Giuseppe Moro: differenze tra le versioni
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{{Sportivo
|Disciplina = Calcio
|Nome = Giuseppe Moro
|Immagine = Giuseppe
|Didascalia = Moro alla Fiorentina (1947)
|Sesso = m
|CodiceNazione = {{ITA}}
|Altezza =
|Peso =
|Ruolo = [[Allenatore]] <small>(ex [[Portiere (calcio)|portiere]])</small>
|TermineCarriera = 1956 - calciatore<br />1965 - allenatore
|SquadreGiovanili = {{Carriera sportivo
|sport = calcio
|1933-193? |{{Bandiera|NC}} Fortitudo |
|193?-1937 |
}}
|Squadre = {{Carriera sportivo
|sport = calcio |pos = G
|1937-1938 |{{simbolo|600px Bianco e Azzurro con scudo Rosso crociato e due soli.png}} Treviso Riserve |1+ (-?)
|1938-1941|
|1941|
|1941-1942|→
|1942-1943|
|1944-1947|
|1947-1948|
|1948-1949|
|1949-1950|
|1950-1951|
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|1953-1955|
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}}
|SquadreNazionali = {{Carriera sportivo
|1948-1949|{{Naz|CA|ITA||B}} |? (-?)
|1949-1953|{{Naz|CA|ITA|M}} |9 (-10)
}}
|Allenatore = {{Carriera sportivo
|sport = calcio |pos = A
|1958-1959 |
|1960-1964|{{Bandiera|NC}} San Crispino|
|1964|{{Bandiera|NC}} Ebba Ksour |
|1965|
}}
}}
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|Nome = Giuseppe
|Cognome = Moro
|Soprannome = Bepi
|
|Sesso = M
|LuogoNascita = Carbonera
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}}
Durante la sua carriera
Considerato uno
==Biografia==
{{Citazione|Alternò favolose prodezze a errori così madornali da sembrare voluti. In questo sgradevole sospetto lasciò molti che pure lo ammiravano. Finì malamente, giusta la spensierata leggerezza con cui affrontò e assolse il suo lavoro di atleta.<ref>{{cita|Brera|p. 175}}.</ref>|[[Gianni Brera]]}}
===Infanzia e adolescenza===
Giuseppe Moro, figlio di Mosè e Luigia Callegher, nacque il 16 gennaio 1921 a [[Carbonera]], nella periferia di [[Treviso]].<ref name=pennacchia9/><ref name=pennacchia35>{{cita|Pennacchia|p. 35}}.</ref><ref name=pennacchia4>{{cita|Pennacchia|p. 4}}.</ref> Primo di nove figli, di cui una sola femmina, da bambino odiava tutto ciò che riguardava la scuola, tranne un quaderno sulla cui copertina c'era un disegno di [[František Plánička]] in tuffo.<ref name=pennacchia35/> Tifoso
Frequentò i quattro anni di elementari a Carbonera; poi fu iscritto all'Istituto San Francesco, dove venne bocciato, perché la sua attenzione non era rivolta a quanto avveniva in aula, bensì alle partite di calcio che si svolgevano nel cortile della scuola;<ref>All'Istituto San Francesco venivano organizzate delle partite, i cui partecipanti indossavano le divise di Juventus e [[Internazionale Football Club|Ambrosiana]]. Fu da allora che nacque la sua simpatia per i colori bianconeri.</ref> inoltre, anziché fare i compiti per casa, si dedicava alla lettura della ''[[La Gazzetta dello Sport|Gazzetta dello Sport]]'', di cui era appassionato; fu quindi mandato al Collegio Turazza, dove chiuse il secondo ciclo di studi.<ref name=cerri5>{{cita|Cerri|p. 5}}.</ref> Terminati gli studi, si iscrisse
Il padre, come molti dei suoi compaesani, possedeva dei frutteti. Moro, non appagato dagli spazi dei suoi campi, si divertiva girando per gli altri frutteti, rubando frutta, inseguito dai contadini furibondi. Si era procurato una pertica con cui praticava una specie di salto con l'asta sui vigneti: gli stessi contadini, che venivano depredati, lo chiamavano ''cavalletta'' per i danni che faceva e per i suoi balzi spericolati.<ref name=pennacchia16-35-36>{{cita|Pennacchia|pp. 16, 35, 36}}.</ref> Un giorno Giuseppe Moro combinò un guaio e suo padre, furioso, lo inseguì, finché il figlio si trovò bloccato in una stanza, senza possibilità di scappare; erano al secondo piano e c'era la finestra aperta: Bepi si gettò nel vuoto, senza riportare alcun graffio, mentre suo padre, emulandolo, si ruppe il femore e rimase immobile per diverse settimane.<ref name=pennacchia36>{{cita|Pennacchia|p. 36}}.</ref>
===La seconda guerra mondiale===
Quando scoppiò la [[seconda guerra mondiale]] Moro fu chiamato alle armi e nel 1942 venne destinato all'Autocentro di [[Alessandria]], svolgendo la mansione di [[Conducente|autista]] aggregato in un reggimento di [[artiglieria]].<ref name=cerri9>{{cita|Cerri|p. 9}}.</ref><ref name=ricordialessandria>{{cita news |url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0005/articleid,1598_02_1952_0293_0005_22043817/ |titolo=Si attende Boniperti |autore=Paolo Bertoldi |pubblicazione=Nuova Stampa Sera |data=11 dicembre 1952 |p=5 |accesso=19 maggio 2012}}</ref> A pochi mesi dall'inizio del conflitto mondiale lasciò la caserma di Cristo,<ref>Cristo è un quartiere di Alessandria.</ref> dove si trovava, e venne spostato in [[Sicilia]], rimanendovi fino allo [[
Il 9 settembre 1943, giorno seguente all'[[Armistizio di Cassibile|armistizio]], scappò da Alessandria, dove era rientrato, travestendosi in borghese e indossando un cappellino per coprire i capelli rasati. Saltò su un treno, ma fu riconosciuto da alcuni tedeschi a [[Mortara]], durante una sosta; mentre i tedeschi, distratti, raggruppavano altri italiani, lui si allontanò e balzò sul treno non appena questo ripartì, senza che i tedeschi se ne accorgessero. Grazie all'aiuto di un ferroviere arrivò prima a [[Milano]], da dove successivamente raggiunse una famiglia di conoscenti a [[Lissone]], trovando nascondiglio per un mese e mezzo. Quando si decise ad abbandonare il rifugio si vestì come gli operai addetti allo scarico dei pacchi di giornali alle stazioni e con il treno giunse a Treviso.<ref name=pennacchia37-38>{{cita|Pennacchia|pp. 37-38}}.</ref>
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[[File:Bepi moro con i figli.jpg|thumb|Moro con due dei suoi figli]]
Nel 1944 Giuseppe Moro si fidanzò con Maria Tolot,<ref name=pennacchia38>{{cita|Pennacchia|p. 38}}.</ref> una ragazza di [[Vittorio Veneto]] che l'anno
ciclista professionista tra la fine degli anni trenta e l'inizio degli anni quaranta.<ref>{{cita news |url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0004/articleid,1605_02_1948_0301_0004_22342076/ |titolo=È giunto per i granata il nuovo asso cecoslovacco |autore=Gigi Bocaccini |pubblicazione=Stampa Sera |data=30 dicembre 1948 |p=4 |accesso=21 aprile 2012}}</ref>
Trasferitosi a [[Roma]] nel 1953, si rovinò la vita, cadendo nelle tentazioni che la città gli offrì. Si comprò una fuoriserie, cominciò a frequentare i ''night'' e a giocare a [[poker]], sperperando molti soldi.<ref name=pennacchia10-74>{{cita|Pennacchia|pp. 10, 74}}.</ref> A [[Porta Pia]] comprò per
