Stato sovrano: differenze tra le versioni

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[[File:United Nations Members.svg|thumb|upright=1.35|Stati membri delle [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]], che sono tutti stati sovrani, sebbene non tutti gli Stati sovrani siano necessariamente membri.]]
 
Nel [[diritto internazionale]], uno '''stato sovrano''', '''paese sovrano''', o semplicemente '''stato''' , è una [[persona giuridica | entità giuridica]] che è rappresentata da un [[governo|governo centralizzato]] che ha [[sovranità]] su un'area geografica. Il diritto internazionale definisce gli stati sovrani come aventi una popolazione permanente, un territorio definito, un governo e la capacità di entrare in [[Relazioni internazionali | relazione con altri stati sovrani]].<ref>{{Cite book|title=International law|first1=Malcolm Nathan|last1=Shaw|year=2003|publisher=Cambridge University Press|page=178|quote=L'articolo 1 della [[Convenzione di Montevideo]] su diritti e doveri degli Stati, 1 stabilisce la formulazione più ampiamente accettata dei criteri di sovranità nel diritto internazionale. Si noti che lo stato come persona giuridica internazionale dovrebbe possedere le seguenti qualifichecaratteristiche: "(a) una popolazione permanente, (b) un territorio definito, (c) un governo e (d) capacità di entrare in relazioni con altri stati"}}</ref><ref>{{Cite book|title=Perspectives on international law|editor1-first=Nandasiri|editor1-last=Jasentuliyana|publisher=Kluwer Law International|year=1995|page=20|quote=Per quanto riguarda gli Stati, le definizioni tradizionali previste dalla Convenzione di Montevideo rimangono generalmente accettate.}}</ref> È anche normalmente inteso che uno stato sovrano non è né dipendente né sottoposto a nessun altro potere o [[stato]].<ref>{{Cite book|title=Elements of international law: with a sketch of the history of the science|first1=Henry |last1=Wheaton|publisher=Carey, Lea & Blanchard |year=1836|page=51|quote=Uno stato sovrano è generalmente definito come qualsiasi nazione o popolo, qualunque possa essere la forma della sua costituzione interna, che si governa indipendentemente dalle potenze straniere.}}</ref><ref>{{Cite book|title=sovereign|work=The American Heritage Dictionary of the English Language|edition=4th|publisher=Houghton Mifflin Company|year=2004|accessdate=21 February 2010|url=http://dictionary.reference.com/browse/sovereign}}</ref><ref>{{Cite book|title=sovereign|work=The [[New Oxford American Dictionary]]|edition=2nd|year=2005|publisher=Oxford University Press|place=Oxford|isbn=978-0-19-517077-1}}</ref>
 
Mentre secondo la teoria dichiarativa dello stato, uno stato sovrano può esistere anche senza essere [[Riconoscimento (diritto internazionale)| riconosciuto da altri stati sovrani]], gli stati non riconosciuti spesso hanno difficoltà ad esercitare i pieni poteri del trattato e ad impegnarsi in [[Diplomazia | relazioni diplomatiche]] con altri stati sovrani.
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==Sovranità di Vestfalia==
 
La sovranità di Vestfalia è il concetto di sovranità [[Stato-nazione]] basato sulla territorialità e l'assenza di un ruolo da parte di agenti esterni nelle strutture domestiche. È un sistema internazionale di stati, [[Multinazionale|società multinazionalemultinazionali]] e organizzazioni che hanno avuto inizio con la [[Pace di Vestfalia]] nel 1648.
 
