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{{Avvisounicode}}
{{Divisione amministrativa
| Nome = Santo Stefano Quisquina
| Panorama = Panorama - Santo Stefano Quisquina AG,stefano Sicilia,quisquina Italiapanorama.jpg
| Didascalia = Panorama del paese
| Bandiera = Santo Stefano Quisquina-Gonfalone.png
| Voce bandiera =
| Stemma = Santo Stefano Quisquina-Stemma.png
| Voce stemma =
| Stato = ITA
| Grado amministrativo = 3
| Divisione amm grado 1 = Sicilia
| Divisione amm grado 2 = Agrigento
| Amministratore locale = Francesco Cacciatore<!--nome, cognome SENZA titoli-->
| Partito = [[lista civica]] ''Progetto Comune S. Stefano Quisquina - Cacciatore Sindaco''
| Data elezione = 1011-6-2013
| Data istituzionerielezione = 30-5-2023
| AltitudineMandato = 7323
|Data istituzione =
| Superficie = 85.52
|Sottodivisioni =
| Note superficie =
|Divisioni confinanti = [[Alessandria della Rocca]], [[Bivona]], [[Cammarata]], [[Casteltermini]], [[Castronovo di Sicilia]] ([[Città metropolitana di Palermo|PA]]), [[San Biagio Platani]]
| Abitanti = 4614
|Zona sismica = 2
| Note abitanti = [http://demo.istat.it/bilmens2016gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 30 novembre 2016.
|Gradi giorno = 1688
| Aggiornamento abitanti = 30-11-2016
|Nome abitanti = quisquinesi
| Sottodivisioni =
|Patrono = [[santa Rosalia]]
| Divisioni confinanti = [[Alessandria della Rocca]], [[Bivona]], [[Cammarata]], [[Casteltermini]], [[Castronovo di Sicilia]] (PA), [[San Biagio Platani]]
|Festivo = Martedì successivo alla prima domenica di giugno
| Targa = AG
| Zona sismicaPIL = 2
|PIL Gradi giornoprocapite =
|Mappa = Map of comune of Santo Stefano Quisquina (province of Agrigento, region Sicily, Italy).svg
| Nome abitanti = stefanesi
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Santo Stefano Quisquina nel libero consorzio comunale di Agrigento
| Patrono = [[San Giacinto Giordano Ansalone]] e [[Santo stefano]]
| Festivo = [[19 novembre]] e [[26 dicembre]]
| PIL =
| PIL procapite =
| Mappa = Map of comune of Santo Stefano Quisquina (province of Agrigento, region Sicily, Italy).svg
| Didascalia mappa = Posizione del comune di Santo Stefano Quisquina nella provincia di Agrigento
| Sito = http://www.comune.santostefanoquisquina.ag.it
| Diffusività =
}}
'''Santo Stefano Quisquina''' ([[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]]: {{IPA|[ˈsanto ˈsteːfanoˈstefano kwisˈkwinakwiˈskwiːna]}},; ''Santu Stèfanu Cuschina'' in [[lingua siciliana{{nomelingua|siciliano]]scn}}) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:4614Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> delladel [[provincialibero consorzio comunale di Agrigento]] in [[Sicilia]].
 
Prima del 410 gennaiomaggio [[1863]]<ref>{{cita web|url=http://www.comune.santostefanoquisquina.agelesh.it/cenni-storicistoriacomuni/storia_comune.asp?istat=084040|titolo=Comune di Santo Stefano Quisquina - Cenni Storici|accesso=3 maggio 2018}}</ref>, giorno in cui assunse l'attuale denominazione, il paese fu chiamato dapprima '''Santo Stefano di Melia''' e, in seguito, '''Santo Stefano di Bivona'''.
 
== Geografia fisica ==
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== Origini del nome ==
Il nome del comune deriva dal greco στέφανος (pronuncia ''stéfanos''), ''corona'', in quanto coronato dai monti Sicani: fu deciso, così, di consacrare il paese a [[Santo Stefano Protomartire]]. Quisquina, invece, è il nome della zona boschiva che circonda il comune: il nome deriva dal termine arabo ''coschin'', cioè ''oscurità'', per via della fittezza dei suoi boschi. In passato il paesecomune era chiamato dapprima "Santo Stefano di Melia" (attuale contrada del territorio di Castronovo di Sicilia), in sèguitoseguito "Santo Stefano di Bivona" (per la notevole vicinanza con Bivona, antico ducato e capoluogo di distretto borbonico); il nome attuale, "Santo Stefano Quisquina", fu assunto definitivamente nel [[1863]].
 
== Storia ==
Santo Stefano Quisquina nasce come villaggio agro-pastorale attorno alle sorgenti di Capo Favara, sorge a 732 metri sul livello del mare e dista 73&nbsp;km da [[Agrigento]]. Prima della sua fondazione, alcuni documenti attestano l'esistenza di un casale Sancti Stephani già nel [[X secolo]], il cui territorio al tempo del [[re di Sicilia]] [[Ruggero II]], era di proprietà dei Sinibaldi (parenti di [[santa Rosalia]]), signori della Quisquina e del [[monte delle Rose]].
Nel [[1296]], ai tempi del [[Regno di Trinacria]] con re [[Federico III di Sicilia|Federico III]], compare, come primo signore di Santo Stefano, Giovanni di Caltagirone. Molte famiglie nobili governarono Santo Stefano: i Larcan, che nel 1559 vendette la baronia e gran parte dei suoi beni al Protonotaro del [[Regno di Sicilia]] Alfonso Ruiz, che fece dono della baronia alla madre Elisabetta nel 1574. Essendo questa moglie di Carlo Ventimiglia di Belmonte, nel 1599 ogni diritto passò alla famiglia Ventimiglia. Questi dominarono a lungo, e durante il loro regno il comune ebbe uno sviluppo demografico ed edilizio. Durante il Settecento fecero ricostruire importanti opere come il Castello Baronale e la Chiesa Madre. Nel [[1812]], con l'emanazione della [[Costituzione siciliana del 1812|nuova Costituzione]] del [[Regno di Sicilia (1735-1816)|Regno di Sicilia]], il comune entrò a far parte del nuovo [[Distretto di Bivona]] e il 10 maggio 1863 ha assunto definitivamente il nome attuale.<ref>[https://www.provincia.agrigento.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3208 cenni storici] provincia.agrigento.it</ref>
 
