Sacro: differenze tra le versioni

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Il termine italiano "sacro" deriva dal termine [[latino arcaico]] ''sakros'', rinvenuto sul ''[[Lapis Niger]]'', sito archeologico romano risalente al [[VI secolo a.C.]]<ref>Così [[Julien Ries]] in ''Saggio di definizione del sacro''. ''Opera Omnia''. Vol. II. Milano, Jaca Book, 2007, pag.3: «Sul ''Lapis Niger'', scoperto a Roma nel 1899 vicino al Comitium, 20 metri prima dell'Arco di Trionfo di Settimio Severo, nel luogo che si dice sia la tomba di Romolo, risalente all'epoca dei re, figura la parola ''sakros'': da questa parola deriverà tutta la terminologia relativa alla sfera del sacro.»</ref> e, in un significato successivo, indica anche ciò che è dedicato ad una [[divinità]], ed al suo relativo [[culto]].
 
La radice di ''sakros'' è, a sua volta, il radicale [[lingua indoeuropea|indoeuropeo]] ''*sak'', ''*sag'', col significato di ''avvincere'', ''aderire'', o ''sac-ate'', col significato di ''seguire'', o ''sap-ati'', col significato di ''onorare'', sempre sottintendendo una [[divinità]], a tal punto che negli antichi testi [[Ṛgveda]] può anche diventare sinonimo di ''adorare''<ref>https://www.etimo.it/?term=sacro</ref>. Anche per i popoli dell'[[Europa centrale il termine era strettamente legato alla spiritualità ed alla relativa alla [[Salvezza (Bibbia)|salvezza dell'anima]], indicandola come ''Heil'', da cui deriva il termine [[lingue germaniche|germanico]] e [[lingua olandese|olandese]] ''Heilig'', il [[Lingua danese|danese]] ''hellige'', l'[[lingua inglese|inglese]] ''holy'' etc.<br/>
 
Il rapporto del termine con la [[religione]] si estese poi anche per divinità maligne come, ad esempio, è avvenuto nel termine [[lingua latina|latino]] ''ex-sacrabilis'', ''ex-secrabilis'', ovvero ''per il sacro'', dove invece il relativo termine "esecrabile" vuol dire invece ''cattivo'', ''ripugnante''. Il termine ''sakros'', corrisponde all'[[lingua ittita|ittita]] ''saklai'' e al [[lingua gotica|gotico]] ''sakan''<ref>''Saggio di definizione del sacro'', ''Op.cit.''</ref>. Gli [[Antica Grecia|antichi Greci]] invece, usavano distinguere il termine [[Lingua greca antica|greco antico]] ''agioshagios'' per indicare qualcosa di ''inviolabile'', non accessibile ai comuni mortali (tradotto in latino come latino ''santcus'', ''santo'') dal termine ''[[Hierón|hieron]]'', a indicare propriamente la potenza divina in sé, come ad esempio la costruzione di un [[Tempio]] dedicato alla divinità. In antichità quindi, il significato veniva applicato a tutti i rituali religiosi annessi, dove spesso esistevano le cosiddette [[Sacrificio|vittime "sacrificali"]] e dove è probabile derivi anche il termine osso "[[osso sacro|sacro]]", indicando tradizionalmente in questo <ref>https://www.lettera43.it/it/comefare/curiosita/2017/01/30/perche-si-chiama-osso-sacro/6820/</ref> la parte anatomica più gradita agli [[Dio|dei]].
 
Il termine si estese ancora, in termini più generici, ad indicare qualcosa a cui è stata conferita una oggettiva validità, ovvero che acquisisce il dato di fatto reale, suo fondamento e conforme al cosmo<ref>''Saggio di definizione del sacro'', in ''Grande dizionario delle Religioni'' (a cura di P. Poupard). Assisi, Cittadella-Piemme, 1990 pagg. 1847-1856</ref>. Da qui anche il termine, sempre [[lingua latina|latino]], di ''sancire'', evidenziato in [[legge|leggi]] o accordi. Seguendo questo insieme di significati, il ''sakros'' sancisce una alterità, ovvero un essere "altro" e "diverso" rispetto all'ordinario, al comune, al [[profano]]<ref>''Saggio di definizione del sacro'', ''Op.cit.''.</ref>. In significati ancor più recenti e popolari, il termine ''sacra'', da cui deriva l'analogo "''sagra''", fu applicato a indicare non più una costruzione, una festa tradizionale o un rituale strettamente legato ad un culto devozionale-[[religione|religioso]], bensì legato a una qualsiasi generica commemorazione (ad es. la [[primavera]], il [[raccolto]], i [[Prodotti dell'agricoltura|prodotti agroalimentari]], etc.).