Attilio Ferraris: differenze tra le versioni
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== Carriera ==
=== Club ===
Cominciò la sua carriera nella [[Società di Ginnastica e Scherma Fortitudo|Fortitudo]], sul campo dell'Istituto [[Papa Pio X|Pio X]], a [[Castel Sant'Angelo]], sotto la guida di Fratel Porfirio. Il 7 giugno [[1927]], dalla fusione della stessa Fortitudo con le società [[Società Sportiva Alba Roma|Alba Audace]] e il [[Foot Ball Club di Roma|Roman]], nacque la [[Associazione Sportiva Roma|AS Roma]], e Ferraris ne diventò il primo [[capitano (calcio)|capitano]] della sua storia.
[[File:FerrarisIV.jpg|thumb|left|upright|Ferraris con la maglia della Roma]]▼
[[File:1931–32 Associazione Sportiva Roma.jpg|thumb|left|Ferraris (al centro vicino all'amico Bernardini) nella Roma del 1931.]]
Aveva un carattere poco incline alla disciplina, era un uomo dai gusti raffinati, ricercato nel vestire, amante delle donne, cultore delle macchine di grossa cilindrata e, soprattutto, col vizio accanito del gioco. Gioco che gli risucchiava, senza rimorsi da parte sua, gran parte del denaro guadagnato con il calcio. ''“Se avessi ancora i soldi persi a poker, ai cavalli e ai cani, ma sai quanti soldi me giocherei ancora!!!”'', diceva spesso con risata.
Le sue abitudini si conciliavano poco e male con il ruolo di calciatore; spesso saltava gli allenamenti. Il presidente Sacerdoti doveva spesso proteggerlo dalle sfuriate degli allenatori della Roma; lo aiutò persino ad aprire un bar con biliardo nel suo quartiere. Poi, quando si presentò per l'ennesima volta in ritardo ad una partita di campionato, la misura fu colma e Ferraris IV venne messo fuori rosa. A 30 anni, la sua carriera di calciatore sembrava seriamente compromessa e l'indomito "Tilio" avviato sul viale del tramonto. Lo risollevò da quel gorgo fumoso e anonimo il ct della Nazionale che andò a cercarlo personalmente nel suo bar trovandolo con la stecca da biliardo in mano e l'ennesima sigaretta in bocca. Gli strappò la promessa di smettere di fumare e di provare a prepararsi per il [[Campionato mondiale di calcio 1934|mondiale]]. Ci riuscì: si allenò con uno zelo ed una dedizione che non gli si erano stati mai riconosciuti prima e con la Nazionale divenne Campione del Mondo.
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