Carrus de s'àlinu: differenze tra le versioni
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[[File:Carro de s'àlinu (àbiu), trainato da un giogo di buoi, che trasporta San Giovanni Battista. Pabillonis.jpg|thumb|Carro de s'àlinu (àbiu), trainato da un giogo di buoi, che trasporta San Giovanni Battista. Pabillonis]]
'''Is carrus de s'àlinu''' o '''Is carrus de s'àbiu'''
== Origine del nome ==
[[File:Passaggio del gruppo folkloristico pabillonese, durante la sfilata dei carri in onore di San Giovanni Battista.jpg|thumb|Dettaglio dell'abito maschile del Comune di Pabillonis. 2018, Carrus de s'àlinu (àbiu)]]
Su àlinu o àbiu è il nome sardo con il quale si indentifica l'[[Alnus|ontano]], una pianta tipitica della [[macchia mediterranea]] che in antichità e sino a pochi decenni fa era presente lungo tutto l'alveo del ''Flumini Bellu'' (o ''Bel fiume'' in
Da qui la traduzione letterale del nome: ''I carri dell'ontano''.
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Fara descrisse il massacro ad opera dei Mori avvenuto nel centro abitato di Pabillonis e anche in quel di ''Gonnos'' e ''Fanadiga'' (a quel tempo ancora due paesi separati se pur limitrofi).<ref>[http://www.pittau.it/Sardo/top_sard_meridionale.html]</ref>
Ancora, [[Vittorio Angius]] ci lascia un ulteriore memoria dell' ''invasione di Pavillonis'', così da lui definita<ref>[http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=602&s=17&v=9&c=4463&c1=%22Citt%C3%A0+e+villaggi+della+Sardegna+dell%27Ottocento%22&n=24&ric=1&ti=69]</ref>:
{{citazione|Ma né pur in questo visse quel popolo sicuro dalla ferocia de' barbari, perché, come è notato nella storia, nell'anno 1584 gli affricani discesi nello stesso seno, e guidati, come è necessità suppore, da un rinegato, fecero assalto improvviso. Una parte dei popolani poté salvarsi colla fuga, gli altri, veendosi stretti dai barbari, si ritirarono nella chiesa, e dal campanile e dal tetto combatterono per molte ore, sperando di esser soccorsi dalle genti dei prossimi paesi; ma prima che comparissero i desiderati liberatori la masnada barbarica espugnava la chiesa, legava in grandi funate i prodi con le persone imbelli, donne, vecchi e fanciulli, e poteva tornare indietro sino alle navi con i prigionieri e con la preda. Narrasi che il figlio d'una delle donne pabillonesi, nato in terra de' barbari e poi salvatosi con ricco peculio, abbia dimostrato le sue grazie a Dio offrendo in dono alla parrocchia un prezioso cuscino che si è conservato fino a questi giorni con la memoria del donatore, e ponesi nel giovedì santo sotto la croce.|}}
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== La manifestazione ==
Rappresenta un evento religioso di devozione a San Giovanni Battista, il quale si celebra ogni anno ad Agosto (il 27 all'incirca) con una durata dei festeggiamenti di circa quattro giorni.
La realizzazione dei carri avviene in un area ad hoc del Comune;
Una volta addobbati, i carri sfilano il giorno seguente per le vie del centro abitato acclamati e applauditi dalla folla festante. Seguono poi canti e balli tradizionali durante i restanti giorni di festività.
Apre la sfilata dei carri l'abito tradizionale sardo pabillonese promosso dall'associazione folkloristica ''Santu Juanni''.
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Il momento più importante è la realizzazione dei carri e delle cosiddette '''tracas''' o baracche costruite sopra ciascun carro utilizzando frasche esclusivamente di ontano.
L'utilizzo di queste frasche rappresenta il ricordo simbolico di quel tragico evento, nonché la devozione al santo per il suo gesto divino.
Pertanto, questa tipologia di carri se pur molto comune in tante manifestazioni religiose sarde (e non solo) sono un unicuum nel loro genere,
== Galleria fotografica ==
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File:Uno dei carri durante la manifestazione. Carrus de s'àlinu (àbiu) 2018, Pabillonis. Sardegna.jpg
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