L'Illustrazione Italiana: differenze tra le versioni

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Accanto alla normale periodicità, ''L'illustrazione'' pubblicava anche dei numeri "speciali" a colori anch'essi di elevata qualità. Realizzati in occasione delle festività di fine d'anno, richiamavano, in qualità di autori, nomi come [[Matilde Serao]] e [[Ada Negri]], mentre la parte iconografica veniva affidata a pittori come [[Eduardo Dalbono]], [[Giulio Aristide Sartorio]], [[Francesco Paolo Michetti]], [[Arnaldo Ferraguti]] e [[Gioele Ferraguti]].
 
La grande fortuna dell'''Illustrazione Italiana'' durò fino alla morte di [[Emilio Treves]] ([[1916]]), dopo la quale, pur avendo ancora tra i propri collaboratori scrittori del calibro dicome [[Eugenio Montale]], [[Elio Vittorini]], [[Salvatore Quasimodo]], [[Riccardo Bacchelli]], [[Italo Pietra]], [[Niccolò Giani]] e [[Sergio Solmi]], la rivista cominciò a mostrare i segni di un lento declino.
 
La promulgazione delle [[leggi razziali fasciste]] accelerò il processo in atto: nel [[1939]] la [[Fratelli Treves|Treves]] dovette cedere l'azienda alla [[Garzanti Libri|Garzanti]]. Verso la metà del [[1942]], in seguito agli eventi della [[seconda guerra mondiale]], ''L'illustrazione'' rallentò le sue uscite, fino ad essere trasformata in mensile nel [[1951]] da [[Livio Garzanti]]. Gli anni cinquanta videro la crescita vertiginosa dei [[rotocalco (giornalismo)|rotocalchi]], settimanali popolari di attualità. «L'Illustrazione Italiana» vide ridursi progressivamente il suo spazio, finché Garzanti la chiuse nel dicembre [[1962]]. Dopo una breve parentesi tra il [[1972]] e il [[1973]], la rivista fu nuovamente sospesa.