Sassuolo: differenze tra le versioni
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{{Divisione amministrativa
|Nome = Sassuolo
|Panorama =
|Didascalia =
|Voce bandiera =
|Voce stemma =
|Stato = ITA
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|Divisione amm grado 1 = Emilia-Romagna
|Divisione amm grado 2 = Modena
|Amministratore locale =
|Partito = [[Partito Democratico (Italia)|PD]]
|Data elezione =
|Data istituzione =
|Altitudine =
|Sottodivisioni = [[Castello di Montegibbio|Montegibbio]], [[Salvarola]], [[San Michele dei Mucchietti]]
|Divisioni confinanti = [[Casalgrande]] (RE), [[Castellarano]] (RE), [[Fiorano Modenese]], [[Formigine]], [[Prignano sulla Secchia]], [[Serramazzoni]]
|Zona sismica = 2
|Gradi giorno = 2447
|Nome abitanti = sassolesi
|Patrono = [[san Giorgio]]
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|PIL =
|PIL procapite =
|Motto = Sic ex murice gemmae ("Dalla roccia sono sorte gemme")
|Mappa = Map of comune of Sassuolo (province of Modena, region Emilia-Romagna, Italy).svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Sassuolo all'interno della provincia di Modena
}}
'''Sassuolo''' (''
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
{{Citazione|Calanchi di Sassuolo<br />fluidi<br />come lave uscite da vulcani,<br />pinnacoli di mota<br />eretti come guglie<br />di un tempio lunare,<br />lavine tra cui stagnano le acque<br />e lamentano le rane<br />il disfacimento della natura,...<ref>{{cita libro|autore=Mario Montanari|titolo=Esperienze Europee|anno=1961|editore=Ediz. Mondo moderno|città=Bologna}}</ref>
[[File:Calanchi a Sassuolo.jpg|miniatura|destra|Calanchi a Sassuolo.]]
Il territorio di Sassuolo, in parte pianeggiante e in parte collinare, è situato nella media valle del [[Secchia|fiume Secchia]], sulla sua destra idrografica. I rilievi caratteristici della zona sono i [[Calanco|calanchi]], costituiti da argille scagliose a giacitura caotica, la cui formazione è provocata dall'erosione del terreno. La diversa composizione delle rocce dei calanchi permette alla vegetazione di crescere ugualmente lungo i suoi pendii, mentre invece i calanchi del comune confinante di [[Fiorano Modenese]], risalenti al [[Pliocene]], sono spogli e dirupati.<ref name="Colline">{{cita web|url=http://www.sassuolonline.it/colline.htm|autore=Paola Gemelli|titolo=La fascia collinare|accesso=21 settembre 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160731102734/http://www.sassuolonline.it/colline.htm|dataarchivio=31 luglio 2016}}</ref><ref name="Calanchi">{{cita web|url=http://reggioemiliaturismo.provincia.re.it/page.asp?IDCategoria=792&IDSezione=5354&ID=96581|titolo=I calanchi|accesso=21 settembre 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160805015903/http://reggioemiliaturismo.provincia.re.it/page.asp?IDCategoria=792&IDSezione=5354&ID=96581|dataarchivio=5 agosto 2016}}</ref>
La presenza del calanco costituisce uno dei motivi principali per cui lo sviluppo economico e industriale nel dopoguerra è stato così forte. L'argilla è infatti la fonte di reddito principale di Sassuolo, poiché agevola la produzione della ceramica.<ref name="Colline"/><ref name="Calanchi"/>
=== Clima ===
[[File:San Michele dei Mucchietti - Paesaggio Invernale.jpg|thumb|San Michele dei Mucchietti in inverno.]]
* [[Classificazione climatica dei comuni italiani|Classificazione climatica]]: zona E, 2447 [[Gradi giorno|GG]]<ref>{{cita web|1=http://efficienzaenergetica.acs.enea.it/doc/dpr412-93_allA_tabellagradigiorno.pdf|2=Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia|3=22 settembre 2016|editore=[[Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile]]|sito={{normattiva|tipo=legge|anno=1993|mese=08|giorno=26|numero=412}}, allegato A|
Il clima di Sassuolo è
{{ClimaAnnuale
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|tempmax = 5.4, 8.2, 12.5, 16.9, 21.8, 26.0, 29.0, 28.3, 24.2, 18.3, 11.9, 6.4
|tempmedia = 2.3, 4.4, 8.2, 12.2, 16.6, 20.5, 23.1, 22.6, 19.1, 13.9, 8.6, 3.5
|tempmin
|pioggia = 61, 59, 69, 80, 71, 61, 44, 60, 71, 93, 101, 77
}}
== Origini del nome ==
Non si sa di preciso da dove derivi il [[toponimo]] di Sassuolo. In merito esistono varie ipotesi, ma le più autorevoli per gli storici sono due: secondo la prima, il nome avrebbe origine dal [[petrolio]] che fin dai tempi antichi abbondava naturalmente nella zona, chiamato all'epoca "olio di sasso", mentre per la seconda ipotesi il nome deriverebbe dal [[Lingua latina|latino]] ''saxum solum'' (da cui ''Saxolum''), ovvero "terreno sassoso", e indicherebbe il luogo preciso in cui sarebbero avvenuti i primi insediamenti umani della zona.<ref name="Dalle origini ai Pio">{{cita web|url=http://www.sassuolonline.it/origini.htm|autore=Paola Gemelli|titolo=Dalle origini ai Pio|accesso=22 settembre 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080303082428/http://www.sassuolonline.it/origini.htm|dataarchivio=3 marzo 2008}}</ref> A supporto della prima ipotesi puntano le numerose testimonianze storiche dell'estrazione di "olio di sasso" nell'area di Montegibbio (anticamente ''Monte Zibio''), usato come medicamento per diverse malattie dai tempi degli antichi romani e fino al [[XIX secolo]], con particolare rilevanza a partire dal [[XIV secolo]].<ref>{{cita pubblicazione |nome=Milena|cognome=Bertacchini|titolo=Quando il petrolio era un “Olio di Sasso” miracoloso|rivista=Atti della Società dei Naturalisti e Matematici di Modena|editore=Università di Modena e Reggio Emilia|città=[[Modena]]|volume=145|anno=2014|pp=353-375|ISSN=0365-7027|url=https://www.fioranoturismo.it/it/natura/salse-di-nirano/pubblicazioni/2014bertacchinioliosasso.pdf|lingua=italiano|accesso=20/04/2022|abstract= }}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.comune.sassuolo.mo.it/servizi/cultura-sport-e-tempo-libero/cultura/lo-scavo-archeologico-di-montegibbio#null|titolo=Lo scavo archeologico di Montegibbio|lingua=italiano|accesso=20/04/2022}}
</ref>
== Storia ==
{{d|Storia di Sassuolo}}
=== Età del Bronzo ===
La presenza delle [[terramare]] in territorio sassolese durante l'[[età del bronzo]] è attestata dal ritrovamento di un insediamento terramaricolo nei pressi della località di Pontenuovo (o Ponte Nuovo), avvenuto nel 1861 grazie al naturalista modenese [[Pietro Doderlein]], che poi informò della scoperta il collega [[Pellegrino Strobel]], all'epoca insegnante presso l'[[Università di Parma]], e il geologo torinese [[Bartolomeo Gastaldi]]; quest'ultimo, dopo aver effettuato personalmente un'ispezione sul luogo, elencò i resti del villaggio rinvenuti, come frammenti di vasi, ciottoli e ossami, e ne descrisse la [[Stratigrafia (geologia)|stratigrafia]]. Per ulteriori rinvenimenti bisognò però attendere il 1864, quando il professor [[Giovanni Canestrini (biologo)|Giovanni Canestrini]], grazie ai finanziamenti del Comune di Modena, condusse degli scavi sui villaggi terramaricoli modenesi, compreso quello di Pontenuovo; l'anno successivo stilò un inventario sugli ''Oggetti trovati nelle Terremare del Modenese'', conservato al Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena. Sopralluoghi successivi, effettuati in epoche diverse da [[Arsenio Crespellani]] e [[Fernando Malavolti]], delinearono in maniera più precisa la fisionomia dell'insediamento. Dallo schizzo topografico di Crespellani, datato 1870, si deduce che fosse di forma rettangolare e che si trovasse nella zona mediana delle prime colline sassolesi, a fianco della strada provinciale, mentre nei suoi appunti si fa accenno al ritrovamento di alcune sepolture di datazione ignota; Malavolti, da un sopralluogo eseguito il 29 ottobre 1937, evinse che l'antico villaggio fosse esteso circa 1-1,5 ettari. Nessun riferimento, invece, alla presenza di argini o fossati, strutture tipiche degli abitati terramaricoli. I reperti di Pontenuovo sono conservati al [[Museo civico di Modena|Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena]] e al [[Museo Chierici di Paletnologia]] nel [[Palazzo dei Musei (Reggio Emilia)|Palazzo dei Musei]] di [[Reggio Emilia]].<ref>{{Cita web|url=http://www.sistemonet.it/incoming/viewArchaeology-action.do?id=2058¤tPage=2&popup=no|titolo=Portale Geografico del Territorio Modenese|sito=SisTeMoNet|accesso=29 settembre 2019|dataarchivio=24 settembre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200924132440/http://www.sistemonet.it/incoming/viewArchaeology-action.do?id=2058¤tPage=2&popup=no|urlmorto=sì}}</ref>
[[File:ScorcioViaMenotti.jpg|miniatura|Scorcio di via Lazzaro Fenuzzi]]
=== Celti e Liguri ===
Da epoche remote i [[Liguri Friniati]] abitavano l'Appennino reggiano-modenese, estendendosi dall'alta pianura reggiano-modenese alla [[Lunigiana]] e [[Garfagnana]], con cui confinavano con i [[Liguri Apuani]].<ref>{{Cita libro|titolo=Atlante dei Beni Archeologici della Provincia di Modena. Vol. 1: Montagna|autore=Cardarelli A., Malnati L.|anno=2006|editore=All'Insegna del Giglio|}}</ref> Un importante testimonianza della loro presenza nel territorio sassolese deriva da valle Urbana, toponimo derivato dalla tribù ligure degli Urbanates. Un'altra importante testimonianza ligure rappresenta il fiume [[Secchia]], anticamente denominato Gabellus, toponimo di origine celto-ligure.<ref>{{Cita web|url=http://www.modenatoday.it/cronaca/curiosita-modenesi-origine-nome-fiume-secchia-celti.html|titolo=Perchè il fiume Secchia si chiama così|sito=ModenaToday}}</ref>
A seguito della grande invasione gallica del Nord Italia nel IV secolo a.C., i [[Liguri Friniati]] sono sospinti dall'alta pianura alle alture dell'Appennino. Sassuolo è localizzata nel cuore del territorio insediato dai [[Galli Boi]], comprendente l'alta-media pianura e la fascia collinare compresa tra la provincia bolognese occidentale e il parmense. I [[Galli Boi]] rappresentano la tribù [[celtica]] più potente e numerosa che insediò il [[Nord Italia]], ed insieme agli [[Insubri]] furono la popolazione che oppose maggiore resistenza all'occupazione romana della [[Gallia Cisalpina]]. Con la sottimissione dei Boi e dei Friniati nel II secolo a.C. inizia il processo di romanizzazione. In questo periodo la popolazione locale adotta gli usi e i costumi romani, e il latino inizia diffondersi, sovrapponendosi progressivamente alla lingua gallica e dando vita al sostrato [[celtico]] che sopravvive tuttora nelle [[lingue gallo-italiche]] di cui il dialetto sassolese fa parte.<ref>{{Cita libro|titolo=Atlante dei Beni Archeologici della Provincia di Modena. Vol. 1: Alta Pianura|autore=Cardarelli A., Malnati L.|anno=2003|editore=All'Insegna del Giglio|}}</ref>
=== Romani e Longobardi ===
Sassuolo fu abitata anche in epoca romana, e ciò è deducibile grazie al ritrovamento, nella zona collinare di Montegibbio, di numerosi reperti archeologici risalenti a quel periodo, come le fondamenta di una villa dedicata alla dea [[Minerva]], scoperte nel corso di lavori di scavo effettuati tra il 2006 e il 2007 da Francesca Guandalini con il patrocinio della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna e del Comune di Sassuolo. La sequenza insediativa della villa è suddivisa in quattro fasi, la prima del [[I secolo a.C.]], le altre tre dell'epoca imperiale (la più recente è databile al [[V secolo|V]]-[[VI secolo]]). I resti romani più antichi ritrovati a Montegibbio sono però quelli di una fornace risalente alla fine del [[II secolo a.C.]], usata sia per la costruzione della villa che per la fabbricazione di anfore e vasi.<ref>{{cita web|url=http://www.sassuolonline.it/sassuolo_romana.htm|autore=Paola Gemelli|titolo=Sassuolo romana|accesso=22 settembre 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160731074142/http://www.sassuolonline.it/sassuolo_romana.htm|dataarchivio=31 luglio 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.archeobologna.beniculturali.it/mostre/montegibbio_07_sassuolo.htm|titolo=Archeologia a Montegibbio - La scoperta di una villa romana|autore=Carla Conti|sito=Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio Bologna Modena Reggio Emilia Ferrara|accesso=29 settembre 2019|dataarchivio=29 settembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190929173026/http://www.archeobologna.beniculturali.it/mostre/montegibbio_07_sassuolo.htm|urlmorto=sì}}</ref>
