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== I miracoli eucaristici e la scienza ==
Una possibile spiegazione scientifica del presunto sanguinamento dell'ostia è che si tratti in realtà della crescita di uno strato di microrganismi dal colore rosso sangue. Johanna C. Cullen, ricercatrice della Georgetown University, nel [[1994]] è riuscita a produrre la parvenza di sanguinamento in laboratorio facendo attaccare le ostie da un batterio molto diffuso, la ''[[serratia marcescens]]'', identificato per la prima volta nel 1823 da [[Bartolomeo Bizio]] e che in periodi di caldo e in luoghi umidi produce sui prodotti da forno (come appunto pane, focacce e quindi anche le ostie) un pigmento rosso e gelatinoso appropriamente chiamato ''[[prodigiosina]]''. La Cullen ha pubblicato la sua ricerca sulla rivista della ''[[American Society for Microbiology]]''<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Johanna C. Cullen|titolo= The Miracle of Bolsena|rivista=ASM News|anno=1994|pp=187-191|volume=60}}.</ref>. Analoghi risultati sono stati ottenuti nel [[1998]] da Luigi Garlaschelli, ricercatore dell'[[Università di Pavia]]<ref>{{Cita pubblicazione | autore=Luigi Garlaschelli | titolo= Amido ed emoglobina: il miracolo di Bolsena | rivista=Chimica e Ind. | anno=1998 | p=80 | volume=1201 }}; {{cita web|url=http://www.luigigarlaschelli.it/Altrepubblicazioni/bolsena.htm|titolo=Amido ed emoglobina: il miracolo di Bolsena (La Chimica e l'Industria., 80, 1201 (1998))|autore=Luigi Garlaschelli|accesso=3 luglio 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060211191919/http://www.luigigarlaschelli.it/Altrepubblicazioni/bolsena.htm|dataarchivio=11 febbraio 2006}}</ref>, dichiaratamente ateo, e nel [[2000]] da J.W. Bennett e R. Bentley della Tulane University<ref>{{Cita pubblicazione | autore=Bennett JW, Bentley R | titolo= Seeing red: The story of prodigiosin | rivista=Adv Appl Microbiol | anno=2000 | pp=1-32| volume=47|doi=10.1016/S0065-2164(00)47000-0}}</ref>.
 
Successivamente sono stati effettuati esami di laboratorio su alcuni miracoli eucaristici recenti. In relazione al miracolo eucaristico di Tixtla, avvenuto nel 2006, mons. Alejo Zavala Castro, vescovo diocesano, affidò al dott. Ricardo Castañón Gómez, [[psicologo]] clinico, esperto di [[psicosomatica]], [[biochimica]] e neuro-[[psicofisiologia]], il compito di esaminare scientificamente l'ostia che era apparsa macchiata da una sostanza rossiccia. Furono prelevati tre millimetrici frammenti che vennero esaminati da diversi laboratori specializzati in [[medicina forense]], [[immunoistochimica]] e [[genetica]], ubicati in [[Messico]], [[Guatemala]], [[Bolivia]] e [[Stati Uniti]].
 
Gli esami fornirono i seguenti risultati:<ref>Franco Serafini, ''Un cardiologo visita Gesù'', ESD, 2018, pp.66-73.</ref>
 
* La sostanza analizzata è risultata essere sangue di ''tipo umano'', appartenente al ''[[gruppo sanguigno]] AB'', come nel [[miracolo eucaristico di Lanciano]] e nel caso della [[Sindone di Torino|Sindone]].<ref>{{cita web|url=https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2018-10/documentario-segni-miracoli-eucaristici-carlo-acutis-lanciano.html|titolo=“Segni”, i miracoli eucaristici da Lanciano a Sokolka|accesso=31 ottobre 2018}}</ref>
* Sono presenti fibre cellulari di natura ''muscolare cardiaca''.
* È presente ''[[DNA]] umano'', ma ''non si riesce a ricavarne il profilo genetico''.
* Sotto la superficie del sangue coagulato, a contatto con l'ostia, è ancora presente ''sangue fresco'' (sono passati quasi ''quattro anni'' dal fenomeno iniziale).
* Il sangue è ''scaturito dall'interno dell'ostia''.
* Sono presenti ''globuli bianchi ancora integri e attivi al momento del prelievo'' (I globuli bianchi sono labilissimi: fuori dal proprio organismo, o alla morte di questo, muoiono e si dissolvono entro poche decine di minuti. I globuli bianchi esprimono ''la vitalità dell'organismo a cui appartiene il tessuto in cui vengono ritrovati'', inoltre è stato ricordato che i globuli bianchi non si formano ''in loco'', ma vengono prodotti in altri distretti dell'organismo e successivamente inviati al punto che necessita del loro intervento, come nel caso di traumi, ferite o infiammazioni).<ref>Franco Serafini, opera citata, p.71.</ref>
 
 
ma va rilevato che la Chiesa conosce bene questa possibilità e ogni qualvolta si verifica un miracolo eucaristico fa analizzare dei campioni dell'ostia consacrata anche a più laboratori contemporaneamente: uno degli ultimi esempi in tal senso è il miracolo eucaristico avvenuto in conseguenza del ritrovamento di un'ostia profanata il 15 agosto 1996 nella parrocchia di Santa Maria, a Buenos Aires, dove l'ostia consacrata fu poi posta in un calice d'acqua per essere dissolta (secondo le prescrizioni ecclesiastiche in casi del genere) ma iniziò presto a sanguinare; campioni dell'ostia con il sangue furono inviati a due diversi laboratori, a Sidney e New York, ignari dell'origine di quei frammenti. Le analisi mostrarono la presenza di un tessuto miocardico e di globuli bianchi intatti, che non possono essere presenti nel tessuto cardiaco di un cadavere, tant'è che il professor Frederick Zugibe (1928-2013) della Columbia University di New York chiese sbalordito: "Come avete fatto ad estrarre da una persona un pezzo di cuore vivente?" [''cfr''. il Timone, [http://www.iltimone.org/prodotto/timone-154-giugno-2016/ "Il ritorno dei miracoli eucaristici"], dossier del giugno 2016]. Sempre il professor Zugibe, osservando il modo in cui i globuli bianchi avevano penetrato il tessuto miocardico, affermò che "il cuore era stato sottoposto a un duro stress, come se il suo proprietario fosse stato picchiato duramente all'altezza del torace"[http://www.ncregister.com/daily-news/eucharistic-miracle-bleeding-host-phenomenon-reported-in-dioceses-worldwide].