rende, al confine con [[Cosenza]]. Si ergono in questa zona il parco Robinson e la chiesa della Beata Vergine di Lourdes, patrona della località.
* Contrada '''Sant’Agostino''': zona per lo più residenziale dove sorgono numerose ville. Si erge, nei pressi di un antico casale della Famiglia Spada, la Chiesetta dedicata a [[Agostino d'Ippona|Sant’Agostino]].
 
* Contrade '''Santa Chiara''' e '''Santa Rosa''': piccole località a est di Commenda. A Santa Chiara sorge una chiesetta dedicata alla [[Chiara d'Assisi|santa di Assisi]].
'''Santo Stefano:''' la frazione è conosciuta anche come ''Santo Stefano di Rende'' ed è posta alle pendici del colle su cui si erge il centro storico.
* Contrada '''Difesa''': ubicata in una zona collinare sopra Saporito, posta a 294 metri s.l.m.
 
* Contrada '''Saporito:Settimo''': frazione alleal porteconfine dell'areacon urbana,la postacontigua aomonima metàfrazione stradadel tra la zonacomune di campagna[[Montalto e la cittàUffugo]].
[[File:Villaggio Europa.jpg|miniatura|Il Villaggio Europa visto dall'alto]]
 
'''Settimo:''' frazione al confine con il contiguo comune di [[Montalto Uffugo]], nella zona nord.
 
'''Commenda:''' lo sviluppo dell'area si registra negli anni 2000 con la costruzione del ring della chiesa di San Carlo Borromeo, patrono di Commenda, e successivamente, negli anni 2010, con l'inaugurazione della nuova sede comunale.
 
'''Viale dei Giardini:''' complesso di palazzi staccati dalla città ma circondati dal verde. Il piccolo rione è visibile da un tratto della [[SS107]].
 
'''Villaggio Europa:''' si estende parallelamente a Via Rossini in direzione nord-sud. L'area comprende una serie di palazzi in stile anni '70 a forma di "serpentone", adibite a residenze popolari. Tutte le vie del rione sono intitolate con le varie capitali europee.
 
'''Contrada Cutura:''' è sede di una delle due [[Zona industriali|zone industriali]] [[Area di sviluppo industriale|ASI]]. Fa parte della frazione Santo Stefano.
 
'''Contrada Lecco:''' è sede dell'altra zona industriale. Fa parte della frazione Quattromiglia.
 
* Contrada '''Cutura''': inglobata con Santo Stefano, è sede di una della prima delle due [[industria|zone industriali]] [[Area di sviluppo industriale|ASI]]. Qui si ergeva un tempo un'antica fabbrica di [[Mattone|mattoni]], di cui oggi resta il possente [[comignolo]].
* Contrada '''Lecco''': è sede dell'altra zona industriale.
* Contrada '''Cantiere''': è una piccola contrada nel sud ovest della città, popolata da un infimo numero di persone. Risulta inglobata con Saporito, al confine con la contrada surdo
* Contrada '''Ospedale''': una delle più piccole contrade di Rende, la Contrada Ospedale è una corta strada nel nord della città inglobata con Piano di Maio
* Contrada '''Muscione''': in mezzo al Centro Storico e a Piano di Maio, si trova questa contrada dalle dimensioni poco considerevoli. Risulta una continuazione di Piano di Maio e presenta una zona di campagna accompagnata dalla sporadica presenza di qualche villa
* '''Viale dei Giardini''': Non è un quartiere vero e proprio, bensì un piccolo complesso residenziale dalla forma ovoidale situato a ovest di Villaggio Europa. Ogni palazzo prende il nome dalla coop che lo ha costruito, per esempio la coop Solaris o la coop Domus
* '''Contrada Profica''': Una breve contrada nella parte meridionale di Santo Stefano
* '''Contrada Silvi''': Una contrada collinare dalla modesta lunghezza che si estende a nord della contrada Nongiano. Viene congiunta con la Contrada Profica da un breve tratto tortuoso chiamato '''Contrada Pila'''
* '''Contrada Vallone''': La contrada Vallone congiunge la Contrada Pila con Santo Stefano, per poi estendersi ulteriormente verso sud fino al Cimitero di Rende, situato all'ingresso est del Centro Storico. Adiacente ad essa, a ovest, vi è una contradina chiusa chiamata '''Contrada Villana'''
* '''Contrada Macchialonga''': risulta inglobata aa parte settentrionale di Santo Stefano
 
