Muʿammar Gheddafi: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile |
Annullata la modifica 146908183 di ~2025-26378-17 (discussione): ? Etichetta: Annulla |
||
(500 versioni intermedie di oltre 100 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
{{nota disambigua|altre persone con lo stesso nome|Gheddafi (disambigua)|Gheddafi}}
{{Carica pubblica
|nome =
|immagine = Muammar al-Gaddafi at the AU summit.jpg
|didascalia = Gheddafi nel 2009
|carica = [[Capi di Stato della Libia|
|mandatoinizio =
|mandatofine = 20 ottobre
|presidente = [[Abdul Ati al-Obeidi]] (1979–1981)<br />[[Muhammad
|primoministro = [[Abdul Ati al-Obeidi]] (1977–1979)<br />[[Jadallah Azzuz
|predecessore = ''se stesso Presidente del Consiglio del Comando Rivoluzionario di Libia''
|successore = ''carica abolita''<br>([[Mustafa Abdel Gelil]] come ''Capo di Stato ad interim'')
|carica2 = [[Consiglio del Comando della Rivoluzione libico|Presidente del Consiglio del Comando Rivoluzionario di Libia]]
|mandatoinizio2 = 1º settembre
|mandatofine2 = 2 marzo
|primoministro2 = [[Mahmud Sulayman al-Maghribi]] (1969–1970)<br />[[Abdessalam
|predecessore2 = ''carica istituita''<br>([[Hasan al-Senussi|Hasan I]] come ''Re di Libia'')
|successore2 = ''se stesso
|carica3 = 1° [[Capi di Stato della Libia|Segretario generale del Congresso Generale del Popolo]]
|mandatoinizio3 = 2 marzo
|mandatofine3 = 2 marzo
|primoministro3 = [[Abdul Ati al-Obeidi]]
|predecessore3 = ''carica istituita''
|successore3 = [[Abdul Ati al-Obeidi]]
|carica4 = 2º [[Primi ministri della Libia#Repubblica Araba di Libia (1969-1977)|Primo ministro della Libia]]
|mandatoinizio4 = 16 gennaio
|mandatofine4 = 16 luglio
|predecessore4 = [[Mahmud Sulayman al-Maghribi|Maḥmūd Sulaymān al-Maghribī]]
|successore4 = [[Abdessalam Giallud]]
|carica5 = 7º [[Presidenti dell'Unione Africana|Presidente dell'Unione Africana]]
|mandatoinizio5
|mandatofine5 = 31 gennaio
|predecessore5 = [[Jakaya Mrisho Kikwete]]
|successore5 = [[Bingu wa Mutharika]]
|partito = [[Unione Socialista Araba Libica]]
|titolo di studio = Dottorato in scienze
|alma mater = [[Università di Bengasi|Accademia Militare Universitaria di Bengasi]]
|firma = Muammar al-Gaddafi Signature.svg
}}
{{
|Nome = Mu'ammar Muhammad Abu Minyar 'Abd al-Salam al-Qadhdhafi
|Immagine =
|Didascalia = Gheddafi nel
|Soprannome =
|Data_di_nascita = 7 giugno
|Nato_a = [[Qaṣr Abū Hādī]]
|Data_di_morte = 20 ottobre
|Morto_a = [[Sirte]]
|Cause_della_morte = [[Linciaggio]]
|Luogo_di_sepoltura = [[Deserto libico]]
|Nazione_servita = [[File:Flag of Libya.svg|21px]] [[Regno Unito di Libia]]<small><br>(1961–1969)</small> <br> [[File:Flag of Libya (1969–1972).svg|21px]] [[Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista#Storia|Repubblica Araba di Libia]]<small><br>(1969–1977)</small> <br> [[File:Flag of Libya (1977–2011).svg|21px]] [[Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista]]<small><br>(1977–2011)</small>
|Forza_armata = [[File:Coat of arms of Libya (1952–1969).svg|21px]] [[Esercito libico|Reale esercito libico]] <br> {{Bandiera|LBY 1977-2011}} [[Esercito libico|Esercito Libico]]
|Anni_di_servizio = 1961–2011
|Grado = [[Colonnello]]
|Ferite =
|Comandanti =
|Guerre = [[Guerra del Kippur]] <br> [[Guerra fredda araba]] <br> [[Guerra libico-egiziana]] <br> [[Guerra libico-ciadiana]] <br> [[Guerra delle Toyota]] <br> [[Guerra ugandese-tanzaniana]] <br> [[Prima guerra civile liberiana]] <br> [[Prima guerra civile in Libia]]
|Campagne = [[Intervento militare internazionale in Libia del 2011]]
|Battaglie = [[Colpo di Stato
|Comandante_di = [[
|Decorazioni =
|Studi_militari =
|Pubblicazioni =
|Frase_celebre = ''Nella Giamahiria non si elegge nessuno. Non ci sono elezioni, ripeto, non c'è rappresentanza. Ah, che tradizionalisti siete voi occidentali! Capite soltanto la democrazia, la repubblica, le anticaglie! Non siete pronti per la nuova era, l'era delle masse.''
|Altro_lavoro =
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref =
}}
{{Bio
Riga 79 ⟶ 74:
|PostCognomeVirgola = semplificato come '''Mu'ammar Gheddafi'''
|ForzaOrdinamento = Gheddafi, Mu'ammar
|PreData =
|Sesso = M
|LuogoNascita =
|GiornoMeseNascita = 7 giugno
|AnnoNascita = 1942
Riga 87 ⟶ 82:
|GiornoMeseMorte = 20 ottobre
|AnnoMorte = 2011
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
|Attività = rivoluzionario
|Attività2 = politico
|Attività3 = militare
|Nazionalità = libico
}}<ref>{{Cita web|url=https://artsandculture.google.com/entity/mu%CA%BFammar-gheddafi/m0dxvs|titolo=Muʿammar Gheddafi|sito=Google Arts & Culture|lingua=it|accesso=2024-06-17}}</ref>
Fu la guida ideologica del [[Colpo di Stato in Libia del 1969|colpo di
Tra il febbraio e l'ottobre del [[2011]] ebbe luogo la [[prima guerra civile in Libia]] che vide opposte le forze lealiste di Mu'ammar Gheddafi e quelle dei rivoltosi, riunite nel [[Consiglio nazionale di transizione]]. Il paese, dopo aver vissuto una prima fase di insurrezione popolare sull'onda della cosiddetta [[primavera araba]] conobbe in poche settimane lo sbocco della rivolta in conflitto civile. Gheddafi fu alla fine catturato ed ucciso dai ribelli del [[Consiglio nazionale di transizione|CNT]], segnando con la sua morte, almeno formalmente, la fine della guerra civile.
== Biografia ==
=== Origini e infanzia ===
Nacque il 7 giugno del [[1942]] in una tenda presso [[Qasr Abu Hadi]], un villaggio della [[Tripolitania]]<ref>Blundy, David; Lycett, Andrew (1987). ''Qaddafi and the Libyan Revolution. Boston and Toronto
=== I matrimoni ===
La prima moglie di Gheddafi, Fātiḥa, è un'insegnante, sposata nel
=== La rivoluzione del 1969 ===
Insoddisfatto del governo guidato dal re [[Idris I di Libia|Idris I]], giudicato da Gheddafi e da altri ufficiali troppo servile nei confronti di [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] e [[Francia]], il 26 agosto [[1969]] si pone alla guida del [[Colpo di Stato in Libia del 1969|colpo di Stato]] organizzato contro il sovrano, che porta, il 1º settembre dello stesso anno, alla proclamazione della [[Repubblica (forma statuale)|Repubblica]] guidata da un ''Consiglio del Comando della Rivoluzione'' composto da 12 militari di tendenze panarabe filo-nasseriane.
Una volta al potere, Gheddafi, nel frattempo autonominatosi colonnello, fa approvare dal Consiglio una nuova [[costituzione]] e abolisce le elezioni e tutti i partiti politici. La Libia di quel periodo non si può infatti considerare una [[democrazia]], non essendovi concesse molte libertà politiche (tra cui, per esempio, il multipartitismo).
