Corrado IV di Svevia: differenze tra le versioni
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{{Monarca
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|immagine = Couronnement de Conrad IV.jpg
|legenda = Miniatura di Richard de Montbaston raffigurante l'incoronazione di Corrado IV, [[1337]]
|stemma = Attributed Coat of Arms of Conrad IV, King of Germany (according to Matthew Paris).svg
|inizio regno = 13 dicembre [[1250]]
|
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|altrititoli = *[[Re d'Italia#Staufen o Hoenstaufen di Svevia|Re d'Italia]]
*[[Conti di Matera|Conte di Matera]]
*[[Principe di Taranto]]
*[[Conte di Caserta]]
*[[Conte di Acerra]] (1253)
|predecessore = [[Federico II di Svevia|Federico II]]
|successore = [[Guglielmo II d'Olanda]] (Re durante il ''[[Grande Interregno]]'')
|titolo1
|sottotitolo1 = come '''Corrado I'''
|inizio regno1 = 13 dicembre [[1250]]
|fine regno1 = 21 maggio [[1254]]
|predecessore1 = [[Federico II di Svevia|Federico II]]
|successore1 = [[Corradino di Svevia|Corradino]]
|titolo2
|sottotitolo2 = come '''Corrado II'''
|inizio regno2 = 5 maggio [[1228]]
|fine regno2 = 21 maggio [[1254]]
|predecessore2 = [[Jolanda di Brienne]]
|successore2
|consorte = [[Elisabetta di Wittelsbach (1227-1273)|Elisabetta di Baviera]]
|figli = [[Corradino di Svevia]]<br/>Corradino (illegittimo)
|dinastia = [[Hohenstaufen]]
|padre = [[Federico II di Svevia|Federico II]]
|madre = [[Jolanda di Brienne]]
|data di nascita = 25 aprile [[1228]]
|luogo di nascita = [[Andria]]
|data di morte = {{Calcola età3|1254|5|21|1228|4|25}}
|luogo di morte = [[Lavello (Italia)|Lavello]]
|religione = [[Chiesa cattolica|Cattolicesimo]]
|sepoltura = [[Duomo di Messina]]|
}}
{{Bio
|Nome = Corrado IV
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|AnnoMorte = 1254
|Attività = sovrano
|Nazionalità = tedesco
|FineIncipit = era figlio dell'[[Sacro romano imperatore|imperatore]] [[Federico II di Svevia]] e della sua seconda moglie [[Jolanda di Brienne]], regina di Gerusalemme, unico figlio maschio nato da questo matrimonio
|Categorie = no
== Biografia ==
Corrado fu l'unico figlio maschio nato dal matrimonio di Federico II con [[Jolanda di Brienne]], [[re di Gerusalemme|regina di Gerusalemme]]. La madre, diciassettenne, morì dieci giorni dopo averlo partorito, ad [[Andria]]. Corrado quindi ereditò neonato il titolo di [[re di Gerusalemme]] dalla madre e il padre Federico utilizzò la circostanza per assumere questo titolo nel [[1229]], in occasione della [[sesta crociata]]. Corrado visse in [[Italia]] fino al [[1235]], anno nel quale per la prima volta si recò in [[Germania]] col padre: dopo la rivolta e la deposizione del suo fratellastro maggiore [[Enrico VII di
=== L'elezione a ''rex Romanorum'' ===
Corrado venne poi eletto re quando aveva nove anni, nel febbraio [[1237]], durante una dieta a [[Vienna]]. L'elezione, che tuttavia non venne riconosciuta dal [[papa Gregorio IX]], comprendeva non solo la nomina a re, ma anche la successione sul trono imperiale, secondo la formula ''"in Romanorum regem et in futurum imperatorem nostrum post obitum patris habendum"''. Nel giugno dello stesso anno l'elezione di Corrado fu confermata durante un'assemblea riunitasi a [[Spira (Germania)|Spira]], ma, a differenza del fratello Enrico, Corrado non fu incoronato.
Mentre Federico, dopo l'elezione, si concentrò nuovamente sulla sua lotta contro il [[papato]] e i comuni italiani, il giovane Corrado rimase quasi sempre in Germania<ref>Si segnala solo la presenza di Corrado nell'assedio di [[Brescia]] del [[1238]], concluso con un insuccesso per gli imperiali</ref>, con il compito di rappresentare il padre: al fianco di Corrado, almeno fino al 1241, in qualità di procuratore imperiale, fu il vescovo [[Sigfrido III di Eppstein|Sigfrido III di Magonza]], coadiuvato da un consiglio di reggenza composto tra gli altri dai poeti [[Corrado di Winterstetten]], [[Goffredo di Hohenlohe]]; dal [[1242]] il nuovo procuratore imperiale fu il [[langravio]] [[Enrico Raspe]], affiancato da [[Venceslao I di Boemia|Venceslao]] [[re di Boemia]], entrambi vicini alla politica dell'imperatore negli anni che videro l'avvicinarsi in Europa dell'invasione [[Mongoli|mongola]].
