Discussione:Massimo Scaligero: differenze tra le versioni

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Le fonti le ho messe alla fine della voce, bastava guardarci: Giovanni Gentile, L'atto del pensare come atto puro (1912)- M.Scaligero, Trattato del pensiero vivente, (1961) - Attendo sempre la fonte per la quale si afferma che Scaligero fu solo redattore, e non direttore di East&West--[[Utente:SilesiusAngelus|SilesiusAngelus]] ([[Discussioni utente:SilesiusAngelus|msg]]) 14:58, 29 dic 2018 (CET)
RISPOSTA SILESIUS:citare un libro Dove si parla dell'atto del pensare non vuol dire citare la fonte ove avresti appreso dela corrispondenza della terminologia gentiliana con quella di Scaligero. Quelle dunque sono tue riletture di cui francamente-e con grande rispetto- non ha bisogno nessuno.
 
Sono davvero dispiaciuto. Chi ha scritto il testo sulle similitudini fra Gentile e Scaligero dimostra di avere scarsa conoscenza della storia di cui vorrebbe farsi storico o cronista. Congetture e facezie senza alcuno straccio di fonte! Questo è dilettantismo che nuoce all'Enciclopedia quanto alle voci deturpate rozzamente. Quanto all'inerire di Scaligero al fascismo: tanto è volgare e meschina l'opera dei seguaci che lo vorrebbero santo, tanto quella di quanti la vorrebbero un fascistaccio perso. Uno storico (anche se dilettante all'ultimo stadio) dovrebbe ricordare che il fascismo fu un movimento che avvolse tutta l'Italia e che, tragicamente, l'avvolge ancora. Anche per gli storici di professione è difficile redigere biografie delle individualità operanti nel Ventennio.
Nessun accademico tedesco, storcerebbe il naso di fronte alle simpatie politiche di Heidegger: esse ci sono e sono comprovate. Nessuno però l'apostroferebbe come un nazistaccio; il difficile è operare astrazione (dopo averla DOCUMENTATA) fra l'opera dell'uomo, le sue adesioni politiche ed i suoi eventuali superamenti.
Si pensi a Giordano Bruno Guerri. Il lavoro di storico del Ventennio gli ha comportato da sempre l'attributo di fascista. Fino a qualche anno fa era un tabù parlare di Gentile, dell'Attualismo. Eppure è la nostra storia:tragica e grandiosa.
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