Una traccia della presenza dei [[Longobardi]] a Sassuolo è data dalla toponomastica: parte del toponimo della frazione di [[San Michele dei Mucchietti]] è di chiara derivazione longobarda (il [[Culto micaelico presso i Longobardi|culto]] dell'[[Arcangelo Michele]] era molto sentito presso il popolo germanico), così come quello della località sassolese di Braida, che in epoca medievale aveva il significato di "prato" o "campo suburbano".<ref>{{Cita libro|url=https://books.google.it/books?hl=it&id=OI0NAQAAMAAJ&dq=braida&focus=searchwithinvolume&q=+braida+|titolo=Lessico universale italiano|autore=Umberto Bosco|anno=1968|editore=Istituto della Enciclopedia italiana|città=Roma|p=468|volume=3|OCLC=1118768}}</ref>
=== Signoria dei Della Rosa ===
Il borgo di Sassuolo viene citato per la prima volta in un atto notarile del 980. Nel 1039 entrò a far parte dei [[Dominio dei Canossa|domini]] di [[Bonifacio di Canossa]], passati poi nel 1076 alla figlia [[Matilde di Canossa|Matilde]]. Alla morte di quest'ultima, il borgo riuscì ad ottenere l'indipendenza sia da [[Modena]] che dai nuovi sovrani di [[Toscana]], divenendo [[libero comune]].<ref name="Dalle origini ai Pio"/> Nel 1178 i sassolesi strinsero un patto di alleanza con il comune di Modena, poi rinnovato nel 1187.<ref name="Tiraboschi">{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=kYhPAAAAcAAJ&pg=PA307&dq=cacciaguerra+della+rosa+magreda&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjZ97TZkqPPAhXFvBQKHYXxAX4Q6AEIHjAA#v=onepage&q=cacciaguerra%20della%20rosa%20magreda&f=false|autore=Girolamo Tiraboschi|titolo=Dizionario topografico-storico degli stati estensi. / Tomo II, M-Z|anno=1825|editore=Tipografia Camerale}}</ref>
In un documento datato 14 aprile 1191, viene riportato che il nobile Cacciaguerra, già signore di [[Magreta]], titolo che aveva ereditato dal defunto padre biologico, prestò giuramento assieme al fratello Guido e divenne signore di Sassuolo. Cacciaguerra e Guido sono citati come figli di una certa Agnese e del marito Ugo da Montemagno, un potente nobile modenese, ma in realtà erano appunto figli del compianto signore di Magreta, primo marito di Agnese. Ciò proverebbe, sempre secondo le fonti a disposizione, che i signori di Magreta e quelli di Sassuolo appartenevano alla stessa casata.<ref name="Tiraboschi"/>
[[File:Borso d'Este.jpg|thumb|left|''Ritratto di [[Borso d'Este]]'', dipinto di [[Baldassarre d'Este]]. Borso fece trasformare l'antica rocca in una vera e propria residenza signorile di villeggiatura.<ref name="Dalle origini ai Pio"/>]]
Nello stesso documento, fu citato per la prima volta il cognome [[Della Rosa]], attribuito per ragioni sconosciute a Guido ma non a Cacciaguerra. Da Guido Della Rosa, padre di Manfredo e Tommaso, derivò la discendenza che governò il borgo fino al 1373, anno in cui un certo Manfredino Della Rosa fu sconfitto dagli [[Estensi]] di [[Ferrara]], [[Modena]] e [[Reggio Emilia]], così Sassuolo passò sotto il dominio di questi ultimi, nonostante un altro membro della famiglia Della Rosa, Francesco, avesse tentato invano, nel 1393, di recuperare il feudo della propria famiglia.<ref name="Zuccagni">{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=W9UOAAAAQAAJ&pg=PA470&dq=sassuolo+manfredo+della+rosa&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwis_KyKkaPPAhUGxxQKHdGyAkQQ6AEIITAB#v=onepage&q=sassuolo%20manfredo%20della%20rosa&f=false|autore=Attilio Zuccagni-Orlandini|titolo=Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue isole corredata di un atlante, Volume 8,Parte 2|anno=1845}}</ref>
=== Primo dominio degli Este ===
Sotto il dominio degli [[Este]], iniziato con il governo di [[Alberto V d'Este]], i cittadini sassolesi persero la loro indipendenza da Modena e furono costretti a pagare nuove tasse, mentre invece furono dispensati dal pagamento dei [[Dazio (economia)|dazi]]. Alberto V morì nel 1393 e fu succeduto dal figlioletto [[Niccolò III d'Este|Niccolò III]], che all'epoca aveva solo dieci anni. Una volta divenuto adulto, nel 1432 affidò il governo di Sassuolo e dei territori circostanti al suo ministro Jacopo Giglioli, che però cadde in povertà nel 1434 e fu succeduto fino alla fine del secolo da una lunga schiera di [[podestà (medioevo)|podestà]],<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=_8NdAAAAcAAJ&pg=PA192&dq=leonello+d'este+sassuolo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjl-Iys06PPAhXEbhQKHRXIDXsQ6AEIHDAA#v=onepage&q=leonello%20d'este%20sassuolo&f=false|autore=Dott. Carlo Roncaglia|titolo=Statistica Generale degli Stati estensi|editore=Tipografia di Carlo Vincenzi|città=Modena|anno=1849}}</ref> che agirono per conto dei marchesi [[Leonello d'Este|Leonello]] (1441-1450), [[Borso d'Este|Borso]] (1450-1471) ed [[Ercole I d'Este]] (1471-1499), tutti e tre figli di Niccolò. Infine, nel 1499, Sassuolo fu ceduta da Ercole I, divenuto duca di Ferrara, all'ex [[Signoria di Carpi|co-signore di Carpi]] [[Giberto III Pio]].<ref name="Dalle origini ai Pio"/>
=== Signoria dei Pio ===
{{Vedi anche|Signoria di Sassuolo}}
[[File:Castello di Sassuolo, 1586.jpg|miniatura|Un affresco di Cesare Baglione nel castello di Spezzano, raffigurante la rocca di Sassuolo nel 1586 - 1595.|300px]]
Essendo Giberto Pio gravemente malato (si ferì in guerra contro le truppe di [[Cesare Borgia]]), l'[[Lotta per le investiture|investitura]] fu ricevuta dal di lui figlio, [[Alessandro Pio di Savoia|Alessandro]], che all'epoca aveva solo dodici anni. Giberto morì il 26 settembre [[1500]] e la reggenza di Sassuolo fu assunta dalla moglie [[Eleonora Bentivoglio]], figlia del signore di [[Bologna]] [[Giovanni II Bentivoglio]] e di [[Ginevra Sforza]]. Nel 1503, la vedova Pio ottenne dal duca [[Alfonso I d'Este]] il permesso di organizzare a Sassuolo delle fiere libere dai dazi, le cosiddette Fiere d'Ottobre, che si svolgono tutt'oggi.<ref name=":0" />
Il 5 giugno 1501 un potente terremoto distrusse i castelli di [[Montegibbio]], di [[Maranello]] e di [[Castelvetro di Modena|Castelvetro]] e causò ingenti danni a tutti gli insediamenti del territorio, tra cui Sassuolo. Le cronache del tempo parlano di ''ruina de Sasolo.''<ref>{{Cita libro|autore2=Natale Cionini|titolo=I Podestà di Sassuolo|annooriginale=1879|p=199|opera=Giornale araldico, genealogico, diplomatico italiano}}</ref>
Nel 1505 Alessandro Pio, ormai adulto, cominciò a governare al posto della madre. La sua reggenza fu però caratterizzata dalle terribili lotte tra il Papato e gli Estensi, a causa delle quali fu costretto a cedere brevemente al comune di Modena il feudo sassolese, per poi recuperarlo successivamente. Alessandro Pio si occupò poi di ampliare il paese a livello urbanistico, facendo costruire l'odierna piazza Garibaldi con l'annessa torre dell'orologio. Morto prematuramente nel 1517 (secondo altre fonti nel 1518<ref name="Zuccagni"/>), il governo fu ripreso dalla madre Eleonora in nome di [[Giberto II Pio di Savoia (Sassuolo)|Giberto II]], suo nipote. Quest'ultimo, salito al potere in un periodo di pace, si occupò principalmente della restaurazione e dell'abbellimento del castello dei Pio, fatto costruire nel secolo precedente da Borso d'Este. Rimasto senza prole maschile, gli successe il cugino [[Ercole Pio di Savoia|Ercole]], che si occupò di rinnovare la legislazione sassolese promulgando, nel 1561, i cosiddetti ''Statuti di Ercole Pio'', con l'intento di affermare definitivamente l'indipendenza dalla Signoria da Modena.<ref name="Dalle origini ai Pio"/>
Ultimo signore di Sassuolo fu [[Marco Pio di Savoia (Sassuolo)|Marco Pio di Savoia]], figlio di Ercole, inizialmente sotto la reggenza dello zio [[Enea Pio di Savoia|Enea]], essendo troppo piccolo per governare. Marco era solito contrapporsi alla supremazia degli Estensi di Modena e desiderava che la sua Signoria fosse considerata al pari delle altre, perciò prese parte ad alcuni conflitti sia in Italia che in Europa, come quello delle [[Contea delle Fiandre|Fiandre]]. L'ambiziosità del Pio fu però mal vista dagli Estensi, i quali, secondo alcuni storici, ne avrebbero ordinato l'uccisione. Il 10 novembre, mentre si trovava a Modena, subì un grave attentato, morendo diciassette giorni dopo senza alcun erede maschile. Sassuolo quindi, nonostante la contrarietà dello zio di Marco, Enea, passò nuovamente sotto il controllo degli Estensi all'inizio del [[XVII secolo|Secolo XVII]].<ref name="Dalle origini ai Pio"/>
=== Secondo dominio degli Este ===
[[File:Francesco I d'Este, Duke of Modena in 1638 by Diego Velázquez.jpg|miniatura|left|''Ritratto di [[Francesco I d'Este]]'', dipinto di [[Diego Velázquez]], 1638. L'opera è conservata alla [[Galleria Estense]] di [[Modena]].]]
[[File:Controluce di Piazza Garibaldi .jpg|miniatura|Controluce di Piazza Garibaldi]]
Con il ritorno degli Estensi, furono concessi nuovi privilegi ai cittadini, come la possibilità di emigrare e l'esenzione da alcuni dazi, riproponendo privilegi, esenzioni e immunità concesse ai sassolesi dai duchi del primo dominio estense. Sassuolo inoltre fu scelta come sede di villeggiatura, e già dal settembre 1609, durante il governo di [[Cesare d'Este]], la moglie e i figli del duca si trasferirono nella cinquecentesca Palazzina della Casina per beneficiare dell'aria salubre che si respirava. Il duca [[Francesco I d'Este]], che governò dal 1629 al 1658, volle invece esaltare lo splendore di Sassuolo incaricando l'architetto [[Bartolomeo Avanzini]] di trasformare il castello dei Pio in un vero e proprio palazzo. Gli affreschi furono commissionati al pittore francese [[Jean Boulanger]] e le tele ad artisti quali il [[Guercino]] e [[Salvator Rosa]]. I successori di Francesco I contribuirono ulteriormente all'abbellimento del [[Palazzo Ducale (Sassuolo)|Palazzo Ducale]] e del paese intero, specialmente [[Francesco III d'Este|Francesco III]] (1737-1780), che si occupò anche della costruzione della [[Via Vandelli]]<ref>{{Cita libro|autore=Giulio Ferrari|titolo=Guida alla Via Vandelli|edizione=Terza edizione|anno=2024|editore=Terre di mezzo Editore|ISBN=979-1259962164}}</ref>, utilizzata come collegamento con la [[Toscana]] e poi sostituita dalla via Giardini.<ref name="Seicento e Settecento">{{cita web|url=http://www.sassuolonline.it/dominioestense.htm|autore=Paola Gemelli|titolo=Seicento e Settecento|accesso=4 gennaio 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161228093535/http://www.sassuolonline.it/dominioestense.htm|dataarchivio=28 dicembre 2016}}</ref>
=== Occupazioni straniere ===
Alla fine del [[XVIII secolo]], più precisamente il 14 novembre 1796, Sassuolo fu occupata dalle truppe di [[Napoleone Bonaparte]] e attraversò un periodo di grande crisi economica, provocata dalle tensioni sociali che si manifestavano in frequenti lotte intestine tra filo-francesi e antifrancesi. Nel 1814, [[Restaurazione|sconfitto Napoleone]], il [[Ducato di Modena e Reggio|ducato di Modena]], con Sassuolo, passò nelle mani di un ramo cadetto della casa asburgica, strettamente imparentata con gli storici duchi, gli [[Austria-Este]]. Il nuovo duca [[Francesco IV di Modena|Francesco IV]] tentò di restaurare l'equilibrio politico del periodo prenapoleonico, ma incontrò l'opposizione dei sassolesi, che desideravano l'Unità d'Italia. Il suo successore, [[Francesco V d'Este|Francesco V]], abdicò l'11 giugno 1859, ponendo fine per sempre al dominio degli Estensi su Sassuolo. Ne seguì la riforma distrettuale del territorio, con Sassuolo che fu definitivamente divisa da [[Fiorano Modenese|Fiorano]], in precedenza sua frazione e ora comune autonomo<ref name="Dall'Ottocento ad oggi">{{cita web|url=http://www.sassuolonline.it/ottonovecento.htm|autore=Paola Gemelli|titolo=Dall'Ottocento ad oggi|accesso=4 gennaio 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161214235957/http://www.sassuolonline.it/ottonovecento.htm|dataarchivio=14 dicembre 2016}}</ref>, e l'inclusione del paese di [[San Michele dei Mucchietti]] nel territorio comunale (1816).