Poi dal [[1245]] in poi, raggiunta la maggiore età, Corrado cominciò a intervenire attivamente e personalmente oltre a ricercare presso i principi sostegno alla politica paterna; questa era minacciata dalle manovre di [[papa Innocenzo IV]] e dell'arcivescovo di Colonia che avevano portato dalla loro parte numerosi principi: nel [[Concilio di Lione I|Concilio di Lione]], il papa scomunicò Federico II e dichiarò decaduto Corrado; l'anno successivo [[Enrico Raspe]], [[langravio
Il 1º settembre [[1246]], a [[Vohburg]], Corrado sposò [[Elisabetta di Wittelsbach (
A dicembre dello stesso anno moriva il padre Federico II: nel suo testamento lo nominava erede universale e suo successore sul trono imperiale, su quello di Sicilia e su quello di Gerusalemme, concedendo a [[Manfredi di Sicilia|Manfredi]] - fratellastro di Corrado - il [[
=== L'intervento in Italia ===
{{Hohenstaufen (Sicilia)}}
[[File:Wgt Stifterbüchlein 48r.jpg|left|thumb|upright|Corrado I di Sicilia]]
Nell'aprile del [[1252]] Corrado stanziò il proprio accampamento, con le sue milizie, a ponente di [[Casamassima]], in una bassura designata con il nome di Padula. Qui gli chiese udienza il nobile [[Roberto da Casamassima]], il quale gli comunicò che il padre Giovanni era stato spogliato, dall'imperatore [[Federico II di Svevia]], del proprio feudo, passato nelle mani del nobile [[Filippo Chinardi]]. Corrado, fatta esaminare anche da suoi consiglieri la validità degli argomenti presentati, graziò Roberto da Casamassima e lo reintegrò immediatamente nel suo feudo con "rescritto imperiale in forma per [[Gualtiero di Ocre]], [[Cancelliere|gran cancelliere]] del [[Regno di Sicilia]], ''sub data in Campis prope Padulam Die 20''"<ref>Avvenimento documentato da una pergamena originale conservata nell'archivio storico della Biblioteca di Bari</ref>.
Nella dieta di Foggia (febbraio 1252) Corrado stabilì nuove condizioni per procurarsi la benevolenza della popolazione e di una più ampia schiera di baroni: l'abolizione della [[Colletta (diritto)|colletta generale]]; lo spostamento dell'università dalla ribelle [[Napoli]] a [[Salerno]]; l'annullamento di concessioni demaniali a favore dei [[Lanza (famiglia)|Lancia]] (parenti di Manfredi) e persino la mancata ratifica del riconoscimento a Manfredi di feudi e della completa autorità nel [[principato di Taranto]] che pure aveva ottenuto dal testamento paterno. Nel frattempo, anche per garantire la continuità nella politica di Federico II, si circondò di consiglieri che avevano già servito l'imperatore, quali [[Pietro Ruffo]], luogotenente in Calabria e in Sicilia, [[Bertoldo di Hohenburg]], [[Federico di Antiochia]], il gran cancelliere [[Gualtiero di Ocre]], il vicario [[Oberto Pelavicino]], il camerario [[Giovanni Moro]].
Nella primavera del 1252 fallì un ultimo tentativo di riavvicinamento al papa, il quale era sempre più convinto di poter disporre dell'investitura del regno, e così Corrado ritornò all'attacco: nel [[1253]] riportò sotto il suo controllo le riottose contee di [[contea di Caserta|Caserta]] e [[contea di Acerra|Acerra]], conquistò [[Capua]] e nell'ottobre infine anche [[Napoli]].