=== Simboli ===
Santo Stefano Quisquina nasce come villaggio agro-pastorale attorno alle sorgenti di Capo Favara, sorge a 732 metri sul livello del mare e dista 73&nbsp;km da [[Agrigento]]. Prima della sua fondazione, alcuni documenti attestano l'esistenza di un casale Sancti Stephani appartenuto già al X secolo, il cui territorio al tempo dei [[Normanni]], era di proprietà dei Sinibaldi (parenti di [[santa Rosalia]]), signori della Quisquina e del [[monte delle Rose]].
Lo stemma e il gonfalone del comune di Santo Stefano Quisquina sono stati concessi con [[decreto del presidente della Repubblica]] del {{data|23|07|1981}}.<ref>{{cita web|titolo= Santo Stefano Quisquina - Decreto 1981-07-23 DPR. Concessione di stemma e gonfalone |url= http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?2762 |accesso={{data|17|10|2021}}|sito= Archivio Centrale dello Stato}}</ref>
Nel [[1296]] compare, come primo signore di Santo Stefano, Giovanni di Caltagirone, che visse al tempo di [[Federico II d'Aragona]]. Molte famiglie nobili governarono Santo Stefano: i Larcan, che nel 1559 vendette la baronia e gran parte dei suoi beni al Protonotaro del Regno di Sicilia Alfonso Ruiz, che fece dono della baronia alla madre Elisabetta nel 1574. Essendo questa moglie di Carlo Ventimiglia di Belmonte, nel 1599 ogni diritto passò alla famiglia Ventimiglia. Questi dominarono a lungo, e durante il loro regno il paese ebbe uno sviluppo demografico ed edilizio. Durante il '700 fecero ricostruire importanti opere come il Castello Baronale e la Chiesa Madre. Nel 1812 il paese entrò a far parte del nuovo distretto di [[Bivona]] e il 4 gennaio 1863 ha assunto definitivamente il nome di S. Stefano Quisquina dopo essere stato chiamato prima S.Stefano di Melia e poi S.Stefano di Bivona.
; Stemma
{{citazione|[[Interzato in palo]], il centrale più largo: il primo [[troncato]]: a) d'argento, a quattro [[Giglio (araldica)|gigli]] di nero, disposti 1, 2, 1; b) d'azzurro, a sei [[Biglietto (araldica)|plinti]] d'oro, disposti 2, 2, 2; il secondo [[interzato in fascia]]: a) partito: d'oro, alla torre di rosso, murata di nero, merlata di quattro alla guelfa, e d'azzurro, ad un leone d'oro; b) d'argento, a tre [[Trifoglio (araldica)|trifogli]] di verde, disposti 2, 1; c) d'oro, a nove gigli d'azzurro, disposti 3, 3, 3; il terzo di rosso, a sei [[Palla (araldica)|palle]] d'argento disposte 1, 2, 2, 1. Ornamenti esteriori da Comune.|Art. 3 dello Statuto comunale<ref name="Statuto">{{cita testo|autore= Comune di Santo Stefano Quisquina |titolo= Statuto |url= https://dait.interno.gov.it/documenti/statuti/san_stefano_quisquina.pdf |posizione= Art. 3 ''Sede, stemma e gonfalone'' }}</ref>}}
; Gonfalone
{{Citazione|Drappo partito di rosso e di bianco riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in argento: Comune di Santo Stefano Quisquina. Le parti di metallo ed i cordoni saranno argentati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'argento.|Art. 3 dello Statuto comunale<ref name="Statuto"/>}}
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
[[File:Prospetto Chiesa Madre S.Stefano Quisquina.jpg|thumbleft|miniatura|Prospetto della Chiesa Madre]]
* [[Chiesa Madre (Santo Stefano Quisquina)|Chiesa Madre]], Santuario di San [[Giacinto Giordano Ansalone]] ([[XIV secolo]]). Dal 1987 la chiesa è Santuario di San Giacinto Giordano Ansalone, martire domenicano stefanese vissuto tra il 1598 e il 1634. Il restauro più recente, terminato nel 2020, ha permesso di rinnovare la facciata e gli interni.
* Chiesa di San Francesco di Sales oppure Oratorio delle cinque Piaghe.
La settecentesca Chiesa Madre riassume la storia di tutta la comunità stefanese poiché conserva le maggiori opere artistiche e soprattutto custodisce il gran patrimonio spirituale legato alle tradizioni e alla devozione verso i suoi Santi; ma la chiesa rappresenta per gli stefanesi qualcosa di più di un semplice edificio, poiché come dice Calogero Messina "...dentro ed intorno vi si svolge da secoli la vita degli stefanesi." Da antichi documenti risulta che la chiesa di S.Nicola (il cui culto era molto diffuso all'inizio del millennio) fosse già esistente nel XII secolo ma la tradizione vuole che la chiesa madre sarebbe stata fondata nel XIV secolo per volere di Federico Chiaramonte. Costruita in un'area franosa e ricca di sorgenti, la chiesa è stata più volte sottoposta ad restauri e rifacimenti: nel Cinquecento dalla famiglia Ruiz mentre nel Settecento fu ricostruita così come ci appare oggi sotto la direzione di Padre Ignazio Traina e per volontà del principe di Belmonte G.E.Ventimiglia; la chiesa è stata consacrata il 4 settembre 1774 dal vescovo di Girgenti Mons. A. Lanza. Ad abbellire la chiesa furono i fratelli Manno pittori di notevole fama e commissionate preziose statue lignee dorate ed un crocifisso intagliato. In occasione dell'elevazione a Santuario la chiesa ha visto l'ultimo restauro che ha aggiunto alla numerose opere d'arte già presenti alcune più recenti di fattura stefanese. [[File:Interno Chiesa Madre S.Stefano Quisquina.jpg|thumb|Interno Chiesa Madre]] L'impianto è basilicale ed a 3 navate divise da due file di 4 colonne di ordine dorico, la navata centrale ha copertura a botte ed è più alta e più lunga delle laterali; il presbiterio è rialzato termina con un'abside semicupolato mentre le navate laterali terminano con una volta absidale. Il prospetto, molto semplice quasi da voler nascondere la ricchezza dell'interno, è a salienti, corrisponde anche in altezza delle tre navate interne, ed è impreziosito da un portale in pietra scolpito ed arricchita da teste d'angelo ed al centro da rami di palma e ulivo. Dall'ottobre del 1987 con la canonizzazione del domenicano stefanese [[Giacinto Giordano Ansalone|Giacinto Giordano]] la chiesa è stata elevata a Santuario.
Vero e proprio gioiello dell'architettura sacra stefanese, è stata costruita intorno al 1580 ed è impreziosita da pregevoli stucchi nella volta del presbiterio e dal marmoreo altare maggiore del 1760 (nel paliotto le cinque piaghe sono rappresentate da altrettanti pezzetti di marmo rosso). Opere presenti: tela di ''S. Francesco di Sales'' del Settecento; nelle cappelle laterali ''S. Anna'' e la ''Madonna del Rosario'' del 1781; la ''Madonna Addolorata'', scultura lignea del Pennino 1770, sul presbiterio una tela di ''Gesù risorto e Gesù crocifisso''. Nell'altare maggiore la ''Deposizione del Cristo dalla Croce'', scultura lignea del Settecento. Recentemente, dopo la sistemazione dei locali della Chiesa Madre sono state ritrovate tre quadri in cui vengono riportati i nomi delle consorelle della Confraternita di Maria SS. Addolorata con indicazione di erezione in questa chiesa il 10 luglio 1756 ormai non più esistente.
[[File:Eremo di Santa Rosalia alla Quisquina 2.JPG|thumb|upright=1.4|[[Eremo di Santa Rosalia alla Quisquina]].]]
 
