Nuraghe: differenze tra le versioni

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Ho iniziato a modificare solo alcuni dei numerosissimi errori formali e concettuali presenti in questo articolo, evidentemente scritto da un soggetto privo di cultura specifica. (archeologica in genere e sui nuraghi in particolare!) e di cultura generale ("egeico" invece di egeo, "tholos" - vocabolo maschile - usato al femminile, etc). Non forniva una DEFINIZIONE di nuraghe e però si lanciava in una lunga e complessa distinzione errata sia qualitativamente, sia cronologicamente. ma c'è altro!
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[[File:Nuraghe Losa.JPG|upright=1.2|thumb|Abbasanta, resti del [[Nuraghe Losa]].]]
[[File:Nuraghe, 1600 B.C..jpg|upright=1.2|thumb|Ricostruzione di un Nuraghe polilobato.]]
IlAl nome di '''nuraghe''' (pl. ''nuraghi'', ''nuraghe/-s'' ''runaghe/-s'' in [[sardo logudorese]], ''nuraci/-s'' o ''nuraxi/-s'' in [[sardo campidanese]], ''nuragu/-i'' in [[lingua sassarese|sassarese]], ''naracu/-i'' in [[lingua gallurese|gallurese]]) èappartiene un'intera tipocategoria di costruzioneedifici preistorici, in pietra dilocale forma(basalto, [[Troncogranito, calcare, in ordine di cono|troncofrequenza), conica]]"a secco", presentepresenti con diversa densità su tutto il territorio della [[Sardegna]]<ref>{{Cita web|cognome= Cultura|nome= Sardegna|url= http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_87_20070312123352.pdf|titolo= Cartina di densità dei nuraghi|accesso= 12 maggio 2012|editore= Regione Sardegna|sito= sardegnacultura.it}}</ref>. Sono unicigli nelelementi loro genere epiù rappresentativi della [[civiltà nuragica]]. Ne esistono diverse tipologie (si devono considerare errate le distinzioni in proto nuraghi, pseudo nuraghi ed altro), che andrebbero definite meglio e catalogate in modo più preciso. Più comunemente, il termine "nuraghe" si riserva al modello "a torre", di aspetto tronco-conico esterno e voltato ad ogiva internamente, munito di almeno una scala intermuraria per salire al piano superiore (o ai piani superiori). Ma anche tra questi esistono tipologie diverse, che rispondono a caratteristiche (ed esigenze dei committenti) molto differenti. Anche i nuraghi "a bastione" (quelli prima definiti "a corridoio" o "protonuraghi") sono da considerarsi nuraghi a tutti gli effetti. Molta della terminologia andrebbe oggi corretta, in quanto derivata da un'errata visione "militarista" del nuraghe - imposta a suo tempo dal Lilliu - e improntata alla forte impressione (anch'essa errata) di una derivazione diretta dalle tombe micenee. Ad esempio: la cupola interna di alcuni nuraghi andrebbe definita "ogiva", non "tholos".
 
Ne rimangono in piedi circa settemila (secondomanca alcune fontiun sette/ottoaccurato milacensimento), sparsi su tutta l'isola, mediamenteche unoquindi ogni 3&nbsp;km², caratterizzandocaratterizzano fortemente il paesaggio sardo. Si ipotizza che in passato il loro numero fosse maggiore. Quanto alla loro funzione, gli studiosi ancora non hanno espresso un parere unanime, mentre la maggior parte di loro ritiene che furono costruiti nel [[II millennio a.C.]], a partire dal [[XVIII secolo a.C.|1800 a.C.]] fino al [[XII secolo a.C.|1100 a.C.]]<ref name="zeddaarcheologia">Mauro Peppino Zedda, ''Archeologia del paesaggio sardo'', Cagliari, Agorà Nuragica, 2009. ISBN 88-901078-3-9</ref>.
 
Alcuni sono più complessi ed articolati, veri e propri "castelli" nuragici con il "mastio" che in certi casi raggiungeva un'altezza tradi icirca venticinque e i trentaventi metri, ma la maggior parte sono torri ristrette verso l'alto, unoggi tempotutte alteprive daidella dieciparte ai venti metrisommitale, con diametro di base dagli otto ai dieci metri e in alcune zone dislocate a poche centinaia di metri le une dalle altre come nella [[Valle dei Nuraghi]], nella regione storica del [[Logudoro]]-[[Meilogu]], oppure nelle regioni della [[Trexenta]] e della [[Marmilla]].
 
