Bernardo Antonio Vittone: differenze tra le versioni
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{{Bio
|Nome = Bernardo Antonio
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In giovane età rimase orfano del padre e crebbe con il fratello Filiberto Matteo, [[canonico]] del [[Duomo di Torino]], il quale gli diede, seguendo le volontà testamentarie paterne, un'accurata educazione. La casa torinese dei Vittone, con la bottega di tessuti, prospettava su [[Piazza delle Erbe (Torino)|Piazza delle Erbe]], dal lato settentrionale, con un portico di origini medioevali.<ref>Sarà demolita con la realizzazione della nuova piazza avanti il Municipio torinese, ad opera di [[Benedetto Alfieri]], nella seconda metà del Settecento).</ref>
Il fratello canonico e probabilmente lo zio materno, l'architetto [[Gian Giacomo Planteri|Giovanni Giacomo Plantery]] ([[Sindaco di Torino]] nel [[1726]] e nel [[1751]]), si occuparono della sua formazione, iniziandolo allo studio dell'[[architettura]]. Fu probabilmente il fratello canonico a presentare Bernardo all'architetto [[Filippo Juvarra]], verso la metà degli anni venti. Il debito dell'architetto torinese nei confronti
Recuperato nel settembre 1731 l'intero asse ereditario della sua famiglia, un mese dopo fu a Roma per partecipare al Concorso Clementino indetto dall'[[Accademia nazionale di San Luca]] per il 1732. Il tema, una città in mezzo al mare, venne affrontato dall'architetto con grande abilità; il risultato gli valse il primo premio, l'ingresso quale Accademico di merito all'Accademia
Durante il soggiorno romano ebbe modo di studiare dove ebbe agio di studiare le opere antiche e quelle dei grandi maestri del Barocco, Bernini e Borromini.
A Roma Vittone partecipò con un progetto al concorso per la facciata della [[basilica di San Giovanni in Laterano]], eseguì il disegno di un [[tempio]] dedicato a [[Mosè]], e realizzò numerose copie da disegni originali di [[Carlo Fontana]] posseduti dal cardinale [[Alessandro Albani]]. Tali disegni, assieme all'esperienza juvarriana, costituirono gli elementi fondamentali della sua formazione.▼
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Ripartito per il Piemonte nella primavera del 1733 con una tappa a [[Firenze]], riprese negli anni successivi l'attività nella sua regione d'origine; operò come architetto in proprio e insegnò nel contempo Matematica ed Architettura Civile presso il [[Collegio delle Province]], il cui palazzo torinese fu innalzato da lui stesso (1736 e segg.).▼
Ripartì per il Piemonte nella primavera del 1733 con una tappa a [[Firenze]].
Alla morte di Juvarra alcuni suoi cantieri furono portati avanti da Vittone ([[Chiesa di Sant'Andrea (Chieri)|Sant'Andrea a Chieri]]), in totale autonomia progettuale. Anche taluni committenti di Juvarra, come i conti [[Roero di Guarene]] e [[Solaro di Govone]], furono successivamente in rapporti con Vittone.▼
Nel 1738 entrò nel suo studio come allievo il dotato [[Giovanni Battista Borra]], destinato ad una luminosa carriera di archeologo, disegnatore e architetto, tra [[Medio Oriente]], Inghilterra e Piemonte. Negli stessi anni Vittone si avvalse di altri collaboratori, tra i quali spicca l'architetto carignanese [[Giovanni Battista Galletto]], curiosa figura di erudito, esperto di scienze cabalistiche, al limite dell'[[esoterismo|esoterico]], autore del saggio finale delle vittoniane "Istruzioni diverse"(1766).▼
