Matteo Guimerà: differenze tra le versioni

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Fu più volte vicario provinciale dell'Osservanza in Sicilia ed ebbe l'incarico di visitare e riformare conventi anche in altre regioni.<ref name="bss"/>
 
Per intervento di Alfonso il Magnanimo, fuFu nominato vescovo di Agrigento da [[papa Eugenio IV]] il 17 settembre [[1442]] e venne consacrato il 30 giugno [[1443]] nella chiesa madre di Sciacca dal vescovo Nicola, ausiliare di [[Arcidiocesi di Palermo|Palermo]]. Il suo governo incontrò aspre opposizioni tra clero e aristocrazia locale: ammalatosi, lasciò la guida della diocesi e si ritirò a [[Palermo]], dove morì.<ref name="bss2">Agostino Amore, BSS, vol. IX (1967), col. 110.</ref>
 
Per la sua generosità verso i poveri venne accusato presso la [[Santa Sede]] di dilapidare i beni della Chiesa. Secondo varie testimonianze infatti, egli rinunciò a tutti i proventi ecclesiastici in favore dei poveri, riservandosi soltanto lo stretto necessario per se e per coloro che collaboravano con lui. Venne anche accusato di godere di una donna carnalmente, ma nel processo svoltosi alla corte pontificia si dimostrò l'innocenza del vescovo Matteo e il Papa lo assolse da ogni accusa e gli confermò la sua fiducia restituendogli la sede episcopale.
 
Il suo governo continuò ad incontrare aspre opposizioni tra clero e aristocrazia locale.
Infine si ammalò, lasciò la guida della diocesi e si ritirò a [[Palermo]], dove morì il 7 gennaio [[1450]].<ref name="bss2">Agostino Amore, BSS, vol. IX (1967), col. 110.</ref>
 
== Il culto ==