Scalea: differenze tra le versioni
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[[File:Panorama_Centro_Storico_-_panoramio_-_Salvatore_Migliari_(1).jpg|thumb|right|Panorama Centro Storico]]
[[File:Scalea_escalier.JPG|thumb|right|Scale a scalea]]
[[File:Scalea_porte.JPG|thumb|right|Porta a Scalea]]
[[File:Scalea_stare_mesto5.jpg|thumb|right|]]Il territorio comunale, di forma quadrangolare, con la base maggiore di circa 8 km adagiata sul mar Tirreno, ha una profondità verso l’interno di circa 3 km e un’estensione totale di circa 28 km². Esso confina a nord con [[San Nicola Arcella]], ad est con [[Santa Domenica Talao]], a sud-est con [[Orsomarso]], a sud con [[Santa Maria del Cedro]] ed a ovest con il [[mar Tirreno]]. ▼
[[File:Spiaggia_di_Scalea_con_Torre_Talao.jpg|thumb|right|]]▼
▲Il territorio comunale, di forma quadrangolare, con la base maggiore di circa 8 km adagiata sul mar Tirreno, ha una profondità verso l’interno di circa 3 km e un’estensione totale di circa 28 km². Esso confina a nord con [[San Nicola Arcella]], ad est con [[Santa Domenica Talao]], a sud-est con [[Orsomarso]], a sud con [[Santa Maria del Cedro]] ed a ovest con il [[mar Tirreno]].
La cittadina si dispone su un vasto [[promontorio]], che delimita a sud il [[Golfo di Policastro]].
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Scalea è uno dei paesi più importanti e più antichi dell’Alto Tirreno Calabrese. Nelle grotte di [[Torre Talao]] sono stati rinvenuti, nel corso di scavi archeologici, manufatti di pietre ed ossa dell’epoca paleolitica.
Durante la civiltà del bronzo, del ferro e nella fase [[Protostoria|protostorica]] ([[X secolo a.C.|X]]-[[VII secolo a.C.|VII]] secolo a.C.)<ref>{{Cita web|url=http://www.comune.scalea.cs.it/cms/guide/scalea_nel_tempo/Preistoria.htm|titolo=Età Preistorica}}</ref> gli uomini vivevano nelle valli del Lao in piccole comunità: prova di questo periodo è lo scoglio di [[Torre Talao|Torre dell’isola]], una delle prime stazioni dell’uomo nell’[[Italia meridionale]]. Durante gli scavi nelle grotte di [[Torre Talao]] sono state rinvenute prove della fase musteriana in Calabria, oltre i resti della fauna pleistocenica riferibili all’industria paleolitica media.
Successivamente la zona era stata dapprima terra degli Enotri fino a quando i Greci Sibariti, per facilitare le comunicazioni con la loro colonia di Posidonia ([[Paestum]]), nel [[600 a.C.|600 a.C]]. fondarono la città di [[Laos (Magna Grecia)|Laos]]. Essa fu una città costiera posta sulle prime alture del fiume Lao.
Laos si può considerare antenata di Scalea, così come lo fu la colonia romana di Lavinium, come testimoniano i numerosi ruderi di [[Villa romana|ville romane]] di [[Impero romano|epoca imperiale]] sparse nella piana e nelle prime alture.