== Patrimonio dell'umanità ==
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== Storia ==
{{Vedi anche|Civiltà nuragica}}
I primiAlcuni nuraghi, detti erroneamente [[protonuraghi]], furono edificati in un'epoca situata quasi certamenteforse nella parte iniziale del [[II millennio a.C.]]. Il termine "protonuraghe" esprime una valutazione cronologicva che si è spesso dimostrata errata: alcuni nuraghi con cupola ogivale sono più antichi di essi. Di alcuni è stata effettuata una datazione che ha restituito dei risultati alquanto verosimili, indicanti un periodo iniziale di costruzione intorno al [[XVIII secolo a.C.|1800 a.C.]] (per esempio Duos Nuraghes di [[Borore]])<ref name="zeddaarcheologia" />.
 
Secondo l'archeologo [[Giovanni Lilliu]], durante la media [[Età del bronzo]], attorno al [[XV secolo a.C.|1500 a.C.]]/[[XI secolo a.C.|1100 a.C.]], si ebbe presumibilmente il maggior sviluppo di questi edifici. Egli non ha mai offerto prove scientifiche di ciò. Neppure la datazione del Nuraghe di Barumini è confortata da prove certe.
 
Nell'[[Età del ferro]], ossia dal [[IX secolo a.C.|900 a.C.]] in poi, non furono costruiti nuovi nuraghi, tuttavia non furono abbandonati ma anzi in alcuni casi vennero ristrutturati e riadattati, forsealcuni comedestinati luoghiad dialtri [[culto]]scopi.
 
Si calcola che siano stati realizzati non meno di 10.000 nuraghi<ref>Sergio Vacca, Angelo Aru, Paolo Baldaccini, ''Rapporti tra suoli e insediamenti nuragici nella regione del Marghine-Planargia (Sardegna centro-occidentale)'', in ''Il sistema uomo-ambiente tra passato e presente'', a cura di Claude Albore Livadie e Franco Ortolani, Edipuglia, Bari, 1998, ISBN 88-7228-197-0</ref>. Ne sopravvivono circa 7.000, in stato di conservazione più o meno buonocattivo e distribuiti in tutta la Sardegna con una densità media di 0,27 per km², con punte in alcune regioni ([[Marghine]] e [[Trexenta]]) dello 0,9.
 
Le costruzioni nuragiche hanno subito i danni maggiori negli ultimi 150 anni, soprattutto dopo l'emanazione dell'[[editto delle chiudende]] quando divennero materiale da costruzione per i muretti a secco che ancora oggi caratterizzano il paesaggio sardo, e con l'ampliamento della rete viaria e l'impiego delle pietre nelle [[massicciata|massicciate]] stradali<ref name="melisciviltànuragica" />.
 
=== Origine del nome ===
La radice ''Nur'' della parola ''nuraghe'' è di origine prelatina e dovrebbe significare "''mucchio di pietre, mucchio cavo''". Secondo quanto riferisce lo studioso [[Giovanni Lilliu]]: {{Citazione|... «preindoeuropeo, o di sostrato mediterraneo, è anche il nome del monumento: nuraghe, detto pure altrimenti, a seconda dei distretti e dialetti della Sardegna, ''nuràke'', ''nuràxi'', ''nuràcci'', ''nuràgi'', ''naràcu'' etc. Questo termine, specie nel secolo XIX, fu messo in relazione con la radice fenicia di ''nur'', che vuol dire ''fuoco'', e fu spiegato come ''fuoco'' nel senso di ''dimora'' o di ''tempio del fuoco'', con riferimento a culti solari che si sarebbero praticati sulla terrazza delle torri nuragiche. Oggi, invece, i filologi propendono a considerare il vocabolo nuraghe come un reliquato della parlata primitiva paleomediterranea, da ricollegarsi col radicale ''nur'' e con le varianti ''nor'', ''nul'', ''nol'', ''nar'' etc.: radicale largamente diffuso nei paesi del Mediterraneo, dall'Anatolia all'Africa, alle Baleari, alla Penisola iberica, alla Francia, col duplice significato, opposto ma unitario, di ''mucchio'' e di ''cavità''. Il vocabolo stesso poi indicherebbe non la destinazione ma la speciale forma costruttiva del nuraghe, il quale vorrebbe dire appunto ''mucchio cavo'', ''costruzione cava'', ''torre cava'', a causa della figura turrita del suo esterno, fatta per accumulo di grossi massi, e per la cavità cupoliforme dell'interno...»|Giovanni Lilliu, ''I Nuraghi. Torri preistoriche della Sardegna'', Ilisso, [[2005]], pag. 57.}}
 