===
[[File:Via San Michele Foto Antica.jpg|thumb|Foto d'epoca della via principale di [[San Michele dei Mucchietti]].]]
A seguito dell'[[Unità d'Italia]], Sassuolo attraversò un periodo di grande sviluppo urbanistico e aumento demografico. La giunta comunale liberal-conservatrice, che governò il paese tra il 1860 ed il 1902, ordinò la realizzazione del ponte Sassuolo-Veggia sul fiume Secchia (1872) e di una strada che collegasse il paese con la frazione collinare di Montegibbio (1863). In più, furono costruite le ferrovie [[Ferrovia Modena-Sassuolo|Sassuolo-Modena]] e [[Ferrovia Reggio Emilia-Sassuolo|Sassuolo-Reggio Emilia]], inaugurate rispettivamente nel 1883 e nel 1892. Con la giunta democratica, invece, Sassuolo e la frazione di [[San Michele dei Mucchietti]] beneficiarono di nuovi servizi pubblici, come la luce elettrica, la linea telefonica (1908), l'asilo infantile, il palazzo delle scuole (1909) e quello delle Poste.<ref name="Dall'Ottocento ad oggi"/>
Dal 1914, in concomitanza con l'inizio della [[prima guerra mondiale|Grande Guerra]], si susseguirono giunte di cattolici e socialisti (1920-21) fino ad arrivare alla salita al potere del fascismo nel 1923.
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Dopo la caduta del [[fascismo]] il [[25 luglio 1943]], anche a Sassuolo il pluralismo dei partiti si ricostituì, uscendo dalla clandestinità.<ref name="Genitoni106-110">{{Cita|Genitoni|pp. 106-110}}.</ref>
In seguito all’annuncio di [[Badoglio]] dell’avvenuto armistizio l’[[8 settembre 1943]], la città fu subito occupata dalle forze armate tedesche e il 9 settembre si manifestò una prima forma di resistenza militare dell’Esercito italiano ai tedeschi da parte dei soldati e cadetti dell’[[Accademia militare di Modena]], che aveva la sua sede estiva nel Palazzo Ducale di Sassuolo, al comando del generale [[Ugo Ferrero]]. Dopo due ore e mezza di combattimento, dopo la morte del soldato Ermes Malavasi e una ventina di feriti, la guarnigione e il generale Ferrero dovettero arrendersi.<ref name="Genitoni106-110"/>
Nell'immediatezza dell’evento si sviluppò in città una forma di resistenza disarmata da parte della popolazione di Sassuolo che nascose, rifocillò e rivestì di abiti civili i cadetti e soldati sbandati italiani e in seguito i prigionieri di guerra inglesi e russi fuggiti dai campi di prigionia, oltre agli ebrei in fuga.<ref>{{Cita|Genitoni|pp. 109-110}}.</ref> Furono inoltre subito raccolte e inviate in montagna le armi abbandonate.<ref>{{Cita|Genitoni|p. 121}}.</ref> Intanto si ricostituiva anche a Sassuolo il governo fascista collaborazionista come [[Repubblica Sociale Italiana]].<ref>{{Cita|Genitoni|pp. 115-119}}.</ref>
Per iniziativa del comunista [[Ottavio Tassi]] era nato un [[Comitato di Liberazione Nazionale]] locale formato da tutte le forze politiche democratiche sassolesi e la resistenza assunse infine una forma anche armata: il 7 novembre 1943, uno dei primi in Italia e nella Provincia di Modena, saliva nella montagna dell’Appennino modenese e reggiano il gruppo sassolese autonomo guidato da [[Giovanni Rossi (partigiano)|Giovanni Rossi]], coadiuvato da [[Giuseppe Barbolini]] e dal tenente salernitano Ugo Stanzione.<ref>{{Cita|Genitoni|pp. 120-130}}.</ref> Intanto l’apporto dei cittadini, ed in particolare delle donne sassolesi, operanti nelle SAP, [[Squadre di Azione Patriottica]], per i rifornimenti e gli aiuti a chi combatteva diveniva costante.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Ottavio Tassi |titolo=Memorie|anno=1842|url=https://archive.org/details/bub_gb_oHBUEsVM_dcC|rivista=Archivio dell'Istituto per la Storia della [[Resistenza italiana|Resistenza]] e della società contemporanea di Modena. Dattiloscritto, dove si riporta un elenco delle donne sassolesi che contribuirono alla lotta di Resistenza. Non si deve dimenticare fra esse [[Norma Barbolini]], prima staffetta poi partigiana comandante della formazione sassolese quando il fratello Giuseppe fu ferito nel corso del combattimento di Cerrè Sologno}}</ref>
Durante il conflitto anche Sassuolo fu scossa da alcuni fatti di sangue. Il 23 giugno 1944 avvenne uno scontro a fuoco tra due partigiani e una motocarrozzetta di tedeschi presso Levizzano, frazione di [[Baiso]], nel quale perse la vita il partigiano sassolese Stefano "Nino" Piccinini. Il suo compagno, Giorgio Fontana (detto Geppo), di [[Castellarano]], fu catturato, torturato e giustiziato il giorno stesso presso il muro dello Stadio Enzo Ricci di Sassuolo.<ref>{{Cita libro|autore=[[Ermanno Gorrieri]]|titolo=La Repubblica di Montefiorino: per una storia della resistenza in Emilia|anno=1966|editore=Il Mulino|p=396|OCLC=23507763}}</ref> Il 12 ottobre 1944 a Manno di [[Toano]] furono brutalmente assassinati undici partigiani sassolesi: Luigi Cervi, Nino Fantuzzi, Walter Gandini, Enrico Gambarelli, Clodoveo Galli, Alete Pagliani, Vittorio Roversi, Franco Spezzani, Mario Veroni, Vincenzo Valla e [[Walter Zironi]].<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.sassuolo.mo.it/avvisi/il-74deg-anniversario-dell2019eccidio-di-manno|titolo=Il 74º anniversario dell’Eccidio di Manno|sito=Comune di Sassuolo|data=13 ottobre 2018}}</ref> Il 17 gennaio 1945 fu invece eseguita la fucilazione dei partigiani Giuseppe Rebottini ed Ezio Consolini presso il muro esterno del Cimitero Monumentale di San Prospero, come rappresaglia per la recente uccisione di Antonio Vandelli, milite della [[Guardia Nazionale Repubblicana]].<ref>{{Cita web|url=https://www.bologna2000.com/2022/01/17/17-gennaio-1945-17-gennaio-2022-fucilazione-dei-partigiani-giuseppe-rebottini-ed-ezio-consolini/|titolo=Fucilazione dei partigiani Giuseppe Rebottini ed Ezio Consolini|sito=Bologna 2000|data=17 gennaio 2022}}</ref>
Dopo venti mesi di guerra e di dura occupazione militare Sassuolo fu liberata dalle formazioni partigiane nella sua parte meridionale già alle ore 16,30 del 22 aprile 1945, dopo aver portato alla resa i tedeschi nel combattimento di Villa Segré, e nella prime ore del mattino del 23 aprile in altri punti della città.<ref>{{Cita|Genitoni|}}.</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Comune di Sassuolo|autore2=|autore3=|anno=1972|titolo=Proposta di concessione di medaglia d’argento al V.M. al Comune di Sassuolo|rivista=|volume=Archivio storico Comune di Sassuolo, b. 22/1972|numero=Cat 6 e 7, Cat. 6 Cl. 5 Fasc. 1. All’interno, nell’opuscolo a stampa Comune di Sassuolo, Proposta del Consiglio Comunale di decorare al Valore Militare il Comune di Sassuolo per il contributo dato alla guerra di liberazione. Atti del Consiglio Comunale adottati nella seduta del 23 dicembre 1970, s.l., s.d., p.11: «Alle ore 16 del 22 aprile cessava la resistenza nemica».}}</ref> Nella tarda mattina del 23 aprile 1945, giorno del santo patrono Giorgio, alcuni mezzi corazzati della [[Força Expedicionária Brasileira|Forza di spedizione brasiliana]] occupavano le principali piazze.<ref>{{Cita|Genitoni|pp. 325-329 e 323-324}}. Si riporta il testo del Verbale di trapasso dei poteri stilato da Ottavio Tassi in Municipio. Ottavio Tassi fece mettere a verbale, nell’accettare le consegne dal Podestà in Municipio, a nome del CLN, che Sassuolo era stata liberata fin dalle prime ore del 23 aprile da reparti partigiani, anticipando i reparti alleati (brasiliani) che mai entrarono con truppe di fanteria a Sassuolo, ma solo con alcune autoblinde, come attestano le fotografie.</ref> I militari prigionieri tedeschi, italiani e di varia provenienza, dei quali Ottavio Tassi tenne il computo per nazionalità,<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Ottavio Tassi|autore2=|autore3=|titolo=Memorie|anno=1842|url=https://archive.org/details/bub_gb_oHBUEsVM_dcC|rivista=|volume=|numero=|citazione=cit.}}</ref> fra essi circa una ventina di sbandati del battaglione San Marco<ref>''Ivi''| Tassi li qualifica, erroneamente, nelle sue Memorie come della X Mas.</ref> catturati nella palestra dello Stadio Comunale, furono provvisoriamente reclusi in un’ala del Palazzo Ducale in custodia della polizia partigiana e, dopo alcune settimane di prigionia, consegnati alle forze alleate per essere condotti nei campi di detenzione.