* Chiesa didel SanCarmine Francesco(tra diil Sales[[XVI oppuresecolo|XVI]] Oratorioe delleil cinque[[XVIII Piaghesecolo]]).
Divenuta parrocchia nel 1950, crollò nel 1961 e oggi dell'edificio originale sopravvive solo il campanile a base squadrata. La nuova chiesa è stata consacrata il 26 dicembre 1999. Custodisce numerose opere importanti che un tempo si trovavano nella Chiesa Madre, come la tela dei ''15 santi ausiliatori'' e una tela dei Manno doppiamente dipinta: ''Santa Rosalia che fugge la vanità del mondo'' e sul retro L'epigrafe un tempo era lo sportello che chiudeva la cappella di Santa Rosalia in Chiesa Madre coprendo così il busto-reliquiario; inoltre le tele dell{{'}}''Annunciazione'' e della ''Veronica che asciuga il volto di Gesù'' di F. Panepinto dell'800 ed un prezioso crocifisso ligneo del '500.
Vero e proprio gioiello dell'architettura sacra stefanese, è stata costruita intorno al 1580 ed è impreziosita da pregevoli stucchi nella volta del presbiterio e dal marmoreo altare maggiore del 1760 (nel paliotto le cinque piaghe sono rappresentate da altrettanti pezzetti di marmo rosso). Opere presenti: tela di S.Francesco di Sales del Settecento; nelle cappelle laterali S.Anna e la Madonna del Rosario del 1781; la Madonna Addolorata, scultura lignea del Pennino 1770, sul presbiterio una tela di Gesù Risolto e Gesù Crocifisso. Nell'altare maggiore la Deposizione del Cristo dalla Croce scultura lignea del Settecento. Recentemente, dopo la sistemazione dei locali della Chiesa Madre sono state ritrovate tre quadri in cui vengono riportati i nomi delle consorelle della Confraternita di Maria SS. Addolorata con indicazione di erezione in questa chiesa il 10 luglio 1756 ormai non più esistente.
 