Secondo l'archeologo Giovanni Ugas dell'[[Università di Cagliari]], la parola nuraghe potrebbe derivare invece da [[Norax]] o Norace, eroe degli Iberi-[[Balari]]. È possibile infatti che la radice ''Nur-'' sia un adattamento ai timbri mediterranei della radice indoeuropea ''Nor-'' che si ritrova in alcuni toponimi della Sardegna (es. [[Nora (Italia)|Nora]], [[Noragugume]]), nel Lazio con [[Norba latina|Norba]] città dei [[Volsci]] o Noreia antica città del [[Norico]]<ref>Giovanni Ugas, ''L'alba dei Nuraghi'', Cagliari, Fabula, 2005, pag. 23. ISBN 88-89661-00-3</ref>.
 
Il [[linguistica|linguista]] [[Massimo Pittau]] ritiene che la parola ''nuraghes'', nelle sue varie forme, è sicuramente da riportare al sostrato linguistico pre-punico, pre-romano e quindi [[Lingua protosarda|protosardo]] o nuragico.<ref name="pittausardegnanuragica" />
 
=== Cronologia ===
In base ad una classificazione ed alla divisione temporale elaborata dallo studioso [[Giovanni Lilliu]] (''Nuragico I, II, III, IV, V'') l'edificazione dei nuraghi e lo svilupparsi della civiltà nuragica ha seguito diverse fasi collocabili entro l'età del Bronzo e l'età del Ferro. Lo stesso studioso però sconsiglia di adattare schematicamente la sua classificazione alle suddivisioni cronologiche di queste età adoperate per l'Europa continentale, la Penisola italiana e l'Egeo, anche se non mancano parallelismi tra cultura nuragica con elementi delle regioni europee ed egeicheegee. Nota: tale classificazione fu imposta dal cattedratico ed accettata da tutti i suoi discepoli, ma andrebbe rivista e modificata oggi, alla luce del fatto che essa fu completamente inventata e non è suffragata da prove scientifiche accettabili.
 
<timeline>
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Vista la varietà delle costruzioni che tradizionalmente sono raggruppate sotto la dicitura di "nuraghe" è difficile fornire una descrizione univoca.
 
La divisione più semplice è quella tra il "nuraghe a bastione" (non: protonuraghe, o nuraghe "a corridoio"), con una distribuzione degli spazi prevalentemente orizzontale e il nuraghe "a ''thòlos''torre"<ref>AA.VV., ''Storiavoltati dellain Sardegna.vario 1.modo: Dallea origini al Settecento''ogiva, a curanavata di Manlio Brigaglia, Attilio Mastino e Gian Giacomo Ortu, Editori Laterza, Bari, 2006. ISBN 88-420-7839-5</ref>etc). La maggioranza dei nuraghi è di quest'ultimo tipo, costituito da singole costruzioni megalitiche a tronco di cono con uno o più ambienti interni, anche sovrapposti e coperti a ''thòlos''cupola.<ref>Paolo Melis, ''Considerazioni sulla funzione dei nuraghi'', in «Sesuia», 15-16, 1994-95, Sassari, 1995</ref> Al loro interno, oltre alle camere circolari si aprono spesso altri ambienti minori quali nicchie, magazzini, silossili, pozzi, alcuni con acqua viva. Attorno alla torre singola si svilupparono talvolta architetture più complesse come bastioni con torri aggiuntive e cinte murarie.
 
