Flos Leonardi Bigolli Pisani super solutionibus quarundam questionibus ad numerum et ad geometriam, vel ad utrumque pertinentium: differenze tra le versioni
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Il '''''Flos Leonardi Bigolli''''' di [[Leonardo Fibonacci]] è un trattato privo dell'anno di composizione e contenuto all'interno del ''ms. E 75 Sup.'' della [[Biblioteca Ambrosiana|Veneranda Biblioteca Ambrosiana]] di Milano.
Il codice presenta due epistole di dedica, la prima delle quali è indirizzata al cardinale Raniero Capocci di Viterbo<ref>N. Kamp, ''Raniero Capocci'', in ''Dizionario Biografico degli Italiani'' XVIII, 1975, pp. 608-616.</ref>,
{{Citazione|Avendo compreso, o Raniero, padre beato e signore venerando, per grazia del Signore Cardinale diacono di Santa Maria in Cosmedin, che la vostra santità si degnò di chiedere una copia dei miei scritti per nulla in modo perentorio, ma semplicemente per lettera, nondimeno tuttavia accogliendo con reverenza questa richiesta nelle lettere che mi avete spedito, non solo intesi obbedire alla vostra volontà per questa parte, ma in verità compilando questo libello, che ho composto in lode e gloria al vostro nome, da una diffusa moltitudine di scritti su certe soluzioni ad alcune questioni che mi furono poste da da alcuni filosofi del mio serenissimo signore Imperatore, e di altre che nel tempo mi furono poste, e di molte che sono state risolte in modo più approfondito qui che nel Libro Maggiore sul numero, che ho composto, e di molte, che io stesso ho trovato, ho voluto dunque intitolarlo ''Fiore''...|Leonardo Fibonacci, ''Liber quadratorum'', epistola a Raniero Capocci.|lingua=la|Intellecto, beate pater et domine venerande R. dei gratia Sanctae Mariae in Cosmedin diaconus Cardinalis dignissime, quod meorum operum copiam non preceptive saltim, quod vos magis decebat, sed simpliciter petere fuistis per litteras vestre sanctitatis dignitati; nihilominus tamen petitionem ipsam reverenter suscipiens in mandatis, non solum parere voto vestro settegi devotius in hac parte, verum etiam de quarumdam solutionibus questionum a quibusdam philosophis serenissimi domini mei Caesaris, et aliis per tempora mihi oppositarum, et plurium que subtilius quam in libro maiori de numero, quem composui, sunt solute, ac de multis, quas de ipsemet ad inveni, ex diffusa quidem multitudine compilans hunc libellum ad laudem et gloriam nominis vestri compositum florem ideo volui titulari...}}
{{Citazione|Quando Maestro Domenico a Pisa mi condusse ai piedi di vostra altezza, principe illustrissimo signore Federico, essendo presente Maestro Giovanni da Palermo, mi propose il problema scritto più sotto appartenente alla geometria non meno che all’aritmetica|Leonardo Fibonacci, ''Flos'', Epistola a Federico II.|lingua=la|Cum Magister Dominicus pedibus celsitudinis vestre princeps gloriosissime domine F. me Pisis duceret presentandum, occurrens Magister Johannes panormitanus, questionem mihi proposuit infrascriptam, non minus ad geometriam quam ad numerum pertinentem.▼
Nel 1240 l'imperatore [[Federico II di Svevia|Federico II di Hohenstaufen]] si impadronì della città di Viterbo e vi pose un presidio, ma nel 1243 la città insorse avendo a capo anche il cardinale Capocci. Inoltre, concluso sotto Innocenzo IV il concilio di Lione, Raniero Capocci, col cardinale di San Calisto, promulgò contro [[Federico II di Svevia|Federico II]] la sentenza di privazione del potere temporale<ref>G. Arrighi, ''La fortuna di Leonardo Pisano alla corte di Federico II'', in ''Dante e la cultura sveva. Atti del convegno di studi tenuti a Melfi, 2-5 novembre 1969'', Firenze 1970, pp. 17-31</ref>.
Soprende, perciò, che dopo la lettera di dedica al cardinale Capocci segua nel trattato una seconda epistola, rivolta stavolys all’imperatore [[Federico II di Svevia]]:
▲{{Citazione|Quando Maestro Domenico a Pisa mi condusse ai piedi di vostra altezza, principe illustrissimo signore Federico, essendo presente Maestro Giovanni da Palermo, mi propose il problema scritto più sotto appartenente alla geometria non meno che all’aritmetica...|Leonardo Fibonacci, ''Flos'', Epistola a Federico II.|lingua=la|Cum Magister Dominicus pedibus celsitudinis vestre princeps gloriosissime domine F. me Pisis duceret presentandum, occurrens Magister Johannes panormitanus, questionem mihi proposuit infrascriptam, non minus ad geometriam quam ad numerum pertinentem...}}
«Il problema proposto da Maestro Giovanni chiedeva di trovare un numero quadrato tale che, aggiungendogli e sottraendogli il numero cinque, si ottenesse ancora un numero quadrato. Leonardo trovò che il numero 11+2/3+1/144, quadrato di 3+1/4+1/6, è una soluzione del problema e la comunicò al suo interlocutore. Egli tuttavia continuò a meditare sul problema e più in generale sulle proprietà
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