=== Il primo ventennio al potere (1969-1989) ===
{{Vedi anche|Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista}}
{{Approfondimento
Riga 111 ⟶ 112:
|larghezza = 300px
|titolo = L'espulsione degli italiani
|contenuto = Tra le primissime iniziative del regime di Gheddafi, c'è l'adozione di misure sempre più restrittive nei confronti della popolazione italiana che era rimasta a vivere in quella che era stata la [[Libia italiana|ex-colonia]], limitazioni che culminano con il decreto di confisca del 21 luglio [[1970]] emanato per ''"restituire al popolo libico le ricchezze dei suoi figli e dei suoi avi usurpate dagli oppressori"''. Gli italiani vengono pertanto privati di ogni loro bene, compresi i contributi assistenziali versati all'[[INPS]] e da questo trasferiti, in base ad un accordo, all'istituto libico corrispondente, e sono sottoposti a progressive restrizioni che culminano con la costrizione a lasciare il Paese entro il 15 ottobre del [[1970]].<ref>
Dal [[1970]], ogni 7 ottobre in Libia si celebrava il “[[Giorno della vendetta]]”, in ricordo del sequestro di tutti i beni e dell'espulsione di
}}
[[File:Nasser Gaddafi 1969.jpg|thumb|left|Il ventisettenne Gheddafi incontra nel [[1969]] il cinquantunenne ''[[Raʾīs]]'' egiziano [[Gamal Abd al-Nasser]], suo iniziale modello ideologico, di cui cercherà di ereditare il ruolo di guida del [[mondo arabo]]]]
La politica della prima parte del governo Gheddafi viene definita dai suoi sostenitori una "terza via" rispetto al [[comunismo]] e al [[capitalismo]], nella quale cerca di coniugare i principi del [[panarabismo]] con quelli della [[socialdemocrazia]]. Gheddafi decide di esporre le proprie visioni politiche e filosofiche nel suo ''[[Libro verde (Mu'ammar Gheddafi)|Libro verde]]'' (esplicito ammiccamento al [[Libretto rosso]] di [[Mao Tse-tung]]), che pubblica nel [[1976]]. In nome del [[Nazionalismo arabo]], decide di nazionalizzare la maggior parte delle proprietà petrolifere straniere, di chiudere le basi militari statunitensi e britanniche, in special modo la base "Wheelus", ridenominata "ʿOqba bin Nāfiʿ" (dal nome del primo [[Uqba ibn Nafi|conquistatore arabo-musulmano]] delle regioni [[nordafrica]]ne) e di espropriare tutti i beni delle comunità italiana ed ebraica, espellendole dal paese.
In politica estera, il regime libico diventa finanziatore dell'[[OLP]] di [[Yasser Arafat]] nella sua lotta contro [[Israele]], inoltre, si fa spesso propugnatore di un'unione politica tra i tanti Stati [[islam]]ici dell'[[Africa]], caldeggiando in particolare, nei primi [[Anni 1970|anni settanta]], un'unione politica con la [[Tunisia]]; la risposta interlocutoria (ma sostanzialmente negativa) dell'allora presidente tunisino [[Habib Bourguiba]] fa però tramontare questa ipotesi.<ref>[[Claudio Lo Jacono]], "Sul progetto d'unione fra Tunisia e Libia", in: ''[[Oriente Moderno]]'', (Studi in onore di [[Francesco Gabrieli|F. Gabrieli]]), LIV, 1974, pp. 117-122.</ref> Sempre nel medesimo periodo, e per molti anni successivi, Gheddafi è uno dei pochissimi leader internazionali che continuano a sostenere i dittatori [[Idi Amin Dada]] e [[Bokassa]] (quest'ultimo però soltanto nel periodo in cui si dichiarò musulmano), mentre non verrà mai dimostrato un suo coinvolgimento nella misteriosa scomparsa in [[Libia]], nel [[1978]], dell'[[Imam]] [[Sciismo|sciita]] [[Musa al-Sadr]] (di cui non apprezza i tentativi di pacificazione del [[Libano]]) e neppure il suo fattivo sostegno al combattente palestinese [[Abu Nidal|Abū Niḍāl]] e alla sua organizzazione para-militare, organizzatori, tra l'altro, della [[Strage di Fiumicino (1985)|
Dal 16 gennaio [[1970]] al 16 luglio [[1972]] Gheddafi è anche primo ministro libico ''[[ad interim]]'', prima di lasciare il posto a [[Abd al-Salam Jallud|ʿAbd al-Salām Jallūd.]] Nel [[1977]], grazie ai maggiori introiti derivanti dal [[petrolio]], il regime decide di effettuare alcune opere a favore della propria nazione, come la costruzione di strade, ospedali, acquedotti e industrie. Proprio sull'onda della popolarità di tale politica, nel [[1979]], Gheddafi rinuncia a ogni carica ufficiale, pur rimanendo di fatto l'unico vero leader del paese, serbandosi solo l'appellativo onorifico di "Guida della Rivoluzione".
Riga 127 ⟶ 125:
Negli [[anni 1980|anni ottanta]] avviene un'ulteriore radicalizzazione nelle scelte di politica internazionale. La sua ideologia anti-israeliana e anti-statunitense lo porta a sostenere gruppi [[terrorismo|terroristi]], tra cui l'[[Provisional IRA|IRA]] [[Irlanda|irlandese]] e il [[Settembre Nero (organizzazione)|Settembre Nero]] [[Palestina|palestinese]]. Viene anche accusato dall'[[Intelligence]] statunitense di essere l'organizzatore degli attentati in [[Sicilia]], [[Scozia]] e [[Francia]], anche se per questi atti si è sempre proclamato estraneo.
All'inizio del 1986 la [[United States Navy|Marina Militare degli Stati Uniti]] sta effettuando alcune operazioni di addestramento al largo della costa libica ([[operazione Attain Document]]), all'interno del [[
Il suo
Quando Gheddafi scopre che il [[Regno Unito]] ha fornito le basi agli aerei americani per il blitz, decide di aumentare gli aiuti all'[[Irish Republican Army|IRA]].<ref>{{
Nel febbraio [[2011]], intervistato dal quotidiano svedese [[Expressen]], l'ex ministro della giustizia [[Muṣṭafā ʿAbd al-Jalīl]] ha ammesso le responsabilità dirette del colonnello Gheddafi nell'ordinare l'attentato del [[1988]] al [[Volo Pan Am 103]].<ref>Vedi: {{se}} {{Cita web |url=http://www.expressen.se/nyheter/1.2341356/khadaffi-gav-order-om-lockerbie-attentatetl |titolo=Copia archiviata |accesso=1 marzo 2011 |dataarchivio=23 gennaio 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120123233557/http://www.expressen.se/nyheter/1.2341356/khadaffi-gav-order-om-lockerbie-attentatetl |urlmorto=sì }}</ref><ref>{{Cita news|autore =|url = http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2011/02/23/visualizza_new.html_1583937036.html|titolo =Libia: Gheddafi ordinò strage Lockerbie|pubblicazione = Ansa|giorno = 23|mese = febbraio|anno = 2011|accesso = 23 febbraio 2011}}</ref>
==== Il presunto coinvolgimento nella strage di Ustica ====
{{vedi anche|Strage di Ustica|Relazioni bilaterali tra Italia e Libia}}
Il 27 giugno 1980 un aereo di linea [[Douglas DC-9]], codice I-TIGI, appartenente alla compagnia aerea italiana [[Itavia]], in volo da Bologna a Palermo si squarciò all'improvviso e scomparve in mare nei pressi dell'isola di [[Ustica]]; persero la vita 81 persone e non ci furono superstiti. Inizialmente le cause maggiormente accreditate furono un [[Guasto strutturale|cedimento strutturale]] o un attentato tramite una bomba a bordo. A distanza di molti anni, in cui si sono susseguiti innumerevoli depistaggi, falsi indizi e morti sospette, è stata accreditata come causa più plausibile dell'abbattimento la collisione in volo o il lancio di un missile contro il DC-9, trovatosi in mezzo a una battaglia aerea tra caccia di diversa nazionalità; questi ultimi sono indicati come velivoli libici da un lato, e francesi o statunitensi dall'altro.
