Clare Boothe Luce: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 35:
== Biografia ==
[[File:Clare Boothe Luce and Henry Luce NYWTS.jpg|thumb|upright=1.0|L'ambasciatrice Clare Boothe Luce con il secondo marito [[Henry Robinson Luce|Henry]] nel 1954]]
Ann Clare Boothe nasce nel 1903 a New York. L'infanzia non è facile. I genitori si separano quando ha soli 8 anni. Per pagarsi gli studi, Ann comincia a lavorare come [[attrice bambina]] con lo pseudonimo di ''Joyce Fair''.<ref>Frank N. Magill, ed., ''The 20th Century Go-N: Dictionary of World Biography'', Volume 8, pp. 2256-59.</ref> Tra il 1914 e il 1922 prende parte, con buon successo, a un totale di 19 pellicole. Nel 1923, a venti anni, sposò George Tuttle Brokaw, ricco erede di una catena di abbigliamento di [[New York]], dal quale ebbe una figlia: Ann. Dopo il divorzio nel 1929, intraprese la carriera giornalistica. Lavorò nella rivista di moda ''[[Vogue (periodico)|Vogue]]'' e, nel 1931, assunse la direzione di ''[[Vanity Fair (1913–19361913-1936)|Vanity Fair]]'', periodico di costume, cultura, moda e politica.
 
Nel 1935 sposò in seconde nozze [[Henry Robinson Luce|Henry Luce]], fondatore ed [[editore]] di alcuni tra i più importanti [[periodico|periodici]] americani, quali ''[[TIMETime]]'', ''[[Life (rivistaperiodico)|Life]]'' e ''[[Fortune]]''. Eletta tra le file del [[Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)|Partito Repubblicano]], dal 1943 al 1947 fece parte della [[Camera dei Rappresentanti deglirappresentanti (Stati Uniti d'America)|Camera dei Rappresentanti]], per lo Stato del [[Connecticut]].
 
La morte della figlia Ann, avvenuta in un incidente automobilistico nel 1944, provocò in lei una crisi che la condusse, nel 1946, sotto la guida del predicatore monsignor [[Fulton John Sheen|Fulton J. Sheen]],<ref>Fulton John Sheen (1895-1979) [[arcivescovo]] americano, per molti anni condusse programmi [[Radio (mass media)|radiofonici]] e [[Televisione|televisivi]] di argomento religioso.</ref> a [[Conversione religiosa|convertirsi]] al [[Cattolicesimo]]. Narrò la tragica esperienza vissuta e le motivazioni della sua scelta in ''The Real Reason'' (''La vera ragione''), un articolo pubblicato nel [[1947]] sul mensile femminile ''McCall's''.
a [[Conversione religiosa|convertirsi]] al [[Cattolicesimo]]. Narrò la tragica esperienza vissuta e le motivazioni della sua scelta in ''The Real Reason'' (''La vera ragione''), un articolo pubblicato nel [[1947]] sul mensile femminile ''McCall's''.
 
Dal 1953 al 1956, nominata dal [[Presidente degli Stati Uniti d'America|Presidente]] [[Dwight D. Eisenhower|Dwight Eisenhower]], fu ambasciatrice statunitense in [[Italia]] dove il suo deciso [[anticomunismo]] ed alcuni interventi nelle vicende [[Politica interna|politiche interne]] provocarono diverse polemiche<ref>[[Indro Montanelli]] e [[Mario Cervi]], ''L'Italia della Repubblica'', Milano, Rizzoli, 1985, pp. 200-201.</ref><ref>[[Giuseppe Mammarella]], ''L'Italia dopo il fascismo. 1943-1973'', Bologna, Il Mulino, 1974, pag. 268.</ref>; tra l'altro, nel 1955 convinse il Dipartimento della difesa a dichiarare ufficialmente che il governo statunitense non avrebbe più concesso [[Delocalizzazione (economia)|contratti ''offshore'']] per la produzione di equipaggiamento militare a quelle imprese italiane in cui "i sindacati rossi" fossero stati in maggioranza nelle commissioni interne<ref>S. Colarizi, ''La seconda guerra mondiale e la Repubblica'', in G. Galasso (a cura di), ''Storia d'Italia'', vol. XXIII, UTET, Torino 1984, p. 688.</ref>.
 
I ''dossier'' di Claire Booth Luce, recentemente desecretati dagli archivi nazionali Usa, confermano lo spiccato anticomunismo dell'ambasciatrice che più volte aveva ribadito: «Il principale obiettivo degli aiuti militari ed economici americani all'Italia è di difendere il [[mondo libero]] dal comunismo». "Al presidente della Fiat, [[Vittorio Valletta]], la Luce chiede ad esempio (...) «di non dare pubblicità ai giornali comunisti, di escludere i comunisti dal novero dei tecnici e del management, di precisare mensilmente a quale sindacato siano iscritti e di organizzare un fondo di sicurezza interna». Gli stessi ''dossier'' sottolineano anche l'obiettivo della Luce «di sottrarre il cinema italiano dal dominio del [[Partito Comunista Italiano|Pci]]» A preoccupare Claire Booth Luce, nell'estate del '55, era il fatto che il 90-95% delle maestranze di ''Guerra e pace'' (...) fosse iscritto alla Cgil. Dopo un lungo braccio di ferro, nel cast, verranno assunti anche iscritti a [[Cisl]] e [[Unione Italiana del Lavoro (1950)|Uil]]"<ref>Ennio Caretto, ''L'offensiva sugli intellettuali caldeggiata dall'ambasciatrice Luce. Una diplomatica anticomunista. Troppa Cgil per Tolstoj'', [[Corriere della Sera]], 17 aprile 2005.</ref>.
 
Tornata negli Stati Uniti, nel 1964 sostenne la [[Elezioni presidenziali deglinegli Stati Uniti d'America del 1964|campagna presidenziale]] del [[Conservatorismo|conservatore]] repubblicano, [[Senato degli Stati Uniti|senatore]] [[Barry Goldwater]], che venne però sconfitto nettamente dal [[Partito Democratico (Stati Uniti d'America)|democratico]] [[Lyndon B. Johnson]].
 
Morì a Washington, a ottantaquattro anni, nel 1987.