Il suo uso poco accorto del denaro lo portò a ritrovarsi, poco dopo il termine della carriera professionistica, con soli cinque o sei milioni di lire e una casa a Treviso, che fu costretto a vendere, dovendo mantenere moglie e figli senza un lavoro. Nello stesso periodo trovò una squadra di terza divisione fuori Treviso dalla quale percepiva
Nuovamente senza lavoro, si rassegnò a vendere caramelle nei paesini della provincia; in quel periodo giocò anche per il Matteotti, squadra dilettantistica di [[Ponte di Piave]], dove parò l'ultimo rigore della sua vita.<ref name=pennacchia31>{{cita|Pennacchia|p. 31}}.</ref> Nel 1960, tramite amicizie, andò a [[Porto Sant'Elpidio]], nelle [[Marche]], per allenare il San Crispino in quarta serie, scendendo in campo in tredici occasioni, percependo
Dopo la prova di [[educazione fisica]], passò a quella tecnica, dove trovò [[Alfredo Foni]], suo allenatore alla {{Calcio Sampdoria|N}}, mentre all'esame di [[medicina]] non si fece trovare preparato e fu rimandato. Moro, depresso, in grandi difficoltà economiche, pensò al [[suicidio]]: scrisse una lettera ad [[Aldo Bardelli]], confidandogli di volersi sparare; quest'ultimo gli rispose subito, scongiurandolo di non fare pazzie, promettendogli che avrebbe parlato con il presidente della federazione. Nel frattempo il San Crispino, dopo quindici giorni di sommosse dei tifosi e firme raccolte, decise di reingaggiare Moro per altri due anni; non godendo di ottimi rapporti con giocatori e dirigenti, Moro accettò controvoglia, solo per estrema necessità di denaro.<ref name=pennacchia18-19>{{cita|Pennacchia|pp. 18-19}}.</ref> Nell'agosto 1964, in preda alla disperazione, si rivolse alla [[Federazione Italiana
Il [[segretario federale]] Bertoldi, comprendendo le sue difficoltà, gli donò subito
Al secondo anno in [[Africa]] passò all'[[Olympique Béja]], dove incontrò molti italiani e si trovò meglio. Teneva gli allenamenti della prima squadra e anche delle quattro giovanili, fino ai più piccoli, per un totale di 120 giocatori al suo seguito; inoltre si occupava anche delle pratiche societarie: per il suo grande impegno e sacrificio venne apprezzato e seguito da tutti.<ref name=pennacchia21-22-117>{{cita|Pennacchia|pp. 21-22, 117}}.</ref> Nel 1965 fece ritorno in Italia, nelle Marche, riprendendo la professione di rappresentante di dolciumi,<ref name=pennacchia12 /> mentre in seguito lavorò, insieme alla moglie, anche in uno stabilimento per la produzione di scarpe.<ref name=portiereprodezza /> Morì il 28 gennaio 1974, a 53 anni, nella sua casa di Porto Sant'Elpidio, a causa di una malattia incurabile di cui soffriva da oltre un anno.<ref name=portiereprodezza/><ref name=personaggio>{{cita news |url=http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/archivio/uni_1974_01/19740129_0010.pdf |titolo=È morto Moro, il portiere personaggio |pubblicazione=l'Unità |data=29 gennaio 1974 |p=10 |accesso=29 aprile 2012 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131203003652/http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=%2Farchivio%2Funi_1974_01%2F19740129_0010.pdf |dataarchivio=3 dicembre 2013 }}</ref>
===Una vita disperata===
Nell'autunno 1965, di ritorno dalla Tunisia, Moro si presentò alla redazione del ''[[Corriere dello Sport - Stadio|Corriere dello Sport]]'' per incontrare il direttore [[Antonio Ghirelli]], che lo affidò a [[Mario Pennacchia]], il quale accolse il suo sfogo. Per giorni narrò la sua vita e la sua carriera, nel bene e nel male, svelando parecchi particolari scomodi,<ref name=pennacchia1-9>{{cita|Pennacchia|pp. 1, 9}}.</ref> molti dei quali riguardanti la facilità con cui le partite venivano truccate negli anni cinquanta. Da questi incontri lo stesso Pennacchia pubblicò conseguentemente un racconto autobiografico in dieci puntate, fra il 16 novembre e il 1º dicembre, dal titolo ''Una vita disperata'', uscito in terza pagina sullo stesso quotidiano, che riscontrò l'apprezzamento da parte dei lettori, i quali dimostrarono solidarietà nei confronti dell'ex portiere;<ref name=pennacchia10-13-107_118>{{cita|Pennacchia|pp. 10, 13, 107-118}}.</ref> tutte le puntate furono riprese fedelmente e racchiuse nella biografia ''La vita disperata del portiere Moro'', uscita nel 2011.
{{Citazione|Giuseppe Moro da dieci ore sta raccontando la sua vita assurda, eroica e disperata e il polso ci duole per l'ininterrotto, febbrile manoscritto. La commozione e la nausea, l'indignazione, lo spasso e la vergogna confluiscono in una sensazione sola: siamo sconvolti.<ref name=pennacchia15>{{cita|Pennacchia|p. 15}}.</ref>|Mario Pennacchia, autunno 1965}}
==Caratteristiche tecniche==
[[File:Moro (fiorentina) il 15 02 1948 contro la roma.jpg|thumb|left|Moro, in porta per i viola, esegue una parata plastica
Calma,<ref name=cds19501127 /> coraggio,<ref name=portiereprodezza/> sicurezza,<ref name=personaggio/> freddezza,<ref name=cds19490131 /> intuito,<ref name=portierenazionale/> senso di posizione
* ''Corriere dello Sport'', 21 giugno 1948, pp. 1-2;
* ''Corriere dello Sport'', 6 febbraio 1950, p. 3;
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{{Citazione|Giuseppe Moro rimane un grande artista della porta, un vero e proprio mito. L'ho visto giocare poche volte e solo quando era già alla fine. Quando seppi della morte di Moro, mandai a Treviso, in segno di stima e di riconoscenza, la mia maglia della Nazionale. Fu un gesto istintivo, da parte mia, perché nel gennaio del '74 quella era una maglia imbattuta da anni e Giuseppe Moro, che l'aveva onorata, era degno di indossarla come nessun altro.<ref name=pennacchia7>{{cita|Pennacchia|p. 7}}.</ref>|[[Dino Zoff]]}}
===La ''marionetta''===
[[File:Rigore giuseppe moro john hansen.jpeg|thumb|upright=1.4|Lucca, 24 settembre 1950, Lucchese-Juventus (0-1). Due fermo-immagine dell'undicesimo minuto. [[John Hansen]] si appresta a battere un calcio di rigore contro
Non erano rare le occasioni in cui assumeva atteggiamenti stravaganti, sconfinanti, secondo la stampa sportiva, nella follia. Quando decideva di voler umiliare gli attaccanti si esibiva nelle vesti della ''marionetta''<ref>{{cita news |url=http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/archivio/uni_1952_10/19521021_0004.pdf |titolo=Gli uomini migliori nelle due nazionali |autore=Martin |pubblicazione=l'Unità |data=21 ottobre 1952 |p=4 |accesso=1º ottobre 2013 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304114742/http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=%2Farchivio%2Funi_1952_10%2F19521021_0004.pdf |dataarchivio=4 marzo 2016 }}</ref> (o ''burattino''<ref name=ritratto />)