La sovranità è un termine che viene spesso usato impropriamente.<ref>{{cite book |title=Sovereignty: Organised Hypocrisy |first=Stephen D. |last=Krasner |publisher=Princeton University Press |year=1999 |isbn=978-0-691-00711-3 }}</ref><ref>{{cita news|cognome=Núñez|nome=Jorge Emilio|titolo=About the Impossibility of Absolute State Sovereignty|pubblicazione=International Journal for the Semiotics of Law|volume=27|numero=4|pp=645–664|doi=10.1007/s11196-013-9333-x|anno=2013}}</ref> Fino al [[XIX secolo]], il concetto radicalizzato di "standard di civiltà" veniva sistematicamente utilizzato per determinare che certe persone nel mondo erano "incivili" e prive di società organizzate. Questa posizione è stata riflessa e costituita nella nozione che la loro "sovranità" era completamente priva o almeno di un carattere inferiore rispetto a quella del popolo "civilizzato".<ref>{{cite journal |first=Ralph |last=Wilde |title=From Trusteeship to Self-Determination and Back Again: The Role of the Hague Regulations in the Evolution of International Trusteeship, and the Framework of Rights and Duties of Occupying Powers |year=2009 |volume=31 |journal=Loy. L.A. Int'l & Comp. L. Rev. |pages=85–142 [p. 94] }}</ref> Lassa Oppenheim scrisse:
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* ''[[Paese (area geografica)|Paese]]'' definisce una regione che ha caratteristiche geografiche o confini politici.
* ''[[Nazione]]'' definisce un gruppo di persone che si crede o si ritiene condividano usanze, religione, lingua, origini o storia comuni. Tuttavia, gli aggettivi "nazionale" e "internazionale" vengono frequentemente usati per riferirsi a questioni che riguardano strettamente "stati sovrani", come in "capitale nazionale" e "diritto internazionale".
* ''[[Stato]]'' definisce l'insieme delle istituzioni governative e di sostegno che hanno [[sovranità]] su un territorio definito e sulla sua [[popolazione]]. Gli stati sovrani sono [[personalità giuridica | persone giuridiche]].
 
==Riconoscimento==
Il riconoscimento di uno stato è la decisione di uno stato sovrano di trattare un'altra entità come unosuo stato sovranopari.<ref>[http://www.answers.com/topic/recognition "Recognition"], ''Encyclopedia of American Foreign Policy''.</ref> Il riconoscimento può essere espresso o implicito e di solito è retroattivo nei suoi effetti, ma non significa necessariamente la volontà di stabilire o mantenere relazioni diplomatiche.
Non esiste una definizione che sia vincolante per tutti i membri della comunità delle nazioni sui criteri di stato. Nella pratica attuale, i criteri sono principalmente politici, non legali.<ref>See B. Broms, "IV Recognition of States", pp 47-48 in ''International law: achievements and prospects'', UNESCO Series, Mohammed Bedjaoui(ed), Martinus Nijhoff Publishers, 1991, {{ISBN|92-3-102716-6}} [https://books.google.com/books?id=jrTsNTzcY7EC&lpg=PA47&client&pg=PA47#v=onepage&q&f=false]</ref> L.C. Green ha citato il riconoscimento degli stati non ancora nati di [[Polonia]] e [[Cecoslovacchia]] nella [[prima guerra mondiale]] e ha spiegato che:
{{quote|Dal momento che il riconoscimento dello stato è una questione di discrezionale, è aperto a qualsiasi Stato esistente di accettare come stato qualsiasi entità lo desideri, indipendentemente dall'esistenza del territorio o di un governo.|L. C. Green<ref>Vedi l'Annuario israeliano sui diritti umani, 1989, [[Yoram Dinstein]], Mala Tabory eds., Martinus Nijhoff Publishers, 1990, {{ISBN|0-7923-0450-0}}, page 135-136 [https://books.google.com/books?id=5okNqth8I9wC&lpg=PA136&ots=ARGGNDm7G-&dq=t&pg=PA136#v=onepage&q&f=false]</ref>|Since recognition of statehood is a matter of discretion, it is open to any existing State to accept as a state any entity it wishes, regardless of the existence of territory or of an established government.|lingua=en}}
 
Nel diritto internazionale, tuttavia, ci sono diverse teorie su quando uno stato dovrebbe essere riconosciuto come sovrano.<ref>Thomas D. Grant, ''The recognition of states: law and practice in debate and evolution'' (Westport, Connecticut: Praeger, 1999), chapter 1.</ref>
 
