Giuliano Poletti: differenze tra le versioni

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=== Jobs Act ===
Tra le attività e le iniziative legislative portate a compimento nel corso del suo incarico, quella più famosa e discussa è stata la riforma del mercato del lavoro, il cosiddetto “Jobs Act” (Legge delega 10 dicembre 2014, nº 183, e otto successivi decreti legislativi attuativi)<ref>{{Cita web|url=http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-12-03/jobs-act-traguardo-governo-chiedera-oggi-fiducia-senato-103153_PRN.shtml|titolo=Il Jobs act è legge: ok del Senato alla fiducia. Renzi: l’Italia l’Italia cambia davvero - Il Sole 24 ORE|sito=www.ilsole24ore.com|accesso=2018-04-26}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.jobsact.lavoro.gov.it/Pagine/default.aspx|titolo=Jobs Act|autore=Ministero del Lavoro|sito=www.jobsact.lavoro.gov.it|lingua=it|accesso=2018-04-26}}</ref> con il quale è stato riordinato e semplificato l’impianto complessivo delle relazioni contrattuali con l’introduzione del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, più moderno e in linea con l’Europa, e l’eliminazione di forme particolarmente precarizzanti come le collaborazioni a progetto e l’associazione in partecipazione, procedendo, al contempo, ad una importante ridefinizione delle caratteristiche del lavoro subordinato e del lavoro autonomo. Altri effetti della riforma sono la semplificazione delle procedure e degli adempimenti connessi alla costituzione e alla gestione dei rapporti di lavoro; l’estensione del diritto all’indennità di maternità a tutte le lavoratrici e il rafforzamento della strumentazione per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro; la razionalizzazione del sistema dei controlli e delle ispezioni; il divieto della pratica delle “dimissioni in bianco”. Sono inoltre stati modificati gli ammortizzatori sociali, ampliando le coperture ed estendendole anche ai lavoratori delle imprese di minori dimensioni e distinguendo con maggiore precisione le situazioni di disoccupazione involontaria da quelle di effettiva continuità dei rapporti di lavoro. Infine, è stato riformato il sistema delle politiche attive, con l’obiettivo di realizzare un modello di sostegno e di accompagnamento dei lavoratori più efficace e coerente con il costante processo di cambiamento legato alla digitalizzazione e all’automazione.
 
La riforma ha toccato alla radice i nodi storici della flessibilità, della produttività (bassa) e delle tutele (elevate) che tutte le istituzioni nazionali e internazionali consideravano “troppo rigidi” nel nostro paese, tali da scoraggiare investimenti e sviluppo economico. Dalla sua introduzione (febbraio 2014) il numero di occupati è cresciuto di 1 milione e 29mila unità (dato ufficiale di novembre 2017), rimettendo di fatto in moto il mercato del lavoro in Italia.<ref>{{Cita news|lingua=it|url=http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-01-10/jobs-act-mirino-campagna-elettorale-ma-piu-che-smontarlo-va-completato--113601.shtml?uuid=AEZNpDf|titolo=Fact-checking al Jobs act: cosa ha prodotto e come va completato|pubblicazione=Il Sole 24 ORE|accesso=2018-04-26}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=it|url=http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2016-09-12/istat-poletti-il-jobs-act-funziona-confermata-crescita-occupazione-112242.shtml?uuid=ADeJFxIB|titolo=Istat, Poletti: «Il Jobs Act funziona, confermata la crescita dell'occupazione»|pubblicazione=Il Sole 24 ORE|accesso=2018-04-26}}</ref>
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Per ottenere le misure del programma, il Ministero ha creato una piattaforma on line ad hoc dedicata ai giovani e alle imprese, nel quale occorre registrarsi e aderire. Nel dettaglio, le misure prevedono: accompagnamento al lavoro, formazione, apprendistato, tirocinio extracurriculare, servizio civile, auto-imprenditorialità, mobilità professionale.<ref name="garanzia" />
 
A oggi, secondo le fonti ufficiali, i Neet che si sono iscritti al programma sono 1.204.670, quelli presi in carico dai centri per l'impiego 982.589 e, coloro che dopo l’esperienza con Garanzia giovani hanno trovato un’occupazione, sono 359.348 di cui il 30,5% con un contratto indeterminato.<ref name="lavoro.gov">{{Cita web|url=http://www.lavoro.gov.it/notizie/pagine/poletti-grazie-a-garanzia-giovani-si-e-ridotto-il-numero-degli-inattivi.aspx/|titolo=Notizie|sito=www.lavoro.gov.it|lingua=en|accesso=2018-04-26}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=it|url=https://www.avvenire.it/economia/pagine/garanzia-giovani-gli-occupati-sono-359348|titolo=Garanzia giovani. Gli occupati sono 359.348 al 31 dicembre 2017|data=2018-02-20|accesso=2018-04-26}}</ref>
 
A tre anni dal lancio, e sulla scorta dei buoni risultati che l’Unione Europea ha riconosciuto al programma mirato a migliorare l’occupabilità dei NEET, Garanzia Giovani è stata rilanciata con nuove risorse ed un aggiustamento della strategia complessiva. L’annuncio è stato dato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali nel corso di un incontro con i rappresentanti delle Regioni e delle organizzazioni sindacali. Le nuove risorse, che ammontano a 1,3 miliardi di euro, consentiranno di portare il programma fino alla scadenza del ciclo di programmazione dei fondi europei (2020), consolidando l’esperienza accumulata e correggendo le problematiche emerse dal monitoraggio attento e continuo.<ref name="lavoro.gov" />
 
=== Gli interventi in materia di previdenza ===
In questi anni, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha anche svolto un ruolo di primo piano nella definizione e nella realizzazione di interventi in materia previdenziale.
 
Da ricordare, in riferimento alla necessità di porre rimedio ad alcuni problemi originati dalla riforma Fornero, l’azione a tutela dei cosiddetti “esodati” (8 salvaguardie, per un totale di circa 170mila persone tutelate). Accanto a questo, da segnalare l’introduzione, attraverso un rapporto di collaborazione e dialogo con i sindacati che ha portato ad un accordo siglato a settembre 2016<ref>{{Cita web|url=http://www.lavoro.gov.it/stampa-e-media/Interviste/Documents/2016/Ottobre/20161009.pdf|titolo=Intervista Corriere della Sera ottobre 2016}}</ref>, di elementi di flessibilità in uscita, sostenuti da un impegno finanziario cospicuo (nella legge di bilancio approvata a fine 2016, sono stati stanziati 7 miliardi per il triennio 2017-2019). Una flessibilità delineata con un’attenzione particolare alle persone in condizioni di maggiore difficoltà ed impegnate in attività più gravose (ape sociale; uscita anticipata per lavoratori precoci: eliminazione delle penalizzazioni prima dei 62 anni e fissazione requisito di 41 anni di contributi per i precoci disoccupati, o che svolgono lavori pesanti o attività usuranti, o con disabilità propria o con esigenze di cura per parenti di 1º grado).<ref>{{Cita news|lingua=it|url=http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-09-07/ape-social-poletti-due-anni-meno-contributi-donne-figli-174919.shtml?uuid=AEka65OC|titolo=Ape social, Poletti: fino a due anni in meno di contributi per donne con figli|pubblicazione=Il Sole 24 ORE|accesso=2018-04-26}}</ref>