===I calci di rigore===
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===Club===
====Le giovanili (1933-1937)====
Nelle partitelle tra amici d'infanzia Moro, non particolarmente dotato con i piedi, si trovava sempre in porta, perché costretto dai compagni.<ref name=cerri5-6>{{cita|Cerri|pp. 5-6}}.</ref> Resosi conto dei suoi limiti e non essendo portato per nessun altro ruolo, decise quindi di fare il portiere.<ref name=pennacchia102>{{cita|Pennacchia|p. 102}}.</ref> All'età di dodici anni cominciò a giocare nella Fortitudo, una squadra di Treviso, che chiedeva ai propri giovani calciatori una quota di una [[Lira italiana|lira]] a settimana, regolarmente pagata dal nonno.<ref name=cerri6>{{cita|Cerri|p. 6}}.</ref> Una volta arrivato al Treviso, dopo qualche anno in cui militò nelle giovanili, fece il debutto in prima squadra nel 1937, a soli sedici anni, nella partita Treviso Riserve-{{Calcio Arsa|N}} (5-1) di Prima Divisione, gara in cui fu anche promosso [[Capitano (calcio)|capitano]].<ref name=cerri7>{{cita|Cerri|p. 7}}.</ref>
====Gli anni al Treviso, le parentesi a Padova, Alessandria e Venezia (1938-1947)====
[[File:Giuseppe moro treviso 1940.jpg|thumb|upright=0.7|left|Il diciannovenne Giuseppe Moro difende i pali del Treviso (1940)
Nella stagione 1938-1939, arrivato nella squadra maggiore,<ref name=personaggio/> nonostante le poche presenze, fu uno dei migliori giovani portieri del campionato di [[Serie C 1938-1939|Divisione Nazionale]].<ref>{{cita news |url=http://
Mentre si trovava ad Alessandria per ragioni militari, con la squadra locale disputò il suo primo campionato di [[Serie B 1942-1943|Serie B]]: fu un'esperienza breve, terminata con lo spostamento di natura bellica impostogli in Sicilia.<ref name=pennacchia37/> Fece il suo debutto in [[Coppa Italia 1942-1943|Coppa Italia]] il 20 settembre 1942 nei sedicesimi di finale
Nel 1944, nel pieno svolgimento della guerra, non essendo vincolato a nessuna squadra per sua scelta, ritornò a giocare con il Treviso il campionato dell'Italia Settentrionale, che per i veneti terminò anzitempo a seguito del [[Bombardamento di Treviso|bombardamento]] di
Nella stagione 1945-1946, con la ripresa effettiva dei campionati, Moro tornò a Treviso e in tutte le gare casalinghe fu battuto solamente due volte, in entrambe le occasioni da autoreti dei suoi compagni.<ref name=cerri10/> Al termine del campionato era intenzionato a lasciare il Treviso, tra il dispiacere della società e dei tifosi. Tuttavia, avendo personalmente falsificato alcuni documenti societari per suoi capricci, fu costretto a rimanere con i trevigiani per un'altra stagione, accordandosi per
I rapporti non idilliaci con il Treviso si ruppero definitivamente il 6 aprile 1947, quando si giocò Treviso-[[Associazione Sportiva Lucchese Libertas 1905|Lucchese]] (1-2). Pochi giorni prima uno zio di [[Mario Barluzzi]] informò Moro circa l'interessamento della Lucchese nei suoi confronti e la sera della vigilia lo presentò ad [[Aldo Olivieri]], allenatore della squadra toscana; questi manifestò il suo apprezzamento per il portiere veneto e gli confidò che l'anno venturo lo avrebbe voluto in squadra; Moro rispose che il trasferimento sarebbe stato di suo gradimento, anche perché la Lucchese, prima in classifica, era fortemente indiziata a giocare in [[Serie A]] la stagione successiva ed ebbe la promessa di un premio di
====L'esordio in A con la Fiorentina (1947-1948)====
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|titolo = La falsa trattativa con l'Arsenal
|dim-testo = 90%
|contenuto = Moro veniva definito e si definiva ''matto'', per i suoi atteggiamenti nel terreno di gioco,<ref name=ritratto/><ref name=sappino367 /> ma anche per i comportamenti al di fuori del campo. Nel marzo 1948 ebbe la trovata di presentarsi in una redazione di un giornale, dicendo che avrebbe lasciato a breve la Fiorentina. Aveva ricevuto un'offerta molto vantaggiosa dall'[[Arsenal Football Club|Arsenal]], alla quale non avrebbe rinunciato: questo fu quello che affermò ai giornalisti, i quali non esitarono a pubblicare la notizia, che ebbe eco anche fuori dall'Italia. Il giorno seguente tutti sapevano del suo trasferimento a Londra e la sede della società viola venne assalita, tra lo stupore di un Ugolini all'oscuro dei fatti, per avere informazioni in merito alla cessione del portiere. Poi si scoprì che era uno scherzo, che Moro ingegnò per prendersi gioco dei giornalisti, per il quale fu punito dalla società con tre settimane in panchina.<ref name=profilicelebri>{{cita news |url=http://
La Lucchese, con cui era in parola, non si fece più viva; Moro ebbe quindi dal Treviso il nulla osta per cercarsi una squadra, purché fosse disposta a sborsare sei milioni di lire.<ref name="pennacchia42">{{cita|Pennacchia|p. 42}}.</ref> Un giorno venne a Treviso [[Duilio Rallo]] per definire la pratica del passaggio, avvenuto l'anno precedente, di [[Raoul Bortoletto]] dai biancocelesti alla [[ACF Fiorentina|Fiorentina]]. Rallo convinse anche il portiere: a metà luglio 1947 i due partirono per Milano, dove Moro si accordò con il presidente [[Ardelio Allori]] per un ingaggio di due milioni, oltre ai sei pattuiti con la società trevigiana.<ref name=pennacchia42/><ref>{{cita news |url=http://
Con i suoi nuovi compagni e con l'allenatore [[Luigi Ferrero|Ferrero]] ebbe subito ottimi rapporti, invece non entrò nelle simpatie del direttore sportivo [[Ugolino Ugolini|Ugolini]].<ref name="pennacchia42"/> L'esordio con i viola, il 14 settembre in Fiorentina-Roma 1-0, coincise con il debutto assoluto in Serie A, in cui fu determinante ai fini della vittoria.<ref>{{cita news |url=http://
Nella seconda parte della stagione, pur continuando a fornire prestazioni molto pregevoli, alle volte superlative,<ref>{{cita news |url=http://
A stagione conclusa, nonostante l'incompatibilità con Ugolini, la società gli prolungò il contratto di un anno, per la somma di un milione e
====L'affermazione a Bari (1948-1949)====
[[File:Moro costagliola bari fiorentina gennaio 1949.jpg|thumb|upright=0.7|left|Firenze, 30 gennaio 1949. I portieri Costagliola e Moro, protagonisti di uno scambio di calciomercato pochi mesi prima, si ritrovano in campo.]]