* Chiesa di Sant'Antonio Abate o del Purgatorio.
*Chiesa del Carmine (tra il [[XVI secolo|XVI]] e il [[XVIII secolo]]).
Fondata nel 1708 la chiesa di San Antonio Abate ad unica navata con volta a botte è ricca di opere provenienti dal vicino ex convento di S. Domenico (oggi palazzo municipale), le opere sono tutte datati intorno al Cinquecento e il Seicento. Le opere più importanti sono un crocifisso ligneo del Settecento, una statua della ''Madonna Immacolata sorretta dagli angeli'' del Settecento e una statua di ''Sant'Antonio Abate'' rivestita d'oro zecchino del Seicento.
Divenuta parrocchia nel 1950, crollò nel 1961 e oggi dell'edificio originale sopravvive solo il campanile a base squadrata. La nuova Chiesa è stata consacrata il 26 dicembre 1999. Custodisce numerose opere importanti che un tempo si trovavano nella Chiesa Madre, come la tela dei 15 Santi Ausiliatori e una tela dei Manno doppiamente dipinta: Santa Rosalia che fugge la vanità del mondo e sul retro L'epigrafe un tempo era lo sportello che chiudeva la cappella di Santa Rosalia in Chiesa Madre coprendo così il busto-reliquiario; inoltre le tele dell'Annunciazione e della Veronica che asciuga il volto di Gesù di F. Panepinto dell'800 ed un prezioso crocifisso ligneo del '500.
 
* Collegio di Maria.
*Chiesa di Sant'Antonio Abate o del Purgatorio.
Fondato nel 1772 per volere di G.E. Ventimiglia, il collegio è adiacente alla chiesa di S. Antonio Abate ed è delle [[Suore collegine della Sacra Famiglia]]; rappresenta un piccolo museo di opere poiché raccoglie tele e sculture provenienti da chiese ora non più esistenti.
Fondata nel 1708 la chiesa di San Antonio Abate ad unica navata con volta a botte è ricca di opere provenienti dal vicino ex convento di S.Domenico (oggi palazzo municipale), le opere sono tutte datati intorno al Cinquecento e il Seicento. Le opere più importanti sono un crocifisso ligneo del Settecento, una statua della Madonna Immacolata sorretta dagli Angeli del Settecento e una statua di San Antonio Abate rivestita d'oro zecchino del Seicento.
[[File:Eremo della Quisquina.jpg|miniatura|L'[[eremo di Santa Rosalia alla Quisquina]]]]
* [[Eremo di Santa Rosalia alla Quisquina]], da cui parte l{{'}}''[[Itinerario di Santa Rosalia|Itinerarium Rosaliae]]''.
 
* Chiesa di San Calogero ([[XIX secolo]]).
*Collegio di Maria.
A quota 967 m s.l.m. sorge la cinquecentesca chiesa di San Calogero, sul pizzo dell'omonimo monte, più volte restaurata, l'ultimo è degli anni ottanta. Raggiungibile attraverso una stradella nel bosco, si può scorgere una splendida chiesetta che il punto silenzioso, elevato e panoramico la rende particolarmente suggestiva. All'interno: busto di bronzo del Santo ed un altare con un bassorilievo raffigurante ''San Calogero che guarda la montagna'' e due tele raffiguranti alcuni momenti della vita del Santo.
Fondato nel 1772 per volere di G.E.Ventimiglia, il collegio è adiacente la Chiesa di S.Antonio Abate ed è delle [[Suore collegine della Sacra Famiglia]], rappresenta un piccolo museo di opere poiché raccoglie tele e sculture provenienti da chiese ora non più esistenti.
 
[[File:Chiesa di San Calogero.jpg|miniatura|La piccola chiesetta di San Calogero posta sull'omonimo monte, in versione invernale.]]
*[[Eremo di Santa Rosalia alla Quisquina]]
* Chiesa didella SanMadonna Calogerodella Catena ([[XIXXIV secolo]]).
Ad una sola navata. L'altare è in marmo e dominato dalla statua della ''Vergine della Catena'', opera lignea di autore ignoto del '700. Fino agli anni Cinquanta, la chiesa era affiancata da un piccolo eremo.
A quota 967 m s.l.m. sorge la cinquecentesca Chiesa di San Calogero, sul pizzo dell'omonimo monte più volte restaurata, l'ultimo è degli anni ottanta. Raggiungibile attraverso una stradella nel bosco, si può scorgere una splendida chiesetta che il punto silenzioso, elevato e panoramico la rende particolarmente suggestiva. All'interno: busto di bronzo del Santo ed un altare con un bassorilievo raffigurante S.Calogero che guarda la montagna e due tele raffiguranti alcuni momenti della vita del Santo.
 
=== Architetture civili ===
[[File:Chiesa di San Calogero.jpg|thumb|La piccola Chiesetta di San Calogero posta sull'omonimo monte, in versione invernale.]]
[[File:Fontanapiazzacastello.jpg|miniatura|Fontana di piazza Castello; a destra, l'antico castello baronale]]
*Chiesa della Madonna della Catena ([[XIV secolo]]).
* Castello
Ad una sola navata. L'altare è in marmo e dominato dalla statua della Vergine della Catena, opera lignea di autore ignoto del'700. Fino agli anni cinquanta, la chiesa era affiancata da un piccolo eremo.
* [[Teatro Andromeda]], un teatro costruito da un pastore artista.
 
