Macrocosmo e microcosmo: differenze tra le versioni

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A partire dal [[XVI secolo]], e sempre più in quelli seguenti, la nascita della [[scienza]] [[Isaac Newton|newtoniana]], di stampo prettamente meccanicistico-deterministico, e la rigida suddivisione [[Cartesio|cartesiana]] tra ''[[res cogitans]]'' e ''[[res extensa]]'', portarono a interpretare la natura in termini puramente quantitativi, decretando l'abbandono di ogni ricerca volta a scoprire l'analogia tra macrocosmo e microcosmo, o relegandola al fuori degli interessi scientifici.
 
Sul piano filosofico, tuttavia, vi furono ancora diversi tentativi di studiare il mondo da una prospettiva unitaria; in [[Spinoza]] permane l'idea di una corrispondenza tra il mondo delle [[idee]] e quello della realtà materiale,<ref>«Ordo et connexio idearum idem est ac ordo et connexio rerum», ossia «L'ordine e la connessione delle idee è identica a quella che sussiste nella realtà» (Spinoza, ''Ethica'', II, pr. VII).</ref> sebbene priva di qualsiasi commistione di tipo [[animismo|animistico]], secondo una visione meramente [[determinismo|determinista]]. Fu invece con [[Leibniz]] che ritorna una visione più complessa dell'universo, inserita in un contesto [[panpsichismo|panpsichista]]: egli infatti, da un lato suddivise l'[[essere]] in un numero infinito di [[monadi]], dall'altro attribuiva loro le caratteristiche dell'[[Uno (filosofia)|Uno]] come energia vitale e centro di rappresentazione, mantenendo così una visione organica e unitaria che è data da quella [[armonia]] prestabilita]] con cui [[Dio]] riassume in sé, nella propria [[appercezione]], le singole visuali di tutte le altre monadi.
 
===Macrocosmo-microcosmo nel romanticismo===