Con i pugliesi, Moro terminò il campionato al terzultimo posto, dando un contributo fondamentale alla salvezza della squadra,<ref>{{cita|''Il calcio italiano''|vol. 4, p. 690}}.</ref> attraverso numerose prestazioni esemplari, apprezzate dal pubblico e omaggiate altresì dalle ovazioni dei sostenitori delle squadre avversarie.<ref>{{cita news |url=http://
Mise subito in mostra la sua dote di pararigori, neutralizzandone tre consecutivi nelle prime tre giornate. Fece il suo esordio con la squadra biancorossa al primo turno di campionato, il 19 settembre 1948, nella gara Bari-[[Associazione Calcio Milan|Milan]] (0-2), in cui ben figurò, non solamente per aver parato un rigore calciato da [[Carlo Annovazzi|Annovazzi]].<ref>{{cita news |url=http://
{{Approfondimento
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|contenuto = [[File:Moro, Cavone, Lucchi (Triestina-Bari 3 ottobre 1948).jpg|120px|left]] Triestina e Bari chiudono il primo tempo sullo 0-0. Moro (a sinistra), festeggiato dai compagni [[Sabino Cavone]] e [[Renato Lucchi]], ha appena parato un rigore a Ivano Blason, il terzo consecutivo nelle prime tre giornate di campionato.}}
Il 3 aprile 1949 disputò una gara memorabile nella vittoria per 2-1 contro la Juventus, al punto che la stampa sportiva lo decretava superiore al suo rivale [[Lucidio Sentimenti|Sentimenti IV]], allora in forza proprio ai bianconeri. Furono due gli interventi considerevoli; il primo quando sventò un [[calcio di punizione]] di [[Pietro Rava|Rava]] indirizzato nell'angolo basso con un volo che, secondo
Nel turno successivo, nonostante avesse la febbre a 39, scese in campo e fu decisivo nello 0-0 contro il
L'interesse da parte delle società sul portiere trevigiano aumentava sempre più, anche grazie alle sue prime due pregevoli apparizioni in Nazionale.<ref name=cds19490614 /> A partire dal mese di maggio Moro fu oggetto di un'asta, tra Lazio, [[Associazione Sportiva Roma|Roma]] e [[Torino Football Club|Torino]]
Nella sua unica stagione al Bari, Moro riuscì a neutralizzare 5 rigori in campionato, stabilendo un record che resisterà per oltre 60 anni: dapprima eguagliato da [[Renato Gandolfi]] e [[Luca Marchegiani]], verrà battuto da [[Samir Handanovič]], capace di pararne 6 nella stagione [[Serie A 2010-2011|2010-2011]].<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2011/ottobre/13/MAI_NESSUNO_AVEVA_PARATO_RIGORI_ga_10_111013033.shtml|titolo=Mai nessuno aveva parato 6 rigori in una stagione|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=13 ottobre 2011}}</ref>
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[[File:11 09 49 torino venezia rigore moro degano.jpg|thumb|left|Venezia, 11 settembre 1949, Venezia-Torino (0-1). Giuseppe Moro respinge un rigore calciato da Pietro Degano.]]
Delle tre possibilità presentategli, l'opzione granata era la meno desiderata da Moro, perché era chiamato a prendere il posto del compianto [[Valerio Bacigalupo]] nella stagione post-Superga, compito per il quale non si riteneva all'altezza.<ref name=pennacchia52-53>{{cita|Pennacchia|pp. 52-53}}.</ref> Esordì il 3 luglio 1949 a [[Barcellona]], nella finale per il 3º posto della [[Coppa Latina 1949|Coppa Latina]] Torino-[[Stade de Reims]] (5-3), disputando una buona gara, nonostante le tre reti subite.<ref>{{cita news |url=http://
L'inizio di stagione, simile a quello dell'annata precedente a Bari, fu caratterizzato dalla parata di due penalty consecutivi nelle prime due partite. L'11 settembre 1949 il Torino vinse di misura per 1-0 contro il
[[File:Giuseppe Moro allenamento a torino.jpg|thumb|Un allenamento di Bepi Moro a Torino
{{Citazione|Quando tirano dal dischetto degli undici metri sono molto più tranquillo io che non il rigorista, tanto è vero che in due stagioni ho neutralizzato sette penalty su nove e un decimo l'ho visto volare sopra la traversa|Giuseppe Moro, settembre 1949}}
Secondo i racconti del portiere, avvenuti a distanza di tanti anni, fu accusato dai dirigenti granata di essersi venduto due partite, la prima delle quali il 30 ottobre 1949, Roma-Torino (3-1). In quel periodo Moro si svegliava spesso la mattina presto, perché gli risultava difficile dormire a lungo durante la notte; così quella domenica, levatosi alle sei, andò a fare una passeggiata, non volendo disturbare i compagni di stanza [[Benjamín Santos|Santos]] e [[Cesare Nay|Nay]], i quali invece informarono il presidente Novo della fuga di Moro. L'esito negativo della gara e un suo errore, derivato dalla sua voglia di strafare su una palla rischiosa, che originò uno dei gol, indussero Novo a pensare che il suo portiere fosse andato a trattare la vendita dell'incontro.<ref name=pennacchia58>{{cita|Pennacchia|p. 58}}.</ref><ref>{{cita news |url=http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/archivio/uni_1949_11/19491101_0006_04.pdf |titolo=1
Moro rivelò di avere ricevuto due offerte per vendersi la partita Bari-Torino, all'andata e al ritorno. Prima della gara del 13 novembre venne a trovarlo un amico che aveva conosciuto a Bari l'annata precedente, proponendogli 600 000 lire per aggiustare l'incontro a favore dei pugliesi. Moro rifiutò e il Torino vinse 5-1. Il 23 marzo, tre giorni prima della gara di ritorno, la cifra aumentò, arrivando a un assegno pari a un milione di lire. Moro, ancora molto legato a Bari, si lasciò tentare e si fece consegnare il denaro. La domenica mattina però ci ripensò; andò da Copernico, chiedendo di essere tolto dalla formazione per ragioni affettive, evitando che, in caso di prova negativa, potessero nascere sospetti. La richiesta fu accolta e senza Moro il Torino pareggiò 1-1. Moro poi restituì i soldi.<ref name=pennacchia85-86>{{cita|Pennacchia|pp. 85-86}}.</ref>
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[[File:Giuseppe moro lazio-torino maggio 1950.jpeg|thumb|left|Roma, 14 maggio 1950, Lazio-Torino (2-2). Moro risolve una mischia.]]