Secondo una teoria, all'origine dell'intervento francese vi sarebbe stata la convinzione da parte di [[Alexandre de Marenches]], capo dello [[Service de documentation extérieure et de contre-espionnage|SDECE]] (l'allora servizio di spionaggio estero francese), che sul velivolo libico in volo nelle vicinanze del DC-9 si trovasse il colonnello Gheddafi, personaggio particolarmente inviso al presidente francese [[Valéry Giscard d'Estaing]]: quest'ultimo appoggiava il governo centrale del [[Ciad]] del presidente [[Hissène Habré]], impegnato all'epoca [[guerra libico-ciadiana|in una dura guerra]] con la Libia di Gheddafi per il controllo del territorio della [[Striscia di Aozou]] nel nord del Ciad, ritenuto ricco di giacimenti di [[uranio]]. Inoltre, d'Estaing era stato coinvolto nel cosiddetto "[[scandalo dei diamanti]]" di [[Jean-Bedel Bokassa|Bokassa]]<ref>{{fr}} [http://lecanardenchaine.free.fr/affaires.html ''Les grandes affaires'']. Le Canard Enchaîné. 10 octobre 1979.</ref><ref>{{fr}} [https://web.archive.org/web/20071110132904/http://www.cartage.org.lb/fr/themes/Geohis/Histoire/chroniques/pardate/Chr/791010a.HTM '' L'affaire des diamants, 10 octobre 1979'']. Le Monde du 12 mars 1981.</ref>, originato da una indiscrezione rilasciata ai giornali dietro cui si scoprì la mano di Gheddafi.<ref>[https://www.agoravox.it/Ustica-la-storia-della-guerra-dell.html ''La storia della guerra dell'80'']. Agora Vox Italia.</ref>.
In una dichiarazione pubblicata rilasciata nel febbraio [[2007]], [[Francesco Cossiga]], [[presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|presidente del Consiglio]] all'epoca della strage, sostenne che ad abbattere il DC-9 sarebbe stato un missile «a risonanza e non a impatto» lanciato da un velivolo dell'[[Aéronavale]] decollato dalla portaerei ''[[Clemenceau (R 98)|Clemenceau]]''. Sempre secondo quanto dichiarato da Cossiga, furono i servizi segreti italiani ad informare lui e l'allora ministro dell'Interno [[Giuliano Amato]] dell'accaduto: «i francesi sapevano che sarebbe passato l'aereo di Gheddafi, che si salvò perché il [[Sismi]] lo informò quando lui era appena decollato e decise di tornare indietro». Sarebbe stato invece il [[SIOS]], il servizio segreto dell'Aeronautica italiana comandato all'epoca dal generale [[Zeno Tascio]], a dare in tempo reale ad Alexandre de Marenches il piano di volo dell'aereo di Gheddafi consentendo ai francesi di tendergli un'imboscata.<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2008/giugno/22/Strage_Ustica_nuove_indagini_Sentito_co_9_080622064.shtml ''Strage di Ustica, nuove indagini. Sentito Cossiga: un missile francese''], [[Corriere della Sera]]. Archivio storico. 22 giugno 2008.</ref>
==== Lotta all'Apartheid; rapporto con Nelson Mandela ====
Gheddafi contribuì fortemente alla sconfitta dell'[[Apartheid]] in [[
=== Dal 1990 al 2010: il secondo ventennio di potere ===
A partire dai primi [[anni 1990|anni novanta]], Gheddafi decide un ulteriore cambiamento del ruolo del suo regime all'interno dello scacchiere internazionale; condanna l'invasione dell'[[Iraq]] ai danni del [[Kuwait]] nel [[1990]] e successivamente sostiene le trattative di pace tra [[Etiopia]] ed [[Eritrea]]. Quando anche [[Nelson Mandela]] fa appello alla "Comunità Internazionale", a fronte della disponibilità libica di lasciar sottoporre a giudizio gli imputati libici della [[Volo Pan Am 103|strage di Lockerbie]] e al conseguente pagamento dei danni provocati alle vittime, l'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] decide di ritirare l'embargo alla [[Libia]] ([[primavera]] del [[1999]]). Nei primi anni [[2000|duemila]], proprio questi ultimi sviluppi della politica libica, portano Gheddafi a un riavvicinamento agli [[Stati Uniti d'America|USA]] e alle democrazie europee, con un conseguente allontanamento dall'[[integralismo islamico]].
Secondo alcune fonti, nel 1998 il governo libico scoprì l'esistenza di un complotto per uccidere Gheddafi architettato da ''al-Muqatila'', un gruppo di libici veterani della jihad afgana antisovietica sponsorizzati da [[Osama bin Laden]]; in conseguenza di ciò il governo libico chiese con successo il primo mandato d'arresto internazionale nei confronti di [[Osama bin Laden|Bin Laden]] tramite l'[[Interpol]]<ref>Jean-Charles Brisard, Guillaume Dasquiè, ''La verità negata'',capitolo 9, Marco Tropea Editore, Milano, 2001, ISBN 9788843803675</ref>. Altre fonti tuttavia non fanno alcun riferimento a un complotto per uccidere Gheddafi come motivo del mandato d'arresto, ma piuttosto all'uccisione di due cittadini tedeschi in Libia<ref>{{cita web|url=http://www.nti.org/e_research/e3_56a.html|titolo=Was Libyan WMD Disarmament a Significant Success for Nonproliferation?|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110602234625/http://www.nti.org/e_research/e3_56a.html|lingua=en}}</ref><ref>{{cita web|url=http://worldcrunch.com/untold-story-gaddafis-hunt-osama-bin-laden/2963|titolo= The Untold Story Of Gaddafi's Hunt For Osama Bin Laden |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111122185405/http://worldcrunch.com/untold-story-gaddafis-hunt-osama-bin-laden/2963|lingua=en}}</ref>.
