Augure: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua||Auguri (disambigua)|Auguri}}
[[File:Augur, Nordisk familjebok.png|thumb| Augure che impugna il [[Lituo (antichità)|lituo]] mentre trae un ''[[Ornitomanzia|auspicium ex tripudiis]]'' osservando il beccare dei polli.]]
osservando il beccare dei polli.]]
[[File:Phersu.jpg|thumb|upright=1.5|Il [[Phersu]], Tomba degli Auguri, [[Necropoli dei Monterozzi]], [[Tarquinia]].]]
[[File:Augur Vespasianus.JPG|thumb|upright=1.3| Rovescio di [[denario]] di [[Vespasiano]] del 71-73 d.C. con titolo '''AVGVR'''. Sono raffigurati strumenti sacerdotali, tra i quali il [[lituo]].]]
 
L<nowiki>{{'</nowiki>}}'''àugure'''<ref>{{Cita libro|nome=[[Luciano Canepari|Luciano Canepàri]]|titolo=Il DiPI. Dizionario di pronuncia italiana.|url=http://www.dipionline.it/dizionario/ricerca?lemma=augure|editore=Zanichelli}}</ref> (dal [[lingua latina|latino]] ''augur'', all'[[Caso accusativo|accusativo]] ''augurem'') era un sacerdote dell'antica Roma che aveva il compito di interpretare la volontà degli dèi osservando il [[ornitomanzia|volo degli uccelli]], a partire dalla loro tipologia, dalla direzione del loro volo, dal fatto che volassero da soli o in gruppo e dal tipo di versi che emettevano.
 
Questa figura era tuttavia già nota alla cultura [[Etruschi|etrusca]], come dimostra la [[Tomba degli Àuguri]] a [[Tarquinia]], e a quella greca. {{CN}}
 
L'àugure aveva un bastone ricurvo a forma di punto interrogativo: il [[lituo (antichità)|lituo]]. La loro attivitàcarica era a vita ed erano molto venerati, al punto che per chi li offendeva era prevista la pena di morte{{CN}}.
== Composizione ==
[[Tito Livio]] racconta come fosse noto a tutti che fossero nominati auguri appartenenti alle tre antiche tribù dei Ramnes, Titienses, Luceres, in modo che ognuna ne avesse lo stesso numero delle altre, e che comunque questi fossero in numero dispari.<ref>[[Tito Livio]], [[Ab Urbe condita libri]], [[s:la:Ab Urbe Condita/liber X|X, 6]].</ref>
 
== Storia ==
Dalla nascita della [[Repubblica romana|Repubblica]] ([[509 a.C.]]) e fino alla fine del [[IV secolo a.C.]] solo i [[patrizio (storia romana)|patrizi]] poterono far parte di questo collegio, mentre dal [[300 a.C.]], dopo un'aspra lotta politica che vide contrapposti i plebei, guidati da [[Publio Decio Mure (console 312 a.C.)|Publio Decio Mure]], ai patrizi, guidati da [[Appio Claudio Cieco]], vi ebbero accesso anche i plebei<ref>[[Tito Livio]], [[Ab Urbe condita libri]], [[s:la:Ab Urbe Condita/liber X|X, 6-9]].</ref>
Secondo la leggenda questo ordine sacerdotale sarebbe stato creato da [[Romolo]], che avrebbe scelto i primi tre sacerdoti, nominandone uno per ogni [[Tribù (storia romana)|tribù di Roma]].<ref> Tina Squadrilli,''Vicende e monumenti di Roma'', [[Staderini Editore]],1961, Roma, pag.25</ref>
 
Secondo il mito della [[fondazione di Roma]] agli Auguri fu affidato il compito di interpretare i segni derivanti dall'osservazione degli uccelli da parte di Romolo, che li osservava dal [[Palatino]], e di Remo, che li osservava dall'[[Aventino]].<ref>[[Tito Livio]], [[Ab Urbe condita libri]], I,7</ref>
==Funzioni==
Secondo la leggenda questo ordine sacerdotale sarebbe stato creato da [[Romolo]], che avrebbe scelto i primi tre sacerdoti, nominandone uno per ogni [[Tribù (storia romana)|tribù di Roma]].<ref> Tina Squadrilli,''Vicende e monumenti di Roma'', [[Staderini Editore]],1961,Roma,pag.25</ref>
 