La stagione fu segnata da continui alti e bassi; tra febbraio e aprile ebbe il periodo più opaco,<ref>{{cita news |url=http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/archivio/uni_1950_03/19500321_0006.pdf |titolo=I titolari azzurri deludono. I rincalzi e i giovani si affermano. |autore=Renato Mordenti |pubblicazione=l'Unità |data=21 marzo 1950 |p=6 |accesso=25 maggio 2012 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140223130913/http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=%2Farchivio%2Funi_1950_03%2F19500321_0006.pdf |dataarchivio=23 febbraio 2014 }}</ref> perdendo anche il posto di titolare in Nazionale, a favore di Sentimenti IV,<ref>{{cita news |url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0004/articleid,1601_02_1950_0076_0004_22366264/ |titolo=Annovazzi nuova mezz'ala: colpo di scena tra gli azzurri |autore=Vittorio Pozzo |pubblicazione=Nuova Stampa Sera |data=31 marzo 1950 |p=4 |accesso=25 maggio 2012}}</ref> con cui c'era un'accesa rivalità.<ref name=pennacchia18>{{cita|Pennacchia|p. 18}}.</ref> Il 19 marzo nel [[Derby di Torino|derby della Mole]] commise diversi errori da principiante, risultando, suo malgrado, il responsabile della sconfitta per 4-3. Quando [[Ermes Muccinelli|Muccinelli]] depositò in rete nei primi minuti, deviando un tiro di [[Karl Aage Præst|Præst]] indirizzato fuori dallo specchio della porta, Moro fece da spettatore, sicuro che avrebbe rimesso dal fondo. La sua complicità fu decisiva nel terzo gol bianconero, quando bloccò un tiro di [[Giampiero Boniperti|Boniperti]] con una sola mano, per poi buttarlo dentro la propria porta con l'altra. La serie di interventi infelici, comprendente anche un paio di uscite sbagliate e rimediate solo grazie all'apporto dei difensori, terminò al 67', allorché un tiro svirgolato, senza pretese, di un Boniperti che scivolava, oltrepassò la linea di porta passando tra le gambe del portiere, mentre questi, anziché tentare la presa, lo fissava immobile.<ref>{{cita news |url=http://
Al termine del campionato, concluso con un sesto posto, Novo radunò tutti i suoi calciatori, per salutarli e ringraziarli; Moro
* 8 maggio 1950, Fiorentina-Torino 4-1;
* 14 maggio 1950, Lazio-Torino 2-2;
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* ''Corriere dello Sport'', 8 maggio 1950, p. 2;
* ''Corriere dello Sport'', 15 maggio 1950, p. 2;
* ''Corriere dello Sport'', 29 maggio 1950, p. 2.</ref> gli consentirono di mantenere uno dei tre posti per
====Lucchese (1950-1951)====
Di ritorno dal Brasile Moro cercò di accordarsi con la Juventus, trovandosi in prima persona con il presidente [[Gianni Agnelli]], il quale però non era intenzionato a spendere i 15 milioni che il Torino chiedeva.<ref name=pennacchia67>{{cita|Pennacchia|p. 67}}.</ref><ref>{{cita news |url=http://
[[File:Giuseppe Moro portiere della Lucchese (1950-51).jpeg|thumb|upright=1.3|Firenze, 1º ottobre 1950, Fiorentina-Lucchese (3-1). Moro (Lucchese) in tuffo.]]
La difesa della Lucchese, considerata una delle migliori del campionato,<ref>{{cita news |url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0004/articleid,0045_01_1951_0029_0004_11108543/ |titolo=La Lucchese con Moro contro la Juventus allo Stadio |pubblicazione=La Nuova Stampa |data=4 febbraio 1951 |p=4 |accesso=6 giugno 2012}}</ref> si rinforzò significativamente, avendo in Moro l'elemento di spicco,<ref name=genoa-lucchese1950>{{cita news |url=http://
* ''Nuova Stampa Sera'', 13 novembre 1950, p. 4;
* ''Corriere dello Sport'', 22 novembre 1950, p. 4;
* ''Corriere dello Sport'', 11 dicembre 1950, p. 4;
* ''Corriere dello Sport'', 21 dicembre 1950, p. 1.</ref> il 26 novembre, nella partita Lucchese-Torino (2-0) si segnalò per una parata da fuoriclasse: al 35' del primo tempo un veloce contropiede granata mise in seria difficoltà la difesa rossonera; Moro, nel tentativo di liberare in extremis, uscì di porta, mentre [[Antonio Giammarinaro]], precedendolo, servì l'accorrente [[Riccardo Carapellese|Carapellese]] che indirizzò molto preciso e angolato nello porta, rimasta sguarnita. Dalla distanza di circa cinque metri Moro arrestò la sua corsa e si tuffò all'indietro, con uno slancio tale da farlo sbattere contro la base del montante, riuscendo a deviare in angolo.<ref name=cds19501127>{{cita news |url=http://
Nella seconda parte di stagione commise altri errori decisivi nella sconfitta contro il [[Bologna Football Club 1909|Bologna]], quando fu complice in entrambe le reti dei rossoblu,<ref>{{cita news |url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0005/articleid,1599_02_1951_0042A_0005_23678329/ |titolo=Bologna-Lucchese 2-0 |pubblicazione=Nuova Stampa Sera |data=19 febbraio 1951 |p=5 |accesso=7 giugno 2012}}</ref> nel 5-1 subito dal Milan, palesando uno stato confusionale,<ref>{{cita news |url=http://
Moro asserì di essere stato direttamente coinvolto in due distinti tentativi di combinare la partita Roma-Lucchese del 29 aprile 1951, rifiutandosi in entrambe le occasioni: nel primo episodio, verificatosi circa due settimane prima dell'incontro, gli venne proposta da un compagno la possibilità di guadagnare la somma di cinque milioni di lire, pari al suo stipendio annuale; il secondo frangente, avvenuto il giorno precedente alla partenza della squadra per Roma, riguardava invece favori sessuali che alcuni calciatori ricevettero, fatto denunciato dallo stesso Moro e dal compagno [[Raoul Bortoletto|Bortoletto]].<ref name=pennacchia68>{{cita|Pennacchia|p. 68}}.</ref>
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Come accaduto l'estate precedente, Moro cercò nuovamente di trovare un'intesa con l'avvocato Agnelli, andando a Torino sin dalla fine di maggio, mentre la sua squadra cercava gli ultimi punti per la salvezza, e svolgendo anche degli allenamenti con la Juventus.<ref>{{cita news |url=http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/archivio/uni_1951_06/19510601_0004_04.pdf |titolo=Mentre si svolgeva il piccolo derby in tribuna lavorava l'ufficio voci |autore=Piero Novelli |pubblicazione=l'Unità |edizione=ed. piemontese |data=1º giugno 1951 |p=4 |accesso=7 giugno 2012 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131017050500/http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=%2Farchivio%2Funi_1951_06%2F19510601_0004_04.pdf |dataarchivio=17 ottobre 2013 }}</ref> Le trattative con la società bianconera durarono una ventina di giorni, finché il 22 giugno 1951 venne ufficializzato il suo passaggio alla {{Calcio Sampdoria|N}},<ref>{{cita news |url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0005/articleid,1599_02_1951_0148_0005_22419169/ |titolo=Moro alla Samp |pubblicazione=Nuova Stampa Sera |data=23 giugno 1951 |p=5 |accesso=7 giugno 2012}}</ref> che pagò 20 milioni alla Lucchese, garantendone quattro e mezzo come ingaggio annuale al calciatore.<ref name=pennacchia69>{{cita|Pennacchia|p. 69}}.</ref>
Il 9 settembre 1951 Moro fece l'esordio con i blucerchiati nel 4-0 interno contro la Lazio. Nella prima parte di stagione alternò diverse ottime prestazioni<ref>{{cita news |url=http://
{{Approfondimento
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}}
Il 3 febbraio 1952 allo [[Stadio Nazionale]], con il risultato fermo sullo 0-0, la Lazio ebbe la possibilità di sbloccare la partita con un tiro dal dischetto di cui si incaricò il turco [[Şükrü Gülesin]]. Moro, percependo il nervosismo e la
Pochi giorni prima della partita Sampdoria-Lucchese (1-1) dell'11 maggio 1952, Moro fu raggiunto da un suo amico, conosciuto la stagione precedente a [[Lucca]], che gli chiese di aiutare la società toscana, in forte difficoltà. Il portiere veneto, a sette giorni esatti dall'impegno azzurro contro l'Inghilterra, declinò ogni proposta, non volendo rischiare nulla.<ref name=pennacchia69/>
Un altro episodio d'illecito, durante il periodo blucerchiato, narrato da Moro è quello consumatosi nel quart'ultimo turno di campionato, in [[Calcio Padova|Padova]]-Sampdoria (2-1) del 1º giugno. Qualche sera prima della partita, mentre Moro si trovava a Treviso da giorni, si presentò a casa sua un amico che lo convinse a recarsi in un ristorante della zona, dove lo attendevano alcuni padovani. Essi chiesero al portiere di favorire i loro prossimi avversari, offrendo la somma di mezzo milione di lire per ognuno dei cinque sampdoriani che si sarebbero resi complici, quattro dei quali scelti dallo stesso Moro. Tornato a Genova, Moro coinvolse quattro compagni, che vollero in pegno quattro assegni da
[[File:Giuseppe moro sampdoria 1953.jpg|thumb|upright=1.3|left|Genova, 5 aprile 1953, Sampdoria-Pro Patria (1-0). Moro in una curiosa, ma non rara, situazione: mentre si svolge una pericolosa mischia davanti alla sua porta, si preoccupa di recuperare il cappellino che ha appena perso.]]