== Economia ==
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[[File:Università della Calabria Rende - panoramio.jpg|miniatura|Alcuni cubi dell'[[Università della Calabria|Unical]]]]
=== Servizi ===
La più rilevante attività nella città di Rende è senza dubbioospita l'[[Università della Calabria]], ad [[Arcavacata]], che con i suoi quasicirca 4000027000 iscritti figura fra le più grandi del meridione. Il principale Ateneo calabrese, oltre a causare l'incremento della popolazione domiciliata nel territorio, costituisce una fonte di vitalità per il commercio, l'edilizia, e il settore terziario in tutta l'area urbana cosentina. Inoltre, l'apporto in termini di attività culturali dei generi più vari (conferenze, concerti, cinema, attività letterarie, mostre scientifiche e così via) ha elevato notevolmente la qualità e il tenore della vita del comune calabrese.<br />
 
A Rende si trova la sede centrale della [[Banca di Credito Cooperativo Mediocrati]].
A Rende si trova la sede centrale della [[Banca di Credito Cooperativo Mediocrati]], situata sul Viale dedicato a Francesco e Carolina Principe.
 
== Infrastrutture e trasporti ==
 
=== Ferrovie ===
A Nord della città è situata la stazione di [[Stazione di Castiglione Cosentino|Castiglione Cosentino]] situata al km 21 della linea ferroviaria [[Ferrovia Paola-Cosenza|Paola-Cosenza]] e al km 59 della linea ferroviaria [[Ferrovia Cosenza-Sibari|Cosenza-Sibari]]
 
=== Strade ===
Il comune è interessato dalla [[strada statale 107 Silana Crotonese]] e servito dall'[[Autostrada A2 (Italia)|autostrada A2]] attraverso lo svincolo di Rende-Cosenza Nord.
 
=== Ferrovie ===
A nord della città è situata la [[stazione di Castiglione Cosentino]] situata al km 21+551 della linea ferroviaria [[Ferrovia Paola-Cosenza|Paola-Cosenza]] e al km 59+545 della linea ferroviaria [[Ferrovia Cosenza-Sibari|Cosenza-Sibari]]
 
Fino al [[1987]] il comune aveva una propria [[Stazione di Rende|stazione ferroviaria]] posta sul vecchio tracciato della [[Ferrovia Paola-Cosenza|Paola-Cosenza]].
 
=== Mobilità urbana ===
I trasporti urbani vengono svolti dalla società Consorzio Autolinee Cosenza s.r.l.<ref>{{Cita web|url=http://www.consorzioautolinee.it|titolo=Consorzio Autolinee Cosenza s.r.l.|sito=www.consorzioautolinee.it|accesso=30 aprile 2016}}</ref>, i trasporti interurbani sono garantiti dalle [[Autolinee Romano]]<ref>{{Cita web|url=http://www.autolineeromano.com/n/index.html|titolo=autolineeromano.com - Romano|sitoaccesso=30 aprile 2016|dataarchivio=4 maggio 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160504144203/http://www.autolineeromano.com/n/index.html|accessourlmorto=30 aprile 2016}}</ref> e da autocorse svolte dalle [[Ferrovie della Calabria]]<ref>{{Cita web|url=http://www.ferroviedellacalabria.it/fdc/|titolo=Ferrovie della Calabria Srl|sitoaccesso=30 aprile 2016|dataarchivio=30 ottobre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201030081457/http://www.ferroviedellacalabria.it/fdc/|accessourlmorto=30 aprile 2016}}</ref>.
Il 27 ottobre 2022 i consigli comunali di Cosenza, Rende e Castrolibero hanno approvato l'ambito territoriale per l'unificazione del servizio di trasporto pubblico nell'area urbana cosentina<ref>[https://www.comune.cosenza.it/archivio10_notizie_0_20521.html Comunicato Comune di Cosenza]</ref>.
 