Le cose però precipitarono nei primi mesi del [[1254]]: il papa inviava legati col compito di investire [[Edmondo Plantageneto, I conte di Lancaster|Edmondo]], figlio del re d'Inghilterra, del regno di Sicilia; inoltre scomunicava (9 aprile [[1254]]) in maniera definitiva e solenne Corrado, il quale nel frattempo diveniva sospettoso e ostile nei confronti di Manfredi, restio ad accettare la diminuzione della sua autorità sui feudi assegnatigli dal padre. Corrado, contemporaneamente rafforzava il suo controllo nei confini settentrionale del Regno, procedendo alla fondazione della nuova città denominata ''[[L'Aquila|Aquila]]''<ref>Secondo il cronista e poeta [[Buccio da Ranallo]], Corrado avrebbe realizzato la nuova fondazione d'accordo con papa Innocenzo IV, ma ciò stride con la contemporanea scomunica.</ref>. Infine riuniva tutte le truppe - sue, del fratello Manfredi e dei baroni - in un accampamento presso [[Lavello (Italia)|Lavello]] per sferrare l'attacco decisivo.
Ma il 21 maggio Corrado moriva di [[malaria]], malattia contratta già da un paio di mesi: corse voce che Manfredi avesse fatto avvelenare il fratello, ma al riguardo non ci sono prove. Fu sepolto a Messina, ma un incendio ne distrusse la tomba. Le sue ceneri furono raccolte e poste in un'urna, la quale andò persa nei bombardamenti del 1943<ref>{{Cita web|url=https://www.omceovv.it/storia_normanni/tombe.htm|titolo=I re normanni e le tombe normanne|sito=www.omceovv.it|accesso=2023-05-18}}</ref>. In occasione di dette esequie, forse a causa del numero eccessivo di ceri e candele accese accanto al [[catafalco]], si sviluppò un furioso incendio che distrusse il [[Duomo di Messina|duomo]]. Dopo la sua morte, [[Alfonso X di Castiglia]] reclamò il ducato di Svevia per diritto materno, in quanto figlio di [[Beatrice di Svevia|Elisabetta Hohenstaufen]], a sua volta figlia del duca di Svevia e re dei Romani, [[Filippo di Svevia]]; la pretesa non ebbe seguito, benché Alfonso avesse ottenuto l'appoggio di [[papa Alessandro IV]], che il 3 febbraio [[1255]], aveva scritto una lettera alla nobiltà sveva.
Il giovane imperatore lasciava il figlio [[Corradino di Svevia|Corradino]], ancora bambino e rimasto in [[Germania]], sotto la tutela del papa, mentre fu nominato governatore del regno di Sicilia il marchese [[Bertoldo di Hohenburg]]; in realtà [[Manfredi di Sicilia|Manfredi]] proseguì la reggenza senza contrarietà.
== L'eredità culturale ==
Non sappiamo se Corrado avesse le brillanti doti che il padre Federico, lo ''stupor mundi'', manifestò in vita. Comunque anche la corte di Corrado in Germania sembra influenzata dalla ricchezza spirituale e culturale di quella siciliana: Corrado amava la poesia e fu protettore dei poeti. ''Minnesänger'' famosi come [[Konrad von Winterstetten]] e [[Gottfried von Hohenlohe]] facevano parte del suo entourage; [[Rudolf von Ems]] scrisse per lui una ''Cronica universale''.
Allo stesso Corrado vengono poi attribuite due poesie d'amore contenute nel famoso [[codice Manesse]] della [[
=== Lettere inedite ===
{{Vedi anche|Codice fridericiano di Innsbruck}}
Nel 2005, nella biblioteca universitaria di [[Innsbruck]], in un [[codice (filologia)|codice]] [[manoscritto]] vecchio di 700 anni, è stata casualmente scoperta una raccolta di circa 200 fra lettere e mandati scritti da Federico II, Corrado IV e altre personalità di spicco del [[XIII secolo]], fra cui
== Discendenza ==
Corrado ed Elisabetta ebbero un solo figlio:
* [[Corradino di Svevia|Corradino]], l'ultimo discendente legittimo degli Hohenstaufen, decapitato a [[Napoli]] nel [[1268]].
Nel [[1259]] la vedova di Corrado, Elisabetta, sposò [[Mainardo II di Tirolo-Gorizia]].
Corrado ebbe anche un figlio illegittimo:
* Corradino (probabilmente nel 1252 - † impiccato<ref>{{Cita libro|autore=[[Ernst Kantorowicz]]|traduttore=Gianni Pilone Colombo|titolo=Federico II imperatore|collana=Elefanti Storia|editore=Garzanti|città=Milano|p=675|ISBN=978-88-11-67643-0}}</ref> nel 1269 assieme alla madre, di nome sconosciuto).