La stagione per la Sampdoria si concluse con un settimo posto in campionato e Moro disputò tutte le 34 partite. Nella seconda stagione doriana Moro raggiunse un livello notevole di classe e di forma, meravigliando ripetutamente il pubblico,<ref name=moroindovino/><ref>{{cita news |url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0004/articleid,1598_02_1952_0230A_0004_23664945/ |titolo=La Samp (grazie a Moro) non perde a Trieste: 1-1 |pubblicazione=Nuova Stampa Sera |data=29 settembre 1952 |p=4 |accesso=10 settembre 2013}}</ref><ref>{{cita news |url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0004/articleid,0049_02_1952_0296_0004_12064694/ |titolo=La Sampdoria travolge un'incompleta Fiorentina 4-0 |autore=Paolo Bertoldi |pubblicazione=Nuova Stampa Sera |data=15 dicembre 1952 |p=4 |accesso=10 settembre 2013}}</ref><ref>{{cita news |url=http://
Moro fu incaricato di addomesticare la partita Sampdoria-Milan (2-1) del febbraio 1953: doveva fare perdere il Milan, avendo a sua disposizione un milione e mezzo di lire. Nessuno dei suoi amici rossoneri volle collaborare, ma assicurò comunque che la combine era fatta. Nonostante la sconfitta del Milan, al momento di riscuotere il denaro concordato, gli fu contestato il fatto che gli avversari ce l'avevano messa tutta e quindi non ricevette nulla.<ref name=pennacchia90-91>{{cita|Pennacchia|pp. 90-91}}.</ref>
Il 3 maggio 1953, nella gara Sampdoria-Udinese, si rese protagonista di una stravaganza, trasformatasi in prodezza, inventandosi attaccante. A pochi minuti dallo scadere, con l'Udinese avanti per 1-0, stanco della sterilità offensiva dei suoi compagni, anziché battere la rimessa da fondo campo, chiamò a gran voce il centravanti [[Alberto Galassi]], per dargli la sua maglia nera da portiere e indossare la numero 9, posizionandosi ala destra; subito dopo fu proprio Moro a propiziare, con un'azione personale, la rete del pareggio di [[Oliviero Conti]].<ref>{{cita news |url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0006/articleid,0050_02_1953_0105_0006_9592634/ |titolo=Incredibile impresa di Moro per Sampdoria-Udinese: 1-1 |autore=Giulio Accatino |pubblicazione=Nuova Stampa Sera |data=4 maggio 1953 |p=6 |accesso=10 settembre 2013}}</ref><ref>{{cita news |url=http://
Tra le tante rivelazioni di Moro c'è anche un premio girato agli avversari. Il 31 maggio 1953, all'ultima giornata, fu promesso ai sampdoriani un premio salvezza, i quali di loro iniziativa lo proposero ai loro avversari del Palermo, affinché li lasciassero vincere. Terminò 4-1 per la Sampdoria che evitò il rischio della Serie B.<ref name=pennacchia91>{{cita|Pennacchia|p. 91}}.</ref>
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[[File:Moro e ploeger rigore.jpg|thumb|Roma, 27 settembre 1953. Roma-Udinese 3-0. Giuseppe Moro neutralizza un rigore di Johannes Pløger.]]
A fine giugno 1953 il trentaduenne Moro passò alla Roma per 40 milioni di lire, trovando un accordo con la società capitolina per un contratto biennale da nove milioni complessivi.<ref>{{cita news |url=http://
Il 7 febbraio 1954, in Roma-Fiorentina (1-2), disputò la sua 108ª partita consecutiva di campionato.<ref>Si apprende che Juventus-Roma del 6 dicembre era la sua 101ª partita consecutiva, cfr.
{{cita news|url=http://
Giuseppe Moro fu chiamato in causa nel tentativo di truccare l'incontro Roma-Juventus (1-1) del 25 aprile 1954. Prima della partita la classifica vedeva i bianconeri al comando con 41 punti, seguita da Inter e Fiorentina a quota 40. Con un successo la Juventus avrebbe potuto allungare, poiché i nerazzurri avevano una trasferta difficile a Udine, occasione ideale per una frode sportiva. Pochi giorni prima che i bianconeri partissero, un certo signor Bianchi si presentò a [[Gianni Agnelli]], qualificandosi come il cognato di Moro, dicendo che il portiere aveva urgente bisogno di denaro per coprire le spese del bar che aveva appena avviato. Assicurò che per un milione e
[[File:Moro allenamento roma.jpg|thumb|upright=1.3|left|Giuseppe Moro durante un allenamento allo Stadio Torino nell'inverno 1953
{{Citazione|Ragazzi, io vi dico una cosa sola: tra di voi c'è un traditore. Uno di voi ha cercato di vendere la partita alla Juventus. Ma badate: in tribuna ci sono tutti i maggiori dirigenti federali. Perciò state attenti a quello che fate!}}
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Moro giocò la partita in modo da annullare ogni sospetto, risultando tra i migliori in campo. Nei giorni seguenti Sacerdoti radunò tutti a casa sua, rivelando che l'indiziato era proprio Moro, tra lo stupore del diretto interessato. Dopo alcuni mesi e approfondite indagini, la vicenda fu archiviata dalla Lega, non ritenendo colpevole nessun tesserato, attribuendo la responsabilità dell'accaduto a elementi estranei che non agivano per conto di società. Moro rivelò in seguito di ricordarsi che durante quella settimana, sia lui in ritiro, sia la moglie a casa, ricevettero diverse strane telefonate, alle quali non diede importanza, da parte del segretario della Lega Pierangeli, che chiedeva loro: «Moro, c'è un tuo cognato che vuole un biglietto per la partita. Debbo darglielo?» Solamente dopo comprese che era sotto controllo.<ref>{{cita news |url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,4/articleid,1593_02_1954_0123_0004_22077188/ |titolo=Il non accetto della Juventus per una partita truccata |autore=Giulio Accatino |pubblicazione=Stampa Sera |data=26 maggio 1954 |p=4 |accesso=29 settembre 2013}}</ref><ref>{{cita news |url=http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/archivio/uni_1954_09/19540915_0005.pdf |titolo=Archiviato dalla Lega il caso Moro |pubblicazione=l'Unità |data=15 settembre 1954 |p=5 |accesso=29 settembre 2013 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140305140312/http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=%2Farchivio%2Funi_1954_09%2F19540915_0005.pdf |dataarchivio=5 marzo 2014 }}</ref><ref name=pennacchia77-78>{{cita|Pennacchia|pp. 77-78}}.</ref>
Moro confessò di aver ricevuto due offerte per vendersi i due derby Roma-Lazio della stagione 1953-1954, rispettivamente per un milione e mezzo e per due milioni di lire, ma non intascò nulla perché in entrambe le occasioni la Lazio non vinse. All'andata fu ricompensato comunque di
