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rendimento e ricaduta
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L'efficienza energetica di un termovalorizzatore è variabile tra il 19 e il 27% se si recupera solo l'energia elettrica <ref name="stefanis">[http://www.arpa.emr.it/rimini/download/Convegno%20Inceneritore%20giu06/Incenerit_Slide_mattina_06/04_DeStefanis_incener_06.pdf Relazione di De Stefanis sul recupero energetico nel ciclo integrato di gestione dei rifiuti]</ref> ma aumenta molto col recupero del calore ([[cogenerazione]]). Ad esempio, nel caso dell'inceneritore di Brescia si ha un rendimento del 26% in produzione elettrica e del 58% in calore per teleriscaldamento, con un rendimento energetico totale dell'84%.<ref>[http://www.dsa.unipr.it/trezzo/uni_parma/capitoli/tecnologie/recupero_di_energia_dalla_combustione_di_rsu.htm Il recupero di energia dalla combustione di rsu].</ref> Bisogna però considerare che non sempre il calore recuperato può essere effettivamente utilizzato, sia per la mancanza delle strutture necessarie sia per le variazioni stagionali (ad esempio, in estate lo sfruttamento del calore può calare notevolmente, se non ci sono sistemi per sfruttarlo per il raffreddamento).
 
A titolo di confronto una moderna centrale termoelettrica a [[Turbina_a_gas#Turbine_a_gas_per_produzione_di_energia_elettrica|ciclo combinato]], il cui scopo primario è però quello di produrre elettricità, ha una resa del 57% per la produzione elettrica, e se abbinata al teleriscaldamento raggiunge l'87%.<ref>http://www.torinoscienza.it/img/pdf/it/s10/00/0023/00002379.pdf .</ref> Il tutto con emissioni molto inferiori (o del tutto assenti per quanto riguarda determinate sostanze).
 
{{vedi anche|teleriscaldamento}}
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Tuttavia, possono rivelarsi produttive: un esempio di riciclaggio di una parte delle scorie dei termovalorizzatori è l'impianto BSB di [[Noceto]], nato dalla collaborazione fra CIAl ([[Consorzio Imballaggi Alluminio]]) e Bsb Prefabbricati; qui si trattano le scorie provenienti dai termovalorizzatori gestiti delle società [[Silea S.p.A.]] (impianto di [[Lecco]]) e di [[Hera S.p.A.]] (impianti di [[Rimini]], [[Ferrara]], [[Forlì]], [[Ravenna]]) con 30.000 tonnellate di scorie l'anno da cui si ricavano 25.000 tonnellate (83%) di materiale destinato alla produzione di calcestruzzo, 1.500 tonnellate (5%) di metalli ferrosi e 300 tonnellate (1%) di metalli non ferrosi di cui il 65% di alluminio.
Le scorie e le ceneri vengono caricate su un nastro trasportatore; i rottami ferrosi più consistenti sono subito raccolti, quelli più piccoli vengono rimossi poi con un nastro magnetico. Appositi macchinari separano dal resto i rimanenti metalli a-magnetici (prevalentemente alluminio); tutto il resto, miscelato con opportune dosi di acqua, inerti, cemento e additivi, e reso così inerte, va a formare calcestruzzo subito adoperato per la produzione di elementi per prefabbricati. <br/>
Con un trattamento di questo genere, si riduce di molto la necessità della discarica in seguito al trattametotrattamento nell'inceneritore in quanto ultimo anello della catena di [[gestione dei rifiuti]], dal momento che le scorie pesanti passano dal 30 al 3,3% in peso dei rifiuti inceneriti.<ref>Infatti l'11% delle scorie, secondo i dati citati, non viene recuperato nell'impianto di Noceto.</ref>
 
Tuttavia, alcuni studi hanno dimostrato la tossicità di alcuni calcestruzzi contenenti scorie<ref>N. Lapa et al., Ecotoxicological assessment of leachates from MSWI bottom ashes, waste Management 22 (2002) 583-593 </ref>, anche se con tecniche opportune la si può ridurre significativamente: sono ancora in corso degli studi.<ref name=appendino>Per i dettagli ed i dosaggi, si veda: Pietro Appendino, Monica Ferraris, Ildiko Matekovits, Milena Salvo, [http://www.enco-journal.com/journal/ej26/appendino.html Vetrificazione e riutilizoriutilizzo di ceneri provenienti da inceneritori di rifiuti solidi urbani], Dipartimento di Scienza dei materiali e Ingegneria chimica del Politecnico di Torino.</ref>. Non è noto il bilancio energetico totale (e le relative emissioni) di queste procedure ed in che quota questo eroda il recupero energetico della filiera di trattamento dei rifiuti mediante incenerimento.
 
Un'altra tecnologia che si sta sperimentando è la vetrificazione delle ceneri. Con questo sistema si inertizzanorendono inerti le ceneri, risolvendo il problema dello smaltimento delle stesse come rifiuti speciali, inoltre si studia la possibilità di un loro riutilizzo come materia prima per il comparto ceramico e cementizio (tecnologia della torcia al plasma: si veda sotto).
 
===Altre tecnologie di incenerimento===
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È innegabile che gli inceneritori contribuiscano all'emissione antropica di polveri fini e ultrafini in aree urbane, motivo per cui tali emissioni sono sotto osservazione per valutarne l'importanza relativa rispetto alle altre fonti (naturali o antropiche), che non è ancora chiarita, motivo per cui – anche per via delle recenti preoccupazioni sulle [[nanopolvere|nanopolveri]] – i termovalorizzatori sono visti con un certo sospetto sia da alcuni ricercatori che da parte dell'opinione pubblica, mentre altri li considerano sostanzialmente innocui.
 
Un recente studio svolto per la Provincia di Bolzano ha misurato la concentrazione di particelle di diametro compreso tra i 5,5 e i 350 nanometri in vari punti, trovando valori di 10-20000 particelle per centimetro quadrato nei pressi dell'autostrada, 5-7000 al camino dell'inceneritore, 5-10000 nel punto di massima ricaduta delle sue polveri e 5000 in una zona non antropizzata.<ref>Diego Barsotti, ''[http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=6807 Misurate le nanopolveri dell'inceneritore di Bolzano. Presentati in un convegno i dati comparati sulle emissioni delle nanopolveri rilevate con tecnologia tedesca]''.</ref> I dati sono espressi in unità di [[area|superficie]] ine quantoquindi non si riferiscono all'area di ricaduta e non aai [[volume|volumi]] di d'aria. Del resto, data la problematicità di questo genere di misurazioni, non sono state ancora stabilite dalla legge delle regole di determinazione quantitativa.
 
Infatti, la legge italiana e le norme europee pongono limiti di ''qualità dell'aria'' solamente riferiti al PM<sub>10</sub>, quantificando il limite medio massimo di concentrazione delle [[particolato|polveri sottili]] nell'aria il valore di 50 microgrammi/m³ (milionesimi di grammo per metrocubo d'aria). Purtroppo i limiti relativi alle ''emissioni'' degli inceneritori (e degli altri impianti industriali) non considerano la finezza delle polveri, ma solo il peso totale di 10 milligrammi/m<sup>3</sup> (millesimi di grammo al metrocubo di fumi). Ad oggi, l'unico ambito in cui i limiti di emissione sono imposti sul [[PM10|PM<sub>10</sub>]] è quello dei veicoli (si vedano le norme [[Euro3]] ed [[Euro4]]).
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