Indagini dirette in prima battuta dalla procura di Modena con il sostituto procuratore Andrea Claudiani, poi dalla [[Giustizia militare|Procura militare]] di [[La Spezia]], cui hanno collaborato i Carabinieri di Sassuolo, sulla base dei referti di un ente nazionale di ricerca, dell’Istituto di [[Medicina legale]] di Modena, diretto dal professor De Fazio, di un geologo e di un perito balistico, hanno appurato che tutti i campioni di resti umani, tra i quali resti di bambini, rinvenuti nel cortile del Palazzo nel corso di lavori di manutenzione, sono da ascrivere a un arco temporale compreso tra il 1280 e il 1840-50 e non si tratti di vittime di una strage di prigionieri lì avvenuta ad opera di partigiani.<ref>{{Cita news|autore=|titolo=Ossa ritrovate:nessun eccidio, era un cimitero|pubblicazione=Il Resto Del Carlino|data=12/12/1999}}</ref><ref>{{Cita news|pubblicazione=La Gazzetta di Modena|data=14 dicembre 1999|citazione=Le ossa ritrovate nel cortile del Palazzo Ducale non apparterrebbero a persone o soldati tedeschi morti a ridosso della Seconda Guerra Mondiale, ma sarebbero datate addirittura a un'epoca compresa tra il 1250 e il 1850. A questo risultato sarebbero arrivati gli esperti dell'Enea, attraverso un esame al carbonio radioattivo}}</ref><ref>{{Cita news|pubblicazione=Il Resto Del Carlino|data=21/12/1999|citazione=La Procura della Repubblica di La Spezia, in seguito alle risultanze tecniche dell'Istituto di Medicina Legale (di cui abbiamo riferito nei giorni scorsi) ha deciso l'archiviazione dell'inchiesta sulla supposta strage a Palazzo Ducale}}</ref><ref>{{Cita news|autore=|titolo=Resti dell’800, non di fascisti uccisi nel’45|pubblicazione=L'Unità|data=21/12/1999|citazione=Non erano i resti di fascisti uccisi nei giorni della Liberazione le ossa rinvenute […] La procura militare di La Spezia ha deciso pertanto l'archiviazione della supposta "strage"}}</ref>
Sassuolo non fu tuttavia esente da episodi criminosi verificatisi nel periodo immediatamente successivo alla fine della guerra. Il 13 maggio 1945 i partigiani prelevarono dalle loro abitazioni i cittadini sassolesi Umberto Matteotti, Mario Monti, Carlo Mucchi, Giuseppe Bonilauri e Battista Prandini, poi tutti assassinati sul greto del fiume Secchia. Stesso destino toccò al veterinario Umberto Rubbiani, ucciso però in un giorno diverso e con modalità differenti.<ref>{{Cita web|url=https://www.sassuoloonline.it/2011/05/09/sassuolo-una-corona-per-le-vittime-civili-del-dopo-guerra/|titolo=Sassuolo: una Corona per le vittime civili del dopo-guerra|sito=Sassuolo OnLine|data=9 maggio 2011}}</ref> Nel 1946 si verificarono altri due omicidi: quello dell'avvocato reggiano Ferdinando Ferioli (figlio di Aristide, l'ultimo sindaco liberale di Sassuolo prima dell'avvento del fascismo), avvenuto il 24 agosto presso la sua villa di San Michele dei Mucchietti, e quello del proprietario terriero Luigi Giuliani, ucciso a rivoltellate sulla via di casa il 10 luglio, entrambi avvenuti per mano di ex partigiani comunisti.<ref>{{Cita libro|autore=Giampaolo Pansa|url=https://www.google.it/books/edition/I_vinti_non_dimenticano/T3drqeUJcSMC?hl=it&gbpv=1&dq=luigi+giuliani+sassuolo&pg=PT348&printsec=frontcover|titolo=I vinti non dimenticano|editore=Rizzoli Libri|anno=2011|ISBN=885862100X}}</ref>
La Città di Sassuolo è stata insignita della "Croce di guerra al Valor Militare al Gonfalone".<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Comune di Sassuolo|autore2=|autore3=|titolo=Proposta di concessione di medaglia d’argento al V.M. al Comune di Sassuolo|rivista=Archivio storico Comune di Sassuolo|editore=Comune di Sassuolo. Proposta del Consiglio Comunale di decorare al Valore Militare il Comune di Sassuolo per il contributo dato alla guerra di liberazione. Atti del Consiglio Comunale adottati nella seduta del 23 dicembre 1970, s.l., s.d. L'onorificenza è stata concessa con Decreto Presidenziale 13 ottobre 1984.}}</ref>
=== Simboli ===
[[File:Coat of arms of Sassuolo
[[File:Sassuolo-Gonfalone.png|border|right|80px]]
I simboli del comune sono:
* {{Citazione|Di rosso, ai tre [[Monte (araldica)|monti]]
{{Citazione|Drappo di azzurro…<ref
Non risulta esserci una formale concessione da parte dello Stato.<ref name="AraldicaCivica"/>
=== Onorificenze ===
[[File:Croce di guerra al valor militare (recto).svg|border|right||70px]]
Sassuolo è tra le [[città decorate al valor militare per la guerra di liberazione]], insignita della croce di guerra al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per l'attività nella lotta partigiana durante la [[seconda guerra mondiale]]<ref>{{Cita web|url=http://www.istitutonastroazzurro.it/istituzionidecoratecrocediguerra.html|titolo=Istituzioni decorate di croce di guerra (al valor militare)}}</ref><ref>{{Cita web|1=http://anpimodena.it/anpi-modena-la-storia/|2=Anpi Modena – La Storia|accesso=6 gennaio 2017|dataarchivio=27 maggio 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160527030517/http://anpimodena.it/anpi-modena-la-storia/|urlmorto=sì}}</ref>:
{{Onorificenze
|immagine = Croce di guerra al valor militare BAR.svg
|nome_onorificenza = Croce di guerra al valor militare
|collegamento_onorificenza = valor militare
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}}
{{Onorificenze
|
|
|
|
|
}}
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
[[File:Chiesa di San Giorgio (Sassuolo) - facciata 2022-07-19.jpg|thumb|Chiesa di San Giorgio.]]
[[File:Chiesa di San Francesco Image 1.jpg|thumb|Facciata della chiesa di San Francesco in Rocca.]]
;[[Chiesa di San Giorgio (Sassuolo)|Chiesa di San Giorgio]]: Situata in piazza Martiri Partigiani, è il principale luogo di culto della città. La sua data di fondazione è sconosciuta: alcune fonti la collocano nel 1318,<ref>{{cita libro|autore=Jean Boulanger|autore2=Vincenzo Vandelli|titolo=Giovanni Boulanger, la Pala di Sassuolo|editore=Ufficio Stampa del Comune di Sassuolo|città=Modena|anno=1985|pagina=31}}</ref> altre nel 1374.<ref name="La chiesa di San Giorgio">{{cita web|url=http://www.sassuoloturismo.it/kcms/KWeb/viewer.aspx?pkentity=d13b482e6a524bde8090d7ad9f4e792a&c=9b7cfd0a59b94f9d8ca6c08cf05bb5c7&s=b4236fb5339947b99b223adfc3f09c8d&d=c36bd71d1d0f4cebb07f8aa499497888|titolo=La chiesa di San Giorgio|accesso=5 gennaio 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170109114332/http://www.sassuoloturismo.it/kcms/KWeb/viewer.aspx?pkentity=d13b482e6a524bde8090d7ad9f4e792a&c=9b7cfd0a59b94f9d8ca6c08cf05bb5c7&s=b4236fb5339947b99b223adfc3f09c8d&d=c36bd71d1d0f4cebb07f8aa499497888|dataarchivio=9 gennaio 2017}}</ref> Intitolata a [[San Giorgio]] alla fine del XIV secolo, ricevette il titolo di chiesa parrocchiale nel 1375 e di collegiata nel 1629, mentre nel 1624, grazie alla bolla di [[Papa Urbano VIII]], fu separata definitivamente dalla pieve di Castellarano dalla quale dipendeva. Nel 1755 l'architetto veneziano Pietro Bezzi fu incaricato di costruire una nuova chiesa basandosi sugli standard dell'architettura emiliana dell'epoca, ma nel 1757 fu sostituito da Domenico Lucenti e Giovanni Battista Massari, i quali apportarono diverse modifiche al progetto originale. Il nuovo edificio, aperto al pubblico nel 1762 e consacrato nel 1881, è quello visibile oggigiorno.<ref name="La chiesa di San Giorgio"/><ref name="Chiese e cimitero">{{cita web|url=http://www.sassuolonline.it/chiese.htm|autore=Paola Gemelli|titolo=Chiese antiche e cimitero monumentale di San Prospero|accesso=5 gennaio 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161214205836/http://www.sassuolonline.it/chiese.htm|dataarchivio=14 dicembre 2016}}</ref> Degna di nota è la pala del [[Jean Boulanger|Boulanger]] (''Madonna col Bambino in gloria e i santi Giorgio, Aurelia, Francesco, Ruffino, Domenico e Antonio da Padova''<ref name="La chiesa di San Giorgio"/>), realizzata tra il 1646 e il 1649 e restaurata nel 1984.<ref name="Chiese e cimitero"/> Di fronte alla chiesa di San Giorgio è collocata la cosiddetta "Guglia": fu l'ambizioso [[Marco Pio di Savoia (Sassuolo)|Marco Pio di Savoia]] a farla erigere nel 1591 con l'iscrizione ''Marcus Pius de Sabaudia Princeps Saxoli'', per sottolineare la sua ferma opposizione alla supremazia degli Estensi, rappresentata dalla [[Ghirlandina]] di Modena.<ref name="Chiese e cimitero"/>
;
; Chiesa di San Francesco in Rocca: Fu costruita negli anni 1650-53 su disegno di [[Bartolomeo Avanzini]]. Eretta accanto al Palazzo Ducale, aveva la funzione di cappella della famiglia d'[[Este]]: era infatti collegata al palazzo principale da un passaggio segreto, che i duchi di Modena percorrevano per andare ad assistere alla messa. La chiesa fu affrescata dal francese Jean Boulanger, lo stesso che si occupò delle decorazioni del Palazzo Ducale, mentre la pala d'altare (''Estasi di San Francesco'', 1654) è opera del pittore fiammingo [[Michele Desubleo]].<ref name="Chiese e cimitero"/><ref name="San Francesco in Rocca">{{cita web|url=http://www.sassuoloturismo.it/kcms/KWeb/viewer.aspx?pkentity=d13b482e6a524bde8090d7ad9f4e792a&c=9b7cfd0a59b94f9d8ca6c08cf05bb5c7&s=b4236fb5339947b99b223adfc3f09c8d&d=fbfb1f09c79c42a7b446563c476c43de|titolo=Chiesa di San Francesco in Rocca|accesso=6 gennaio 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170109114044/http://www.sassuoloturismo.it/kcms/KWeb/viewer.aspx?pkentity=d13b482e6a524bde8090d7ad9f4e792a&c=9b7cfd0a59b94f9d8ca6c08cf05bb5c7&s=b4236fb5339947b99b223adfc3f09c8d&d=fbfb1f09c79c42a7b446563c476c43de|dataarchivio=9 gennaio 2017}}</ref> Nella cappella di destra è custodita una reliquia originaria della [[Turchia]], il Santissimo Crocifisso, chiamato comunemente "Sacro Tronco", esposto una sola volta all'anno durante la processione del giovedì santo.<ref name="Sacro Tronco">{{cita web|url=http://gazzettadimodena.gelocal.it/modena/cronaca/2016/03/24/news/sacro-tronco-e-bancarelle-si-celebra-il-giovedi-santo-1.13187558|titolo=Sacro Tronco e bancarelle: si celebra il Giovedì Santo|data=24 marzo 2016|accesso=6 gennaio 2017}}</ref> Il crocifisso, già in Italia dal 1450, fu portato a Sassuolo nel 1587 da Marco III Pio, lo stesso che l'anno successivo fondò la Confraternita del SS Crocifisso, presente tutt'oggi.<ref name="Sacro Tronco"/> Nella parete opposta a quella del Sacro Tronco è invece presente un altare dorato con incastrato al suo interno un frammento di affresco risalente al XV secolo, la cosiddetta ''Madonna del Pellegrino''.<ref name="Chiese e cimitero"/><ref name="San Francesco in Rocca"/> San Francesco in Rocca ha in realtà origini molto più antiche: una prima chiesa, edificata sul lato opposto della piazza, fu costruita nel XIV secolo per volere di Francesco II Della Rosa, mentre nel XVI secolo Enea Pio, zio di Marco III, ne fece edificare una nuova sul medesimo sito.<ref name="Chiese e cimitero"/><ref name="San Francesco in Rocca"/>
[[File:Chiesa di San Giuseppe Sassuolo.jpg|miniatura|Chiesa di San Giuseppe.]]
; Chiesa di San Giuseppe: Costruita nel 1640 grazie ai finanziamenti di Costanzo Teggia, sorge sulle ceneri di un precedente oratorio, risalente al XV secolo e utilizzato dai membri della famiglia Pio come luogo di sepoltura. La chiesa fu abitata prima dai padri [[Servi di Maria|Serviti]] di [[Bologna]], giunti nel XVI secolo su invito di Eleonora Bentivoglio vedova Pio, poi dai [[Ordine dei frati minori conventuali|frati minori conventuali]], cacciati nel 1796 con l'arrivo a Sassuolo delle truppe napoleoniche. Oggi l'edificio, di proprietà del comune di Sassuolo, è la sede di una scuola paritaria.<ref name="Chiese e cimitero"/><ref name="San Giuseppe">{{cita web|url=http://www.sassuoloturismo.it/kcms/KWeb/viewer.aspx?pkentity=d13b482e6a524bde8090d7ad9f4e792a&c=$%7Bcat%7D&s=$%7Bscat%7D&d=4ffa8038eb884aa7889ee2866a808cf1|titolo=Chiesa di San Giuseppe|accesso=6 gennaio 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170109114343/http://www.sassuoloturismo.it/kcms/KWeb/viewer.aspx?pkentity=d13b482e6a524bde8090d7ad9f4e792a&c=$%7Bcat%7D&s=$%7Bscat%7D&d=4ffa8038eb884aa7889ee2866a808cf1|dataarchivio=9 gennaio 2017}}</ref> La pala d'altare (''San Giuseppe in gloria fra san Costanzo Vescovo e san Filippo Benizzi'', 1640<ref name="Chiese e cimitero"/> o 1645<ref name="San Giuseppe"/>), commissionata da Costanzo Teggia, è opera del veronese Antonio Giarola. Da citare è anche la ''Madonna del Merlo'', dipinta nel 1452 da Raffaele Calori su uno dei merli dell'antica rocca di Sassuolo e attualmente conservata nei pressi del presbiterio.<ref name="Dalle origini ai Pio"/>
[[File:Cimitero di San Prospero Sassuolo.jpg|thumb|left|Ingresso principale del cimitero.]]