Moro non godeva più della fiducia della società e quindi cercava un'altra sistemazione. Secondo i suoi racconti la Lazio era disposta a ingaggiarlo, così la Roma lo confermò, temendo il suo passaggio in biancoceleste.<ref name=pennacchia80-81>{{cita|Pennacchia|pp. 80-81}}.</ref> Nella stagione 1954-1955 Carver decise di tenere in competizione i suoi due portieri Moro e Albani, preferendo alle volte quest'ultimo.<ref>{{cita news |url=http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/archivio/uni_1954_10/19541029_0005.pdf |titolo=Proficuo allenamento a Como della squadra giallorossa |pubblicazione=l'Unità |data=29 ottobre 1954 |p=5 |accesso=29 settembre 2013 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131019041722/http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=%2Farchivio%2Funi_1954_10%2F19541029_0005.pdf |dataarchivio=19 ottobre 2013 }}</ref> Tra le sue prodezze contro i rigoristi si ricordano il rigore parato al capitano del Bologna Ballacci,<ref>{{cita news |url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,5/articleid,1589_02_1955_0050A_0013_23604143/ |titolo=Speranze perdute per i bolognesi? |autore=Giorgio Martinelli |pubblicazione=Stampa Sera |data=28 febbraio 2013 |p=5 |accesso=29 settembre 2013}}</ref> che non riuscì quindi a riscattarsi dall'errore di tre anni prima, e il secondo rigore parato a [[Nils Liedholm|Liedholm]] del Milan in meno di un anno.<ref>{{cita news |url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,4/articleid,0055_02_1955_0097_0004_14235251/ |titolo=Emozioni e tafferugli nella gara di San Siro dove la Roma batte il Milan: 2-0 |autore=Leo Cattini |pubblicazione=Stampa Sera |data=25 aprile 1955 |p=4 |accesso=29 settembre 2013}}</ref><ref>{{cita news |url=http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/archivio/uni_1954_05/19540531_0004.pdf&query=moro%20roma |titolo=Milan-Roma 2-1 |autore=Gino Bragadin |pubblicazione=l'Unità del Lunedì |data=31 maggio 1954 |p=4 |accesso=29 settembre 2013 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131019041746/http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=%2Farchivio%2Funi_1954_05%2F19540531_0004.pdf&query=moro%20roma |dataarchivio=19 ottobre 2013 }}</ref> Il 15 maggio 1955 nella partita Udinese-Roma (1-0) subì l'unico infortunio della sua carriera e fu costretto ad abbandonare il campo a venti minuti dalla fine per uno strappo muscolare.<ref name=pennacchia-79>{{cita|Pennacchia|p. 79}}.</ref><ref>{{cita news |url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,4/articleid,0056_02_1955_0115_0004_14234893/ |titolo=La Roma (senza Moro) perde a Udine: 0-1 |autore=Gianmaria Cojutti |pubblicazione=Stampa Sera |data=16 maggio 1955 |p=4 |accesso=29 settembre 2013}}</ref>
L'ultima apparizione di Moro con i colori giallorossi fu Roma-[[Fudbalski klub Vojvodina|Vojvodina]] (4-5) del 4 luglio 1955, valida per la [[Coppa Mitropa 1955|Coppa Mitropa]], partita in cui la difesa fornì una pessima prestazione. Nel secondo tempo la Roma, in vantaggio per 4-1, subì nell'ultima mezz'ora quattro reti da [[Zdravko Rajkov]], un attaccante intelligente che aveva capito che quel giorno nella porta di Moro si poteva tirare da tutte le posizioni. Su tutti, evidente fu la responsabilità del portiere che fu fischiato e assalito da lancio di proiettili dai tifosi e multato dalla società per
====Il ritorno in B con il Verona (1955-1956)====
[[File:Giuseppe moro verona.jpeg|thumb|Moro durante la stagione al Verona
Lasciata Roma, Moro firmò un contratto di due anni con il [[Hellas Verona Football Club|Verona]], in Serie B, per cinque milioni annui, ma dopo la prima stagione in cui fu impiegato poco non venne riconfermato, ricevendo una buona uscita di un altro milione.<ref name=pennacchia27-28>{{cita|Pennacchia|pp. 27-28}}.</ref> Terminò quindi l'attività agonistica, totalizzando complessivamente 271 presenze in Serie A e 67 in Serie B.
===Nazionale===
Moro ricevette la prima convocazione in [[Nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale A]] in occasione di una seduta di allenamento tenutasi il 5 dicembre 1947 a [[Vercelli]].<ref name=convocazionevercelli>{{cita news |url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0002/articleid,1606_02_1947_0197_0002_22282196/ |titolo=Viste e sentite tra gli azzurri a Vercelli |autore=Luigi Cavallero |pubblicazione=Nuova Stampa Sera |data=5 dicembre 1947 |p=2 |accesso=8 maggio 2012}}</ref> [[Vittorio Pozzo]] lo convocò per la prima volta nell'[[Nazionale B di calcio dell'Italia|Italia B]] nel febbraio 1948, allorché la selezione azzurra disputò un'amichevole contro il [[Associazione Calcio Bellinzona|Bellinzona]].<ref>{{cita news |url=http://
[[File:Italia-Inghilterra 1-1, Firenze, 18 maggio 1952.jpg|thumb|upright=1.3|left|Moro (in piedi, secondo da destra) in nazionale nel 1952]]
L'esordio in maglia azzurra fu il 12 giugno 1949 a [[Budapest]], [[Nazionale di calcio dell'Ungheria|Ungheria]]-Italia (1-1). Alla vigilia fu diramata la formazione, con la novità Moro tra i pali, scelta che fu dettata dall'ottimale stato di forma del portiere, ritenuto dai componenti della Commissione Tecnica in grado di compiere gesti tecnici pregevoli.<ref>{{cita news |url=http://
Il 30 novembre 1949 fu la volta della seconda partita in azzurro, contro l'[[Nazionale di calcio dell'Inghilterra|Inghilterra]], considerata in quel momento la squadra nazionale più forte del mondo. A [[Londra]] Moro resistette per 76 minuti ai numerosi e pericolosi attacchi dei britannici, capitolando solo nel finale quando, complice la scarsa visibilità dovuta all'oscurità e alla nebbia improvvisa,<ref>La partita, disputatasi nel primo pomeriggio, come normalmente avveniva per sopperire alla mancanza di illuminazione dei campi di gioco, ebbe inizio alle 14:20 ora inglese. Solamente dopo il gol subito dall'Italia l'arbitro [[Scozia|scozzese]] [[John Mowat]] decise di cambiare il pallone, trovando un rimedio alla difficoltà dei giocatori, cfr. ''La Nuova Stampa'', 1º dicembre 1949, p. 3 oppure ''l'Unità'', ed. piemontese, 1º dicembre 1949, p. 6.</ref> fu battuto due volte.<ref name=sappino367 /><ref name=cerri13 /> Lo stesso portiere raccontò di avere compiuto, secondo il suo parere, la parata più ''inverosimile'' della sua carriera, respingendo un tiro violento e preciso di [[Stan Mortensen]] eseguito a pochi metri dalla linea di porta.<ref name=pennacchia99>{{cita|Pennacchia|p. 99}}.</ref>
Negli appuntamenti successivi, validi per la preparazione al mondiale sudamericano, causa la non brillante condizione, fece la riserva di Sentimenti IV.<ref name=cerri13 /> Sentimenti fu titolare anche in Brasile, ma dopo la prima sconfitta contro la [[Nazionale di calcio della Svezia|Svezia]] e con l'Italia già eliminata alla prima fase fu schierato Moro nella seconda, ultima e ininfluente gara contro il [[Nazionale di calcio del Paraguay|Paraguay]]. Dopo il Brasile i componenti della Commissione Tecnica, i quali nutrivano dubbi sulla moralità del portiere trevigiano, preferirono puntare sul più giovane Casari.<ref>{{cita news |url=http://
Grazie alle ottime prestazioni con la maglia blucerchiata ritornò regolarmente il portiere titolare, finché nell'ottobre 1953 un suo rifiuto alla convocazione del [[commissario tecnico]] [[Lajos Czeizler|Czeizler]] per l'Italia B ne decretò l'addio in azzurro.<ref>Il commissario tecnico Czeizler dichiarò esplicitamente che gli unici sicuri del posto in Nazionale erano [[Lorenzo Buffon]] e [[Giampiero Boniperti]]. Così Moro, altrettanto apertamente, espresse la sua intenzione di «non sottostare a un'inutile fatica, in quanto Czeizler aveva già il portiere titolare», cfr. {{cita news|autore=L'informatore|url=http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/archivio/uni_1953_10/19531021_0005.pdf|titolo=La Lazio al lavoro per sanare la crisi|pubblicazione=l'Unità|data=21 ottobre 1953|p=5|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304093954/http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=%2Farchivio%2Funi_1953_10%2F19531021_0005.pdf|dataarchivio=4 marzo 2016}}</ref>
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|1937-1938
|{{Bandiera|ITA 1861-1946}} Treviso Riserve
|[[Prima Divisione 1937-1938|PD]]||1+||?||?||?||?||-||-||-||1+||?