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== Monumenti e luoghi d'interesse ==
* '''Palazzo dei Principi:''' il Palazzo situato nel Centro Antico è testimonianza dell'architettura medioevale del [[XIII secolo|secolo XIII]], di proprietà del comune, sede della Biblioteca Comunale e di immensi saloni che custodiscono pregevoli affreschi del Seicento.▼
=== Architetture religiose ===
* '''Palazzetto Normanno''' detto l'Episcopio del [[XII secolo]]: il palazzetto durante la dominazione angioina divenne una vera e propria fortezza militare e vi nacque un importante e illustre personaggio, Ruggero di Lauria<ref>{{Cita libro|titolo=SCALEA tra duchi e principi mercanti filosofi e santi|editore=Giovanni Celico|p=}}</ref>,grande [[ammiraglio]] della flotta angioina-aragonese.▼
Dopo la costruzione di un [[convento]] [[Ordine francescano|francescano]] nel [[XIII secolo]] ad opera di Pietro Cathin, discepolo di [[Francesco d'Assisi]], Scalea divenne un centro religioso e culturale.▼
==== Chiesa di Santa Maria d'Episcopio ====▼
* [[Torre Talao]] del [[secolo XV]]I: la Torre fu costruita nel ‘500 sopra un isolotto ora arenato al cui interno sgorgava acqua sulfurea e divenuta, negli anni, prima presidio militare, poi cenacolo di artisti e intellettuali.▼
[[File:Scalea kostol.jpg|sinistra|miniatura|La chiesa di Santa Maria d'Episcopio]]
La chiesa, meglio conosciuta come "[[Beata Vergine Maria del Monte Carmelo|Madonna del Carmine]]", è ricca di monumenti e opere d'arte. La Madonna del Carmine è la patrona di Scalea e si festeggia il 15 e 16 luglio di ogni anno. La mattina del 16 luglio il [[sindaco]], a nome della cittadinanza, offre un "cero" Votivo alla Madonna. Il giorno della festa la statua della Madonna è portata in processione per le vie principali del paese. Partecipano alla processione donne con le "cinte" portate sul capo. La cinta è formata da un telaio in legno, riccamente addobbata, predisposta per reggere i ceri votivi.▼
La Madonna del Carmine fu proclamata patrona e protettrice di Scalea il 7 marzo del 1875, dopo un'epidemia di colera. La confraternita carmelitana era stata fondata già nel [[1806]]. L'anno dopo ebbe l'indulgenza del [[papa Paolo V]] con bolla del 1º aprile. In occasione del centenario della proclamazione il popolo di Scalea offrì alla Madonna una corona d'oro. L'oro offerto dalla popolazione fu fuso in piazza vecchia, all'aperto, presenti tutti i fedeli, con una particolare cerimonia.▼
* '''Ruderi del Castello Normanno:''' il castello, i cui ruderi dominano i centro storico di Scalea, divenne fortezza militare nel [[XIII secolo|secolo XIII]], quando la signoria feudale era della famiglia Loira<ref>{{Cita web|url=https://www.calabriaportal.com/scalea/874-scalea-castello.html|titolo=Castello di Scalea}}</ref>, successivamente il castello fu confiscato e passò al regio demanio. Verso il 1499 il [[feudo]] ed il castello di Scalea furono acquistati dal duca Francesco di Sanseverino. Nel [[1501]] il castello fu comperato da Giovanni Caracciolo e, nel 1525 passò alla figlia Isabella che andò in sposa a Ferrante Spinelli duca di [[Castrovillari]] che divenne il nuovo proprietario del castello. Alla morte di Francesco Spinelli il castello rimase di proprietà della famiglia fino alla fine della feudalità<sup>[[Scalea#cite note-6|[6]]]</sup>. Poi fu venduto dagli eredi agli attuali proprietari. Il castello fu abbandonato alla fine del [[XVIII secolo]] e presto andò in rovina. Tra i suoi ruderi nel [[1908]] fu costruito il serbatoio del primo acquedotto di Scalea. Una leggenda narra che il castello sia collegato con un passaggio sotterraneo all'antica [[Torre Talao]] che sorge su un imponente scoglio.▼
Il primo nucleo della chiesa Madonna del Carmine risale all'[[VIII secolo]]. Periodo questo di maggiore attività dei monaci Basiliani nella zona, conosciuta con il nome di Mercurion. In questi anni la chiesa fu anche [[Diocesi|sede episcopale]] o almeno di [[Corepiscopo|corepiscopi]], gli ausiliari dei [[Vescovo|vescovi]]. In questa epoca, la chiesa, già dedicata a Santa Maria Annunziata, prese il nome di Santa Maria d'Episcopio: inoltre vicino alla chiesa resta un edificio signorile, con pseudo loggiato normanno, che per tradizione è indicato come il "palazzo del Vescovo". In epoca normanna la chiesa fu notevolmente ingrandita e affidata ai Benedettini di Cava dei Tirreni. Questo perché con l'avvento dei normanni le chiese di [[rito bizantino]] dovettero [[latinizzazione (Concordato di Melfi)|latinizzarsi]]. Molti monasteri greci, pertanto, furono affidati ai monasteri latini. Il superbo finestrone absidale della chiesa è appunto una testimonianza di questo periodo.▼