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===Architetture civili===
-->
 
=== Architetture militari ===
*Castello
 
[[File:Fontanapiazzacastello.jpg|thumb|Fontana di piazza Castello; a destra, l'antico castello baronale]]
 
=== Siti archeologici ===
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=== Aree naturali ===
[[File:La villa comunale di S.Stefano Quisquina.jpg|left|miniatura|La villa comunale]]
*Riserva naturale orientata Monte Cammarata
* Riserva naturale orientata Monte Cammarata
*Parco urbano
* Parco urbano
*Villa Comunale
* Villa Comunale
La villa comunale è uno dei luoghi più suggestivi e tranquilli di Santo Stefano Quisquina, oltre a offrire refrigerio nei mesi estivi è un luogo d'incontro frequentato volentieri dagli stefanesi. Fu realizzata intorno al 1910 in seguito ad una frana avvenuta alla fine dell'Ottocento che distrusse alcune abitazioni, fra cui la Chiesa della Maddalena minacciando anche la Chiesa Madre. Per porre rimedio ai danni causati dallo smottamento del terreno si ebbe l'idea di creare un giardino pubblico ricco di alberi le cui radici avrebbero fermato il terreno. La villa ospita numerose varietà botaniche come tigli, cipressi, salici, pini, palme, tasso. Varcando il cancello di ingresso il maestoso Viale dei tigli. All'interno della villa si trovano un parco giochi per i bambini, un campo da tennis e un gran numero di panchine dove sostare.
La villa comunale è uno dei luoghi più suggestivi e tranquilli di Santo Stefano Quisquina, oltre a offrire refrigerio nei mesi estivi è un luogo d'incontro frequentato volentieri dagli stefanesi. Fu realizzata intorno al 1910 in seguito ad una frana avvenuta alla fine dell'Ottocento che distrusse alcune abitazioni, fra cui la chiesa della Maddalena minacciando anche la Chiesa Madre. Per porre rimedio ai danni causati dallo smottamento del terreno si ebbe l'idea di creare un giardino pubblico ricco di alberi le cui radici avrebbero fermato il terreno. La villa ospita numerose varietà botaniche come tigli, cipressi, salici, pini, palme, tasso. Varcando il cancello di ingresso il maestoso Viale dei tigli. All'interno della villa si trovano un parco giochi per i bambini, un campo da tennis e un gran numero di panchine dove sostare.
[[File:La villa comunale di S.Stefano Quisquina.jpg|thumb|La villa comunale]]
 
== Società ==
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=== Etnie e minoranze straniere ===
Al 1º gennaio [[2016]] gliGli stranieri residenti a Santo Stefano Quisquina al 1º gennaio 2024 sono in27 totalee 51rappresentano lo 0,7% della popolazione residente.<ref>{{citaCita web|url=httphttps://datidemo.istat.it/Index.aspxapp/?i=P03&l=it|titolo=DatiCittadini stranieri: popolazione residente per sesso e bilancio demografico ISTATal 1° gennaio 2024|accesso=1728 gennaioluglio 20172025}}</ref>, provenientiLa dacomunità 7straniera [[Statipiù delnumerosa mondo|stati]]è diversi.quella I residenti stranieri provengonoproveniente dalla [[Romania]] (33),con dalil [[Marocco]] (11)77,8% dalladi [[Tunisia]]tutti (2),gli dallastranieri [[Cina]]presenti (2),sul dall'territorio.<ref>[[Ucraina]]https://www.tuttitalia.it/sicilia/50-santo-stefano-quisquina/statistiche/cittadini-stranieri-2024/ (1),cittadini dal [[Brasile]stranieri] (1) e dagli [[Stati Uniti d'America]] (1)tuttitalia.it</ref>
 
=== Religione ===
La religione maggiormente praticata a Santo Stefano Quisquina è il [[cattolicesimo]]. Una tela raffigurante gli "Antichi protettori" del paese che sono: [[Santo Stefano Protomartire]], [[Madonna della Catena]] e [[Santa Rosalia]] oggi conservata nella Chiesa Madre, consente di retrodatare la fede religiosa del paese almeno al [[1464cattolica|cattolicesimo]].
 
Santo Stefano Quisquina è definito da molti "Terra di Santi". Diverse figure di santità hanno lasciato il loro profumo e i segni del loro passaggio.
Questa tela ci attesta come già nel 1464 a Santo Stefano c'era un forte culto e devozione verso [[Santa Rosalia]] la vergine palermitana, prima ancora che venissero scoperte le reliquie della Santa sul [[Monte Pellegrino]] avvenuta il 15 luglio 1624 il popolo stefanese sapeva che una fanciulla si era rifugiata nel secolare bosco della Quisquina, infatti ogni martedì seguente la Pasqua gli stefanesi si recavano alla Quisquina in pellegrinaggio celebrando la messa su un rudero altare perché ancora non si sapeva bene il luogo e il posto dove la santa aveva stabilito la sua dimora. La notizia della scoperta delle Reliquie della Santa si diffuse in tutta la Sicilia così il 24 agosto del 1624 due muratori palermitani decisero di andare alla Quisquina e di cercare la grotta della Santa. Trovarono tra le sterpaglie un buco e si calarono dentro, mentre scendevano notarono sulla parete alcuni segni che sembravano lettere, essendo ormai sera decisero di ritornare in paese e di ritornarvi l'indomani. Il giorno seguente tutto il popolo stefanese con il clero andarono alla Quisquina, pulirono dalla crosta calcarea quelle lettere per poterle leggerle e con un carboncino le riscrissero; era il testamento spirituale di Santa Rosalia che dice: "Ego Rosalia Sinibaldi quisquinae et rosarum domini filia amore domine mei jesus cristi in hoc antro habitare decrevi" Io Rosalia Figlia di Sinibaldi padrone della Quisquina e del Monte delle Rose per amore del mio Signore Gesù Cristo ho deciso di abitare in questo oscuro antro" sotto l'epigrafe c'è un numero 12 gli studiosi sostengono che siano gli anni in cui la Santa restò alla Quisquina. Subito dopo la scoperta della grotta fu eretta una cappella e in seguito fu costruito l'Eremo con il Santuario. Ogni anno il martedì successivo alla prima domenica di giugno il popolo stefanese si reca in pellegrinaggio, portando in processione il busto argenteo con le reliquie di Santa Rosalia donato il 12 ottobre 1625, alla Quisquina in quella grotta che ospitò la Santa prima di stabilirsi sul [[monte Pellegrino]] a [[Palermo]].
Il Paese ha dato anche i natali anche ad un grande Santo martire [[Giacinto Giordano Ansalone]]. Nato il 1º novembre 1598, battezzato nella Chiesa Madre di S.Stefano Quisquina (come afferma l'atto di battesimo che si conserva nella archivio parrocchiale), studiò presso i Domenicani per poi partire in missione in Giappone dove venne martirizzato a Nagasaki il 17 novembre 1624. Giovanni Paolo II lo proclama Santo il 18 ottobre 1987. La festa liturgica si celebra il 19 novembre mentre l'ultima domenica di luglio la solenne processione per le vie del paese per dare possibilità agli emigrati stefanesi di partecipare alla festa del Santo martire concittadino.
 