Il collegio degli Auguri, assieme ai restanti collegi sacerdotali, finì con l'essere abolito dall'imperatore [[Teodosio I]] alla fine del [[IV secolo]].<ref>{{Cita libro|nome=Anonimo|cognome=Francese|titolo=Compendio delle antichità romane, ossia, Leggi, costumi, usanze, e cerimonie dei romani : compilato per l'istruzione della gioventù : traduzione dal francese|url=https://books.google.it/books?id=bdGLDI0M0ukC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|accesso=099 settembre 2018|data=1817|luogocittà= Novara|editore=Miglio}}</ref>
[[Tito Livio]] riferisce che era ben noto a tutti che a Roma nessuna decisione in guerra e in pace veniva presa senza avere prima consultato gli àuguri.<ref>[[Tito Livio]], [[Ab Urbe condita libri]], [[s:la:Ab Urbe Condita/liber VI|VI, 41]].</ref>
 
== Composizione ==
Nel periodo arcaico c'erano due tipi di auguri: gli ''auguria privata'', sulla cui base si prendevano alcune decisioni all'interno della famiglia, e gli ''auguria publica''<ref> Riccardo Orestano, ''I fatti di normazione nell'esperienza romana arcaica'', p. 126</ref> per l'ambito pubblico. Di quest'ultimo tipo esistevano più auguri, che costituivano un ''collegium'', in genere consultato dal [[Magistratura (storia romana)|magistrato]] prima di ogni importante atto pubblico.
 
[[Tito Livio]] racconta come fosse noto a tutti che fossero nominati auguri appartenenti alle tre antiche tribù dei Ramnes, Titienses, Luceres, in modo che ognuna ne avesse lo stesso numero delle altre, e che comunque questi fossero in numero dispari.<ref>[[Tito Livio]], [[Ab Urbe condita libri]], [[s:la:Ab Urbe Condita/liber X|X, 6]].</ref>.
Il compito degli auguri era quello di trarre ''[[auspicia]]'' dall'osservazione del [[volo]], del comportamento e del verso degli [[uccello|uccelli]] per capire se gli [[divinità|dèi]] approvavano o no l'agire umano sia nell'ambito [[pubblico]] che in quello privato, sia in [[pace]] che in [[guerra]] (''auspicia'' deriva da ''aves specere'', cioè "osservare gli uccelli"). L'augure non doveva predire quale fosse la cosa migliore da fare, ma solo se un qualcosa su cui si era già deciso incontrasse o meno l'approvazione divina.<ref>[[Livio]], I, 35,3</ref>
 
Dalla nascita della [[Repubblica romana|Repubblica]] ([[509 a.C.]]) e fino alla fine del [[IV secolo a.C.]] solo i [[patrizio (storia romana)|patrizi]] poterono far parte di questo collegio, mentre dal [[300 a.C.]], dopo un'aspra lotta politica che vide contrapposti i plebei, guidati da [[Publio Decio Mure (console 312 a.C.)|Publio Decio Mure]], ai patrizi, guidati da [[Appio Claudio Cieco]], vi ebbero accesso anche i plebei<ref>[[Tito Livio]], [[Ab Urbe condita libri]], [[s:la:Ab Urbe Condita/liber X|X, 6-9]].</ref>.
L'arte degli auguri era chiamata ''augùrio'' o ''auspìcio''. L'àugure, come insegna, aveva un bastone ricurvo a forma di punto interrogativo: il [[lituo (antichità)|lituo]].
 
