Erwinia amylovora: differenze tra le versioni

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== Importanza della malattia ==
''E. Amylovoraamylovora'' è [[Bacteria|batterio]] patogeno delle piante, ovvero è in grado di instaurare un rapporto di tipo necrotrofico con un'ampia gamma di piante ospiti.
 
Il colpo di fuoco batterico (la patologia causata da ''E. Amylovoraamylovora'') è una malattia che colpisce oltre 200 specie appartenenti a 40 generi della famiglia delle [[Rosaceae|Rosacee]], tra cui moltissime di grande importanza per l'economia umana ([[Malus domestica|melo]], [[Pyrus|pero]], [[Eriobotrya japonica|nespolo del Giappone]], [[Cydonia oblonga|cotogno]], [[Sorbus|sorbo]]) e specie ornamentale (il [[Crataegus|biancospino]], il [[Cotoneaster|cotognastro]], l'[[Pyracantha|agazzino]], la [[Stranvaesia|fotinia]]).
 
Questa malattia, conosciuta con termine inglese "[[Fire Blight]]", è stata descritta per la prima volta alla fine del '700 lungo la costa atlantica del [[Nordamerica]], probabilmente passate da piante spontanee autoctone ai frutteti delle nuove Colonie. Successivamente si è diffusa in tutti gli stati centrali fino al [[Canada]]. In [[Europa]] fu diagnosticata per la prima volta nel 1957 in pereti del [[Kent]] (Regno Unito) e, grazie ad un ulteriore focolaio che si venne a creare in [[Egitto]], nel giro di poco più di 50 anni si è diffusa in quasi tutti gli stati dell'Europa e del Medio Oriente. È inoltre presente in Giappone e Nuova Zelanda.
 
In [[Italia]] i primi focolai furono rilevati nel 1990 in pereti pugliesi delle province di Brindisi e Lecce seguiti da sporadiche segnalazioni in [[Sicilia]] e Calabria. Nel 1994 fu segnalata in [[Emilia-Romagna|Emilia Romagna]], regione nella quale si è manifestata con una notevole [[virulenza]] e rapidità di diffusione. Successivamente è stata segnalata in Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige e Piemonte.<ref>{{Cita libro|titolo=Elementi di PATOLOGIA VEGETALE|editore=Piccin|p=263}}</ref>
 
È l'unica batteriosi che colpisce le piante per la quale è stata segnalata la capacità di diffondersi attraverso [[Insecta|insetti]] vettori.
 
Per la sua pericolosità e la necessità di contrastarne la diffusione nell'[[Unione europea]], il batterio è inserito nella lista europea dei ''patogeni da quarantena'' ([[Direttiva dell'Unione Europea|Direttiva]] 2000/29/CE) ed in Italia è soggetto alle misure di lotta obbligatoria stabilite dal [[Decreto ministeriale|D.M.]] 10 settembre 1999, n. 356.
 
== Sintomatologia ==
La [[sintomatologia]] di questa malattia è abbastanza simile in tutte le piante ospiti. Le lievi differenze tra specie e specie riguardano solo la forma e la dimentisionedimensione dei sintomi e sono riconducibili alle differenze morfologiche che esistono tra specie vegetali anche simili.
 
I '''[[fiori]]''' sono i primi organi ad essere colpiti nella ripresa vegetativa dell'ospite.
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I '''[[frutti]]''' manifestano suscettibilità nelle fasi di maturazione che vanno dall'[[allegagione]] all'[[invaiatura]].
L{{'}}''Erwinia Amylovoraamylovora'' penetra all'interno dei frutti seguendo due vie: attraverso il [[peduncolo (botanica)|peduncolo]] o mediante interruzioni dei tegmenti esterni come ferite di varia natura.
I frutti colpiti presentano macchie idropiche che si allargano e '''imbruniscono''' e successivamente arrestano il loro sviluppo e '''disseccano'''.
La colonizzazione batterica può raggiungere gli strati più interni della polpa, dove causa 'aree imbrunite', fino a raggiungere le [[cavità seminali]] che si presentano spesso colme di un materiale mucoso di origine batterica.
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Le '''[[foglie]]''' possono essere colonizzate a partire da ferite della lamina o a partire dal germoglio e risalendo lungo il picciolo.
Nel primo caso i sintomi si espandono a partire dal centro di infezione dirigendosi verso il centro della foglia e, costretti dalle nervature principali, assumono la tipica forma a cuneo o "V". Nel secondo caso l'infezione risale dal picciolo seguendo la nervatura mediana.
Le zone colpite '''imbruniscono''' (fino ad apparire nerastre) e appaiono translucide ed umide a causa degli essudati batterici che anche qui possopossono, nelle giuste condizioni atmosferiche, condensarsi in goccioline.
Successivamente all'invasione le foglie disseccano solitamente a partire dai margini fogliari. Molte foglie permangono sui rami anche oltre la normale caduta autunnale.
 