Le mura che lo compongono sono poderose e possono arrivare ad uno spessore di quattro o cinque [[metro|metri]], con un [[diametro]] esterno fino a trenta-cinquanta metri alla base, diminuendo poi con l'aumentare dell'altezza, con un'inclinazione più("piede", accentuatadi nelleangolo torrivariabile) piùche antichene aumenti la stabilità. L'altezza supera non di rado italvoltai venti metri.
 
La particolare forma è dovuta alla singolare tecnica di costruzione che prevede solide fondazioni con grossi blocchi di pietra squadrati e sovrapposti a secco, in maniera circolare, senza utilizzo di leganti e tenuti insieme dal loro stesso peso. Man mano che si procede in altezza, i filari sono spesso disposti in cosiddetta [[Isodomo|opera isodoma]], si restringono progressivamente e diminuisce anche la proporzione dei massi, ora sempre più piccoli e meglio lavorati.<ref>AA.VV., ''Ichnussa. La Sardegna dalle origini all'età classica'', Milano, 1981</ref>.
[[File:Su mulinu - vista.jpg|thumb|upright=1.1|Feritorie e finestra del [[Nuraghe Su Mulinu]], [[Villanovafranca]]]]
La parte superiore era presumibiolmente occupata da una terrazza alla quale si accedeva tramite una [[Scala (architettura)|scala]] elicoidale, illuminata nel percorso ascendente da [[feritoia|feritoie]] ricavate nelle spesse mura. La porta di ingresso si apre preferenzialmente a [[Sud|mezzogiorno]] ed immette in un corridoio ai cui lati si aprono sovente delle nicchie e che conduce ad una camera rotonda, la cui volta è formata da anelli di pietreconci che si restringono progressivamente, andando a chiudersi secondo la tecnica della volta a ''thòlos''ogiva, sempre senza l'utilizzo di leganti, né [[Centina|centine]] di supporto durante l'edificazione.
 
Furono costruiti ovunque, ma spiccano prevalentemente in posizione dominante, su un cucuzzolococuzzolo, oppure ai bordi di un [[altopiano]] o all'imboccatura di una [[valle]] o in prossimità di approdi lungo le coste, ma. frequentementeFrequentemente sorgono anche nel mezzo di pianure, il che lascia pensare che le loro funzioni e le tipologie dipendessero dagli interessi e dalle attività prevalenti dei committenti..
[[File:Nuraghe Ruju.jpg|thumb|left|upright=1.1|Nuraghe Ruju a [[Chiaramonti (Italia)|Chiaramonti]], Sassari]]
 
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Il problema di una divisione in categorie delle tipologie di nuraghe è stato affrontato in tempi recenti da vari studiosi anche se non vi sono ancora soluzioni univoche.
 
La categorizzazione delle diverse tipologie è generalmente morfologica o(più temporale,difficile quella cronologica) e in alcuni casi qualcuno cerca di far corrispondere le due cose. La divisione più generica è, come già si è accennato, quella tra nuraghe a torre (nei suoi vari tipi) e nuraghe a corridoio<ref>Giovannibastione. UgasNaturalmente, especialmente Maurotra Peppinoquelli Zeddaa torre, comesi saràdevono spiegatoanche sottoconsiderare quelli a torre singola e quelli complessi, contestanoin questagenere rielaborati più definizione</ref>tardivamente.
 
Qualcuno aggiunge a queste due altre tipologie<ref name="melisciviltànuragica" />, qualcun altro invece preferisce considerarle delle sottocategorie<ref name="zeddaarcheologia" />. Ad ogni modo, le tipologie più importanti possono essere considerate queste.
[[File:Nuraghe-albucciu-2.jpg|thumb|upright=1.1|Il [[Complesso nuragico di Albucciu|Nuraghe Albucciu]] è un esempio di protonuraghe]]
 
=== Nuraghi a bastione (prima detti a corridoio o protonuraghi). ===
{{vedi anche|Protonuraghe}}
ChiamatiErano ancheerroneamente "pseudo-nuraghi" o "[[protonuraghi]]", i nuraghi a corridoio sonoconsiderati la tipologia più antica. Differiscono in maniera significativa dai nuraghi classicia torre e voltati (a cupola ogivale, o a navata) per l'aspetto più tozzo e per la [[planimetria]] generalmente irregolare e perché al loro interno non ospitano in genere la grande camera circolare "tipica". delMa nuraghe,anche maessi unosono o più corridoi, o comunque ambienti minorinuraghi.
 