==Ascendenza==
{{Ascendenza
|1 = Corrado IV di Svevia
|2 = [[Federico II di Svevia]]
|4
|
|16
|17 = [[Giuditta di Baviera, duchessa di Svevia]]
|9 = [[Beatrice di Borgogna]]
|18 = [[Rinaldo III di Borgogna]]
|19 = Ursula
|5 = [[Costanza d'Altavilla]]
|10 = [[Ruggero II di Sicilia]]
|20 = [[Ruggero I di Sicilia]]
|21 = [[Adelasia del Vasto]]
|11 = [[Beatrice di Rethel]]
|22 = [[Gunther di Rethel]]
|23 = Beatrice di Namur
|3 = [[Jolanda di Brienne]]
|6 = [[Giovanni di Brienne]]
|12 = [[Erardo II di Brienne]]
|24 = Gautier II di Brienne
|25 = Adèle di Soisson
|13 = Agnes di Mountfaucon
|26 = Amadeus II conte di Montbéliard
|27 = Beatrice di Grandson-Joinville
|7 = [[Maria del Monferrato]]
|14 = [[Corrado del Monferrato]]
|28 = [[Guglielmo V del Monferrato]]
|29 = [[Giuditta di Babenberg]]
|15 = [[Isabella di Gerusalemme]]
|30 = [[Amalrico I di Gerusalemme]]
|31 = [[Maria Comnena (Regina di Gerusalemme)|Maria Comnena]]
}}
== Araldica ==
{{vedi anche|Stemma degli Hohenstaufen}}
Sono sostanzialmente due le [[Figura araldica|figure araldiche]] adottate dagli Hohenstaufen per le proprie insegne: i tre [[Leone (araldica)|leoni]] [[Passante (araldica)|passanti]] – che, di [[Smalto (araldica)|smalto]] [[Nero (araldica)|nero]] e disposti [[in palo]] in [[Campo (araldica)|campo]] d'[[Oro (araldica)|oro]], costituiscono la variante più nota dell'arme di ''Svevia''<ref>{{cita|Angelo Scordo|pp. 108-111}}.</ref><ref>{{cita|Gianantonio Tassinari|pp. 283-300}}.</ref>, divenuta anche [[stemma]] del [[Ducato di Svevia|
Per Corrado, il Paris, ferma restante l'aquila bicipite in campo d'oro, illustra, nella ''Chronica Majora'', uno stemma recante in capo un [[Crescente (araldica)|crescente montante]] di rosso, che racchiude un piccolo [[Tortello (araldica)|tortello]] dello stesso colore<ref name="Scordo115">{{cita|Angelo Scordo|p. 115}}.</ref>. Per provare a spiegare tale insegna, si può fare ricorso, almeno parzialmente, alle regole dell'[[araldica]] inglese, secondo le quali, [[Brisura|brisare]] l'arme paterna con un crescente indica il figlio secondogenito e «tale era certamente Corrado rispetto a Re [[Enrico VII di
{{citazione|d'oro, all'aquila bicipite col volo abbassato di nero, [[Accompagnato|accompagnata]] tra le due teste di un crescente montante, sormontato da un tortello di rosso<ref name="Scordo115"/>|Blasonatura}}
L'araldista Paul Adam-Even descrive per Corrado uno stemma che presenta analogie con l'arme miniata nella ''Chronica Majora''. In detta insegna, infatti, sull'aquila, è presente un crescente, che, però, non è di rosso, ma d'[[Argento (araldica)|argento]], ed è [[Carico araldico|caricato]] in [[cuore (araldica)|cuore]]; mentre nessuna menzione è fatta a proposito del tortello, che, pertanto, parrebbe assente<ref>{{Cita|Paul Adam-Even|p. 13}}.</ref>.
Un particolare stemma con aquila bicipite, infine, è associato a Corrado in alcune edizioni dell{{'}}''Historia della Città e Regno di Napoli'', dello [[Storiografia|storico]] napolitano Giovanni Antonio Summonte. L'aquila, infatti, reca, caricato in cuore, uno [[Scudetto (araldica)|scudetto]], il quale, con [[Capo (araldica)|capo]] [[troncato]] [[cuneato]] da parte a parte, è [[interzato in palo]], con, nel primo terziere, tre pini o pigne [[male ordinate]], nel secondo, tre leoni passanti [[Rivoltato|rivoltati]], e, nell'ultimo, una [[croce patente]] [[Scorciato|scorciata]], rappresentativa del [[Regno di Gerusalemme]]<ref>{{cita|Angelo Scordo|pp. 105-112}}.</ref>.
