Assedio di Nasso: differenze tra le versioni

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{{Campagnabox Prima guerra persiana}}
 
L'assedio di '''Nasso''' fu un tentativo, fallito, di conquista dell'isola greca nel '''499 a.C.''' da parte di '''Aristagora''', '''Tiranno''' di [[Mileto (Asia Minore)|Mileto]], e '''[[Artaferne]]''', [[Satrapo]] di '''Sardi'''. Il piano di conquista dell'isola rientrava nella politica espansionistica dell'[[Persia#L'Impero achemenide|Impero persiano]] di [[Dario I di Persia|Dario il Grande]]. L'assedio di Nasso aprì la serie di conflitti tra Greci e Persiani noti come [[Guerre persiane]].
 
Aristagora era stato avvicinato da aristocratici di Nasso in esilio, desiderosi di rientrare nell'isola. Intravedendo l'opportunità di rafforzare l'influenza di Mileto sopra le '''[[Cicladi]]''', Aristagora cercò l'aiuto del Re persiano '''[[Dario]]''' tramite il [[satrapo]] '''[[Artaferne]]''' per la conquista di [[Nasso]]. Acconsentendo alla spedizione, i Persiani assemblarono una forza di 200 [[triremi]] sotto il comando di [[Megabate]].
La spedizione incontrò da subito difficoltà, a causa di screzi nati tra Aristagora e [[Megabate]] durante il viaggio verso Nasso. Qualcuno, forse lo stesso Megabate, informò gli abitanti di Nasso dello sbarco imminente. Quando sbarcarono, Persiani e [[Ioni]] si trovarono di fronte una città asserragliata e pronta a subire un lungo assedio. Dopo quattro mesi senza risultati, a corto di soldi, la spedizione fu costretta al rientro in [[Asia Minore]] senza aver concluso risultati tangibili.
 
Sentendo prossima la sua destituzione come Tiranno di Mileto, a causa della spedizione fallimentare, Aristagora incitò tutta la [[Ionia]] a sollevarsi contro Dario. La rivolta si diffuse nella [[Caria]] e a [[Cipro#Storia antica|Cipro]]. Per tre anni le forze persiane cercarono di reprimere i moti di ribellione accesi in Asia Minore con esiti effimeri. Raccolte però le forze, decisero di colpire il centro di queste ribellioni: Mileto. Nel [[494 a.C.]], con la [[battaglia di Lade]], i Persiani sconfissero la flotta ionica in modo decisivo. A seguito della caduta di Mileto, le ribellioni in Asia Minore cessarono e Dario poté organizzare delle forze punitive contro [[Atene (città antica)|Atene]] ed [[Eretria (città antica)|Eretria]], le quali avevano incoraggiato e sostenuto le rivolte, dando luogo così alla [[Prima guerra persiana|prima invasione persiana della Grecia]].
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{{vedi anche|Erodoto}}
 
Di fatto l'unica fonte primaria per la rivolta ionica è lo storico greco '''[[Erodoto]]'''.<ref name = "fine">Fine, pp. 269&ndash;277</ref> Erodoto, definito da [[Cicerone]] 'Padre della Storia'<ref>Marco Tullio Cicerone, De legibus I, 5</ref>, è nato nel 484&nbsp;a.C. ad [[Alicarnasso]] in Asia Minore, allora sotto il controllo persiano. Ha scritto la sue '''''Storie''''' ({{lang-grc|Ἱστορίαι|Historíai}}) intorno al 440&ndash;430&nbsp;a.C., cercando di rintracciare le origini delle guerre greco-persiane, terminate nel 450 a.C e quindi non molto tempo prima della sua stesura.<ref name = Holland/> L'approccio di Erodoto rappresentava una novità, almeno per la cultura occidentale, e sembra che proprio lui abbia dunque inventato la Storia così come la intendiamo noi.<ref name = Holland/> Come Holland ha sottolineato: "''Per la prima volta un cronista sì è messo nella condizione di risalire alle origini di un conflitto, origini che non erano così remote da scadere nel fiabesco, né dovute a capricci o desideri di un qualche dio, e neppure appigliandosi a rivendicazioni di popoli che dovevano seguire il proprio destino; piuttosto con spiegazioni che avrebbe potuto verificare personalmente.''"<ref name = Holland>Holland, pp. ''xvi''&ndash;''xvii''.</ref>
 
Alcuni antichi storici successivi, nonostante seguissero le sue orme di Erodoto, lo hanno criticato, a partire da [[Tucidide]].<ref>Tucidide, [[Guerra del Peloponneso]], e.g. [http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?doc=Perseus%3Atext%3A1999.01.0200&layout=&loc=1.22 I, 22]</ref><ref name = Finley>Finley, p. 15.</ref> Tuttavia Tucidide stesso scelse di iniziare la sua storia laddove Erodoto aveva terminato, ossia l'[[Assedio di Sesto (Ellesponto)|Assedio di Sesto]]. Quindi, evidentemente, egli stesso aveva ritenuto che la ''Storia'' di Erodoto fosse abbastanza precisa da non aver bisogno di riscritture o di correzioni.<ref name = Finley/> [[Plutarco]] criticò Erodoto nel suo saggio '''''La malignità di Erodoto'''''", descrivendo Erodoto come "Philo-barbaros" (amante degli stranieri), per non essere stato abbastanza partigiano nei confronti dei Greci, la qual cosa ci suggerisce che Erodoto potrebbe in realtà aver fatto un lavoro ragionevolmente imparziale.<ref>Holland, p. ''xxiv''.</ref> Un quadro negativo di Erodoto è stato poi tramandato nell'Europa rinascimentale, anche se con toni leggeri.<ref>{{Cita web|url= http://www.loyno.edu/history/journal/1998-9/Pipes.htm|titolo=Herodotus: Father of History, Father of Lies|accesso=5 novembre 2016|autore=David Pipes |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20071227170138/http://www.loyno.edu/history/journal/1998-9/Pipes.htm |dataarchivio= 27 dicembre 2007}}</ref> Comunque dal [[XIX secolo]] la sua reputazione è stato sensibilmente riabilitata per via di ritrovamenti archeologici che hanno più volte confermato la sua versione dei fatti.<ref name = h377>Holland, p. 377</ref> La visione moderna prevalente è che Erodoto generalmente abbia fatto un notevole lavoro notevole con la sua Historíai, ma che alcuni dettagli specifici (in particolare numero di soldati e dati numerici in genere) dovrebbero essere guardati con scetticismo.<ref name = h377/> Nondimeno vi sono ancora alcuni storici che reputano attendibile gran parte del lavoro fatto da Erodoto con la sua Historíai.<ref>Fehling, pp. 1&ndash;277.</ref>