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Vittone fu autore di edifici sacri e di servizio (ospizi, collegi, ospedali, riplasmazione del palazzo dell'Università di Torino, il non realizzato Complesso diocesano di Pinerolo), ma è noto soprattutto per le sue celebri chiese, in particolare quelle a pianta centrale, di grande, incontenibile inventiva, dove la luce gioca un ruolo essenziale nell'animare quasi magicamente le strutture interne. In alcuni casi ([[Santuario del Valinotto]], [[Chiesa di San Bernardino (Chieri)|San Bernardino]] a Chieri, [[Chiesa di Santa Chiara (Bra)|Santa Chiara]] a [[Bra]],) il flusso luminoso, filtrato dalle aperture, è frutto di un'immagine simbolica (il Nome di Gesù raggiante, ad es., in San Bernardino). A Bra il Vittone progetterà anche parte del palazzo municipale (1732)▼
▲Alla morte di Juvarra alcuni suoi cantieri,
A partire dal 1750 circa, il suo linguaggio, dapprima segnato dalle meraviglie "alla Bernina" fatte di luci nascoste e misteriose, lasciò il passo ad una luminosità specchiata e trionfante, in sintonia con il mutamento generale del gusto verso un classicismo alla francese presente in misura senz'altro più cospicua nell'architettura di [[Benedetto Alfieri]].▼
▲Nel 1738 entrò nel suo studio come allievo il dotato [[Giovanni Battista Borra]], destinato ad una luminosa carriera di archeologo, disegnatore e architetto, tra [[Medio Oriente]], Inghilterra e Piemonte. Negli stessi anni Vittone si avvalse di altri collaboratori, tra i quali spicca l'architetto carignanese [[Giovanni Battista Galletto]], curiosa figura di erudito, esperto di scienze cabalistiche, al limite dell'[[esoterismo|esoterico]], autore del saggio finale delle vittoniane
▲Vittone fu autore di
▲A partire dal 1750 circa, il suo linguaggio, dapprima segnato dalle meraviglie "alla Bernina" fatte di luci nascoste e misteriose, lasciò il passo
Lavorò principalmente in Torino e [[Provincia di Torino|provincia]], ma anche in altre zone del [[Piemonte]] sabaudo (compresa [[Nizza]]).
Negli anni ebbe anche numerosi allievi e collaboratori, come [[Tommaso Guerrino]], [[Pietro Bonvicini]], [[Mario Quarini]], [[Giacomo Maria Contini]]; ad alcuni di loro trasmise anche la vocazione alla ricerca teorica. Il giovane architetto milanese [[Marcellino Segré]], nell'atto di presentarsi a [[Giuseppe Piermarini]] per lavorare alla [[villa Reale di Monza]], vantò tra i suoi titoli di merito l'apprendistato con Vittone.▼
▲Negli anni ebbe
Secondariamente, ebbe una parallela attività di prestatore di denaro ad interesse, concentrata soprattutto negli anni sessanta, spalleggiato in questo dal fido notaio torinese Malacria e dal suo procuratore per i beni e gli affari chieresi notaio Ottavio Talpone. In questi anni (1763-1770) Vittone ha abitazione e studio in un casino posto all'interno del palazzo dei marchesi [[Ferrero d'Ormea]], a Torino.▼
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Il 19 ottobre 1770, in un momento di grande attività dello studio, l'architetto
== I disegni ==
L'archivio dei disegni di Vittone fu disperso negli anni successivi alla morte. Una parte fu probabilmente comperata dall'architetto [[Andrea Cattaneo (architetto)|Andrea Cattaneo]] e passò alla sua morte nelle mani di [[Pelagio Palagi]] (oggi alla Biblioteca dell'[[Archiginnasio di Bologna]]). Altri disegni della serie appartenuta a Cattaneo finirono a [[Parigi]] agli inizi del [[XX secolo|Novecento]] e sono oggi raccolti in due album al ''Musée des Arts Décoratifs'' (decurtati dei disegni di mano di Cattaneo finiti in altre serie). Una terza raccolta è presente
Le sue copie da disegni di [[Carlo Fontana]] sono importanti anche per la ricostruzione dell'archivio dei disegni di Fontana stesso, come dimostrano gli studi a questo riguardo di [[Hellmut Hager]].