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|[[Associazione Calcio Treviso 1938-1939|1938-1939]]
|rowspan="3"|{{Bandiera|ITA 1861-1946}}
|[[Serie C 1938-1939|C]]||4||?||?||?||?||-||-||-||4+||?
|-
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|[[Serie C 1940-1941|C]]||26||?||[[Coppa Italia 1940-1941|CI]]||1+||?||-||-||-||27+||?
|-
|[[Associazione Calcio Padova 1941-1942|
|{{Bandiera|ITA 1861-1946}}
|-
|[[Associazione Calcio Treviso 1941-1942|1941-1942]]
|{{Bandiera|ITA 1861-1946}}
|[[Serie C 1941-1942|C]]||30||-33||?||?||?||-||-||-||30+||-33
|-
|[[Alessandria Unione Sportiva 1942-1943|1942-1943]]
|{{Bandiera|ITA 1861-1946}}
|[[Serie B 1942-1943|B]]||12||-25||[[Coppa Italia 1942-1943|CI]]||1||-2||-||-||-||13||-27
|-
|[[Associazione Calcio Treviso 1944|1944]]
|rowspan="3"|{{Bandiera|ITA 1861-1946}}
|[[Campionato Alta Italia 1943-1944|
|-
|[[Associazione Calcio Treviso 1945-1946|1945-1946]]
|[[Serie B-C Alta Italia 1945-1946|
|-
|[[Associazione Calcio Treviso 1946-1947|1946-1947]]
|[[Serie B 1946-1947|B]]||40||-41||
|-
!
|-
|[[Associazione Calcio Fiorentina 1947-1948|1947-1948]]
|{{Bandiera|ITA}}
|[[Serie A 1947-1948|A]]||38||-52||
|-
|[[Associazione Sportiva Bari 1948-1949|1948-1949]]
|{{Bandiera|ITA}} {{Calcio Bari|N}}
|[[Serie A 1948-1949|A]]||36||-47||
|-
|[[Associazione Calcio Torino 1949-1950|1949-1950]]
|{{Bandiera|ITA}}
|[[Serie A 1949-1950|A]]||32||-65||
|-
|[[Unione Sportiva Lucchese Libertas 1950-1951|1950-1951]]
|{{Bandiera|ITA}}
|[[Serie A 1950-1951|A]]||37||-53||
|-
|[[Unione Calcio Sampdoria 1951-1952|1951-1952]]
|rowspan="2"|{{Bandiera|ITA}}
|[[Serie A 1951-1952|A]]||38||-40||
|-
|[[Unione Calcio Sampdoria 1952-1953|1952-1953]]
|[[Serie A 1952-1953|A]]||34||-43||
|-
!
|-
|[[Associazione Sportiva Roma 1953-1954|1953-1954]]
|rowspan="2"|{{Bandiera|ITA}}
|[[Serie A 1953-1954|A]]||27||-35||
|-
|[[Associazione Sportiva Roma 1954-1955|1954-1955]]
|[[Serie A 1954-1955|A]]||28||-29||
|-
! colspan="3"|Totale Roma||55||-64||||-||-||
|-
|[[Associazione Calcio Verona 1955-1956|1955-1956]]
|{{Bandiera|ITA}}
|[[Serie B 1955-1956|B]]||15||-26||
|-
! colspan="3"|Totale carriera||438+||-498+|| ||2+||-2+|| ||1||-3||441+||-503+
|}
===Cronologia presenze e reti in
{{Cronoini|ITA||M}}
{{Cronopar|12-6-1949|Budapest|HUN 1946-1949|1|1|ITA|-1|[[Coppa Internazionale 1948-1953|Coppa Internazionale]]}}
{{Cronopar|30-11-1949|Londra|ENG|2|0|ITA|-2|Amichevole}}
{{Cronopar|2-7-1950|San Paolo|PRY 1842-1954|0|2|ITA||Mondiali|1950|1º
{{Cronopar|25-11-1951|Lugano|CHE|1|1|ITA|-1|[[Coppa Internazionale 1948-1953|Coppa Internazionale]]}}
{{Cronopar|24-2-1952|Bruxelles|BEL|2|0|ITA|-2|Amichevole}}
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==Bibliografia==
* {{Cita testo|titolo=Il calcio italiano|città=Milano|editore=C.E.N.I.D.A.|data=1974|cid=''Il calcio italiano''}}
* {{
* {{cita libro|autore=Gianni Brera|titolo=Il mestiere del calciatore|editore=Baldini & Castoldi|città=Milano |anno=1994|cid=Brera}}
* {{cita libro|autore=Marco Sappino|titolo=Dizionario del calcio italiano|editore=Baldini & Castoldi|città=Milano|anno=2000|isbn=88-8089-862-0|cid=Sappino}}
* {{cita libro|autore=Mario Pennacchia|curatore=Massimo Raffaeli|titolo=La vita disperata del portiere Moro|editore=
* {{cita pubblicazione |autore=Gianni Cerri |data=21 aprile 1952 |titolo=Moro |rivista=Campioni del Giorno, anno II, num. 8 |cid=Cerri}}
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
==Collegamenti esterni==
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* {{Enciclopediadelcalcio|Moro}}
{{
{{
{{Portale|biografie|calcio}}
{{vetrina|6|marzo|2014|Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/Giuseppe Moro|arg =
[[Categoria:Calciatori della
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