A seguito degli attacchi terroristici agli [[Stati Uniti d'America|U.S.A.]] dell'[[Attentati dell'11 settembre 2001|11 settembre 2001]], Gheddafi condanna pubblicamente gli attentati e il suo principale artefice - [[Osama bin Laden]] - sulla cui cattura mette addirittura una taglia. Il leader libico diviene sempre più ostile al [[fondamentalismo islamico]], che ormai considera una potenziale minaccia anche al suo potere. In conseguenza di ciò, abiura il suo passato di fiancheggiatore e inizia a fornire informazioni di intelligence alla [[CIA]] e al governo statunitense riguardo ad [[Al-Qaida|al-Qāʿida]] e ad altri gruppi terroristici.<ref name="ReferenceA"/>
Grazie a questi passi il presidente statunitense [[George W. Bush]] decide di togliere la Libia dalla lista degli ''[[Stato canaglia|Stati canaglia]]'' (di cui fanno parte [[Iran]], [[Siria]] e [[Corea del Nord]]) portando al ristabilimento di pieni rapporti diplomatici tra [[Libia]] e [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]. Gli [[anni 2000]] vedono Gheddafi protagonista del [[Relazioni bilaterali tra Italia e Libia|riavvicinamento tra Italia e Libia]], sancito da diverse visite ufficiali del capo libico in [[Italia]] e della controparte italiana in [[Libia]]. Nel [[2004]], il [[Mossad]], la [[CIA]] e il [[Sismi]] individuano una nave che trasporta la prova che il regime libico sia in possesso di un arsenale di [[armi di distruzione di massa]]. Invece di rendere pubblica la scoperta e sollevare uno scandalo, [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] e [[Italia]] pongono a Gheddafi un [[ultimatum]] che viene accettato.<ref>''[[Libero (quotidiano)|Libero]]'' (28-8-2009)</ref>
==== Dichiarazione di Sirte del 9 settembre 1999 ====
Gheddafi fu un forte sostenitore e principale artefice della fondazione dell'[[Unione africana]] così come si evince dalla [[Dichiarazione di Sirte|dichiarazione]] firmata a [[Sirte]] (sua città natale)<ref>{{Cita web|url=http://www.teleborsa.it/Accadde-Oggi/9-settembre/1999-tutta-l-africa-si-stringe-in-un-unione-2.html|titolo=Accadde oggi 9 settembre - 1999: Tutta l'Africa si stringe in un'unione|editore=Teleborsa S.r.l.|accesso=4 dicembre 2018|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170305041329/http://www.teleborsa.it/Accadde-Oggi/9-settembre/1999-tutta-l-africa-si-stringe-in-un-unione-2.html}}</ref>. Ha speso molte risorse per la concretizzazione di uno [[stato panafricano]] che permettesse l'emancipazione e l'autodeterminazione africana nei confronti del colonialismo e neocolonialismo dei paesi occidentali; ha svolto numerose attività per l'Africa come ad esempio il primo satellite africano per le telecomunicazioni, eliminando così il giogo delle potenze occidentali<ref>{{Cita web|url=http://www.globalist.it/intelligence/articolo/2306/le-bugie-colonialiste-su-libia-e-africa.html|titolo=Le bugie colonialiste su Libia e Africa|autore=Ennio Remondino|data=26 settembre 2011|editore=Globalist|accesso=4 dicembre 2018|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181204124453/https://www.globalist.it/intelligence/2016/05/08/le-bugie-colonialiste-su-libia-e-africa-2306.html}}</ref>; fino alla sua uccisione è stato promotore di una moneta unica panafricana denominata "Dinar", che aveva proposto di coniare direttamente con le riserve auree della Libia, alternativa al [[Dollaro statunitense|dollaro]] nelle contrattazioni commerciali, a programmare una [[Banca Africana]] e a promuovere una [[Unione Economica dei paesi poveri]] per rendere l'Africa un continente più forte ed emancipato dal sistema monetario vigente<ref>{{Cita web|url=http://www.lastampa.it/2015/12/15/blogs/underblog/libia-il-nodo-della-banca-centrale-libica-loro-di-gheddafi-i-beni-congelati-dalle-megabanche-la-sorte-del-dinaro-Pbwcg8f5Y7i1xWJ4J01P3M/pagina.html|titolo=Libia: il nodo della Banca Centrale Libica, l'oro di Gheddafi, i beni congelati dalle megabanche, la sorte del dinaro.|editore=GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.|sito=lastampa.it|autore=Maria Grazia Bruzzone|data=15 dicembre 2015|accesso=4 dicembre 2018|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180903125252/http://www.lastampa.it/2015/12/15/blogs/underblog/libia-il-nodo-della-banca-centrale-libica-loro-di-gheddafi-i-beni-congelati-dalle-megabanche-la-sorte-del-dinaro-Pbwcg8f5Y7i1xWJ4J01P3M/pagina.html}}</ref>. Dal 2 febbraio 2009<ref>{{Cita web|url=http://www.vita.it/it/article/2009/02/02/gheddafi-a-capo-dellunione-africana/86136/|titolo=Gheddafi a capo dell’Unione africana|data=2 febbraio 2009|accesso=4 dicembre 2018|urlmorto=no|autore=Emanuela Citterio|editore=Vita Società Editoriale S.p.A.|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170905185340/http://www.vita.it/it/article/2009/02/02/gheddafi-a-capo-dellunione-africana/86136/}}</ref> al 31 gennaio 2010 è stato Presidente dell'Unione africana, partecipando al [[G8 del 2009|G8 dell'Aquila]] come rappresentante della stessa<ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/esteri/g8-vertice-5/scheda-riunioni/scheda-riunioni.html|titolo=Da G5 a G8, da Mef a Ua Le geometrie dei summit|accesso=4 dicembre 2018|urlmorto=no|data=9 luglio 2009|editore=Gruppo Editoriale L’Espresso Spa|sito=repubblica.it|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170905184738/http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/esteri/g8-vertice-5/scheda-riunioni/scheda-riunioni.html}}</ref>.
Nonostante ciò, nello stesso periodo attira su di sé le critiche di molte organizzazioni umanitarie a causa dei maltrattamenti commessi contro i migranti africani respinti dall'Italia verso le coste libiche.
==== Discorso all'ONU del 2009 ====
[[File:Muammar al-Gaddafi, 12th AU Summit, 090202-N-0506A-534 (cropped).jpg|thumb|Gheddafi nel 2009 in qualità di presidente dell'[[Unione africana|Unione Africana]]|left]]
Nel [[2009]] nel suo discorso all'ONU come Presidente dell'[[Unione africana|Unione Africana]] ha messo in discussione il ruolo del [[consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite]], dichiarando che dopo la seconda guerra mondiale e nonostante l'istituzione del consiglio di sicurezza, ci siano state 65 guerre e che i 5 membri permanenti del [[Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite|consiglio di sicurezza]] [[ONUC|ONU]] non rappresentino tutti i paesi e hanno il "potere" di decidere le sorti di una nazione sovrana a seconda dei loro interessi, e chi ha avuto un ruolo nelle guerre dopo la [[seconda guerra mondiale]] debba risarcire ed essere processato dal [[Tribunale internazionale]]; ha poi aggiunto che il diritto di [[veto]] è ingiusto perché non garantisce la parità tra ogni singolo Stato sovrano, si è persa fiducia nei confronti del consiglio di sicurezza ONU perché ogni paese e comunità ha istituito il proprio consiglio di sicurezza e che quindi il Consiglio di Sicurezza si è sempre più isolato; {{chiarire|ha criticato l'[[Agenzia internazionale per l'energia atomica|Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica]] dichiarando che non è giusto che i Paesi più potenti non siano sotto la sua giurisdizione e che viene usata solo contro i paesi più deboli, e che se fosse veramente un'organizzazione internazionale tutti i paesi dovrebbero essere membri dell'IAEA.|pressoché tutti i paesi del mondo fanno parte dell'IEA, che ha giurisdizione anche sui paesi "potenti". In generale tutto il testo andrebbe rivisto.}}
Ha rivendicato un seggio permanente per l'Africa; ha preteso un risarcimento di 777 miliardi di dollari dai paesi colonizzatori, citando inoltre l'[[Relazioni bilaterali tra Italia e Libia|accordo italo-libico]] in cui l'Italia si impegna a versare 250 milioni di dollari all'anno di risarcimento per i prossimi vent'anni<ref>{{Cita web|url = http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/esteri/libia-italia/testo-accordo/testo-accordo.html|titolo = Ecco il testo dell'accordo Va ratificato dal Parlamento - esteri - Repubblica.it|accesso = 17 agosto 2015}}</ref> e ha reclamato la costruzione di un ospedale per i libici mutilati in seguito alle mine collocate in territorio libico durante la Seconda Guerra Mondiale. Inoltre ha sottolineato l'importanza delle mine anti-uomo e messo in discussione la [[Trattato di Ottawa|convenzione di Ottawa]]. Le mine sono armi difensive, se vengono piazzate lungo il confine di un Paese e qualcuno vuole invaderlo, perché si sta invadendo uno Stato sovrano e sarebbe più logico eliminare le armi di distruzione di massa che armi difensive come le mine. La Convenzione dovrebbe essere riconsiderata, l'arma difensiva non viene piazzata in un altro Paese ed è il nemico che invade.
Ha elogiato il presidente [[Obama]] e definito un evento storico la sua vittoria come presidente degli [[Stati Uniti d'America]], dove un tempo i neri non potevano stare assieme ai bianchi in caffè o ristoranti o sedersi vicino a loro in autobus.