L'altezza di norma non superava i 10 metri benché la superficie occupata da queste costruzioni erafosse in media notevolmente maggiore rispetto a quelli a torre.
 
L'ambiente più funzionale e forse più importante - probabilmente richiesto proprio dai committenti - di questi edifici era il terrazzo, che probabilmenteforse ospitava delle coperture lignee che fungevano da ambienti abitativi.
 
Poco conosciuti fino a qualche decennio fa sono al centro di studi e dispute fra gli studiosi che hanno iniziato a considerarli fondamentali per la comprensione del "fenomeno nuragico". Sulla denominazione stessa non c'è ancora unanimità: il termine "nuraghe a corridoio" è contestato da Giovanni Ugas che preferirebbe l'utilizzo del solo termine "protonuraghe", con connotazione temporale, in base alla precedente costruzione di questo tipo di nuraghe<ref name="ugasalba">Giovanni Ugas, ''L'alba dei Nuraghi'', Cagliari, Fabula, 2005. ISBN 88-89661-00-3</ref>, che comunque rappresenta una regola con molte eccezioni.
 
Mauro Peppino Zedda, predilige invece una semantica morfologica sostituendo entrambi i termini con "nuraghe a bastione" suddividendo ulteriormente la categoria in tre classi inferiori: "a corridoi architravati", "a corridoi aggettanti", "a camere"<ref name="zeddaarcheologia" />. Gli studi di Zedda, però, non sono avallati da nessun comitato scientifico.
 
Dei circa 7.000 nuraghi censiti solo 300 circa sono di questo tipo<ref name="melisciviltànuragica">Paolo Melis, [http://paolomelis.altervista.org/CiviltaNuragicaMelis.pdf ''Civiltà Nuragica''], Delfino editore, Sassari, 2003. ISBN 88-7138-287-0</ref>.
 
=== Nuraghi di tipo misto ===
Questa tipologia si distingue per il rifascio effettuato in epoche successive, si suppone dovuto ad un cambio di progettazione dei nuraghes a corridoio, o per altre esigenze.
 
[[File:Nuraghe of Is Paras - Isili - Sardinia - Italy - 02.jpg|thumb|left|upright=1.1|[[Nuraghe Is Paras]] - [[Isili]]. La sua ''thòlos'' è alta ben 11,80 metri ed è la più elevata in tutta la [[Civiltà nuragica|Sardegna nuragica]], seconda, per [[Età del Bronzo|quel periodo]] solo alla cosiddetta [[Tesoro di Atreo|tomba di Agamennone]].]]
 
=== Nuraghi monotorre, coperto a ''thòlos''cupola. ===
È il nuraghe per antonomasia e rappresenta la quasi totalità dei nuraghi della Sardegna.
 
La torre, di forma tronco-conica, ospita al proprio interno una o più camere sovrapposte, coperte appunto da una falsavolta voltaogivale, orealizzata più spessosempre con la tecnica addell' "aggetto" del ''[[Pseudocupola|thòlos]]'', cioècioé sovrapponendo giri di pietre via via più strettipiccoli, fino a chiudere la volta. InSempre generesi venivanoerigeva innalzatiun duedoppio circolicircolo murari concentrici, emurario: l'interstizio che ne risultava venivaera riempito dicon pietrame e terra, a scopo d'isolamento termico. Questa tecnica si definisce "a sacco".
 
L'accesso, architravato, è generalmente sullo stesso piano di calpestio del suolo e immette in un andito che immette frontalmente nella camera centrale (la quale, nella realtà, non si trova quasi mai al centro, bensì è eccentrica per via delle strutture accessorie intermuraria: scala etc) e lateralmente (generalmente a sinistra) nella scala elicoidale ricavata all'interno della massa muraria che conduce al terrazzo o alla camera superiore<ref name="melisciviltànuragica" />.
 