===Teoria costitutiva===
La '''teoria costitutiva dello stato''' definisce uno stato come una persona giuridica di diritto internazionale se, e solo se, è riconosciuto come sovrano da almeno un altro stato. Questa teoria del riconoscimento è stata sviluppata nel XIX secolo. In funzione di questa teoria, uno stato era considerato sovrano se un altro stato sovrano lo avesse riconosciuto come tale. A causa di ciò, i nuovi stati non potevano diventare immediatamente parte della comunità internazionale o essere vincolati dal diritto internazionale e le nazioni riconosciute non dovevano rispettare il diritto internazionale nei loro rapporti reciproci.<ref name="ctos">{{cite book |title=Sourcebook on Public International Law |last=Hillier |first=Tim |year=1998 |publisher=Routledge |isbn=978-1-85941-050-9 |pages=201–2 |url=https://books.google.com/books?id=Kr0sOuIx8q8C }}</ref> Nel 1815, il [[Congresso di Vienna]] nell'atto finale riconobbe solo 39 stati sovrani nel sistema diplomatico europeo, e come risultato fu fermamente stabilito che in futuro i nuovi stati avrebbero dovuto essere riconosciuti da altri stati e ciò significava in pratica il riconoscimento da parte di unouna o più [[Grande potenza|grandi potenze]].<ref>Kalevi Jaakko Holsti ''Taming the Sovereigns'' [https://books.google.com/books?id=Jh6gjr-2ho8C&pg=PA128&dq=Final+Act+of+the+Congress+of+Vienna&lr=&sig=ACfU3U1FTkJPODAK8KkyGV5Nz6O-ke9_Ig p. 128].</ref>
 
Una delle principali critiche a questa legge fu la confusione che si sarebbe creata quando alcuni stati avessero riconosciuto una nuova entità, ma altri no. Hersch Lauterpacht, uno dei principali fautori della teoria, suggerì che: era dovere dello stato concedere il riconoscimento come possibile soluzione. Tuttavia, uno stato può utilizzare qualsiasi criterio quando giudica se dovrebbedeve dare il riconoscimento e non ha alcun obbligo di utilizzare tali criteri. Molti stati possono riconoscere un altro stato solo se è a loro vantaggio".<ref name="ctos" />
 
Nel 1912, L. F. L. Oppenheim disse, a riguardo della teoria costitutiva:
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{{vedi anche|Convenzione di Montevideo}}
Al contrario, la '''teoria dichiarativa dello stato''' definisce uno stato come [[diritto internazionale| persona giuridica di diritto internazionale]] se soddisfa i seguenti criteri:
# Ha un territorio definito;
# UnaHa una popolazione permanente;
# UnHa un governo
# CapacitàHa capacità di entrare in relazione con altri stati.
Secondo la teoria dichiarativa, lo stato di un'entità è indipendente dal suo riconoscimento da parte di altri stati, purché la sovranità non sia stata acquisita con la forza militare. Il modello dichiarativo divenne più famoso, nel 1933, con la [[Convenzione di Montevideo]].<ref>{{cite book|author=Hersch Lauterpacht|title=Recognition in International Law|url=https://books.google.com/books?id=EWgEv1Qq2TwC&pg=PA419|year=2012|publisher=Cambridge University Press|page=419|isbn=9781107609433}}</ref>
 
L'articolo 3 della Convenzione di Montevideo dichiara che lo stato politico è indipendente dal riconoscimento da parte di altri Stati, e allo Stato non è proibito difendersi.<ref>{{cite web|url=http://www.oas.org/juridico/english/treaties/a-40.html|title=CONVENTION ON RIGHTS AND DUTIES OF STATES|website=www.oas.org}}</ref> Al contrario, il riconoscimento è considerato un requisito per lo stato, dalla teoria costitutiva dello stato. Una parte importante della convenzione è l'articolo 11 che proibisce l'uso della forza militare per ottenere la sovranità.
 