{{Senza fonte|date=July 2024|Nel suo Libro verde, sostiene che i medicinali non dovrebbero essere venduti né soggetti alla commercializzazione. I medicinali devono essere gratuiti e i vaccini dati gratuitamente ai bambini, ma le aziende capitalistiche producono i virus e le vaccinazioni e vogliono realizzare un profitto.}}
Ha messo in discussione la sede dell'[[Assemblea generale delle Nazioni Unite|Assemblea Generale delle Nazioni Unite]], dichiarando che sia meglio scegliere un luogo che sia più centrale rispetto a tutti i Paesi del mondo, in modo da evitare lunghi viaggi per i componenti dell'Assemblea e evitare che sia preso di mira per attacchi terroristici. Ha criticato il ruolo delle Nazioni Unite avuto durante gli omicidi politici o le condanne a morte di altri capi di Stato presso i tribunali, ha messo a confronto la [[Guerra del Kuwait (1990-1991)|guerra del Kuwait]] con l'[[invasione dell'Iraq]] dichiarando che nel primo caso l'ONU è intervenuta mentre nel secondo caso l'ONU non ha rispettato la propria carta dei diritti.
Riga 185 ⟶ 175:
=== Guerra civile del 2011, la cattura e la morte ===
{{vedi anche|Prima guerra civile
Nel febbraio del 2011 anche la [[Libia]], sull'onda della
Gli scontri, sin dalle prime sollevazioni, si rivelarono molto cruenti. Le forze del regime misero in atto una dura repressione armata che causò la morte di numerosi civili, sui quali veniva
Nel corso del mese di agosto le forze ribelli erano in procinto di conquistare [[Tripoli]] e Gheddafi veniva localizzato presso la sua città natale, [[Sirte]].<ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/esteri/2011/08/25/news/libia-20878801/|titolo=Liberati i giornalisti italiani. Onu, via libera allo sblocco dei beni.}}</ref>
Il 20 ottobre 2011, risultando vana ogni ulteriore resistenza nella difesa di Sirte, nella quale si era asserragliato contestualmente alla caduta di [[Tripoli]],
Raggiunto da elementi del [[Consiglio nazionale di transizione|CNT]], Gheddafi fu ferito alle gambe e catturato vivo. Dopo essere stato ripetutamente picchiato, violentato e brutalizzato, fu ucciso con un colpo di pistola alla testa; i suoi ultimi momenti di vita furono registrati dai presenti all'avvenimento in numerosi video.<ref>{{en}} [https://www.cbsnews.com/news/globalpost-qaddafi-apparently-sodomized-after-capture/ GlobalPost: Qaddafi apparently sodomized after capture] - [[CBS News]]</ref><ref>[https://video.repubblica.it/dossier/libia-rivolta-gheddafi/gheddafi-il-video-integrale-della-cattura/78820 ''Gheddafi: il video integrale della cattura''] - [[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]. Repubblica. 21 aprile 2011.</ref> Successivamente il suo cadavere fu trasportato a [[Misurata]], esposto al pubblico e, quindi, sepolto in una località segreta nel deserto libico.<ref>[http://www.repubblica.it/esteri/2011/10/20/dirette/libia_cnt_catturato_gheddafi-23556755/ Libia, Cnt: "Ucciso Gheddafi" Confermata la morte del rais] - [[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]</ref><ref>{{en}} [http://english.aljazeera.net/news/africa/2011/10/20111020111520869621.html Muammar Gaddafi killed as Sirte falls] - [[Al Jazeera]]</ref>
La sua eredità politica e la guida della ''Giamahiria'' furono raccolte dall'altro figlio [[Saif al-Islam Gheddafi|Sayf al-Islām Gheddafi]], il quale, il 23 ottobre [[2011]], per mezzo della Tv siriana ''al-Rāʾī'' (L'opinione), dichiarò in un breve messaggio audio di voler vendicare la morte del padre e di continuare la resistenza contro il [[Consiglio nazionale di transizione|CNT]], le forze della NATO e l'esercito francese sino alla fine: "Io vi dico, andate all'inferno, voi e la NATO dietro di voi. Questo è il nostro Paese, noi ci viviamo, ci moriamo e stiamo continuando a combattere".{{Senza fonte}} Il CNT decise poi di aprire un'inchiesta sulla morte di Muʾammar Gheddafi. In cerca di vendetta per l'uccisione, i simpatizzanti di Gheddafi rapirono, torturarono per 50 giorni e infine assassinarono uno dei loro ostaggi, il ventiduenne ʿOmrān Shaʿbān, nei pressi di [[Bani Walid]] nel settembre [[2012]].<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.aljazeera.com/news/2012/9/26/libyan-behind-gaddafi-capture-dies-in-france|titolo=Libyan behind Gaddafi capture dies in France|sito=Al Jazeera|accesso=2025-08-20}}</ref>
== Sequestri patrimoniali dopo l'assassinio ==
Nel marzo 2012 la [[Guardia di Finanza]] ha sequestrato beni in Italia della famiglia Gheddafi per oltre un miliardo di [[euro]]. Tra questi l'1,256% di [[
Oltre alle quote azionarie, le [[Fiamme Gialle]] hanno apposto i sigilli anche a 150 [[ettari]] di terreno nell'isola di [[Pantelleria]], due moto (una [[Harley-Davidson|Harley Davidson]] e una [[Yamaha Motor|Yamaha]]) e un appartamento in via Sardegna, a [[Roma]]. Diversi anche i conti correnti posti sotto sequestro: il deposito più consistente,
== I figli ==
Gheddafi ha avuto otto figli:
Riga 225 ⟶ 205:
* [[Aisha Gheddafi|ʿĀʾisha]] ([[1976]]) unica figlia femmina
* [[Sayf al-'Arab Gheddafi|Sayf al-ʿArab]] ([[1982]]-[[2011]])
* [[Khamis Gheddafi|Khamīs]] ([[1983]]-
Il figlio maggiore è [[Muhammad Gheddafi|Muḥammad al-Qadhdhāfī]], l'unico nato dalla sua prima moglie
Il secondogenito è [[Sayf al-Islam Gheddafi|Sayf al-Islām al-Qadhdhāfī]], nato nel [[1972]] dalla seconda moglie e ritenuto colui che sarebbe dovuto diventare il ''delfino'' del [[colonnello]]. Laureato in [[Architettura]], collaboratore politico del padre dopo esserne stato designato erede alla presidenza nel [[1995]], nel [[2006]], avendo criticato il regime del padre, con la richiesta di attuare riforme in senso democratico, cade momentaneamente in disgrazia e va a vivere all'estero, a Londra, dove consegue un [[Master universitario|master]] presso la [[London School of Economics]] (LSE) con una tesi, che poi si scopre essere stata copiata (gettando forti ombre anche sul modo di conseguimento della sua precedente laurea), inerente alla ''natura anti-democratica della governance globale''. Ritorna in Libia insediandosi inizialmente alla presidenza della Fondazione caritatevole di famiglia ma, nonostante nel [[2008]] dichiari di non volere avvicendare il padre nella guida del paese, ritorna a ricoprire via via incarichi sempre più importanti all'interno del regime fino al [[2011]], quando gli viene dato il compito di portavoce del regime e di lavorare alla realizzazione di una nuova costituzione. Dal 19 novembre dello stesso anno risulta detenuto nel carcere di [[Zintan]]. Il 28 luglio [[2015]] viene condannato alla pena di morte con l'accusa di genocidio. In seguito viene scarcerato<ref>{{Cita news|titolo=Libia, liberato Saif Al-Islam Gheddafi|pubblicazione=AGI|url=https://www.agi.it/estero/libia_liberato_saif_al-islam_gheddafi-922389/news/2016-07-07/}}</ref>. Il 14 Novembre 2021 annuncia di voler competere alle Elezioni presidenziali in Libia del 2021<ref>{{Cita news|titolo=Il secondogenito del colonnello, Saif Gheddafi, si candida alle elezioni libiche.|pubblicazione=Rai news|url=https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/saif-gheddafi-cadidato-presidenziali-libia-10298cb5-1d1f-4ef0-848e-9fa108cce58d.html}}</ref>.
