Arturo Dell'Oro: differenze tra le versioni

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|Ref =Dati tratti da ''Piccola galleria di grandi aviatori italiani''<ref name=P1p36>{{Cita|Petrarulo 1961|p. 36}}.</ref>
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{{Bio
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== Biografia ==
Nacque a [[Vallenar]] ([[Cile]])<ref name=U9p14>{{Cita|Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969|p. 14}}.</ref> il 7 settembre [[1896]], da una famiglia emigrata in America del Sud per cercare fortuna. Il padre era nato a [[Vagna]], mentre la madre era di [[Pallanza]]. Dopo aver frequentato le scuole elementari, giovanissimo iniziò a collaborare con i genitori nella gestione della piccola vigna che suo padre aveva impiantato, con grande fatica, nella fertilissima valle del Rio Huasco. Nei primi giorni del mese di maggio del [[1915]], avuto notizia dell'imminente ingresso in [[Prima guerra mondiale|guerra]] dell'[[Italia]], si recò a [[Valparaíso]], dove nel frattempo era stato costituito un Comitato per il reclutamento dei giovani destinati al fronte europeo. Arruolatosi subito si imbarcò quello stesso giorno su un [[piroscafo]] che fece rotta verso [[Genova]]. Arrivato in Italia si arruolò tra i volontari del [[Servizio Aeronautico|Corpo Aeronautico]],<ref name=P1p36/> una nuova specialità allora inquadrata nell'[[Arma del genio|Arma del Genio]] del [[Regio Esercito]].
 
Dopo aver completato il corso di [[Pilota (aviazione)|pilotaggio]] e conseguito il relativo brevetto di [[Pilota militare|pilota aviatore]], venne destinato a prestare servizio dal mese di ottobre come soldato nella [[6ª Squadriglia da ricognizione e combattimento]] [[Société des avions Henri & Maurice Farman|Farman]] che il 15 aprile 1916 diventa [[30ª Squadriglia]].
Il 25 aprile il reparto si sposta a Tombetta (oggi [[Borgo Roma]]) ed il 7 maggio il Sergente Dell'Oro partecipa al bombardamento degli accampamenti di [[Mattarello]]. Il 21 luglio la squadriglia torna a Chiasiellis.
 
Nel maggio 1917 passa nella 2ª Sezione dell'[[83ª Squadriglia]] [[Aereo da caccia|Caccia]] di San Pietro in Campo di Belluno dotata di [[Neuport Bebè]]. Presso questo reparto si distinse subito eseguendo rischiosissime missioni di contrasto alle frequenti, e numerose, incursioni nemiche. Nel novembre 1915 gli fu assegnata una [[Medaglia d’argento al valor militare]] per un'azione eseguita nel cielo della Val Clusa (Bellunese), e qualche tempo dopo ricevette anche una promozione per merito di guerra al grado di [[Sergente]]. Il 1º settembre 1917<ref name=U9p14/> nei cieli di Belluno, per conseguire l'abbattimento di un ''[[Hansa-Brandenburg C.I]]''<ref>Si trattava dell'esemplare matricola 69.29 appartenente alla Flik 45/D, il cui equipaggio era composto dal pilota Korp. Franz Stanislav, e dall'osservatore Lt. I.d.R. Leopold Müller.</ref> [[austria]]co, non esitò a gettarsi con il proprio velivolo contro quello nemico dopo che la mitragliatrice gli si era inceppata,<ref name=P1p36/> sacrificando la sua vita.<ref name=P1p36/> La sua salma, e quelle dei due aviatori austriaci da lui abbattuti, al termine delle esequie a cui prese parte una folta rappresentanza popolare, furono solennemente traslate nel cimitero di [[Belluno]]. Per questa azione gli venne assegnata la [[Medaglia d'oro al valor militare]]<ref name=U9p14/> alla memoria, massima decorazione militare italiana.
 
Alla sua memoria, il 19 giugno [[1921]], gli fu intitolato il [[Aeroporto di Pisa-San Giusto|Campo d'Aviazione di Pisa San Giusto]], mentre qualche tempo dopo avvenne lo stesso per l'[[Aeroporto di Belluno]]. Molte sono le strade a lui intitolate sia in Italia che in Cile. Nel paese sudamericano gli fu intitolata anche la Scuola Italiana di Valparaiso, ubicata in Avenida [[Pedro Montt]].<ref>Il 1º febbraio [[2007]], data in cui è stato pubblicato nel Diario Oficial il decreto n. 385 del Ministero dell'Educazione cileno, la sede della gloriosa Istituzione Culturale è stata proclamata “monumento nazionale”.</ref>