* '''Palazzo Pallamolla''': il palazzo fu abitato dai Pallamolla che si trasferirono a Scalea nel [[XIV secolo]] per sfruttare l’economia commerciale del tempo attraverso il traffico marino. In tempi più recenti fu sede della caserma dei Carabinieri, poi durante l’ultimo conflitto fu adibito a caserma per i soldati della difesa costiera.▼
La chiesa nel [[1554]] subì il saccheggio dei saraceni di Dragut. Anni dopo fu ampliata e abbellita. Altri rifacimenti sostanziali furono apportati alle strutture della chiesa nei secoli [[XVIII secolo|XVIII]] e [[XIX secolo|XIX]].▼
* '''Palazzo dei Principi''' (secolo XIII).▼
Nel [[1971]] un fulmine ha distrutto l'orologio del campanile installato nel [[1921]] in sostituzione di uno più antico. Nel [[1976]] sono iniziati nella chiesa lavori di restauro.▼
* '''Torre Cimalonga''': la Torre è di costruzione cilindrica di stile aragonese, un tempo carcere mandamentale e ora sede dell’antiquarium che custodisce reperti archeologici provenienti dagli scavi dell’antica città del Laos. La torre fu costruita nel [[XV secolo]] per migliorare il sistema difensivo del paese. È a pianta circolare ed era a guardia di una delle 4 porte d'entrata a Scalea. La torre ospitava le guardie e due [[Cannone|cannoni]] per la difesa ed il controllo della porta Cimalonga. ▼
==== Chiesa di San Nicola in Plateis ====▼
* '''Torre della Scalicella o “di Giuda”''': Scalea da nord era protetta dalla torre di guardia del castello, conosciuta come Torre di Giuda. All'inizio del [[XVII secolo]] il guardiano della torre non avvertì il castello della presenza dei saraceni. I nemici attaccarono Scalea, che colta impreparata fu presa. Scalea, dopo aver subito il saccheggio riuscì a respingere i saraceni. Dopo la battaglia il guardiano traditore, cercato e preso, fu [[Impiccagione|impiccato]] ad un albero. Da allora la torre di guardia del castello fu detta Torre di Giuda. Questa però è la versione popolare. Gli storici danno altre spiegazioni sul nome della Torre. Alcuni sostengono che la torre fu detta di Giuda perché era vicino al ghetto degli Ebrei. Le torri di guardia all'epoca, venivano erette per motivi di difesa. Dalla Torre dovevano essere facili gli avvistamenti e la comunicazione con il Castello: da essa si dominava la baia, mentre dal Castello si sentiva distintamente la voce di chi parlava vicino ad un muro della Torre e dalla Torre si sentiva la voce di chi parlava dalla torre d'angolo nord del Castello.▼
La parte bassa del centro storico è sovrastata dall'imponente struttura della Chiesa “di sotto”, dedicata a San Nicola di Platea, attestata a partire dal [[VIII secolo]] e inizialmente gotica, attualmente frutto delle ricostruzioni post-belliche della [[seconda guerra mondiale]].▼
==== Ruderi del Convento Francescano ====▼
Il Convento Francescano viene anche detto chiesetta dello “Spedale”, fu costruita dai monaci Basiliani nel [[IX secolo]]. È formata da due navate e tre [[Abside|absidi]] con annesso un dormitorio, una sala da pranzo e un soggiorno, all'epoca utilizzata per dare assistenza ai pellegrini durante le [[Crociata|crociate.]]▼
==== Santuario della Madonna del Lauro ====▼
* '''Sarcofago Ademaro Romano''' (sec. XIV).▼
Il santuario fu costruita agli inizi del [[XVIII secolo]] dai pescatori del luogo e di Meta di Sorrento, per sciogliere un voto fatto alla Madonna in occasione di una tempesta.▼
'''Ruderi della Grancia e del Convento Francescano''' del secolo XIII.
* '''Sculture lignee e marmoree, affreschi e tele nelle Chiese di Sànta Maria d'Episcopio e di San Nicola in Plateis'''.▼
=== Architetture civili ===
* '''Busto di [[Gregorio Caloprese]]''', opera dello scultore [[Enrico Mossuti]] ([[1911]]).▼
La chiesa fu elevata a santuario il 7 settembre 1987 da vescovo Augusto Lauro.▼
▲* '''Palazzo dei Principi:''' il Palazzo situato nel Centro Antico è testimonianza dell'architettura medioevale del [[XIII secolo|secolo XIII]], di proprietà del comune, sede della Biblioteca Comunale e di immensi saloni che custodiscono pregevoli affreschi del Seicento.