; Cimitero monumentale di San Prospero: Il camposanto monumentale di San Prospero, costruito dall'architetto Giovanni Lotti sul sito in cui erano state seppellite le vittime della peste del 1630, iniziò ad essere utilizzato per le sepolture nel 1801. Fu poi sottoposto diverse volte a dei lavori di ingrandimento fino al raggiungimento, nel 1924, delle attuali dimensioni. Il cimitero ha una forma "a campana" ed è attraversato da un lungo viale centrale, in fondo al quale è ubicata una piccola chiesetta, con al suo interno un'immagine della ''Beata Vergine delle Lacrime''. La chiesa inizialmente era una semplice cappella, poi nel 1660 fu trasformata dal parroco G. Battista Paltrinieri nell'edificio attualmente visitabile. Il campanile, più recente, risale invece al 1858.<ref name="Chiese e cimitero"/><ref name="Cimitero di San Prospero">{{cita web|url=http://www.sassuoloturismo.it/kcms/KWeb/viewer.aspx?pkentity=d13b482e6a524bde8090d7ad9f4e792a&c=9b7cfd0a59b94f9d8ca6c08cf05bb5c7&s=b4236fb5339947b99b223adfc3f09c8d&d=6411ea9fdfff45e882326ab0abcf50f0|titolo=Il cimitero monumentale di San Prospero|accesso=6 gennaio 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170109114329/http://www.sassuoloturismo.it/kcms/KWeb/viewer.aspx?pkentity=d13b482e6a524bde8090d7ad9f4e792a&c=9b7cfd0a59b94f9d8ca6c08cf05bb5c7&s=b4236fb5339947b99b223adfc3f09c8d&d=6411ea9fdfff45e882326ab0abcf50f0|dataarchivio=9 gennaio 2017}}</ref> Caratteristiche del cimitero sono le tombe di famiglia in ceramica sassolese, tra le quali spiccano il monumento funebre della famiglia Strucchi, con il busto in gesso di Margherita Mundatori in Strucchi, quello dei Rubbiani, realizzato dal fiorentino Carlo Casaltoli nel 1891, e quello dei Marazzi, con il busto del giovane Eusebio, opera del 1933 del sassolese Fernando Prampolini. Il camposanto, fuori uso dal 1982, è stato sostituito per le sepolture dal Cimitero Nuovo Urbano.<ref name="Cimitero di San Prospero"/><ref>{{cita libro|autore=Diego Cuoghi|autore2=Ilaria Fangareggi|autore3=Vincenzo Vandelli|titolo=Il cimitero monumentale di San Prospero di Sassuolo : alla scoperta del patrimonio storico e artistico dei luoghi della memoria|città=Sassuolo|editore=Incontri Editrice|anno=2008|isbn=978-88-89080-69-6}}</ref>
[[File:Piazzale Porrino Sassuolo 2.jpg|miniatura|destra|La chiesa di Sant'Anna e l'adiacente piazzale Porrino.]]
; Chiesa di Madonna di Sotto: Risalente al 1287. Al suo interno è conservata la ''Madonna del Macero.''<ref name="Chiese e cimitero"/>
; Chiesa di Sant'Anna: Costruita nel 1610, adibita inizialmente a ospizio per i pellegrini, poi a ospedale ed infine a caserma. Attualmente è la sede di un asilo infantile e di una scuola per l'infanzia.<ref name="Chiese e cimitero"/>
; Chiesa di Santa Chiara: Edificata a partire dal 1613 e benedetta dal vescovo di Reggio nel 1629, fu utilizzata inizialmente come monastero e poi dal 1798 come ospedale per gli infermi. La facciata è situata in via Menotti.<ref name="Chiese e cimitero"/>
=== Architetture militari ===
[[File:Castello Montegibbio.jpg|thumb|Il [[Maschio (architettura)|mastio]] del castello di Montegibbio.|150px]]
; [[Castello di Montegibbio]]: Eretto nel 920 nell'[[Montegibbio|omonima frazione]], fu inizialmente utilizzato dai canonici del [[Duomo di Parma]] per difendersi dagli attacchi degli [[Magiari|ungari]], poi entrò a far parte dei possedimenti di [[Bonifacio di Canossa]] e della figlia [[Matilde di Canossa|Matilde]], e infine passò ai signori [[Della Rosa]] di Sassuolo. Distrutto nel 1325 dal ghibellino [[mantova]]no [[Francesco dei Bonacolsi|Francesco Bonaccolsi]], fu ricostruito l'anno successivo quando i Della Rosa, con l'aiuto del guelfo Versuzio Lando, si riappropriarono del feudo. Ceduto agli [[Este]] nel 1375 e ai [[Pio di Savoia]] nel 1499, fu distrutto nel 1501 a causa di un terremoto e rimase abbandonato per oltre un secolo; nel 1636, con la cessione di [[Montegibbio]] ai nobili [[Boschetti (famiglia)|Boschetti]] di Modena, fu ricostruito. Passò poi al marchese Ottavio Spolverini di [[Verona]] nel 1696, al nobile Luigi Canonici di [[Ferrara]] nel 1767, alla famiglia Nanni nei primi dell'Ottocento e infine, nel 1851, ai Borsari di [[Finale Emilia]], che lo ristrutturarono. Oggi è di proprietà del comune di Sassuolo.<ref>{{cita web|url=http://www.sassuolonline.it/montegibbio.htm|titolo=Montegibbio|accesso=7 gennaio 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161215235925/http://www.sassuolonline.it/montegibbio.htm|dataarchivio=15 dicembre 2016}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.sassuoloturismo.it/kcms/KWeb/viewer.aspx?pkentity=d13b482e6a524bde8090d7ad9f4e792a&c=145f77b5cb5c425f8a9ca3f46a506a8a&s=7f8a9129b1564be694ff8eaebdba681d&d=1b55a4f61bfb4258bad8feb83726109f|titolo=Il Castello di Montegibbio|accesso=7 gennaio 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170109114355/http://www.sassuoloturismo.it/kcms/KWeb/viewer.aspx?pkentity=d13b482e6a524bde8090d7ad9f4e792a&c=145f77b5cb5c425f8a9ca3f46a506a8a&s=7f8a9129b1564be694ff8eaebdba681d&d=1b55a4f61bfb4258bad8feb83726109f|dataarchivio=9 gennaio 2017}}</ref>
[[File:Piazza Garibaldi - Sassuolo.jpg|thumb|Piazza Garibaldi.]]
[[File:Piazzale Porrino Sassuolo 3.jpg|thumb|Piazzale Porrino.]]
=== Architetture civili ===
[[File:Palazzo ducale (Sassuolo) - Modena 03.JPG|thumb|Facciata del Palazzo Ducale.]]
[[File:Camerino del Genio.JPG|miniatura|Il Camerino del Genio, affrescato da Jean Boulanger.]]
[[File:Terme della Salvarola Sassuolo.jpeg|miniatura|sinistra|Terme della Salvarola]]
; Terme della Salvarola: Le sorgenti termali della [[Salvarola]], situate nell'omonima frazione, sono tra le più importanti in Italia. Note sin dall'età romana e frequentate dalla stessa [[Matilde di Canossa]], furono adibite a sorgenti termali solo nel 1884, anno in cui l'avvocato Luigi Rognoni vi fece costruire il primo albergo; già nel secolo precedente, il dott. Gaetano Moreali aveva provato a riutilizzare le sorgenti per i suoi benefici curativi, ma con scarsi risultati. Le terme furono chiuse durante le due guerre mondiali di inizio secolo, ma furono nuovamente operative nel 1958.<ref>{{cita web|url=http://www.sassuolonline.it/salvarola.htm|titolo=Storia delle Terme|accesso=5 aprile 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150827063148/http://www.sassuolonline.it/salvarola.htm|dataarchivio=27 agosto 2015}}</ref> La facciata in stile liberty delle terme, dell'architetto modenese Pietro Carani, risale al 1910.<ref>{{cita web|url=http://www.comune.sassuolo.mo.it/aree-tematiche/cultura-sport-e-tempo-libero/cultura/luoghi-di-interesse/terme-della-salvarola|titolo=Terme della Salvarola|accesso=5 aprile 2017|urlmorto=sì}}</ref> Le terme attualmente dispongono di quattro tipi di vasche: Salso-Bromo-Iodica, Solfureo-Salso-Bicarbonato-Alcalino-Terrosa, Solfureo-Bicarbonato-Magnesiaca e Solfureo-Bicarbonato-Alcalino-Terrosa.<ref>{{cita web|url=http://www.sassuolonline.it/termesalvarola.htm|titolo=Terme della Salvarola|accesso=5 aprile 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170514121955/http://www.sassuolonline.it/termesalvarola.htm|dataarchivio=14 maggio 2017}}</ref>
[[File:Interno del Teatro Carani (Sassuolo).jpg|thumb|Interno del Teatro Carani nel 1970.]]
; Palazzina della Casiglia: Costruita nel 1560<ref name="Confindustria">{{cita web|url=http://www.confindustriaceramica.it/site/home/associazione/la-sede.html|titolo=La sede|accesso=7 gennaio 2017}}</ref> per volere di Ercole Pio e successivamente modificata dall'architetto Pietro Bezzi negli anni 1749-50, durante il governo di Francesco III d'Este. Dal settembre 1992 è la sede di Confindustria Ceramica;<ref name="Confindustria"/><ref name="Ville">{{cita web|url=http://www.sassuolonline.it/villestoriche.htm|autore=Paola Gemelli|titolo=Ville antiche|accesso=7 gennaio 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170105203242/http://www.sassuolonline.it/villestoriche.htm|dataarchivio=5 gennaio 2017}}</ref>
; [[Teatro Carani]]: Inaugurato il 25 dicembre 1930, fu costruito su disegno di Zeno Carani grazie ai finanziamenti dei cugini sassolesi Eugenio e Mario Carani. Utilizzato per concerti, spettacoli teatrali e rappresentazioni cinematografiche, è rimasto inagibile dall'ottobre 2014 a causa del crollo di un controsoffitto.<ref>{{cita web|url=http://www.sassuolonline.it/teatri.htm|autore=Paola Gemelli|titolo=Teatri e politeama|accesso=7 gennaio 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161214210506/http://www.sassuolonline.it/teatri.htm|dataarchivio=14 dicembre 2016}}</ref><ref>{{cita web|url=http://gazzettadimodena.gelocal.it/modena/cronaca/2014/10/26/news/crolla-un-controsoffitto-evacuato-il-teatro-carani-1.10176417|titolo=Crolla un controsoffitto Evacuato il teatro Carani Teatro inagibile|accesso=7 gennaio 2017}}</ref> Restaurato dopo 10 anni di chiusura, è stato riaperto il 2 marzo 2024. Il teatro è stato ristrutturato grazie ai fondi messi a disposizione da alcuni mecenati (imprenditori e cittadini sassolesi), che hanno poi donato il Teatro alla città. Nell'occasione della riapertura si è tenuto un concerto del cantante [[Nek]], nativo di Sassuolo.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilrestodelcarlino.it/modena/cultura/nek-teatro-carani-sassuolo-hj4yh7yt|titolo=Nek e il rinato teatro Carani: a Sassuolo è grande festa|sito=Il Resto del Carlino|data=2024-03-02|lingua=it|accesso=2024-03-04}}</ref>
; [[Politeama sociale (Sassuolo)|Politeama sociale]]: Edificato a partire dal 1906 dopo l'abbattimento di un precedente teatro settecentesco, fu inaugurato il 12 ottobre 1912 con la messa in scena della ''[[Cavalleria rusticana (opera)|Cavalleria Rusticana]]'' di [[Pietro Mascagni]] e successivamente dei ''[[Pagliacci (opera)|Pagliacci]]'' di [[Ruggero Leoncavallo]].<ref name=Bortolotti>{{cita web|autore=Lidia Bortolotti|titolo=Politeama sociale|sito=dati.beniculturali.it|url=http://dati.beniculturali.it/lodview/mibact/luoghi/resource/CulturalInstituteOrSite/108007.html|accesso=28 agosto 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180828091739/http://dati.beniculturali.it/lodview/mibact/luoghi/resource/CulturalInstituteOrSite/108007.html|dataarchivio=28 agosto 2018|urlmorto=no}}</ref> Nel 1935 fu acquisito dal Comune di Sassuolo, che lo adibì dapprima a [[Casa del Fascio]] e poi, nel secondo dopoguerra, a [[sala da ballo]], soprannominata ''Caldiròun'' (calderone).<ref name=old>{{cita web|titolo=Politeama sociale|sito=Comune di Sassuolo|url=http://old.comune.sassuolo.mo.it/kcms/KWeb/viewer.aspx?pkentity=fecf2f04f5ae4a1eaf7f385bff8202f0&c=2d8b7352d9c740e3a5a0d613d397d1fd|accesso=28 agosto 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180828104913/http://old.comune.sassuolo.mo.it/kcms/KWeb/viewer.aspx?pkentity=fecf2f04f5ae4a1eaf7f385bff8202f0&c=2d8b7352d9c740e3a5a0d613d397d1fd|dataarchivio=28 agosto 2018|urlmorto=sì}}</ref> Attualmente il teatro, inutilizzato da decenni, versa in grave stato di degrado;
; Villa Giacobazzi: Risalente al XVII secolo, fu prima di proprietà dell'avvocato Giovanni Andrea Moriali e poi della nobile famiglia Giacobazzi. Attualmente è la sede della Biblioteca per Ragazzi "Leontine", chiamata così in onore della contessa Leontine Giacobazzi, che ereditò la villa dal padre Antonio alla fine dell'Ottocento.<ref name="Ville"/><ref name="Leontine">{{cita web|url=http://www.laliberta.info/2013/06/22/leontine-la-nuova-biblioteca-dei-ragazzi-nella-storica-dimora-dei-conti-giacobazzi-a-sassuolo/|titolo=“Leontine”, la nuova Biblioteca dei ragazzi nella storica dimora dei conti Giacobazzi a Sassuolo|data=22 giugno 2013|accesso=7 gennaio 2017}}</ref>
[[File:Angolo PiazzaleRoverella.jpg|miniatura|Angolo di Piazzale Roverella.]]