Il terzogenito è il figlio maschio [[Saadi Gheddafi|al-Saʿādī al-Qadhdhāfī]], sposato con la figlia di un generale dell'esercito libico e ha come principale interesse il [[calcio (sport)|calcio]] (ha giocato con scadenti risultati in [[Serie A]] con il [[Associazione Calcio Perugia|Perugia]], esordendo in un incontro contro la [[Juventus Football Club|Juventus]], e ha militato, sempre in Italia, anche nell'{{Calcio Udinese|N}} e nella {{Calcio Sampdoria|N}}). Fuggito in [[Niger]], il 6 ottobre [[2014]] viene estradato in Libia e
Il quartogenito è [[Hannibal Gheddafi|Hānnībāl al-Qadhdhāfī]], incaricato alla gestione dell'[[export]] del [[petrolio]] libico, si rende protagonista di alcuni incidenti in [[Italia]] (dove ha aggredito nel [[2001]] tre agenti di polizia), [[Francia]] (dove ha aggredito una ragazza a [[Parigi]]) e [[Svizzera]]. In quest'ultimo paese viene anche arrestato per aver aggredito due camerieri alle sue dipendenze a [[Ginevra]], causando una [[Crisi diplomatica tra Libia e Svizzera del 2008-2010|crisi diplomatica fra Libia e Svizzera]].<ref>[http://www.corriere.it/esteri/08_agosto_28/hannibal_gheddafi_violenze_3a51623e-74cb-11dd-b47d-00144f02aabc.shtml «Noi, schiavi di Hannibal Gheddafi» - Corriere della Sera<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
Dopo essere fuggito in [[Algeria]], ad ottobre 2012 si rifugia in [[Oman]], insieme alla madre, al fratellastro [[Muhammad Gheddafi|Muḥammad]] e alla sorella [[Aisha Gheddafi|ʿĀʾisha]]<ref>{{Cita news|titolo=Oman says Ghaddafi's family members granted asylum|pubblicazione=Reuters|url=https://www.reuters.com/article/us-oman-libya-gaddafi-idUSBRE92O0LV20130325}}</ref>. In seguito, il 14 dicembre 2015 viene arrestato in Libano con l'accusa di nascondere informazioni sulla scomparsa di [[Musa al-Sadr]], e al 2021 risulta ancora detenuto in Libano.<ref>{{Cita news|titolo=Hannibal Gheddafi, la pecora nera della famiglia del rais|pubblicazione=Insideover|url=https://it.insideover.com/criminalita/hannibal-gheddafi-la-pecora-nera-della-famiglia-del-rais.html}}</ref><ref>{{Cita news|titolo=Libyans demand Lebanon release Hannibal Gheddafi|pubblicazione=Asharq Al-Awsat|url=https://english.aawsat.com/home/article/2448031/libyans-demand-lebanon-release-hannibal-gaddafi}}</ref>
Il quintogenito è [[Mutassim Gheddafi|al-Muʿtaṣim bi-llāh al-Qadhdhāfī]] (chiamato Mutassim o Motassim Gheddafi), ritenuto dall'intelligence
Il sesto figlio è [[Sayf al-'Arab Gheddafi|Sayf al-ʿArab al-Qadhdhāfī]], studia a [[Monaco di Baviera]] presso la Technische Universität (dove nel 2008 si narra che la polizia tedesca gli sequestra l'automobile a seguito di gravi infrazioni). Nel [[2011]], viene nominato a capo di alcune milizie dell'esercito libico durante le ribellioni e il 2 ottobre dello stesso anno perde la vita nel corso di un raid della [[NATO]].
Riga 242 ⟶ 222:
Il settimo figlio è [[Khamis Gheddafi|Khamīs al-Qadhdhāfī]], molto fedele al padre, anche lui ufficiale dell'esercito libico. Si narra che a tre anni, nel [[1986]], durante il blitz americano su Tripoli a cui Gheddafi riesce a scampare, viene ferito. Si laurea prima presso l'accademia militare di Tripoli, ottenendo un [[diploma]] in ''arte e scienza militare'', in seguito all'Accademia Militare di Mosca e all'Accademia di Stato Maggiore dell'Accademia delle Forze Armate della Federazione Russa. Dall'aprile 2010 si iscrive ad un master in economia presso la ''IE Business School'' di [[Madrid]], venendone però successivamente espulso nel marzo 2011 a causa dei "suoi collegamenti agli attacchi contro la popolazione libica". La guerra civile libica infatti, durante la quale viene soprannominato "Muʿammar il giovane" dai propri miliziani e "macellaio" dai rivoltosi di Bengasi, lo vede al comando delle brigate che sparano per reprimere le prime rivolte scoppiate il 17 febbraio in [[Cirenaica]]. Viene più volte dato per morto, ma al 12 aprile [[2013]], data in cui ha guidato un commando all'atto di un commissariato, risulta essere ancora latitante.
Unica figlia, prediletta dal padre, è [[Aisha Gheddafi|ʿĀʾisha al-Qadhdhāfī]], un'[[avvocatessa]] che ha difeso, tra gli altri, [[Saddam Hussein|Ṣaddām Ḥusayn]] e il [[giornalista]] iracheno [[Muntazar al-Zaydi]]. Dopo essere fuggita in [[Algeria]], al [[2015]] risulta essere rifugiata in [[Oman]] insieme alla madre, al fratello [[Hannibal Gheddafi|Hānnībāl]]
Gheddafi ha adottato anche due bambini, Hanna e Milad. Hanna, data per uccisa durante il
Hanna risulterebbe essere fuggita anch'essa in [[Algeria]] il 30 agosto 2011, attraversando il confine a [[Gadames]] con alcune [[Mercedes Benz]] blindate, e da lì in [[Oman]], insieme alla madre
== Nella cultura di massa<ref name=":2">History, Sky 407: "L'evoluzione del male: il colonnello Gheddafi</ref> ==
Nel corso della sua carriera politica Gheddafi si è auto attribuito numerosi appellativi allo scopo di magnificare la sua statura come figura simbolo dell'[[Islam]] e delle popolazioni musulmane e africane. Tra questi:
* [[Imam]] di tutti i [[Musulmano|musulmani]]
* Decano dei governanti [[arabi]]
Riga 258 ⟶ 239:
== Rapporto con le donne e con il sesso ==
Gheddafi formò una guardia personale composta esclusivamente da donne, che lo accompagnava dappertutto nel corso dei suoi numerosi viaggi internazionali. Pubblicamente si
La realtà, tuttavia, secondo alcune testimonianze fornite da ex membri della milizia femminile e da ex esponenti di spicco del regime, sarebbe stata molto differente. Tali testimonianze avrebbero portato alla luce il fatto che quel corpo speciale fosse soprattutto un [[harem]] ad uso personale del Colonnello, del quale avrebbero fatto parte anche alcune giovani donne rapite e strappate per anni alle proprie famiglie. Le ragazze avrebbero subito soventi pestaggi e stupri, e sarebbero state obbligate a partecipare a sessioni di sesso estremo e di gruppo. Sarebbero state spinte e costrette a fumare, a bere alcolici e a sniffare [[cocaina]], e sarebbero state tenute prigioniere in una sorta di bunker a [[Bāb al-ʿAzīziyya|Bab-el-Aziza]] in attesa di essere chiamate a soddisfare gli appetiti sessuali del loro leader. Talvolta, Gheddafi avrebbe usato le sue soldatesse, anche minorenni, per sedurre e poi ricattare potenti diplomatici esteri allo scopo di poterli manovrare. Qualunque congiunto delle giovani vittime avesse osato ribellarsi al destino delle proprie familiari sarebbe stato eliminato, anche in modo brutale.<ref name=":2" /><ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/esteri/2011/08/28/news/stupri_libia_amazzoni-20980520/|titolo=Ricatti, violenze e abusi sessuali. L'inferno nascosto delle amazzoni |autore=Pietro Del Re |data=28 agosto 2011|accesso=3 dicembre 2018|editore=GEDI Gruppo Editoriale S.p.A. |sito=repubblica.it|urlmorto=no |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20180915002339/https://www.repubblica.it/esteri/2011/08/28/news/stupri_libia_amazzoni-20980520/ }}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.corriere.it/sette/12_novembre_07/2012-45-bossi-fedrigotti-gheddafi_818a92c2-28f1-11e2-9e66-88ac4e174519.shtml|titolo=Così Gheddafi violentava le sue amazzoni|autore=Isabella Bossi Fedrigotti|data=9 novembre 2012|accesso=3 dicembre 2018|editore=RCS MediaGroup S.p.A. |sito=corriere.it |urlmorto=no |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20180915002048/https://www.corriere.it/sette/12_novembre_07/2012-45-bossi-fedrigotti-gheddafi_818a92c2-28f1-11e2-9e66-88ac4e174519.shtml}}</ref>
