Museo irpino: differenze tra le versioni
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Attraversando circa cinque secoli di storia tale area ha infatti restituito un corpus di materiali archeologici di notevole valore, e molti sono i ritrovati che testimoniano il culto di questa divinità, dall’età italica, come la statuetta votiva che raffigura una donna in tipico abbigliamento sannitico, alle tavolette fittili con scene votive databili all’età imperiale<ref>{{Cita news|lingua=it-IT|url=http://www.mediateur.it/museoirpino/|titolo=Museo Irpino - Info, orari, attività e servizi {{!}} Mediateur|pubblicazione=Mediateur|accesso=2018-10-03}}</ref>.
=== Museo Irpino Risorgimento ===
Questa sezione del Museo fu voluta nel 1970 dal prof. Fausto Grimaldi, il quale aveva raccolto un cospicuo corpo di materiale documentario che copriva il periodo che va dal 1799 al 1915. In principio il materiale fu ospitato ed esposto al pubblico nelle sale dell’edificio di Corso Europa fino alla fine degli anni ‘90, per finire archiviato nei depositi quando queste sale furono riconvertite ed adoperate per l’organizzazione della Mediateca Provinciale.
Solo nel 2011, in occasione dei 150 anni dell’[[Unità d'Italia|Unità d’italia]], i documenti ed i 330 reperti, tra uniformi, oggetti e armi utilizzate dai patrioti, provenienti da quattro archivi principali ([[Barra]], [[Capozzi]], [[Trevisani (Comeno)|Trevisani]] e [[Pironti]]), e attualmente proprietà della Biblioteca Provinciale, furono dislocati nella nuova sede dell’ex-carcere borbonico di Avellino.
== Collegamenti esterni ==
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