Il paese ha dato i natali a un grande missionario martire domenicano: [[Giacinto Giordano Ansalone]].
Con decreto vescovile del 19 novembre 2017, sua Eminenza il Cardinale [[Francesco Montenegro]], arcivescovo metropolita di Agrigento, dichiara ufficialmente Patrono Secondario della città di Santo Stefano Quisquina il Santo martire Stefanese [[Giacinto Giordano Ansalone]] assieme a [[Santa Rosalia]].
Nato e battezzato il 1ºnovembre 1598, come risulta dall'atto di battesimo conservato nell'archivio della Chiesa Madre. Formatosi nel convento di San Domenico del paese, successivamente ad Agrigento, Palermo e in Spagna, partì missionario in Giappone dove fu martirizzato il 17 novembre 1634.
 
Forte e molto antico è il culto nei confronti di [[Santa Rosalia]]. Il Monte Quisquina faceva parlare di Lei tanto da essere nominato come il monte e il bosco di Santa Rosalia. Giovane Fanciulla, lasciò la corte Palermitana per ritirarsi in una grotta sul monte Quisquina, terra del padre che conosceva molto bene. Qui passò la sua vita per ben 12 anni come dicono gli studiosi. Sulla parete rocciosa, all'ingresso della grotta, lasciò un’epigrafe scalfita, che recita: “Ego Rosalia Sinibaldi Quisquinae et Rosarum Domini filia amore domini mei Jesu Cristi ini hoc antro abitari decrevi”. Non sentendosi più al sicuro, fece ritorno a Palermo sul Monte Pellegrino dove rimase fino alla morte.
La tradizione dice anche che [[Calogero di Sicilia|San Calogero]] sia passato da questo paese, lo testimonia un piccolo santuario che da tempi immemorabili è posto sul "Pizzo di San Calogero" che domina il paese.
Subito dopo la scoperta delle reliquie della Santa, avvenuta sul Monte Pellegrino il 15 Luglio 1624, nel febbrile clima di ricerche sulle orme della Santa Romita, due muratori palermitani, che lavoravano a S. Stefano, avendo sentito parlare della Quisquina dove una Fanciulla aveva dimorato, si misero alla ricerca della grotta. Era il 24 Agosto 1624 trovarono tra le sterpaglie un vecchio altare abbandonato e un buco nella roccia, vi si calarono e notarono dei segni incisi nella roccia. La notizia del ritrovamento si diffuse subito in paese.
Un'altra testimonianza del culto verso Santa Rosalia è una tela del 1464 conservata nella chiesa madre che raffigura i tre protettori del paese, al centro Maria SS. della Catena e ai lati santo Stefano protomartire e santa Rosalia.
Ogni anno il martedì successivo alla prima domenica di giugno, il mezzobusto d'argento con le reliquie di santa Rosalia, viene portato in pellegrinaggio fino al santuario della Quisquina con un corteo di cavalieri e di devoti a piedi scalzi.
 
Tradizione narra che anche da queste parti sia passato nel suo predicare per la Sicilia, San Calogero Eremita, un piccolo Santuario posto in cima al “Pizzo della Finocchiara”, da tempi immemorabili fa da "Faro" al paese.
A Santo Stefano Quisquina si celebrano le seguenti feste religiose:
===Eventi===
* 19 marzo, festa di San Giuseppe, con allestimento del tradizionale " Altare di San Giuseppe" e processione del simulacro del santo per le vie del paese.
A Santo Stefano Quisquina si celebrano le seguenti feste liturgiche:
* Riti della Settimana Santa, con la suggestiva processione dell'urna con il Cristo morto accompagnato dal tradizionale "Lamento".
 