; Piazza Garibaldi: Chiamata dai sassolesi ''Piazza Piccola'', iniziò ad essere costruita nel 1517<ref name="Cionini">{{cita libro|autore=Natale Cionini|titolo=Le contrade di Sassuolo|anno=1987|città=Sassuolo|annooriginale=1872}}</ref> da Alessandro Pio. Simboli della piazza sono la Torre Civica o dell'Orologio, chiamata dai sassolesi ''Campanone'', opera del 1676 di [[Antonio Loraghi]], e il Monumento ai Caduti, costruito nel 1921 da [[Giuseppe Graziosi]] in ricordo dei caduti della [[prima guerra mondiale]].<ref name="Piazze">{{cita web|url=http://www.sassuolonline.it/piazzepiazzali.htm|autore=Paola Gemelli|titolo=Piazze e piazzali|accesso=7 gennaio 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161227201938/http://www.sassuolonline.it/piazzepiazzali.htm|dataarchivio=27 dicembre 2016}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.sassuoloturismo.it/kcms/KWeb/viewer.aspx?pkentity=d13b482e6a524bde8090d7ad9f4e792a&c=145f77b5cb5c425f8a9ca3f46a506a8a&s=7f8a9129b1564be694ff8eaebdba681d&d=4d95278fc9734e1b890cbac4486f7548|titolo=Piazza Garibaldi|accesso=7 gennaio 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170109114413/http://www.sassuoloturismo.it/kcms/KWeb/viewer.aspx?pkentity=d13b482e6a524bde8090d7ad9f4e792a&c=145f77b5cb5c425f8a9ca3f46a506a8a&s=7f8a9129b1564be694ff8eaebdba681d&d=4d95278fc9734e1b890cbac4486f7548|dataarchivio=9 gennaio 2017}}</ref> A fianco del ''Campanone'' fu posta, nel 1902, una lapide in ricordo del passaggio a Sassuolo di [[Giuseppe Garibaldi]], avvenuto il 2 novembre 1859, prima dell'inizio della [[spedizione dei Mille]];<ref>{{cita libro|autore=Paola Gemelli|titolo=Ti racconto Sassuolo : la storia locale raccontata ai ragazzi|anno=2009|editore=Incontri Editrice|città=Sassuolo|pagina=54|isbn=978-88-89080-84-9}}</ref> La piazza era chiamata anche ''Piazza dei Cristiani'', ''della Torre'' o ''dell'Orologio''.<ref name="Cionini"/>
; Piazza Martiri Partigiani: Chiamata dai sassolesi ''Piazza Grande'' e, in passato, ''Piazza del Bestiame'', risale anch'essa al Cinquecento, ma la sua fisionomia è stata spesso modificata nel corso dei secoli. Si affacciano su tale piazza la Chiesa di San Giorgio e la Guglia di Marco Pio.<ref name="Piazze"/> Nella prima metà del XX secolo si chiamava ufficialmente Piazza Vittorio Emanuele II;<ref>{{cita web|url=http://www.sassuoloturismo.it/kcms/KWeb/viewer.aspx?pkentity=d13b482e6a524bde8090d7ad9f4e792a&c=145f77b5cb5c425f8a9ca3f46a506a8a&s=7f8a9129b1564be694ff8eaebdba681d&d=b6e4ca50fc8f443bb07b3fab1282b72a|titolo=Piazza Martiri Partigiani|accesso=7 gennaio 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170109114154/http://www.sassuoloturismo.it/kcms/KWeb/viewer.aspx?pkentity=d13b482e6a524bde8090d7ad9f4e792a&c=145f77b5cb5c425f8a9ca3f46a506a8a&s=7f8a9129b1564be694ff8eaebdba681d&d=b6e4ca50fc8f443bb07b3fab1282b72a|dataarchivio=9 gennaio 2017}}</ref>
; Piazzale Della Rosa: Chiamato così a partire dal 1872 in onore dei signori Della Rosa, è quello su cui si affacciano il Palazzo Ducale e la chiesa di San Francesco in Rocca. In passato era chiamato ''Piazzale di San Francesco'';<ref name="Piazze"/>
; Piazzale Porrino: Risalente alla fine dell'Ottocento, è quello su cui si affaccia la chiesa di Sant'Anna. La fontana presente nel piazzale, ripristinata nel 2001, era utilizzata in passato dai militari per abbeverare i loro cavalli;<ref name="Piazze"/>
; Piazzale Roverella: Così denominato nel 1872 in memoria di [[Lucrezia Roverella|Lucrezia Roverella Pio]], madre di Ercole e nonna di Marco III, descritta come una donna pia e molto religiosa.<ref name="Piazze" />
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Sassuolo}}
Al 31 dicembre 2023 la popolazione straniera era di {{formatnum:5831}} unità, pari al 14,2% della popolazione residente. La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dal Marocco con il 28,8% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dall'Albania e dalla Romania.<ref>{{cita web|url=https://demo.istat.it/app/?i=P03&l=it|titolo=Bilancio demografico popolazione straniera}}</ref><ref>[https://www.tuttitalia.it/emilia-romagna/90-sassuolo/statistiche/cittadini-stranieri-2024/ cittadini-stranieri] tuttitalia.it</ref>
===
Il dialetto sassolese è una varietà afferente alla [[lingua emiliana]], parte del gruppo linguistico [[Lingue gallo-italiche|gallo-italico]]. Tali dialetti sono accomunati dal sostrato [[celtico]], che li inserisce insieme al francese nella famiglia delle [[lingue gallo-romanze]].<ref>{{Cita web|https://archive.org/stream/saggiosuidialet02biongoog#page/n8/mode/2up|autore=Biondelli|titolo=Dialetti Gallo-Italici}}</ref> Inoltre, tutte le varietà linguistiche localizzate a nord della linea La Spezia-Rimini costituiscono [[lingue romanze occidentali]], rendendo la linea La Spezia-Rimini la più grande frontiera linguistica del mondo romanzo.
L'evidente somiglianza al francese non è dunque il risultato di alcuna recente dominazione, ma si tratta della condivisione di un comune sostrato linguistico celtico tra il [[gallo-italico]], la [[lingua d'oïl]], e l'[[occitano]].
Il dialetto sassolese, insieme al fioranese, è intrinsecamente legato all'area di [[Scandiano]]-[[Rubiera]]-[[Castellarano]], con cui ne condivide le caratteristiche principali, differenziandosi così dal modenese cittadino.<ref>{{Cita web|url=http://online.ibc.regione.emilia-romagna.it/I/libri/pdf/dialetti_intesi_vol1.pdf|autore=Cristina Finadri|titolo=Dialetti In Tesi|sito=RegioneEmiliaRomagna|accesso=29 novembre 2019|dataarchivio=14 luglio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140714195441/http://online.ibc.regione.emilia-romagna.it/I/libri/pdf/dialetti_intesi_vol1.pdf|urlmorto=sì}}</ref>
Alcune delle caratteristiche che accomunano il sassolese al reggiano sud-orientale sono: A) la finale -our come in ''dutaur'', ''fiaur'', ''pitaur'' invece che ''dutor'', ''fior'', ''pitor'' in modenese. B) -ou come in ''fouren'', ''bongiourn'', ''cuntourn'', ''dou'' invece che ''foren'', ''bongiorn'', ''cuntorn'', ''du'' in modenese. C) -tz si trasforma in -s, come ''seina'' (cena), ''seinter'' (centro), ''sulêr'' (allacciare) invece che ''tzeina'', ''tzeinter'', ''tzuler'' in modenese. Dal montanaro condivide, anche se in minore intensità, la lunghezza delle u, come ''duur'' (duro), ''muur'' (muro), ''skuur'' (persiane), ''ciuus'' (porcile) invece che ''dur'', ''mur'', ''skur'', ''cius'' nel modenese cittadino.
=== Religione ===
Nel comune di Sassuolo, così come nel resto d'Italia, la religione più professata è il [[cattolicesimo]]. Sono presenti otto parrocchie,
=== Tradizioni e folclore ===
* ''Festa di [[San Giorgio]]'' - La festa del patrono di Sassuolo, che si svolge il giorno 23 aprile. Mentre oggi la ricorrenza si celebra in maniera più semplice, in passato veniva allestita una vera e propria fiera.<ref name="Feste popolari">{{cita web|url=http://www.sassuolonline.it/festepopolari.htm|autore=Paola Gemelli|titolo=Feste popolari|accesso=8 gennaio 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161215235835/http://www.sassuolonline.it/festepopolari.htm|dataarchivio=15 dicembre 2016}}</ref>
* ''Processione del Sacro Tronco'' (o semplicemente ''"Al Sante tràunch"'' in dialetto locale) - Si svolge il [[giovedì santo]], giorno in cui il Santissimo Crocifisso conservato nella chiesa di San Francesco in Rocca viene esposto al pubblico e trasportato per tutto il centro storico durante la processione serale. Nel corso della giornata vengono anche preparati e venduti i tradizionali ''tiramolla'' (''tiremòla'' in dialetto).<ref name="Feste popolari"/>
* ''Festa di [[Eufemia di Calcedonia|Sant'Eufemia]]'' - Si svolge nel mese di giugno presso la chiesa di Madonna di Sotto. Sant'Eufemia è la patrona di [[Irsina]], paese della [[provincia di Matera]] che ha dato i natali a circa 4500 immigrati sassolesi.<ref>{{cita web|url=http://gazzettadimodena.gelocal.it/modena/cronaca/2016/06/25/news/i-giorni-della-festa-di-sant-eufemia-1.13723302|titolo=I giorni della festa di Sant’Eufemia|data=25 giugno 2016|accesso=8 gennaio 2017}}</ref>
== Cultura ==
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=== Cucina ===
[[File:Sassolino Liquore Sassuolo Modena.jpg|thumb|Il [[sassolino]] prodotto dalle distillerie Caselli e Stampa.]]