Oltre all'andito, alla camera centrale e a quelle superiori sono spesso presenti altri ambienti minori come nicchie e cellette ricavate nello spessore murario ma anche pozzi o silos scavati nel pavimento.
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| File:Sezione Nuraghe Santa Barbara.jpg|Ricostruzione del nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu, sezione.}}
 
=== Nuraghi a recinto (localmente detti "a tancato") ===
CostituisconoRealizzano lun'evoluzioneulteriore deinecessità nuraghidella committenza, che evidentemente gradiva un'opera di recinzione, monotorre:oltre alla torre principale, venivaa aggiuntacui era aggiunto in un secondo tempo un altro edificio circolare, raccordato alla torre originaria tramite due cortine murarie racchiudenti al loro internocon un cortile, talvolta fornito di un pozzo.
 
Un esempio di nuraghe appartenente a questa tipologia è il [[nuraghe santa Barbara]] a [[Villanova Truschedu]]. In tale nuraghe l'ingresso al complesso avveniva tramiteper mezzo di un corridoio ai cui margini si trovano due nicchie contrapposte.
 
In momenti successivi venivanopotevano aggiunteaggiungersi altre torri e altre cortine murarie fino a farne deinuraghi complessi polilobati.
[[File:Sardinien Orroli Nuraghe Arrubiu.jpg|thumb|left|upright=1.1|Il [[nuraghe Arrubiu]] di [[Orroli]] fu una reggia nuragica il cui mastio centrale raggiungeva in origine un'altezza compresa tra i venticinque e i trenta metri.]]
 
=== Nuraghi polilobati ===
Chiamati anche "regge" nuragiche, i nuraghi polilobati sono quelli meno frequenti. Molto elaborati e spesso concepiti in modo unitario, costituivanoassumevano l'aspetto di vere e proprie fortezze, con varie torri unite tra loro da alti bastioni la cui funzione era quella di proteggere il mastio centrale.
 
Secondo la teoria militare, dalla torre arroccata su una cima isolata, semplice vedetta situata al confine del territorio di pertinenza della singola [[tribù]], o a presidio dei punti strategici più rilevanti come le vie d'accesso alle vallate, i sentieri che salivano agli altopiani, i corsi d'acqua, i guadi, le fonti, etc., si giunse successivamente alle complesse costruzioni, comprendenti fino a ventuno torri<ref name="ilgiganterosso"/> e dalle mura spesse alcuni metri, ubicate al centro dell'area di comune interesse, forse utilizzata come residenza fortificata dell'autorità politica, civile, militare e probabilmente anche religiosa della regione.
 
Questi "castelli" ciclopici (non megalitici!) costituivano delle vere e proprie regge, ed erano circondati da altre cinte murarie più esterne, talora fornite anch'esse di torri (i cosiddetti ''antemurali''), che circondavano i bastioni a costituire una vera e propria ulteriore linea avanzata di difesa.
 
Dopo le [[piramidi egizie]] sono considerati come le più alte costruzioni megalitiche mai costruite durante l'Età del Bronzo nel Mediterraneo protostoricopreistorico. La torre centrale del [[nuraghe Arrubiu]] ad [[Orroli]]<ref name="theredgiant">Sardonic Studio, ''The red Giant'' [http://www.evermotion.org/vbulletin/attachment.php?attachmentid=62571&d=1279133470] Evermotion.org</ref>, uno dei più grandi dell'Isola, secondo i calcoli eseguiti dai ricercatorialcuni raggiungeva un'altezza compresa tra i venticinque e i trenta metri, e la sua planimetria comprendeva altre diciannove torri (probabilmente ventuno) articolate intorno a diversi cortili, occupando per intero un'area di tremila&nbsp;m², escluso il villaggio che si estendeva al di fuori delle cinte murarie.<ref name="ilgiganterosso"/> Era il risultato di un disegno unitario che comprendeva sia il mastio che i bastioni pentagonali, il tutto costruito nella medesima fase nel [[XIV secolo a.C]].<ref name="ilgiganterosso">Graziano Caputa, ''Il Sarcidano: Orroli, Nuraghe Arrubiu'', [http://www.museoarcheologiconuoro.it/index.php?it/32/siti-e-monumenti/14/il-sarcidano-orroli-nuraghe-arrubiu] Museo Nazionale Archeologico di Nuoro</ref>
[[File:LaPrisgiona-pjt.jpg|thumb|left|upright=1.1|[[Nuraghe La Prisgiona|Nuraghe ''La Prisgiona'']] - [[Arzachena]].]]
[[File:Nuraghe reconstruction.jpg|upright=1.2|thumb|Ricostruzione di un villaggio nuragico.]]
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== Particolari costruttivi ==
Sono sconosciute le tecniche dell'edilizia nuragica, in quanto non ritenute degne del grande impegno che sarebbe invece necessario per studiarle e conoscerle in modo appropriato. In Sardegna non esiste una branca dell'Archeologia Sperimentale che se ne occupi. Di conseguenza, le ipotesi esistenti sulla statica del nuraghe sono in massima parte formulate da "non addetti ai lavori" e tutte approssimative o francamente errate. Per tale motivo, non si riportano.
Come già si è detto una definizione generica di nuraghe è per forza di cose riduttiva vista la grande diffusione e varietà di queste costruzioni.
 