* Prima domenica di giugno, festa di Santa Rosalia, patrona del paese, cinque giorni di festa per la Santa Patrona con il Solenne pellegrinaggio all'Eremo della Quisquina.
*19 marzo: festa di san Giuseppe con la realizzazione dei tipici altari e processione del santo per le vie del paese.
* 17-18 giugno, festa di San Calogero, processione notturna del Santo al "Pizzo di S. Calogero"
*Pasqua e riti della Settimana Santa: Processione del Venerdì Santo verso il calvario, rito della crocifissione, alla sera la Solenne processione con l'urna e l'Addolorata accompagnato dal Tradizionale canto del Lamento in Siciliano chiamato ''Lu Recitu''.
* Ultima domenica di luglio, festa di San Giacinto Giordano Ansalone, con solenne processione del Santo compaesano per le vie del suo paese.
*Prima domenica di giugno: Solenni festeggiamenti in onore della patrona santa Rosalia. Dal sabato al martedì tanti momenti d'intrattenimento folkloristici e religiosi. La festa culmina il martedì successivo con il pellegrinaggio del Busto Argenteo della Santuzza fino all'eremo della Quisquina con la tradizionale cavalcata.
* Seconda domenica di agosto, festa della Madonna del Carmine con processione del simulacro della Madonna.
*17 e 18 giugno: festa di san Calogero. Il 17 sera, pellegrinaggio notturno del Simulacro del Santo verso il Pizzo di San Calogero con la tradizionale corsa, al Pizzo veglia sotto e stelle e agape fraterna. Il 18 processione del Santo per le vie del paese.
* Seconda domenica di ottobre, Festa della Madonna della Catena, processione per le vie del paese.
*16 13Luglio: dicembre,Festa festadella diMadonna Santadel Lucia,Carmine conRegina benedizionedi dellaSanto "Cuccia"Stefano eQuisquina. delMomenti panereligiosi e la processione per le vie del paese.
*Prima domenica di agosto: Solenni festeggiamenti estivi in onore del Santo concittadino Giacinto Giordano Ansalone.
=="L'itinerarium Rosaliae"==
*Seconda domenica di ottobre: Festa di Maria SS. della Catena.
Il 5 giugno 2015, alla presenza dell'Arcivescovo della Diocesi di Agrigento il Cardinale Francesco Montenegro viene inaugurato "L'Itinerarium Rosaliae" un sentiero lungo 160&nbsp;km che collegherà i due principali Santuari di Santa Rosalia, quello della Quisquina con quello di Monte Pellegrino a Palermo. Si tratta di un sentiero realizzato dalla forestale che ripercorre la strada che la Santa fece quando lasciò la Città di Palermo e si rifugiò nella grotta della Quisquina, attraverserà numerosi paesi e riserve naturali.
*17-19 novembre Festa liturgica di San Giacinto Giordano Ansalone compatrono del paese.
*13 dicembre: Festa di Santa Lucia, processione per le vie del paese.<ref>[https://www.comune.santostefanoquisquina.ag.it/EG0/EGTURISMO.HBL?en=eg508&MESSA=STORIA Storia, cultura e curiosità] comune.santostefanoquisquina.ag.it</ref>
 
== Cultura ==
=== Istruzione ===
A Santo Stefano Quisquina si trova il Liceo delle Scienze Umane "Madre Teresa di Calcutta" e l'Istituto Comprensivo "[[Lorenzo_Panepinto|Maestro Lorenzo Panepinto]]". A causa del dimensionamento scolastico, l’IC Maestro L. Panepinto è stato aggregato all’IC A. Manzoni di Alessandria della Rocca.<ref>[https://www.quisquinachannel.it/dimensionamento-scolastico-lic-maestro-l-panepinto-verra-aggregato-allic-a-manzoni-di-alessandria-della-rocca/ Dimensionamento scolastico, l’IC Maestro L. Panepinto verrà aggregato all’IC A. Manzoni di Alessandria della Rocca] quisquinachannel.it</ref>
 
==== Biblioteche ====
La Bibliotecabiblioteca Comunalecomunale "Giordano Ansalone" ha sede nell'ex municipio comunale nell'omonimain Piazzapiazza Municipio. Dispone di un patrimonio di 14.000{{formatnum:14000}} volumi, con incrementi annui di 300 opere, 10 periodici e 2 quotidiani.
 
==== Scuole ====
A Santo Stefano Quisquina si trova il Liceo delle Scienze Umane "Madre Teresa di Calcutta".
 
=== Media ===
==== Radio ====
Ha sede nel paese l'emittente radiofonica Radio Santo Stefano, che copre gran parte della Sicilia occidentale. Dal 2009 è inoltre attiva una Web TV, Quisquinachannel.it, che offre servizi di informazione, intrattenimento e promozione culturale.
La radio cittadina è Radio Santo Stefano che trasmette sui 94.60 MHz, che viene ricevuta anche nei comuni limitrofi e si può ascoltare sul canale 6D mux Media Dab,<ref>[https://www.litaliaindigitale.it/radio-dab/mux-media-dab-sicilia/ mux Media Dab Sicilia] litaliaindigitale.it</ref> in streaming sul sito dell'emittente.<ref>[https://sicilia.onderadio.net/Radio/AG/RAG_RSS.html Radio Santo Stefano] sicilia.onderadio.net</ref>
 
==== Web TV ====
Il principale sito di informazione online su Santo Stefano Quisquina e comuni limitrofi è Quisquinachannel.it<ref>{{Cita web|url=https://www.quisquinachannel.it/cosa-facciamo/|titolo=Cosa Facciamo {{!}} Quisquinachannel.it|sito=www.quisquinachannel.it|accesso=2022-08-20}}</ref>, attraverso la sua Web TV.
 