Il [[sassolino]], liquore all'anice la cui origine risale al 1804, è opera di alcuni droghieri svizzeri provenienti dal [[Cantone dei Grigioni]] che si trasferirono a Sassuolo e fondarono la distilleria Bazzingher, ora Stampa. Quest'ultima, assieme alla distilleria Caselli del 1860, produce ancora oggi il sassolino.<ref>{{cita web|url=http://www.sassolinodimodena.it/dettaglio_esp.asp?id=33&idliv=107&titolo=Notizie%20storiche%20e%20culturali&css=sassolino&prodid=7|titolo=Notizie storiche e culturali del sassolino di Modena|accesso=7 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180428093802/http://www.sassolinodimodena.it/dettaglio_esp.asp?id=33&idliv=107&titolo=Notizie%20storiche%20e%20culturali&css=sassolino&prodid=7|dataarchivio=28 aprile 2018|urlmorto=sì}}</ref> La distilleria Roteglia, nata nel 1848, produce invece il [[nocino]], altro liquore tipico del territorio.<ref name="Gastronomia">{{cita web|url=http://www.sassuolonline.it/gastronomia.htm|autore=Paola Gemelli|titolo=Gastronomia|accesso=7 gennaio 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170418081354/http://www.sassuolonline.it/gastronomia.htm|dataarchivio=18 aprile 2017}}</ref>
Il ''tiramolla'', zucchero caramellato tipico delle feste pasquali, è esclusivamente sassolese. La sua preparazione viene mostrata al pubblico una sola volta all'anno, il giovedì santo, durante la processione del Santissimo Crocifisso.<ref name="Gastronomia"/>
Come nel resto del
[[File:Ozu manekineko.jpg|thumb|''Maneki Neko'', premio ufficiale dell'[[Ozu Film Festival]] di Sassuolo]]
=== Eventi ===
* ''Fiere d'Ottobre'' - Si tengono da oltre cinquecento anni tutte le domeniche del mese d'ottobre e coinvolgono commercianti, protagonisti della cultura e del volontariato. Tali domeniche hanno un loro nome proprio: la prima è la ''féra di Curiàus'' (fiera dei curiosi), la seconda ''féra dal Bèli Dann'' (fiera delle belle donne), la terza ''féra di Resdàur'' (fiera dei capifamiglia), la quarta ''féra di Sdàs'' (fiera dei setacci, nel senso di "sciocchi") e la quinta, quando c'è, ''féra di Stumpài'' (fiera dei tappi, nel suo significato di "persone di bassa statura").<ref name=":0">{{cita web|url=http://www.
* ''[[Festivalfilosofia]]'' - Kermesse culturale organizzata a Sassuolo, Modena e Carpi, si svolge in un fine settimana di metà settembre. La fiera ha avuto come ospiti i più importanti filosofi, sociologi e antropologi contemporanei, quali [[Zygmunt Bauman]], Henri Atlan, [[Umberto Galimberti]], [[Cvetan Todorov]], [[Emanuele Severino]], [[James Hillman]], [[Remo Bodei]], [[Silvia Vegetti Finzi]], [[Enzo Bianchi]], [[Massimo Recalcati]], [[Carlo Sini]].<ref>{{cita web|url=http://www.festivalfilosofia.it/2017/|titolo=Festival Filosofia|accesso=8 gennaio 2017}}</ref>
* ''[[Ozu Film Festival]]'' - Festival internazionale dedicato al cortometraggio, si svolge nel mese di novembre. La kermesse, nata nel 1993, è intitolata a [[Yasujirō Ozu]], maestro del cinema giapponese, ed è giunta, nel 2014, alla ventiduesima edizione.<ref>{{cita web|url=http://www.visitsassuolo.it/visit-sassuolo/dal-17-novembre-ozu-film-festival-invade-sassuolo/|titolo=Dal 17 Novembre OZU Film Festival invade Sassuolo|accesso=8 gennaio 2017|urlmorto=sì}}</ref>
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=== Urbanistica ===
[[File:Sassuolo Via Menotti.jpg|thumb|left|Via Ciro Menotti, risalente alla fine del XVII secolo, in origine era chiamata contrada Case Nuove.<ref name="Centro storico"/>]]
[[File:Piazza Martiri Partigiani Sassuolo 2.jpg|thumb|Veduta di Piazza Martiri Partigiani con il palazzo ospitante la banca sullo sfondo. L'edificio è recente, e sostituisce il settecentesco palazzo d'Espagnac, acquistato nel 1881 dal conte Charles Honoré D'Amarzit De Sahuguet D'Espagnac e abbattuto negli anni sessanta del Novecento.<ref name="Piazze"/>
Escludendo l'atto notarile del 980, Sassuolo viene citata con il titolo di castello a partire dal XII secolo. Nel 1284 i signori Della Rosa si occuparono dell'ampliamento del borgo con la costruzione di una solida cinta di mura con annesso fossato; dal 1425 nacquero poi
La città fu poi ampliata anche nei secoli successivi, con la costruzione di nuovi edifici, piazze e assi viari (nell'Ottocento si arrivò a sette piazze e 19 strade principali), del cimitero di San Prospero e l'abbattimento di alcuni portici. Per l'ampliamento vero e proprio bisognerà però aspettare il Novecento, quando nacquero nuovi quartieri residenziali e furono risanati quelli vecchi. Furono inoltre inaugurati la Piazza del Littorio (attuale Piazza della Libertà), il campo sportivo (1929) e l'importante viale XX Settembre, e per risolvere il problema del traffico fu approvato, nel 1936, il [[Piano regolatore generale comunale|piano regolatore]] di Sassuolo dell'ingegnere modenese Dante Colli, ideatore della circonvallazione che ancora oggi circonda il centro abitato.<ref name="Centro storico"/>
=== Frazioni e località minori ===
[[File:Campanile di San Michele.jpg|thumb
* [[San Michele dei Mucchietti]], nota semplicemente come San Michele (''San Michêl''), conta {{formatnum:1614}} abitanti ed è situata a 6,53 chilometri da Sassuolo.<ref>{{cita web|url=http://italia.indettaglio.it/ita/emiliaromagna/modena_sassuolo_sanmicheledeimucchietti.html|titolo=La frazione di San Michele dei Mucchietti nel comune di Sassuolo|accesso=28 maggio 2017}}</ref> In origine, secondo un documento dell'anno 888, il territorio corrispondeva ad alcuni appezzamenti di terra venduti da una certa Donna Berta di [[Piacenza]] a tre fratelli "di villa Mocletolo" (primo nome della località<ref>G. Saccani, ''S. Michele dei Mucchietti, Cenni storici'', Reggio 1896.</ref>). Nel corso dei secoli San Michele fu soggetta al controllo di diversi signori: i primi furono i conti di Castellarano, seguiti dai [[Gonzaga]], i Rodeglia, il comune di Reggio e i Duchi d'[[Este]]. Infine, il 1º gennaio 1816 divenne [[Frazione (geografia)|frazione]] di Sassuolo.<ref>L'Appennino Modenese descritto e illustrato. Bologna, Treves 1896 - Statistica gen. degli Stati Esten. Vol I, p. 87.</ref> A San Michele sono presenti una chiesa parrocchiale, con la pala d'altare raffigurante [[Arcangelo Michele|San Michele Arcangelo]], il cimitero locale, la Palazzina del Belvedere (Riserva di Caccia Ducale) e la Tenuta Vandelli (in precedenza Azienda Agricola Vandelli), l'unica azienda vinicola del territorio, attiva dagli anni 1960.<ref>{{cita web|url=http://www.tenutavandelli.it/azienda.html|titolo=Tenuta Vandelli|accesso=28 maggio 2017}}</ref>
[[File:Cimitero di Montegibbio, Sassuolo (MO).jpg|thumb|Cimitero di Montegibbio.]]
* Nonostante il territorio cittadino non sia ufficialmente diviso in quartieri, vi sono alcune zone storicamente definite. I toponimi ''Ponte Nuovo'', ''Parco'', ''Braida'', ''Rometta'', ''San Polo'', ''San Prospero'', ''Le Due Madonne'', ''Quattro Ponti'' e ''Madonna di Sotto -'' tuttora in uso - appaiono già in mappe risalenti ai primi decenni del diciannovesimo secolo.<ref>{{Cita web|url=https://mapire.eu/en/map/europe-19century-secondsurvey/?bbox=1196760.737334325%2C5546982.557192438%2C1205751.6427863687%2C5552715.334313826&layers=158%2C164|titolo=Europe in the XIX century|sito=mapire.eu|lingua=en}}</ref>
== Economia ==
=== Artigianato e industria ===
La città è famosa a livello internazionale per la produzione delle [[piastrelle]] di [[ceramica]]; qui e nei comuni limitrofi hanno sede o hanno stabilimenti produttivi e di ricerca i principali produttori di piastrelle, come [[Marazzi Group|Marazzi]], [[Ragno piastrelle|Ragno]], [[Ceramiche Refin|Refin]], la linea per la casa di [[Gianni Versace (azienda)|Versace]], [[Ceramiche Daytona|Daytona]], [[Panariagroup Industrie Ceramiche|Panariagroup]] e [[Marca Corona]], la più antica ceramica di Sassuolo, risalente al 1741.<ref>{{cita web|url=http://www.marcacorona.it/azienda/storia.html|titolo=Ceramiche Marca Corona: la più antica ceramica di Sassuolo|accesso=8 gennaio 2017}}</ref> Nonostante l'apertura dei mercati ai paesi in via di sviluppo, le cui industrie producono ceramiche a basso costo, la fama del distretto ceramico di Sassuolo è notevolmente aumentata negli ultimi anni, e vengono prodotti materiali di qualità sempre più elevata.<ref name="Territorio"/> Le aziende italiane produttrici di piastrelle di ceramica sono rappresentate e assistite da [[Confindustria Ceramica]], che ha sede nella Palazzina della Casiglia di Sassuolo.<ref name="Confindustria"/>
Per quanto riguarda l'[[artigianato]], la città è rinomata per i laboratori di [[oreficeria]] e di [[gioielleria]].<ref name="Aci">{{cita libro|titolo=Atlante cartografico dell'artigianato|editore=A.C.I.|città=Roma|anno=1985|volume=2|pagine=4,6}}</ref>
=== Turismo ===
[[File:Veduta aerea san michele alto.jpg|thumb|left|Veduta di
[[File:Percorso Secchia Sassuolo.jpg|thumb|Punto di partenza del Percorso Natura del Secchia in via dei Moli.]]
Nel territorio di Sassuolo sono presenti diversi itinerari che permettono non solo di ammirarne il paesaggio, ma anche la storia, i monumenti, la vivacità della vita quotidiana e le tradizioni.<ref>{{cita web|url=http://www.sassuoloturismo.it/kcms/KWeb/Viewer.aspx?PKENTITY=0eeeb752762e42748a3986abab66f98a|titolo=Itinerari|accesso=21 settembre 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170109114405/http://www.sassuoloturismo.it/kcms/KWeb/Viewer.aspx?PKENTITY=0eeeb752762e42748a3986abab66f98a|dataarchivio=9 gennaio 2017}}</ref> Uno dei più conosciuti e frequentati è il Percorso Natura del Secchia da Sassuolo a Pescale, sottoposto nel 2002 ad un intervento di riqualificazione che lo ha reso oggi meta di ciclisti, appassionati di jogging e passeggiatori. L'itinerario permette di addentrarsi in tutta tranquillità nella natura che costeggia il fiume Secchia.<ref name="Sassuolo-Pescale">{{cita web|url=http://www.sassuoloturismo.it/kcms/KWeb/viewer.aspx?pkentity=b6481c64831743be87636a0a8d927eb4&i=e29a1def319a4c369d598bb5f2eba896|titolo=Percorso Natura fiume Secchia: da Sassuolo al Pescale|accesso=21 settembre 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170109114113/http://www.sassuoloturismo.it/kcms/KWeb/viewer.aspx?pkentity=b6481c64831743be87636a0a8d927eb4&i=e29a1def319a4c369d598bb5f2eba896|dataarchivio=9 gennaio 2017}}</ref>
Il punto di partenza è fissato in via dei Moli, dal cui parcheggio è consigliato prendere il sentiero in direzione sud attraverso il centro abitato di
Un altro itinerario è la Via dei Vulcani di Fango, percorso comunemente noto come quello delle [[Riserva naturale regionale delle Salse di Nirano|Salse di Nirano]], inaugurato ufficialmente nel 2015, il quale comprende, oltre a Sassuolo, i comuni di [[Fiorano Modenese]], [[Maranello]] e [[Viano]].<ref>{{cita web|url=http://www.sassuoloturismo.it/kcms/KWeb/viewer.aspx?pkentity=b6481c64831743be87636a0a8d927eb4&i=e3a7294e83b54bbf924a48e612d0a4b5|titolo=La via dei vulcani di fango|accesso=21 settembre 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170109114216/http://www.sassuoloturismo.it/kcms/KWeb/viewer.aspx?pkentity=b6481c64831743be87636a0a8d927eb4&i=e3a7294e83b54bbf924a48e612d0a4b5|dataarchivio=9 gennaio 2017}}</ref><ref>{{cita web|url=http://gazzettadimodena.gelocal.it/modena/cronaca/2015/06/10/news/turismo-e-ricerca-tra-i-vulcani-di-fango-ecco-la-nuova-strada-1.11592890|titolo=Turismo e ricerca tra i vulcani di fango: ecco la nuova strada|data=10 giugno 2015|accesso=21 settembre 2016}}</ref>
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[[File:Sassuolo ACT automotrice ALn 2456.jpg|thumb|La [[Stazione di Sassuolo Radici|stazione di Sassuolo ACT]] nel 1990.]]