* '''Scogliera "Ajnella"'''.▼
▲* '''Palazzetto Normanno''' detto l'Episcopio del [[XII secolo]]: il palazzetto durante la dominazione angioina divenne una vera e propria fortezza militare e vi nacque un importante e illustre personaggio, [[Ruggiero di Lauria|Ruggero di Lauria]]<ref>{{Cita libro|titolo=SCALEA tra duchi e principi mercanti filosofi e santi|editore=Giovanni Celico|p=}}</ref>, grande [[ammiraglio]] della flotta angioina-aragonese.
* Le '''grotte marine "du trasi e jesci"''', '''della "pecora"''' e '''del "bacio"'''.▼
▲* '''Palazzo Pallamolla''': il palazzo fu abitato dai Pallamolla che si trasferirono a Scalea nel [[XIV secolo]] per sfruttare l’economia commerciale del tempo attraverso il traffico marino. In tempi più recenti fu sede della caserma dei Carabinieri, poi durante l’ultimo conflitto fu adibito a caserma per i soldati della difesa costiera.
* '''Grotte del paleolitico medio''' (epoca musteriana).▼
▲* '''Palazzo dei Principi''' (secolo XIII).
* '''Piazza Aldo Moro'''
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* '''Piazza Gregorio Caloprese'''
=== Architetture
[[File:Scalea Torre Talao am Morgen.jpg|miniatura|Torre Talao]]
▲Dopo la costruzione di un [[convento]] [[Ordine francescano|francescano]] nel [[XIII secolo]] ad opera di Pietro Cathin, discepolo di [[Francesco d'Assisi]], Scalea divenne un centro religioso e culturale.
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▲*
▲=== Chiesa di Santa Maria d'Episcopio ===
▲La chiesa, meglio conosciuta come "[[Beata Vergine Maria del Monte Carmelo|Madonna del Carmine]]", è ricca di monumenti e opere d'arte. La Madonna del Carmine è la patrona di Scalea e si festeggia il 15 e 16 luglio di ogni anno. La mattina del 16 luglio il [[sindaco]], a nome della cittadinanza, offre un "cero" Votivo alla Madonna. Il giorno della festa la statua della Madonna è portata in processione per le vie principali del paese. Partecipano alla processione donne con le "cinte" portate sul capo. La cinta è formata da un telaio in legno, riccamente addobbata, predisposta per reggere i ceri votivi.
▲*[[File:Scalea hrad.jpg|miniatura|Ruderi del castello Normanno visti da est]]'''Ruderi del Castello Normanno:''' il castello, i cui ruderi dominano i centro storico di Scalea, divenne fortezza militare nel [[XIII secolo|secolo XIII]], quando la signoria feudale era della famiglia Loira<ref>{{Cita web|url=https://www.calabriaportal.com/scalea/874-scalea-castello.html|titolo=Castello di Scalea}}</ref>, successivamente il castello fu confiscato e passò al regio demanio. Verso il 1499 il [[feudo]] ed il castello di Scalea furono acquistati dal duca Francesco di Sanseverino. Nel [[1501]] il castello fu comperato da Giovanni Caracciolo e, nel 1525 passò alla figlia Isabella che andò in sposa a Ferrante Spinelli duca di [[Castrovillari]] che divenne il nuovo proprietario del castello. Alla morte di Francesco Spinelli il castello rimase di proprietà della famiglia fino alla fine della feudalità<sup>[[Scalea#cite note-6|[6]]]</sup>. Poi fu venduto dagli eredi agli attuali proprietari. Il castello fu abbandonato alla fine del [[XVIII secolo]] e presto andò in rovina. Tra i suoi ruderi nel [[1908]] fu costruito il serbatoio del primo acquedotto di Scalea. Una leggenda narra che il castello sia collegato con un passaggio sotterraneo all'antica [[Torre Talao]] che sorge su un imponente scoglio.
