Pessimismo: differenze tra le versioni

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===L'inconscio===
Nella prima parte della sua opera principale ''Filosofia dell'inconscio'' Hartmann vuole dimostrare come nei fenomeni naturali complessi agiscano non cause materiali ma [[finalismo|finalistiche]] spirituali. Ad esempio nella cova delle uova non è la forma dell'uovo, la struttura corporea dell'uccello o la temperatura del nido a spiegare questo fenomeno quanto la causa spirituale che ha come fine la perpetuazione della specie<ref>Hartmann, ''op. cit'', pp. 43-46</ref>.
 
La [[volontà]] non è qualcosa che riguarda solo gli esseri umani, considerati sia nella loro interezza sia nelle parti singole che li compongono (ad esempio il [[midollo spinale]] e i [[gangli]]), ma anche gli animali hanno delle attività psichiche che possono distinguersi da quelle umane solo quantitativamente e che permettono loro di conseguire precisi scopi, di modificare i loro comportamenti in relazione al mutamento delle situazioni, il che vuol a dire «vogliono»<ref>Hartmann, ''op. cit.'' p. 52 e sgg.</ref>, ossia in loro sono presenti varie volontà che fanno capo di volta in volta a parti diverse dal cervello (il [[cervelletto]], il midollo spinale, i gangli nervosi<ref>Hartmann, ''op. cit. I, pp. 53-56</ref>. Così anche nell'uomo vi sono movimenti involontari, come ad esempio il battito cardiaco, che non sono collegabili ad una volontà conscia centrale ma alle singole parti da cui si originano queste volontà che regolano i movimenti<ref>Hartmann, ''op. cit. I, pp. 56-59</ref>.
 
Stabilita l'esistenza di questa volontà bisogna chiarire come essa debba essere collegata alla [[Rappresentazione (filosofia)|rappresentazione]] nel senso che ogni volontà è di per sé astratta se non viene collegata ad un preciso contenuto. Ogni volere infatti è un volere qualcosa, quindi un volere determinato ma la nuova situazione che si vuole raggiungere mettendo in atto il volere non può essere presente realmente alla volontà poiché in questo caso non sarebbe più da realizzare: essa deve esistere quindi nel soggetto volente idealmente, vale a dire come rappresentazione e questo accade perché la volontà è un'entità spirituale<ref>Hartmann, ''op. cit.'', pp. 100-103</ref> Ogni volontà contiene in sé idealmente, spiritualmente, la [http://www.treccani.it/vocabolario/volizione/ volizione].
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La prova che esiste un'attività spirituale psichica inconscia Hartmann la trova nell'analisi degli istinti animali e umani e come sostiene Hegel anche per Hartmann «L'istinto è un agire finalizzato senza coscienza del fine».<ref>Hegel, ''Enciclopedia'', § 360</ref>
 
La presenza nella natura di una serie di cause ed effetti fa pensare all'esistenza di un fine ultimo che segni la conclusione della catena se non si vuole che questa rimanga «sospesa nell'aria». Si deve dunque condividere la teoria di [[Leibniz]] secondo la quale il mondo è strutturato per raggiungere nel miglior modo possibile il migliore dei fini possibili <ref>Hartmann, ''op. cit.'', pp. 273-277</ref>. Questo finalismo però deve tener conto dell'esistenza del male e del dolore che contrasta la volontà dell'inconscio di raggiungere la felicità.
 
===La felicità===