==Funzioni==
La loro attività era a vita ed erano molto venerati, al punto che per chi li offendeva era prevista la pena di morte.
L'arte degli auguri era chiamata ''augùrio'' o ''auspìcio''. Il compito degli auguri era quello di trarre ''[[auspicia]]'' dall'osservazione del [[volo]], del comportamento e del verso degli [[uccello|uccelli]] per capire se gli [[divinità|dèi]] approvavano o no l'agire umano sia nell'ambito [[pubblico]] che in quello privato, sia in [[pace]] che in [[guerra]] (''auspicia'' deriva da ''aves specere'', cioè "osservare gli uccelli"). L'augure non doveva predire quale fosse la cosa migliore da fare, ma solo se un qualcosa su cui si era già deciso incontrasse o meno l'approvazione divina.<ref>[[Livio]], I, 35,3</ref>
 
Lo stesso [[Tito Livio|Livio]] però, raccontando della [[devotio]] del giovane cavaliere [[Marco Curzio]], riporta che furono proprio gli Auguri ad indicare il modo per colmare l'immensa voragine che si era aperta al [[Foro romano]],<ref>''[[Ab Urbe condita libri]]'', VII, 6</ref> agendo almeno in quell'occasione come interpreti delle cose divine.
 
Agli Auguri era affidato anche il compito di celebrare l'[[Inauguratio]], la [[cerimonia]] con la quale si invocava la protezione degli dei sul nuovo [[rex (storia romana)|re]].<ref>Smith, W.; Wayte, W.; Marindin, G. E., eds. (1890–91). «Inauguratio». Dictionary of Greek and Roman Antiquities (3.ª ed. rev.). Londra: John Murray.</ref>
 
Un episodio curioso viene raccontato dallo storico romano [[Floro]] secondo il quale il re [[Tarquinio Prisco]]:
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* ''signa ex quadrupedibus'' o ''pedestria auspicia'': auspici ricavati dal movimento di quadrupedi e [[rettili]];
* ''signa ex tripudiis'' o ''auguria pullaria'': in guerra, dato che erano necessari segni di rapida consultazione, ci si serviva dei polli sacri. Se mangiavano, l'auspicio era favorevole, se poi mangiavano molto avidamente facendo ricadere saltellando a terra particelle di cibo (''tripudium solistimum'', tripudio perfetto), allora l'augurio era molto favorevole. ''Pullarius'' era detto l'àugure che osservava i polli per trarne gli auspici.<ref>Luigi Castiglioni, Scevola Mariotti, ''Vocabolario della lingua latina'', pag. 2256-2257, ed. Loescher, 2007.</ref>
C'era poi un quinto tipo di presagi, quello che si traeva ''ex diris'', cioè da avvenimenti crudeli o funesti.<ref>Sesto Pompeo Festo, ''De verborum significatione.'' Pars. I, p. 351. Budapest, 1889.</ref>
 
== Caratteri ==
Il collegio degli Auguri, assieme ai restanti collegi sacerdotali, finì con l'essere abolito dall'imperatore [[Teodosio I]] alla fine del [[IV secolo]].<ref>{{Cita libro|nome=Anonimo|cognome=Francese|titolo=Compendio delle antichità romane, ossia, Leggi, costumi, usanze, e cerimonie dei romani : compilato per l'istruzione della gioventù : traduzione dal francese|url=https://books.google.it/books?id=bdGLDI0M0ukC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|accesso=09 settembre 2018|data=1817|luogo= Novara|editore=Miglio}}</ref>
[[Tito Livio]] riferisce che era ben noto a tutti che a Roma nessuna decisione in guerra e in pace veniva presa senza avere prima consultato gli àuguri.<ref>[[Tito Livio]], [[Ab Urbe condita libri]], [[s:la:Ab Urbe Condita/liber VI|VI, 41]].</ref>
 
L'importanza di questa carica religiosa si dimostra anche con la circostanza che agli Auguri fu concesso di indossare la [[trabea]], la toga (o [[mantello (indumento)|mantello]]) con più strisce di [[porpora]], che precedentemente poteva essere indossata solo dai re.<ref name="FloroI,5.6">[[Floro]], ''Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC'', I, 5.6.</ref>
 
Gli atti degli Auguri (gli auspici), come anche quelli dei [[Pontefice (storia romana)|Pontefici]] e dei [[Feziali]], assumevano caratteri di tipo religioso e giudiziario, come anche osservato da Cicerone:
{{citazione|Grandissimi ed importantissimi sono infatti nello Stato i diritti e l'autorità degli àuguri.|[[Cicerone]]. [[De Legibus]], II-12-31| Maximum autem et praestantissimum in re publica ius est augurum cum auctoritate coniunctum| lingua=la}}
 