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==Progetti==
===Edifici religiosi===
[[File:
* Altare della cappella "del Crocifisso" nella [[Chiesa dell'Immacolata Concezione (Torino, Centro)|Chiesa dell'Immacolata Concezione a Torino]]
* [[Alba (comune italiano)#Chiesa di Santa Maria Maddalena|Chiesa per le monache di Santa Maria Maddalena]] di [[Alba (
* [[Chiesa di San Giovanni Vincenzo]] a [[Sant'Ambrogio di Torino]] ([[1763]])▼
▲* [[Chiesa per le monache di Santa Maria Maddalena]] di [[Alba (Italia)|Alba]] ([[1730]]-[[1735]])
* Chiesa Parrocchiale di Santa Maria della Neve a [[Pecetto Torinese]] ([[1730]])
* Altar maggiore della parrocchiale a [[Govone]] ([[1735]])
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* [[Santuario del Valinotto]] a [[Carignano]] ([[1738]]-[[1739]])
* Coro e sacrestia della [[Madonna degli Angeli]], a [[Chivasso]] ([[1740]]-[[1745]])
* [[Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio (Cambiano)|Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio]] a [[Cambiano]] - Facciata ([[1740]]-[[1741]])
* Cupola della [[Chiesa dei Santi Bernardino e Rocco]], in Piazza Cavour, a [[Chieri]] ([[1740]]-[[1742]])
* [[Chiesa di Santa Maria Maddalena (Foglizzo)|Chiesa parrocchiale di
* Chiesa dei Santi Marco e Leonardo nell'antica Piazza d'Armi (oggi [[Piazza Vittorio Veneto (Torino)|Piazza Vittorio Veneto]]) di [[Torino]] ([[1741]]-[[1742]], poi demolita nel [[1810]])
* Chiesa di San Gaetano (ora [[Cappella della Misericordia (Nizza)|Cappella della Misericordia]]) e convento dei Teatini a [[Nizza
* Arredamento per la sacrestia ([[1738]]) e altare della cappella del Beato [[Vincenzo de' Paoli]] ([[1742]]), dentro la
* Chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore a [[Racconigi]], completamenti interni ([[1741]]-[[1770]])
* Chiesa di Santa Chiara, a [[Bra]] ([[1742]])
* strutture annesse alla sacrestia della [[Chiesa della Misericordia (Torino)|Chiesa di San Giovanni Decollato e della Misericordia]], a Torino ([[1742]])
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* Organo e refettorio della [[chiesa di Sant'Andrea (Chieri)|Chiesa di Sant'Andrea]], a [[Chieri]] ([[1743]])
* Icona, baldacchino e altare maggiore della [[Chiesa della Santissima Annunziata (Torino)|Chiesa dell'Annunziata]], [[Torino]] ([[1743]]-[[1745]])
* Ospizio di Carità di [[Carignano]] (1744-1760)▼
* Tribune e sacrestia della chiesa dell'Annunziata, a Torino ([[1745]])
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* Coro e sacrestia della chiesa di San Rocco, a [[Pinerolo]] (1745)
* Completamento del [[Seminario di
* Progetto e costruzione del presbiterio ([[1747]]) e dell'aula (1748) della [[chiesa di Santa Maria di Piazza (Torino)|chiesa di Santa Maria di Piazza]], a Torino
* Altare centrale del [[Santuario di Sant'Ignazio]] a [[Lanzo Torinese]], con statue di [[Ignazio Perucca]], [[1748]]
* Ricostruzione della chiesa e del [[Monastero di Santa Maria Maddalena]], a [[Mondovì]] (1749-1755)
* Cupola, decorazioni e campanile della
* Completamento dell'altare maggiore del [[Santuario della Madonna degli Angeli (Cuneo)|
* Cupola della Chiesa Parrocchiale di San Germano, a [[San Germano Vercellese]] ([[1750]])