Un parere simile sulle "condizioni per cui un'entità costituisce uno stato" è espresso dalla [[Comunità economica europea]] nei "pareri del Comitato di arbitrato Badinter", il quale ha rilevato che uno stato viene definito tale se ha un territorio, una popolazione, un governo e la capacità di entrare in relazioni con altri stati.<ref>{{cite book|last=Castellino|first=Joshua|title=International Law and Self-Determination: The Interplay of the Politics of Territorial Possession With Formulations of Post-Colonial National Identity|url=https://books.google.com/books?id=uGMxfj4oedEC|year=2000|publisher=Martinus Nijhoff Publishers|isbn=978-90-411-1409-9|page=[https://books.google.com.ph/books?id=uGMxfj4oedEC&pg=PA77 77]}}</ref>
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===Riconoscimento dello stato===
{{vedi anche|Stato a riconoscimento limitato}}
La pratica dello statostatus relativarelativo al riconoscimento degli Stati generalmente rientra in qualche modo tra gli approcci dichiarativi e costitutivi.<ref>{{cite book |title=International law |first1=Malcolm Nathan |last1=Shaw |year=2003 |publisher=Cambridge University Press |page=369 |edition=5th |isbn=978-0-521-53183-2 }}</ref> Il diritto internazionale non richiede ad uno stato di riconoscere gli altri.<ref>Opinion No. 10. della Commissione di arbitrato della conferenza sulla Jugoslavia]].</ref> Il riconoscimento viene spesso negato quando un nuovo stato è considerato illegittimo o è nato in violazione del diritto internazionale. Il non riconoscimento universale da parte della comunità internazionale di [[Rhodesia]] e [[Cipro del Nord]] sono buoni esempi di ciò. La prima è statostata riconosciuta solo da [[Sudafrica]] e quest'ultimoil secondo solo dalla [[Turchia]]. Nel caso della Rhodesia, il riconoscimento fu ampiamente negato quando la minoranza bianca prese il potere e tentò la costituzione di uno stato sulla falsariga dell'[[Apartheid|Apartheid del Sudafrica]], mossa che il [[Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite]] descrisse come la creazione di un "regime illegale di minoranza razzista".<ref>[[s:United Nations Security Council Resolution 216|United Nations Security Council Resolution 216]]</ref> Nel caso di [[Cipro del Nord]], il riconoscimento è stato negato per uno stato separato creato nel nord di [[Cipro]].<ref>[[s:United Nations Security Council Resolution 541|United Nations Security Council Resolution 541]]</ref> Il diritto internazionale non impedisce le dichiarazioni di indipendenza,<ref>[https://www.bbc.com/news/world-europe-10730573 BBC] The President of the International Court of Justice (ICJ) Hisashi Owada (2010): "International law contains no prohibition on declarations of independence."</ref> e il riconoscimento di un paese è una questione politica.<ref>[https://books.google.com/books?id=xMvOBAAAQBAJ Oshisanya, An Almanac of Contemporary and Comperative Judicial Restatement, 2016] p.64: The ICJ maintained that ... the issue of recognition was a political.</ref> Di conseguenza, i turco-ciprioti hanno ottenuto lo "status di osservatore" nella nell'[[Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa]], e i loro rappresentanti sono eletti nell'assemblea di Cipro del Nord;<ref>[https://books.google.com/books?id=4PwmeRG9QsUC James Ker-Lindsay (UN SG's Former Special Representative for Cyprus)] The Foreign Policy of Counter Secession: Preventing the Recognition of Contested States, p.149</ref> e Cipro del Nord divenne membro osservatore dell'[[Organizzazione della cooperazione islamica]] e dell'[[Organizzazione di cooperazione economica|Organizzazione per la cooperazione economica]].
 