Sempre secondo tali testimonianze
Infine, sempre secondo queste testimonianze, tra le prede sessuali di Gheddafi vi sarebbero state, oltre alle giovani studentesse, anche modelle, hostess, infermiere, impiegate e donne sposate. In più circostanze, allo scopo di umiliarne i mariti per fini politici,
== La situazione della Libia dopo la caduta del regime ==
{{vedi anche|Seconda guerra civile in Libia}} {{aggiornare|arg=politica|commento=gli avvenimenti trattati sono fermi alla situazione del 2015}}
Dopo l'uccisione di Gheddafi e la conseguente caduta del suo
Dal canto loro, le potenze occidentali che hanno rivestito un ruolo fondamentale nel determinare la caduta del regime ([[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] e [[Francia]] in primis) si sono rivelate incapaci tanto di prevedere le potenziali conseguenze disastrose del loro intervento armato, quanto di garantire che le lotte intestine tra opposte fazioni e l'escalation dei gruppi ''jihadisti'' potessero cessare.<ref name=":0" /><ref name=":1" /><ref>{{Cita web|url=http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-03-20/coalizione-anti-gheddafi-ecco-194526.shtml|titolo=Coalizione anti Gheddafi, ecco le forze in campo paese per paese|data=20 marzo 2011 |editore= Il Sole 24 Ore|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180303225444/http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-03-20/coalizione-anti-gheddafi-ecco-194526.shtml|accesso=2 dicembre 2018}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.ilgiornale.it/news/politica/mio-pi-grande-errore-non-avevo-piano-libia-1244534.html|titolo=Ora Obama ammette: "Il mio più grande errore? Non avevo un piano in Libia"|autore=Sergio Rame|data=10 aprile 2016|editore=Il Giornale On Line|sito=ilgiornale.it |accesso=2 dicembre 2018 |urlmorto=no |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181121020723/http://www.ilgiornale.it/news/politica/mio-pi-grande-errore-non-avevo-piano-libia-1244534.html}}</ref>
La realtà del Paese, a pochi anni di distanza dalla caduta del regime di Gheddafi, vede la contemporanea e parallela presenza di due governi (uno con sede a Tripoli, riconosciuto dalla comunità internazionale) e l'altro con sede a Benghasi)), di oltre 200 milizie armate e di gruppi ''jihadisti'' tra cui lo Stato Islamico.<ref>{{Cita web|url=http://www.huffingtonpost.it/2015/02/20/libia-isis_n_6721170.html|titolo=Libia: due governi, due parlamenti, 140 tribù, 230 milizie (oltre l'Isis). Fotografia di un rebus inestricabile per l'Onu|autore=Umberto De Giovannangeli|editore=HuffingtonPost Italia s.r.l.|data=20 febbraio 2015|accesso=2 dicembre 2018|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180304054848/http://www.huffingtonpost.it/2015/02/20/libia-isis_n_6721170.html}}</ref> Il parlamento si è dovuto inizialmente trasferire, nell'agosto del 2014, per ragioni di sicurezza in [[Cirenaica]].
La situazione drammatica in cui versa la Libia, tra lacerazioni interne, instabilità, guerre, guerriglie, gruppi ''jihadisti'', milizie armate, Stato Islamico, povertà, persecuzioni, porta con sé anche un ulteriore risvolto con cui gli Stati europei, con l'[[Italia]] in prima fila, stanno facendo i conti. In assenza di un solido governo centrale che assicuri il controllo del territorio, i flussi migratori che attraversano il paese sono degenerati in un vero e proprio traffico di esseri umani e in un'escalation di approdi clandestini sulle coste europee che si sono rivelati difficili da contenere e regolarizzare.<ref>{{Cita web|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02/13/libia-giudici-amministrativi-verso-bocciatura-del-protocollo-di-intesa-con-litalia-sarraj-destinato-a-uscire-di-scena/3387630/|titolo=Libia, giudici amministrativi verso bocciatura del protocollo di intesa con l’Italia. Sarraj destinato a uscire di scena|autore=Eleonora Lavaggi|data=13 febbraio 2017|editore=Il Fatto Quotidiano|urlmorto=no |accesso=2 dicembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180620102054/https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02/13/libia-giudici-amministrativi-verso-bocciatura-del-protocollo-di-intesa-con-litalia-sarraj-destinato-a-uscire-di-scena/3387630/}}</ref> I flussi di migranti sono gestiti da trafficanti con pochi scrupoli, parte di vere e proprie organizzazioni criminali a volte legate allo Stato Islamico o ad altri gruppi islamisti, che considerano il traffico di esseri umani come uno dei business maggiormente remunerativi (ancor più dei rapimenti a scopo estorsivo) per finanziare le loro attività propagandistiche, terroristiche e militari.<ref>{{Cita web|url=http://www.ilpost.it/2015/04/27/traffico-migranti-scafisti-mediterraneo/|titolo=Il traffico di migranti, raccontato dagli scafisti |data=27 aprile 2015|editore=Il Post|urlmorto=no |accesso=2 dicembre 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180620001021/http://www.ilpost.it/2015/04/27/traffico-migranti-scafisti-mediterraneo/}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.lastampa.it/2016/08/04/italia/cronache/uomini-dellisis-dietro-i-flussi-dei-migranti-dalla-libia-IzihUagr92IqBfUZkLEoNI/pagina.html|titolo=“Uomini dell’Isis dietro i flussi dei migranti dalla Libia”|autore=Francesco Grignetti|data=4 agosto 2016|editore=GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.|sito=lastampa.it|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180303225519/http://www.lastampa.it/2016/08/04/italia/cronache/uomini-dellisis-dietro-i-flussi-dei-migranti-dalla-libia-IzihUagr92IqBfUZkLEoNI/pagina.html |accesso=2 dicembre 2018}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Loretta Napoleoni|titolo=ISIS. Lo Stato del terrore|anno=2014|editore=La Feltrinelli|città=}}</ref>
== Opere ==
Riga 294 ⟶ 273:
|collegamento_onorificenza=Ordine della Repubblica (Libia)
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
Riga 301 ⟶ 279:
|collegamento_onorificenza=Ordine del Coraggio (Libia)
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
Riga 308 ⟶ 285:
|collegamento_onorificenza=Ordine del Jihad
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
Riga 315 ⟶ 291:
|collegamento_onorificenza=Ordine del Grande Conquistatore
|motivazione=
}}
=== Onorificenze straniere ===
{{Onorificenze
|immagine =
|nome_onorificenza =
|collegamento_onorificenza =
|motivazione =
|luogo =
}}
{{Onorificenze
|immagine =
|nome_onorificenza =
|collegamento_onorificenza = Ordine
|motivazione =
|
}}
{{Onorificenze
|immagine = TCH Rad Bileho Lva 1 tridy (pre1990) BAR.svg
|nome_onorificenza =
|collegamento_onorificenza = Ordine
|motivazione =
|data = 1982
}}
{{Onorificenze
|immagine =
|nome_onorificenza =
|collegamento_onorificenza = Ordine
|motivazione =
|data = 1997
}}
{{Onorificenze
|immagine =
|nome_onorificenza =
|collegamento_onorificenza = Ordine