== Economia ==
Il territorio del comune è compreso nella zona di produzione del [[Pistacchio di Raffadali]] [[Denominazione di origine protetta|D.O.P.]]<ref>[https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:52020XC1120(03)&from=IT Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea del 20 novembre 2020]</ref>
 
== Infrastrutture e trasporti ==
Dista 69&nbsp;km da [[Agrigento]], 86 da [[Palermo]] e 99 da [[Caltanissetta]].
[[File:Strada Statale 118 Italia.svg|85px|left]]
Il comune è attraversato dalla [[strada statale 118 Corleonese Agrigentina]].
 
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{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Salvatore Capodici |Inizio = 5 agosto 1985 |Fine = 12 agosto 1990 |Partito = [[Democrazia Cristiana]] |Note = <ref name=interno>[http://amministratori.interno.it/ Anagrafe degli amministratori locali e regionali]</ref>}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Salvatore Cimò |Inizio = 12 agosto 1990 |Fine = 27 giugno 1994 |Partito = [[Partito Repubblicano Italiano]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Giuseppe Chillura |Inizio = 27 giugno 1994 |Fine = 25 maggio 1998 |Partito = - |Note = <ref name=interno />}}
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{{ComuniAmminPrec |Nome = Salvatore Presti |Inizio = 27 maggio 2003 |Fine = 17 giugno 2008 |Partito = [[lista civica]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Stefano Leto Barone |Inizio = 16 giugno 2008 |Fine = 11 giugno 2013 |Partito = [[lista civica]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Francesco Cacciatore |Inizio = 11 giugno 2013 |Fine = ''"in carica''" |Partito = [[lista civica]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
=== Altre informazioni amministrative ===
Il comune di Santo Stefano Quisquina fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali:
* [[regione agraria]] n.1 (Versante meridionale dei Sicani)<ref>{{cita web|url=http://www.gurs.regione.sicilia.it/Gazzette/g08-43/g08-43-p7.html|titolo=GURS Parte I n. 43 del 2008|accesso=8 luglio 2011}}</ref>;
* [[unione di comuni]] "[[Unione dei comuni Platani-Quisquina-Magazzolo|Platani - Quisquina - Magazzolo]]".
 
== Sport ==
=== Calcio ===
La squadra di [[Calcio (sport)|calcio]] maschile cittadina è la U.S.D. Quisquinese Santa Rosalia che milita nel campionato di [[Terza Categoria]]<ref name=quisquinese>{{cita web|url=https://www.tuttocampo.it/Sicilia/TerzaCategoria/GironeUnicoAgrigento/Squadra/QuisquineseSantaRosalia/1026478/Scheda#.WuqwvYiFNPY|titolo=Quisquinese Santa Rosalia|sito=tuttocampo.it|accesso=3 maggio 2018}}</ref>.
 
La squadra di [[Calcio (sport)|calcio]] maschile cittadina è la ''U.S.D. Quisquinese Santa Rosalia'' che milita nel campionato di [[Terza Categoria]]<ref name=quisquinese>{{cita web|url=https://www.tuttocampo.it/Sicilia/TerzaCategoria/GironeUnicoAgrigento/Squadra/QuisquineseSantaRosalia/1026478/Scheda#.WuqwvYiFNPY|titolo=Quisquinese Santa Rosalia|sito=tuttocampo.it|accesso=3 maggio 2018}}</ref>.
 
La squadra di [[calcio a 5]] femminile è la ''Quisquinese Santa Rosalia'' che milita nella serie C regionale.
 
== Galleria d'immagini ==
<gallery>
ImmagineFile:Lorenzopanepinto1.jpg|Statua di Lorenzo Panepinto
ImmagineFile:Eremo di Santa Rosalia alla Quisquina 1.JPG |Eremo di Santa Rosalia alla Quisquina
ImmagineFile:Eremo di Santa Rosalia alla Quisquina 4.JPG |Altare della Chiesa annessa all'Eremo di Santa Rosalia
ImmagineFile:Eremo di Santa Rosalia alla Quisquina 5.JPG |Affreschi nella Chiesa annessa all'Eremo di Santa Rosalia
</gallery>
 
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== Voci correlate ==
* [[Eremo di Santa Rosalia alla Quisquina]]
* [[Giacinto Giordano Ansalone]]
* [[Stazione meteorologica di Pietranera]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|etichettacommons_preposizione=Santo Stefano Quisquinasu
|commons=Category:Santo Stefano Quisquina|commons_preposizione=su
}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|https://www.quisquinachannel.it|Quisquinachannel.it - Web TV che valorizza il territorio mediante la realizzazione di contenuti audiovisivi.}}
* {{cita web|http://www.santostefanoonline.it/|Il nuovo sito aggiornato su Santo Stefano}}
* {{cita web|url=https://www.radiosantostefano.it/webcam-live/|titolo=Webcam live}}
* {{cita web|http://www.quisquinachannel.it/|Quisquinachannel.it - Web TV che valorizza il territorio mediante la realizzazione di contenuti audiovisivi.}}
* {{cita web |url 1 =http https://wwwvisitsantostefanoquisquina.youtube.comit/watch?v=TbsjWliw9wMchiesa-madre/ |titolo 2 =L'eremo diChiesa santaMadre Rosaliadi SinibaldiSanto allaStefano Quisquina | accesso = 22 dicembre 2020}}
* {{cita web|http://www.chiesamadresantostefanoquisquina.it/|Parrocchia della Chiesa Madre di Santo Stefano Quisquina}}
{{Comuni del libero consorzio comunale di Agrigento}}
{{Comuni del Parco dei Monti Sicani}}