Publio Cornelio Scipione: differenze tra le versioni
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Dopo aver platealmente stracciato i rendiconti asserendo che la sua parola aveva lo stesso valore, Publio Cornelio si ritirò nella sua villa a [[Liternum]] (ora [[Lago Patria]]), in [[Campania]]. In questa occasione gli viene attribuita la famosa frase: ''Ingrata patria non avrai nemmeno le mie ossa''. Nel [[183 a.C.]], di salute cagionevole, Publio Cornelio Scipione Africano muore, cinquantaduenne, a Liternum.<br />
La tradizione fa avvenire la sua morte nello stesso periodo in cui a Lybissa, sulle spiagge orientali del [[Mar di Marmara]] moriva, suicida, il suo grande nemico [[Annibale]]. La tomba di Scipione è ancora oggi locata al centro del foro delle rovine dell'antica Liternum.
Nel celeberrimo ''Il Principe'' [[Niccolò Machiavelli]] menziona Scipione l'Africano nel capitolo XVII ''Della crudeltà e della pietà. e se sia meglio essere più amati che temuti o piuttosto temuti che amati'' descrivendo il condottiero romano come una figura fin troppo indulgente che aveva concesso ai suoi soldati ''più licenzia di quanto non fosse convenuto alla disciplina militare''. Questa troppa pietà per Machiavelli fu la causa della ribellione delle sue legioni in Spagna e della mancata punizione di un luogotenente che aveva, senza il suo permesso, depredato i locresi. Machiavelli inoltre aggiunge che la pietà se usata a dismisura è una qualità dannosa ma nel caso di Scipione fu un motivo di prestigio e gloria solo perché quest'ultimo viveva sotto la protezione del senato.
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