▲La Madonna del Carmine fu proclamata patrona e protettrice di Scalea il 7 marzo del 1875, dopo un'epidemia di colera. La confraternita carmelitana era stata fondata già nel [[1806]]. L'anno dopo ebbe l'indulgenza del [[papa Paolo V]] con bolla del 1º aprile. In occasione del centenario della proclamazione il popolo di Scalea offrì alla Madonna una corona d'oro. L'oro offerto dalla popolazione fu fuso in piazza vecchia, all'aperto, presenti tutti i fedeli, con una particolare cerimonia.
▲*[[File:Scalea stare mesto2.jpg|miniatura|La torre Cimalonga]]'''Torre Cimalonga''': la Torre è di costruzione cilindrica di stile aragonese, un tempo carcere mandamentale e ora sede dell’antiquarium che custodisce reperti archeologici provenienti dagli scavi dell’antica città del Laos. La torre fu costruita nel [[XV secolo]] per migliorare il sistema difensivo del paese. È a pianta circolare ed era a guardia di una delle 4 porte d'entrata a Scalea. La torre ospitava le guardie e due [[Cannone|cannoni]] per la difesa ed il controllo della porta Cimalonga.
▲Il primo nucleo della chiesa Madonna del Carmine risale all'[[VIII secolo]]. Periodo questo di maggiore attività dei monaci Basiliani nella zona, conosciuta con il nome di Mercurion. In questi anni la chiesa fu anche [[Diocesi|sede episcopale]] o almeno di [[Corepiscopo|corepiscopi]], gli ausiliari dei [[Vescovo|vescovi]]. In questa epoca, la chiesa, già dedicata a Santa Maria Annunziata, prese il nome di Santa Maria d'Episcopio: inoltre vicino alla chiesa resta un edificio signorile, con pseudo loggiato normanno, che per tradizione è indicato come il "palazzo del Vescovo". In epoca normanna la chiesa fu notevolmente ingrandita e affidata ai Benedettini di Cava dei Tirreni. Questo perché con l'avvento dei normanni le chiese di [[rito bizantino]] dovettero [[latinizzazione (Concordato di Melfi)|latinizzarsi]]. Molti monasteri greci, pertanto, furono affidati ai monasteri latini. Il superbo finestrone absidale della chiesa è appunto una testimonianza di questo periodo.
▲*
▲La chiesa nel [[1554]] subì il saccheggio dei saraceni di Dragut. Anni dopo fu ampliata e abbellita. Altri rifacimenti sostanziali furono apportati alle strutture della chiesa nei secoli [[XVIII secolo|XVIII]] e [[XIX secolo|XIX]].
=== Aree naturali ===
▲Nel [[1971]] un fulmine ha distrutto l'orologio del campanile installato nel [[1921]] in sostituzione di uno più antico. Nel [[1976]] sono iniziati nella chiesa lavori di restauro.
▲=== Chiesa di San Nicola in Plateis ===
▲La parte bassa del centro storico è sovrastata dall'imponente struttura della Chiesa “di sotto”, dedicata a San Nicola di Platea, attestata a partire dal [[VIII secolo]] e inizialmente gotica, attualmente frutto delle ricostruzioni post-belliche della [[seconda guerra mondiale]].
▲* Le '''grotte marine "du trasi e jesci"''', '''della "pecora"''' e '''del "bacio"'''.
▲=== Ruderi del Convento Francescano ===
▲Il Convento Francescano viene anche detto chiesetta dello “Spedale”, fu costruita dai monaci Basiliani nel [[IX secolo]]. È formata da due navate e tre [[Abside|absidi]] con annesso un dormitorio, una sala da pranzo e un soggiorno, all'epoca utilizzata per dare assistenza ai pellegrini durante le [[Crociata|crociate.]]
=== Altro ===
▲=== Santuario della Madonna del Lauro ===
▲Il santuario fu costruita agli inizi del [[XVIII secolo]] dai pescatori del luogo e di Meta di Sorrento, per sciogliere un voto fatto alla Madonna in occasione di una tempesta.
▲La chiesa fu elevata a santuario il 7 settembre 1987 da vescovo Augusto Lauro.
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== Società ==
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== Economia ==
La situazione socioeconomica del comune oggi è caratterizzata da un’economia di consumo sussidiata, nella quale gli afflussi netti di risorse finanziarie dall’esterno sopravanzano gli investimenti lordi e concorrono a finanziare largamente i consumi.
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