Il potere di annullare una decisione già presa, o anche solo di rimandare il giorno in cui prenderla, il potere di interrompere una assemblea, come l'auspicio nefasto rispetto l'assunzione di una [[Magistratura (storia romana)|magistratura]] che poteva comportare che l'eletto dovesse rinunciare alla carica pubblica, fa assumere agli auspici tratti dagli Auguri caratteristiche di tipo giudiziario.<ref>[[Cicerone]]. [[De Legibus]], II-12-31]</ref>
 
== Auspicia ==
Gli [[auspicia]] (''auspicium'' al singolare) erano [[Divinità|divinazioni]] tratte dall'osservazione di fenomeni considerati divini. Nati come divinazioni tratte dall'augure dall'osservazione del [[Ornitomanzia|volo degli uccelli]], nel tempo sono state tratte da altri tipi di osservazioni. Oggi esistono ancora leggende a riguardo, come il caso dei "[[giorni della merla]]": anche i "[[corvi della Torre di Londra]]", sono un retaggio delle tradizioni passate.
 
Questi i più noti tra gli antichi auspicia:
 
* [[Ascanio]], figlio di [[Enea]], trasse auspici favorevoli, nella forma di un lampo che scorreva da sinistra a destra, prima di scendere in battaglia contro [[Mezenzio]], secondo quanto riferito da [[Dionigi d'Alicarnasso]] <ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], [[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]], II, 5, 5.</ref>
* Nell' ''Eneide'' è presente la figura di [[Ramnete]], un re e augure italico alleato di [[Turno]]. Egli non sarà però in grado di prevedere la propria fine violenta, venendo colpito nel sonno dalla spada di [[Eurialo e Niso|Niso]], insieme a tre suoi servi. La tribù dei Ramnes trarrebbe nome da lui. <ref> Virgilio, ''Eneide'', libro IX. </ref>
* La versione più accettata della [[Fondazione di Roma]] si basa sugli auspici tratti da Romolo e Remo dal volo degli uccelli per decidere chi tra loro sarebbe stato il primo re di Roma.<ref>[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 9, 5; 10, 1-3.</ref><ref>[[Quinto Ennio|Ennio]], [[Annales (Ennio)|Annales]], Liber I, [http://www.thelatinlibrary.com/enn.html fram. 82-100].</ref><ref>[[Tito Livio]],Liber I, 7</ref>
* Romolo accettò la nomina solo dopo aver preso gli [[Aeromanzia|auspici]] favorevoli del volere degli dei, che si manifestò con un lampo che balenò da sinistra verso destra.<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], [[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]], II, 5, 1-2.</ref>
* [[Marco Valerio Corvo]] ebbe un segno da un corvo che si appollaiò sulla galea contro il nemico, un [[Galli|gallo]] di proporzioni gigantesche: quando iniziò il combattimento il corvo di levò sulle sue ali e si gettò con il rostro e gli artigli contro gli occhi del nemico, che fu poi ucciso dal romano.<ref>{{Cita libro|titolo=Livio, Ab Urbe condita libri, VII, 26}}</ref>
 
== Note ==
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*{{en}} Simon Hornblower & Anthony Spawforth, ''The Oxford Classical Dictionary'' (terza edizione) [[Oxford]] OUP, 1996, s.v. ''augures''.
*R. Orestano, ''I fatti di normazione nell'esperienza romana arcaica'', Ed. Giappichelli, Torino, 1967.
*[[Vittorio Spinazzola]], ''Gli Augures'', I ed. 1895, Victrix Edizioni, Forlì, 2011.
* Catalano, СопtriЬuti allo studio del diritto augurale (Тогiпо, l960);
 
== Voci correlate ==
*[[Religione romanaAuguraculum]]
*[[Auspicia]]
*[[AruspicinaGiorni della merla]]
*[[Sacerdozio (religione romana)]]
*[[Care (mitologia)]]
*[[Ramnete]]
*[[Inauguratio]]
*[[Religione romana]]
*[[Sacerdozio (religione romana)]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*{{en}}[http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/secondary/SMIGRA*/Augurium.html ''Augurium''] dallo [[Smith's Dictionary of Greek and Roman Antiquities]]
 
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[[Categoria:Divinazione]]
[[Categoria:Sacerdoti romani]]
[[Categoria:Auguri| !]]