Anche le classificazioni morfologiche e cronologiche, benché utili, non sono esaustive riguardo a caratteristiche che, sebbene possano sembrare minori, sono oggetto di studi quantitativi e qualitativi e rivestono una grande importanza nella comprensione di molti caratteri della civiltà nuragica stessa.
 
=== Dimensioni ===
Le dimensioni dei nuraghi variano soprattutto in base alla loro tipologia: i nuraghi a corridoio hanno una superficie molto variabile mentre la maggior parte delle torri a ''thòlos''ogivali rientra in una fascia dimensionale più stretta<ref name="moravettiricerche">Alberto Moravetti, ''Ricerche archeologiche nel Marghine-Planargia'', Sassari, Delfino editore, 1998. ISBN 88-7138-223-4</ref>.
 
I protonuraghinuraghi a bastione passano quindi dai quasi 1.700&nbsp;m² del nuraghe Biriola di [[Dualchi]] ai 51 del Carrarzu Iddia di [[Bortigali]]<ref>[http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_88_20080619153547.pdf Scheda del protonuraghe Carrarzu Iddia di Bortigali] dal sito Sardegnacultura</ref>. Il dato medio ricavato da 66 costruzioni del Marghine e della Planargia (nell'intera Sardegna i protonuraghi censiti finora sono circa 300) si assesta sui 234&nbsp;m², mentre la fascia più rappresentata è quella tra i 101 e i 200&nbsp;m² (45% dei rilevamenti<ref name="moravettiricerche" />).
 
I nuraghi a torre hanno invece superfici comprese tra i 635&nbsp;m² del nuraghe Tolinu di [[Noragugume]] e i 32 di Sa Rocca Pischinale a [[Bosa]], la fascia più ricorrente è anche in questo caso quella che oscilla tra i 101 e i 200&nbsp;m² che rappresenta in questo caso ben il 75% dei 231 nuraghi dello studio eseguito<ref name="moravettiricerche" />.
 
Il diametro dei nuraghi a torre varia dai 10 ai 15 metri (media di 12,30 nel Marghine - Planargia<ref name="moravettiricerche" />) e l'altezza dai 10 ai 22 metri<ref name="zeddaarcheologia">Mauro Peppino Zedda, ''Archeologia del paesaggio sardo'', Cagliari, Agorà Nuragica, 2009. ISBN 88-901078-3-9</ref>. La torre Nuragica più alta, era forse quella del Nuraghe Arrubiu, superava in origine i 27 metri <ref>https://www.academia.edu/9937076/IL_NURAGHE_ARRUBIU</ref>
 
L'inclinazione della muratura varia tra i 10° e i 16°<ref name="zeddaarcheologia". />E' consuperata unala tendenzateoria evolutiva,che seppur nonesistesse strettamenteuna progressivatendenza evolutiva, trasecondo cui i nuraghi più antichi (come Domu 'e s'Orku di [[Sarroch]]) avessero una pendenza maggiore e quelli più recenti (Nuraghe Altoriu) a costruire conuna pendenze sempre meno accentuate<refaccentuata. name="lilliuinuraghi"Così come è un concetto errato che la cupola ogivale fosse anticamente più alta e solo nei modelli recenti più />bassa..
 
=== Scale ===