=== Strade ===
Sassuolo è attraversata dalla [[Strada statale 467 di Scandiano|strada provinciale 467 R Nuova Pedemontana]], che la collega ai vicini centri abitati di [[Fiorano Modenese]] e [[Maranello]] e alla [[provincia di Reggio
[[File:16175-Elettrotreno 02.jpg|thumb|left|[[Stazione di Sassuolo Terminal|Stazione di Sassuolo ATCM]].]]
=== Ferrovie ===
Il territorio comunale di Sassuolo è raggiunto da due linee ferroviarie, che lo collegano direttamente con [[Reggio Emilia]] e [[Modena]]: la [[ferrovia Reggio Emilia-Sassuolo]], che effettua capolinea presso la [[stazione di Sassuolo Radici]], e la [[ferrovia Modena-Sassuolo]], con la [[stazione di Sassuolo Quattroponti|fermata di Sassuolo Quattroponti]] e la [[stazione di Sassuolo Terminal]].
==== Storia del ''
Prima dell'elettrificazione della ferrovia Modena-Sassuolo, terminata nel 1928, la gente si spostava utilizzando il [[Ferrovia a gravità|treno a gravità]], che i sassolesi chiamavano, nel loro dialetto, ''al
=== Aeroporti ===
Sassuolo è dotata, dal 1982, di una propria [[Aviosuperficie di Sassuolo|Aviosuperficie.]]
== Amministrazione ==
{{vedi anche|Sindaci di Sassuolo}}
Nei decenni successivi all'Unità d'Italia l'amministrazione comunale era in mano ai liberal-conservatori. Nel 1902 subentrò invece una giunta democratica, spodestata dai cattolici nel 1914. Alle successive elezioni del 1920 - non si tennero infatti durante il periodo bellico - vinsero e si insediarono i socialisti. La giunta comunale socialista si dimise nel 1921 a causa del clima di violenze e intimidazioni diffuse, che portò all'insediarsi dei fascisti nel 1923.<ref>{{Cita web|url=http://www.sassuolonline.it/ottonovecento.htm|titolo=Cenni storici - Dall'Antico Regime ad oggi|sito=sassuolonline.it|accesso=24 gennaio 2018|dataarchivio=14 dicembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161214235957/http://www.sassuolonline.it/ottonovecento.htm|urlmorto=sì}}</ref>
Durante il regime si mantenne viva un'esile ma tangibile presenza antifascista, che all'indomani dell'8 settembre 1943 diede vita alle prime brigate partigiane nella provincia di Modena.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Roberto Manfredini|autore2=|autore3=|anno=2012|titolo=I Comuni modenesi tra
fascismo e antifascismo|rivista=Annali dell'[[Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Modena|Istituto Storico di Modena]]|volume=|numero=2|pp=34-36|accesso=15 gennaio 2021|url=http://www.istitutostorico.com/sites/default/images/articles/media/72/Interno%20Annale%202012.pdf}}</ref> Nel dopoguerra si consolidò il predominio amministrativo delle sinistre già nelle prime elezioni del 1946, nonostante una notevole presenza cattolica anche tra gli operai, nel quadro però di una forte conflittualità sociale.<ref>{{Cita web|url=http://www.allacciatilestorie.it/2021/04/26/diritti-e-rovesci-storie-di-lavoro-1945-1960/|titolo=Diritti e rovesci. Storie di lavoro: 1945-1960}}</ref> Dopo la lunga stagione socialista di Baschieri negli [[Boom economico italiano|anni del boom]] e di un forte sviluppo economico e demografico, nel 1970 la guida del comune passò ai comunisti, che lo mantennero quasi ininterrottamente sino al 1990. Negli anni novanta e duemila prevalsero amministrazioni di centro-sinistra a guida cattolico-moderata (dei [[Partito Popolare Italiano (1994)|popolari]] e poi della [[Democrazia è Libertà - La Margherita|Margherita]]), sino alla storica vittoria del centro-destra alle elezioni del 2009. Da allora vi è stata una stabile alternanza tra il centro-destra, a guida [[Il Popolo della Libertà|Pdl]] prima e [[Lega (partito politico)|leghista]] poi, e il centro-sinistra guidato dal [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]].<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Cristiana Mattioli|titolo=Sassuolo. L'evoluzione di un distretto territoriale|rivista=Atti della XVIII Conferenza Nazionale della SIU|url=https://re.public.polimi.it/retrieve/handle/11311/988841/117997/Atti_XVIII_Conferenza_Nazionale_SIU_Atelier_1_Planum_Publisher_2015_Mattioli.pdf}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.ilsassolino.net/content/view/657/|titolo=I sindaci di Sassuolo dal dopoguerra ad oggi|autore=Marcello Micheloni|editore=Associazione culturale Il Sassolino}}</ref>
=== Gemellaggi ===
* {{Gemellaggio|Italia|Irsina|1991}}<ref>{{
* {{Gemellaggio|stato=Italia|città=Lucoli|anno=2011}}<ref>{{cita news|titolo=Sassuolo è ufficialmente gemellata con il Comune di Lucoli|pubblicazione=Modena2000|data=28 settembre 2011|url=http://www.modena2000.it/2011/09/28/sassuolo-e-ufficialmente-gemellata-con-il-comune-di-lucoli/}}</ref>
=== Altre informazioni amministrative ===
Sassuolo è il capoluogo dell'[[Unione dei comuni del Distretto ceramico]], un ente locale costituito anche dai comuni di [[Fiorano Modenese]], [[Formigine]], [[Frassinoro]], [[Maranello]], [[Montefiorino]], [[Palagano]] e [[Prignano sulla Secchia]].<ref>{{cita web|url=http://www.distrettoceramico.mo.it/kcms/KWeb/Viewer.aspx?PKENTITY=bb6596dc8559408498d26dad17199636|titolo=Unione dei comuni del Distretto ceramico|accesso=21 settembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160617211636/http://www.distrettoceramico.mo.it/kcms/KWeb/Viewer.aspx?PKENTITY=bb6596dc8559408498d26dad17199636|dataarchivio=17 giugno 2016|urlmorto=sì}}</ref>
== Sport ==
[[File:Sassuolo-Napoli 2014-2015.JPG|thumb|{{Calcio Sassuolo|N}}-{{Calcio Napoli|N}} 0-1 del 28 settembre 2014.]]
=== Calcio ===
La principale squadra di calcio della città è l'[[Unione Sportiva Sassuolo Calcio]], istituita nel 1920. La squadra
La === Pallavolo ===
[[File:PalaPaganelli Sassuolo.jpg|miniatura|PalaPaganelli.]]
Nella [[pallavolo]] femminile la squadra [[Sassuolo Volley]] ha militato fino alla [[Serie A1 2008-2009 (pallavolo femminile)|stagione 2008-2009]] in [[Serie A1 (pallavolo femminile)|Serie A1]]. Il club ha poi annunciato il ritiro dall'attività agonistica a causa di problemi economici. Il [[Volley Academy Sassuolo]] in Serie A2 ha vinto una coppa Italia A2 nel 2018.<ref>{{cita web|url=http://www.legavolleyfemminile.it/NewsLeggi.asp?tipo=3&ID=25005|titolo=Sassuolo Volley: la società rinuncia ufficialmente a disputare la prossima Serie A1, si ripartirà dalla B|data=6 luglio 2009|accesso=9 gennaio 2017|dataarchivio=26 ottobre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141026124513/http://www.legavolleyfemminile.it/NewsLeggi.asp?tipo=3&ID=25005|urlmorto=sì}}</ref> La pallavolo maschile è stata rappresentata dalla squadra [[Pallavolo Virtus Sassuolo]], che negli [[Anni 1970|anni settanta]] e [[Anni 1980|ottanta]] giocò nel campionato di [[Serie A1 (pallavolo maschile)|Serie A1]], conquistando la [[Coppa Italia (pallavolo maschile)|Coppa Italia]] nella stagione [[Coppa Italia 1980-1981 (pallavolo maschile)|1980-81]]. Tale società ha cessato definitivamente l'attività nel 2002. Il Volley Sassuolo ASD è presente nel campionato di [[Serie B (pallavolo maschile)|Serie B]].
Volley Sassuolo e [[Volley Academy Sassuolo]] giocano nell'arena coperta denominata [[PalaPaganelli]].
=== Ciclismo ===
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=== Impianti sportivi ===
* [[Stadio Enzo Ricci]], utilizzato dal Sassuolo Calcio fino alla promozione in [[Serie B]] del 27 aprile 2008;
* [[PalaPaganelli]], [[arena coperta]] utilizzata per
* Pista di atletica leggera, situata presso il polo scolastico, fu inaugurata nel 2001 ed è di proprietà della società Delta Atletica Sassuolo.<ref>{{cita web|url=http://www.sassuolo2000.it/2014/08/26/delta-atletica-sassuolo-riparte-a-tutta-velocita/|titolo=Delta Atletica Sassuolo riparte a tutta velocità|data=26 agosto 2014|accesso=11 maggio 2017}}</ref>
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== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore=Jean Boulanger|autore2=Vincenzo Vandelli|titolo=Giovanni Boulanger, la Pala di Sassuolo|editore=Ufficio Stampa del Comune di Sassuolo|città=Modena|anno=1985|cid=Vandelli}}
* {{Cita libro|autore=[[Giuseppe Campori]]|titolo=Memorie storiche di Marco Pio di Savoia, signore di Sassuolo|anno=
* {{Cita libro|autore=Natale Cionini|titolo=Le contrade di Sassuolo|anno=1987|città=Sassuolo|annooriginale=1872|cid=Cionini}}
* {{Cita libro|autore=[[Diego Cuoghi]]|autore2=Ilaria Fangareggi|autore3=Vincenzo Vandelli|titolo=Il cimitero monumentale di San Prospero di Sassuolo : alla scoperta del patrimonio storico e artistico dei luoghi della memoria|città=Sassuolo|editore=Incontri Editrice|anno=2008|isbn=
* {{Cita libro|autore=
* {{Cita libro|autore=
* {{Cita libro|autore=Mario Pelati|autore2=Luigi Ottani|titolo=L'Aura non c'è : testi e pretesti sassolesi|anno=2011|città=Sassuolo|editore=Incontri Editrice|cid=Pelati&Ottani}}
* {{Cita libro|autore=Carlo Roncaglia|titolo=Statistica Generale degli Stati estensi|editore=Tipografia di Carlo Vincenzi|città=Modena|anno=1849|cid=Roncaglia}}
* {{Cita libro|autore=Tullio Sorrentino|titolo=Storia di Sassuolo : dall'Antico Regime all'
* {{Cita libro|autore=Girolamo Tiraboschi|titolo=Dizionario topografico-storico degli stati estensi. / Tomo II, M-Z|anno=1825|editore=Tipografia Camerale|cid=Tiraboschi}}
* {{Cita libro|autore=Filippo Trevisani|autore2=Andrea Bacchi|titolo=Il Palazzo di Sassuolo : delizia dei duchi d'Este|anno=2004|città=Parma|editore=Grafiche Step|cid=Trevisani&Bacchi}}
* {{Cita libro|autore=Attilio Zuccagni-Orlandini|titolo=Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue isole corredata di un atlante, Volume 8,Parte 2|anno=1845|cid=Zuccagni-Orlandini}}
* {{cita libro | autore=Dante Colli | autore2 =Alfonso Garuti |autore3=Romano Pelloni | anno=1996 | mese= | titolo=Piccole Capitali Padane | editore=Artioli Editore | città=Modena | isbn= 88-7792-048-3 | pp= }}
== Voci correlate ==
* [[Marco
* [[Palazzo
* [[Signoria di Sassuolo]]
* [[Congregazione mariana delle Case della Carità]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.visitsassuolo.it|VisitSassuolo.it|titolo=Il sito di Sassuolo, patrocinato dal Comune di Sassuolo}}
* {{cita web|url=http://www.comune.sassuolo.mo.it/kcms/KWeb/Viewer.aspx?PKENTITY=fcba8adc03224fe3a9fd498925946288|titolo=Comune di Sassuolo|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150320165522/http://www.comune.sassuolo.mo.it/kcms/KWeb/Viewer.aspx?PKENTITY=fcba8adc03224fe3a9fd498925946288|dataarchivio=20 marzo 2015}}
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