Immagine:Arms of Swabia.svg|Arme di [[Svevia]]
Immagine:Shield and Coat of Arms of the Holy Roman Emperor (c.1200-c.1300).svg|Stemma del [[Sacro Romano Impero]]
Immagine:Attributed Coat of Arms of Conrad IV, King of Germany (according to Matthew Paris).svg|Stemma attribuito a Corrado IV nella ''[[Chronica Majora]]''
Immagine:Variant of the Attributed Coat of Arms of Frederick II, Holy Roman Emperor (Historia della Città e Regno di Napoli).svg|Stemma attribuito a Corrado IV, in alcune edizioni dell{{'}}''Historia della Città e Regno di Napoli''
</gallery
== Note ==
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== Bibliografia ==
* F. W. Schirrmacher, ''Die letzten Hohenstaufen'', Göttingen 1871.
* A. Finocchiaro-Sartorio, ''Le leggi di Corrado IV'', in
* [[Raffaello Morghen (storico)|Raffaello Morghen]], ''Il tramonto della potenza sveva in Italia. 1250-1266'', Tumminelli, Roma - Milano 1936.
* Eric Maschke, ''Das Geschlecht der Staufer'', Bruckmann, Munchen 1943.
* H. Hartmann, ''Die Urkunden Konrads IV.'', 1944,
* P. Zinsmaier, ''Studien zu den Urkunden Heinrichs [VII.] und Konrads IV.'', in
* G. Kirchner, ''Die Steuerliste von 1241'', 1953,
* J. Mühlberger, ''Die Staufer - Aufstieg, Höhe und Ende'', Rottweil 1966
* J. Lehmann, ''Die Staufer. Glanz und Elend eines deutschen Kaisergeschlechts'', 1978.
* E. Thurnher, ''Konradin als Dichter'', in
* ''Bibliographie zur Geschichte Kaiser Friedrichs II. und der letzten Staufer'', zusammengestellt von Carl A. Willemsen
* {{cita conferenza |autore= Angelo Scordo |titolo= Note di araldica medievale – Una "strana" arma di "stupor mundi" |data= 1995 |conferenza= Atti della Società Italiana di Studi Araldici, 11° Convivio, Pienerolo, 17 settembre 1994 |organizzazione= Società Italiana di Studi Araldici |editore= Società Italiana di Studi Araldici |città= Torino |pp= 105-145 |cid= Angelo Scordo }}
* {{Cita pubblicazione |titolo= Cenni e riflessioni sulle insegne degli Hohenstaufen |autore= Gianantonio Tassinari |rivista= Nobiltà |volume= anno XIV |numero= nn. 78-79 |anno= 2007 |mese= maggio-agosto |pp= 283-330 |editore= Federazione delle Associazioni Italiane di Genealogia, Storia di Famiglia, Araldica e Scienze Documentarie |città= Milano |cid= Gianantonio Tassinari }}
* {{cita pubblicazione |titolo= Storia e leggenda di un grande imperatore |autore= [[Jean-Claude Maire Vigueur]] |rivista= Medioevo Dossier |numero= anno I, 1 |editore= De Agostini-Rizzoli Periodici |città= Milano |anno= 1998 |pp= 31-38 |cid= Jean-Claude Maire Vigueur }}
* {{cita pubblicazione |autore= Paul Adam-Even |anno= 1957 |titolo= Les diverses armoiries des royaumes de Sicile |rivista= Revue française d'héraldique et de sigillographie |pp= 13-14 |volume= 24 |lingua= fr |cid= Paul Adam-Even }}
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{de}}
* Ranieri Polese, [http://archiviostorico.corriere.it/2005/agosto/01/Federico_tollerante_solo_apparenza_co_9_050801029.shtml ''Le lettere scoperte nella biblioteca di Innsbruck gettano nuova luce sul sovrano di Svevia''], [[Corriere della Sera]] del 1º agosto 2005
* Marco Brando, [https://web.archive.org/web/20110527033225/http://www.stupormundi.it/codice_innsbruck.htm ''Scoperto in Austria un carteggio inedito di Federico II'']. [[Corriere del Mezzogiorno]], 20 luglio [[2005]], da stupormundi.it
{{Box successione multiplo
|carica={{simbolo|Shield and Coat of Arms of the Holy Roman Emperor (c.1200-c.1300).svg}}<br />[[
|periodo=[[1250]]-[[1254]]<br /><small>Incoronazione regia nel [[1237]]</small>
|precedente=[[Federico II di Svevia|Federico II]]
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|precedente4=idem
|successivo4=idem
|tipologia=regnante
}}
{{Re di Sicilia}}
{{Hohenstaufen}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|Due Sicilie|medioevo|storia di famiglia}}
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