|motivazione =
|data = 1992
}}
{{Onorificenze
|immagine =
|nome_onorificenza =
|collegamento_onorificenza =
|motivazione =
|data = 2006
}}{{Onorificenze
|immagine = GAM Order of the Republic of the Gambia ribbon.svg
|nome_onorificenza = Gran Commendatore dell'Ordine della Repubblica di Gambia (Gambia)
|collegamento_onorificenza = Ordine della Repubblica di Gambia
|motivazione =
|data = 2009
}}
{{Onorificenze
|immagine =
|nome_onorificenza =
|collegamento_onorificenza =
|motivazione =
|luogo = [[Roma]], 10 giugno [[2009]]
}}{{Onorificenze
|immagine = Order of the Yugoslavian Great Star Rib.png
|nome_onorificenza = Cavaliere di grande stella dell'Ordine della grande stella di Jugoslavia (Jugoslavia)
|collegamento_onorificenza = Ordine della grande stella di Iugoslavia
|motivazione =
|luogo = [[Belgrado]], 27 ottobre [[1999]]
}}
{{Onorificenze
|immagine
|nome_onorificenza =
|collegamento_onorificenza = Ordine nazionale del
|motivazione =
|data = 1998
}}{{Onorificenze
|immagine = MLT Xirka Gieh ir-Repubblika BAR.svg
|nome_onorificenza = Membro Onorario del Xirka Ġieħ ir-Repubblika (Malta)
|collegamento_onorificenza = Xirka Ġieħ ir-Repubblika
|motivazione =
|luogo = 5 dicembre [[1975]], revocata
}}
{{Onorificenze
|immagine
|nome_onorificenza =
|collegamento_onorificenza = Ordine
|motivazione =
|data = 8 febbraio 2004
}}{{Onorificenze
|immagine = MRT Grand Cross Order of National Merit.png
|nome_onorificenza = Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Nazionale al Merito (Mauritania)
|collegamento_onorificenza = Ordine Nazionale al Merito (Mauritania)
|motivazione =
}}{{Onorificenze
|immagine = National Order - Grand Cross (Niger) - ribbon bar.png
|nome_onorificenza = Cavaliere di gran croce dell'Ordine nazionale del Niger
|collegamento_onorificenza = Ordine Nazionale del Niger
|motivazione =
|data = 1986
}}{{Onorificenze
|immagine = Ord.Rep.Nigeria.png
|nome_onorificenza = Gran Commendatore dell'Ordine della Repubblica Federale di Nigeria
|collegamento_onorificenza = Ordine della Repubblica Federale di Nigeria
|motivazione =
|data = 1982
}}
{{Onorificenze
|immagine =
|nome_onorificenza =
|collegamento_onorificenza
|motivazione =
|luogo =
}}{{Onorificenze
|immagine = POL Order Zaslugi PRL kl1 BAR.png
|nome_onorificenza = Gran Cordone dell'Ordine al Merito della Repubblica di Polonia (Polonia)
|collegamento_onorificenza = Ordine al Merito della Repubblica di Polonia
|motivazione =
|data = 1978
}}
{{Onorificenze
|immagine = ROU Order of the Star of Romania 1999 GCross BAR.svg
|nome_onorificenza =
|collegamento_onorificenza = Ordine della Stella di Romania
|motivazione =
|luogo
}}{{Onorificenze
|immagine = Orden of Friendship.png
|nome_onorificenza = Medaglia dell'Ordine dell'Amicizia (Russia)
|collegamento_onorificenza = Ordine dell'Amicizia
|motivazione =
|data = 2008
}}{{Onorificenze
|immagine = Order Of Ummayad (Syria) - ribbon bar.gif
|nome_onorificenza = Membro di I Classe dell'Ordine degli Omayyadi (Siria)
|collegamento_onorificenza = Ordine degli Omayyadi
|motivazione =
|data = 1971
}}
{{Onorificenze
|immagine = Ord.GoodHope-ribbon.gif
|nome_onorificenza =
|collegamento_onorificenza = Ordine della Buona Speranza
|motivazione =
|luogo = [[Zawara]], 28 ottobre [[1997]]<ref>{{Cita web |url=http://www.v1.sahistory.org.za/pages/artsmediaculture/culture%20%26%20heritage/national-orders/1997.htm |titolo=Elenco dei premiati dell'anno 1997. |accesso=14 novembre 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150118121247/http://www.v1.sahistory.org.za/pages/artsmediaculture/culture%20%26%20heritage/national-orders/1997.htm |urlmorto=sì }}</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine = Ukraine-republic007.png
|nome_onorificenza =
|collegamento_onorificenza = Ordine di Jaroslav il Saggio
|motivazione =
|data = 2003
}}
{{Onorificenze
|immagine = Order of Bohdan Khmelnytsky 1st Class of Ukraine.png
|nome_onorificenza = Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di Bogdan Chmel'nyc'kyj (Ucraina)
|collegamento_onorificenza = Ordine di Bogdan Chmel'nyc'kyj
|motivazione =
|data = 2008
}}
{{Onorificenze
|immagine = Kagera River Medal (Uganda) - ribbon bar.png
|nome_onorificenza = Medaglia del fiume Kagera (Uganda)
|collegamento_onorificenza = Medaglia del fiume Kagera
|motivazione =
|data = 2004
}}
{{Onorificenze
|immagine =
|nome_onorificenza = Medaglia dell'Africa (Unione africana)
|collegamento_onorificenza =
|motivazione =
|data = 14 febbraio 2009
}}{{Onorificenze
|immagine = Order of 7th November 1987.gif
|nome_onorificenza = Gran Collare dell'Ordine del 7 novembre 1987 (Tunisia)
|collegamento_onorificenza = Ordine del 7 novembre 1987
|motivazione =
|data = 2008
}}{{Onorificenze
|immagine =
|nome_onorificenza = Medaglia d'Onore Speciale dell'Observatoire du Sahara et du Sahel (Tunisia)
|collegamento_onorificenza = Observatoire du Sahara et du Sahel
|motivazione = Per il suo impegno per lo sviluppo sostenibile in Africa
|luogo = [[Tripoli]], 31 marzo [[2008]]
}}
{{Onorificenze
|immagine = VEN Order of the Liberator - Grand Cordon BAR.png
|nome_onorificenza = Gran Collare dell'Ordine del Liberatore (Venezuela)
|collegamento_onorificenza = Ordine del Liberatore
|motivazione =
|luogo = [[Isola Margarita]], 28 settembre [[2009]]
}}
{{Onorificenze
|immagine = Friendship Order ribbon bar.svg
|nome_onorificenza = Medaglia
|collegamento_onorificenza =
|motivazione =
|data = 2008
}}{{Onorificenze
|immagine = Ribbon bar of the National Order of the Leopard (Zaire).svg
|nome_onorificenza = Gran Cordone dell'Ordine Nazionale del Leopardo (Zaire)
|collegamento_onorificenza = Ordine Nazionale del Leopardo
|motivazione =
|data = 1987
}}
Riga 422 ⟶ 496:
== Voci correlate ==
* [[Guardia Amazzone]]
* [[Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista]]
* [[Libia]]
Riga 430 ⟶ 505:
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [https://web.archive.org/web/20050404104200/http://slate.msn.com/id/2111135/ "Meeting Muammar"] di Vivienne Walt, 16 dicembre 2004
* {{cita web|url=http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=129|titolo=L'Islam moderato sono io, Giovanni Minoli intervista Gheddafi - english subtitled|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060523175729/http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=129
* {{cita web | 1 = http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200910articoli/48085girata.asp | 2 = "Gheddafi ha origini ebraiche" | accesso = 9 ottobre 2009 | dataarchivio = 11 ottobre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20091011062357/http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200910articoli/48085girata.asp | urlmorto = sì }}
* {{cita web|http://www.queryonline.it/2011/03/18/gheddafi-figlio-segreto-dell%E2%80%99aviatore-preziosi/|Gheddafi figlio segreto dell'aviatore Preziosi?}}
* [https://web.archive.org/web/20111023133609/http://www.ilmediterraneo.it/it/il-personaggio/gheddafi-biografia "Gheddafi:uno stravagante al potere"] de "ilmediterraneo.it", 18 luglio 2011
Riga 485 ⟶ 561:
[[Categoria:Assassinati con arma da fuoco|Gheddafi]]
[[Categoria:Socialisti arabi]]
[[Categoria:Ordine dell'Amicizia]]
|