* [[Chiesa di Santa Maria Assunta (Grignasco)|Chiesa di Santa Maria Assunta]] a [[Grignasco]] ([[1750]])
* [[Chiesa di Santa Maria di Piazza (Torino)|Chiesa di Santa Maria di Piazza]], a Torino ([[1751]]-[[1754]])
* Facciata della [[Chiesa di San Giorgio (Chieri)|Chiesa di San Giorgio]], a [[Chieri]] ([[1752]])
*
* [[Altare maggiore|Altar maggiore]] della [[chiesa di San Rocco (Torino)|chiesa di San Rocco]], a Torino (1755)
* Chiesa di Santa Chiara, a [[Vercelli]] ([[1754]]-[[1757]])
* [[Rivarolo Canavese#Chiesa di San Michele Arcangelo|Chiesa di San Michele Arcangelo]] a [[Rivarolo Canavese]] (progetto del [[1758]], cupola realizzata con la collaborazione di [[Giovanni Battista Borra]], l'edificio è stato portato a termine dall'architetto [[P. Bonvicino|Pietro Bonvicini]] dopo la morte di Vittone). * [[
* Progetto della [[Chiesa del Santissimo Salvatore (Borgomasino)|Parrocchiale del Santissimo Salvatore]] a [[Borgomasino]] (1760)
*
* Ampliamento della [[Montanaro#Monumenti e luoghi d'interesse|chiesa di San Nicola e dell'Assunta]], a [[Montanaro]] ([[1758]]-[[1764]])
* Ampliamento dell'[[abside]] della [[Cattedrale di Santa Maria Assunta (Asti)|Cattedrale di Santa Maria Assunta e di San Gottardo]] a [[Asti]] ([[1764]])
*
* Rifacimento della Chiesa dell'[[Abbazia di Fruttuaria]] a [[San Benigno Canavese]] ([[1770]]), insieme a [[Mario Ludovico Quarini]].
* Cappella dedicata a San Luigi Gonzaga, nel cimitero in frazione Corteranzo di [[Murisengo]] (provincia di Alessandria|AL) ([[1770]])
*[[Cappella Anselmetti]], a Torino
===Edifici civili===
* [[Palazzo del Collegio delle Province]] a Torino in [[Piazza Carlo Emanuele II|Piazza Carlina]] ([[1737]]).
* [[Villa Giriodi di Monastero]] a [[Costigliole Saluzzo]] ([[1740]]).
*
*
▲* Ospizio di Carità di [[Carignano]] (1744-1760)
* [[Palazzo
* Orfanotrofio femminile di [[Chieri]] ([[1744]])
* Il ''[[Teatro anatomico]]'' per l'[[ospedale di San Giovanni Battista]] di Torino ([[1757]]). Quest'opera andò distrutta.
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==Scritti==
*
* ''[[Istruzioni elementari
* ''Istruzioni diverse
== Note ==
<references/>
==Bibliografia==
''- Il voluttuoso genio dell'occhio. Nuovi studi su Bernardo Antonio Vittone'', a cura di Walter Canavesio, Torino, SPABA, 2005 (con ampia bibliografia alle pp. 229–239).▼
* Eugenio Olivero, ''Le opere di Bernardo Antonio Vittone architetto piemontese del secolo 18.,'' Torino, Tipografia del Collegio degli Artigianelli, 1920, 130 p., XLIII p. di tav.
- Rita Binaghi, ''Bernardo Vittone "allievo di Matematica" e la didattica dell'architettura nella settecentesca Università degli Studi di Torino'', in Quaderni dell'Istituto di Storia dell'Architettura, n. 65, Roma 2016, pp. 79-92.▼
* ''Bernardo Vittone e la disputa fra classicismo e barocco nel Settecento: atti del Convegno internazionale promosso dall'Accademia delle scienze di Torino nella ricorrenza del secondo centenario della morte di B. Vittone: 21-24 settembre 1970'', Torino, Accademia delle scienze, 1972, 2 voll.
▲* ''
▲
* Walter Canavesio, ''Bernardo Vittone fra studi recenti e nuove aperture'', in "Studi piemontesi", n. 1, giugno 2018, pp. 25-40.
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