===Stati ''Dede facto'' e ''de iure''===
La maggior parte degli stati sovrani lo sono ''[[de iure]]'' e ''[[de facto]]'' (cioè, esistono sia legalmente che nella realtà). Tuttavia, uno stato può essere riconosciuto solo come uno stato "de jureiure", in quanto è riconosciuto come il governo legittimo di un territorio sul quale non ha un controllo effettivo. Ad esempio, durante la [[seconda guerra mondiale]], i [[Governo in esilio | governi in esilio]] di un certo numero di stati europei continentali continuarono a godere di relazioni diplomatiche con gli [[Alleati della seconda guerra mondiale |alleati]], nonostante i loro paesi fossero sotto l'[[occupazione nazista]]. L'[[Organizzazione per la Liberazione della Palestina]] e l'[[Autorità Nazionale Palestinese]] affermano che lo [[Stato di Palestina]] è uno stato sovrano, una rivendicazione che è stata [[Riconoscimento internazionale dello Stato di Palestina | riconosciuta dalla maggior parte degli stati]], sebbene il territorio che sostiene sia sotto il proprio controllo "de facto" è controllato da [[Israele]].<ref name="saeb"/>{{#tag:ref|Israele consente all'[[Autorità Nazionale Palestinese]] di eseguire alcune funzioni nei [[territori palestinesi]], secondo l'[[Accordo ad interim sulla Cisgiordania e la Striscia di Gaza]], pur mantenendo [[Piano di disimpegno unilaterale israeliano|alcune interferenze]] (il controllo dei confini: [[Spazio aereo|aerei]],<ref name="GazaSeaAir">B'Tselem - The Israeli Information Center for Human Rights in the Occupied Territories: [http://www.btselem.org/english/Gaza_Strip/Control_on_Air_space_and_territorial_waters.asp Israel's control of the airspace and the territorial waters of the Gaza Strip], Retrieved 24 March 2012.</ref> marittimi [[Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare#Le indicazioni dell'UNCLOS|fuori dalle acque interne]],<ref name="GazaSeaAir"/><ref>{{cite web|url=http://dissidentvoice.org/wp-content/uploads/2009/12/Gaza-map-08s-fishing-limits-20090119.jpg|title=Map of Gaza fishing limits, "security zones"|publisher=}}</ref> e in terra<ref>[http://www.mfa.gov.il/MFA/Peace+Process/Guide+to+the+Peace+Process/Israels+Disengagement+Plan-+Renewing+the+Peace+Process+Apr+2005.htm Israel's Disengagement Plan: Renewing the Peace Process] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070302014936/http://www.mfa.gov.il/MFA/Peace%20Process/Guide%20to%20the%20Peace%20Process/Israels%20Disengagement%20Plan-%20Renewing%20the%20Peace%20Process%20Apr%202005.htm |date=2 marzo 2007 }}: "Israele proteggerà il perimetro della [[Striscia di Gaza]], continuerà a controllare lo spazio aereo di [[Gaza]] e continuerà a pattugliare il mare al largo della costa di Gaza ... continuerà a mantenere la sua presenza militare essenziale per prevenire il contrabbando di armi lungo il confine tra la Striscia di Gaza e l'[[Egitto]] ([[Philadelphi Route]]), fino a quando la situazione della sicurezza e la cooperazione con l'Egitto non permetteranno un accordo di sicurezza alternativo."</ref>) nella [[Striscia di Gaza]] e soprattutto nell'"[[Zone della costa occidentale nell'accordo Oslo II|Area C]]".<ref>{{Cite web | last = Gold | first = Dore |author2=Institute for Contemporary Affairs | title = Legal Acrobatics: The Palestinian Claim that Gaza is Still "Occupied" Even After Israel Withdraws | work = Jerusalem Issue Brief, Vol. 5, No. 3 | publisher = Jerusalem Center for Public Affairs
| date = 26 August 2005 | url = http://www.jcpa.org/brief/brief005-3.htm | accessdate = 16 July 2010}}</ref><ref>{{Cite web
| last = Bell | first = Abraham | title = International Law and Gaza: The Assault on Israel's Right to Self-Defense
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==Rapporto tra stato e governo==
Sebbene i termini "stato" e "governo" siano spesso usati in modo intercambiabile,<ref>{{cite journal |last=Robinson |first=E. H. |year=2013 |url=http://www.edwardheath.net/wp-content/uploads/2013/08/State_and_Government.pdf |title=The Distinction Between State and Government |journal=The Geography Compass |volume=7 |issue=8 |pages=556–566 }}</ref> il diritto internazionale distingue tra uno stato non fisico e il suo governo. Infatti, il concetto di "[[governo in esilio]]" è basato su questa distinzione.<ref name="Crawford, J. 2006">{{cite book |last=Crawford |first=J. |year=2006 |title=The Creation of States in International Law |___location=Oxford |publisher=Clarendon Press |edition=2nd |isbn=978-0-19-826002-8 }}</ref> Gli stati sono entità giuridiche non fisiche e non organizzazioni di alcun tipo.<ref>{{cite journal |last=Robinson |first=Edward Heath |url=http://www.edwardheath.net/wp-content/uploads/2013/01/States_v_Legal_Persons.pdf |title=An Ontological Analysis of States: Organizations vs. Legal Persons |journal=Applied Ontology |year=2010 |volume=5 |issue= |pages=109–125 }}</ref> Tuttavia, di solito, solo il governo di uno stato può obbligare o vincolare lo statostesso, ad esempio con un trattato.<ref name="Crawford, J. 2006"/>
 