== Amministrazione ==
{| class="wikitable"
!Periodo
!Immagine
!Primo cittadino
!Partito
!Carica
!Note
|-
|1946-1950
|
|Gaspare Rovella
|
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
|-
|1950-1951
|
|Salvatore Chiappetta
|
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
|-
|1951-1952
|
|Francesco Settino
|
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
|-
|1952-1980
|[[File:Francesco Principe.jpg|97x97px]]
|[[Francesco Principe]] (Cecchino)
|[[Partito Socialista Italiano]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
|-
|1980-1987
|[[File:Sandro Principe 2.jpg|92x92px]]
|[[Sandro Principe]]
|
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
|-
|1988
|
|Mario Portone
|
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
|-
|1988-1990
|
|Raffaele De Rango
|
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
|-
|1990-1993
|
|Antonietta Feola
|
|[[Sindaco]]
|
|-
|1993-1999
|
|Francesco Casciaro
|
|[[Sindaco]]
|
|-
|1999-2004
|[[File:Sandro Principe 2.jpg|92x92px]]
|[[Sandro Principe]]
|
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
|-
|2004-2006
|
|Emilio Chiappetta
|
|[[Vicesindaco|Facente Funzioni]]
|
|-
|2006-2010
|
|Umberto Bernaudo
|
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
|-
|2011-2013
|
|Vittorio Cavalcanti
|[[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|Dimissioni non note
|-
|2013
|
|Maurizio Valiante
|
|[[Commissario prefettizio]]
|
|-
|2014-
|
|Marcello Manna
|[[Lista civica|Laboratorio Civico]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
|}
 
== Sport ==
[[File:Rende Calcio 2008-2009.jpg|thumb|left|Formazione dell'allora S.S. Rende nella stagione 2008-2009]]
* Il [[Rende Calcio 1968]], meglio conosciuto come Rende, è la principale squadra di calcio rappresentativa della città. La società è arrivata varie volte a disputare i campionati professionistici italiani, l’ultima volta nella stagione [[SocietàRende SportivaCalcio Rende1968 19832019-19842020|1983/19842019-2020]] nel campionato di [[Serie C1C]].<ref>{{Cita web|url=http://asdssrende.it|titolo=Casa Rende {{!}} Sito ufficiale del Rende Calcio|sito=Casa Rende|accesso=26 luglio 2017}}</ref>|dataarchivio=12 Nella stagione [[Serie Csettembre 2017-2018|2017-2018]] la squadra milita in [[Serie C]]<ref>{{Cita news|urlurlarchivio=httphttps://wwwweb.gazzettaarchive.itorg/Calcioweb/11-08-201720170912075243/serie-c-rende-ripescato-collegio-garanzia-coni-si-passa-57-squadre-210927735353http://asdssrende.shtmlit/|titolourlmorto=Serie C, Rende ripescato dal Collegio di Garanzia del Coni. Si passa a 57 squadre|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport - Tutto il rosa della vita|accesso=12 agosto 2017}}</ref> dopoNella 33stagione anni2025-2026 milita nel campionato di assenza[[Promozione (calcio)|Promozione]].
* {{Senza fonte|Le due squadre di basket maschili sono la Bim Bum Basket, che milita in Serie C Regionale, e il [[CUS Cosenza]], che milita in Promozione.}}
 
* {{cn|Le due squadre di basket maschili sono la Bim Bum Basket, che milita in Serie C Regionale, e il [[CUS Cosenza]], che milita in Promozione.}}
[[File:Calabra Maceri Rende.jpg|thumb|La rosa del [[Centro Pallacanestro Rende]] femminile]]
* {{cnSenza fonte|La squadra di basket femminile è la [[Centro Pallacanestro Rende]] e milita in serie A2.
* La squadra di Calcio A 5 è l'A.S.D. Surdo c5 squadra dell'omonima frazione della città che milita in serie C2.
* La squadra di Calcio A 5 dei sordi milita in serie A ed ha vinto più di una volta il titolo di campione d'Italia.
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<references/>
 
=== Bibliografia ===
* Amedeo Miceli di Serradileo, I conti di Rende in Calabria sotto il regno di Alfonso I e di Ferrante d'Aragona (1440-1494) in "Historica", Reggio Calabria, XXVII, 1974, n. 2, pp.&nbsp;84–93.
* Amedeo Miceli di Serradileo, San Francesco di Paola ed i miracoli dei pesci resuscitati in "Rivista Storica Calabrese" Reggio Calabria, 2007.
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== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Rende}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.comune.rende.cs.it/|Sito istituzionale}}
* {{cita web|http://www.unical.it|Portale Università della Calabria}}
{{Rende}}{{Comuni della Valle del Crati}}{{Comuni della provincia di Cosenza}}