I '''[[germogli]]''' hanno una 'altissima suscettibilità' agli attacchi dell{{'}}''E. Amylovoraamylovora''. Quando vengono infettati imbruniscono molto rapidamente e assumono la tipica '''forma ad uncino''' che ricorda un bastone pastorale. L'infezione di germogli e rami consente al patogeno di accedere alle branchie interne e al tronco dell'ospite dove da luogo alla formazione di cancri, i quali rappresentano le uniche strutture di sopravvivenza e svernamento del patogeno.
 
I '''cancri''' si originano nei '''[[fusti]]''', hanno una forma ellittica e il legno infetto presenta colorazione brunastra o comunque più scura rispetto al legno sano. La superficie legnosa dei cancri appare liscia e più depressa rispetto al normale decorso dei tessuti sani. I tessuti legnosi sottostanti al cancro posso presentare striature bruno-rossastre.
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I cancri si sviluppano attivamente a partire dalla ripresa vegetativa fino all'estate, periodo in cui le condizioni ambientali diventano proibitive per lo sviluppo della malattia, per poi riprendere la loro crescita in autunno.
 
==''Erwinia Amylovoraamylovora''==
''Erwinia Amylovoraamylovora'' è un [[batterebatterio]] [[gram-negativo]] appartenente alla famiglia [[Enterobacteriaceae]].
Le sue cellule hanno forma a bastoncino le cui dimensioni variano tra gli 1-3x0,5-1 micrometri; sono mobili per la presenza di numerosi [[flagelli]] peritrichi.
In vitro si è evidenziato un optimum di crescita tra i 25 °C e i 27 °C, crescita che è invece scarsa sotto i 4 °C e assente oltre i 32-34 °C. In vivo (nelle colture infette) cresce bene tra i 16 °C e i 30 °C.
La specie ''E. Amylovoraamylovora'' non è suddivisa in [[pathovar]]. Sono possibili infezioni sperimentali incrociate con ceppi provenienti da specie ospiti distitedistinte (non ospite-specifico).
Le cellule batteriche di ''E. Amylovoraamylovora'' sono, sia in vitro che in vivo nelle piante ospiti, circondate da uno strato di [[polisaccaridi]] extracellulari (principalmente [[amilovorano ]] e [[levano]]) spesso addensati a formare un [[capside]] il quale svolge numerose funzioni.
La presenza dello strato di polisaccaridi è correlato positivamente alla [[virulenza]]; si è visto infatti che ceppi isolati incapaci di sintetizzare amilovorano non sono in grado di infettare le piante ospiti e di causare i [[sintomi]].
Si ritiene che l'amilovorano funga infatti da soppressore delle tecniche di resistenza degli ospiti. Si è visto infatti che l'agglutinazione dei batteri svolta da una sostanza prodotta dal melo (la [[lectina]]) viene annullata già in presenza di pochi grammi di amilovorano.
Altri [[fattori di virulenza]] sono il [[sorbitolo]], l'[[arpina]] e i [[siderofori]]
 
== Ciclo ==
L<nowiki>{{'</nowiki>}}''Erwinia amylovora'' sverna ai margini dei [[cancro (fitopatologia)|cancri rameali]] formati nel corso della stagione precedente.
 
In primavera inizia a moltiplicarsi rapidamente ed, in presenza di un'elevata [[umidità relativa|umidità ambientale]], evade producendo goccioline di essudato dolce di colori che variano in base al ceppo e alla pianta ospite. Dai cancri il batterio viene disseminato per mezzo di [[insetti]], [[pioggia]] e [[vento]] sulla stessa pianta o su quelle vicine, in cui penetra attraverso vie naturali di infezione ([[Fiore delle angiosperme|fiori]], [[stoma|stomi]], [[lenticella|lenticelle]], [[idatode|idatodi]]) oppure attraverso le ferite.
 