==Estinzione dello stato==
In generale, gli stati sono entità durature, sebbene sia possibile che possano estinguersi, sia attraverso mezziazioni volontarivolontarie o forze esterne, come la conquista militare. L'abolizione violenta dello stato è praticamente cessata dalla fine della seconda guerra mondiale.<ref>{{Cite journal|last=Fazal|first=Tanisha M.|date=1 April 2004|title=State Death in the International System|url=https://www.cambridge.org/core/journals/international-organization/article/state-death-in-the-international-system/293E2E30C054DEE72899DAAA643B61AD|journal=International Organization|volume=58|issue=2|pages=311–344|doi=10.1017/S0020818304582048|issn=1531-5088}}</ref> Poiché gli stati sono entità giuridiche non fisiche, è stato argomentato che la loro estinzione non può essere dovuta alla sola forza fisica.<ref>{{cite journal |last=Robinson |first=Edward Heath |url=http://www.edwardheath.net/wp-content/uploads/2013/01/Destruction-of-States.pdf |title=The Involuntary Extinction of States: An Examination of the Destruction of States though the Application of Military Force by Foreign Powers since the Second World War |journal=The Journal of Military Geography |year=2011 |volume=1 |pages=17–29 }}</ref> Invece, le azioni fisiche dell'esercito devono essere associate alle azioni sociali o giudiziarie corrette al fine di abolire uno stato.
 
==Status ontologico dello stato==
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===Lo stato come "entità spirituale"===
Un'altra teoria sull'ontologia dello stato è che lo stato è spirituale,<ref name=Fundamentals71>{{cita|Schmandt e Steinbicker, 1954|p. 71}}</ref> oro "mysticalentità entitymistica"<ref name=Fundamentals71/> con il proprio essere, distinto dai suoi membri.<ref name=Fundamentals71/> Il filosofo [[Idealismo |idealista]] tedesco, [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel]] (1770-1831), fu forse il più grande sostenitore di questa teoria.<ref name=Fundamentals71/> La definizione eghelianahegeliana di stato è "l'idea divina così come esiste sulla terra".<ref>{{cita|Schmandt e Steinbicker, 1954|p. 71}} (citando ''Philosophy of History'' di Hegel, trans. J. Sibree [New York: Wiley Book Co., 1934]); vedi anche {{cite book|last=Hegel|first=Georg Wilhelm Friedrich|title=The Philosophy of History|url=https://books.google.com/books?id=bniImd3dIMkC|year=2012|orig-year=1899|publisher=Courier Corporation|isbn=978-0-486-11900-7|page=[https://books.google.com.ph/books?id=bniImd3dIMkC&pg=PA39&dq=%22divine+idea%22 39]}}</ref>
 
==Tendenze nel numero di stati==
Dalla fine della seconda guerra mondiale, è aumentato il numero di stati sovrani nel sistema internazionale.<ref>{{Cite web|url=https://uk.sagepub.com/en-gb/eur/the-sage-handbook-of-diplomacy/book242760#contents|title=The SAGE Handbook of Diplomacy|date=|publisher=SAGE Publications|pages=294–295|access-date=17 November 2016}}</ref> Alcune ricerche suggeriscono che l'esistenza di organizzazioni internazionali e regionali, la maggiore disponibilità di aiuti economici e una maggiore accettazione della norma di autodeterminazione, hanno aumentato il desiderio delle unità politiche di separarsi e poter essere accreditate per l'aumento del numero di stati nel sistema internazionale.<ref>{{Cite journal|last=Fazal|first=Tanisha M.|last2=Griffiths|first2=Ryan D.|date=1 March 2014|title=Membership Has Its Privileges: The Changing Benefits of Statehood|journal=International Studies Review|language=en|volume=16|issue=1|pages=79–106|doi=10.1111/misr.12099|issn=1468-2486}}</ref><ref>{{Cite web|url=http://www.e-ir.info/2016/09/23/the-state-of-secession-in-international-politics/|title=The State of Secession in International Politics|website=E-International Relations|access-date=16 November 2016}}</ref> L'economista di Harvard [[Alberto Alesina]] e quello di Tufts, Enrico Spolaore, sostengono nel loro libro "Dimensione delle nazioni" che l'aumento del numero di stati può essere in parte accreditato ad un mondo più pacifico, ad un maggiore libero scambio, all'integrazione dell'economia internazionale, e alla democratizzazione e presenza di organizzazioni internazionali che coordinano le politiche economiche e politiche.<ref>{{Cite web|url=https://mitpress.mit.edu/books/size-nations|title=The Size of Nations|website=MIT Press|access-date=16 November 2016}}</ref>
 
==Note==