Le infezioni primarie si verificano a carico dei fiori i quali avvizziscono ed emettono essudati che vanno a costituire fonti di inoculo per infezioni secondarie. La scalarità di fioritura delle varie specie ospiti garantisce un prolungamente del periodo di comparsa delle infezioni primarie contribuendo alla diffusione della malattia. Dopo aver infettato i vari organi fiorali il battere, passando attraverso gli spazi intercellulari, attraversa il peduncolo fiorale raggiungendo la base dell'infiorescenza e il rametto. Continuando a crescere negli strati corticali il battere raggiunge gli altri germogli e il fusto dove da origine a nuovi cancri.
 
I germogli possono essere infettati direttamente, cioè grazie a insetti vettori e piogge che diluiscono e distribuiscono gli essudati sui nuovi germogli all'interno dei quali i batteri penetrano grazie a ferite e lesioni, o indirettamente, ossia a partire dai cancri le cellule batteriche si muovono internamente alla pianta per via xilematica e raggiungono i germogli limitrofi.
 
Tra i vettori di ''E.Amylovora amylovora'' sono stati descritti oltre 70 generi di insetti, tra i quali i più importanti risultano essere api e vespe. La loro attività li spinge infatti a visitare spesso gli organi fiorali e sono attratti dalle sostanze zuccherine come gli essudati batterici. In questo modo avviene una rapida diffusione della malattia all'interno dello stesso frutteto. Il batterio può rimanere vitale per almeno 48 ore sul corpo dell'insetto o nel tratto intestinale. Se invece inglobato nel nettare, nel polline o nel miele può rimanere attivo per settimane e questo spiega perché gli alveari posso costituire pericolose fonti di inoculo. Il potenziale infettivo tuttavia si riduce drasticamenterdrasticamente con il tempo e infatti gli sciami infetti non sono piàùpiù in grado di infettare nuove piante la stagione vegetativa successiva a quella in cui sono stati contaminati.
 
Un altro vettore molto importante della malattia è rappresentato dall'uomo che può, utilizzando attrezzi di lavoro contaminati o effettuando operazioni logistiche (spostamento, commercializzazione di alveari, portainnesti, frutti e altri materiali infetti) contribuire anche notevolmente alla diffusione del patogeno.
 
''E.Amylovora amylovora'' colonizza sia gli spazi intercellulari che i vasi xilematici che costituiscono una via per la colonizzazione longitudinale dell'ospite. Provocando la rottura delle pareti xilematiche i batteri evadono ed infettano i tessuti parenchimatici limitrofi
 
Finché i germogli sono suscettibili il patogeno si moltiplica e si diffonde sugli organi vegetali.
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Di grande utilità è la previsione del rischio di infezione giornaliero della malattia fornito dai modelli previsionali ([[agrometeorologia]]), elaborati dai centri di ricerca sulla base dei parametri climatici e dello stadio fenologico delle piante.
 
Per una corretta profilassi è inoltre indispensabile che i frutticoltori seguano le direttive di lotta obbligatoria, che impongono l'immediata segnalazione di casi sospetti agli organi competenti (Osservatori per le malattie delle piante). Questi provvedono all'estirpazione e alla bruciatura delle piante colpite dalla malattia e alla delimitazione dell<nowiki>{{'</nowiki>}}''area di sicurezza'' attorno al focolaio d'infezione, zona in cui svolgere periodici ed oculati controlli.
 
In alcuni Paesi, mentre è vietato severamente in [[Unione europea]] e in [[Italia]], viene consentito l'uso dell'[[antibiotico]] [[streptomicina]] durante le epidemie di ''fuoco batterico'' sugli alberi da frutto. Tale è ad esempio il caso della [[Svizzera]].<ref>[https://www.admin.ch/gov/it/pagina-iniziale/documentazione/comunicati-stampa.msg-id-43260.html Il trattamento con streptomicina è tuttora imprescindibile nella lotta al fuoco batterico]</ref>
 
== Note ==
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== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Fire blight}}
 
== Collegamenti esterni ==
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* {{cita web|url=http://www.acw.admin.ch/themen/00576/00956/index.html?lang=it|titolo=Stato della malattia in Svizzera|editore=Stazione di ricerca Agroscope Changins-Wädenswil ACW, Dipartimento Federale dell'Economia en fr de|accesso=4 gennaio 2008|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080130031925/http://www.acw.admin.ch/themen/00576/00956/index.html?lang=it|dataarchivio=30 gennaio 2008}}
 
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